I Nuovi Barbari.
Parleremo dei Nuovi Barbari, dei Barbari postmoderni, dei Barbari del XXI Secolo. Chi sono?
Per meglio spiegarci, lasceremo la parola a Karol Wojtyla, il Papa santificato qualche anno addietro.
Ciò che non molti sanno è che Wojtyla aveva visioni mistiche.
I BARBARI SECONDO WOJTYLA
Scrive “Vatican Insider” de La Stampa:
San Giovanni Paolo II era un mistico, “dialogavaˮ con la Madonna e aveva delle visioni profetiche. Una di queste ha a che fare con il futuro dell’Europa e una possibile “invasione islamistaˮ. […]
Nuovi racconti, non privi di accenti inquietanti, si aggiungono ora grazie alla testimonianza di monsignor Mauro Longhi, sacerdote del clero dell’Opus Dei , per un decennio in servizio alla Congregazione del clero. […]
Longhi tra i tanti episodi e aneddoti citati, dai quali emerge la fede di Papa Wojtyla e la forza che lui attribuiva alla preghiera, ne ha citato uno riguardante una visione sull’Europa. «Wojtyla– ha spiegato il monsignore – facendomi partecipe di una delle sue visioni notturne, mi dice: “Ricordalo a coloro che tu incontrerai nella Chiesa del terzo millennio.
Vedo la Chiesa afflitta da una piaga mortale. Più profonda, più dolorosa rispetto a quelle di questo millennio”, riferendosi a quelle del comunismo e del totalitarismo nazista. “Si chiama islamismo. Invaderanno l’Europa. Ho visto le orde provenire dall’Occidente all’Oriente”, e mi fa una ad una la descrizione dei paesi: dal Marocco alla Libia all’Egitto, e così via fino alla parte orientale.
Il Santo Padre aggiunge: “Invaderanno l’Europa, l’Europa sarà una cantina, vecchi cimeli, penombra, ragnatele. Ricordi di famiglia. Voi, Chiesa del terzo millennio, dovrete contenere l’invasione. Ma non con le armi, le armi non basteranno, con la vostra fede vissuta con integrità”». Longhi colloca questo racconto nell’anno in cui venne pubblicato il Catechismo della Chiesa cattolica, dunque il 1992.
IL PAPA NERO
Purtroppo per Wojtyla, ad occupare il soglio pietrino è oggi il papa nero Jorge Borgoglio.
Quel Bergoglio del tutto privo delle raffinate competenze teologiche che caratterizzavano Joseph Ratzinger, il papa tedesco che venne costretto alle dimissioni dal golpe conosciuto come “Primavera Vaticana”, ordito da Obama, Clinton e Soros.
Quel Bergoglio che afferma che «Gesù Cristo si è fatto serpente», creando volutamente un caos ierofanico.
Chiosa Antonio Socci su liberoquotidiano.it:
Nella Chiesa molti hanno le mani nei capelli, perché stanno accadendo cose mai viste. Ci sono stati papi di tutti i tipi in duemila anni, ma non era mai capitato un papa che in chiesa, nell’ omelia della Messa, pronuncia frasi che – in bocca a chiunque altro – sarebbero considerate bestemmie. L’ altroieri, per esempio, papa Bergoglio, a Santa Marta, se n’ è uscito con un’ espressione che deve aver raggelato gli ascoltatori (anche se poi nessuno ha il coraggio di dire nulla).
Commentando – in modo totalmente assurdo – il passo biblico del serpente innalzato da Mosè nel deserto (Numeri 21, 4-9), ha affermato che Gesù «si è fatto peccato, si è fatto diavolo, serpente, per noi». Testuale. Ma come si può dire che Gesù «si è fatto diavolo»? […]
Socci continua che, affermare che «Gesù si è fatto diavolo» ha sapore e valenza gnostica. E, conclude:
Smarrimento – C’è ormai una lunga serie di sortite di questo tipo con cui Bergoglio da tempo bombarda il povero gregge dei cristiani sempre più sconcertati e smarriti. A Eugenio Scalfari dichiarò che «non esiste un Dio Cattolico». Il 16 giugno 2016, aprendo il Convegno della Diocesi di Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, se ne uscì affermando che Gesù, nell’ episodio dell’ adultera, «fa un po’ lo scemo». Poi aggiunse che Gesù – sempre nell’ episodio in cui salvò la donna dalla lapidazione – «ha mancato verso la morale» (testuale anche questo). Infine addirittura che Gesù non era uno «pulito» (non si sa che intendesse).
Si aggiunga a questo il «magistero dei gesti», come il fatto che nel salutare i fedeli non fa mai con la mano il segno della croce, oppure il suo ostinato rifiuto di inginocchiarsi davanti al tabernacolo e davanti a Gesù eucaristico (mentre si inginocchia in tutta una serie di altre occasioni in cui non c’ è l’ Eucaristia).
Si potrebbero aggiungere varie altre sparate, soprattutto su questioni riguardanti la morale, per esempio sempre a Scalfari disse che «ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene» (un perfetto manifesto del relativismo, la fine del cattolicesimo).
I BARBARI DELLA «IMMANENTIZZAZIONE DELL’ESCHATON CRISTIANO»
Ci rifacciamo all’indicazione del Bergoglio gnostico fatta da Socci.
Decliniamo un compendio dell’ermenuta e filosofo Eric Voegelin al riguardo, tratto da treccani.it:
Voegelin ha cercato di elaborare una rinnovata concezione antropologica e politica in grado di opporsi alle ideologie e alle società totalitarie del Novecento, che sarebbero l’esito di una «mentalità gnostica», ovvero di una teologia secolarizzata mirante a conseguire la salvezza dell’uomo nel mondo terreno. Alla base dello gnosticismo moderno vi sarebbe secondo Voegelin un impulso a creare o a estendere un ordine politico che concretizzi la speculazione e che instauri una forma di «paradiso terrestre» nella storia, inteso come un «paradiso senza Dio», dato che secondo i fondamenti gnostici è affidata allo spirito umano l’instaurazione di tale «paradiso». Si ha qui quella che Voegelin definisce «immanentizzazione dell’“eschaton”», ossia la chiusura della direzionalità escatologica all’interno dell’orizzonte intramondano, immanente e cosmologico.
I totalitarismi del 20° sec. sarebbero per Voegelin espressione dello gnosticismo in quanto tentativi di trasformare il mondo attraverso la politica, che assume pertanto un carattere mistico o cosmopoietico. Tale è inoltre, secondo Voegelin, l’unico vero senso del termine «totalitarismo», che appunto si distingue dalla mera «tirannia» in quanto quest’ultima è solo un regime politico della forza o della violenza, mentre l’altro è una sorta di teocrazia ove il Dio trascendente è stato, invece, immanentizzato nell’uomo o in alcuni uomini, e che per questo motivo è particolarmente avverso a ogni religione rivelata.
Breviter, secondo Voegelin i Totalitarismi del XX secolo sono espressione dello gnosticismo.
Ricordiamoli i Totalitarismi Teurgici del XX secolo: Comunismo, Nazifascismo e Capitalismo.
Il Nazifascismo si è estinto con la fine della seconda Guerra Mondiale, il Comunismo “reale” è finito il 9 novembre 1989, data della caduta del Muro di Berlino.
Il Capitalismo Totalitario è purtroppo vivo e vincente. Il Capitalista Totalitario Warren Buffett lo ha dichiarato esultante. «La lotta di classe è finita e l’abbiamo vinta noi!».
Risulta lampante che il Bergoglio è funzionale allo Gnosticismo Capitalistico, cioè all’immanentizzazione di ogni trascendenza all’interno del corrotto e marcio Mondo Consumistico, Materiale, Mercatista, Capitalista e Neoliberista.
IL NEOLIBERISMO E’ IL NUOVO FASCISMO
Ha pienamente ragione Manuela Cadelli, Presidente del Sindacato dei Magistrati belgi, quando esclama,
Io sostengo che il neoliberalismo è una specie di fascismo, perché l’economia ha soggiogato non solo il governo dei paesi democratici, ma anche tutti gli aspetti del nostro pensiero.
Lo stato è ora agli ordini dell’economia e della finanza, che lo trattano come un subordinato e spadroneggiano su di esso in misura tale da mettere in pericolo il bene comune.
E conclude,
Il neoliberalismo è una specie di fascismo. Deve essere combattuto e l’umanesimo completamente ristabilito.
Condivido totalmente: il neoliberismo è una specie di psicopatico Fascismo, Viviamo in un’epoca di Capitalismo Totalitario, Illuminismo Totalitario, Relativismo Totalitario, Nichilismo Totalitario.
La Dittatura del Capitalismo non ha bisogno di Konzentrationslager o Gulag. Ad essa basta togliere i beni, la sanità e il lavoro a centinaia di milioni di appartenenti al ceto medio occidentale.
Il risultato finale per i deboli è sempre lo stesso: Morte. E’ il Tanatocapitalismo.
L’economista Ha-Joon Chang stigmatizza pienamente lo status quo. «Lo scrittore americano Gore Vidal una volta ha detto benissimo: il sistema economico americano è “libera impresa per i poveri e socialismo per i ricchi”. […] Negli ultimi decenni i ricchi sono stati sempre più protetti dalle forze del mercato, mentre i poveri vi sono stati esposti in misura sempre crescente».
Il Capitalismo Totalitario è un cancro in metastasi che va estirpato.
Se non avviene presto uno dei cambiamenti di paradigma dell’epistemologia di Thomas Kuhn, l’umanità è condannata ad una precocissima estinzione.
La prova è la pressione che il Totalitarismus mondiale del Capitale globalizzato sta esercitando per imporre a livello planetario il Genderismo.
L’ANTICRISTO SECONDO SOLOVEV
Il Racconto dell’Anticristo dello scrittore e filosofo russo Vladimir Sergeevič Solov’ëv. In quell’opera l’Anticristo veniva eletto “Presidente degli Stati Uniti d’Europa”, inoltre, si qualificava come pacifista, ecologista, filantropo, convinto spiritualista, credente nel bene e perfino in Dio. E giungeva ad affermare: «Popoli della terra! Io vi ho promesso la pace e io ve l’ho data. Il Cristo ha portato la spada, io porterò la pace». In maniera non dissimile qualcuno ha detto che: «L’Anticristo affascina, soprattutto perché si ‘veste bene’. È l’Epifania di Satana, ma è all’interno della Chiesa; è Colui che riduce la Fede a una forma di umanitarismo…Non è Nietzsche quindi, ma è Tolstoij, in cui Dio è, solo, pura misericordia». (Giovanni Balducci, barbadillo.it)
Come non riconoscere in siffatta figura, l’Anómos Globale e sedicente filantropo George Soros e in tale “nuova” Chiesa la Ierofania di Jorge Bergoglio?
Prosegue Balducci.
È interessante ricordare, in questo frangente, quanto affermato da Carl Schmitt circa il cosiddetto katéchon, concetto che il giurista tedesco desume dalla teologia di San Paolo, il quale presenta il katéchon come colui che si oppone all’avvento dell’Anticristo. Schmitt credeva fermamente nella reale esistenza del katéchon. Pensava, altresì, dovesse esserci stato un katéchon per ogni epoca a partire dalla nascita di Cristo, «altrimenti non ci saremmo stati più» affermava. In tal senso Schmitt richiama alcuni esempi di katéchon: come l’Imperatore del Medioevo cristiano e la Chiesa di Roma. Tale fu anche la concezione di esimi Padri della Chiesa, di Tertulliano e sant’Agostino, i quali videro questo “potere che frena” nell’Impero romano, e di san Tommaso che lo identificò con la Chiesa Cattolica Romana, istituzione che secondo la visione dell’Aquinate aveva raccolto l’eredità di Roma unendo imperium e sacerdotium. Proprio durante il papato di Benedetto XVI – per chi ricorda – durante un’intervista del giornalista Maurizio Blondet a Massimo Cacciari, il filosofo veneziano – non sappiamo se in preda ad un impeto neo-gnostico o forse ad un ben peggiore delirio nichilista – affermò che il papa avrebbe dovuto smetterla di fare il katéchon. Fatto sta che così è stato, non di certo per de-merito di Cacciari, ovviamente.
Katechon – L’Isola di Avalon
Katechon – L’Isola di Avalon
KATECHON. Il Katechon, per San Paolo, è ciò che argina l’azione devastatrice del Male e della Morte. Il Katechon è la diga che contrasta le Forze del Male.
Source: www.isoladiavalon.eu/katechon/
QUELLO DI BERGOGLIO E SOROS È UN KATECHON NEGATIVO
È noto che si deve proprio a Cari Schmitt la riscoperta e la reintroduzione nel dibattito giuridico, filosofico e politico contemporaneo dell’enigmatico concetto paolino di katechon, altrimenti del tutto dimenticato e sepolto da secoli. La riflessione di Schmitt sul katechon, iniziata, come scrisse egli stesso, nel 1932 e protrattasi fino almeno al 1977[8], deve essere collocata nell’ambito più generale del suo pensiero sulla teologia politica, di cui rappresenta un aspetto molto particolare, a sua volta connesso con la riflessione sul diritto internazionale, sulla geopolitica e sul problema dell’ordinamento del mondo, cioè sul «nomos della terra». (Guido Mongini, geopolitica.ru)
Ricordiamo che l’Unione Sovietica, pur turpe, fino alla sua caduta, ha esercitato la funzione di Katéchon positivo, da Muro contro la satanica e demoniaca teurgia del Capitalismo Totalitario.
Ma esistono, come spiega Schmitt, Katéchon negativi,
Il rallentatore negativo, la forza frenante negativa, caduta la maschera, in una catastrofica eterogenesi dei fini si rovesciava così nel suo opposto: in un fattore di accelerazione degli eventi. Privo tuttavia di direzione perché fondamentalmente in-deciso, oscillante e contraddittorio, esso esplicava un’azione accelerante «involontaria»: in quanto tale, e dunque in quanto intrinsecamente priva di autoconsapevolezza e di direzione, la sua azione non era produttiva di ordine ma solo di caos. L’esatto opposto del katechon, in senso paolino e medievale, produttore di ordine perché capace di trattenere e rinviare la fine apocalittica, il grande caos escatologico. (Guido Mongini, cit.)
Esempi palesi di Katéchon Negativi sono le Globaliste ONU, FMI, WTO, World Bank e, in particolare il Quarto Reich – Ue e gli Anomici George Soros e Jorge Bergoglio.
NON FURONO SOLO I BARBARI A FAR CROLLARE l’IMPERO ROMANO D’OCCIDENTE
Il caos escatologico, provocato da Richelieu Soros e dal Quarto Reich – Ue, sta accelerando (katéchon negativo) il crollo dell’impalcatura da teatro fliacico di infima categoria conosciuto come UE, governato da alcolisti cronici e sottopanza sorositi e merkeliani.
L’Ue ha punito la Grecia per la sua prodigalità – e si appresta a punire l’Italia se dovesse ignorare le regole fiscali Ue. L’Ue sta tentando quella che Schmitt definiva un’”azione frenante”, per mantenere la sua egemonia.
Tuttavia, questo è davvero un caso in cui la Ue vede la pagliuzza nell’occhio dell’Italia, mentre ignora la trave nel proprio occhio. L’istituto di ricerca del ciclo economico Lakshman Achuthan scrive che:
“L’insieme del debito di USA, Eurozona, Giappone e Cina è aumentato più di dieci volte rispetto a quanto è aumentato il loro PIL aggregato, nell’ultimo anno. È notevole come l’economia globale – che rallenta in sincronia, nonostante l’aumento del debito – si trovi in una situazione che ricorda l’effetto “Regina di Cuori”. Come la Regina di Cuori dice ad Alice, nel libro di Lewis Carroll Alice nello specchio: “Ora, qui, vedete, dovete correre più forte che potete per rimanere fermi. Se volete andare in un altro posto, dovete correre almeno al doppio di questa velocità!”.
Ma questo – correre di più, accumulare più debito – può solo, infine, risolversi in una bancarotta gigante (o inflazionando il debito). Guardiamo gli Stati Uniti: il loro PIL sta crescendo al 2,5%; il debito Federale USA è al 105% del PIL, il Tesoro USA spende 1,5 miliardi di dollari di interessi al giorno, e il debito cresce del 5-6% del PIL. La situazione non è sostenibile. […]
Hudson fa notare che “i greci e i romani rimpiazzarono l’idea del tempo ciclico e del rinnovamento della società con quella del tempo lineare” [che converge verso la “fine dei tempi”] [ergo, l’eschaton, nota di Seyan]: “La polarizzazione economica divenne irreversibile, non solo temporanea” – perché l’idea di rinnovamento venne perduta. […]
L’esplosione globale del debito è un problema macro, che trascende ampiamente il microcosmo italiano. Come l’antico Impero Romano, la Ue si è atrofizzata nel suo “ordine” fino a diventare un ostacolo al cambiamento e, non avendo alternativa se non tenere duro con un’”azione frenante”, finirà per produrre effetti completamente opposti all’intento originale (ossia un Katechon negativo involontario). (“L’Italia, l’Unione Europea e l’Impero Romano”, vocidallestero.it)
IL PARAGONE BERGOGLIANO TRA LA NATIVITÀ CRISTIANA E GLI IMMIGRATI IRREGOLARI
Più e più volte il Bergoglio ha iconizzato in maniera mistificatoria la Sacra Famiglia, tratteggiandola in un fosco quadro falso e manipolatorio come fosse una famiglia di migranti.
In tante manipolazioni della Storia il Bergoglio ha presentato la Sacra Famiglia come famiglia di Migranti. Una sesquipedale Fake News. Giuseppe si sarebbe mosso da Nazaret verso Betlemme solo per il censimento imposto dai Romani. Ma ancora nell’alveo dell’allora Giudea (che era solo una provincia dell’Impero Romano).
Anche la Fuga in Egitto della Sacra Famiglia (ovviamente, non in un barcone) effettuata per sfuggire alla persecuzione di Erode, avvenne sempre nell’alveo dell’Impero Romano.
Gesù non fu mai un migrante, come ha documentato dettagliatamente Antonio Socci.
Una delle peggiori manifestazioni propagandistiche del Migrazionesimo Bergogliano-Sorosita è l’antiestetico e antistorico presepe regalato nel 2014 alla comunità ecclesiale lampedusana dal gesuita assiso – pro tempore – sul soglio pontificio: i componenti della Sacra Famiglia, trasformati in immigrati clandestini, salvano nel loro barcone [sic] un migrante naufrago.
Bēthleém trasformata, ex abrupto, da “Casa del Pane” in “Casa dei barconi dei Migranti”…
Esemplificazione fattuale di Katéchon negativo.
Concettualizzazione imposta, propaganda, da cui i soggetti passivi rifuggono a gambe levate, accelerando l’effetto centrifugo nei confronti del fallimentare e distopico papato bergogliano.
I fedeli della Cristianità rifuggono dal Papa Nero;
Si tratta di una vera e propria fuga dalla Chiesa: i dati Istat riportati dal Tempo rivelano che solo un italiano su quattro va a messa, mentre dieci anni fa era invece uno su tre. Un risultato tutt’altro che lusinghiero per Papa Francesco, che è Pontefice proprio da quattro anni. (“Papa Francesco, il risultato sconfortante: crollo dei fedeli a messa negli ultimi quattro anni”, liberoquotidiano,it)
MA I BARBARI GERMANICI AVEVANO UNA CULTURA DEBOLE…
L’unico motivo per cui i prodromici barbari dell’attuale Islamismo radicale non hanno annichilito la nostra Cultura è e che i Goti, Visigoti, Ostrogoti, Longobardi, et cetera, erano portatori di una cultura debole.
Diverso era il caso dei barbari, che portavano in Europa una cultura debole; o degli irlandesi emigrati nel XIX secolo negli Stati Uniti il cui cattolicesimo era diverso dal protestantesimo maggioritario in America: ma non così radicalmente diverso com’è l’islam rispetto all’ethos europeo contemporaneo. (Massimo Introvigne)
Non dimentichiamo che i Barbari Germanici, come i Longobardi, pur essendo immondi devastatori e – almeno all’inizio – stupratori di donne e bambine, percepivano la propria cultura come inferiore rispetto a quella Romana.
Avvenne, pertanto, una fusione tra la superiore cultura Romana e l’inferiore cultura dei Barbari.
Esemplare di questa commistione è la più alta figura della cultura longobarda: Paolo Diacono. Originario del Ducato del Friuli, orgogliosamente longobardo, adottò tuttavia nelle sue opere (su tutte, la capitale Historia Langobardorum) la lingua latina. (Wikipedia, voce Longobardi)
…INVECE LE ORDE ISLAMICHE, PRECONIZZATE DA WOJTYLA, SI REPUTANO «SUPERIORI»
Lo storico e geopolitico di Council on Foreign Affairs, Trilateral Commission e – soprattutto – di Three Eyes Lodge e poi di Hathor Pentalpha, Samuel P. Huntington, riconosceva che l’identità culturale e la religione sono la spina dorsale, l’ipostasi, di ogni popolo e di ogni civiltà; liquidare l’identità culturale di un popolo significare liquidare quello stesso popolo se non, addirittura, un’intiero Stato-Nazione, come avvenne all’Impero Romano d’Occidente, sommerso e cassato dalla Storia mediante un’altra invasione, quella dei barbari germanici.
Samuel Huntington parlava di guerre di faglia e linee di faglia. A similitudine della tettonica, le linee di faglia rappresentano le linee di frattura, di scontro, tra una civiltà e l’altra.
L’Italia è l’unico Paese al mondo posto ai confini di quattro linee di faglia, quattro Civiltà.
Fa parte della Civiltà Occidentale e confina con la Civiltà Africana, con l’Islam e con la Civiltà Russa Ortodossa (Serbia).
La prima guerra del Golfo può essere considerata la prima vera guerra di faglia,
Come i protagonisti di altre guerre di faglia, Saddam Hussein identificò il proprio regime con la causa capace di guadagnarsi il più ampio sostegno: l’Islam. […]
L’identificazione della guerra [contro l’Iraq] come di un conflitto tra Islam e Occidente facilitò la riduzione o l’accantonamento degli antagonismi esistenti nel mondo musulmano. Le vecchi defferenze tra i musulmani persero di rilievo rispetto alla grande differenza tra l’Occidente e l’Islam. Nel corso del conflitto, governi e gruppi musulmani presero sempre più le distanze dall’Occidente. […]
«Quei ba’athisti dell’Iraq», ha detto Safar Al-Hawali [ex rettore dell’Università islamica a La Mecca], «potranno essere i nostri nemici di un’ora, ma Roma sarà la nostra nemica fino al giorno del giudizio universale». […]
Il numero di conflitti tra civiltà che ha coinvolto i musulmani è tre volte superiore a quello dei conflitti tra civiltà non musulmane. Anche il numero di conflitti scoppiati all’interno del mondo islamico è maggiore di quelli verificatisi nell’ambito di qualsiasi altra civiltà, compresi i conflitti tribali in Africa. […]Nei primi anni Novanta i musulmani erano coinvolti più di qualsiasi altra comunità in conflitti con gruppi diversi, e dai due terzi ai tre quarti di tutte le guerre tra civiltà in corso nel mondo vedevano contrapposti musulmani e non musulmani. I confini dell’Islam grondano sangue, perché sanguinario è chi vive al loro interno. […]
[Un’ultima] possibile fonte di conflittualità tra musulmani e non musulmani chiama in causa quella che uno statista ha definito l’«indigeribilità» dei musulmani. (Samuel P. Huntington, “Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale”, traduzione di Sergio Minucci, Garzanti, Milano, 2000)
Se persino un esperto geopolitico della Massoneria ultrareazionaria, quale appunto è l’Huntington, definisce «indigeribili» gli islamici, perché dovremmo credere alla bufale propalate da Merkel, Soros e dalle ballerinette della sinistra radical chic europea quando parlano di «assimilazione culturale» dei migranti – in stragrande maggioranza di stretta osservanza coranica?
Il vero problema per l’Occidente, conclude Huntington,
non è il fondamentalismo islamico, ma l’Islam in quanto tale, una civiltà diversa le cui popolazioni sono convinte della superiorità della propria cultura e ossessionate dallo scarso potere di cui dispongono. Il problema dell’Islam non è la CIA o il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ma l’Occidente, una civiltà diversa, le cui popolazioni sono convinte del carattere universale della propria cultura e credono che il maggiore – seppur decrescente potere – detenuto imponga loro l’obbligo di diffondere quella cultura in tutto il mondo. Sono questi gli ingredienti di base che alimentano la conflittualità tra Islam e Occidente.
Un utile intervento di Rino Cammilleri sul crollo della civiltà Romana:
[Lo storico Michel De Jaeghere] dimostra che [la civiltà Romana] collassò per le seguenti cause:
- crollo demografico, per far fronte al quale si inaugurò
- una persecuzione fiscale che
- distrusse l’economia; allora si cercò vanamente di ovviare tramite
- l’immigrazione massiccia. Che però si trascurò di governare. […]
Che fa il fisco per far fronte al mancato introito (dovuto alla denatalità)? La cosa più facile (e stupida) del mondo: aumenta le tasse. Solo che gli schiavi non le pagano, e sono il 35% della popolazione. Gli schiavi non fanno nemmeno il soldato.
I piccoli proprietari, rovinati, abbandonano le colture, molti diventano latrones (cosa che aumenta il bisogno di soldati). Il romano medio cessa di amare una res publica che lo opprime e lo affama, e non vede perché debba difenderla.
Nel IV secolo gli imperatori cristiani cercarono di tamponare la falla principale con leggi contro il lassismo morale, intervenendo sui divorzi, gli adulteri, perfino multando chi rompeva le promesse matrimoniali. Ma ormai era troppo tardi, la mentalità incistata e diffusa vi si opponeva. Già al tempo di Costantino le antiche casate aristocratiche erano praticamente estinte. L’unica rimasta era la gens Acilia, non a caso cristiana.
Solo una cosa può estinguere una civiltà, diceva Arnold Toynbee: il suicidio. Quando nessuno crede più all’idea che l’aveva edificata. Troppo sinistro è il paragone con l’oggi, sul quale, anzi, il sociologo delle religioni Massimo Introvigne in un suo commento al libro di De Jaeghere ha infierito affondando il coltello nella piaga: i barbari che presero l’Impero non avevano una «cultura forte» e riconoscevano la superiorità di quella romana. Infatti, ne conservarono la nostalgia e, alla prima occasione, ripristinarono l’Impero (Sacro e) Romano. Si può dire lo stesso degli odierni immigrati islamici? I quali pensano che la «cultura superiore» sia la loro? (Rino Cammilleri, “L’Impero Romano? Cadde per i pochi nati e i troppi stranieri”, giornale,it)
È proprio siffatto il problema; possiamo davvero credere che i barbari salafiti e wahhabiti dell’ummah islamica, facenti parte dell’immondo Isis e adoranti la shari’ia, frustrati da millenni di sconfitte militari e industriali, ora che hanno il decadente mondo Occidentale in mano, si faranno assimilare da esso?
Invece, saranno loro ad assimilarci. A casa nostra.
Dobbiamo, comunque operare una differenziazione tra i radicali salafiti-wahhabiti (sunnismo) e i musulmani sciiti. I primi rifiutano ogni subordinazione alla cultura occidentale, che reputano turpe, decadente ed inferiore, mentre i secondi devono praticare la tawalla e la tabarra, amore per il bene e odio per il male.
E’ da rimarcare che i più pericolosi gruppi terroristici islamici sono sunniti: i più famosi sono Al-Qaida, la sua costola siriana Al-Nusra, Boko Haram e l’Isis.
Le ONG di Soros – L’Isola di Avalon
Le ONG di Soros – L’Isola di Avalon
Le ONG di Soros Una delle ONG di Soros, uno dei “taxi del mare” a cui dobbiamo l’invasione dei migranti, sarebbe ufficialmente indagata dalla Procura di Trapani per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nell’occhio del ciclone investigativo ci sarebbe…. Medici Senza Frontiere, l’organizzazione non governativa più grande e più importante al mondo.i [La ONG] sarebbe
Source: www.isoladiavalon.eu/le-ong-di-soros/
L’IMMIGRAZIONISMO È IL CANCRO UTILIZZATO DA GEORGE SOROS PER GETTARE NEL CAOS L’EUROPA
Qual cosa sia l’immigrazionismo dei Nuovi Barbari, ce lo spiega Massimo Introvigne:
Che cos’è l’immigrazionismo? È la convinzione che l’immigrazione – più precisamente, l’afflusso di un numero d’immigrati extra-comunitari, in maggioranza musulmani, così alto da alterare in modo permanente la natura stessa della società e della cultura europea –, per quanto possa generare problemi contingenti, sia nel lungo periodo un fenomeno eticamente e culturalmente buono ed economicamente vantaggioso per l’Europa. L’immigrazionismo non è patrimonio esclusivamente dei partiti di sinistra, che lo hanno abbracciato con entusiasmo sia per ragioni ideologiche sia perché si ripromettono – attraverso l’allargamento della cittadinanza a numeri significativi d’immigrati – di trarne vantaggi elettorali. Al contrario, alcuni dei suoi più convinti sostenitori si collocano a destra: Caldwell è forse il primo giornalista non italiano a spiegare chiaramente che “uno dei politici più immigrazionisti” vive in Italia e si chiama Gianfranco Fini. C’è peraltro una differenza fra immigrazionisti di sinistra e di destra. I primi pensano che – per fare ammenda del passato coloniale e del presente neo-colonialista e imperialista – l’Europa debba tollerare dagli immigrati comportamenti che non sopporterebbe mai dai suoi cittadini. La delinquenza e perfino il terrorismo degli immigrati sono visti dall’immigrazionista di sinistra con una certa indulgenza: dopo tutto, dirà, “li abbiamo sfruttati per anni”, e se protestano in modo non precisamente compito “non è poi tutta colpa loro”.
Prosegue Introvigne,
l’immigrazione sgretola le società soprattutto quando non vi trova un’identità forte. L’Europa oggi, dopo avere rinunciato alle radici cristiane tante volte richiamate da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, è talmente immersa nel relativismo da non avere affatto le idee chiare su quale cultura voglia difendere e proporre agli immigrati. In Olanda qualcuno ha deciso di proporre ai nuovi immigrati i «valori olandesi» riassunti in un video che devono obbligatoriamente vedere. Vi si vedono, tra l’altro, due omosessuali che si scambiano effusioni in pubblico e una bagnante in topless. Non è certo che la maggioranza degli olandesi si riconosca in questi valori. Per contro, è certissimo che il video confermerà gl’immigrati musulmani nel loro sentimento di superiorità rispetto all’Occidente decadente. In altri Paesi i corsi sulla cittadinanza proposti agl’immigrati esaltano il presunto diritto all’aborto. È evidente che non si tratta di temi intorno a cui una persona sensata può pensare di costruire un’immagine «forte» dell’Europa o delle sue radici, o di rabbonire immigrati musulmani già di per sé convinti della superiorità morale dell’islam. Vengono in mente le parole del poeta francese Charles Péguy (1873-1914) – che pure scriveva nel 1910 e non aveva conosciuto Antonio Di Pietro e le sue inchieste giudiziarie, dette appunto «Mani pulite» – secondo cui c’è una posizione diffusa che «ha le mani pulite ma non ha mani». Non ha mani chi non ha identità né radici. Ma chi non ha mani non può neppure stringere le mani altrui nel dialogo. (Massimo Introvigne, “L’immigrazione, risorsa o problema?”, cesnur.org)
Ma dietro al finto buonismo di Bergoglio & Co. si nasconde il piano per gettare nel caos tutta l’Europa grazie alle Migrazioni Coercitive Progettate di Soros e della CIA, come disvelato da Wayne Madsen.
LE PREDICHE DEL GESUITA
È palese ormai a tutto il Mondo il motivo per cui un gesuita non è mai stato Papa; purtroppo oggi – incredibile ma vero –ci è stato imposto Bergoglio.
Il gesuita afferma, amplificato dal foglio globalista la Repubblica:
“Senza la fraternità che Gesù Cristo ci ha donato, i nostri sforzi per un mondo più giusto – ha gridato Francesco – hanno il fiato corto, e anche i migliori progetti rischiano di diventare strutture senz’anima. Per questo – ha spiegato – il mio augurio di buon Natale è un augurio di fraternità. Fraternità tra persone di ogni nazione e cultura. Fraternità tra persone di idee diverse, ma capaci di rispettarsi e di ascoltare l’altro. Fraternità tra persone di diverse religioni. Gesù è venuto a rivelare il volto di Dio a tutti coloro che lo cercano”.
Ci spieghi il Bergoglio, se ci riesce, il barbaro gesto dei nostri sedicenti “Fratelli” islamici che, poco prima di Natale, hanno stuprato, sgozzato e squartato come capre la danese Louisa Vesterager Jespersen e la norvegese Maren Ueland.
Il Bergoglio spieghi perché la sua chiesa, seduta sopra una montagna di centinaia di miliardi di dollari, tra immobili e liquidità, non dispiega neanche un centesimo per i suoi amati “migranti”.
La chiesa bergogliana non paga IMU, non paga tasse e osa lamentarsi se un Paese pauperizzato dalla Globalizzazione – la Globalizzazione tanto amata dall’Anomos Soros – rifiuta di finanziare le ONG di “vicari” della Chiesa che, istericamente, continuano a pretendere l’hospitalitas di finti rifugiati al solo fine di rimpinguare i propri conti correnti e le proprie case di rubinetti d’oro e vasche Jacuzzi.
Il capo della Misericordia di Isola Capo Rizzuto Leonardo Sacco ed il parroco dello stesso paese, don Edoardo Scordio, sono tra i fermati dell’operazione Jonny contro la cosca Arena. La Misericordia gestisce il Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Isola, uno dei più grandi d’Europa, che secondo le indagini sarebbe stato controllato dagli affiliati ad Arena. I due sono accusati di associazione mafiosa, oltre a vari reati finanziari. […]
E’ stata smantellata la storica e potentissima cosca di ‘ndrangheta facente capo alla famiglia Arena con l’arresto di 68 persone. L’accusa è di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose. (voxnews.info)
È ARRIVATO IL MOMENTO…
È arrivato il momento che la Ur-Sinistra, i radical chic, gli Immigrazionisti, i Bobos, i Soros (rectius, Soroi), i Saviano, la chiesa bergogliana, gli antifascisti in completa assenza di fascismo, le Organizzazioni Globaliste come l’ONU, et similia, inizino a dire la verità.
A dirla è, invece, un obiettivo e onesto uomo di sinistra, ovviamente non radical chic e, ovviamente, odiato dalla sinistra turbocapitalista e neoliberista di PD e LeU.
Costui è Luca Ricolfi:
Ho l’impressione che, a differenza del passato, non vi sia facile trovare una spiegazione che vi rassicuri. Fino a ieri una spiegazione l’avevate: l’Italia cattiva, xenofoba e razzista, era l’Italia della destra, guidata dal cattivo per antonomasia, l’odiato Cavaliere. Ma oggi? Oggi che la destra si è ridotta a rappresentare poco più di un terzo del paese, mentre gli altri due terzi o guardano a sinistra o guardano al Movimento Cinque Stelle? Oggi che un terzo degli elettori di sinistra sta con quello che per voi è il simbolo stesso del male, anzi della non-umanità?
Piccolo inciso. La copertina dell’Espresso di questa settimana riporta due immagini affiancate, a sinistra quella di un nero (sottinteso: il migrante), a destra quella di Matteo Salvini. Sotto, a caratteri cubitali, la scritta UOMINI E NO, con Uomini sotto il migrante e No (cioè non-uomini) sotto Salvini. […]
Incredibile. Uomini e no, per chi fosse troppo giovane per averne memoria, è il titolo di un romanzo di Elio Vittorini uscito nel 1945, che fece discutere già allora, perché la dicotomia si lasciava leggere come contrapposizione fra partigiani-uomini e fascisti-non uomini. Ma usarla oggi che una larga maggioranza degli italiani sta dalla parte del non-uomo Salvini lascia esterrefatti. Dobbiamo pensare che 7 italiani su 10 siano non-uomini?
Forse, anziché usare l’intimidazione morale per squalificare ed umiliare chi non la pensa secondo il pensiero unico progressista, varrebbe la pena sforzarsi di capire perché il dubbio sulle politiche di accoglienza serpeggi persino nell’ultimo avamposto della sinistra, ovvero nell’elettorato del malconcio Pd.
Credo che le ragioni siano tante, ma due prevalgano su tutte le altre. La prima è il sospetto che l’ondata di sbarchi che ha investito le coste italiane fra il 2014 e il 2016 sia, almeno in parte, una conseguenza dei segnali che i nostri governi, ma anche l’Europa nel suo insieme, hanno dato con le vaste operazioni di pattugliamento e salvataggio in mare denominate Mare Nostrum, Frontex, Triton1, Triton2. […]
Fra gli studiosi, da anni si dibatte su una congettura: il rafforzamento dei dispostivi di salvataggio, incentivando il ricorso a imbarcazioni meno sicure, potrebbe aver aumentato sia il numero delle partenze, sia il numero dei morti in mare. È verosimile che, in modi più o meno chiari, congetture del genere si siano fatte strada anche in una parte dell’opinione pubblica, sconcertata dal fatto che tanto spesso a portare i migranti in Italia non siano i soliti pescherecci e i soliti gommoni, ma le navi della nostra Marina militare, della nostra Guardia Costiera, delle numerose Organizzazioni non governative che pattugliano le coste dell’Africa in attesa di raccogliere naufraghi. […]
Su 100 richiedenti asilo solo 7 hanno diritto allo status di rifugiato (in base alla convenzione di Ginevra). Dei restanti 93, una minoranza ottiene altre forme, più o meno temporanee, di protezione sussidiaria o umanitaria, ma tutti gli altri, circa il 60% dei richiedenti asilo, entrano in una sorta di terra di nessuno, senza doveri né diritti. Nessun organismo riconosce loro il diritto di stare in Italia, ma nessuno organismo (salvo casi eccezionali), è in grado di fargli rispettare il dovere di lasciare l’Italia. […]
Qualcuno può stupirsi se, con questo sistema, abbiamo accumulato circa mezzo milione (nessuno conosce la cifra esatta) di stranieri irregolari, che come un fiume carsico riemergono nelle due forme fondamentali del dramma migratorio: come manovalanza della criminalità organizzata (gli stranieri irregolari delinquono circa 30 volte di più degli italiani), e come forza lavoro iper-sfruttata, ai limiti della schiavitù, nelle campagne del Mezzogiorno?
A questo spettacolo, già desolante di per sé, all’opinione pubblica non di rado se ne parano davanti agli occhi altri due, non meno inquietanti: quello dei richiedenti asilo che bighellonano con i loro telefonini in attesa che l’iter burocratico dell’accoglienza faccia il suo corso, e quello degli immigrati, spesso giovani, che chiedono l’elemosina per conto dei loro padroni (un business che a Torino, secondo le forze dell’ordine, è gestito dalla mafia nigeriana). […]
Questo è il punto che divide l’opinione pubblica. Una parte di noi ritiene che il diritto degli individui di spostarsi fra gli Stati debba essere sostanzialmente illimitato, e l’accoglienza sia una sorta di imperativo categorico, ciò che separa gli uomini dai non-uomini. Una parte di noi ritiene, invece, che quel diritto abbia dei limiti, e che uno Stato abbia il dovere, oltreché il diritto, di proteggere i propri cittadini. Si può essere per l’utopia cosmopolita o per quella comunitaria, ovviamente. Ma è triste che ci si debba sentire non-uomini se non si aderisce all’utopia giusta. (Luca Ricolfi, ilmessaggero.it)
Null’altro da aggiungere.
© 2018 – 2019, Seyan. All rights reserved.