
ASSENZA DELLA DIFFERENZA TRA (POST)FASCISTI E (ANTI)FASCISTI: L’APORIA
Tra i (Post)Fascisti nipotini del MSI e i sedicenti (Anti)Fascisti in giacca e cravatta dei nipotini del PCI, non v’è differenza alcuna.
APORIA
Le sortite comunicative del governo Meloni e del suo entourage non sono tutte riconducibili allo stesso calderone. Le provocazioni della Meloni sull’eccidio delle Fosse Ardeatine e di La Russa sull’attentato di Via Rasella sono del tutto organiche al repertorio fascio-nostalgico ed alle sue esigenze recriminatorie. La grande frustrazione che i fascio-nostalgici devono dissimulare con queste polemiche pretestuose, non riguarda affatto l’onta della sconfitta bellica; anzi, presentare tout court il fascismo come lo “sconfitto” della seconda guerra mondiale è una forzatura. Il sistema di potere fascista è stato infatti in gran parte metabolizzato e riciclato dall’antifascismo, ed anche le burocrazie fasciste si sono travasate in blocco nel regime cosiddetto “democratico” e nella NATO, a cominciare dall’OVRA, che fornì il personale ai servizi segreti della Repubblica “antifascista”. La vera e grande frustrazione che i fascio-nostalgici devono mascherare con il continuo stillicidio di recriminazioni e provocazioni anticomuniste, riguarda invece il 25 luglio, l’afflosciamento del regime fascista, cioè il fatto che il Duce sia stato liquidato politicamente da altri fascisti, ma anche da se stesso, oltre che dal re. […]
L’esigenza di sottomettersi ai voleri degli USA ed alla disciplina della NATO, può spiegare l’obbedienza, ma non gli attuali eccessi meloniani della propaganda anti-russa e filo-ucraina, tanto più che per respingere le querule istanze di Giuseppe Conte basterebbe ricorrere al banale dato di fatto, e cioè che se c’è oggi qualcuno che non ha alcun interesse ad un negoziato è proprio la Russia, che si è presa i territori che doveva prendersi. Non c’è bisogno di essere strateghi militari per capire che ora i Russi stanno solo difendendo i loro nuovi confini contro attacchi velleitari; e, dato che nessuna difesa può essere del tutto passiva, vengono ovviamente compiute anche delle incursioni per interrompere le linee di rifornimento ucraine. Neanche il regime ucraino potrebbe permettersi una fine delle ostilità, poiché quel sistema è ormai collassato e vive esclusivamente dei finanziamenti statunitensi ed europei, che cesserebbero in caso di pace. La cosiddetta “ricostruzione dell’Ucraina” è chiaramente un bluff, visto che i vari Goldman Sachs e Blackrock potrebbero comprarsi a prezzi stracciati quel che resta dell’Ucraina e farne quello che vogliono. Per salvarsi dalla miseria e dalla predazione, l’Ucraina può solo chiudere con l’esperienza unitaria, poiché esclusivamente attraverso una spartizione tra vari Stati, ognuno di essi potrebbe sostenere l’onere della ricostruzione dei singoli territori. […]
Stando così le cose, la Meloni potrebbe benissimo continuare ad obbedire a Washington, tenendo però un basso profilo comunicativo per non bruciarsi i rapporti futuri con la Russia e per non irritare la base elettorale. Tanto a fare il lavoro sporco della propaganda ci possono pensare Mentana ed il “Corriere della Sera” , i quali, dicendo che Putin è fascista lo rendono pure più simpatico ai fascio-nostalgici. Il problema è che l’oligarchia italiana non è solo servile, ma usa anche il servilismo come paravento e alibi per dissimulare i propri interessi ed i propri affari. L’oligarchia nostrana per decenni ha dissimulato la propria avarizia scaricandone la colpa sulla Germania; ed oggi il nostro lobbying delle armi può nascondersi dietro la fedeltà alla NATO. (Comidad) [enfasi aggiunta]
Il Problema dei Problemi è che nel Parlamento Italiano non esiste più alcun vero Partito di Sinistra, ma solo rappresentanti della Destra becera e antioperaista, tutti organici e collaterali all’Impero Nazista Amerikano e al Fascio-atlantismo. L’unico che non soggiaccia a tale definizione è il Movimento 5 Stelle, essendo un partito erratico e ondivago e peraltro denegante ogni classificazione.
CITIAMO LA (ORMAI EX) SOVRANISTA E (ALTRETTANTO EX) CRITICA DELL’ATLANTISMO, GIORGIA MELONI
Sembra preistoria quando la Meloni criticava (rettamente) la Wehrmacht-NATO e le scelte “atlantiste” del governo pro tempore…
Citiamo Giorgia Meloni : «Purtroppo le nazioni europee sono ormai governate da piccoli politici attenti solo a rispettare i compiti dati loro dai burocrati europei e a non tutelare il proprio interesse nazionale (sic!)». Bel salto della quaglia ora che è Presidente del Consiglio…
Quando scrivevo “La Meloni che si è rimangiata tutte le critiche del passato alla Nato, ora si prostra a Biden” (Meloni ci svende al G7, del 19 maggio scorso) e “La premier all’estero conta poco, perché isolata dal blocco europeo di Scholz e Macron, e sdraiata su Biden che però neppure la invita a Washington” (La bella statuina del G7, del giorno successivo), non si era ancora vista la foto della nostra premier mano nella mano col presidente americano e lo sguardo rapito.
Una foto che più di mille discorsi conferma la completa giravolta di chi alle ultime elezioni Usa tifava per Trump, di cui condivideva insieme a Salvini lo slogan “Prima gli americani”, trasformato in salsa sovranista “Prima gli italiani”. Certo, la guerra in Ucraina ha costretto anche Giorgia a gettare la maschera, e lei che un tempo era contrarissima alle sanzioni a Mosca adesso parla di sostegno illimitato a Kiev.
Ma non è l’ennesima incoerenza della Meloni, per non parlare di tradimento, a essere gravissima, quanto il baratro nel quale ci sta ficcando in cambio di quattro moine di Biden e, chissà, un po’ di tregua sui mercati finanziari e protezione dell’intelligence statunitense.
Fatto sta che alimentando la guerra, l’Italia sta contribuendo a fare gli interessi Usa e non quelli europei, mentre tagliando i ponti con la Cina (il segnale sarà il rinnovo degli accordi per la via della seta) rinunceremo a un assetto geopolitico multilaterale, per restare ancorati a una visione antica del mondo, a guida esclusivamente americana. Così avrà vinto il sovranismo. Ma quello di altri. (segue link)

I SALTI DELLA QUAGLIA DI GIORGIA MELONI
Da indefessa e incrollabile anti-atlantista attualmente Giorgia Meloni vorrebbe far addestrare le FF.AA. della criminale giunta nazista zelenskyana qui in Italia: proprio colei che soloneggiava dell’idiozia degna della fallimentare politica estera di Barack Obama (sic!).
Adesso va mano nella mano con DEMentia Joe Biden che di Obama era il vice.

Giorgia Meloni, nella sua brama di potere incontrastato, non solo ha disatteso TUTTE le promesse elettorali, ma ha tradito qualsiasi dichiarazione che avesse fatto fino al momento di diventare (con il voto di una minoranza del Paese) Presidente del Consiglio.

L’APORIA INELIMINABILE DELL’ASSENZA DI DIVERSITÀ TRA I (POST)FASCISTI E GLI (ANTI)FASCISTI
Certo che, se l’avversaria di Giorgia Maloni rimane Calvin Schlein, è come se Magnus Carlsen giocasse a scacchi in partita Rapid o Blitz con Zelensky subito dopo che quest’ultimo si è sparato su per il naso l’ennesima pista della giornata…


Non va obliato che PD e Boniniani permettono dallo scorso anno alle formazioni ukronazi di esternarsi pubblicamente, effettuando addirittura l’ostensione dei simboli nazisti del Battaglione Azov nella sacralità violata della Democratica Festa della Liberazione dal Nazifascismo del 25 Aprile.


Osteggiati da chi ha urlato, fieramente e coraggiosamente antifascista: «Fuori i fascisti dal 25 Aprile!», sia lo scorso anno che quest’anno.


Continuando a ragliare da finto (Anti)Fascista e (Vero)Fascista del XXI secolo, il Partito Democratico regala il Paese e l’Europa alle Forze del Caos e del Male, capitanate dai NaziDEM bideno-sorosiani.


Articolo principale: Lo Sdoganamento Finale – Apocalisse
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