Il suo unico scopo, lo scopo di tutti i Cabalisti, è provocare la morte di miliardi di esseri umani.
Grazie a Gioele Magaldi e al suo “Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges” abbiamo una nuova chiave ermeneutica, grazie a cui scopriamo che i Bush, i Clinton, gli Obama, i Blair, apparentemente agli antipodi politicamente, appartengono allo stesso circuito latomistico ultrareazionario e contro-iniziatico, e identico è lo scopo che essi perseguono.
LA MONADE DEL MALE
La Monade del Male. Che ordina ai propri servi politici:
Abbattimento di tutti i diritti sociali, liquidazione delle democrazie e della sovranità statale, il ritorno al Neofeudalesimo – in cui da una parte sono posti i padroni (loro) e dall’altra i servi (noi) – insieme al più vasto piano di sterminio di massa della Storia Umana ove miliardi di useless eaters (“mangiatori inutili” – come ci definiscono i massoni contro-iniziatici David Rockefeller ed Henry Kissinger) verranno lasciati morire di inedia, malattie e stenti. (citazione da Seyan)
David Rockefeller (defunto) è stato Gran Maestro della Ur-Lodge Thre Eyes. Henry Kissinger è il Primo Sorvegliante della medesima Ur-Lodge.
PD, FUNZIONALE ALLA MONADE DI GEORGE SOROS
Il PD, dopo la batosta elettorale in Sicilia è condannato all’estinzione. Uno dei motivi della mazzata è l’orrido #IusSoli, una legge osteggiata dall’80% degli Italiani.
Perché un politico navigato come Renzi si condanna all’annichilazione per appoggiare una legge pessima che nessun Italiano vuole?
Lo fa perché lo Ius Soli è uno dei desiderata dell’attuale Gran Maestro della Cabala Eversiva Mondiale, il Re della Monade: George Soros.
Bisogna chiedersi cosa spinga il Pd al suicidio politico. Ci deve essere una ragione suprema, per cui l’approvazione di un provvedimento straordinariamente impopolare diventa più urgente delle più ovvie considerazioni di strategia elettorale. Perché anche se il Parlamento non lo approverà entro Natale, il Pd verrà attaccato su questo tema. E Salvini e la Meloni non molleranno la presa.
Dunque, perché? Non ho risposte certe, solo ragionevoli dubbi, ad esempio apprendendo che Open Society di Soros può contare su 226 europarlamentari “affidabili” per promuovere i propri progetti di diffusione dei migranti in tutta Europa. Di questi, 14 sono italiani, quasi tutti del Pd (trattasi di Brando Maria Benifei, Sergio Cofferati, Cecilia Kyenge, Alessia Mosca, Andrea Cozzolino, Elena Gentile, Roberto Gualtieri, Isabella De Monte, Luigi Morgano, Pier Antonio Panzeri, Gianni Pittella, Elena Schlein, Daniele Viotti). Più Barbara Spinelli, della lista Tsipras, ex indignata speciale di Repubblica.
PROPRIO QUEL GEORGE SOROS ACCOLTO DAL CONIGLIO MANNARO, CONTE GENTILONI
Quel Soros che lo scorso maggio fu ricevuto a Palazzo Chigi da un gaudente Paolo Gentiloni [“il coniglio mannaro”, ndr]. Quel Soros che da anni tesse una meticolosa ed efficace rete di contatti negli ambienti progressisti italiani. Quel Soros che ha appena deciso di donare 18 miliardi del suo patrimonio a Open Society.
E’ un uomo potente, influente, determinato, certo coerente con le sue convinzioni. E non è isolato. Fa parte di un mondo che persegue interessi che sono umanitari nelle motivazioni ufficiali ma dall’innegabile valenza politica pro immigrazione, contro la sovranità degli Stati, di aperta ostilità alle identità nazionali, ai valori e alle culture tradizionali. (Marcello Foa, blog.ilgiornale.it/foa/)
LA UR-SINISTRA BLAIRIANA È PARTE DELLA MONADE DEL MALE
E non dobbiamo dimenticare gli infiniti punti di contatto e le commistioni tra la Società Fabiana, a cui appartiene il Blair, e l’Ordine Ermetico della Golden Down, dedito, grazie ad Aleister Crowley, a pratiche orgiastico-sataniche tra le quali spicca l’evocazione rituale dell’entità-eggregora Babalon.
consulente strategico per la Cia e per la Casa Bianca. Un oscuro signore protagonista di colpi di stato, coinvolto nella strage di Bologna, teorico di tutte le guerre nel medio oriente nonché interprete simultaneo della telefonata fra Craxi e Reagan a Sigonella dove lo stesso cambio’ le parole di Reagan facendo rischiare volutamente lo scontro a fuoco fra militari italiani e americani.
Per l’economia invece Renzi si affida a Yoram Gutgeld deputato PD con cittadinanza israeliana a Marco Carrai, che ha addirittura propri interessi in Israele, cosi come Marco Bernabè anche lui legato a TE Aviv, attraverso il fondo speculativo Wadi Ventures. […] (https://seigneuriage.blogspot.it/2014/02/matteo-renzi-il-terzo-premier-golpista.html)
EMERGE CON CHIAREZZA…
una verità alquanto allarmante: Matteo Renzi è l’uomo imposto dai poteri forti internazionali, dalla destra repubblicana neocon, da Israele, dall’Arabia Saudita, Morgan Stanley, Mediobanca, De Benedetti e Caltagirone.
Una pedina manovrabile e dipendente, priva di autonomia, non interessato a difendere gli interessi nazionali ma pronto a rispondere positivamente e con entusiasmo a qualsiasi porcheria proveniente dalla Casa Bianca o da Tel Aviv come per esempio, un attacco militare alla Siria di Assad.
Per quanto riguarda le politiche sociale attendiamoci un ulteriore selvaggio attacco allo Stato Sociale ed alle fasce più deboli. Qui non abbiamo a che fare più con i vecchi padroni delle ferriere ma con i moderni affamatori di popoli, quelli della finanza creativa per pochi e distruttiva per molti.(https://seigneuriage.blogspot.it/2014/02/matteo-renzi-il-terzo-premier-golpista.html)
L’AMICO DI RENZI, LEDEEN, E LA P2
Malgrado le smentite, il Ledeen avrebbe avuto notevoli punti di contatto con la Loggia deviata P2 di Licio Gelli, tanto che il faccendiere piduista Francesco Pazienza lo cita innumerevoli volte nelle memorie depositate agli atti della Commissione P2.
Non è ultroneo precisare che la Loggia massonica Propaganda 2 (P2) è stata la “filiale” italiana dell’ultra-reazionaria Three Eyes Lodge.
Scrive Sergio Flamigni, eminente membro della Commissione Parlamentare sulla Loggia P2, in “Trame atlantiche. Storia della Loggia massonica segreta P2″, Kaos Edizioni:
Nell’ambito del Sismi, per mano [del colonnello Federigo Mannucci] Benincasa e del maggiore Umberto Nobili, viene confezionato un nuovo messaggio anonimo contro il Venerabile, accusato di essere il mandante della strage di Bologna.
Il messaggio, privo di qualunque consistenza probatoria, contiene informazioni legate all’attività di Gelli durante la guerra, con particolari noti solo ai servizi segreti. Si tratta di un nuovo «avvertimento» rivolto al Venerabile: infatti la manovra è legata al disegno di cui parla Pazienza di scalzare Gelli in modo «indolore».
IL MAESTRO VENERABILE GELLI
conscio del difficile frangente e delle insidie mosse al suo potere dall’interno dei servizi segreti, reagisce e contrattacca, confezionando la lunga intervista «ufficiale» pubblicata dal «Corriere della Sera» nell’ottobre 1980. Con l’intervista, nella quale esalta la forza della «P2» e adombra alcuni tratti del suo progetto politico, Gelli esce definitivamente allo scoperto; benché il fatto di violare la segretezza – base del suo potere – sia un fattore di debolezza e un chiaro segnale di difficoltà, il Venerabile parla pubblicamente della «P2» anche perché ha già provveduto a trasferirne all’estero – nella «Loggia di Montecarlo» – la componente più segreta.
Della difficile situazione di Gelli sembra essere perfettamente al corrente l’onorevole Andreotti, il quale infatti ricambia gli auguri del Venerabile per il Natale 1980 inviandogli un poetico biglietto augurale con impresso un aforisma di Victor Hugo: «Siate come l’uccello posato per un istante su dei rami troppo fragili, che sente piegare il ramo e che tuttavia canta sapendo di avere le ali» – un’allusiva metafora degna del miglior Pecorelli… (Sergio Flamigni, “Trame atlantiche. Storia della Loggia massonica segreta P2″, Kaos Edizioni)
INTANTO, L’INTRAPRENDENTE PAZIENZA…
avvalendosi del denaro e delle attrezzature del Sismi e della collaborazione dell’agente siciliano «Z» (l’avvocato Michele Papa, amico del piduista Musumeci e del Venerabile Grimaudo), rende un importante servigio al Partito repubblicano Usa mediante l’Operazione Billygate, contribuendo alla vittoria elettorale del repubblicano Reagan sul democratico Carter.
Al banchetto di insediamento di Reagan alla Casa bianca sono presenti tra gli invitati sia Pazienza sia Gelli; ma Pazienza sembra godere di un particolare riguardo, e viene fotografato insieme al nuovo presidente Usa. Il 7 febbraio 1981, Gelli scrive a Philip Guarino (il quale dispone di un ufficio all’interno della Casa bianca) chiedendogli l’elenco dei documenti necessari per la residenza in Usa – il Venerabile, infatti, si prepara a lasciare l’Italia, trasferendo negli Stati Uniti anche buona parte delle sue attività finanziarie.
Ma i suoi piani vengono travolti dall’arresto del massone siculo-americano Joseph Miceli Crimi da parte della magistratura milanese che indaga sul falso rapimento di Sindona: le ammissioni di Miceli Crimi portano alle perquisizioni di Castiglion Fibocchi e Arezzo del 17 marzo 1981. (Sergio Flamigni, “Trame atlantiche. Storia della Loggia massonica segreta P2″, Kaos Edizioni)
CARRAI-LEDEEN-MOSSAD
I recenti sviluppi Carrai-Ledeen-Mossad disvelati dallo scoop de “il Fatto Quotidiano” sono ancora più dirompenti, malgrado il fatto che
in Italia di [Ledeen] si sa poco, nonostante […] abbia superato i 70 anni. Meno ancora si conosce del suo legame con il 40enne Carrai, che definisce il premier “mio fratello”. Si sa che i due sono molto legati. Tanto che Ledeen è arrivato da Washington a Firenze nel settembre 2014 per partecipare al matrimonio dell’amico di cui Renzi era testimone.
Un rapporto coltivato negli anni. E allargato all’attuale premier nel 2006 quando la Provincia di Firenze pagò un viaggio a Ledeen, da Washington al capoluogo toscano, organizzato da Carrai, all’epoca capo gabinetto di Renzi, per far conoscere a suo “fratello” l’amico statunitense. Nell’autunno 2008, sempre a spese della Provincia, Renzi assieme a Carrai fa il tragitto inverso e ricambia la visita.
In Italia Ledeen ha altri buoni amici, condivisi con l’amico aspirante 007. In particolare Noar Gilon, dal 2012 ambasciatore d’Israele a Roma. Da allora il diplomatico è apparso più volte al fianco del futuro consulente del Dis. Nella Capitale e a Firenze. Insieme hanno organizzato un convegno con Confindustria sponsorizzato anche da Aeroporti Toscani (società presieduta da Carrai). Ma soprattutto hanno pianificato la visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu a Firenze lo scorso agosto, accogliendolo al suo arrivo a Peretola e presentandolo poi a Renzi con una cerimonia a Palazzo Vecchio. (Antonio Massari e Davide Vecchi, “Marco Carrai, il suo amico è «una spia del Mossad». L’inchiesta della CIA che imbarazza l’Italia”, ilFattoQuotidiano.it)
L’AMICO DI RENZI, CARRAI HA…
interessi privati a Tel Aviv, dove sono presenti due società a lui riconducibili con soci pesanti in Israele come Jonathan Pacifici e Reuven Ulmansky, veterano della Nsa, ex Unità 8200, dell’Israel Defence Force. Legami importanti, che porterà con sé sotto il mantello di consulente del Dis.
Ledeen e Gilon si conoscono almeno dal 1996. Il loro rapporto è nato a Washington. E si è sviluppato e consolidato attraverso l’Aipac, l’American Israeli Public Affaire Committee: la lobby pro Israele negli Stati Uniti, la più potente al mondo, il cui sostegno è ritenuto fondamentale per arrivare alla Casa Bianca. Il 21 marzo sia il repubblicano Donald Trump sia la democratica Hillary Clinton sono intervenuti al convegno Aipac.
Ma per quanto ritenuta determinante dalla politica è temuta dai servizi di sicurezza americani e monitorata perché in due casi sono stati individuati all’interno della lobby uomini dei servizi segreti del Mossad. E per quanto forti siano i rapporti di amicizia tra gli Stati Uniti e Israele, il Pentagono non ama intrusioni straniere nella propria intelligence. Ed è proprio nell’ultima inchiesta, che ha individuato un flusso illegale di informazioni riservate della presidenza statunitense al Mossad, che è emerso il legame tra Ledeen e Gilon. (Antonio Massari e Davide Vecchi, “Marco Carrai, il suo amico è «una spia del Mossad». L’inchiesta della CIA che imbarazza l’Italia”, ilFattoQuotidiano.it)
RETE DI SPIE DI TEL AVIV SCOPERTA DAGLI AMERICANI
L’indagine, svolta dall’Fbi, è stata chiamata Aipac. Lawrence Franklin, capo analista dell’allora sottosegretario alla Difesa Douglas Feith, è stato inizialmente condannato a 12 anni di carcere dal tribunale della Virginia per aver trasmesso informazioni top secret a due esponenti della lobby israeliana e a un diplomatico israeliano dell’ambasciata a Washington. Franklin ha confessato che i suoi due referenti nell’Aipac erano il direttore degli affari politici, Steven Rosen, il responsabile del desk iraniano, Keith Wiessman, e il consigliere all’ambasciata israeliana a Washington Naor Gilon. Quest’ultimo, all’inizio del processo, è rientrato a Tel Aviv prima di arrivare in Italia come ambasciatore nel 2012.
Proprio a Roma venne organizzato un incontro tra Franklin e Rhode con il faccendiere Manucher Ghorbanifar, già protagonista dello scandalo Iran-Contra. L’incontro nella capitale, ricostruisce l’inchiesta, fu organizzato da Ledeen che, secondo un report dell’Fbi, aveva un profondo legame con Franklin, almeno dal 2001: la Cia ritiene che loro due siano gli ispiratori del falso dossier sull’uranio nel Niger che venne usato dall’Amministrazione Bush per giustificare la guerra in Iraq. (Antonio Massari e Davide Vecchi, “Marco Carrai, il suo amico è «una spia del Mossad». L’inchiesta della CIA che imbarazza l’Italia”, ilFattoQuotidiano.it)
MA LA VERA BOMBA È CHE MICHAEL LEDEEN ERA…
a Roma per Israele da finto agente della Cia Alla fine del 1970, Ledeen è a Washington come direttore esecutivo dell’Istituto ebraico per gli affari di Sicurezza Nazionale, un gruppo di lobby specializzato nel fare pressioni al Pentagono e al Congresso per far ottenere soldi e armi a Israele. Nei primi anni 80 viene allontanato e riesce ad avvicinarsi al Pentagono. In particolare a Noel Koch, il principale assistente del segretario alla Difesa per gli affari di sicurezza internazionale. Ledeen chiede a Koch di fargli un contratto di consulenza come esperto di terrorismo dicendosi disposto a essere pagato solo se e quando utilizzato. Koch accetta. Ma se ne pente: agli atti del procedimento è allegata una lettera inviata nel 1988 da Koch al Comitato di giustizia della Camera, l’ufficio che sovrintende al Dipartimento di giustizia e all’Fbi. (Antonio Massari e Davide Vecchi, “Marco Carrai, il suo amico è «una spia del Mossad». L’inchiesta della CIA che imbarazza l’Italia”, ilFattoQuotidiano.it)
CON LA MISSIVA, KOCH
accusa Ledeen di essere una spia di Israele e chiede al Comitato di indagare sul suo conto spiegando di aver scoperto che Ledeen gli ha mentito e tentato “con insistenze di acquisire informazioni classificate per le quali non ha legittimo diritto”. Koch inoltre specifica che in più casi Ledeen gli chiese copia di atti “altamente segreti della Cia”. In particolare documenti relativi a spie israeliane. “Qualcuno gli ha detto cosa rubare”, ha scritto Koch ricordando di aver chiesto più volte a l’Fbi di indagare su Ledeen ma che “l’alto funzionario Oliver Revell” a cui si rivolgeva “ha sempre respinto le richieste”. La lettera ha fatto avviare le indagini: Revell era amico di Ledeen, per questo respingeva le richieste di Koch. […]
Durante il processo a suo carico, Franklin ha indicato tra i suoi referenti anche Gilon che tornò discretamente a Tel Aviv dove, dal 2009, è stato capo gabinetto del Ministro degli Esteri, poi vicedirettore per gli Affari dell’Europa occidentale presso gli Affari Esteri. Infine, da febbraio 2012, è a Roma come ambasciatore d’Israele.(Antonio Massari e Davide Vecchi, “Marco Carrai, il suo amico è «una spia del Mossad». L’inchiesta della CIA che imbarazza l’Italia”, ilFattoQuotidiano.it)
LA CABALA – prima puntata – L’Isola di Avalon
LA CABALA – prima puntata – L’Isola di Avalon
LA CABALA E LA SINISTRA RADICAL-CHIC (prima puntata) The Cabal, La Cabala, è il vertice della piramide massonica del Deep State americano che, da oltre cinquant’anni decide chi sarà il prossimo Presidente USA, e quindi il leader mondiale. John Fitzgerald Kennedy non era dei loro e l’hanno ucciso, Richard Nixon era diventato scomodo e l’hanno rimosso.
Quando avvenne il rapimento di Aldo Moro, Michael Ledeen era in Italia non per la CIA, ma per il MOSSAD.
E, vista la politica filo-araba dei governi italiani di allora, diventa chiaro che il MOSSAD collaborasse attivamente ai piani di destabilizzazione del Primo Sorvegliante di Three Eyes, Henry Bloody Kissinger.
ILCABALISTA KISSINGER VUOLE DEINDUSTRIALIZZARE, SPOPOLARE E SPOLPARE L’ITALIA (ASSIEME A SOROS)
Con brutale onestà, l’analista ed ex dirigente del MI6 britannico John Coleman rivela che
Let us talk about actual case histories, the attempt to communize and deindustrialize Italy. The Committee of 300 long ago decreed that there shall be a smaller—much smaller–and better world, that is, their idea of what constitutes a better world. the myriads of useless eaters consuming scarce natural resources were to be culled. Industrial progress supports popula- tion growth. (“Conspirator’s Hierarchy: The Story of Committee of 300”)
Piano Kalergi, Soluzione Finale dei popoli Europei
Piano Kalergi, Soluzione Finale dei popoli Europei
Il Piano Kalergi, la Soluzione Finale – endlosung – dei popoli Europei
L’AGENDA DELLA CABALA È LA LIQUIDAZIONE DEGLI STATI-NAZIONI. IN PRIMIS L’ITALIA
Therefore the command to multiply and subdue the earth found in Genesis had to be subverted. This called for an attack upon Christianity; the slow but sure disintegration of industrial nation states; the destruction of hundreds of millions of people, referred to by the Committee of 300 as “surplus population” and the removal of any leader who dared to stand in the way of the Committee’s global planning to reach the foregoing objectives. Two of the Committee’s earliest targets were Italy and Pakistan.
The late Aldo Moro, Prime Minister of Italy, was one leader who opposed “zero growth” and population reductions planned for his country, thereby incurring the wrath of the Club of Rome commissioned by the “Olympians” to carry out its policies in this regard. In a Rome courtroom on November 10th, 1982, a close friend of Moro’s testified that the former prime minister was threatened by an agent of the Royal Institute for International Affairs (RIIA) who is also a Committee of 300 member while he was still the U.S. Secretary of State. The meteoric rise of the man the witness named as Kissinger will be dealt with later. (John Coleman,“Conspirator’s Hierarchy: The Story of Committee of 300”)
IL TURIFERARIO DELLA MONADE DEL MALE, HENRY KISSINGER, ORDINA LA LIQUIDAZIONE DI ALDO MORO PER DESTABILIZZARE L’ITALIA
It will be recalled that Prime Minister Moro was kidnaped by the Red Brigades in 1978 and subsequently brutally shot to death. It was at the trial of members of the Red Brigades that several of them testified to the fact that they knew of high-level U.S. involvement in the plot to kill Moro. When threatening Moro, Kissinger was obviously not carrying out U.S. foreign policy, but rather acting according to instructions received from the Club of Rome, the foreign-policy arm of the Committee of 300. (John Coleman,“Conspirator’s Hierarchy: The Story of Committee of 300”)
IL SEGRETARIO DI MORO GUERZONI RIVELA CHE
The witness who delivered the bombshell in open court was a close associate of Moro’s, Corrado Guerzoni. His explosive testimony was broadcast over Italian television and radio on November lOth, 1982, and printed in several Italian newspapers yet this vital information was suppressed in the U.S. Those famous bastions of freedom with a compelling right to know, the Washington Post and the New York Times, did not think it important to even print a single line of Guerzoni’s testimony. (John Coleman,“Conspirator’s Hierarchy: The Story of Committee of 300”)
ULTERIORI APPORTI. «ALDO MORO DOVEVA MORIRE».
Il 14 e 15 marzo 1978, giorni precedenti il rapimento e l’eccidio della scorta, sul «Corriere della Sera» Aldo Moro fu associato allo scandalo Lockheed, ovvero al pagamento di una tangente di un milione di dollari in occasione della vendita all’Italia di diciotto aerei militari. A incassare la tangente, pagata dall’azienda produttrice degli aerei, la Lockheed, sarebbe stato un uomo di governo italiano dal nome in codice Antelope Cobler. Il giorno prima del rapimento, il «Corriere» pubblicò che Cobler era Moro.
Aveva tramato contro lo statista DC per comprometterne l’immagine «Randolph Stone, collaboratore di Henry Kissinger, iscritto alla Loggia massonica P2, (tessera 899), capo della stazione CIA a Roma». Questo alla vigilia dell’azione brigatista in via Fani.
Coincidenza o qualcuno sapeva del rapimento di Moro pianificato dalle BR? Imposimato trovò la risposta a Parigi, alcuni anni dopo i fatti. Un funzionario dei servizi segreti francesi mostrò a lui e al giudice Rosario Priore un appunto: «12 febbraio 1978. Le Brigate Rosse attueranno nei prossimi giorni il sequestro di Aldo Moro».
Non solo in Francia sapevano. Il 6 marzo 1978 un militare della marina italiana, uomo di Gladio, si imbarcò da La Spezia alla volta di Beirut, con l’ordine di consegnare una busta sigillata. Lo fece il 10 o 11 marzo. Trasgredendo gli ordini, il militare aveva aperto il plico e letto il documento contenuto, che recava la data del 2 marzo 1978. Il destinatario ultimo era un colonnello, l’agente G216. Gli si chiedeva di cercare contatti «con gruppi del terrorismo [mediorientale] al fine di ottenere collaborazione e informazioni utili alla liberazione dell’onorevole Aldo Moro». Il rapimento di Moro, però, sarebbe avvenuto solo alcuni giorni dopo, il 16 marzo 1978. Il documento ordinava la «distruzione immediata», ma fu conservato e Imposimato ha potuto pubblicarlo. (Angelo Rinaldi, secolnovo.it)
IL RUOLO DI PIECZENICK NELLA LIQUIDAZIONE DI ALDO MORO
Il procuratore generale di Roma Luigi Ciampoli, ha chiesto alla procura della repubblica di procedere formalmente a carico di Steve Pieczenik, funzionario del Dipartimento di Stato Usa ai tempi del sequestro, in quanto vi sarebbero “gravi indizi circa un suo concorso nell’omicidio” del presidente della Democrazia cristiana. Pieczenik, ‘inviato’ informale del governo americano, era il superconsulente Usa del governo di Gulio Andreotti e soprattutto del ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, per la gestione della crisi aperta dal sequestro di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse.
Pieczenik è sempre stato uno dei grandi misteri della vicenda. Psichiatra, esperto di terrorismo, lauree alla Cornelle e ad Harvard e specializzato al Mit, nella sua inquietante ambiguità è spesso stato considerato dagli storici il ‘commissario straordinario’ inviato dagli Usa per conto del blocco atlantico e dell’Occidente intero per gestire quella crisi in sostituzione – più che in appoggio – del governo italiano. Nel 2008, in un libro-intervista pubblicato a trent’anni dagli avvenimenti, Pieczenik ruppe il silenzio, dichiarando apertamente di aver portato avanti un piano di “manipolazione strategica” perché si arrivasse all’uccisione di Aldo Moro, obiettivo irrinunciabile nel contesto della ‘stabilizzazione’ dell’Italia, unico paese dell’Occidente dove un partito comunista stava per avere accesso al governo. “Fino alla fine ho avuto paura che lo liberassero”, aggiunse Pieczenik. (repubblica.it)
WALTER VELTRONI CONFERMA CHE ESISTE UNA MONADE DEL MALE
Nel video che segue il fondatore del PD, Walter Veltroni, conferma che esiste un’Entità, una Monade del Male (quella che noi definiamo la Cabala), che detta l’agenda a tutti i governi occidentali.
Successivamente, Giovanni Galloni conferma che CIA e MOSSAD avevano infliltrato le Brigate Rosse e, pertanto, fu proprio la Cabala ad ordinare il rapimento e la liquidazione fisica di Aldo Moro:
LA MONADE DELLA UR-LODGE THREE EYES AVEVA CONDANNATO A MORTE ALDO MORO
Conferma Gianni Lannes che Aldo Moro era diventato inviso alla Cabala Contro-iniziatica poiché
aveva fatto emanare nel 1975 la legge di ratifica del Trattato di non proliferazione nucleare e intendeva far smantellare all’alleato di Washington l’arsenale atomico in Italia. Aldo Moro si opponeva alla “crescita zero” e alle politiche di riduzione della popolazione, allo scopo di piegare l’Italia ai voleri del “Club di Roma” e del Bilderberg, volti a deindustrializzare il Paese e a ridurne in modo considerevole la popolazione. Moro progettava di dare stabilità all’Italia attraverso la piena occupazione e la pace industriale e politica, rafforzando l’opposizione cattolica al comunismo e facendo in modo che la destabilizzazione del Medio Oriente fosse più difficile da ottenere. Moro si opponeva anche al signoraggio bancario.(Gianni Lannes, sulatestagiannilannes.blogspot.it)
LA MONADE SI APPOGGIA AL PD FIGLIO DI GIORGIO NAPOLITANO
E’ chiaro che le politiche propugnate dal circuito latomistico contro-iniziatico di deindustrializzazione, liberalizzazione selvaggia, disoccupazione di massa e spopolamento in Italia stanno raggiungendo il loro acme grazie al PD, figlio della corrente Migliorista del vecchio PCI. La corrente – per spiegarci chiaramente – di Giorgio Napolitano.
L’onesto Enrico Berlinguer vedeva di malocchio l’ala migliorista, con le sue aperture all’Atlantismo e al Neoliberismo, tanto che impose, dopo un duro confronto, le dimissioni a Napolitano da capogruppo alla Camera. Purtroppo, poche ore dopo, Berlinguer morì e quella lettera rimase in tasca al futuro presidente della Repubblica.
Scriveva Emauele Macaluso nel 2005:
I rapporti [tra Berlinguer e Napolitano, ndr] si inasprirono a tal punto che quando Berlinguer morì Napolitano aveva già in tasca la lettera di dimissioni da capogruppo. Una lettera mai recapitata, in quel funesto 7 giugno 1984.
Ricordiamo che gran parte degli affiliati alla P2 di Licio Gelli erano anche membri dell’Operazione Gladio o “stay-behind”. Lo stesso Ministro degli Interni di allora, Francesco Cossiga ne faceva parte.
Francesco Cossiga […] ebbe, durante il periodo in cui era sottosegretario alla difesa, la delega alla sovrintendenza di Gladio, e che spesso è stato indicato come uno dei fondatori, affermò nel 2008 che «i padri di Gladio sono stati Aldo Moro, Paolo Emilio Taviani, Gaetano Martino e i generali Musco e De Lorenzo. (Wikipedia, voce “Operazione Gladio”)
ANCHE COSSIGA PRESE LE DISTANZE DA THREE EYES:
Francesco Cossiga (1928-2010), già affiliato alla «Three Eyes» per il tramite di personaggi britannici di questa Ur-Lodge, nel maggio 1978 ritenne costoro i responsabili morali e materiali dell’omicidio Moro e passò alla «White Eagle» per ripicca/vendetta (Gioele Magaldi, op. cit.)
IL 24 OTTOBRE 1990 GIULIO ANDREOTTI…
come capo del governo italiano, rivelò alla Camera dei Deputati l’esistenza di Gladio, che fu quindi la prima organizzazione aderente alla rete stay-behind ad essere resa pubblica.
Quando l’esistenza di Gladio divenne di pubblico dominio venne pubblicato un elenco di 622 “gladiatori”: ufficialmente tutti i partecipanti, dalla fondazione allo scioglimento dell’organizzazione. Tuttavia, da più parti questa lista è stata considerata incompleta, sia per il ridotto numero di uomini, ritenuto troppo basso rispetto ai compiti dell’organizzazione estesi in quasi quarant’anni, sia per l’assenza nella lista di alcuni personaggi che da indagini successive (e in alcuni casi per loro stessa ammissione) avevano fatto parte dell’organizzazione. Francesco Cossiga dichiarò che all’organizzazione fecero parte tra i 1000 ed i 1200 elementi. (Wikipedia, voce “Operazione Gladio”)
NELL’AGGUATO DI VIA FANI ERA PRESENTE UN GLADIATORE
C’era un “gladiatore” in via Fani la mattina del 16 marzo 1978.
Il colonnello dei carabinieri Camillo Guglielmi, passato al Sismi, disse di essere finito casualmente sul luogo del rapimento del presidente della Democrazia cristiana, Aldo Moro, e sul massacro della scorta da parte delle Brigate rosse. Si giustificò sostenendo che stava andando a pranzo da un collega.
Erano le 9,30 del mattino e a Roma nessuno pranza a quell’ora. Ma per i pubblici ministeri Sergio Dini e Benedetto Roberti, ex magistrati della Procura militare di Padova, il colonnello Guglielmi faceva parte dell’”esercito” clandestino di Gladio, ed era stato addestrato alla guerriglia urbana, a preparare bottiglie incendiarie, cariche esplosive su materiale ferroviario. Addestrato anche alle tecniche di sovversione e di propaganda su tutto ciò che riguardava l’attività di guerra interna. Il colonnello Guglielmi aveva partecipato alle esercitazioni di Capo Marrargiu in Sardegna, una delle basi di Gladio. (Lino Lava, ilgazzettino.it)
NELL’AGGUATO DI VIA FANI VENNERO USATI I PROIETTILI DI GLADIO
Quel giorno in via Fani furono esplosi 93 colpi di arma da fuoco che uccisero tutti gli uomini della scorta , ma nemmeno uno di essi colpì Moro. Le Br nascono da un gruppo di ragazzi di Reggio Emilia laureati in sociologia a Trento, dove avranno sicuramente sostenuto diversi esami di balistica.
Tra i proiettili analizzati, 31 erano ricoperti da una particolare vernice che ne copriva la data di fabbricazione. Tale particolarità era tipica delle munizioni in dotazione all’esercito: quando verranno trovati i depositi di armi della Gladio, verranno rinvenuti all’interno proiettili aventi la medesima caratteristica. Per non parlare poi dei depistaggi: ogni volta che si cercava di intercettare la provenienza delle chiamate delle Br, la SIP oscurava tale informazione. Il giorno dell’agguato, in Via Fani, le linee telefoniche furono interrotte. L’allora direttore della SIP, neanche a dirlo, era un pidduista. (Kirios Di Sante, lintellettualedissidente.it)
È ACCLARATO CHE LA BRIGATE ROSSE ERANO STATE INFILTRATE DA CIA E MOSSAD
Abbiamo visto che è prmai assodato che che le Brigate Rosse erano pesantemente infltrate dai servizi segreti occidentali. Lo scopo era quello di screditare l’ala maggioritario del PCI, quella del segretario Enrico Berlinguer:
That the Red Brigades had been thoroughly infiltrated for years by both the CIA and the Italian secret services is no longer contested. The purpose of the operation was to encourage violence from extremist sectors of the left in order to discredit the left as a whole.
Dopo la morte di Aldo Moro, favorevole alla “piena occupazione” e fiero oppositore al piano di privatizzazione della Banca d’Italia, la Monade della Cabala ebbe mani libere in Italia.
Nel 1981, Grazie a Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi, avvenne il “divorzio tra la Banca d’Italia e il Ministero del Tesoro”.
IL DIVORZIO DEL 1981
Scrive Marco Mori:
Con il termine “divorzio” si menziona l’atto con cui Beniamino Andreatta, l’allora Ministro, con una semplice lettera indirizzata al Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi, pose fine all’acquisto illimitato dei titoli di Stato da parte della nostra banca centrale.
Ante 1981 lo Stato decideva sovranamente la propria politica economica. La Banca d’Italia rispondeva agli ordini del Ministero del Tesoro e dunque era obbligata a finanziare la spesa pubblica nazionale acquistando i titoli di Stato che il Paese altrettanto sovranamente decideva di emettere. La Banca d’Italia altresì, sempre per finanziare la spesa pubblica, metteva a disposizione uno scoperto di conto secondo gli importi decisi dalla nostra Repubblica. Tale scoperto di conto era pari, tenetevi forte, al 14% delle spese correnti del Paese ovvero 20.000 miliardi di Lire. […] (Marco Mori, “1981: due lettere ed il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia è realtà”)
NEL 1981…
Andreatta, ignorando la sovranità del Parlamento, ed anzi trovando il modo per aggirare le norme vigenti si comportò in modo davvero insensato. Provate ad immaginarvi un imprenditore che, improvvisamente uscito di senno, decidesse di andare presso la Banca con cui ha stipulato un contratto di fido per chiedere la riduzione del fido stesso, peraltro subordinandola all’insindacabile giudizio della Banca. Ebbene Andreatta ha fatto esattamente questo! […]
Il costo del divorzio fu enorme con un debito che passò dal 58% del PIL al 120% e ciò in soli dieci anni. L’Italia infatti iniziò a finanziarsi sui mercati a tassi che, al netto dell’inflazione, erano superiori rispetto a quanto avveniva precedentemente. (Marco Mori, “1981: due lettere ed il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia è realtà”)
È opportuno ricordare che sia Beniamino Andreatta che Carlo Azeglio Ciampi erano affiliati di spicco della Ur-Lodge Three Eyes (Cfr. Gioele Magaldi, op.cit.)
Il 7 giugno 1984 in piena temperie elettorale, al comizio di Padova, il leader del PCI Enrico Berlinguer – dopo aver bevuto il consueto bicchiere di whisky allungato con tanta acqua – accusò un malore. Ufficialmente ebbe un ictus.
Fu comunque una morte “comoda” per l’Ur-Lodge Three Eyes.
Esattamente come quella di Giovanni Paolo I. Morto 33 giorni dopo la sua elezione, in quell’annus horribilis che fu il 1978.
Il Primo Sorvegliante di Three Eyes Zbgniew Brzezinski riuscì a piazzare all’interno delle Mura Leonine Karol Wojtyla, il papa che spazzò via la kantechontica Unione Sovietica, con l’appoggio del Cabalista George Soros.
L’altro Primo Sorvegliante di Three Eyes, Henry Bloody Kissinger, esultava.
L’Italia era ormai una preda della Monade del Male e del TANATOCAPITALISMO.
L’attuale Gran Maestro della Cabala Globale, George Soros, ne avrebbe presto profittato. Nel 1992 in un solo fine settimana il golpista e sedicente “filantropo” George Soros guadagnò oltre un miliardo di dollari di allora. A nostre spese.
Banca d’Italia vendette sconsideratamente 48 miliardi di dollari.
Non è ultroneo ricordare che a dirigere la Banca d’Italia c’era sempre Carlo Azeglio Ciampi…
Il famoso attacco alla Lira del 1992 che venne condotto (ça va sans dire) da George Soros era stato preceduto da “Mani Pulite”, un’operazione giudiziaria che secondo il defunto ambasciatore americano Reginald Bartholomew ebbe la regia americana.
Aveva 76 anni e servì il suo Paese sotto la presidenza di Bill Clinton. Prima di morire ha voluto togliersi alcuni sassolini dalle scarpe, raccontano dettagli inediti sulla sua esperienza nel Belpaese in quelli che furono anni molto caldi, in piena “Mani pulite”, con la crisi finale (e poi la scomparsa) della Prima Repubblica e la nascita della Seconda. Bartholomew ha raccontato tutto a Maurizio Molinari, corrispondente de La Stampa dagli Usa.
“Quella era la stagione di Mani Pulite – racconta l’ex ambasciatore – un pool di magistrati di Milano che nell’intento di combattere la corruzione politica dilagante era andato ben oltre, violando sistematicamente i diritti di difesa degli imputati in maniera inaccettabile in una democrazia come l’Italia”.
SEMBRA DI RISENTIRE LE PAROLE DI BETTINO CRAXI…
Invece no. A puntare il dito contro certi metodi è un uomo non coinvolto direttamente nello scontro politico italiano. Un personaggio che potremmo definire super partes. “La classe politica si stava sgretolando – ha ricordato Bartholomew – ponendo rischi per la stabilità di un alleato strategico nel bel mezzo del Mediterraneo”.
Nel caso specifico italiano, il transito dallo Stato con welfare state incorporato alla privatizzazione integrale della vita e alla distruzione pianificata dei diritti si avviò nel 1992, con quel colpo di Stato giudiziario che fu la cosiddetta operazione di “Mani Pulite”; il cui unico fine era l’abbattimento della prima Repubblica – corrottissima, ma pur sempre centrata sullo stato sociale e sulle tutele del Servo – e l’inaugurazione del ciclo delle privatizzazioni neoliberiste.
Grazie al colpo di Stato giudiziario di Mani Pulite, si aprì il ciclo delle privatizzazioni selvagge e dell’alternanza senza alternativa tra un centrodestra e un centrosinistra egualmente atlantisti ed egualmente mercatisti: Berluscono, D’Alema, ecc. furono le “maschere di carattere” di questa commedia. Il secondo colpo di Stato avrebbe coinvolto l’Italia nel 2011.
Vogliamo ricordare chi lucrò miliardi di dollari grazie al Golpe del 2011?
Bel titolo: “La Monade del Male”…
Interessante!