
L‘Italia è da un lato un Protettorato del Quarto Reich merkeliano e della tecnocrazia UE, dall’altro è una colonia dell’Impero della Cabala Massonico-Finanziaria.
L’Italia e le sue ricchezze sono da tempo nel mirino criminale delle locuste neoliberiste e neofeudali.
Recentemente il Consiglio tedesco degli esperti economici del Reichsminister alle Finanze Wolfgang Schäuble ha proposto il bail-in sui titoli di debito sovranii, ennesima bomba atomica sganciata contro l’economia italiana e le vite di milioni di Italiani.

Il Quarto Reich merkeliano si sta dimostrando sempre più la fotocopia sbiadita ma altrettanto aggressiva e letale del Terzo Reich hitleriano. Non usa panzerdivisionen, ma l’euro; non recluta kapò, giacché gli bastano gli eurocrati; non costruisce campi di sterminioii, tanto gli basta l’Eurolager.
L’ultima proposta del gruppo di Schäuble, in una sorta di surreale replica della Conferenza Intergovernativa di Wannsee non lascia dubbi in proposito.
Con il bail-in dei bond sovrani, la UE non interverrebbe per evitare il default, come avvenuto in Grecia a prezzo, però, di una catastrofe sociale e umanitaria.
No. Le perdite sarebbero poste a carico degli acquirenti dei titoli di debito pubblico, cioè i creditori
Si tratta, in breve, di un meccanismo di ristrutturazione automatica del debito pubblico emesso dai Paesi che chiedono aiuti europei: in caso di carenza di liquidità per lo Stato a farne le spese sarebbero innanzitutto i suoi creditori e non gli altri Paesi membri dell’Eurozona, contribuenti del Fondo salva stati (Esm) che gli eroga aiuti.iii
Qual è il significato di tale proposta nel momento in cui la Gran Bretagna è evasa, grazie alla Brexit, dalla asfissiante prigionia dell’austerity tedesca e la sua economia può finalmente correre?
Semplice: mettere in ginocchio l’Italia, Paese esportatore che – pur in presenza di un Euro sopravvaluto per l’Italia e svalutato per la Germania – è l’unico competitor per le merci tedesche.
E’ anche il metodo che il ministro teutonico usa per ribadire il ruolo dell’agente cattivo a far da contraltare a quello di mera facciata dell’agente buono, interpretato da quell’Angela Merkel che, nel bel mezzo della pagliacciata propagandistica al largo di Ventotene di tre leader sul viale del tramonto, non ha trovato niente di meglio se non declinare il solito refrain stantio: “le riforme italiane sono impressionanti…”
L’intento di Schäuble è chiaro. Se tale canagliata venisse accolta, come avvenne a suo tempo con il Fiscal Compact avallato dai Quisling di varie nazionalità, il “Mercato” riterrebbe rischioso investire nei titoli di Stato italiani. Soprattutto le banche del bel Paese venderebbero in fretta e furia tutti i bond sovrani detenuti, per evitare di aggiungerli ai tanti NPL incagliati.

Per contrastare tale scenario, l’Italia sarebbe costretta a vendere i propri titoli ad interessi molto più elevati degli attuali. Fatto che, in presenza della deflazione salariale, della svalutazione interna propugnata dal Maestro Venerabile Mario Draghiiv e con un PIL in contrazione per la continua aggressione fiscale renzista alle tasche e ai salari del ceti medio-bassi – «nel confronto con la media europea, ci troviamo di fronte al paradosso per il quale siamo maggiormente tassati per pagare più di altri una classe politica che, nella sua espressione governativa, ci somministra dosi di austerità fiscale (riduzioni di spesa combinate con aumenti della pressione fiscale) superiori a quanto accade altrove»v – porterebbe rapidamente al default italiano.
E tanti saluti a quanto rimane della sovranità italiana.
L’endlosungvi per gli Italiani…
Si dimostra lungimirante Peter Bofinger, un ex consulente economico del governo tedesco, quando, sulla proposta formulata dai consiglieri di Schäuble, afferma che:
«è il modo più rapido per spaccare l’area euro. Un attacco speculativo potrebbe manifestarsi da un momento all’altro. Se fossi un politico in Italia e dovessi un simile rischio di insolvenza, vorrei immediatamente tornare alla mia moneta il più in fretta possibile, perché sarebbe l’unica maniera sicura di evitare che il debito faccia crac».vii

Ovviamente, con i vertici politici attuali, totalmente asserviti alla Cabala europea e mondiale, l’uscita dall’Eurolager non avverrà mai.
Schäuble è ormai l’Himmler del Quarto reich merkeliano. E come Himmler sta acquisendo sempre più potere. Attualmente usa massicciamente euro e debito, le wunderwaffen di distruzione di massa, contro la Grecia.
Con sforzi sovrumani, la Grecia ha prodotto un “avanzo di bilancio primario” (ossia prima del pagamento degli interessi) ormai notevole: 3,3 miliardi di euro nel primo semestre. Ottenuto con torchiature fiscali del proprio popolo senza precedenti: le famiglie del ceto medio e quello basso hanno visto aumentare il carico fiscale del 337% e hanno perso l’86 per cento del reddito che avevano, laddove i benestanti hanno perso ‘solo’ il 17-20, ed hanno avuto un aumento del carico fiscale inferiore al 10. I tagli salariali e la disoccupazione (oltre il 27 %) hanno intaccato la salute della popolazione, fatto crescere del 50% la mortalità infantile e le malattie croniche del 26%.
L’avanzo primario strappato a questa gente, viene dato ai creditori, e mostra la volontà del governo di pagare… saranno comprensivi, gli europei? Macché. Anzi a maggio hanno preteso un sistema di “aggiustamento automatico” delle spese se non verranno rispettati gli obiettivi del 2018 (tale pretesa non viene esercitata mai, poniamo, sul governo francese). Dunque la giustificazione che il governo Tsipras ha usato per torchiare così crudelmente la gente – vedrete, la nostra obbedienza alla troika ci otterrà una ristrutturazione del debito – non è più valida.
Angela Merkel, che viene descritta come una che si chiude sempre più in se stessa perdendo i contatti con la realtà, ha lasciato completamente la questione greca a Schäuble.viii
Chiosa, al riguardo, James Galbraith: «L’Europa soffre a causa dei colpi di austerity di marca tedesca». E aggiunge, «Voi siete stati ad Atene? Avete toccato con mano la disperazione, la miseria, lo squallore, la mancanza di speranze? Tutta opera della signora Merkel, anzi soprattutto di Herr Schäuble, e della loro ossessione maniacale per i conti pubblici. Intanto politicamente la Grecia è stata ridotta ad una colonia. Bel risultato per l’Europa unita».ix
Il premier Alexis Tsipras è diventato come i carcerieri italiani del Campo “S” di Tarantox, costretti dagli Inglesi a tenere prigionieri ivi i propri connazionali, vedendoli morire di inedia e di stenti, senza poter nulla fare.
L’occasione di fare qualcosa per il suo popolo, Tsipras, l’ha completamente sprecata nel 2015.
Una volta liquidata la Grecia, l’Himmler merkeliano volgerà il suo truce sguardo verso l’Italia. E per noi saranno dolori.
Già adesso uno dei compari di Schäuble, il presidente Bubaxi Jens Weidmann, ammonisce l’Italia ammantandosi di vesti censorie.
«Presti attenzione l’Italia, perché non appena il QE della BCE terminerà, i tassi d’interesse torneranno a schizzare alle stelle e, con il debito pubblico italiano a livelli ipertrofici, il default diverrà inevitabile».
Pensasse, invece, il merkeliano alla sua Deutsche Bank, che, come scrive Paolo Barnard, è stra-fallita.
Il FMI che giudica DB come il più pericoloso e il più grande contributore ai rischi di collasso sistemico mondiale, la multa titanica del DoJxii americano da 14 miliardi di dollari comminata a Deutsche per la truffa dei subprime e soprattutto l’esposizione del gigante bancario tedesco in derivati valutata dai 40 trilioni di ai 60 trilioni di dollari (come già denunciammo diverso tempo fa) al di là del sofisti merkeliani che cercano di ridurre le dimensioni del disastro, discettando tra esposizione lorda ed esposizione netta, suonano come una campana a morte.
Dulcis in fundo, dieci hedge fund hanno abbandonato DB alla fine di settembre.
«La decisione di questi hedge fund, che ha scosso le azioni Deutsche Bank, ha fatto seguito i continui terremoti cui l’istituto è stato sottoposto. Nessuno ha più fiducia nei confronti della banca che ha gettato le borse nel caos tutta la settimana.
Non è solo Deutsche Bank ad essere in crisi, ma è l’intero sistema bancario tedesco ad attraversare un momento buio. Martedì le azioni Deutsche Bank hanno toccato i loro minimi, mentre il giorno successivo è stata la volta di Commerzbank, le cui azioni sono tornate ai livelli degli anni ‘80».xiii
Ovviamente, quello che i Merkeliani sanzionano come delittuoso, e cioé che gli Stati intervengano per salvare le proprie banche, diventerà di stretta attualità per Deutsche Bank. Anzi, a salvare DB AG e Commerzbank non verranno chiamati solo i contribuenti tedeschi, ma tutti quelli della UE, compresi noi Italiani!
E’ altrettanto ovvio che i Merkeliani smentiscano qualsiasi intervento statale. Ma il settimanale Die Zeit parla di un piano d’emergenza allo studio dell’esecutivo federale. Malgrado le smentite di prassi, «sembra però poco probabile che, in caso di necessità, il governo lascerà davvero da solo il più grande istituto tedesco».xiv
E’ emersa in questi giorni una notizia che conferma quanto abbiamo testè affermato.
I Tedeschi, come Hitler, da sempre considerano carta straccia tutti gli accordi che sono vincolanti per la “sacra” Germania e altrettanto fanno gli organismi loro subalterni, come la BCE:
Stamattina il Financial Times ha riportato che al maggiore istituto di credito tedesco è stato permesso di imbrogliare – ops, scusate! – che gli è stato riservato un “trattamento speciale” da parte della BCE durante gli stress test di luglio. Nei risultati di questi stress test, che promettevano di “ripristinare la fiducia nelle banche europee tramite una valutazione uguale e omogenea della situazione finanziaria di ciascuna banca“, i risultati per Deutsche Bank sono stati gonfiati da una “concessione speciale” accordata da Mario Draghi: i risultati di Deutsche Bank includevano i 4 miliardi di profitti dovuti alla vendita delle azioni dell’istituto di credito cinese Hua Xia, nonostante l’accordo non fosse ancora concluso alla fine del 2015, cioè la data limite di inclusione delle transazioni in questi stress test.xv
Lo stesso Mario Draghi ha precisato il 25 ottobre 2016 all’Istituto Economico tedesco DIWxvi che «non c’è stato nessuno spostamento della ricchezza dalla Germania verso gli Stati meno virtuosi del debito».
Una precisazione per noi ultronea, sapendo perfettamente che Mario Draghi è sul pezzo da decenni per dare ai ricchi ciò che toglie ai poveri.

Repetita juvant. Giova ricordare ai tanti turiferari del Quarto Reich tedesco (soprattutto a quelli di casa nostra) che la disciplina di finanza pubblica di Roma è da vent’anni ben più rigorosa di quella di Berlino.
L’Italia ha controllato più e meglio della Germania i propri conti pubblici, eppure il debito è esploso lo stesso. Il valore indicativo della capacità di un governo di gestire le proprie finanze è il cosiddetto «saldo primario»: quello fra entrate e uscite prima che il Tesoro paghi gli interessi sul debito; quest’ultimo fattore infatti non è nel controllo di un governo, a meno che questo non cambi i termini dei titoli di Stato a proprio favore, rifiuti di onorare gli impegni sul debito.
Il «saldo primario» è dunque il solo elemento che un governo gestisce. E in questo l’Italia ha fatto tre volte meglio della Germania nel confronto degli ultimi 21 anni, come la Germania sugli ultimi dieci anni e di nuovo meglio della Germania dal 2010 a oggi. Se Berlino è il paragone, e le sue prescrizioni di rigore sono corrette, l’indisciplina sul bilancio pubblico non è stata il problema che ha portato l’Italia a questo punto.
I valori della banca dati del Fmi non lasciano molti dubbi in proposito. Dal 1996 a oggi l’Italia ha accumulato nel complesso un surplus primario medio del 2% l’anno, nel complesso pari al 43% del Pil o circa 700 miliardi di euro ai valori attuali. Nello stesso periodo la Germania ha accumulato un surplus dello 0,7% l’anno in media prima di pagare gli interessi. […]
Si nota però almeno un altro fattore: i tassi d’interesse sul debito pagati dalla Germania sono sempre stati più bassi, negli ultimi anni in misura parossistica. La fuga di capitali verso il cuore dell’area euro dall’inizio della crisi fa sì che gli investitori ormai siano disposti a far credito al governo di Berlino per i prossimi sette anni a tassi negativi, ossia perdendoci il proprio denaro alla scadenza. Così la crisi dell’euro è diventata uno sgravio fiscale permanente per i contribuenti tedeschi: li aiuta a pagare meno tasse per quadrare i conti di uno Stato che guadagna persino quando si indebita.Questo purtroppo non cambia le lezioni per l’Italia. La più immediata è che l’austerità di bilancio è solo un’inefficace cura dei sintomi del proprio male: se il Paese non riprende a crescere, è come cercare con continui sacrifici di riempire un secchio bucato.xvii
Scrive Larry Siedentop sul Wall Street Journal che l’unione Europea non è messa in pericolo solo dai problemi dell’Eurozona e da una pressione migratoria senza precedenti. E’ soprattutto la crescita del potere e dell’egemonia tedesca all’interno della UE a fare paura. «la rapida crescita di una reazione nazionalista in molti Stati UE dimostra che la Germania viene percepita come un pericoloso modello di integrazione fortemente centralizzato»xviii. Anche gli USA temono la rinascita di un’Europa germanizzata, dopo l’uscita della Gran Bretagna e questo spiega – in parte – la fanfara mediatica con cui è stato accolto un personaggio in fondo minore, provinciale e ultraperiferico quale Matteo Renzi e l’inopinato endersement dato dal presidente uscente Barack “Sbarack” Obama alla Controriforma Costituzionale renzista.
“Il problema è che l’austerity [di marca merkeliana, ndr] blocca la ripresa non solo in Europa ma, a catena, in tutto il mondo, ed è questo che l’America non riesce a sopportare. Non a caso la globalizzazione ha come un’involuzione. Senza contare che in governo forte e stabile in Europa, serve all’America anche per vicende più complesse come la lotta al terrorismo, e qui entra il momento delicatissimo dei rapporti con la Russia”. La chiosa finale è da brividi, “Washington punta sul governo italiano per piegare Merkel; Renzi è l’unico leader stabile in Europa, la Germania ci porta nel caos”.xix
Analoghi elogi usava il massone Winston Churchill nei confronti di Benito Mussolini, prima che quest’ultimo entrasse in orbita hitleriana. L’appoggio americano in funzione anti-austerity e anti-germanica sembra però inutile, poiché né Renzi né François Hollande, per vistosi limiti personali e mancanza di un’autorevole capacità di leadership, riescono a scrollarsi di dosso il ruolo di comprimari nell’Europa a trazione teutonica, se non di veri e propri Gauleiter tedeschi.

Non dimentichiamo che una larga fetta della popolazione europea, quella non drogata dalla propaganda cabalista di Prodi, Draghi, Monti, Soros, Renzi, e progetto Erasmus,
è convinta che la Germania democratica persegua lo stesso disegno egemonico sull’Europa della Germania nazista e che la Merkel sia riuscita laddove Hitler ha fallito. Il dominio sul continente non è stato ottenuto con i panzer ma attraverso l’Euro, in una maniera meno violenta ma perfino più opprimente. In Francia Marine Le Pen, che appartiene a una cultura profondamente di destra, parlando della sua battaglia contro la germanizzazione dell’Europa non ha esitato a fare riferimento alla Resistenza francese contro l’invasione nazista durante la Seconda guerra mondiale. Parole d’ordine simili vengono utilizzate da forze di estrema sinistra come Syriza in Grecia. E critiche dello stesso tenore non sono mancate in ambienti europeisti: El Pais, il principale quotidiano spagnolo progressista, in un editoriale (poi ritrattato) ha accusato la Merkel di essere «come Hitler, che ha dichiarato guerra al resto del continente, stavolta per garantire alla Germania il suo spazio economico vitale». Per il settimanale britannico laburista New Statesman Angela Merkel è la più grande minaccia all’ordine globale, più del dittatore nordcoreano Kim Jong-un e dell’iraniano Ahmadinejad: «Merkel è il leader tedesco più pericoloso dopo Hitler».
Concludiamo: la rilevata incapacità dei tecnocrati parassiti di dare soffio vitale ad uno Stato europeo democratico multiculturale e multietnico, lo tsunami migratorio e l’egemonia paranazista tedesca concorrono a creare torsioni politiche, tensioni sociali e spinte centrifughe che porteranno presto alla dissoluzione di quello che è diventato un mero incubo per quattrocento milioni di ex cittadini e attuali prigionieri:
l’Eurolager.
P.S.: #IoVotoNO
i https://www.investireoggi.it/economia/bond-sovrani/
ii Vernichtungslager
iii http://www.wallstreetitalia.com/bail-in-anche-per-i-titoli-di-stato-pazza-idea-di-berlino/
iv «Mario Draghi è affiliato a ben cinque Ur-Lodges», […] la «Edmund Burke», la «Three Eyes», la «White Eagle», la «Compass Star-Rose» e la «Pan-Europa», Cfr. Gioele Magaldi, Laura Maragnani, Massoni Società a responsabilità illimitata – La scoperta delle Ur-Lodges”, Chiarelettere Editore
v http://temi.repubblica.it/micromega-online/nel-nome-di-j-p-morgan-le-ragioni-economiche-della-controriforma-costituzionale/
vi Soluzione Finale
vii http://www.wallstreetitalia.com/piano-germania-sui-bond-sovrani-fara-saltare-in-aria-leuro/
viii http://www.maurizioblondet.it/berlino-vince-sempre-stravince-ancora-la-grecia/
ix Intervista a James Galbraith, “laRepubblica” del 19/10/2016
x Soprannominato il “Campo della Fame”
xi Deutsche Bundesbank
xii Il Dipartimento di Giustizia USA
xiii https://www.forexinfo.it/Deutsche-Bank-edge-fund-azioni-grave
xiv “Deutsche Bank fa paura. ‘Ma la Merkel non interverrà’” La Stampa del 29.09.2016
xv http://vocidallestero.it/2016/10/10/zh-la-bce-ha-permesso-a-deutsche-bank-di-imbrogliare-negli-ultimi-stress-test/
xvi https://www.diw.de/en
xvii http://www.corriere.it/digital-edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2016/08/22/11/il-paradosso-del-deficit_U4322046832002uMB.shtml
xviii The Wall Street Journal del 2 novembre 2016
xix Intervista a James Galbraith, “laRepubblica” del 19/10/2016
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