Megalodonte Soros.
Megalodonte Soros continua la sua campagna per sbranare, deglutire e assimilare le ultime, succulenti, ricchezze d’Italia. Talora veniamo berteggiati per quanto affermiamo. Ma…
…giungono sempre autorevoli conferme.
RICORDIAMO IL NOSTRO POST “RICHELIEU SOROS”
Citiamo Ivo Caizzi (che precisiamo, è, a nostro avviso, uno dei pochi giornalisti italiani dotati di autorevolezza e indipendenza):
Il superspeculatore ungherese-americano George Soros, che nel 1992 incassò miliardi dell’Italia attaccando la lira sui mercati valutari, è stato ricevuto dal primo vecepresidente della Commissione Ue, l’olandese Frans Timmermans.
E questo quando un avvicinamento – al livello dei capi di governo con il premier Giuseppe Conte – iniziava a raffreddare i toni del confronto […]
Dopo la visita di Soros, […] il vicepresidente lettone della Commissione europea Valdis Dombrovskis […] ha giudicato insufficienti le aperture di Conte a ridurre il deficit, pur apprezzate da leader come la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron.
Naturalmente è difficile poter dimostrare un eventuale rapporto di causa-effetto tra la visita di Soros a Timmermans e l’andamento del negoziato sulla manovra. (Ivo Caizzi, “Imbarazzo a Bruxelles per la visita di Soros”, Corriere della Sera del 03/12/2018)
Giusto per capire che in Europa, se non è Imperator Soros ad avere l’Orifiamma, a dettare l’agenda politica economica-sociale del Nuovo Impero Carolingio – UE è, comunque, Richelieu Soros.
Natasha Bertand, portavoce della Commissione Europea ha dovuto ammettere che ci sono:
«incontri regolari» di Timmermans con Soros.
e, soprattutto, alla domanda diretta se il Timmermans (candidato come leader del Centrosinistra Ue alle elezioni europee 2019) avesse ricevuto finanziamenti diretti o indiretti da Soros, la Bertand si è affidata a qualsiasi contorcimento verbale pur di non rispondere.
Ricapitolando: il Soros può contare sull’«affidabile alleanza» della gran parte del Parlamento EUropeo, tutti i membri della Commissione Europea sono suoi turiferari, e condiziona pesantemente, a suo favore, sia la Ur-Sinistra che la Ur-Destra UE.
In nuce, l’Europa è ai piedi di Richelieu Soros.
Richelieu Soros – L’Isola di Avalon
Richelieu Soros – L’Isola di Avalon
Taluni ci hanno dileggiato per aver definito George Soros Imperator o Reichsmarschall della UE. Ma se non è Imperatore, Soros è sicuramente Richelieu Soros.
AGGIUNGEVAMO CHE… RICHELIEU SOROS VOLEVA “PIALLARE” GLI ITALIANI FIN DAL 2011
Mario Monti, colui che, secondo l’analisi rigorosa dei tecnici del MEF nel Piano Nazionale di Riforme del DEF 2017 ha provocato, tramite il “salva-Italia”, la perdita di 300 miliardi di euro di PIL, conferma di aver ricevuto le direttive di Richelieu Soros per annichilire l’Italia:
Il più fiero seguace di Karl Popper si serve della speculazione finanziaria per destabilizzare i governi ed incravattare le loro sovranità, al fine di costringerli a seguire i dettami della cosiddetta “Open Society”. Non lo si sa di certo da Euromaidan in Ucraina, questo, bensì dal 16 settembre 1992. In quell’occasione vendette sterline allo scoperto per un valore di 10 miliardi di $ guadagnandone attorno agli 1,1 miliardi.
Poiché ciò causò una perdita della nostra lira sul dollaro del 30%, costrinse Carlo Azeglio Ciampi al prelievo forzoso sui conti correnti italiani, facendo perdere dalle casse della Banca d’Italia oltre 24 miliardi di dollari. La sua corrispondenza telefonica con Palazzo Chigi sette anni fa, quindi, altro non fu se non una mossa per spingere l’Italia affinché accettasse le dure riforme strutturali e di austerità imposte dall’UE. Attraverso i tagli alla spesa pubblica e la macelleria sociale, avrebbe avuto la ferrea garanzia che i rendimenti sui nostri BTP gli venissero pagati. Un’assicurazione, in poche parole, sulla nostra sovranità nazionale.
Il più illustre dei famosi “tecnici competenti della Bocconi” altro non è stato che un silente complice di questo immondo crimine. Nemico acerrimo dei popoli. (Davide Pellegrino, “Mario Monti ammette: «Austerity in Italia fu voluta da George Soros», oltrelalinea.news)
“ITALIA OGGI” CONFERMA TUTTO: IL MEGALODONTE SOROS HA PRETESO LA BOCCIATURA DELLA MANOVRA ITALIANA
In vista delle prossime elezioni europee, George Soros, 88 anni, attivissimo nonostante l’età anche sul fronte politico europeo, dove non ha mai nascosto la propria simpatia per i partiti socialdemocratici, è stato tra i primi a incontrare l’olandese Frans Timmermans, 57 anni. […]
Grazie a una fonte confidenziale vicina a Timmermans, posso ora aggiungere che la manovra italiana è stata uno dei principali argomenti di quel colloquio. Senza tanti preamboli, Soros chiese a Timmermans di attivarsi perché la Commissione Ue bocciasse la manovra italiana, aprendo la strada alla Troika. Il terreno sui mercati, con il rialzo dello spread, era già stato preparato. Mancava solo il colpo finale. […]
Per la verità, chiedere l’invio della Troika in Italia è da anni un pallino fisso di Soros. Ne sa qualcosa anche Mario Monti, che di recente, durante una puntata di Otto e mezzo, ha raccontato che nel 2012, quando era premier, Soros lo chiamò al telefono per complimentarsi e chiedergli di chiamare la Troika a Roma, cosa che Monti si rifiutò di fare, se non altro per non smentire il decreto «Salva Italia» da lui appena varato. La stessa risposta, un secco no, Soros l’ha ricevuta anche da Timmermans, con argomentazioni molto semplici: la bocciatura della manovra italiana avrebbe aperto una crisi finanziaria drammatica, con ripercussioni in tutta l’Europa, comprese Germania e Francia. Un rischio che nessun capo di governo intendeva correre, tanto meno Angela Merkel e Emmauel Macron, con i quali Timmermans si consulta regolarmente. […] (Tino Oldani, italiaoggi.it)
L’ACCORDO SULLA MANOVRA FINANZIARIA ITALIANA CHE SEMBRAVA IRRAGIUNGIBILE DIVENNE INVECE COSA FATTA
Ancora pochi giorni di manfrina, e prima di Natale l’accordo sul 2,04% di deficit era cosa fatta. Per Soros, una sconfitta politica. Non solo. Poiché si tratta di un noto speculatore, che da tempo punta sulla Troika in Italia e sugli inevitabili effetti devastanti sul sistema bancario e finanziario, da cui trarre profitto, la sconfitta è stata duplice.
Notazione a margine. In base allo scenario appena descritto, potrebbe risultare più agevole la lettura dello scontro che si è verificato all’interno del Corriere della sera tra il corrispondente da Bruxelles, Ivo Caizzi, da una parte, e dall’altra l’editorialista Federico Fubini e il direttore Luciano Fontana, accusato da Caizzi di avere dato spazio soprattutto agli articoli di Fubini sull’imminenza di una procedura di infrazione contro l’Italia, rispetto a quelli provenienti da Bruxelles sul prevalere del dialogo. Fubini siede nell’European advisory board della Open Society di Soros, e fa parte della task force della Commissione Ue contro le fake news. Il sito della Open Foundation, nel tesserne le qualità, certamente gradite a Soros, lo definisce «un influente opinion maker nel suo paese». Resta però un fatto: i titoli del Corriere, che più volte hanno annunciato come imminente la procedura d’infrazione contro l’Italia, al dunque, si sono rivelati fake news. [il grassetto è nostro, nota di Seyan] (Tino Oldani, italiaoggi.it)
IVO CAIZZI SCRIVE AL CORRIERE DELLA SERA CONTESTANDO PROPRIO IL FATTO CHE GLI ARTICOLI PUBBLICATI ERANO “NOTIZIE INESISTENTI”
Con una lettera inviata al comitato di redazione del Corriere della Sera e a tutta la redazione del quotidiano di via Solferino, il corrispondente da Bruxelles Ivo Caizzi chiede di “verificare e valutare” il comportamento del direttore Luciano Fontana nella copertura della trattativa tra il governo italiano e l’Unione Europea sulla manovra. Il giornalista ha prodotto tutti gli articoli sui quali ritiene sia necessario fare chiarezza, ad iniziare da un titolo in prima pagina dell’edizione dello scorso 1 novembre che a suo avviso riportava una notizia “inesistente” oltre che “tecnicamente impossibile in quella data”. […]
Inizio dall’1 novembre scorso, quando Fontana apriva il giornale titolando in prima pagina su una “procedura d’infrazione” Ue contro l’Italia (foto 1) inesistente, oltre che tecnicamente impossibile, in quella data. In trenta anni non ricordo un’altra “notizia che non c’è” simile in quella collocazione sul Corriere. […]
Quello che conta è che il Cdr – nell’interesse del Corriere, dei suoi giornalisti e dei suoi lettori – chiarisca:
a) Se il comportamento del direttore Fontana sia stato corretto.
b) Se si può aprire la prima pagina del Corriere con “una notizia che non c’è” del genere. […]e) Se l’attendibilità del Corriere non vada difesa meglio, almeno per ridurre le perdite di copie (con la direzione Fontana siamo già a circa – 120 mila, secondo i dati Ads sulla diffusione totale).
f) Se possiamo augurarci che, dal 2019, il Corriere possa tornare a fare la sua tradizionale “informazione indipendente di qualità” garantendo sempre la massima attendibilità delle notizie: dalla prima all’ultima pagina.
Ivo Caizzi
31 dicembre 2018
LE CONCLUSIONI SONO FACILI DA TRARRE
Tutti i pezzi sono sulla scacchiera, ormai, ed è ovvio che il Megalodonte Soros voleva la bocciatura della manovra, esplosione dello spread e conseguente caduta del governo gialloverde. Così avrebbe potuto papparsi a prezzo di saldo asset appetibili come ENI e Cassa Depositi e Prestiti, completando l’ingestione d’Italia iniziata nel 1992 con l’attacco alla Lira.
Non è ultroneo ricordare che Carlo Azeglio Ciampi, Mario Draghi e Beniamino Andreatta sarebbero, secondo “Massoni” di Gioele Magaldi, affiliati alla più potente e occulta Ur-Lodge Planetaria, “Three Eyes“.
Di Carlo Azeglio Ciampi parlano Cirino Pomicino e Craxi nel filmato “Quello sporco affare della svalutazione della lira“ ut infra, Mario Draghi è stato il facilitatore della privatizzazione delle aziende di Stato nazionalizzate (Telecom, Credito Italiano, IRI, SME, Autostrade, etc.) e Beniamino Andreatta brigò con successo per dividere BankItalia e Tesoro (Cfr. “la lite delle comari”) e privatizzare definitivamente la prima. L’altro principale facilitatore della svendita dei “gioielli di Stato” fu Romano Prodi.
Grazie a tutto ciò il debito pubblico italiano raddoppiò nel giro di pochi anni, ad esclusivo vantaggio dei Megalodonti Globali come George Soros.
Tra il 1992 ed il 2000 l’IRI vendette partecipazioni e rami d’azienda, che determinarono un incasso per il ministero del Tesoro, suo unico azionista, di 56 051 miliardi di lire, cui vanno aggiunti i debiti trasferiti.
Hanno suscitato [aspre e motivate] critiche le cessioni ai privati, tra le altre, di aziende in posizione pressoché monopolistica, come Telecom Italia ed Autostrade S.p.A.; cessioni che hanno garantito agli acquirenti posizioni di rendita. (Wikipedia, voce, IRI)
Segue un filmato relativo alla prima tranche di svendita di succosi beni statali che venne organizzata da Soros e Draghi sul Britannia il 2 giugno 1992,
Il 2 giugno del 1992 il direttore del Tesoro, Mario Draghi, sale sulla passerella del Royal Yacht “Britannia”, il panfilo della Regina Elisabetta ormeggiato nel porto di Civitavecchia. Draghi ha con sé l’invito ricevuto dai British Invisibles, che non sono i protagonisti di un romanzo complottista bensì i rappresentanti di un influente gruppo di pressione della City londinese, “Invisibles” nel senso che si occupano di transazioni che non riguardano merci ma servizi finanziari.
I Warburg, i Barings, i Barclays, ma anche i rappresentanti di Goldman Sachs, finanzieri e banchieri del capitalismo che funziona, o funzionava, sono venuti a spiegare a un gruppo di imprenditori e boiardi di Stato italiani come fare le privatizzazioni.
Per il nostro Paese ci sono il già citato Draghi, il presidente di Bankitalia Ciampi, Beniamino Andreatta, Mario Baldassarri, i vertici di Iri, Eni, Ina, Comit, delle grandi partecipate che di lì a poco sarebbero state “svendute”. (Roberto Santoro, loccidentale.it)
Si chiede Guido da Landriano su scenari economici, «Perché un giornale [Corriere della Sera] dovrebbe minare la propria (scarsa) credibilità con queste mosse?»
Ovvia la risposta:
Come riporta la Verità:
Volendo essere più precisi il pezzo afferma che Soros incontrò, come riportato anche da Italia Oggi ed all’Epoca dallo stesso Corriere, incontrò il vice di Juncker, Timmermans, e, secondo queste stesse fonti, chiese che la finanziaria italiana venisse bocciata e che quindi si aprisse da un lato la porta alla Troika in Italia, e dall’altro si facesse così esplodere lo spread che, presumibilmente, avrebbe ben superato i 400 punti base. Una manovra che avrebbe fatto cogliere a George Soros i proverbiali “Due piccioni con una fava”: affossare il governo gialloverde “Populista” da un lato e permettere probabilmente un’enorme speculazione 1992 style.
TUTTO NORMALE? ASSOLUTAMENTE NO!
Scrive Elio Lannutti su ilblogdellestelle.it,
Con l’azione penale obbligatoria, sancita dalla Costituzione all’art.112 e recepita dall’articolo 335 del codice di procedura penale, un Pubblico Ministero dovrebbe procedere senza indugi ad aprire una indagine penale, volta ad accertare se la campagna di stampa del Corriere della Sera, per screditare Italia e la ‘manovra del popolo’ del Governo M5S-Lega, non abbia concretizzato reati puniti dall’art.501 del codice penale (aggiotaggio) e la manipolazione dei mercati per alterare i corsi dei mercati. Alcuni giornalisti, nel propagandare e trasmettere l’ansia da spread ed il primato dei mercati, di banche e finanza tossica sull’economia reale, con uomini e donne trattati come merci residuali, si sono sbizzarriti nelle interpretazioni sul ‘trionfo del populismo’ ventriloqui volontari della punizione divina dei mercati contro il popolo italiano, reo di non aver votato alle elezioni del 4 marzo 2018 secondo i loro desiderata e quelli delle cancellerie europee e dei commissari Ue come Oettinger: “I mercati insegneranno agli italiani a votare” (29 maggio 2018).
Lannutti ricorda che,
[Federico] Fubini, come risulta da documenti ufficiale, è nel board dei consiglieri di Open Society Europe, il ramo europeo dell’associazione di George Soros, lo squalo internazionale che nel 1992 attaccò la lira facendola deprezzare e svalutare del 30%, con conseguente manovra lacrime e sangue del Governo Amato di circa 100.000 miliardi di vecchie lire, compreso il prelievo forzoso del 6 per mille sui conti bancari, postali e libretti di risparmio. Open Society è molto discussa per le sue posizioni politiche antinazionali ed il suo appoggio e finanziamenti – all’immigrazione dall’Africa, fondazione in cui il vicedirettore del Corriere, ha anche il ruolo di mantenere i legami con i politici italiani. Il corrispondente del Corriere, Ivo Caizzi, in una lettera inviata al Comitato di redazione e per conoscenza a tutti i giornalisti del quotidiano milanese, seguita da un dossier dettagliato sugli articoli pubblicati in quei giorni di novembre, accusa il direttore, Luciano Fontana, di aver aperto «la prima pagina del Corriere con una “notizia che non c’è”», sottolineando il fatto che «la procedura d’infrazione Ue contro l’Italia era inesistente, oltre che tecnicamente impossibile in quella data», e aggiunge che «in trent’anni non ricordo un’altra “notizia che non c’è simile, in quella collocazione sul Corriere». In quei giorni di novembre 2018 si è registrata un aumento dello spread, passato da 298,5 punti il 2 novembre, a 325,7 il 21 novembre, che ha comportato una perdita per le casse dell’erario dovuta agli interessi sui Titoli di Stato, per una somma complessiva quantificata in circa 1,7 miliardi di euro. (Elio Lannutti, “Le balle del Corriere per manipolare i mercati”, ilblogdellestelle.it)
D’altro canto, ad un giornalista britannico che chiedeva al Soros cosa ne pensasse delle inchieste aperte dalla Magistratura Italiana dopo la sua aggressione alla lira, questi replicò, con ostentata sufficienza e alterigia, che «so di essere sotto indagine da parte delle autorità italiane, ma agli italiani piace fare queste indagini e io non le considero serie».
Nessuno allora replicò alcunché. Se la stessa allocuzione fosse promanata da un sovranista, migliaia di turiferari e di pennivendoli della Ur-Sinistra del Pensiero Unico si metterebbero a starnazzare come vacue oche impazzite.
I CATAFRATTI NEOLIBERISTI DI “FINANCIAL TIMES” ELEGGONO IL MEGALODONTE SOROS “MAN OF THE YEAR” ED ENRICO MENTANA…
così commenta tale eclatante autogol nel Suo Open:
Del resto i pasdaran del sovranismo bollano proprio così i loro avversari, gli europeisti liberali: sorosiani. Ecco, in qualche modo la decisione del Financial Times accoglie il punto di vista dei sovranisti, lo fa proprio senza che nessuno nel mondo della finanza abbia mai considerato davvero Soros come un suo punto di riferimento, figuriamoci il suo campione. E il vero filantropo finisce per essere proprio il Financial Times: un bel regalo di Natale ai dietrologi di mezza Europa…
Già in passato Mentana aveva criticato George Soros: «Almeno nel nostro paese Soros può […] essere citato come speculatore senza bisogno di virgolette, per l’attacco alla lira del settembre 1992 che ci costrinse alla più dura manovra economica della nostra storia e fruttò allo stesso Soros un guadagno astronomico per aver scommesso contro l’Italia».
Ovviamente, tutti i sottopanza e i vessilliferi sorosiani sono partiti lancia in resta per stroncare l’opinione di “Chicco” Mentana.
George Soros, per costoro, sarebbe un santo, un illuminato filantropo, il defensor fidei dei diritti umani e del diritto di miliardi di persone a migrare manco fossero rondini o gnu in un mondo totalmente Borderless, un Mondo tanto Open da non ammettere opinioni contrarie al Pensiero Unico Globalista. Poi se a San Soros, Reichsmarschall UE – Gran Connestabile del Migrazionesimo Bergogliano e Ciambellano del Tanatocapitalismo Totalitario, ogni tanto capita di far incagliare nelle sue immense fauci qualche miliardo di dollari o euro, nulla quæstio…
Fuor di satira, resta sempre e comunque il fatto che se Soros non viene fermato o, quantomeno ostacolato, con leggi ad hoc – parafrasando il filosofo Han in “Psicopolitica” – la libertà e la democrazia in Italia saranno stati solo un episodio.
L’Italia ha fin troppo sofferto a causa delle occulte, oscure trame ordite dalla Cabala Mondiale del Megalodonte Soros.
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