BARBARIE DRAGHISTA
Barbarie Draghista: Ha ragione da vendere il filosofo Giorgio Agamben. Siamo in piena barbarie Draghista.
LA BARBARIE DRAGHISTA
Giorgio Agamben: «Il green pass separa e definisce in maniera negativa i no vax come i non ariani per le leggi del ’38. Scivoliamo in una barbarie senza precedenti nella storia», il governo «ha scelto la cosa peggiore, dividere i cittadini; dopo aver seminato odio e paura oggi si semina terrore e discriminazione».
Ancora Agamben, una delle poche voci rimaste libere nel tonitruante e reboante mondo alla rovescia dei pennivendoli e intellettuali leccadraghi:
Cancellata la certezza del diritto
L’altro punto riguarda la natura stessa del diritto. Per definizione il diritto deve essere certo: non esiste legalità senza certezza del diritto. Ora, se invece, come sta avvenendo, il governo interviene ogni 15 giorni su un problema, cambiando continuamente le regole, non c’è più legalità. Questo fenomeno non rientra nella legalità. Un diritto incerto non è un diritto. È un cambiamento enorme perché la gente si sta abituando. Per vivere, rispettando la legge, occorre che i cittadini sappiano quale è la legge e che questa sia stabile. Altrimenti si cade in uno stato di illegalità.
Il colpo di stato
Questi due concetti sono importanti. Siamo entrati in questo colpo di stato, che è già avvenuto. Cambieranno il nostro concetto di libertà e di diritto. In fondo questo modello che fa emergere una situazione illegale insieme a quella legale, l’assenza di norme accanto alle norme, è quello che gli studiosi definivano lo stato nazista. Cioè uno stato duale: da una parte sembra che lo stato sia ancora operativo, mentre dall’altro emergono nuovi poteri esterni che poi sono quelli che in realtà decidono.
La cecità delle persone [sulla falsa libertà delle persone] procede insieme all’informazione imposta. Il governo tra i vari decreti legge ne ha emanato anche uno che finanzia i giornali che pubblicano le informazioni del governo sul coronavirus. Tutti i giornali hanno preso questi fondi. Credo che un giorno gli storici guarderanno a questo momento come un momento della storia in cui i giornalisti hanno dato prova della più vergognosa e infame complicità con l’amministrazione pubblica.(Giorgio Agamben, IV Congresso dell’Associazione Radicale Diritti alla Follia del 13 novembre 2021, ripreso da nicolaporro.it)
Giorgio Agamben, Massimo Cacciari, Ugo Mattei, e pochi altri, si sono resi conto lucidamente che la Band Draghi & The Worst Boys ha profittato dell’Emergenza Pandemia Programmata Corona e ora dell’Operazione Speciale Russa contro la Forze Naziste Ucraine per archiviare definitivamente la Costituzione Italiana:
Vorrei riprendere, per cominciare, alcuni punti che avevo provato a fissare qualche giorno fa per cercare di definire la trasformazione surrettizia, ma non per questo meno radicale, che sta avvenendo sotto i nostri occhi. Credo che dobbiamo innanzitutto renderci conto che l’ordine giuridico e politico in cui credevamo di vivere è completamente mutato. L’operatore di questa trasformazione è stato, com’è evidente, quella zona di indifferenza fra il diritto e la politica che è lo stato di emergenza.
Quasi vent’anni fa, in un libro che cercava di fornire una teoria dello stato di eccezione, avevo costatato che lo stato di eccezione stava diventando il sistema normale di governo. Come sapete, lo stato di eccezione è uno spazio di sospensione della legge, quindi uno spazio anomico, che si pretende però incluso nell’ordinamento giuridico. […]Al paradigma della legge si sostituisce quello di clausole e formule vaghe, come “stato di necessità”, “sicurezza”, “ordine pubblico”, che essendo in sé indeterminate hanno bisogno che qualcuno intervenga a determinarle. Noi non abbiamo più a che fare con una legge o con una costituzione, ma con una forza-di-legge fluttuante che può essere assunta, come vediamo oggi, da commissioni e individui, medici o esperti del tutto estranei all’ordinamento.
Credo che ci si trovi davanti a una forma di cosiddetto stato duale – attraverso il quale Ernst Fraenkel, in un libro del 1941 che bisognerebbe rileggere, ha cercato di spiegare lo stato nazista – che è tecnicamente uno stato in cui lo stato di eccezione non è stato mai revocato. Lo stato duale è uno stato in cui allo stato normativo (Normenstaat) si affianca uno stato discrezionale (Massnahmestaat, uno stato delle misure) e il governo degli uomini e delle cose è opera della loro ambigua collaborazione. Una frase di Fraenkel è significativa in questa prospettiva: «Per la sua salvezza il capitalismo tedesco necessitava non di uno stato unitario ma di un doppio Stato, arbitrario nella dimensione politica e razionale in quella economica». (Giorgio Agamben, quodlibet.it)
Ergo, Mario Draghi è stato imposto in Italia dalla Fascistica Cabala Mondiale di George Soros proprio a tale fine: salvare l’agonizzante Capitalismo Totalitario Globalista e dominare le manipolabili ed inebetite Pecore Panglossiane italiche, mesmerizzate dai nuovi Völkischer Beobachter tipo “La Stampa” che, da decenni, è una fucina di Menzogne, Fake News e Bufale, addirittura peggiorata da quando è diretta dal Goebbelsino in sedicesimo Massimo Giannini. Davvero grottesco il Giannini quando afferma che «le Fake News sono pericolose». Allora, il suo quotidiano è pericolosissimo stante la sua continua e pervicace produzione.
Ex plurimis – tra l’infinita sequela di supercazzole e bufale propalate da La Stampa – una menzione speciale la merita la supercazzola planetaria rilasciata da Jacopo Iacoboni riguardo l’account twitter “Beatrice Di Maio” che sarebbe stato un algoritmo criminale pentastellato, mentre si trattava della moglie di Brunetta! Ma è davvero indecente la sparizione dal sito di un articolo di Maria Grazia Bruzzone che presentava gli stupratori, crocifiggitori, torturatori nazisti, di Battaglione Azov per le bestie infime che esse realmente sono, mentre i cazzari confratelli di “Repubblica” li tratteggiano come “Filosofi Kantiani”…
Un articolo caustico ed icastico contro il “Corriere della Nato”, “La Stampa di Biden”, “la Repubblica (neonazista) di Zelensky” e contro i tagliagole nazisti azoviani, oggi difesi a speda tratta del Pensiero Unico DEM paranazista:
Dopo la foto glamour della bambina-soldato con fucile e lecca-lecca, il Gruppo Gedi, non insensibile al valore (simbolico e pecuniario) delle armi, ci regala un’altra piccola, romantica epopea.
Repubblica intervista Dmytro Kuharchuck, 31 anni, comandante del battaglione Azov, un’unità della Guardia nazionale ucraina esplicitamente nazista, almeno a voler prender sul serio le svastiche, i simboli runici, i tatuaggi delle SS dei suoi componenti.
Titolo dell’intervista: “Non sono nazista, ai soldati leggo Kant. Il reggimento Azov lotta per la nazione”. Accipicchia: Kant, il padre dell’Illuminismo tedesco, uno dei pilastri del pensiero filosofico europeo. “Dmytro”, si legge, “non è il tipo di combattente che ti aspetti di trovare nell’Azov. Misura le risposte, legge Kant e argomenta non solo col bazooka”. Un moderato, un centrista liberale.
Ma vediamo chi sono, questi ragazzoni che alla sera leggono la Critica della ragion pura alla luce dei fuochi da campo sotto le bombe russe. Soprannominati anche “Uomini in nero”, o “Corpo Nero” (sicuramente per l’eleganza dei loro outfit), dopo diverse denunce di Amnesty International nel 2016 sono indicati in un rapporto dell’OSCE come “responsabili dell’uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica”. “Il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me”, cita Dmytro sognante, dimenticando le fosse comuni sotto di lui.
Dmytro, dice Rep, “conferisce direttamente col capo, Andrij Biletsky. […] Nel 2010, Biletsky disse che la missione dell’Ucraina era “guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale contro gli Untermenschen (popoli inferiori, ndr) guidati dai semiti” (ibidem). Qui praticamente c’è tutto Kant, ma pure un po’ di Hegel, Voltaire, Spinoza e Hume.
Certo l’Ucraina non è, come dice Putin, una nazione di nazisti. Ciò nondimeno il 19 marzo il presidente Zelensky ha dichiarato “eroe dell’Ucraina” il maggiore Prokopenko, comandante di un distaccamento speciale di Azov. E dal 2010 è eroe nazionale Stepan Bandera, collaborazionista dei nazisti durante la Seconda guerra Mondiale e uccisore di migliaia di ebrei e polacchi, il cui compleanno è festa comandata.
Così succede che per giustificare l’impegno bellicista del nostro governo, che trova 13 miliardi sull’unghia per le spese militari mentre per la Sanità e 6 milioni di poveri non scuce che spiccioli (e le due diverse destre di Italia viva e Fratelli d’Italia vogliono eliminare anche il reddito di cittadinanza), si costruisca una narrazione in cui il governo ucraino è l’incarnazione del bene, al punto che le sue milizie naziste finiscono ritratte sul quotidiano progressista fondato da Scalfari. (Orsini no, il capitano del Battaglione Azov sì. Avercene. Capito come siamo messi?).
Che aspettiamo a invitare Dmytro al Festival del cinema di Roma, intervistato da Antonio Monda quale virgulto della gioventù liberale e riformista che sconfigge i populisti filo-russi (magari gasandoli)? Sempre che i pacifisti, ancora fermi al vetero-intellettualismo marxista e ignari delle potenzialità democratiche delle bombe, non si mettano di mezzo con la loro smania di censura. (Daniela Ranieri, Il Fatto Quotidiano)
Se Agamben e pochi altri intellettuali, legati alla Commissione Dubbio e Preoccupazione, sono ben consapevoli del colpo di stato
Il Parlamento che verrà eletto tra un anno e due/quattro mesi sarà infatti, sic stantibus rebus, a schiacciante maggioranza di destre ostili alla Costituzione repubblicana (nata dalla Resistenza antifascista, se lo si dimentica o omette, la Costituzione la si è già tradita). Per evitare un completo tracollo in una demokratura orbanicizzata sarà perciò necessario che al Quirinale vigili e faccia da contrappeso chi alla Costituzione scritta (non a quella “materiale” che della prima troppe volte è stata ed è stravolgimento) vuole tener fede, secondo giuramento. (P. Flores d’Arcais)
Ma il Flores d’Arcais non si è ancora reso conto che Cancellier Draghi e i suoi Kakistocrati hanno già liquidato la Costituzione Italiana con il fascistico Green Pass? Cosa potrebbero fare una Meloni o un Salvini più di quanto non abbia già fatto la Ur-Sinistra Radical Chic e Fascio-Sorosista di PD e LeU, con la parte di Movimento 5 Stelle in appoggio al Draghismo?
Mah…
Fortunatamente i MicroMega non tornano indietro nello stigmatizzare le bestie naziste del Battaglione Azov, la replica dei Topi di Fogna della Divisione Panzer “Das Reich” delle Waffen-SS naziste in cui militavano parecchi ucraini, e colpevoli di innumerevoli eccidi come a Oradour-sur-Glane:
“Questo è il fiore del partigiano, morto per la libertà” recita Bella Ciao, canzone della resistenza italiana conosciuta in tutto il mondo e tradotta in oltre 40 lingue, anche in ucraino. A inizio marzo la cantante Khrystyna Soloviy ha riadattato il testo contro l’invasore russo. […]
Scorrendo la bacheca Facebook di Khrystyna Soloviy esattamente sotto al post in cui lancia la rivisitazione di Bella Ciao, c’è una foto dei suoi anfibi in cui spicca la scritta “Батько нaш Банде́ра” che tradotto significa “Nostro padre Bandera”. Il riferimento è a Stepan Bandera, il capo dei nazionalisti ucraini durante la Seconda guerra mondiale che giurò fedeltà a Hitler e che oggi continua a essere ricordato in Ucraina nei settori di estrema destra e nazionalisti, che nel 2012 con la formazione Svoboda hanno raggiunto il 10% dell’elettorato e che hanno cavalcato il movimento di Piazza Maidan del 2014, entrando a far parte del governo provvisorio. […]
Con l’inizio della guerra abbiamo assistito a quello che potremmo chiamare un’operazione di pulizia dell’immagine di questi gruppi, in particolare del Battaglione Azov, con interviste da parte dei media in cui dichiarano di non essere nazisti, di leggere Kant e di combattere per la libertà. Versione che confligge con il loro simbolo, la runa Wolfsangel, utilizzata da un battaglione delle SS [rectius, dalla Divisione SS Das Reich, ut supra]…
Nel 2019 negli Stati Uniti c’è stata la richiesta da parte di alcuni deputati del Congresso di Washington di inserire Azov nella lista delle organizzazioni terroristiche, anche per i rapporti con i suprematisti d’oltreoceano che spesso si sono arruolati nelle sue fila. Ma non c’è solo Azov nell’estrema destra ucraina paramilitare, ci sono anche Aidar, Donbass, Dnepr 1 e Dnepr 2, tutti battaglioni sostenuti economicamente dallo stesso oligarca: Ihor Kolomoyskyi, tra le prime tre persone più ricche d’Ucraina, dal 2021 ospite non gradito negli Usa, con un mandato di cattura sulla sua testa da parte dei tribunali russi. […]
Durante la campagna elettorale gli altri candidati accusavano Zelensky di essere il burattino di Kolomoisky e che di fatto sarebbe stato lui il vero presidente in caso di vittoria del comico.
Aldar, uno dei battaglioni che il magnate ucraino avrebbe sostenuto dal 2014, si è reso protagonista di una serie di violazioni dei diritti umani denunciati da un rapporto di Amnesty International. “Sono stati coinvolti in abusi diffusi, inclusi rapimenti, detenzioni illegali, maltrattamenti, furti, estorsioni e possibili esecuzioni” accusa l’organizzazione umanitaria mentre una donna di Donetsk ha raccontato a Newsweek di aver ricevuto la testa di suo figlio, combattente filo-russo, in una scatola di legno. […]
Al momento Azov ha due battaglioni nell’Oblast di Kiev, è presente a Zaporižžja e ha circa 1.500 uomini a Mariupol, dove si trova anche “l’eroe d’Ucraina” Denis Prokopenko, il comandante del Battaglione che è stato insignito da Zelenski della più alta carica del Paese. Dalla loro postazione hanno affermato attraverso un video che i russi stanno usando armi chimiche, notizia ripresa dai giornali italiani come fonte attendibile mentre il governo di Kiev non si sbilanciava e i servizi d’intelligence occidentali davano la notizia come non verificata.
La centralità di Azov e degli altri gruppi neonazisti è quindi cresciuta nel corso della guerra, l’attenzione mediatica che ricevono e l’attendibilità come fonte conferisce loro anche una credibilità politica, potenzialmente pericolosa per il futuro. (Valerio Nicolosi, Micromega.net)
Attenzione: le mogli dei macellai Azoviani stanno cercando di esfiltrare da Mariupol i loro mariti, con l’intento di portarceli in Italia!
Ecco uno dei loro innumerevoli crimini, commesso contro un separatista filorusso, crocifisso e bruciato vivo come monito per i suoi compagni della Resistenza al Nazismo Ucraino.
Non so se ci rendiamo conto di quale colpo esiziale sarebbe per la nostra traballante Democrazia la presenza in Italia di migliaia di siffatti individui – non bastando i colpi micidiali già inferti da Draghi & Co.
- Guidate da Kateryna Prokopenko, moglie del comandante del reggimento Denis Prokopenko, le quattro donne sono arrivate a Roma per denunciare l’assedio per mano dell’esercito russo dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove al momento stanno combattendo i loro mariti.
- Hanno presentato una proposta di accordo chiara: vogliono un’evacuazione sicura per i membri del reggimento verso un paese terzo in cambio di garanzie scritte di non combattere più fino alla fine della guerra. (editorialedomani.it)
Ritorniamo ad uno dei pochi VERI intellettuali antifascisti del XXI secolo: Giorgio Agamben.
La precedente chiosa di Agamben esplica chiaramente il motivo per cui gran parte dei “giornalisti” italiani vengono definiti i pennivendoli. A spiegarlo uno dei pochi VERI giornalisti rimasti in Italia, Ivo Caizzi, che non può assolutamente essere ricompreso nella sconfinata prateria dei Pennivendoli, Schiccheracarte, Gazzettieri e Leccons del Regime Draghista,
Il premier Mario Draghi, appoggiato dal “governo dei migliori”, ha usato il denaro pubblico per influenzare o magari addirittura “comprare” il consenso degli editori dei principali organi d’informazione e dell’élite dei giornalisti? Questa domanda, che gli andrebbe rivolta in conferenza stampa, può scaturire come logica conseguenza di fatti incontestabili.
1) Tanti giornali italiani (escluso il Fatto) hanno celebrato Draghi “a priori” e a oltranza, da quando è stato imposto a Palazzo Chigi pur senza avere avuto il consenso degli elettori.
2) Gli editori degli stessi organi d’informazione hanno sostenuto questa esaltazione di un tecnocrate della grande finanza, pur senza esperienza in cariche politiche e con un passato non privo di segreti e “ombre”.
3) I giornalisti più pagati avevano implorato il governo di salvare le loro “pensioni d’oro” dal crollo della cassa Inpgi 1, che pretesero di privatizzare per godere di un sistema privilegiato rispetto a quello pubblico Inps.
4) Gli editori percettori di erogazioni pubbliche e disinvolti spremitori dell’Inpgi 1 (per tagliare i costi con i prepensionamenti) avevano chiesto ulteriori aiuti di Stato.
5) Draghi e il suo governo hanno stanziato 350 milioni di fondi pubblici per gli editori, che – se hanno interessi in altri settori – possono beneficiare di contributi statali aggiuntivi.
6) Il premier ha salvato le “pensioni d’oro” dell’élite dei giornalisti, incurante del parere negativo della Corte dei conti e senza nemmeno un ricalcolo (che avrebbe evitato allo Stato almeno di accollarsi i privilegi più imbarazzanti).
Draghi dovrebbe chiarire se, da questi presupposti, può essere scaturito un “do ut des” tra la sua celebrazione mediatica e i fondi pubblici agli editori e ai giornalisti più pagati. E, se non fosse in grado di smentirlo, ne uscirebbe un mega-scandalo. Perfino l’Unione europea dovrebbe intervenire per tutelare il diritto fondamentale della libertà di informazione, replicando quanto ha fatto dopo le restrizioni sui media nell’Ungheria di Viktor Orbán.
Per Draghi la situazione potrebbe diventare ancora più delicata, se corresse per succedere al Quirinale a Sergio Mattarella. Il denaro pubblico, elargito agli editori e all’élite dei giornalisti, non favorirebbe la sua ambizione personale? Non indurrebbe a sottovalutare i segreti e le “ombre” di quando era alla banca privata Usa Goldman Sachs, ha frequentato super-lobby riservate della finanza e ha attuato politiche da “Robin Hood al rovescio”, togliendo ai poveri per dare ai ricchi (da salvataggi di banchieri e investitori, con fondi pubblici della Bce, fino ai regali da premier a grandi imprese, finanzieri, editori e giornalisti più pagati)? (Ivo Caizzi, il Fatto Quotidiano)
Già, sembra proprio che il maggiordomo della Cabala Mondiale dei Soroi, Mario Draghi, stia finanziandosi il consenso del circo mediatico a colpi di denaro pubblico. E, ovviamente, l’oceanica pletora dei plaudatores e dei Cazzari dell’informazione all’italiana gode come un riccio.
Continua l’autorevole Caizzi:
Nella corsa per il Quirinale non sta emergendo nemmeno che Draghi potrebbe essere percepito – per le sue politiche da “Robin Hood al rovescio” – come un tecnocrate divisivo da milioni di italiani poveri o disoccupati. Né che, dietro ai suoi segreti alla Goldman Sachs e nelle lobby riservate, potrebbero celarsi patti e conflitti d’interessi incompatibili per un capo dello Stato.
Da ben trent’anni a questa parte, a partire dalla famigerata crociera del Britannia del 2 giugno 1992, sembra proprio che il nonno prestato alle istituzioni non abbia fatto altro che spolpare Italia e Italiani a favore del circuito latomistico contro-iniziatico a cui egli è affiliato, e dei suoi comparuzzi.
Ecco cosa affermava il “democratico” Draghi sul Britannia, ad appena una settimana dall’efferato attentato compiuto dalla Mafia Vincente ai danni di Giovanni Falcone, moglie e scorta, mentre tutti gli astanti festeggiavano la prolusione draghista tra caviale e champagne.
Tratto da il Fatto Quotidiano:
“Signore e signori, cari amici … Durante gli ultimi quindici mesi, molto è stato detto sulla privatizzazione dell’economia italiana. Alcuni progressi sono stati fatti, nel promuovere la vendita di alcune banche possedute dallo Stato ad altre istituzioni cripto-pubbliche, e per questo la maggior parte del merito va a Guido Carli, ministro del Tesoro. Ma, per quanto riguarda le vendite reali delle maggiori aziende pubbliche al settore privato, è stato fatto poco.”
Non deve sorprendere, perché un’ampia privatizzazione è una grande – direi straordinaria – decisione politica, che scuote le fondamenta dell’ordine socio-economico, riscrive confini tra pubblico e privato che non sono stati messi in discussione per quasi cinquant’anni, induce un ampio processo di deregolamentazione, indebolisce un sistema economico in cui i sussidi alle famiglie e alle imprese hanno ancora un ruolo importante.” (Mario Draghi, prolusione sul panfilo Britannia del 2 giugno 1992)
Ho sottolineato il punto saliente: per Cancellier Draghi le famiglie e le piccole e medie imprese non devono essere sostenute con i sussidi. In parole povere devono essere lasciate morir di fame! Ed esattamente ciò che sta avvenendo oggi, grazie al Super Super Green Pass, al Pretesto Pandemia Programmata e alle sanzioni applicate contro la Russia (rectius, applicate contro il Popolo Italiano)!
Finalmente, dopo oltre due anni di immobilismo inaudito della Magistratura, alcuni dei responsabili della sospensione sine die della Sacra Costituzione Italiana sono stati indagati.
Malgrado il fatto che tutti i Mainstream Media italiani siano controllati dai Draghisti…
LA GUERRA DELLA VERITÀ DI IVO CAIZZI CONTRO LA BARBARIE DRAGHISTA
La guerra per la verità di Ivo Caizzi, ex corrispondente da Bruxelles del Corriere della Sera, comincia da lontano. Da quando, cioè, egli rifiuta di fare da sponda alle fake news del direttore CdS Fontana e del vicedirettore Fubini, notoriamente appartenenti al nucleo del “Corriere della Sera Sorosiano”, pienamente funzionali al progetto globalista, mondialista e antidemocratico dello psicopatico George Soros, un progetto sposato in pieno da Mario Draghi.
L’editore del CdS, Urbano Cairo – che sta a Draghi come Amann stava ad Hitler – poco tempo dopo licenziò Caizzi, ma giustizia è stata fatta dalla Corte di Appello di Milano, avendo ordinato a Cairo di riassumere Ivo Caizzi.
Non è ultroneo ricordare che Cairo ai tempi in cui lavorava in Fininvest «è stato accusato dai pubblici ministeri italiani di falso in bilancio, falsa fatturazione e appropriazione indebita». Il processo si è concluso con una condanna: «Il signor Cairo si è dichiarato colpevole e ha ricevuto una pena sospesa di 19 mesi con libertà vigilata di cinque anni» e che Cairo è anche l’editore di quella Perenne Fucina 24/7 di Fake News e Bufale pro Regime Draghista qual è La7.
Il Corriere della Sera, rectius, il Corriere della Nato, non ha perso l’abitudine di censurare i (pochi) giornalisti liberi, com’è capitato a Monica Ricci Sargentini, che ha osato criticare il Bardo di Soros, Roberto Saviano.
Il commento del Fontana, direttore del corriere, è allucinante, «Sargentini non ha chiesto il permesso al direttore di esprimere le sue opinioni» (sic!).
Seguono altri carichi da 90 di Ivo Caizzi sulla regalia del Draghi all’Inpgi:
L’articolo 28 della bozza della legge di Bilancio conferma il vizio del premier Mario Draghi di “privatizzare” i profitti e di scaricare le perdite dei privati sullo Stato con il suo stile da “Robin Hood al rovescio”, che toglie ai poveri per dare ai ricchi, ai potenti o ai privilegiati. Si griderebbe già allo scandalo, se tanti giornali non avessero occultato i costi per i contribuenti e i risvolti di avidità e immoralità. Perché Draghi vuole far pagare alla collettività il salvataggio delle “pensioni d’oro” e di altri privilegi del fondo previdenziale privatizzato Inpgi al collasso per aver iper-beneficiato per decenni la parte meglio retribuita dei giornalisti dipendenti: una élite minoritaria rispetto ai giovani colleghi con salari bassi e alla massa dei precari sfruttati dagli editori con pochi euro ad articolo (ghettizzata nel penalizzante e quindi ricco Inpgi. Tutto questo quando il premier vara una “stretta” sulle pensioni dei comuni cittadini, in gran parte risicate o da fame. E promette più “equità”.
Nella sostanza Draghi sta replicando quanto attuò da direttore del Tesoro, “privatizzando” aziende dello Stato redditizie (come Autostrade o Telecom), e da presidente della Banca centrale europea, elargendo fondi pubblici anti-crisi per salvare banchieri privati e investitori sui mercati finanziari. Ma il caso Inpgi fa anche capire che il “Governo dei Migliori” tutela privilegi corporativi, diseguaglianze e perfino conflitti d’interessi: visto che proprio i giornalisti più pagati – invece di incassare aiuti di Stato – dovrebbero denunciare per primi gli sprechi di denaro pubblico. […]
L’Inpgi, erogando rendite e privilegi eccessivi, ha perso 580 milioni in tre anni. Era atteso il commissariamento con ricalcolo al ribasso delle “pensioni d’oro”. Ma tanti giornalisti dell’Inpgi, appoggiati da padroni di giornali (che mollano al fondo i tanti prepensionati nelle redazioni), hanno celebrato e implorato Draghi, che da buon “Robin Hood al rovescio” ha concesso il massimo.
Quell’articolo 28 scaricherebbe sull’Inps (cioè sullo Stato) tutte le rendite gonfiate con parametri privilegiati. Elimina perfino il ricalcolo per ridurre le “pensioni d’oro” in base ai contributi effettivamente versati. Il plotone dei “politico & giornalista Inpgi” già manovra per far passare questo maxi regalo in Parlamento. Ma si apre un problema di credibilità per il premier, che promette “equità” e salva i privilegi. In più intende ricomprare a caro prezzo Autostrade. Non ha risolto il problema Mps, che scarica perdite sullo Stato simil Alitalia. Colleziona flop in Europa. Gli applausi Draghi li riceve dalla lobby Confindustria, da giornalisti Inpgi, da padroni di giornali e da ricchi vari, tutti ansiosi di ricevere denaro pubblico a pioggia. (Ivo Caizzi, Draghi “Robin Hood al rovescio”, il Fatto Quotidinano)
L’algido e supponente Cancellier #Draghitler ricopre di oro, per ingraziarseli, i cosiddetti “cani da guardia della democrazia”, in realtà cani da grembo, che si accucciano ai suoi piedi in attesa di ossi dal loro padrone (il Draghi, appunto), e appoggiano le sue scommesse da avventuriero.
D’altro canto, il Draghi, da icastico esponente della Cabala Mondiale e come tutti gli Epistocrati, ha sempre avuto in uggia la democrazia e la narrazione giusta del Popolo Sovrano, come afferma rettamente il Prof. Ugo Mattei della Commissione Dubbio e Precauzione…
IL TARDO EPIGONO DI HITLER, MARIO DRAGHI, HA TROVATO I NEMICI CONTRO CUI PUNTARE L’INDICE
Draghi e la sua sgangherata e sgarrupata Armata Brancaleone hanno già trovato i nemici ideali a cui addossare gli inevitabili futuri fallimenti.
Per Hitler il capro espiatorio par excellence era l’etnia Ebrea, per Stalin erano i trotzkisti, per il distopico Grande Fratello di Orwell erano Emmanuel Goldstein e la sua Confraternita, per Draghi sono i No-GreenPass e i No-Vax, anzi come li qualifica giustamente Paragone i Free-Vax, e adesso il nemico del Draghismo è il nostro miglior partner commerciale: la Russia.
È tipico nelle Dittature e nelle Tirannidi criminalizzare chi osa pensare liberamente, con la propria testa.
Ecco come instilla e sparge odio e intolleranza il “Macellaio Sociale della Grecia”, a cui non basta aver calpestato la Costituzione Italiana, ma vieppiù crea ulteriori strappi sociali alimentando un clima di tensione che potrebbe portare a pogrom simili a quelli subiti dagli Ebrei nel corso della millenaria storia dell’Intolleranza e dell’Odio.
“il linguaggio d’odio, che sfocia spesso in razzismo e antisemitismo, contiene il seme della violenza e non va tollerato: è una malapianta che diffonde il veleno dell’indifferenza e dell’apatia”.
Volete sapere chi ha profferito questa fase iconica? Esso è Mario Draghi. Da che pulpito vien la predica…
Una domanda, comunque, sorge spontanea: il Draghi si è mai davvero vaccinato, visto che sembra che nessuno degli altri membri della Massoneria Mondiale Contro-iniziatica a cui egli appartiene (Ur-Lodge “Three Eyes”, cfr. “Massoni di G. Magaldi) lo abbia fatto, come Elon Musk ha candidamente confessato?
Dalla propaganda Draghista anti-NoVax passiamo agli infuocati attacchi alla Capitan Fracassa e i Fanfaroni al fronte contro la Russia di Putin, con tutta una serie di menzogne e disinformazione. Non dimentichiamo che Mosca sta rispettando i patti, continuando a fornire il gas da cui dipendiamo per il 42% delle nostre richieste d’energia, mentre i Draghisti NON RISPETTANO ALCUN PATTO.
E, soprattutto, non rispettano né gli Italiani, né la Costituzione.
TUTTE LE BALLE DEL PRESIDENTE
Tutti i Regimi Totalitari e Arbitrari come quello che si sta velocemente dipanando in Italia con il Draghi si fondano sulle menzogne.
Leggiamo le altre Bufale del Salvatore d’Italia pariolino.
Per giustificare l’introduzione di questo strumento di controllo anche per accedere alla vita sociale [il Green Pass] e per mettere all’angolo alcuni oppositori politici, il Premier si è lasciato andare incautamente ad alcune dichiarazioni erronee nei confronti dei vaccini e delle conseguenze a cui vanno incontro i soggetti che non si sottopongono al siero.
Si tratta, come già evidenziato da alcune testate on line, di vere e proprie fake news.
Partiamo dalla prima dichiarazione erronea. Durante la conferenza stampa, un giornalista ha chiesto a Draghi di pronunciarsi sulla posizione espressa da Matteo Salvini, il quale nei giorni precedenti aveva affermato che il vaccino non fosse necessario per i giovani.
In risposta, il premier ha usato parole durissime che sono poi state rilanciate l’indomani da alcuni quotidiani per esacerbare il clima di terrore e di divisione politica:
«L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore».
Premesso che Draghi non ha specificato se con il termine “ammalarsi” intendesse la semplice positività alla Covid-19 o lo sviluppo vero e proprio della malattia, in ogni caso entrambi i concetti costituiscono delle fake news. Il Presidente del Consiglio ha infatti erroneamente diffuso il concetto che chi non si vaccina automaticamente si ammala e muore oppure può contagiare e provocare la morte di altre persone.
Innanzitutto, è falso dire che “Chi non si vaccina si ammala”.
In Italia dall’inizio della pandemia, con i primi casi registrati a febbraio 2020, sono 4.302.393 le persone risultate positive alla Covid-19, ossia solo il 7,13% sul totale della popolazione (60,36 milioni di cittadini). Gran parte di questo 7,13% è stato composto non da “malati” ma solo da positivi al tampone.
È altrettanto errato far passare indirettamente il messaggio che i vaccinati non si contagino e non contagino gli altri, come ben evidenziato, invece da Regno Unito e Israele. (Enrica Perucchietti, Green pass: le tre clamorose fake news di Draghi sui vaccini, nobufale.it)
NO! E’ una bufala, OVVIAMENTE! Con l’arrivo della variante Omicron, i vaccinati rischiano di infettare e infettarsi esattamente come i Non Vaccinati e, addirittura, chi si inocula la terza dose rischia di ospedalizzarsi e di morire in maniera esponenzialmente superiore a chi si ferma alla seconda dose. La terza dose NON SOLO È INUTILE, È DANNOSA, come dimostra questo studio proposto da P. Becchi e N. Trevisan.
Ma nulla importa all’Armata Brancaleone Draghiana, che comincia a diventare isterica, sbavante, rabbiosa e psicotica come gli Hitleriani all’interno del bunker di Berlino nel 1945.
Pochi storici ricordano che, già prima dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale, i turisti disertavano la Germania. Nelle strade di Berlino non si ascoltava più la musica nei locali, ma riecheggiava cupamente il rimbombo degli stivali di SS ed SA.
Siamo l’unico Paese in Europa ove, grazie a Draghi e Speranza, sono obbligatori Green Pass Rafforzato e le mascherine, simbolo visivo dell’asservimento del popolo, come in passato le camicie nere e il libretto di Mao
Gli altri Paesi stanno prepotentemente tornando alla Democrazia e alla Libertà. Non così il Regime Draghista che sta riplasmando un nuovo Fascismo, esattamente 100 anni dopo la Marcia su Roma.
Con una sola differenza, preconizzata da Eric Arthur Blair (George Orwell): i Fascisti del futuro non si sarebbero vestiti d’orbace, ma indossato abiti su misura e cravatte di seta.
Chi verrebbe in vacanza in un triste Paese para-nazista, uno Stato di Polizia psicopatico, psicotico e oppressivo, qual è diventato il “bel Paese”, ove si viene controllati ogni due minuti per dimostrare il possesso del “papiere” e multati se si è senza mascherina, quando in tutti gli altri Paesi del Mondo – esclusa ovviamente la para-nazista Cina a cui i Draghisti si ispirano – si può godere di libertà, divertimento e aria pulita?
Centinaia di migliaia di Italiani, ogni anno, si trasferiscono definitivamente all’estero.
Le presenze di turisti dall’estero sono crollate a -80%, hanno cessato l’attività decine e decine di migliaia tra alberghi e ristoranti, ma per i gerarchi Draghisti «la colpa della rovina» è dei No GreenPass, similmente ai gerarchi Nazisti che, dal bunker della Cancelleria, accusavano gli Ebrei della loro disfatta, anche se gli Ebrei erano tutti morti o morenti nei Konzentrationslager.
In brevis, la Barbarie Draghista sta artatamente creando i Due Minuti D’Odio contro coloro che non si piegano al Draghismo, al fine di giustificare i fallimenti e la stagflazione a cui i Draghisti non pongono alcun rimedio, che, giorno dopo giorno, diventano sempre più pesanti, palesi e plateali, pur venendo occultati dall’infinita pletora dei Pennivendoli LeccaDraghi che infarciscono come maionese puteolente e scaduta tutti i nostri Mainstream Media.
IL NAZISTICO GREEN PASS DI DRAGHI E SPERANZA
Il Green Pass draghista, in tutte le sue continue e improvvise declinazioni e convulsioni – nel giro di appena due settimane, tra lo scorso anno e l’inizio del 2022, le libertà costituzionali degli Italiani sono state sempre più compresse e per ben tre volte con il placet di chi avrebbe dovuto difendere la Costituzione –, è l’icastica ipostatizzazione che lo Stato di Draghi è uno Stato di mero Arbitrio, uno Stato Duale proto-Nazista, ipostasi del «TotalerStaat» nel XXI secolo.
Nonostante il green pass, il super green pass, il green pass rafforzato, l’obbligo vaccinale e le multe per i non vaccinati, strumenti che il presidente del Consiglio ha definito indispensabili per evitare il blocco del Paese, l’Italia si sta velocemente avviando verso un nuovo lockdown. Una chiusura non dichiarata, ma attuata nei fatti. O meglio, diventata inevitabile proprio a causa delle suddette misure che la vorrebbero scongiurare nel timore di provocare danni economici di rilevanti entità. Sì: presentate come soluzione indispensabile ai problemi provocati dalla pandemia, le regole approvate dal governo si stanno trasformando in un cappio al collo del sistema industriale, sanitario e perfino della distribuzione, della ristorazione e dell’ospitalità. Come era ampiamente prevedibile (ne abbiamo scritto settimane fa), tra obblighi e divieti, quarantene e tamponi, l’Italia si sta facendo male da sola, senza riuscire peraltro a fermare il virus e a evitare i decessi. (Maurizio Belpietro, laverità.info)
Gli squadristici Minions draghiani dei “giornaloni”, La7, Mediaset e RAI non hanno neanche il coraggio di rivelare che, nel solco dello Stato duale Hitleriano, Draghi ha creato uno Stato di Apartheid che anche Amnesty International stigmatizza duramente:
Ormai, grazie a Draghi, siamo in un post-nazista Stato di Polizia in cui le manganellate non vengono risparmiate neanche a bambini e ragazzini, su ordine di Lamorgese, che però. accoglie a braccia aperte, assieme ai cosiddetti “migranti” che arrivano a frotte e flotte con i taxi del mare di George Soros, anche gli “infiltrati” mafiosi nigeriani. E oggi gli Ucraini che, a differenza degli Italiani, non devono esibire Green Pass e Vaccinazioni Coatte.
Per la legge del contrappasso, Selvaggia Lucarelli, che sembrava godere ogni qual volta le guardie usavano manganelli e cannoni ad acqua ghiacciata contro i portuali di Trieste e contro i No Green Pass, ora schiuma rabbia e livore, dopo che i manganelli sono stati usati contro il suo tenero figlioletto.
A Lucare’, mo’ te brucia eh?
Non è ultroneo rammentare che il Draghi ha sempre imposto qualsiasi macellazione sociale giustificandola con il solito mantra «ce lo chiede l’Europa».
Ma l’Europa ha sempre chiesto di evitare discriminazioni tra chi si vaccina e chi ha scelto di non essere vaccinato, come invece sta accadendo grazie all’Invencible Armada Draghista.
È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate. Pertanto …». (Rettifica del regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2021)
Lo ribadiamo, “Cancellier Draghitler” e i suoi Gerarchetti approvano qualsiasi macellazione sociale imposta dalla UE, ma non le condanne contro lo Stato di Apartheid Draghista.
Gli Stati vengono esortati a ‘informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole e a garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato’.
Vogliamo vedere la faccia di Speranza (Draghi quel giorno avrà pilates) nell’annunciare agli italiani che i grandi strateghi al Governo han deciso di rovinare la vita a milioni di cittadini, ottusamente, per un “eccesso di zelo”. Chiamiamolo così…
Il Consiglio d’Europa (organizzazione con sede a Strasburgo, distinta dall’Ue, istituita nel 1949 dalla Convenzione europea dei diritti umani con 47 Paesi firmatari, tra cui l’Italia) dà una bella stoccata all’obbligo vaccinale e al Green pass, misure introdotte formalmente o surrettiziamente nella maggior parte dei Paesi europei tra cui l’Italia. Come racconta Stefano Valentino su Il Fatto Quotidiano, “un rapporto approvato a fine gennaio a larga maggioranza ha bocciato l’utilizzo delle certificazioni per punire i non vaccinati. Gli Stati vengono esortati a ‘informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole e a garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato’”.
Il testo, intitolato “Vaccini Covid-19: questioni etiche, legali e pratiche”, sostiene che il concetto di passaporto vaccinale (Green pass) è “contrario alla scienza”, in assenza di dati sull’efficacia dei vaccini nel ridurre la contagiosità e sulla durata dell’immunità acquisita. Questo testo, spiega ancora Il Fatto, “scredita di fatto i decreti dell’esecutivo di Mario Draghi che penalizzano i non vaccinati con divieti volti testualmente alla ‘prevenzione di SarsCov2’, ossia alla neutralizzazione di infezioni e contagi. I vaccini approvati dall’Ema si sono rivelati efficaci nel prevenire le forme gravi del Covid (ricoveri e decessi). Non impediscono invece al virus di infettare l’organismo e trasmettersi a terzi. È quanto emerge da trial clinici, bugiardini e studi condotti sulle varianti Delta e Omicron”. E quindi non dai no vax.
Secondo il dossier consegnato recentemente al Senato dall’avvocato Renate Holzeisen, “decadrebbe anche il mutuo riconoscimento tra i Paesi dell’Ue delle certificazioni vaccinali che, secondo la normativa comunitaria, è subordinato ad evidenze scientifiche sull’interruzione delle catene di trasmissione. Una settimana prima era stato il Comitato internazionale per l’etica della biomedicina (Cieb) a prendere di mira l’Italia. La rete scientifica internazionale creata da docenti ed esperti per promuovere un dibattito critico sulla gestione politica della crisi Covid ha chiesto l’abolizione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 e del Green pass”.
Ha invitato gli altri Paesi e le organizzazioni internazionali a fare pressioni sul governo italiano affinché ponga fine alla “sperimentazione di massa di un medicinale sperimentale impropriamente denominato vaccino”. E ora sono diverse le associazioni civiche che negli ultimi mesi hanno presentato esposti alla Corte penale internazionale de L’Aia per crimini contro l’umanità. Sarebbero tali “le imposizioni dei trattamenti con sostanze sperimentali col ricatto (privazione di diritti fondamentali come quello al lavoro, ai servizi pubblici e alla libera circolazione)”, dichiara Holzeisen riferendosi all’art 7 dello Statuto della Corte. (Cupio Dissolvi, scenarieconomici.it)
Sottolineiamo questo punto:
Secondo il dossier consegnato recentemente al Senato dall’avvocato Renate Holzeisen, “decadrebbe anche il mutuo riconoscimento tra i Paesi dell’Ue delle certificazioni vaccinali che, secondo la normativa comunitaria, è subordinato ad evidenze scientifiche sull’interruzione delle catene di trasmissione. Una settimana prima era stato il Comitato internazionale per l’etica della biomedicina (Cieb) a prendere di mira l’Italia (Leggi). La rete scientifica internazionale creata da docenti ed esperti per promuovere un dibattito critico sulla gestione politica della crisi Covid ha chiesto l’abolizione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 e del Green pass”.
Il Cieb ha invitato gli altri Paesi e le organizzazioni internazionali a fare pressioni sul governo italiano affinché ponga fine alla “sperimentazione di massa di un medicinale sperimentale impropriamente denominato vaccino”. La scadenza della sperimentazione scade infatti tra il 2023 e il 2024.
E ora sono diverse le associazioni civiche che negli ultimi mesi hanno presentato esposti alla Corte penale internazionale de L’Aia per crimini contro l’umanità. Sarebbero tali “le imposizioni dei trattamenti con sostanze sperimentali col ricatto (privazione di diritti fondamentali come quello al lavoro, ai servizi pubblici e alla libera circolazione)”, dichiara Holzeisen riferendosi all’art 7 dello Statuto della Corte.(secondopianonews.it)
È COSI’ CHE MUOIONO DEMOCRAZIA E LIBERTÀ: SOTTO SCROSCIANTI APPLAUSI. I MINIONS LECCADRAGHI
Una scena siffatta non si è mai vista in un Paese Democratico qual era l’Italia prima che la Pandemia Programmata Corona divenisse l’attuale Stato di Eccezione proto-nazista guidato dal tandem Draghi-Speranza.
Alla conferenza stampa di fine anno di Cancellier Palpatine-Draghi, la maggior parte dei giornalisti si è levata in piedi applaudendo freneticamente e pecorescamente come Minions, fino a spellarsi le mani, il Gesù dei Parioli.
Triste scena, a cui abbiamo assistito solo ai tempi del Propaganda Ministerium di Goebbels, Minculpop Fascista, o nei Regimi Stalinisti.
Siffatti sarebbero i “cani da guardia della Democrazia”? Sembra solo una canea di presstitutes plaudentes e scodinzolanti.
Applausi in Stile “Corea del Nord”!
La battuta sarcastica più ricorrente e ormai anche un po’ logora che gira sui social è quella che rimanda a Fantozzi, Filini e Calboni che rivolti all’onorevole cavaliere conte Diego Catellani esultano: “E’ un bel direttore”, “è un santo”, “un apostolo”. Si aggiunge, forse, la celebre parodia di Nerone fatta da Ettore Petrolini: in un monologo dalle movenze un po’ mussolineggianti, Nerone promette che Roma diventerà “più bella e più superba che pria” (“Il popolo quando sente le parole difficili si affeziona”). E visto che gli hanno detto “bravo” (e lui risponde subito “grazie), ripete all’infinito la frase finché la folla è così festante da non permettergli di pronunciare nemmeno una sillaba. Petrolini prendeva in giro il potere che si bea del trionfo ottenuto dal popolo, ma anche un po’ il contrario, il popolo che si spella le mani per il potente di turno, a prescindere. E a volte senza che quest’ultimo ne abbia alcuna responsabilità.
Per esempio trasmette un effetto distorto, un po’ “coreano” (del nord), che gli applausi prima, durante e dopo al presidente del Consiglio Mario Draghi siano arrivati non in Parlamento, non a un convegno, non in qualsiasi altro posto, ma proprio durante una conferenza stampa, animata da decine da giornalisti di altrettante testate che per definizione sono chiamati a porre domande per incarnare il vecchio motto del cane da guardia, del quarto potere, del custode della democrazia e, vista la calante fiducia dei lettori, magari dovrebbero sentire anche la responsabilità di apparire indipendenti, oltre che esserlo. […]
Su Twitter […] il giornalista di Domani Daniele Erler si pone la domanda: “Entra Draghi in conferenza stampa e i giornalisti applaudono. Credo succeda solo in Italia”. [E in Corea del Nord, aggiungiamo noi, Nota di Seyan] (ilfattoquotidiano.it)
Draghi, in siffatta conferenza imbottita di Minions di Regime, si è presentato come “Nonno prestato alle Istituzioni”.
E non solo si è incensato, ma addirittura si è autocandidato, ovviamente senza esplicitarlo chiaramente, come prossimo Presidente delle Repubblica. Draghi, sedicente nonno delle istituzioni, pretendeva l’investitura ostentando indifferenza.
Venendo punito dai Grandi Elettori che, terrorizzati da lui, hanno preferito confermare il precedente presidente.
E pensare che erano ben due le autocandidature di peso: la prima quella di Nonno Mario, la seconda quella dell’altrettanto impresentabile Nonno Olgettaro!
Nonno Draghi è persino più imbarazzante di B., avendo letteralmente calpestato la Costituzione in questi mesi di mala gestio della Pandemia Programmata Corona. Infinitamente più di Giuseppe Conte, che ha rettamente chiosato che, “se io avessi fatto solo la metà di quello che ha fatto Draghi, mi avrebbero letteralmente crocifisso!”
Due anni di assenza di cure che ha fatto non so quanti morti in attesa di un prodigio che non c’è stato e che del resto non poteva nemmeno esserci vista la natura di questo virus, la cui pericolosità è stata peraltro artatamente moltiplicata per mille. Del resto proprio ieri [Anthony] Fauci ha confermato che le forzature degli obblighi vaccinali non hanno alcun significato sanitario, ma servono solo per vendere sempre più vaccini.
La cosa disperante è che la vicenda vaccinale è stata interamente gestita da Draghi attraverso una serie di innumerevoli di menzogne e questo individuo che ha messo sotto i piedi la Costituzione ora pretende. appoggiandosi alla razza padrona che lo incensa nella sua sconvolgente mediocrità umana e politica, di diventare presidente della Repubblica, ossia il garante della legge fondamentale che egli ha stracciato. Draghi lo vuole per schivare le conseguenze economiche di un altro anno di semi segregazione che per ora vengono nascoste sotto una serie di assurdità su un preteso e grottesco boom economico, e per evitare che la situazione plasmatica della politica possa portare a un qualche allontanamento dai comandamenti delle elite ordoliberista che ad ogni costo vuole risucchiare i risparmi degli italiani.
Chi meglio di Draghi che ha costruito la sua intera carriera sulla svendita del Paese potrebbe garantire questo esito? Una qualche garanzia ci vuole, perché è pur vero che abbiamo una sorta di sgovernissimo, di pappa politica sfatta che ha accettato senza fiatare qualsia abuso costituzionale, ma è anche vero che proprio in una situazione magmatica e confusa ogni cosa è possibile. Insomma c’è bisogno di un re o meglio di un reggente che senza essere direttamente coinvolto possa comandare e trasformare definitivamente la Repubblica parlamentare in Repubblica presidenziale. Il che dimostra che l’unico vaccino che davvero servirebbe è quello contro l’autoritarismo e il vero virus è lo stesso Draghi, una delle tanti varianti del golpe mondialista. (“La variante Draghi è letale”, ilsimplicissimus2.com)
IL NONNO DITTATORE CHE DEFINISCE DITTATORI GLI ALTRI
Ovviamente i Leccons di Regime siffatte cose le occultano o le hanno davvero dimenticate. ma il Nonno Dittatore d’Italia, pur essendo planato a Palazzo Chigi senza la necessità di sottoporsi al fastidio delle campagne elettorali, ha avuto l’arroganza di definire “Dittatore” chi occupa la carica di Presidente del proprio Paese grazie ad elezioni che sono state riconosciute in gran parte come democratiche.
«Con questi che, chiamiamoli per quello che sono, Dittatori [riferito a Erdoğan]…»
Vediamolo il mood democratico del “Gesù” nato ai Parioli.
Ce lo ha sagacemente descritto qualche tempo fa Marco Travaglio.
Nelle sue cosiddette cabine di regie, il “Salvatore” fa sbattere dal Segretario alla Presidenza o altri addetti tomi di cento e più pagine davanti a ogni ministro e chiede l’immediata votazione del testo e approvazione per acclamazione.
I pochi che sommessamente (ma correttamente) chiedono di poter leggere il testo prima di votarlo, vengono cortesemente invitati da Nonno Mario a levarsi dagli zebedei…
Tutti votano a favore. Anzi, come ha chiosato lo stesso Nonno Draghi, tutti i Consigli dei Ministri finiscono tra applausi, cotillons e ovazioni generali, e immaginiamo con tutti i dipendenti di Palazzo Ghigi che fanno la ola.
Ecco le egolatriche dichiarazioni al riguardo del Nonno Prestato alle Istituzioni.
IL FINE DEL GREEN PASS…
Parafrasando George Orwell (“L’obiettivo del Potere è il Potere”), l’obiettivo del Green Pass è il Green Pass stesso.
Il Green Pass è il novello Instrumentum Regni.
Cioè un controllo pervasivo, oppressivo e omnicomprensivo, come nel Paranazismo Cinese, del comportamento di ognuno dei cittadini italiani e l’imposizione del sistema dei crediti sociali. Che infatti ora vengono istituiti a Bologna, la città posseduta dal PD, il Fascistico Partito-Regime, la riedizione in giacca e cravatta, del Partito Nazionale Fascista, Ma questo è il tratto comune di tutta la Ur-Sinistra Fascio-Sorosista Globale, dai Democrats USA al PD Italiano.
Proprio per questo il demente senile Biden ha istituito il Disinformation Governance Board del Dipartimento per la sicurezza interna Usa, la reificazione del Ministero della Verità orwelliano. Ovviamente non poteva che affidarlo ad una demente par suo, Nina Jancowicz, qui in una delle sue migliori performance:
Ormai nei Paesi oppressi dal fascistico Pensiero Unico DEM – dagli USA all’Italia, passando dalla UE – vige il bispensiero della Neolingua, LA VERITÀ È MENZOGNA, LA MENZOGNA È VERITÀ.
Ergo, chi protesta per la libertà di pensiero e di opinione è un criminale, chi afferma che il demente senile Biden è un demente senile, chi dice che l’incompetente Kamala Harris è incompetente, chi sostiene che la folle Jacowicz è folle, è un terrorista!
È diventato deprimente comune leggere attacchi implacabili alla libertà di parola sul Washington Post e su altri giornali. Il movimento anti-libertà di parola è stato abbracciato dai leader democratici, incluso il presidente Joe Biden, così come da accademici che ora affermano che “la Cina aveva ragione” sulla censura. Tuttavia, un articolo sulla rivista Time della corrispondente nazionale Charlotte Alter è ancora più scioccante per il punto a cui sono giunti i Mainstream Media contro la libertà di parola. Alter denuncia la libertà di parola come fondamentalmente “ossessione” dell’uomo bianco. […]
Poiché il Time, il Washington Post, il New York Times e altri media si allineano al movimento contro la libertà di parola, è più importante che mai che i cittadini si battano per questo diritto essenziale. Non c’è nulla di sfumato né in questo movimento né nelle sue implicazioni per questo paese. (Jonathan Turley)
Insomma, PD-PNF vuole riecheggiare e imporre in Italia l’attuale Fascismo Cinese.
«È legittimo dunque porsi la domanda di fondo. Il Green Pass serve a spingere la vaccinazione di massa o il contrario?». Un articolo di importanza capitale è apparso sul quotidiano “La Verità”. Il pezzo, complesso e dettagliato, si intitola “La card non è un mezzo ma lo scopo: erogherà “diritti” solo agli schedati”. Le rivelazioni dei due giornalisti Claudio Antonelli e Giulia Aranguena, che hanno indagato sull’architettura legale e informatica del Green Pass, confermano quanto “Renovatio 21” scriveva qualche giorno fa: il Green Pass è il mezzo sul quale correrà l’euro digitale promesso dalla Lagarde alla Bce. Cioè, l’installazione di una società del controllo totale, dove il cittadino è sottomesso biologicamente, economicamente, elettronicamente al potere centrale. «La creazione di questa grande piattaforma di sorveglianza del cittadino – addirittura di capillarità più profonda di quella cinese – è il vero grande compito che i padroni del vapore si sono dati in questi anni», scrivevamo.
«Con l’euro digitale, come con il Green Pass, voi dipendete dall’Istituzione: persino per le attività più basilari, perfino per i diritti “prepolitici”: mangiare, bere, muoversi…». Ora l’identità profonda delle due cose – Green Pass ed euro digitale – è dimostrata dal reportage del giornale milanese, che ha scavato a fondo nei documenti. Il Green Pass, essenzialmente, è una piattaforma elettronica pensata per esistere anche senza il vaccino: «Il Green Pass nudo e crudo è quindi un account che mira ad attestare il possesso di determinate condizioni in base alle quali un utente può dirsi abilitato e verificato rispetto a una piattaforma che eroga diritti e libertà (vedi il semaforo verde) concessi dal gestore. In questo caso il gestore della piattaforma è lo Stato, la piattaforma è proprietaria e a totale controllo statale, i diritti e le libertà di accesso a un determinato luogo vengono restituiti sotto forma di concessione da parte del gestore stesso». (Roberto Dal Bosco, “Il Green Pass è la piattaforma dell’euro digitale cioè della vostra Schiavitù”, Renovatio21.com)
Se per i Kakistocrati del Draghistan ti comporti in maniera non conforme e non conformista al comportamento tenuto dalle Pecore Panglossiane italiane (rifiuti i vaccini sponsorizzati dalla Tirannide Totalitaria Draghista, butti a terra le cartacce, non paghi le tasse perché non hai soldi in conto corrente, usi veicoli a combustione interna, usi caldaie che producono troppa CO2, rifiuti l’accoglienza alle Armate di Migrazione di Massa Africane, protesti contro il Cancellier Draghi, etc.), ebbene loro ti sospendono il Green Pass per mesi o addirittura in sæcula sæculorum, condannandoti alla morte civile.
Un Regime Totalitario fondato sulla Propaganda stampo-televisiva Orwelliana dei pennivendoli LeccaDraghi e su un controllo sociale asfissiante e pervasivo, che sta progressivamente facendo confluire tutte le informazioni sensibili dei cittadini, comprese quelle sanitarie, all’Agenzia delle Entrate e alle forze di polizia.
D’altro canto, secondo il ministro Cingolani, il Pianeta sarebbe stato «progettato per soli 3 miliardi di abitanti» (da chi? Buh. E il Cingolani in base a quali cognizioni parla? Buh). Quindi gli altri sarebbero di troppo e invitati ad andarsene da un’altra parte: su Marte con i trabiccoli spaziali di Elon Musk oppure, semplicemente, all’Altro Mondo.
Cominciamo col liberarci di qualche milione di Italiani troppo ribelli, anzi renitenti, come vengono definiti dagli squadristi di regime di La7, RAI, Mediaset, Repubblica, LaStampa, Corsera, et similia…
«È chiaro che una volta ottenuta e rilasciata a tutti gli italiani l’Id digitale pubblica, per ora condizionata a condotte sanitarie, tale identità digitale possa essere in futuro non solo condizionabile, ma anche plasmabile facilmente per altre esigenze. Controlli fiscali, pagamenti, multe. Anche se la più importante si candida a essere l’applicazione dell’euro digitale, che così come previsto dalla Bce non potrebbe mai essere introdotto senza un’autostrada blockchain come quella del Green Pass». In pratica, dietro al Green Pass vaccinale c’è lo stesso software, lo stesso sistema (informatico e legale) che può stravolgere le nostre vite: con il Green Pass pagherete le tasse, con il Green Pass salderete le multe. Anzi, non farete nulla: il danaro vi sarà direttamente prelevato senza che voi facciate nulla, perché tutto sarà gestito da un potere centrale che vuole la trasparenza totale. La trasparenza delle vostre finanze, la trasparenza del vostro stato di salute: la privacy non è più un diritto e nemmeno un valore. (Roberto Dal Bosco, cit.)
L’euro digitale mira all’abolizione totale del contante. Con esso l’Europa potrebbe portarsi persino più avanti della Cina nell’evoluzione dello Stato moderno verso il totalitarismo della sorveglianza pervasiva e assoluta.
Esattamente come vagheggiano i visionari folli K. Schwab e T. Malleret, quinte colonne della Cabala Mondiale dei Soroi e autori di “The Great Reset”:
«il genio della sorveglianza tecnologica non verrà rimesso nella bottiglia»: occorre guardare a una prospettiva di benessere collettivo cui sacrificare alcuni aspetti delle nostre vite come le abbiamo vissute finora, in vista di un disegno superiore. (Ilaria Bifarini, “IL GRANDE RESET: Dalla pandemia alla nuova normalità”. Edizione del Kindle)
Il Green Pass (nelle sue varie articolazioni linguistiche nazionali) come liquidazione definitiva dei Diritti Costituzionali Nazionali sorto grazie all’opportunità creata dal virus chimerico di Fauci-Daszak-ShiZhengli, pone la base fondamentale per la definitiva istituzione del Nuovo Ordine Mondiale Americano di cui conciona anche Rinco Biden, perpetrata da decenni dalla Cupola Massonica Contro-iniziatica, a cui il Draghi appartiene di pieno diritto (cfr. Massoni di G. Magaldi).
Esattamente dopo 100 anni, l’Italia è il teatro di un nuovo distopico esperimento politico-sociale condotto dalle forze maligne e oscure del Capitalismo Totalitario e Reazionario.
Gongola il Vyshinsky dell’Invencible Armada di Nonno Mario, l’ineffabile collettivista Roberto Speranza:
A stamattina, alle 6, “il numero di green pass scaricati nel nostro Paese delle tre fattispecie – per guarigione, per vaccino o per tampone – è di circa 194 milioni, a testimonianza di uno strumento ormai pienamente dentro le abitudini e la consuetudine dei nostri concittadini”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante il question time alla Camera, nel rispondere ad un’interrogazione sulle iniziative per un migliore funzionamento della certificazione verde in relazione ai casi di avvenuta guarigione da Covid-19 (Provenza – M5s). (novanews)
Tali affermazioni reificano quello che era (solo) un pesante sospetto: i kakistocrati draghisti sanno perfettamente che la psicosi Covid-19 non è al momento niente di più che un pretesto per imporre uno Stato Duale, uno Stato identico a quello Nazista, in Italia prima e in tutto l’Occidente dopo.
Apparentemente è vigente una Costituzione formale democratica, in realtà il Potere decisionale è tutto nelle mani di soggetti esterni, totalmente liberi di esercitare tale potere arbitrariamente e senza vincoli o contrappesi costituzionali.
Nel caso di Hitler il Potere decisionale era nelle mani del Führerprinzip, NSDAP, Gestapo, SS; nel caso del Draghistan italiano, il Potere decisionale è nelle mani della Cabala Mondiale e dell’antidemocratica UE, di cui il Draghi è agente.
L’Armata Draghista dei “Migliori” è apoditticamente il Peggior Esecutivo dall’Unità d’Italia ad oggi (con le eccezioni – forse – dei Gabinetti Rudini e Mussolini). C’erano alcuni buoni Ministri nell’esecutivo precedente, ma sono stati riconfermati solo quelli bocciati sonoramente, tra cui Speranza e Lamorgese, a cui sono stati aggiunti altri del loro stesso spessore.
E Il Nonno Migliore è tutt’altro che Il Migliore…
“V FOR VENDETTA” E CANCELLIER DRAGHI
“V for Vendetta” è un film precognitivo e predittivo. Anche lì veniva usata la strategia della paura – indotta oggi da un virus chimerico come quello creato artificialmente in sinergia da Fauci-Daszak-ShiZhengli e conosciuto come Sars-CoV-2 – per imporre un Regime Totalitario del tutto analogo a quello che si sta evolvendo in Italia.
Il Cancelliere Draghi sta al Cancelliere Sutler, come quest’ultimo sta al Cancelliere Hitler.
V, il personaggio del film, hackera la TV di Stato e questo è il messaggio che lancia alla Nazione oppressa:
Sì, care pecore panglossiane italiane, siete proprio voi le maggiori responsabili dell’attuale situazione, essendovi fatte scippare le più importanti Libertà e Guarentigie Costituzionali, manipolate come siete state dalla psicosi di massa da Covid-19, e avete creduto ad ogni falsa parola del pennivendolame del Propaganda Ministerium nostrano.
Ancora più agghiaccianti le successive similitudini tra Cancellier Sutler e Cancellier Draghi, che sta iniziando a formare, proprio come Sutler, un suo Partito Politico Personale, come ha rivelato Nicola Porro.
V per Vendetta, un film attuale
V per Vendetta è un film che offre moltissimi punti di riflessione: dal ruolo che il governo dovrebbe avere nella vita dei cittadini che è chiamato a governare, all’importanza di combattere per i propri ideali e la propria libertà di espressione. È anche un film che lascia aperta un’importantissima discussione sul valore dell’arte, non solo come mezzo di espressione di un talento personale, ma anche come cura alla solitudine, alla paura. L’arte diventa una sorta di via di fuga, un sentiero da percorrere per ritrovare benessere anche nei momenti più oscuri. Un discorso che appare quantomeno attuale al giorno d’oggi, con i luoghi della cultura che continuano ad essere chiusi a causa della pandemia. Ed è proprio al tema della pandemia che V per Vendetta si avvicina molto.
All’interno della trama, infatti, allo spettatore viene raccontata la storia di questa Inghilterra distrutta e guidata da un uomo che sa solo spargere odio e intollerenza [cfr con Draghi, nota di Seyan]. Un’Inghilterra che si è ripresa dopo una guerra e che, soprattutto, ha dovuto rimettere insieme i propri pezzi a seguito di un’epidemia che ha portato alla morte di moltissimi cittadini, in maggior parte bambini. V per Vendetta è dunque un film molto attuale per la capacità che ha di raccontare la paura costante di un popolo tenuto in scacco proprio da un senso di terrore costante che i governanti hanno usato per accrescere il loro potere, per arricchire i loro conti in banca e raccogliere maggior consenso dalle persone.
Come sta accadendo nella realtà con il coronavirus, V per Vendetta racconta di una pandemia senza controllo, un male che colpisce le scuole che oggi sono al centro di un dibattito acceso sul bisogno di tenerle chiuse o meno. Nella pellicola si vede un’Inghilterra che somiglia moltissimo all’Italia di oggi: con le persone attaccate ai televisori per ascoltare i bollettini dei telegiornali, facendo il conto delle persone morte e delle rivolte fatte per un governo che non sa gestire la situazione.
Si vede questa macchia umana in attesa di uscire dal gorgo delle cattive notizie, delle restrizioni dovute all’epidemia: un’umanità che è in attesa di avere il vaccino. Ma in V per Vendetta l’attacco sociale che l’opera fa contro l’oppressione governativa è ancora più terribile, perché associa l’epidemia e il vaccino alla stessa mano, rendendo carnefice ed eroe la stessa persona. Una riflessione che getta un’ombra scura sulla fiducia che un comune cittadino dovrebbe avere nei riguardi del governo. (Enrica Pomella, “V for Vendetta come la realtà”, ilgiornale.it)
Siamo alla Leggenda, alla Leggenda dell’Apocalisse e al Drago Rosso, ovviamente…
(ilfattoquotidiano.it) – Mario Draghi è tornato, finalmente. Archiviate le ambizioni quirinalizie, il premier si è ripreso il vecchio scranno a Palazzo Chigi e le lancette degli orologi della politica, che si erano rispettosamente fermate insieme a lui, sono potute ripartire. Di conseguenza è unanime il senso di sollievo e giubilo nella stampa italiana. Basta leggere il titolone cubitale di Repubblica in prima pagina. Apodittico: “È tornato Draghi”. Non c’è altro da aggiungere. Ma le corde più liriche sono quelle pizzicate dai sapienti liutai del Corriere della Sera, in un articolo dal respiro epico. “Mario Draghi riparte come un orologio svizzero e il gesto con cui apre il primo consiglio dei ministri dopo una settimana di morte e risurrezione della politica è pensato per spazzar via le scorie… Il premier entra nella grande sala, dà le spalle agli arazzi fiamminghi con le gesta di Alessandro Magno e compie in senso antiorario un intero giro dell’immenso tavolo, porgendo la mano a ogni singolo ministro”. Che statura. Ma il meglio deve ancora venire. “Compiendo un intero giro della ‘tavola rotonda’ di Palazzo Chigi, il premier, che un ministro sottovoce paragona a ‘Re Artù che stringe un nuovo patto con i suoi cavalieri’, suggella un nuovo inizio”. Capito? Altro che Super Mario, qui siamo alla leggenda.
Mario Draghi sembra essere come l‘Imperatore dei Dalek: EXTERMINATE! STERMINARE! Egli urla compulsivamente contro Piccole e Medie Imprese italiane, che vuol vedere fallite, e contro le famiglie povere d’Italia, che vuol vedere estinguersi.
Mario Draghi ha sempre fatto degli sfaceli: ha agito come un traditore della patria. Io non prendo nemmeno lontanamente in considerazione l’ipotesi di un Draghi che torna sui suoi passi; basta vedere qual è stata la sua azione nel momento in cui è arrivato a Palazzo Chigi. Aveva le mani legate? Ma dove? I partiti si sono stesi ai suoi piedi in maniera vergognosa. E i media lo hanno divinizzato, come già fecero con Monti. Un premier che anche solo accarezzi l’idea di cambiare, rispetto alla deriva neoliberista e anti-patriottica di Draghi, non avrebbe mai firmato una robaccia come il Pnrr. Non ci avrebbe mai legato a una robaccia come il Recovery Fund. Non avrebbe mai firmato il Trattato del Quirinale. Non avrebbe mai difeso il Green Pass (che, dati alla mano, sta distruggendo la nostra economia). Nell’azione di Draghi, purtroppo, io vedo un’enorme coerenza con quello che ha fatto, fino a questo momento.
Che poi lui di notte sia tormentato dagli incubi, su quello che sta facendo, mi può interessare fino a un certo punto; io devo basarmi su quello che vedo. E quello che vedo è un premier che, ancora una volta, sta facendo quello che gli è riuscito meglio in tutta la vita, cioè: liquidare. E’ un liquidatore, ed è quello che sta accadendo. A seguito dell’azione di Draghi, la nostra economia (non che prima se la passasse meglio) ha subito l’ennesima mazzata: come certificato dai dati di Confcommercio, il Green Pass ha causato un crollo dei consumi interni: cosa che per un keynesiano sarebbe un problema immenso, perché un keynesiano punterebbe soprattutto sul mercato interno e al ritorno dello Stato come centro dell’economia, non come ente vessatorio e burocratico, pronto a imporre le tasse. Al contrario, un keynesiano dovrebbe concepire uno Stato che aiuta famiglie e imprese con la spesa pubblica: ma non è quello che abbiamo visto, in questi mesi.
Anzi: abbiamo visto un ulteriore indebitamento di famiglie e imprese. E il Pnrr, che ci viene spacciato come piano nazionale di resilienza e ripresa (“per il culo”, io aggiungo), è un piano di smantellamento e di suicidio assistito per la nostra economia. Addirittura, ormai, lo dicono i grandi sovranisti del “Sole 24 Ore”, che qualche giorno fa si sono accorti che, dentro il Pnrr, ci sono delle clausole di ammodernamento e conversione “green” che saranno letali, per le nostre piccole e medie imprese (ma non lo saranno per il comparto industriale tedesco, che guardacaso è già pronto per questa conversione). Noi siamo il paese delle piccole e medie imprese: che non verranno aiutate, in questa conversione, perché devono essere distrutte (come direbbe Draghi, con la “creative destruction”). Nella visione che secondo me Draghi ha ancora, le piccole imprese devono essere spazzate via; sono le grandi imprese, che devono andare avanti, i grandi conglomerati industriali, le grandi multinazionali. Ma se tu fai fuori le piccole e medie imprese, tu distruggi il 95-97% del tessuto industriale italiano: tu fai fuori l’Italia.
Stessa cosa per quanto riguarda il Recovery Fund. Non se ne può parlare come dei “soldi che ci dà l’Europa”: sono pochi soldi, a strozzo, in ritardo, a rate, legati a delle condizionalità suicide. Ne vogliamo citare una a caso? Dobbiamo mantenere un “avanzo primario” vergognoso, che poi peraltro abbiamo fatto per trent’anni: quindi lo Stato deve tassarci più di quanto spende per famiglie, pensioni e servizi. Non solo: anche nel Recovery ci sono delle clausole “green” che ci impediscono di fare determinate scelte. Non solo: c’è una conversione forzata verso il digitale e c’è la lotta al contante, verso cui io e tanti altri siamo contrarissimi, perché è una questione di controllo: se tutto passa attraverso il pagamento telematico, dall’altra parte basta un “click” e tu non ti muovi e non vivi più, se non hai più il denaro contante. (Giorgio Cattaneo, libreidee.org, libreidee.it)
Inaudito. Proprio chi ha creato e fomentato in Italia un feroce clima di odio e intolleranza, e aumentato a dismisura le diseguaglianze sociali, conciona di coesione sociale…
Un’ultima chiosa, affidata sempre a Giorgio Cattaneo:
Qualcuno, lassù, ha pensato di dividere l’umanità, indebolendola: e ci è riuscito. Parlano da soli i milioni di sudditi inebetiti dall’ignoranza e dalla paura, torturati dal ricatto, vessati dalle proibizioni e oggi rassegnati a subire anche in eterno qualunque imposizione, ancorché folle. Il mostruoso esperimento – condotto a partire dall’Italia – non è ancora finito: si punta alla piena e definitiva sottomissione.
Mentre questa è la Verità:
DRAGHI HA FATTO TORNARE LE LANCETTE DELL’OROLOGIO D’ITALIA INDIETRO DI CENTO ANNI
Draghi ci ha riportato indietro esattamente di cento anni, riportandoci al Fascismo, ridonandoci al Fascismo.
Mentre i pennivendoli nostrani si prostrano in massa e intingono le loro immonde penne con la saliva ogni qual volta parlano del Nuovo Duce Femmineo d’Italia, “Maria Antonietta” Draghi, i giornali indipendenti esteri non sono altrettanto teneri.
Recentemente in Italia mi sono trovato sconcertata dall’implacabile applicazione di regole stupide e invadenti. […] Riguardavano il Green Pass del paese; prova digitale sullo stato Covid che è richiesta ovunque, dai treni ai vecchi musei polverosi. Ma ciò che mi ha colpito è stato uno stato d’animo generale di idoneità al lavoro da “papiers please” [come il papiere nazista, Nota di Seyan].
Con questa rete pronta di militanti esecutori ubriachi del potere ritrovato, non potevo fare a meno di pensare al fascismo e all’effetto della sua impronta straordinariamente recente sui giorni nostri. In Portogallo e Spagna le dittature fasciste continuarono fino alla metà degli anni ’70. [Non è ultroneo rammentare che Lamorgese ha ordinato che tutte le Forze di Polizia dovevano essere impiegate per il controllo del Green Pass, mentre le Mafie e la Malavita erano quasi completamente libere di agire, Nota di Seyan]
Negli anni ’30, quando molteplici movimenti fascisti europei si impadronirono dalla Grecia alla Jugoslavia e poi quando Hitler invase l’Europa, pochissimi paesi riuscirono a resistere all’orribile peso morto dell’ideologia fascista. La Gran Bretagna, tuttavia, è stata una di queste, uscita dal 20° secolo senza aver mai ceduto a una dittatura o intrattenuto un partito fascista in modo neanche lontanamente serio. Lo sciovinismo non è mai di bell’aspetto, ma se c’è una solida pretesa di eccezionalismo che la Gran Bretagna ha, sicuramente è questa.
Ma in linea con i nostri tempi, è emersa la moda di fingere che, se non fosse stato per la grazia di Dio (o il caso casuale), avremmo seguito la strada dei nostri vicini continentali. Che, in sostanza, non c’è alcuna reale differenza tra noi e l’Europa. Questo è falso: c’è ogni differenza tra la Gran Bretagna e l’Europa, a causa di differenze di organizzazione politica a lungo fermentate. Il totalitarismo, di cui il comunismo è un esempio tanto quanto il fascismo, non ha avuto un punto d’appoggio in Gran Bretagna da quando la regina Mary I (Bloody Mary) ha messo al rogo centinaia di protestanti. Questo non si può dire di gran parte dell’Europa, o addirittura di molti altri paesi. (Zoe Strimpel, “Britain may not be a saintly nation, but it has certainly never been a fascist one”, The Telegraph)
Il punto è proprio questo: il Green Pass (Rafforzato o Supercazzole varie) non ha alcuna efficacia per impedire la diffusione del “supervirus” chimerico: serve solo a trasformare tutti i diritti sanciti dalla Carta Costituzionali in Concessioni del Sovrano (tutt’altro che) Illuminato.
Con il “Green Pass” si è permesso di sospendere sine die la Costituzione Italiana, quella che anche i radical chic definivano una volta «la più bella del mondo». Con tanti, troppi, Italiani plaudatores di tale infamia.
Agghiaccianti le dichiarazioni di uno del Governo dei sedicenti “Migliori”, appartenente a quel “MoVimento” grillista che avrebbe dovuto ridare i pieni poteri al Cittadino e che invece si è squagliato e, in piena e disgustosa marcescenza, è divenuto stampella della revanche Fascio-Nazista, supportata oggi in Italia dai Radical Chic di “Sinistra” col Rolex al polso e dal PD-PNF.
Con il suo accento romanesco, il Sileri riconosce che il Green Pass non è una misura sanitaria: è meramente una misura antidemocratica coercitiva, punitiva e restrittiva. Sic et simpliciter.
Il Green Pass è un mezzo fascistico di controllo della popolazione, interamente mutuato dal 社会信用体系, il sistema di credito sociale cinese.
Ovviamente i Cazzari di Regime e i pennivendoli LeccaDraghi e LeccaSoros occultano tale fatto. ma non lo fanno i giornalisti veri, soprattutto quelli che lavorano all’Estero, fuori dall’opprimente clima e cappa del sempre più nazificato ex Belpaese che fa il paio con i Nazisti Ucraini del guitto criminale Zelens’kyj.
Mentre la maggior parte dei paesi europei, in particolare la Gran Bretagna, stanno allentando le loro restrizioni Covid, l’Italia che è la più dura di tutte, questa settimana li ha resi ancora più duri, anche se i dati mostrano che sono inutili.
Forse è perché l’Italia è un paese in cui indovini e guaritori di fede [le “virostar” da TV, Nota di Seyan] sono un’industria multimiliardaria che ha il regime di passaporto dei vaccini più draconiano d’Europa. Ad ogni modo, la psicosi di massa acceca i suoi politici e le persone dalla verità.
Nel Regno Unito, le false affermazioni dei consulenti scientifici del governo sulla necessità e sui vantaggi dei blocchi sono state alla fine demolite in modo convincente e The Spectator ha svolto un ruolo significativo nel processo. È giunto il momento che anche affermazioni false simili sui passaporti dei vaccini vengano sfatate.
Non ci può essere posto migliore dell’Italia per iniziare questo processo di smascheramento.
La giustificazione per il regime del passaporto del vaccino in Italia – chiamato “Il Green Pass” – quando è stato introdotto lo scorso agosto era che avrebbe aumentato l’adozione del vaccino, creato spazi sicuri per i vaccinati e quindi ridotto i casi di Covid, i ricoveri e i decessi. Non ha fatto nessuna di queste cose.
Invece il regime è diventato costantemente più draconiano. I non vaccinati sono stati presto banditi da quasi tutti gli spazi pubblici e dai trasporti pubblici, e persino dal lavoro, a meno che non avessero avuto il Covid negli ultimi sei mesi, o pagato per un test Covid da 15 € una volta ogni 48 ore.
Salutato come un enorme successo con fervore religioso dal governo di unità nazionale italiano, guidato dal premier non eletto ed ex banchiere centrale dell’UE, Mario Draghi, ‘Il Green Pass’ non è stato in realtà altro che un esercizio di inutile tirannia.
Eppure, nonostante ciò, a dicembre, il governo Draghi ha introdotto ‘Il Super Green Pass’ che ha reso il regime ancora più tirannico con la vaccinazione ormai obbligatoria per tutti sui mezzi pubblici, e in molti spazi pubblici come ristoranti e bar – anche all’esterno – e capelli saloni e stadi sportivi, a meno che non abbiano avuto il Covid negli ultimi sei mesi. Annullato il diritto dei non vaccinati a sostenere il test di 48 ore da 15€ per accedervi.
E questa settimana, con il tasso di contagi in caduta libera, la vaccinazione obbligatoria è stata estesa ai luoghi di lavoro per gli over 50. La vaccinazione era già obbligatoria sul lavoro per gli operatori sanitari e di emergenza e gli insegnanti. Ma d’ora in poi, nessuna persona non vaccinata di età superiore ai 50 anni che non abbia avuto il Covid negli ultimi sei mesi potrà andare al lavoro. Se lo fanno, loro e il loro datore di lavoro rischiano multe da € 600 a € 1.500. In precedenza, potevano ancora andare al lavoro se facevano il test Covid da 15 € ogni due giorni o se avevano il Covid negli ultimi sei mesi. Ci sono 500.000 italiani non vaccinati di età superiore ai 50 anni che lavorano e ora saranno sospesi senza paga – secondo la stampa italiana – a meno che non gettino la spugna e non vengano presi a pugni. (Nicolas Farrell, “The pointless tyranny of Italy’s Covid pass”, The Spectator)
Prosegue Farrell,
Naturalmente, né il non eletto Draghi né nessun altro nella sua coalizione interpartitica ammetterà mai che quello che strombazzano come il loro risultato più orgoglioso è un fallimento. Né lo faranno i media italiani che hanno seguito così supinamente la linea del governo – né gli stessi italiani – tre quarti dei quali sostengono ‘Il Green Pass’ nei sondaggi. Hanno tutti troppa faccia da perdere adesso.
Che la loro ossessiva convinzione sulle meraviglie de “Il Green Pass” sia una completa sciocchezza è chiaro da un confronto dei dati per l’Italia e la Gran Bretagna che in realtà non ha avuto alcuna forma di passaporto per i vaccini.
Italia e Gran Bretagna hanno popolazioni simili, rispettivamente con 59 milioni e 69 milioni di persone.
Oggi, dopo quasi sette mesi di regime del passaporto vaccinale in Italia, il numero di persone non vaccinate in Italia e in Gran Bretagna rimane più o meno lo stesso. In Italia, l’88,92% degli over 12 è completamente vaccinato, rispetto all’84,9% in Gran Bretagna.
A gennaio c’erano ancora 5,9 milioni di italiani non vaccinati di età superiore ai 12 anni, ancora una volta un numero simile a quello della Gran Bretagna. […]
Ciò che conta di più, ovviamente, è il conteggio dei cadaveri. Ma anche qui ‘Il Green Pass’ e ‘Il Super Green Pass’ hanno avuto scarso effetto. In effetti, creando un senso di falsa fiducia tra i vaccinati, potrebbero aver peggiorato le cose. Ad ogni modo, hanno fallito.
Se avessero funzionato, i tassi di infezione dell’Italia sarebbero stati di gran lunga inferiori a quelli della Gran Bretagna. Eppure, dall’inizio dell’ultima grande ondata di pandemia a dicembre causata dalla variante Omicron, l’Italia ha avuto un numero notevolmente simile di infezioni da Covid alla Gran Bretagna senza pass verde.
Dal 1° dicembre – quando la variante Delta era in uscita e la variante Omicron in arrivo – sono stati più di sette milioni i casi di Covid sia in Italia che in Gran Bretagna.
In Italia, il 70 per cento delle infezioni da Covid nell’ultimo mese sono state in persone parzialmente o completamente vaccinate. Vero, proporzionalmente, poche persone vaccinate che prendono il Covid finiscono in ospedale, o muoiono, ma quelle che lo fanno sono ancora molte persone. Circa la metà dei ricoveri Covid in Italia e più della metà dei decessi Covid da dicembre sono state persone vaccinate parzialmente o totalmente vaccinate.
Per aggiungere al danno la beffa, dal 1° dicembre anche l’Italia ha avuto molti più decessi per Covid della Gran Bretagna.
In Italia, dal 1° dicembre, ci sono stati 18.000 decessi Covid, rispetto ai 15.000 decessi Covid in Gran Bretagna. Questa è un’enorme differenza.
Eppure i politici, i giornalisti e la maggior parte degli stessi italiani continuano a credere che “Il Green Pass”, ora trasformato in “Il Super Green Pass”, sia l’unica soluzione. (Nicolas Farrell, cit.)
Esemplare la chiosa successiva:
L’Italia non ha un Primo Ministro eletto dal 2011, eletto nel senso che il Primo Ministro è stato il leader di una coalizione o di un partito che ha vinto le elezioni generali. Tuttavia, non è la natura antidemocratica dei governi italiani a spiegare il regime del passaporto per i vaccini in Italia, ma la natura dittatoriale degli italiani. Ironia della sorte, l’unico grande partito ad opporsi al regime è il postfascista Fratelli d’Italia.
Quasi incredibilmente, la scorsa settimana un giornalista ha effettivamente interrogato il professor Walter Ricciardi, consigliere scientifico Covid del ministro della Salute, su questo confronto tra Italia e Gran Bretagna in un importante talk show politico televisivo.
Il professore – un equivalente italiano del nostro amato professore Neil Ferguson – stava brontolando su come il passaporto del vaccino garantisca la libertà quando un giornalista presente gli ha chiesto perché fosse necessario quando paesi come Gran Bretagna e Spagna non hanno nulla del genere e tuttavia hanno avuto una mortalità inferiore.
Infatti, secondo i dati della John Hopkins University, l’ Italia ha avuto 252,55 morti ogni 100.000 abitanti e la Gran Bretagna 240,57.
Il prof Ricciardi – che ha accusato il giornalista di fare affermazioni ‘prive di qualsiasi fondamento scientifico’ – ha ribattuto: ‘L’Inghilterra calcola i decessi in modo completamente diverso da noi – se calcolasse allo stesso modo, sarebbe il doppio. Pretende circa 150.000 ma sono 300.000.’Senza senso! […]
Il professore ha proseguito affermando che gli inglesi (gli italiani insistono sempre che la Gran Bretagna è Inghilterra) si sono rifiutati di imparare dall’Italia e di conseguenza i “numeri di morti e casi” dell’Inghilterra sono “enormemente maggiori dei nostri”. Una sciocchezza, di nuovo. Ha concluso dicendo che il SSN è così peggiorato che per la chirurgia dell’anca “c’è un’attesa di dieci anni”. Questo, almeno, è forse vero. (Nicolas Farrell, cit.)
Apodittici gli scritti successivi di Farrell sugli Italiani:
Gli italiani non sono mai stati particolarmente appassionati della libertà, e di conseguenza la libertà non è mai fiorita in Italia. Questo, credo, spieghi perché questa rimozione delle libertà fondamentali – o dei diritti, se dobbiamo – degli italiani non vaccinati da parte del premier non eletto Mario Draghi è così enormemente popolare. […]
Vivere in prima persona come stanno reagendo gli italiani alla crisi del Covid mi ricorda che la narrativa storica dominante sul fascismo inventata dal Partito Comunista Italiano – il più grande partito comunista al di fuori del blocco sovietico – per assolvere gli italiani dalle colpe è una sciocchezza: quel fascismo è stato imposto non voluto. Gli italiani volevano che il fascismo fermasse il comunismo. Non è stato imposto. Così come vogliono che questa nuova forma di dittatura fermi il Covid. (Nicolas Farrell, “Italy’s draconian vaccine laws are terrifyingly popular“, The Spectator)
Mussolini affermava, purtroppo con avvedutezza, «Come si fa a non essere padroni di un popolo di Servi», riferendosi ovviamente agli Italiani…
Fortunatamente la Stampa Libera Britannica ha capito che il Draghismo è il Nuovo Fascismo. Almeno loro.
Alcune riflessioni sono necessarie.
La fondatezza (rectius, l’infondatezza) dei dati snocciolati dal Ricciardi, «l’Inghilterra (rectius, Gran Bretagna) ha avuto 300.000 morti per Covid, altro che 150.000» senza alcuna prova o riferimento fattuale, scientifico e statistico, ci fa dubitare della fondatezza dei dati forniti per l’Italia da quella che satiricamente chiameremo la Speranza e i suoi Consigliori.
Non è ultroneo rammentare che proprio in base ai «dati scientifici» e all’«evidenza scientifica» di siffatti individui, divulgata dalle Virostar e dai pennivendoli italiani, abbiamo avuto Lockdown e Green Pass, con l’effetto di provocare una perdita del PIL stimabile in 400 miliardi di euro e la perdita del lavoro o dell’attività da parte di quasi un milione di Italiani.
Chi è aduso a sparare dati Covid inconsistenti per i Paesi Esteri è ipotizzabile che lo faccia anche per i dati in Italia. Ma la Magistratura Italiana, così potente e fiera ai tempi di “Mani Pulite”, oggi si è autolimitata, non sembra voler disturbatore il manovratore, come non osa (finora) indagare su quante decine di migliaia di morti abbia provocato la “cura” Speranziana, «Tachipirina e vigile attesa», con morte quasi certa per i soggetti con più patologie.
IL CANCELLIER DRAGHI È STATO IMPOSTO DALLA CABALA DEI SOROI PER FINIRE DI SPOLPARE L’ITALIA E PORTARE A MORTE MILIONI DI ITALIANI PER FAME, STENTI E FREDDO? È L’EFIALTE ITALICO?
A questa domanda risponderemo esaustivamente in un prossimo post.
Quello che possiamo dire fin da ora è:
No! Draghi non è un eroe!
No! Draghi non è il Salvatore d’Italia!
L’infinita pletora di giornalisti Minions che inneggiano, osannano, deificano, colui che noi definiamo satiricamente Cancellier Draghitler rappresenta un’assoluta vergogna per una Nazione che fino a qualche anno fa era considerata Libera e Democratica. Solo ai Tempi del Fascismo, l’Informazione ha operato allo stesso, indecente, modo.
Ipostatizzando le parole del filosofo Giorgio Agamben, «Credo che un giorno gli storici guarderanno a questo momento come un momento della storia in cui i giornalisti hanno dato prova della più vergognosa e infame complicità con l’amministrazione pubblica».
Turpi, distopiche, stolide, davvero vergognose, le vette di Cazzarismo raggiunte dai Mainstream Media Italioti. Da Facta:
Il primo programma televisivo nazionale a trasmettere l’immagine è stato il talk show di Rete 4 Controcorrente (qui dal minuto 00:01:45), che il 20 aprile 2022 l’ha utilizzata come sfondo del segmento dedicato alla battaglia intorno ad Azovstal.
Screenshot della trasmissione Controcorrente del 20 aprile 2022
Il giorno dopo è stato poi il turno della trasmissione di La7 Piazzapulita, che nella prima serata del 21 aprile 2022 ha mandato in onda l’immagine (qui al minuto 17:00) presentandola come «una sezione dell’acciaieria Azovstal» e citando come fonte il «politologo russo» Sergei Markov, di cui parleremo tra poco.
Lo stesso 21 aprile 2022, l’immagine è stata trasmessa anche su Rai 1 da Porta a Porta (qui al minuto 03:06). Secondo Bruno Vespa, l’immagine sarebbe «una grafica del Messaggero» che mostra una vera e propria «città» sotto l’acciaieria Azovstal.
Questo grafico, tuttavia, non ha nulla a che fare con la guerra in Ucraina.
Che cosa mostra in realtà l’immagine
Attraverso una semplice ricerca inversa per immagini abbiamo scoperto che l’immagine è in realtà stata realizzata nel 2015 per illustrare il «mondo sotterraneo» di un gioco da tavolo chiamato Blackout, un progetto mai realizzato a causa del fallimento della campagna di crowdfunding che doveva raccogliere i fondi per la realizzazione. L’autore, lo statunitense Richard T. Broadwater, era riuscito a raccogliere solo 14 mila dei circa 50 mila euro necessari.
Proprio riferendosi all’Informazione Mainstream Italiana, Josè Mourinho parlava di «Prostituzione Intellettuale». Papa Bergoglio va oltre: parla di COPROFILIA!
Coprofilia, in senso letterale “attrazione per gli escrementi”. Ma anche una delle quattro “tentazioni” di noi giornalisti. Papa Francesco lo va dicendo da almeno un ventennio, sin da quando era cardinale e primate d’Argentina. “Quello che volevo fare era sottolineare le tentazioni a cui un giornalista può essere esposto. Parlo sempre di giornalismo come di una ‘nobile professione’ e l’ho detto a questo giornalista, Gustavo Sylvestre. Se pensassi che tutti i giornalisti praticano la coprofilia, oggi lei non sarebbe seduto qui con me”.
Queste parole di Bergoglio sono di venerdì scorso, in un’intervista al quotidiano argentino La Nación, e sono state completamente oscurate o quasi dalla stampa italiana, anche cattolica. (Fabrizio D’Esposito, il Fatto Quotidiano)
Ritornando alla questione primeva, che razza di fenomeno è il Draghi?
Egli è o un burocrate di quart’ordine, un Apparatčik del fascistico Nuovo Ordine Mondiale di Rinco Biden, oppure è solo un Quisling, un Efialte reificatosi in Italia.
Il fatto che si sia fatto circondare da incompetenti, incapaci e sicofanti (e solo qualche rarissima mosca bianca inclita) che la stampa corrotta e marcia di Regime definisce i Migliori, farebbe propendere per la prima ipotesi.
La sua assoluta inettitudine ad affrontare ogni qualsivoglia crisi, con avvedutezza e raziocinio, è icastica a tal riguardo.
Prima ha dichiarato guerra a coloro i quali rifiutavano i sieri negromantici sperimentali definiti propagandisticamente i “vaccini”. Chi ha rifiutato i vaccini sperimentali dagli effetti dannosi veniva definito dal pennivendolame italiota un renitente! Adesso il Draghi ha praticamente dichiarato guerra alla Russia, che fino a poco fa era, tra import ed export, il nostro primo partner commerciale.
Importiamo il 42% della nostro fabbisogno energetico dalla Russia e il “Divo” Draghi e “Giggino O’Bibbitaro” Di Maio non hanno trovato niente di meglio che allinearsi dietro agli USA di Rinco Biden, il quale definisce assurdamente Putin un “criminale di guerra” e un “macellaio”, come se vent’anni di “guerra al terrore” degli Americani che hanno causato 3,1 milioni di morti ed una cifra che oscilla fra i 37 ed i 59 milioni di profughi e rifugiati fossero stati solo una “Passeggiata della Democrazia”.
Il governo pro tempore sta seguendo, marciando al passo dell’oca, un demente psicopatico come Rinco Biden!
In patente e plateale violazione dell’art. 11 della Costituzione, come afferma rettamente il Costituzionalista Ainis, stiamo progressivamente diventando una nazione co-belligerante, a fianco dei Neonazisti Ucraini.
Di Maio ha definito addirittura Putin «peggio di una bestia».
Gli Stati Uniti sono il peggior nemico d’Italia e dell’Europa, ma i burosauri quisling Draghi e von der Leyen marciano compatti, allineati e coperti, come soldatini, dietro a Rinco Biden e ai suoi Rinco Boys.
Senza la vis letteraria e senza l’istinto profetico degli scrittori distopici non è comunque difficile prevedere come sarà il nostro futuro sotto il tallone di ferro di un regime autocratico e di polizia che agisce grazie all’instaurazione di uno stato di guerra preparato accuratamente da due anni di emergenza che hanno costituito un test della sopportazione dei cittadini alla repressione, della loro assuefazione alla rinuncia di diritti fondamentali, delle libertà di circolazione e espressione, dei loro standard di assoggettamento a ricatti e intimidazione.
Come è ormai banale dire la guerra è stata dichiarata su due fronti, uno esterno in forma di aperta belligeranza e in applicazione del mandato della Commissione a sua volta esecutrice dei comandi Usa e che proprio oggi per bocca della baronessa von der Leyen gorgheggia sulla necessità di irrigidire le sanzioni contro la Russia, e uno interno con l’imposizione di una strategia di razionamenti, di ricorso a approvvigionamenti costosi economicamente e ambientalmente, che incrementa la nostra dipendenza dai signori dell’energia, penalizza le produzioni, porta al fallimento piccole e medie imprese e sta già mettendo sul lastrico migliaia di lavoratori.
Lo stato maggiore nazionale che dirige su mandato esterno le operazioni è rappresentato da un impiegato di banca, un mezzemaniche che dopo aver esercitato per anni le sue mansioni con gretto formalismo feroce, ha deciso che può esuberare dai limiti imposti dal suo ruolo esecutivo per trarre più soddisfazione dal suo sporco lavoro, appagando frustrazioni e miserabili arrivismi grazie a posizioni e rendite più ambiziose, da una cerchia di politicanti sfuggiti miracolosamente alla selezione delle risorse professionali grazie a compromessi indecenti, tradimenti vergognosi, e interessata a arrivare a una scadenza che le garantisca la pensione dopo una breve vita parassitaria.
A dare manforte un’altra cricca, la stampa addomesticata e arruolata grazie a aiuti pubblici e al ruolo di propaganda attribuitole da editori impuri in perpetuo conflitto di interesse, intellettuali talmente organici da preferire le dimissioni non solo dall’esercizio della critica, ma anche da quello del pensiero. E infine, ma non ultimi, i sindacati. […]
Sarebbe ora di svegliarci per non vivere e morire fascisti. (Anna Lombroso, “La guerra di Mario”, ilsimplicissimus2.com)
Che il Fascistico Nuovo Ordine Mondiale Americano – capitanato dai Criminali Stragisti Kissinger e Soros di cui Rinco Biden è solo un burattino – sia il Primo Nemico Mondiale della Pace e il nostro peggior nemico, lo dicono anche i nostri generali.
MARCO BERTOLINI
Ex comandante del Comando Operativo di Vertice InterforzeIl problema è che non c’è l’intenzione di chi supporta Zelenzky ad arrivare a una pace. La Von Der Layen ha detto che bisogna “arrivare alla vittoria”, ma che significa poi la sconfitta della Russia. Se queste sono le premesse vuol dire che l’Europa spinta dagli Usa si sta orientando ad alimentare una lotta continua contro la Russia che potrebbe durare a lungo. Le conseguenze sono ragionamenti di carattere più politico che tattico. Ma da quel sto punto vista ha avuto quello che ha dichiarato, l’obiettivo della Ucraina non fuori dalla Nato deve essere raggiunto per via negoziale. Ma se il negoziato non c’è perché gli Usa non lo vogliono, la guerra va a vanti chissà quanto. E questa è una cosa spaventosa. (“Le analisi di quatro generali italiani”, ilfattoquotidiano.it)
Draghi e la sua Armata Brancaleone sembrano afflitti dalla stessa dissonanza cognitiva, che affliggevano Hitler e i suoi Gerarchi negli ultimi giorni di Berlino all’interno del Bunker.
Hitler chiedeva a Speer di distruggere ogni mezzo di sostentamento per i civili tedeschi, colpevoli di aver fatto poco per la vittoria. Draghi, nella sua isteria russofoba, non esita a mettere a rischio la vita di milioni di Italiani: Senza il gas russo è a rischio il 70% della Manifattura Italiana.
Ciò comporta che, senza il gas russo, quest’autunno non ci saranno più pasta, pane, latte, acqua, e milioni di Italiani saranno senza cibo e senza lavoro. Ma, probabilmente, come fece il Gabinetto Rudini, si preferirà mandare l’esercito a sparare con tank e cannoni contro i manifestanti che protesteranno per il cibo, come a Milano nel 1888. La Barbarie Draghista potrebbe davvero arrivare fino a tal punto…
Aberranti le farneticazioni del Cancellier Draghi su “condizionatori d’aria e pace”:
Io, personalmente, preferisco il condizionatore acceso e se poi la Nazistica Ucraina venisse finalmente ripulita dai Pendagli da forca Banderisti come gli Azoviani, che si nascondano come ratti nelle fogne di Azovstal e da tutti i Quisling della NATO, ne sarei ancora più felice.
Gli Italiani non vogliono rinunciare all’energia dalla Russia, così come 7 italiani su 10 trovano assurdo dare le nostre armi agli ucraini e aumentare il nostro contributo economico alle Waffen-SS NATO, quando il Cancelliere Tedesco Scholz rifiuta di dare anche una sola cartuccia al guitto neonazista e cocainomane Zelensky e abbassa sempre più i toni belluini con Mosca, a differenza della interventista e guerrafondaia Banda Bassotti Draghiana.
Ma Cancellier Draghi, mussolinianamente, se ne frega!
Rischiamo una guerra nucleare per uno psicopatico dipendente dalla cocaina come Zelensky, esattamente come Hitler dipendeva dal Pervitin.
È davvero misteriosa la mancanza totale di interesse psico-scientifico per una figura speciale come quella dello Zelens’kyj.
E sì che le discipline psicologiche ne avrebbero già di dire parecchie: un attore – un uomo, quindi, con un’architettura dell’io bella specifica – che diventa presidente, anzi, un attore che interpreta il presidente che realmente diventa il presidente-attore. Siamo molto al di là di Grillo, o di Ronald Reagan (il quale aveva comunque una lunghissima storia di politico in ambo i partiti USA, e una bella gavetta da governatore della California).
Invece, niente.
Eppure non crediamo sia solo una nostra impressione: il ragazzo non dà prova di equilibrio.
Certamente, chi lo segue dai giornali occidentali, o dai parlamenti, occidentali, si è fatto un’altra idea. Lo Zelensko è Batman. È il mio eroe, ha detto in una excusatio filoucraina di default qualche sera fa in qualche programma l’oramai mitico prof. Orsini, quello che hanno scelto per far vedere in TV come potreste essere linciati se osate pensarla diversamente. Di più: da pagliaccio comico che faceva sketch ignudo in cui suonava il pianforte con il pene (2016: l’altro ieri), il nostro stava per passare per direttissima alla notte degli Oscar, e l’abbiamo scampata per un soffio (in compenso, Sean Penn ora distruggerà le sue statuette).
Eppure se andiamo a prendere le sue dichiarazioni, qualcosa non torna. Sono contraddittorie. Sono bipolari. Con ogni evidenza.
Dice che vuole i negoziati, ma nella stessa dichiarazione parla di Terza Guerra Mondiale – che come noto è l’unica possibilità di salvezza che ha. Anche questo, fenomeno psicologico interessante: trascinare il mondo in una guerra annientatrice, per salvare la propria pelle. Come potremmo chiamare questo meccanismo di difesa, in termini psichiatrici?
Qualche giorno fa il Corriere ha riportato entusiasta un altro virgolettato, in cui si parlava, in una dissonanza cognitiva bella evidente, di pace ma anche di vittoria.
«Ci stiamo avvicinando alla pace, ci stiamo avvicinando alla vittoria». Eh?
Quindi, sembra far capire l’attore-presidente, sta andando verso il tavolo della pace da vincitore? La guerra la sta vincendo lui?
Parrebbe, da quello che dice.
«Se la Russia avesse saputo cosa li attendeva, sarebbe stata terrorizzata dal venire qui». Parole bellicose. DI uno che ha davvero la pace in tasca, perché ha effettivamente vinto.
È vero? Neanche per sogno.
Anche se non steste vedendo che Mariupol sta cadendo, che Odessa sta per cadere, che ci sono file infinite di carri fuori da Kiev, che depositi di armi e di petrolio sono stati distrutti da missili Kalibr, che praticamente tutti i foreign fighter accorsi da tutto il mondo sono stati disintegrati a Yavarov, che Karkhov è circondata che con la tenaglia dal Donbass stanno per catturare tutto l’esercito ucraino che era lì installato per attaccare il Lugansk e Donetsk a inizio marzo, ebbene, anche non vedeste nulla di tutto questo e sceglieste di credere ciecamente solo alla propaganda di TV e giornali occidentali, vi chiesiamo: se sta vincendo, perché continua a chiedere armi?
Se l’Ucraina sta vincendo, perché Zelens’kyj continua a chiedere la no-fly zone, che costerebbe, come detto dal Cremlino, l’immediata dichiarazione di guerra di Mosca a chiunque oserebbe?
Se l’Ucraina sta vincendo, perché continua a chiedere di avere armamenti, i MiG polacchi, etc.?
Perché chiede danari?
Il titolo del Corriere del 28 marzo, a 9 colonne: «Zelensky scuote l’Occidente». «Vi manca coraggio, dateci armi».
L’atteggiamento pare regressivo, infantile. Quattro giorni fa: «Ucraina, Zelensky alla NATO: “Da voi ancora nessuna risposta chiara”».
Due giorni fa il capo di gabinetto della presidenza ucraina ha fatto sapere che sono «delusi dalla NATO e dalla UE».
Sono tante le sindromi che verrebbero in mente all’esperto di scienza della psiche. Per esempio, qualcuno potrebbe citare il Barone di Munchausen, quello che si inventava storie pazzesche, viaggi sulla luna, e quella volta che riuscì ad uscire dalle sabbie mobili tirandosi per i piedi. Chiuso in un bunker, non è un’ipotesi remota: pensate allo Hitler che negli ultimi giorni credeva ancora di comandare immensi battaglioni.
Qualcuno potrebbe parlare di regressione freudiana, meccanismo di difesa che porta il soggetto ad uno stato precedente dello sviluppo dell’io: datemi gli aerei, chiudete il cielo, datemi fucili, bombe, soldi… mamma, papà, attaccate voi la Russia per conto mio!
Qualcuno potrebbe tirar fuori anche qualche trauma psicologico da isolamento, tipo hikikomori. Del resto il presidente sta in un bunker, comunica solo attraverso video girati su green back per fingere che sia ancora in grado di stare a Kiev all’aperto.
Qualcuno potrebbe osservare una sindrome maniaco-depressiva, a cui a momenti di tristezza («ammettiamolo, non entreremo mai nella NATO») si alternano esplosioni di vitalità creativa: la vittoria è vicina, ora tirerò dentro tutti in questa guerra, etc.
In Russia vi è tuttavia un’altra idea per spiegare il comportamento di Zelens’kyj: la cocaina.
A metà marzo alla TV russa Pervij Kanal il deputato ucraino filorusso Ilya Kyva ha lanciato una serie di accuse oltraggiose al governo del suo Paese d’origine, riporta il quotidiano britannico Mirror.
Durante una discussione sul canale di Stato, il Kyva ha quindi parlato dello «stato psichiatrico e fisico» del Presidente.« Non è un segreto che sia salito al potere perché è facilmente controllabile. È un tossicodipendente. Cocaina». […]
Stateci voi dietro a Zelens’kyj, alla sua mente, a quella dei suoi pupari. (renovatio21.com)
«Preferite i condizionatori o la pace?». La domanda del Draghi è tipica del bispensiero dell’Oceania dominata dal Grande Fratello in “1984”: «La Verità è Menzogna, la Menzogna è Verità».
Enorme menzogna quella concionata dal Draghi.
Per arrivare alla Pace bisogna assolutamente smettere di inviare agli ucraini armi, non si ottiene la pace armando fino ai denti il guitto neonazista Zelensky, e Bergoglio è andato financo oltre, affermando rettamente che «è scandalosa la spesa per le armi», così come è stata imposta dal Cancellier Draghi, soprattutto per un Paese ridotto alla fame dalle isterie totalitarie della Covidocrazia Drago-Speranziana.
Dello stesso avviso una grossa parte dell’ANPI, «Bisogna costruire la pace e per farlo c’è da lavorare andando in quella direzione. Inviare armi non è sicuramente un segno di pace. Non possiamo essere né per l’invio, né per il finanziamento delle armi».
Tanto che certo Gramellini del Corriere della Nato ha osato dileggiare l’ANPI definendola l’Associazione Nazionale Putiniani d’Italia!
Invece Draghi sta sottraendo risorse vitali per la sopravvivenza di milioni di Italiani e centinaia di migliaia di piccole imprese pur di armare i Neonazisti Ucraini.
Reificando così la macchietta Draghi, genialmente tratteggiata da Crozza, che replica con maestria la voce femminea, à la Maria Antonietta, di Draghi.
Repetita juvant: l’assenza di norme accanto alle norme, è quello che gli studiosi definivano lo stato nazista. Cioè uno stato duale: da una parte sembra che lo stato sia ancora operativo, mentre dall’altro emergono nuovi poteri esterni che poi sono quelli che in realtà decidono. (G.Agamben)
Poteri esterni ed opachi, spesso occulti, non soggetti ad alcun controllo o contrappeso istituzionale.
Mussolini e Hitler, in particolare il secondo, non realizzarono un Colpo di Stato. Furono Vittorio Emanuele III (Sciaboletta) e von Hindenburg ad assegnare loro la Cancelleria Nazionale, rispettivamente in Italia per il primo e in Germania per il secondo.
Entrambi si limitarono a disapplicare la Costituzione vigente, lo Statuto Albertino per l’Italia e la Costituzione di Weimar per la Germania.
L’Autocrate Epistocrate Draghi sta disapplicando la Costituzione Italiana per favorire i demoniaci interessi dei suoi comparuzzi del Nazistico Nuovo Ordine Mondiale Americano.
In ultima istanza, il Draghi si rileva essere solo una mosca cocchiera, esattamente come Benito Mussolini:
L’on. Mussolini, che aspira al ruolo di abilissimo e accortissimo deputato, apparirà nella sua veste reale: una mosca cocchiera, un apprendista negromante che ha imparato la formula per evocare il diavolo, ma ignora quello che può ricacciarlo all’inferno (Gramsci 1973: p. 140).
Draghi sembra l’Imperatore dei Dalek, gli acerrimi nemici del Dottor Who, che urla “Exterminate! Sterminare!” contro le Famiglie Italiane povere, i Salariati Italiani e le Piccole e Medie Imprese Italiane.
Esattamente come vagheggiava Draghi nella Crociera del Britannia, era necessario liquidare un sistema politico-economico che trovava indispensabile dare sussidi alle Famiglie e alle PMI Italiane. Missione realizzata! Ora Draghi è il Commissario Liquidatore d’Italia e presto il suo becchino!
Tra la truppa Dalek-Draghista svetta il PD, il partito del ceto ricco e parassitario, feroce avversatore degli Italiani del Ceto medio-basso e dei Lavoratori. Il PD ha distopicamente sovvertito ogni valore del vecchio PCI che era un Partito realmente antifascista, democratico, sociale, anti-americano, anti-atlantista, anti-imperialista, operaista.
Proprio vero: l’Italia avrebbe bisogno di una Nuova Liberazione. Liberazione dai Dalek-PD.
L’Italia andrebbe DePDinizzata, come afferma correttamente il Collettivo Militant. «Mi nonno ai nonni di quelli der battaglione Azov je sparava, mica je regalava le armi».
Purtroppo non c’è un Dottor Who a cui chiedere aiuto…
L’Impero del Male Statunitense, al pari di Draghi, è convinto di logorare la Russia di Putin (Dottrina Brzezinski) prolungando la guerra ucraino-Russa all’infinito, mediante il sempre più massiccio invio di armi d’attacco e combattendo fino all’ultimo ucraino e fino all’ultimo Europeo!
Già, perché noi dei Paesi Europei Vassalli della NATO siamo sacrificabili (expendable) esattamente come gli ucraini.
Giustappunto: è la Barbarie Draghista.
Questo post viene pubblicato il 25 Aprile 2022: non è un caso.
Sono disgustato dalle dichiarazioni urbi et orbi dei dei Tromboni e dei Sicofanti di Regime in data odierna.
Nel frattempo il Fascismo, dopo cento anni, si è di nuovo reificato in Italia. Come afferma giustamente Agamben, siamo di nuovo in uno Stato d’Eccezione, uno Stato Duale simil-Fascista e/o simil-Nazista, in cui la Legislazione e la Costituzione Italiane sono solo apparentemente vigenti, mentre esiste un Potere Esterno – Autocratico ed Epistocratico – che sta riportando gli Italiani alla condizione di Servi Medievali.
Non possiamo non plaudere al pentastellato Vito Petrocelli, presidente della Commissione Esteri del Senato, che mostra Onestà Intellettuale a differenza dell’ipocrita e marcescenza etica della parte ufficiale del M5S (o meglio il poco che ne è rimasto) che ha deciso di espellerlo.
Vergognosa istanza, Noi, comunque siamo e saremo sempre contro i Nazi-Fascismi del XXI secolo: USA, Cina, Nazi-UE, NATO e Ucraina.
© 2022, Seyan. All rights reserved.
Rileggere Seyan è un piacere. Riterrei utilissimo un Suo contributo sull’oscura vicenda dei provvedimenti politico-sanitari imposti a Shangai, Guanhzhou e, sembra, anche a Pechino.
S.C.
Gentile Ing. Civiltà,
La ringrazio per la consueta cortesia e disponibilità.
Effettivamente ha ragione Lei.
La Cina proclama poco più di 5000 morti per Covid-19 ma attua misure draconiane e spropositate a Shanghai e altri luoghi.
A questo punto non possiamo non ritenere falsi i dati pubblicati dal PCC, tenendo conto che milioni di utenze telefoniche sono scomparse dall’inizio della pandemia.
Completamente d’accordo sul fatto che bisognerebbe analizzare quanto sta succedendo in Cina.
https://formiche.net/2020/03/morti-coronavirus-cina-cellulari/