Il Terzo Reich nazista era più etico della UE?
UE meno etica del Terzo Reich nazista? Ovviamente, la nostra è una provocazione, densa, però, di significati, che andremo ad approfondire.
Chiunque abbia avuto un avo che ha combattuto per la Resistenza, sa perfettamente che era necessario combattere contro la Germania e i suoi Quisling.
Ma a quei tempi la Germania era più etica. Nel senso che “disciplinava” i Popoli occupati con carri armati e campi di concentramento, trasferendo risorse umane (Milioni di Ebrei condannati all’Olocausto, Prigionieri di guerra, Organizzazione Todt) e asset finanziari in Germania.
Per quanto riguarda il razzismo, nulla è cambiato, solo l’obiettivo: prima erano gli Ebrei, ora sono i Popoli dell’Europa del Sud.
I nostri avi, de visu et auditu ex propriis sensibus, cioè in tutti i modi, avvertivano la Germania degli anni ’40 come Nazione immonda, assassina e genocida, ergo odiavano la Germania e la combattevano, armi in pugno, avendone pienamente il diritto di farlo. Ope legis.
A quei tempi, la Germania, pur compiendo azioni turpi e criminali, almeno operava senza maschere, non si nascondeva dietro etici fini neoliberisti, europeistici, pseudo-umanistici e universalistici.
Ora il Quarto Reich tedesco – UE utilizza il fiscal compact, la troika, le «riforme strutturali», il «consolidamento fiscale», l’«austerità espansiva», i «conti in ordine», financo il fare i compiti a casa, per trasferire tutte le risorse economiche degli altri Paesi Europei verso la Germania; con l’avvallo dei Quisling e dei Gauleiter nominati in tutti gli stati vassalli (compresi noi) e con l’appoggio totale di tutti i giornalai dei Mainstream Media Europei.
Inoltre, la Germania fa la ierofania del rigore e dei conti in ordine, ma, secondo alcuni analisti, il suo vero debito pubblico sarebbe il 287% del PIL!
E nessuno reagisce: tanti, troppi, sono fideles della religione psicopolitico-mercatista della UE, resa ecumenica dai media asserviti, dal «sogno meraviglioso» degli “Stati Uniti d’Europa” che sono invece la cacotopica Paneuropa kalergiana, e da progetti globalisti come Erasmus.
Per siffatta gente la UE ha “provveduto alla pace economica e sociale”. Lo dicano ai Greci e ai Ciprioti.
Secondo siffatta gente, la UE “dovrebbe focalizzarsi sui problemi dei giovani”, magari togliendo il diritto di voto a chi non è giovane, elitista ed eurofilista. Per sottacere della feccia sovranista e populista, immagino da ostracizzare hic et nunc, e sostituendola magari con le sacre risorse afroislamiche di Soros, Bergoglio e ONU.
Piccoli Riotta crescono, tanto arroganti da credere che è solo “il deficit di istruzione alle origini del populismo”…
L’ homo Europæus non esiste e giammai esisterà.
Anche noi, come Michel Houellebecq, ci aspettiamo la dissoluzione dell’Europa comunitaria.
La mia convinzione è che in Europa non abbiamo né una lingua comune, né valori comuni, né interessi comuni: in una parola, sono convinto che l’Europa non esiste, e che non costituirà mai un popolo né sosterrà una possibile democrazia (vedi l’etimologia del termine), semplicemente perché non vuole costituire un popolo. In breve, l’Europa è solo un’idea stupida che si è gradualmente trasformata in un brutto sogno, dal quale alla fine ci sveglieremo.
Sulla falsa retorica della “pace e stabilità in Europa da 70 anni ad oggi” risponde icasticamente Antonio Socci:
CARO PRESIDENTE, GLI ITALIANI SI ASPETTANO CHE LEI DIFENDA L’ITALIA NON CHE ATTACCHI IL GOVERNO. QUANTO ALLA GUERRA NON FU SALVINI CHE BOMBARDO’ BELGRADO (NELLA FOTO), MA… – Lo Straniero
CARO PRESIDENTE, GLI ITALIANI SI ASPETTANO CHE LEI DIFENDA L’ITALIA NON CHE ATTACCHI IL GOVERNO. QUANTO ALLA GUERRA NON FU SALVINI CHE BOMBARDO’ BELGRADO (NELLA FOTO), MA… – Lo Straniero
Sergio Mattarella è ¨una persona mite e garbata, con uno spiccato senso delle istituzioni. Sono pregi importanti e dovrebbero aiutare in particolare chi si trova a fare il presidente della Repubblica, quindi a rappresentare l’Italia (non la Germania o la Francia e nemmeno lâ’Europa, ma l’Italia) e tutti gli italiani (la nazione intera e non …
GERMANIA, ETERNAMENTE PAESE CRIMINALE
La Germania è colpevole di millenarie stragi e infiniti stermini, dall’annientamento delle legioni di Varo alle “Migrazioni” (con corollario di stupri, eccidi, saccheggi e distruzione di Roma) dei barbari Goti, Visigoti, Longobardi et similia, dai genocidi commessi dai Cavalieri Teutonici alle Guerre Mondiali.
La Germania è diretta e precipua responsabile – a causa del suo perenne Colbertismo – dello scoppio di due guerre mondiali a fuoco e dell’attuale Terza Guerra Mondiale, finanziaria e asimmetrica.
La prima Guerra venne combattuta con cannoni, mitragliatrici pesanti e trincee, la seconda con Panzerdivisionen e Stukas.
La terza (l’attuale) viene combattuta dalla Germania – contro di noi – mediante due armi asimmetriche di distruzione di massa: Euro e Migrazioni coercitive progettate.
COME FUNZIONANO LE DINAMICHE DELLA BILANCIA COMMERCIALE E PERCHÉ IL SURPLUS TEDESCO È ESIZIALE PER L’EUROPA
Spiega in modo molto semplice il sito quifinanza,
L’attivo della bilancia dei pagamenti della Germania è in attivo strutturale da anni, violando la regola europea sugli squilibri macroeconomici eccessivi, secondo cui non si deve avere un attivo superiore al 6% per più di tre anni di fila. Il divieto vale anche per il disavanzo, che non deve essere negativo oltre il 4%.
D’altra parte, se c’è qualcuno in attivo, ci deve essere qualcun altro in passivo. […]
Nelle relazioni tra Germania e Grecia, poniamo che nel primo anno l’attivo tedesco rispetto al passivo della Grecia dipenda dal fatto che la Germania vende automobili per un valore superiore a quello speso dai tedeschi che vanno in vacanza in Grecia. A questo punto, ci sono due reazioni possibili: nella prima, gli operai tedeschi sono pagati di più dalle loro imprese, e l’anno dopo faranno vacanze più lunghe in Grecia, cosicché i conti ritornano in equilibrio; nella seconda, i salari degli operai tedeschi rimangono invariati, ma il surplus della Germania viene prestato alle banche greche affinché anche nel nuovo anno i cittadini greci abbiano soldi a prestito per continuare a compare macchine tedesche.
Nel primo caso, i conti tornano in equilibrio e si attiva un meccanismo virtuoso, perché i maggiori salari degli operai tedeschi vengono spesi allungando le vacanze in Grecia. L’anno dopo, con i maggiori ricavi della stagione turistica, i cittadini greci continuerebbero a comprare macchine tedesche ma senza doversi indebitare.
Nel secondo caso, i conti rimangono squilibrati e si attiva un processo vizioso: la Germania, per poter continuare a vendere lo stesso numero di automobili in Grecia, incassando più di quanto i suoi cittadini spendano in Grecia durante le vacanze, deve prestare denari alla Grecia; i cittadini greci, per poter continuare a comprare lo stesso numero di automobili tedesche, devono indebitarsi. Se le banche tedesche non prestassero denari alle banche greche per finanziare i nuovi acquisti di auto, le industrie tedesche ridurrebbero le vendite, creando problemi di occupazione. Si innesca un meccanismo perverso: i tedeschi, per poter vendere ancora automobili in Grecia, sono costretti a prestare ogni anno sempre più denari ai compratori. L’attivo commerciale sull’estero viene reimpiegato come credito verso l’estero.
IL MASSACRO GRECO HA UN’UNICA MOTIVAZIONE
La macelleria sociale imposta alla Grecia dalla troika UE-BCE-FMI aveva un’unica giustificazione: far riavere, alla banche tedesche e francesi, con i relativi interessi da cravattari, tutti i soldi che esse avevano prestato ai Greci, con la supina collaborazione di Syriza.
VAROUFAKIS E GALBRAITH, QUISLING SOROSIANI?
Sono in pochi a non ricordare Yanis Varoufakis. Ex ministro delle finanze di Tsipras, laureato in economia all’Università dell’Essex, specializzato in teoria dei giochi e contrattazione, finì coll’essere accusato di alto tradimento.
A quei tempi, sotto il cappello dell’Inet, fondazione (manco a dirlo) di George Soros, viaggiavano come un trenino Varoufakis, Piketty, Galbraith, Stiglitz, Krugman e Adair Turner.
Qui comincia il giallo. Pur essendo Varoufakis un esperto nelle negoziazioni, le trattative tra il QuartoReich-UE di Merkel e Schäuble e la Grecia di Syriza sono fallimentari e del tutto inconcludenti.
Ad un certo punto, Varoufakis progetta l’arresto del governatore della Banca centrale greca (uno dei tanti uomini in Europa che fanno riferimento al Three Eyes Mario Draghi) se vorrà opporsi alla confisca delle riserve monetarie per pagare stipendi e pensioni.
Addirittura il Varoufakis afferma che, alla guida del sistema informatico del fisco greco, aveva accortamente piazzato un amico esperto in hackeraggio di sistemi telematici.
Peccato che Varoufakis, come ministro delle Finanze, avesse pieno e completo accesso a tale sistema informatico.
VERITÀ O BUFALE DA JAMES K. GALBRAITH?
Valutiamo le affermazioni dell’economista Galbraith:
James K. Galbraith, amico e «consigliere» dell’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, riflette sul fallimento della politica riformista di Syriza e sulla lezione che questo rappresenta per la sinistra europea. […]
In quanto consigliere ed amico stretto di Varoufakis lei ha seguito i negoziati molto da vicino. Ritiene che una strategia diversa da parte della Grecia avrebbe potuto determinare un esito migliore?
A un certo punto nel corso dei negoziati è diventato evidente che la troika non aveva nessuna intenzione di trattare e non avrebbe accettato niente all’infuori di una riproposizione del vecchio Memorandum. La Grecia ha senz’altro sottovalutato con chi aveva a che fare. Prendiamo Schäuble: subito dopo la vittoria di Syriza dichiarò che «le elezioni non fanno alcuna differenza». Molti al tempo pensavano che scherzasse. E invece ha mantenuto quella linea fino alla fine. In quelle condizioni, l’unica cosa che poteva fare la Grecia era costringere l’avversario a venire allo scoperto, smascherandolo. E ci è riuscita.Lei è stato molto critico nei confronti del comportamento tenuto dalla Bce.
Certamente. La scelta della Bce di assumere il ruolo di “scagnozzo” dei creditori – sottoponendo la Grecia a una lenta asfissia finanziaria che ha destabilizzato l’economia e messo in ginocchio il sistema bancario – è stato un atto di brutalità inaudita, senza precedenti, che solleva moltissimi dubbi sull’integrità di quell’istituzione. La pressione esercitata dalla Bce è il motivo principale per cui Tsipras è stato costretto ad accettare le condizioni imposte dalla troika. [non dimentichiamo che il presidente della BCE, dal 2011 al 2019, è il Three Eyes Mario Draghi, nota di Seyan]
PRESTIAMO ATTENZIONE ALLE ULTIME AFFERMAZIONI DEL GALBRAITH.
Quale pensa che sia la lezione che gli altri movimenti e partiti della sinistra in Europa dovrebbero trarre dalla vicenda di Syriza?
Tutta la strategia di Syriza era basata su un’incognita: può un paese che ha pagato sulla propria pelle il drammatico fallimento delle politiche europee sperare di cambiare quelle politiche all’interno della cornice dell’eurozona? Bene, penso che la risposta a quella domanda sia evidente a tutti.
Non ritiene che una strategia improntata alla riforma dell’Ue e dell’eurozona avrebbe qualche speranza di successo in più se a portarla avanti fosse un partito politico alla guida di un paese economicamente e politicamente più rilevante come, per esempio, la Spagna?
Sta all’elettorato spagnolo decidere se tentare la strada greca o meno. Al loro posto, io non sceglierei quella strada. Non penso che sarebbe una posizione facile da vendere agli elettori, alla luce della vicenda greca. Anche perché ormai la posizione dei creditori la conosciamo bene, ed è incredibilmente rigida: niente taglio del debito e nessuna deviazione dalle politiche di austerità estrema che abbiamo visto finora. (“Galbraith: «Per Syriza missione impossibile»”, ilmanifesto.it)
TORNEREMO SU QUANTO SOPRA, MA ORA CITIAMO…
il solito economicstar Varoufakis, il quale, probabilmente per dimostrare di non essere l’ennesimo burattino di Richelieu Soros dopo Obama, Hillary Clinton, Juncker e compagnia cantante, fa una dichiarazione esplosiva:
«George Soros telefonò a Alexis Tsipras per chiedere che venissi cacciato».
Vero? Ma se così fosse, è corretta la successiva domanda:
È il tipico caso in cui la smentita di una notiza contiene una notizia ancora più grande: davvero Soros può comandare a bacchetta il presidente di un Paese (più o meno) sovrano come la Grecia? E davvero ha chiesto di cacciare Varoufakis? E perché Tsipras si fa dare ordini da lui? Tutte cose che, a questo punto, andrebbero spiegate. Altrimenti si rischia di dare ragione ai “populisti di estrema destra”. (Linkiesta.it)
Viene, ipso facto, dimostrata totalmente la nostra tesi. L’Anomos e Megalodonte Globale George Soros è il Richelieu del Neo Impero Carolingio – UE.
Ecco spiegato perché il Reichsmarschall Soros aveva ordinato al Gauleiter Monti di attivare la troika, cioè di far marciare le Waffen-SS-troika sull’Italia; in questo caso almeno, il Monti si peritò.
MASSIMO GIANNINI, UNO DEGLI ARALDI DEL PENSIERO UNICO GLOBALE ESULTA PER IL FALLIMENTO DELL’ARMATA GIALLOVERDE
«Wellington è un pessimo generale, prevede la vittoria entro l’ora di pranzo», disse Napoleone alla vigilia della battaglia di Waterloo. Salvini e Di Maio, i piccoli Bonaparte con lo scolapasta intesta: «Juncker è un vecchio ubriacone, lo piegiamo entro Natale». È andata doversamente, per nostra fortuna [il Giannini parla della fortuna delle élites globaliste e mercatiste. di cui egli è propagandista, nota di Seyan]. Dopo mesi di tronfia propaganda cadornista e sovranista, i gialloverdi battono in ritirata. (Massimo Giannini, “Bandiera bianca”, laRepubblica del 13/12/2018)
Non riporto il resto (ultroneo) dell’articolo, propaganda funzionale alla teurgia dell’Eurofilia, e del Mercatismo Globalista. Ma su una cosa, il Giannini ha ragione. L’Armata Brancaleone gialloverde ha alzato bandiera bianca.
Fu Marco Travaglio, in un suo editoriale, a definire, con rara efficacia, l’attuale compagine governativa: Armata Brancaleone.
La Capitolazione in senso europeistico è stata ammessa dallo stesso “Capitano” leghista Salvini ad un’altra corifea del Pensiero Unico, Lucia Annunziata:
Vi ripropongo la mia intervista di ieri su Rai Tre.
Commento libero!
🔴LIVE: https://t.co/DYqRKUPYWH pic.twitter.com/KveXgy8YvS— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 10 dicembre 2018
PERCHE’ SALVINI VUOL FARE L’AMMINISTRATORE DEL CONDOMINIO UE?
Bella domanda.
In realtà, l’unico modo per far funzionare l’Eurozona è farne uscire la Germania, che, con i suoi spaventosi surplus commerciali, sta diventando una vera e propria mina vagante non solo per la democrazia e la libertà in Europa, ma anche per il commercio mondiale.
Già nel 2017 The Economist faceva partire l’allarme rosso:
[Il modello teutonico] ha reso pericolosamente sbilanciati l’economia tedesca e il commercio globale. La compressione salariale ha portato la Germania a un basso livello di spesa interna e a uno scarso livello di importazioni. La spesa per i consumi è caduta ad appena il 54% del PIL, a confronto del 69% in America e al 65% in Gran Bretagna. Gli esportatori non investono poi i loro profitti entro i confini nazionali. E la Germania non è sola in questo. Anche la Svezia, la Svizzera, la Danimarca e l’Olanda hanno ammassato grandi surplus commerciali.
Il fatto che una grande economia in condizioni di piena occupazione accumuli surplus commerciali dell’8 percento di PIL all’anno comporta un’esagerata tensione sul sistema di commercio globale. Per compensare questi surplus e sostenere a sufficienza la domanda aggregata al fine di mantenere i posti di lavoro, il resto del mondo deve indebitarsi e spendere in uguale misura. In alcuni paesi, come l’Italia, la Grecia e la Spagna, i deficit persistenti alla fine hanno portato alla crisi. Il loro successivo ritorno al surplus è avvenuto a caro prezzo. La persistente sovrabbondanza di risparmi nel nord Europa ha reso inutilmente dolorosi i necessari riaggiustamenti. Nei periodi di alta inflazione negli anni ’70 e ’80 la propensione della Germania per gli elevati risparmi è stata una forza stabilizzatrice. Oggi invece sta trascinando verso il basso la crescita globale e rappresenta un bersaglio ideale per i protezionisti come Trump. (“The Economist: Perché il surplus tedesco è un problema mondiale”, vocidallestero.it)
Ritornando all’immagine della UE come un condominio, abbiamo il condomino Germania che continua a fare feste importune e inopportune assieme ai comparuzzi del Nord e non ha mai pagato alcuna spesa condominiale, avendole sempre scaricate sul groppone dei condomini più deboli.
Dubito che Salvini possa essere mai nominato amministratore di siffatto condominio.
NEI CONSIGLI DEI MINISTRI SI AVVERTE UN FORTE SFRIGOLIO
Lo sfrigolio non è dovuto al brainstorming o all’attrito tra Salvini e Di Maio.
No, è dovuto al fatto che il leghista sta cuocendo, a fuoco sempre più alto, gli alleati pentastellati. Avvantaggiondosi del fatto di indossare i panni del leader anti-establishment.
Ma la Lega è sempre stato un movimento pro-élites, ed è sempre stata favorevole alla UE e all’Euro, tanto che a suo tempo proponeva di far uscire i terrùn dell’Italia Meridionale dall’Eurozona.
I GILET GIALLI SONO SOSTITUITI IN ITALIA DA SALVINI?
In Italia secondo Piero Ignazi, su Repubblica,
non è nato alcun movimento analogo a quello dei gilet gialli, né è probabile che questo avvenga. Questo perché negli ultimi anni molti attori politici hanno rappresentato, con diversa credibilità, l’anti-establishment. La pulsione al cambiamento radicale è stata interpretata da tutti coloro che si sono posti in contrasto con il passato. Se tracciavano una linea di demarcazione tra loro e chi li aveva preceduti, diventavano ipso facto, credibili. Così è successo a Renzi che ha tratto grande impulso dalla sua demolizione dell’establishment del Pd. Solo che, esaurita la pars destruens, l’aura del vincitore si è trasformata nella zavorra del governante (per di più, saccente). Anche a lui sono state inflitte le stimmate che spettano a chi entra nel Palazzo. Così sta accadendo ai 5Stelle, espressione massima dell’anti-establishment al potere. […]
Della crisi dei pentastellati trarrà profitto chi sornione e navigato, ha evitato di prendere rischi. La Lega è pronta a raccogliere, e, gestire, il vento della protesta, eventualmente disarcionando gli attuali alleati.
Una riprova di ciò si è avuta quando il presidente della Repubblica negò a Paolo Savona la poltrona di Ministro dell’Economia perché anti-euro.
Di Maio si lanciò, novello don Quijote de la Mancha, lancia in resta, contro il presidente, salvo effettuare una subitanea e disordinata ritirata. Salvini tenne il suo partito fuori dalla questione, non esponendosi in alcun modo.
GLI ELITISTI NON ODIANO SALVINI, ODIANO I PENTASTELLATI
Per me il termine elitista ha un’accezione deteriore, esattamente come per un catafratto neoliberista il lemma populista.
L’elitista Ernesto Galli della Loggia soloneggia sul Corriere, in “Populismo senza qualità”, che
ciò che caratterizza il populismo italiano attuale, in particolare quello dei 5Stelle, è la completa assenza di qualunque cosa assomigli a un gruppo dirigente.Nei «grillini» ci sono solo dei «capi» (peraltro non si sa bene scelti come) intorno a un »capintesta» (Di Maio): gli uni e gli altri emanazione di un’ oscura «entità» che risponde al nome di «Casaleggio e Associati» , della quale tutti sono tenuti a conservare la fiducia pena l’ immediata decadenza dai propri incarichi. La stessa cosa vale per i parlamentari, i sindaci, i membri dei consigli elettivi: per tutti la sola cosa che conta è l’investitura dall’ alto e la fedeltà. Non conta niente altro, a cominciare dalle qualità personali: e infatti nessuno è mai stato chiamato a dare qualche prova di sé, a farsi venire qualche idea, a mostrare qualche capacità o competenza. […]
La verità è che il demagogico programma elettorale che sei mesi fa ha portato il movimento alla vittoria adesso è diventato un cappio che ogni giorno un po’ di più si sta stringendo inesorabilmente intorno al collo dei «grillini». I quali sono destinati a imparare così a loro spese una regola antica come la storia: e cioè che la rivolta contro le élite sono solo altre élite che possono farla. O almeno provarci.
IL REDDITO DI CITTADINANZA È VELLEITARIO.
E’ vero, dobbiamo ammettere che il “Reddito di cittadinanza” è pura demagogia, soprattutto perché tale reddito viene finanziato a deficit, mentre andavano trovate le coperture necessarie, per renderlo strutturale.
Così rischia di essere finanziato con ulteriori tagli alla spesa sanitaria, andando a colpire ancor di più quei ceti operai e medi post-borghesi, pauperizzati e liquidati dalla crisi economica 2007-2008, dall’austerity dei Catafratti neoliberisti, dalla finanziarizzazione dell’economia e dalla globalizzazione sorosiana.
La Corte di giustizia europea, con sentenza del 21.6.2017 ha statuito che,
Tutte le prestazioni sociali che vengono erogate sulla base di requisiti predeterminati (come il numero di figli e il reddito), senza valutazione discrezionale della pubblica amministrazione, sono a ogni effetto “prestazioni di sicurezza sociale”, indipendentemente dalle modalità di finanziamento e dal collegamento con un rapporto di lavoro. In quanto prestazioni di sicurezza sociale, soggiacciono di conseguenza al vincolo di parità previsto dalla direttiva 2011/98 e tutti gli stranieri titolari di un permesso che consente di lavorare, siano essi lavoratori effettivi o no, ne devono poter fruire a parità di condizioni con i cittadini italiani. (lavoce.info)
Questo significa, checché ne dica Luigi Di Maio, che il reddito di cittadinanza non può essere negato agli immigrati con regolare permesso o ai rom e sinti di cittadinanza europea.
Quando i dati dimostreranno che almeno il 30% degli immigrati avranno diritto al reddito di cittadinanza, Matteo Salvini avrà altre frecce al suo arco per disarcionare i 5Stelle e per guadagnare ulteriori consensi.
Insomma, a Mandrake Salvini riuscirà la magia di sembrare l’unico leader anti-establishment, pur rimanendo, a tutti gli effetti, il latore di politiche convenzionali e del tutto neoliberiste.
Con grave disdoro di chi è ancora tanto ingenuo da credere che l’euro-scetticismo risuoni ancora profondamente nella politica di Matteo Salvini.
Ma una volta da solo al Potere, senza poter scaricare responsabilità sui pentastellati, la sua parabola potrebbe seguire lo stesso percorso verso il nadir di un altro Matteo, Renzi, che nel 2014 sembrava il Padrone d’Italia, mentre oggi non sa neanche se il PD sarà ancora il suo partito.
Salvini si era paludato dei panni del Sovranista no-Euro, ora li ha dismessi indossando la casacca dell’Europeista convinto.
Come abbiamo visto, intervistato dall’Annunziata, ha divulgato la sua folgorazione sulla via di Damasco, una completa inversione ad U della politica leghista sulla UE. Il Quarto Reich tedesco – UE adesso ci è amico ed è necessario solo cambiare l’amministratore di condominio.
Estendiamo la metafora del Neo Romano Impero germanico – UE come un condominio di Stati de-sovranizzati.
Nell’attico troviamo la Germania e i suoi comparuzzi antimeridionalisti della Nuova Lega Anseatica.
In tale superattico gli occupanti passano il tempo a fare feste. Grazie all’Euro, la Germania ha un surplus della bilancia commerciale pari a quasi trecento miliardi di euro all’anno. E’ per questo motivo che Gli Usa di Trump la vedono come un rivale da abbattere, anche più della Cina.
Le feste nel superattico hanno una particolarità: i conti vengono pagati da quelli dei piani inferiori, grazie ai loro passivi dei conti con l’estero.
L’Italia occupa l’alloggio del custode, con Salvini che ambisce a fare l’amministratore di condominio, cioè il presidente della prossima Commissione Europea.
Magari contando sui voti del sorosiano Kurz…
La Grecia è oggi ridotta a vivere nelle fatiscenti cantine del metaforico condominio.
SALVINI, IL “FASO TUTTO MI”
Non solo vicepremier e ministro degli Interni, il “Capitano” è il “Faso Tuto Mi”. Presidente del Consiglio in pectore, indossa anche la giacchetta del Ministro dello Sviluppo Economico, incontrando al Viminale i rappresentanti dei locupletati neoliberisti, da Confindustria in giù. E…
…Adesso, scrive Blondet, Salvini «scavalca tutti e fa [anche] il ministro degli esteri. Insomma, fa tutto lui. E anche di più. Naturalmente raccogliendo enormi successi diplomatici». Blondet lo definisce il classico elefante nella cristalleria, che va a spasso in Israele «ignorando come gli israeliani lo abbiamo insultato sui giornali, dicendo che dovevano dichiararlo “persona non grata” perché neofascista, “populista, separatista, nazionalista”». E questo «lo dicono “loro”, unico stato razziale, a lui».
“La visita di Salvini divide Israele”, scriveva l’Agi alla vigilia: «Il vicepremier incontrerà il premier Netanyahu ma non il presidente Rivlin (per motivi di agenda, spiega il portavoce). Il quotidiano di sinistra “Haaretz” lo dichiara “persona non gradita”». Perché la visita di Matteo Salvini in Israele sta facendo tanto discutere? Voci di protesta si alzano anche dai 5 Stelle, che sulla questione israelo-palestinese hanno posizioni ben diverse da quelle del leader della Lega.
Già nel comizio di sabato, a Roma, secondo i media, Salvini si era proposto «come ministro per l’Europa e premier» indossando abiti non suoi annunciando di parlare «a nome di 60 milioni italiani», con questo obiettivo: «Datemi mandato per trattare con la Ue». Poi però ha proclamato che intende mettere in piedi «un nuovo asse Roma-Berlino», da opporre al morente asse franco-tedesco. «Se fosse cosciente dell’enormità di quel che dice – scrive Blondet – sarebbe sì fascista», ma invece «lui non sa».
Aggiunge Blondet: «Per sua bocca, semplicemente, parla l’Italia di Sfera Ebbasta arrivata al governo. Quindi il commento giusto è quello di Osho: “Stavolta al Giappone non gli diciamo un cazzo”». Ma come, fino a ieri Salvini era per l’uscita dall’Ue e adesso vuole l’alleanza con la Germania, che ha messo ko l’Italia con l’austerity? Scrive l’analista Giovanni Zibordi: se il Piano-A era il 2,4% di deficit, il Piano-B sarebbe il 2%, al minimo accenno di contrarietà da parte di Bruxelles? «C’è caos totale sulla Brexit, le banche europee crollano in Borsa, Francia nel caos che ora sfonda l’austerità, recessione in arrivo… Gente con un minimo di competenza, a Roma, avrebbe dettato le condizioni alla Ue, infischiandosene della spread che è un bluff». Non pago, Salvini fa il messia in Israele. Chiosa Blondet: «Qualcuno è in grado di fermarlo, Sfesso Ebbasta? Sedarlo?» (“Blondet: Salvini ebbasta si è smarrito tra Berlino e Israele”, libreidee.org)
L’ARMATA BRANCALEONE MAIOSALVINISTA È IN PIENA ROTTA
Furia francese e ritirata spagnola, il governo ramarro, anzi l’Armata Brancaleone, è in fuga spagnola, disordinata.
Il 2.04%? Grandissimo errore! La Commissione UE non tratta, impone! Chiunque vi dica che in fondo non è andata male, vi racconta frottole a puro scopo elettorale personale, persino quelli che lo fanno da questa testata (da cui mi dissocio e vorrei che non ci scrivessero).
Adesso, percepita la paura dei gialloverdi, la Commissione chiederà il sangue. E sangue avrà, salvo Italexit. (scenarieconomici.it)
L’ARMATA IN ROTTA È ORMAI SCOMPARSA DALLA VISTA. SI VEDE SOLO LA POLVERE SOLLEVATA DAGLI STIVALI DEGLI ARMIGERI IN FUGA
Tutti hanno gettato spade ed armature per scappare il più velocemente possibile. Davanti ad un nemico alla cui testa c’è un ubriacone incallito. Un nemico che, però, dietro alle quinte, conta sull’azione di Richelieu Soros.
Paolo Barnard lo scrive. «Io ve l’avevo detto».
Era il 31 maggio 2018 quando io scrivevo:
“Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno inflitto agli elettori euroscettici italiani la più desolante umiliazione che chiunque potesse immaginare. Non male per due ‘paladini’ delle sovranità italiane. Ma molto peggio: hanno seppellito per sempre le speranze sovraniste italiane in un colpo solo. […]
Chi fra i Socci, Fusaro, Becchi, e tutti sti delusi ragazzetti/e web che ora ragliano sui Social “vi avevamo creduto! traditori!” condivise la mia previsione? Nessuno. (PaoloBarnard.info)
Ovviamente, spero di ricredermi e che il governo gialloverde provochi – finalmente – quello strappo che è fin troppo necessario per liquidare ad æternum l’Oligarchia Ue. Ma ho ben poche speranze. Nel frattempo, arriviamo velocemente ai titoli di coda.
Qualche epitaffio? Io non ne ho. Ho smesso da tempo di credere alle velleità sovraniste di Salvini e Di Maio.
Termino con una battuta: Aquilante, il cavallo di Brancaleone da Norcia, è giallo, come il Movimento 5 Stelle. Doveva cavalcare solitario verso la vittoria, ma ora viene cavalcato da Salvini, accrescendo il consenso elettorale della Lega a scapito proprio dei Pentastellati.
E, con la Commissione Europea, tutt’e due i Diarchi del governo gialloverde (Di Maio – Salvini) hanno subito lo stesso trattamento dei “pifferi di montagna”…
© 2018 – 2019, Seyan. All rights reserved.
ho paura che sia tutto vero…già c’ero cascata con varoufakis…checcogliona…non ci ho colto…e purtroppo gl’italiani non sono capaci di reagire neance con l’arma del Consumo…