DEMENTOR BIDEN –
IL DISSENNATORE DISSENNATO.
L’Occidente è ormai preda del più assoluto dispregio di morale, norme e regole. DEMentor “Rinco” Biden e i suoi Rinco Boys, stanno spingendo inesorabilmente il Mondo verso la Catastrofe Nucleare.
DEMENTOR BIDEN
DEMentor BIDEN, il DEM Dissennatore, il corresponsabile delle Guerre USA contro donne e bambini di tutto il Mondo negli ultimi vent’anni ci sta trascinando inesorabilmente verso una dissennata Guerra Nucleare.
Con il pieno appoggio della furfantessa e del damerino:
Credo che mai nella storia dell’informazione, convertita in propaganda bellica e in culto della personalità, si fossero raggiunti vertici così vergognosi.
Il Corriere della Sera riprende quasi per intero un articolo del Financial Times per rivelare e celebrare quella che definisce la magia di Draghi. «Era il terzo giorno della guerra in Ucraina, si legge, e al 13° piano della sede della Commissione Europea Ursula von der Leyen aveva incontrato un ostacolo”.
Comincia con l’effetto suspense che si riserva all’evolversi di situazioni ricche di drammaticità e dall’esito incerto, il racconto di quel tranquillo week end di paura durante il quale la presidente della Commissione aveva lavorato al telefono per ottenere il consenso dei partner sulla più ampia e punitiva serie di sanzioni finanziarie ed economiche mai applicate a un avversario.
Le resistenze, pensate un po’, venivano da Washington dove la segretaria al Tesoro Janet Yellen condizionava l’accordo unanime all’adozione della misura più drammatica e sensibile per il mercato: sanzionare la stessa banca centrale russa. Non c’era tempo, ansima il Financial Times, il nemico con al sua potenza diabolica poteva intralciare il piano messo a punto dalle forze del Bene, quando Ursula prese una delle sue tante decisioni storiche, come quando accettò in nome della tenuta dell’allenza di far sedere il suo culo secco sullo scomodo strapuntino del dittatore sanguinario. Detto fatto, chiama Mario e in quattro e quattr’otto si ha la risposta positiva: in nome di antiche contiguità in momenti altrettanto drammatici dal crollo finanziario del 2008-09 alla crisi dell’euro i due compagni di banco mettono a punto il piano per congelare gran parte dei 643 miliardi di dollari di riserve in valuta estera di Mosca, dichiarando la loro guerra finanziaria alla Russia spingendo il rublo alla «caduta libera» e avviando una fase speciale di economia bellica contrassegnata dalla «militarizzazione delle finanze», una scelta che i leader europei, adesso cito il Corriere, hanno affidato “al generale e alla generalessa più capaci”. (Anna Lombroso)
Il generale e la generalessa più capaci e veloci a trascinarci verso la Terza Guerra Mondiale: Draghi e Leyen.
Al Dissennato Biden, Draghi, Leyen, si aggiunge “Spugna” Johnson – sì, proprio quello che durante il lockdown da coronavirus organizzava festini ad alto tasso alcolico dove gli invitati rotolavano ubriachi sotto i tavoli –. B(eone) Johnson, a riprova della sua lucidità mentale, chiede a gran voce che ad intervenire a fianco dei Neonazisti Ucraini sia tutta la NATO.
È un vero peccato che Juncker non sia più presidente della Commissione Europea, altrimenti lui e Johnson si sarebbero uniti e abbracciati nelle bisbocce alcoliche.
I BIDENVERSTEHER
Tra coloro “che capiscono Biden”, dimostrandosi perfetti sicofanti degli USA a scapito dei Popoli che dovrebbero rappresentare, emerge Ursula von der Leyen, colei che tra l’altro sussurra SMS al cellulare di Bourla – il CEO di Pfizer.
Ella continua a ripetere come un disco rotto che la UE sosterrà l’ucraina fino alla vittoria. Una vittoria che non ci sarà mai.
Anche un altro “Bidenversteher”, Mario Draghi, continua a ripetere siffatta insensatezza.
DEMentor Biden ulula, «Putin è un macellaio!». Di Maio latra: «Putin è peggio d’una bestia!», mentre Draghi e Leyen all’unisono urlano che «Ucraina vincerà!», e Johnson vaneggia di consegnare ai Nazi-Ucraini missili e armi d’attacco da utilizzare contro il suolo russo.
Di Maio dovrebbe esser ministro degli esteri italiano e quindi metter la mano sul cuore davanti alla nostra bandiera, non a quella USA. Questa gente conferma il ruolo di colonia per il nostro Paese. Vanno cacciati. pic.twitter.com/ZPr72ZrWPD
— Marco Rizzo (@MarcoRizzoDSP) July 2, 2022
Nel frattempo, le solite gole profonde della Casa Bianca rivelano che ormai, tra quelli di loro ancora pensanti, nessuno crede più alla “Immancabile Vittoria” del guitto Zelensky.
Funzionari della Casa Bianca hanno confidato in privato alla Cnn i loro dubbi sul fatto che l’Ucraina possa recuperare non solo il territorio delle repubbliche secessioniste del Donbass e la Crimea, ma anche il territorio conquistato dalle truppe d’invasione russe a partire dal 24 febbraio. I consiglieri del presidente Joe Biden hanno quindi cominciato a discutere sull’opportunità che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “moderi le sue aspettative su quello che le forze ucraine possono realisticamente ottenere”, probabilmente anche accettando l’idea che il territorio ucraino possa ridursi irreversibilmente. La Cnn ricorda che Zelensky ha detto che considererebbe “una vittoria”, per il momento, il fatto di costringere le truppe russe a ritirarsi entro i confini del 23 febbraio, vigilia dell’invasione. Ciò lascerebbe comunque fuori dal controllo di Kiev sia le parti del Donbass in mano alle repubbliche di Donetsk e Lugansk sia la Crimea, annessa alla Federazione russa fin dal 2014. Ma le cose sono cambiate nelle ultime settimane, con le forze di Mosca che avanzano nel Donbass e quelle ucraine che subiscono forti perdite, “fino a 100 soldati al giorno”. Gli ucraini stanno inoltre perdendo equipaggiamento militare e munizioni “più velocemente di quanto l’Occidente sia in grado di fornire nuovi sistemi d’arma secondo gli standard Nato e provvedere all’addestramento”. (Ansa.it)
«Se un clown si trasferisce in un palazzo, non diventa re: il palazzo diventa un circo» (antico proverbio turco). pic.twitter.com/JjtvkbkBk4
— Diego Fusaro (@DiegoFusaro) July 3, 2022
Il generale Mini afferma che l’Ucraina sta perdendo attualmente circa 300 uomini al giorno e che tonnellate di armi occidentali cadono in mano russa. Tali sistemi d’arma vengono rapidamente implementati per essere utilizzati contro gli ucraini stessi, come i missili anticarro Javelin.
L’Impero Talassocratico USA, in piena crisi di valori umani e morali e con un’inflazione esogena, non dipendente dell’aumento della domanda, che corre al galoppo, non trova di meglio che tentare di issarsi sulle spalle delle Colonie Nato in Europa per proiettarsi contro la Russia, diventando una Potenza Tellurica e aggredendo le enormi risorse siberiane.
Come se Russia, Cina, e gli altri Brics glielo lascerebbero fare impunemente!
È meglio che la NATO impari a non sottovalutare le Forze Armate russe, scatenate quando si tratta di difendere la Santa Madre Russia. I Russi combattono anche da morti.
Come a Osowiec.
Chi è stato cacciato da ogni teatro di guerra pur essendo sempre in netta superiorità numerica e tecnologica, dalla Corea al Vietnam, dalla Siria all’Afghanistan, non può certo ergersi a Dominatore del Mondo.
Un Impero in piena necrosi morale, etica, culturale, economica, quale l’Impero USA è davvero in piena demenza, in piena dissoluzione della dissonanza cognitiva (Cfr. Festinger), se crede di risolvere il proprio inarrestabile declino assimilando altri Imperi e altre Civiltà, manco fosse l’Impero Borg!
A siffatto livello di necrosi è giunta la Necrociviltà Angloamericana…
«La Nato è la sfida sistemica alla pace e alla stabilità nel mondo». Ha replicato così il portavoce della diplomazia di Pechino, Zhao Lijian, dopo che ieri i leader della Nato riuniti a Madrid hanno approvato il nuovo concetto strategico dell’Alleanza. La Nato, ha accusato secondo le dichiarazioni diffuse dal ministero degli Esteri del Dragone, «afferma di essere un’organizzazione difensiva e regionale», ma «lancia guerre ovunque, uccidendo civili innocenti». (Ansa.it)
Con il nuovo concetto strategico, l’Alleanza NATO ha finalmente gettato la maschera, non è più (se mai lo è stata) un’alleanza difensiva, è il braccio armato aggressivo e offensivo – come lo fu in Germania la Wehrmacht hitleriana nel XX secolo – destinato a proiettarsi in tutto il Mondo per realizzare i fini geopolitici, strategici e militari dell’Impero USA, il tutto a spese anche dei Paesi europei lacchè della NATO, come noi, che paghiamo decine di miliardi ogni anno non per tutelare i nostri interessi, ma per veder tutelati solo gli interessi angloamericani.
“Le politiche ambiziose e coercitive della Cina minacciano i nostri interessi, sicurezza e valori”. Così testualmente si apre il punto 13 del documento strategico sottoscritto dal vertice NATO di Madrid.
I guerrafondai in malafede che ancora parlano di una alleanza difesa sono smentiti da un documento che dichiara guerra a gran parte del mondo. Non sola la Russia vi è definita nemico principale, evidentemente da sconfiggere. Ma tutto il pianeta viene sottoposto all’’intervento del Patto EuroAtlantico. Dall’Africa, al Medio Oriente, all’Indocina, ovunque nel mondo la NATO proclama la su intenzione di intervenire a sostegno dei propri interessi, sicurezza, valori, contro tutti i paesi ed i regimi che considera nemici.
Altro che difesa dell’Europa. Il documento strategico proclama l’impegno al confronto mondiale su tutti i piani militari compreso quello nucleare. (Giorgio Cremaschi)
Mentre nel summit di Madrid i sicofanti e i quisling USA esultavano, tutti i Cittadini Europei cominciavano ad sentire “puzza di cetriolone” come direbbe Crozza: la neo-NATO comporta più tasse in armi e meno in welfare, esplosione del costo dell’energia, aumento delle truppe di occupazione americane (con il triste corollario di risse e stupri a danno degli Occupati) e il concreto rischio di trovarsi di fronte mitragliatrici e carri armati NATO quando in autunno milioni di Italiani senza lavoro scenderanno in piazza per protestare contro le dissennate scelte adottate da Draghi & Co.
Ma è tutto il Non-Occidente che comincia a guardare con enorme preoccupazione ad un’Alleanza, la NATO, le cui funeree armate sono latrici dei disvalori del Fascistico Capitalismo Totalitario dei Soroi.
Ecco che prende forma quell’Alleanza amorale di Stati nemica della Pace e di Cristo, vaticinata nelle Profezie dell’Apocalisse.
L’Occidente angloamericano è ormai in piena marcescenza etica; è solo un’Anomia destinata alla putredine.
Qual è l’unico valore dell’Occidente? Il denaro. Ma il denaro è da sempre lo sterco di Satana. Che non può vincere le battaglie, checché ne pensino i Dementors come Biden e i loro Dissennati quisling.
DISSENNATORI, DISSENNATI, INSENSATI, E DISSENNATORI DISSENNATI
I Dissennatori (Dementors) sono sono creature terrificanti e spettrali, create da J.K.Rowlings, il cui aspetto è celato sotto un mantello nero con un cappuccio, da cui spuntano solo due mani ossute e decrepite. Sotto il cappuccio sono privi di occhi ma dotati di fauci con cui assorbono dalle persone intorno a loro tutte le emozioni ed i ricordi positivi (che costituiscono il loro nutrimento), lasciando loro solo le esperienze negative, fino a farle impazzire dalla disperazione. (cit. Wikipedia)
Ecco un video sul Dissennatore Dissennato Biden:
DEMentor Biden è talmente incontrollato nei suoi movimenti parkinsoniani da riuscire a cadere financo da una bici ferma e piede al suolo.
E ancora,
https://twitter.com/WallStreetSilv/status/1539209012981407746
Il penoso stato semicomatoso in cui è ridotto DEMentor Biden è attestato da questo articolo del Daily Mail
(Daily Mail) – Non c’è giorno che passa senza che Joe Biden ci regali una piccola gaffe, tanto da sollevare spesso dubbi sulle sue capacità mentali. Così è successo ieri, quando, durante un incontro con i dirigenti dell’industria eolica alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti ha mostrato per sbaglio a favore di telecamera il bigliettino che il suo ufficio gli aveva preparato con le indicazioni sul da farsi. L’elenco era composto da più punti, con istruzioni come «prendi posto», «fai brevi commenti», «te ne vai».
Durante l’incontro con i dirigenti nella Roosevelt Room alla Casa Bianca, Biden ha mostrato per errore ai fotografi l’elenco in otto punti su come comportarsi. Le istruzioni erano intitolate «Sequenza di eventi» e la prima indicazione era «entra nella Roosevelt Room e saluta i partecipanti».
Il media inglese fa notare come nella piccola sceneggiatura consegnatagli, DEMentor Biden non è indicato come “The President”, ma come “YOU”. Non è mancanza di rispetto, ma la conseguenza del fatto che, in innumerevoli occasioni, il Biden ha parlato dell’attuale Presidente degli Stati Uniti riferendosi a Trump ed Obama.
Non ricorda neanche che è lui l’attuale POTUS!
Persino la VP Kamala Harris è stata più volte indicata come “Il Presidente”…
Sottacendo, infine, dei pestiferi e fragrorosi peti che Petomane Biden è abituato a rilasciare in ogni dove…
Nuova gaffe plateale di Joe Biden dopo il peto malcelato davanti al Principe Carlo e Camilla Parker Bowles. Sembra oramai inarrestabile il numero dei momenti di imbarazzo creati dalle apparizioni pubbliche dell’attuale presidente degli Stati Uniti. Prima la pennichella durante la CoP26, poi il peto “rumoroso” in compagnia dei reali d’Inghilterra, infine l’ostentata, meccanica, incontrovertibile lettura del gobbo. Già, perché Biden, in un discorso riguardante l’aumento del prezzo del gas e della catena di approvvigionamenti energetici negli Usa non ha fatto nulla per celare lo sguardo fisso verso il rullo preparato dai suoi ghostwriter, tanto che a un certo punto lo si è sentito pure citare una scritta tra parentesi. “A causa delle azioni che abbiamo intrapreso, le cose hanno cominciato a cambiare – ha affermato Biden citando il ceo di Walmart – per poi aggiungere: “End of quote”.
Insomma anche se poco prima aveva specificato che era una citazione, nella catatonia della lettura alquanto robotica si è come incantato buttandoci dentro anche quello che i ghostwriter gli avevano scritto tra parentesi. L’ironia sul web non è tardata ad arrivare. Biden è subito diventato oggetto di frizzi e lazzi, ma soprattutto di un paragone che gli americani conoscono bene: Ron Burgundy. Ovvero la parodia degli anchorman anni settanta che leggono il gobbo come un libretto d’informazioni realizzata da Adam McKay e Judd Apatow, e interpretato da Will Farrell. Il New York Post ha osato l’impietoso paragone sostenendo che Biden ha avuto un “momento Ron Burgundy”, (Davide Turrini, ilfattoquotidiano.it)
Ormai Biden ha solo momenti Ron Burgundy…
Ex plurimis, altro momento Ron Burgundy:
Stiamo su “scherzi a parte”? No, alla Casa Bianca. Biden in diretta tv, legge il discorso alla lettera (comprese le note a margine): “Fine della citazione, ripeti la riga”. pic.twitter.com/yn838y1pd6
— Marco Rizzo (@MarcoRizzoDSP) July 10, 2022
Nel summit della NATO a Madrid del 28 giugno il DEMoniaco DEMentor DEMente Joe Biden è riuscito persino a mettere la Svizzera al posto della Svezia, come nuovo Paese vassallo e servo dell’Alleanza.
Senza dimenticare che “Sleepy Joe” si appennichella ovunque capiti, come, recentemente, al COP26 o al colloquio con il Primo Ministro israeliano alla Casa Bianca.
Sono molti gli Americani ad essersi pentiti di aver votato per DEMentor Biden, almeno coloro i quali l’hanno effettivamente votato, escludendo la gestione opacissima del “voto postale”, ove i voti espressi per Biden sono arrivati a toccare punte del 100% compresi i morti che, come Zombie, dalle proprie tombe si sono levati per scegliere Dementor Biden e spedire il voto!
Dulcis in fundo, Dementor Biden è stato accusato, con fondatezza, di aver violentato una sua ex assistente, Tara Reade. Ne parla il sito investigativo americano The Intercept.
La Russia è una potenza ormai declinante, ma cosa dire degli Stati Uniti, governati da un demente senile quasi totalmente dissennato, con una Vice-Presidente, Kamala Harris, che è stata allontanata dallo staff presidenziale da ogni impegno di responsabilità, a causa della conclamata incapacità operativa?
E i burattinai del Biden, i Gran Maestri della Cabala Mondiale Kissinger e Soros, ormai ultra-nonagenari, non mi sembra che brillino per raziocinio e assennatezza. Ora si sono anche scissi da se stessi esattamente come il nuovo lacchè di Draghi, Di Maio; Kissinger afferma che l’Ucraina deve accettare le perdite territoriali, mentre lo psicopatico George Soros agita la guerra ad oltranza contro Russia e Cina, come faceva Hitler nel bunker di Berlino quando vagheggiava le vittoriose Wunderwaffen.
Nessuno, all’interno del pennivendolame italico, si è posto una domanda cruciale: Biden è il capo delle forze armate americane, ma considerando il suo stato mentale e l’inettitudine di Kamala Harris, chi controlla la valigetta nucleare?
Magari qualche generale interventista e guerrafondaio convinto della bontà del concetto del first strike, per cui è possibile un attacco preventivo alla Russia, tanto al massimo verranno colpiti nuclearmente solo i Paesi dell’Europa?
Molti dello staff della Casa Bianca cominciano ad essere seriamente preoccupati dalla brutta piega presa dal Dissennato Duo Biden-Harris e hanno iniziato a fornire informazioni riservatissime a quotidiani di peso per sabotarli.
Bisogna chiedersi chi e perché sta rivelando i segreti inconfessabili dell’amministrazione Biden in questo conflitto. La sensazione, confermata da numerosi analisti, è che questa fuga di notizie è un atto d’accusa nei confronti del loro commander in chief, ossia il presidente americano, per come sta conducendo questa guerra che, con mosse avventate, potrebbe davvero sfuggire di mano.
L’unica certezza è che i media americani hanno fatto e stanno continuando a fare il proprio dovere. L’esatto opposto di quanto accade in Italia dove troppo spesso sui media mainstream, quasi fosse un dogma, viene sostenuta la linea del governo. E chiunque solleva dubbi viene immediatamente tacciato di essere filo putiniano. Non solo. Al momento, dati alla mano, l’Italia è il quarto fornitore di armi all’Ucraina ma tutt’ora non sappiamo bene cosa inviamo e sembra che la cosa non interessi a nessuno.
Un dato che è riservato quasi soltanto da noi visto che la Germania di Olaf Scholz, tanto per fare un esempio, ha detto chiaro e tondo di aver inviato i tank Ghepard – specializzati nell’antiaerea – a cui ieri ha aggiunto anche l’invio di nove potenti obici ossia artiglieria. Per non parlare del fatto che in Italia perfino il chiedere al governo di Mario Draghi di riferire in Parlamento sulla gestione della guerra (leggi l’articolo), come ha fatto Giuseppe Conte, sembra essere diventato reato di ‘lesa maestà’. (lanotiziagiornale.it)
Il problema in Italia è proprio questo. I cani da guardia della democrazia sono diventati i cani da grembo di Draghi. Ormai siamo circondati da un’infinita pletora di Pennivendoli Minions LeccaDraghi, mentre a dire la Verità e combattere le Fake News di Regime sono rimasti in pochi (il Fatto Quotidiano, La Verità, Panorama, Byoblu, l’Antidiplomatico, RadioRadio, Visione TV, Contro TV, l’Indipendente, LaNotiziaGiornale, e pochi altri).
LA NECROCIVILTÀ ANGLOAMERICANA
Vladimir Putin ha avuto un merito: quello di aver fatto capire al mondo che la Globalizzazione è ormai moribonda. Il Capitalismo Totalitario dei Soroi ha perso, gli eventi non si stanno più evolvendo a favore di quel piano inclinato dell’Ultraliberismo e del Tanatocapitalismo che avrebbe trangugiato diritti e beni di miliardi di umani di tutto il Globo Terracqueo a tutto vantaggio di pochi psicopatici “Padroni dell’Universo” come Soros, Bezos, Musk, Gates, Fink, Zuckerberg, Buffett, et similia.
Non esiste da decenni una Cultura Occidentale, esiste una Necrociviltà Americana o Angloamericana, imbottita di perversioni orwelliane come il “Pensiero Unico”, il “Politically Correct”, l’oikofobia, la “Woke culture” o la “Cancel culture”, per cui vanno abbattute le statue di Cristoforo Colombo in quanto negriero ante litteram, e addirittura andrebbero abbattuto tutte le statue dei filosofi occidentali, perché «non sono neri!», come se fosse colpa di Socrate, Platone, Aristotele, fino a Cartesio, Kant, Hegel, Fichte… se nessun nero è mai stato in grado di produrre un pensiero filosofico pari al loro.
La follia del razzismo contro i Bianchi va espandendosi. Il radicalismo degli Antifa finanziati da Soros e delle isteriche prefiche ululanti di #BlackLivesMatter ora propugna anche l’abbattimento delle statue di Cristo, della Madonna, dell’Arcangelo Michele!
La violenza contro i simboli non risparmia le statue di Gesù, di Maria e di San Michele Arcangelo. Così vanno le cose in questi giorni. Così funziona per ora l’antirazzismo. Si parla molto dei Black Lives Matter (BLM, letteralmente “le vite dei neri contano”). Si tratta di un movimento attivista internazionale nato all’interno della comunità afroamericana.
Secondo uno dei leader delle proteste anti-razziste esplose negli Stati Uniti dopo l’omicidio di George Floyd e poi in altri Paesi del mondo, le statue che raffigurano Gesù come “un europeo bianco” andrebbero abbattute.
Motivo: “Sono un simbolo suprematista, Gesù aveva la carnagione scura”.
Colpisce il tweet pubblicato due giorni fa da Shaun King, scrittore americano ed attivista per i diritti civili:
“Sì, penso che le statue che raffigurano Gesù come un europeo bianco debbano essere abbattute, sono una forma di suprematismo e lo sono sempre stato, nella Bibbia quando la famiglia di Gesù voleva nascondersi indovinate dove è andata? In Egitto, non in Danimarca, buttatele giù”.
Nel mirino anche le statue di Maria e anche l’immagine di San Michele Arcangelo. (inuovivespri.it)
Dulcis in fundo, l’aberrante fenomeno di #MeToo sfruttato immediatamente da migliaia di avventuriere senza scrupoli che hanno immediatamente ricattato il famoso di turno con cui avevano avuto una fugace relazione pur di raccattare milioni di dollari.
Uno dei pochi alfieri della Vera Sinistra (non certo quella che rappresenta l’ipostasi del Pensiero Unico filo-Fascista traslata al XXI secolo, dai Democrats USA al PD italiano, passando attraverso le paludi dei socialisti-socialdemocratici di tutto il Mondo, posti a quadrato a difesa del Capitalismo Totalitario, dell’Atlantismo, delle Diseguaglianze, e dei ceti ricchi e sfruttatori), Luca Ricolfi, scrive:
Che, da tempo, il politicamente corretto stia evolvendo in follemente corretto lo sapevo. È questo, del resto, il motivo per cui ho cominciato a scriverne su “La Ragione” (vedi articolo di martedì scorso).
Di vere e proprie follie ne ho scovate decine, soprattutto nei Paesi di lingua inglese, a partire dagli Stati Uniti. Per esempio che non si può vendere uno shampoo per capelli “normali”, perché altrimenti qualcuno potrebbe sentirsi anormale se compra uno shampoo per capelli secchi.
Però qualche giorno fa, girovagando su Internet, mi sono imbattuto in un caso che supera tutti quelli che avevo incontrato e catalogato (sì, ho questa perversione, faccio collezione di follie). Ebbene, si tratta di questo: in un breve editoriale pubblicato sul portale dell’Università di Padova, uno studioso che si occupa di biologia evoluzionistica racconta che sta per pubblicare negli Stati Uniti un testo di argomento scientifico (l’evoluzione) e che la correttrice di bozze della casa editrice gli ha chiesto di cambiare alcune parole. Due in particolare: “cieco” e “nano”, in quanto offensive per i non vedenti e le persone di bassa statura.
Finito di leggere il resoconto, ho pensato a uno scherzo. Magari lo studioso in questione non esiste o è un dottorando burlone che si diverte a prenderci in giro o vuole denigrare gli Stati Uniti. Quindi ho controllato: in realtà lo studioso in questione esiste, si chiama Telmo Pievani, ha studiato in Italia e negli Stati Uniti, attualmente è docente ordinario di Filosofia delle scienze biologiche, ha incarichi nazionali e internazionali prestigiosi, un mare di pubblicazioni, un curriculum accademico splendido.
Quindi la mia ipotesi era sbagliata: non siamo davanti a uno scherzo. Dobbiamo trovare un’altra spiegazione. Se una correttrice di bozze non capisce che “evoluzione cieca” e “elefante nano” sono espressioni che non possono offendere nessuno, una ragione deve esserci. Ma quale può essere? È a questo punto che mi sono tornati in mente alcuni studi recenti che, come sociologo che per trent’anni ha lavorato con gli psicologi, mi avevano molto incuriosito. Secondo questi studi il quoziente intellettivo (QI) dei cittadini dei Paesi sviluppati sarebbe aumentato sistematicamente per più di mezzo secolo (dagli anni Quaranta alla fine degli anni Novanta del secolo scorso) ma nel nuovo millennio sarebbe in diminuzione. Il primo effetto (aumento QI) viene chiamato effetto Flynn, il secondo (diminuzione QI) viene chiamato effetto Flynn inverso o retrogrado. (Luca Ricolfi, laragione.eu)
Purtroppo è davvero così, la gran parte delle generazioni dei Millennials e degli Z-Gen ha un QI molto più basso di quello dei propri nonni e si avvicinano pericolosamente ad uno stato semi-scimmiesco. Un esempio eclatante e reboante è la burattina del Globalismo e della Mafia Green, Greta Thunberg, che continua a vomitare insensatezze e trasuda isteria da ogni poro ogni volta che parla (rectius: urla). Ma decine di milioni di ragazzini continuano a seguirla come soldatini di latta caricati a molla.
È ormai fattuale, comunque, che dire o scrivere la verità, per la distopica Neolingua della Necrocultura Occidentale (Italia compresa), è diventato psicoreato.
Un’altra cartina al tornasole della necrosi culturale e sociale americana è il modo in cui vengono trattati i bambini nell’anglosfera e nei Paesi Occidentali quisling degli USA.
Il genderismo viene imposto dalla Ur-Sinistra Sorosista. I maschi devono vestirsi da femminuccia e giocare con le bambole, i genitori non devono più essere la madre e il padre – dall’eterosessualità ormai considerata consunta, vetusta e anormale – ma genitore 1, 2, 3 fino all’infinito. E così crescono bambini complessati, come Sanna Marin, il premier finlandese cresciuta da due lesbiche e che, come primo gesto politico, ha asservito totalmente la sua Nazione agli USA e alla NATO.
Il caso Bibbiano è emblematico in Italia.
Ma sono le stragi nelle scuole USA a dare stura e dimostrazione di tutto l’odio che emana e promana nel mondo anglosassone verso i puri, verso i bambini, che vengono costretti a sviluppare tendenze LGBTQ e rendersi subito manipolabili e controllabili dai prodotti WEB dei fascistici GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft).
Non dimentichiamo che nell’Impero Statunitense i bambini vengono uccisi a migliaia, non solo nelle stragi innumeri all’interno delle scuole, ma anche nelle case familiari e per strada, mentre centinaia di migliaia di bambini spariscono ogni anno, non solo negli USA ma in tutto l’Occidente, senza mai più tornare a casa. Bambini prede ambite per la vendita di organi agli immondi Oligarchi Cabalisti americani e prede per gli snuff film USA venduti a peso d’oro sul dark web.
E siffatte nequizie sono comuni ormai in tutta la Necrociviltà “Occidentale”.
Nel mese di aprile 2013, Rob Wainwright, direttore di Europol, ha denunciato l’esistenza di una rete di pedofili, attiva su Internet, che commercia tramite la valuta on-line Bitcoin spettacoli depravati, eseguiti dal vivo in webcam, che vedono protagonisti bambini violentati e torturati. Nel mese di aprile 2015, nel corso di un’indagine condotta dalla polizia del Belgio e del Sudafrica volta a sgominare un network globale di pedofili, sono stati scoperti alcuni file criptati che consentivano l’accesso a immagini video raffiguranti stupri e omicidi di bambini. (Wikipedia)
https://twitter.com/Giancky26/status/1543633828392075264
Le “civiltà” che uccidono e torturano i propri figli più piccoli e indifesi sono Civiltà del Male, Civiltà della Morte, hanno addosso il fetore della Morte e della Putrefazione: sono Necrociviltà.
I “SUCCESSI” DELLA NECROCIVILTÀ ANGLOAMERICANA
L’unico effetto che ha ottenuto la Necrociviltà Angloamericana è stato quello di spostare l’intera Federazione Russa nell’ambito geopolitico asiatico in piena contrapposizione al decadente Occidente e, probabilmente, quello di distruggere le più importanti manifatture d’Europa – quella Tedesca e Italiana – che non potranno più godere del gas russo a prezzi di favore.
Gli USA frignavano a causa del continuo surplus commerciale della Germania e latravano per una maggiore apertura dell’Italia agli sciacalli della Finanza Globale. Con la guerra russo-ucraina hanno preso tre piccioni con una sola fava.
Inizio mattinata rovente per il gas con quotazioni che ad Amsterdam, mercato di riferimento per il mercato europeo, hanno superato i 175 euro al megawatt/ora (+ 7%) […] In forte discesa viceversa i prezzi del petrolio, calati del 6% a 103 dollari/barile, spinti al ribasso dai timori di recessione e quindi calo della domanda. Il colosso tedesco Uniper, primo cliente del gigante russo Gazprom, è in trattative con il governo tedesco per un piano di salvataggio da 9 miliardi di euro che contempla anche la possibilità che Berlino entri nell’azionariato e che venga consentito all’operatore di alzare i prezzi per i consumatori in deroga ai contratti.
Uniper è alle prese con il calo dei flussi dalla Russia (oggi riceve il 40% del gas concordato) e dovendo reperire il combustibile da altri fornitori a costi elevatissimi vede le sue finanze deteriorarsi rapidamente. Dopo aver praticamente dimezzato il loro valore nell’ultimo mese le azioni Uniper guadagnano stamane in borsa il 9%. Il governo tedesco ha avvisato che la crisi del gas potrebbe causare un’ondata di fallimenti nel settore. Il prossimo 11 luglio verrà chiuso per dieci giorni il gasdotto Nord Stream 1 che collega Russia e Germania con una capacità di 30 miliardi di metri cubi/anno, ufficialmente per manutenzione. Alcuni osservatori temono che questo possa essere il fattore che farà deflagrare la crisi.
Nell’ultimo anno e mezzo i prezzi europei del gas sono aumentati di 8 volte. (Mauro del Corno, ilfattoquotidiano.it)
Mentre quest’autunno sarà catastrofico per noi, l’economia russa soffre ben poco a causa delle sanzioni.
“Guardando oltre le tensioni politiche, l’economia russa sta offrendo sorprese positive”, ha scritto JPMorgan. “Per ora, la Russia sta attraversando una recessione molto più mite di quanto si supponesse quando è iniziata l’invasione”.
“Zar” Vladimir Putin è uno psicopatico, certo,
Ma, comunque, come dichiara Papa Francesco, Biden e i suoi Versteher (Leyen, Draghi, Johnson…), o Zelensky, non si paludino dei panni di Buoni, perché tutto sono fuorché i “Buoni”.
Chi istiga e vuole la Guerra a tutti i costi, non è mai un Buono.
Bergoglio ricorda […] di un colloquio con un capo di Stato avvenuto un paio di mesi prima dell’inizio della guerra. Un incontro con “un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio. E dopo aver parlato delle cose di cui voleva parlare, mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato”.
Il motivo? Il capo di Stato citato da Papa Francesco gli aveva riferito che l’Alleanza Atlantica stava “abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro”. Una situazione che “potrebbe portare alla guerra”, gli aveva riferito il capo di Stato.
“Quello che stiamo vedendo – aggiunge il Santo Padre nell’intervista – è la brutalità e la ferocia con cui questa guerra viene portata avanti dalle truppe, generalmente mercenarie, utilizzate dai russi. E i russi, in realtà, preferiscono mandare avanti ceceni, siriani, mercenari. Ma il pericolo è che vediamo solo questo, che è mostruoso, e non vediamo l’intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra, che è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita. E registro l’interesse di testare e vendere armi. È molto triste, ma in fondo è proprio questo a essere in gioco“. (ilriformista.it)
Putin può essere considerato una sorta di Attila redivivo, di Gengis Khan reincarnato, ma i suoi antagonisti non sono certo migliori di lui. Anzi.
Sappiamo ormai tutti che a dominare la Necrociviltà Angloamericana (impropriamente definita Civiltà Occidentale) è un Pugno di Ur-lodge Oligarchiche, Neoaristocratiche e Occulte quali Three Eyes, Hathor Pentalpha, Leviathan, White Eagle, et cetera, a cui sono e sono stati affiliati in Italia individui come Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi, Beniamino Andreatta, et similia (Cfr. Massoni di G. Magaldi).
LA RISSA TRA DITTATORI
Vi ricordate dei tempi – mica tanto lontani – in cui Cancellier Draghi definiva Erdogan Dittatore?
Ora, invece…
L’altro giorno il presidente Draghi, la sua fida mascotte Di Maio, e l’entourage di ballerine di seconda fila del governo italiano hanno rinsaldato i rapporti di partenariato e buona vicinanza con la Turchia del presidente Erdogan.
Come riporta il sito del governo, con descrizione formale: “Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha co-presieduto con il Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan il Terzo vertice intergovernativo italo-turco che si è svolto ad Anakara. Dopo la visita all’Anıtkabir, mausoleo di Mustafa Kemal Atatürk e al museo dedicato, il Presidente Draghi ha incontrato il Presidente Erdoğan al Palazzo Presidenziale e preso parte ai colloqui bilaterali tra i ministri italiani membri della delegazione ufficiale e i rispettivi ministri turchi.”
Naturalmente il senso politico di questo incontro è evidente anche ai sassi: si tratta di una mossa di avvicinamento e compattamento con la Turchia, alleato Nato in prima fila quanto l’Italia sul fronte orientale, ora rovente. Si tratta di rilanciare una contingente comunanza di interessi e consolidarla: lo sa Draghi, lo sa Erdogan, lo sa chiunque abbia studiato un po’ di storia.
Dunque cosa c’è di strano?
Non ci sarebbe niente di strano, sarebbe ordinaria Realpolitik internazionale, se non fosse che una parte qui coinvolta, l’Occidente – qui rappresentato dall’Italia di Draghi – , pretende e continua a pretendere ogni giorno di far digerire alle proprie popolazioni un messaggio simmetricamente opposto: che la storia e le nazioni si giudicano innanzitutto moralmente, e che noi occidentali, siamo il popolo eletto che porta il grato onere di questo compito giudicante. […]Così, da potenza schiavista e coloniale l’Occidente ha voluto trasformarsi in Autorità Morale, che raddrizzava torti e salvava principesse, ovunque nel mondo le telecamere individuassero un grido d’aiuto. Che fosse il grido d’aiuto dei contadini vietnamiti o degli imprenditori cileni, dei cittadini iracheni o delle donne afghane, nessun torto rimaneva inevaso.
Ma i tempi stanno cambiando e un poderoso temporale si affaccia all’orizzonte, e temo che capiremo tutti sin troppo presto quanto odio e quanta rabbia la nostra spettacolare pluridecennale sanguinosa ipocrisia ha suscitato nel mondo. (Andrea Zhok, professore di Antropologia filosofica e Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Milano)
Non siamo noi quelli dai valori morali “blindati”, quelli che combattono Putin perché è un Dittatore “Macellaio”?
Allora ci spieghino i vari Biden, von der Leyen, Draghi, Stolto-Stoltenberg, et similia, perché ad un Dittatore genocida come Erdogan è stato consegnato, legato mani e piedi, l’intero ed Eroico Popolo Curdo.
Su pace, lotta per il disarmo, l’essere dalla parte dei più indifesi tra gli indifesi, oltre il “governismo”, c’è ancora vita a sinistra. Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana e deputato di LeU, l’argomenta così.
“La Nato si è venduta a Erdogan gli eroi di Kobane”. Così Il Riformista titolava in prima pagina a conclusione del vertice Nato di Madrid. Di quella “vendita” uno dei contraenti è l’Italia, con il capo del Governo presente al vertice.
Sull’allargamento della Nato a Svezia e Finlandia si è giocata una partita sporca, e l’esito è semplicemente indegno. Va oltre quanto previsto nel patto trilaterale tra Erdogan e i due paesi scandinavi. Si è determinato un via libera definitivo al dittatore nella sua campagna di repressione del popolo curdo e più in generale di ogni opposizione. Gli “eroi e le eroine di Kobane” sono passati senza colpo ferire da baluardo contro il terrorismo del Califfato a terroristi. E il nostro Presidente del Consiglio che solo qualche mese fa aveva definito in Parlamento Erdogan dittatore, si è voltato dall’altra parte. E allora diciamolo, su questa vicenda salta tutta la retorica di cui siamo inondati da mesi. Quella che ci ha fatto passare dalla giusta condanna, netta e senza ambiguità dell’aggressione russa all’Ucraina alla guerra di civiltà, allo scontro di valori, alla necessità di arruolarsi per difendere le democrazie dall’assalto delle autocrazie. Che Putin sia un autocrate non ho dubbi. Ma che Erdogan non sia un sincero democratico ma uno dei peggiori dittatori sulla scena mi pare altrettanto evidente. Dove sono finiti allora i nostri valori? (Intervista a Nicola Fratoianni)
I “Valori Occidentali” a me ricordano i “Valori” di Chamberlein e Halifax, che volevano svendere l’Europa continentale a Hitler pur di salvare l’Impero Britannico.
Ma l’Occidente tutto sta nuovamente scivolando verso una nuova “Nazificazione dei Valori”: dal bombardamento di Belgrado nel 1999 (acclamata dal pidino D’Alema) all’attacco ad Afghanistan e Irak, dalle fascistiche Rivoluzioni Colorate nell’Europa dell’Est (finanziate da Soros), all’aggressione alla Libia fino all’utilizzo dei tagliagole dell’Isis contro la Siria.
Non va soltanto denazificato lo Stato più marcio e corrotto d’Occidente, cioè l’Ucraina, va denazificato l’Occidente tutto (rectius, la Necrociviltà Angloamericana).
Ma la Necrocultura de Il Corriere della Svastica, La Stampa di Biden, la Repubblica ebbra dei Falangisti Ucraini, Il Giornale di Zelensky, et al., difende a spada tratta il neonazista V. Zelensky e le sue Waffen-SS, in piena disfatta.
Nessuno ha chiesto allo Zelensky di infilarsi in questo cul de sac. Che si arrangi.
La lotta di Kiev non è per l’Europa, l’Occidente o qualsiasi altro paese. Gli ucraini stanno combattendo per l’Ucraina. Kuleba [ministro degli esteri ucraino] ha affermato: “Se perdiamo, non ci sarà più l’Ucraina; non ci sarà prosperità o sicurezza in Europa”. Eppure nessuno nella NATO, eccetto forse gli Stati baltici, che farebbero poco nei combattimenti – la NATO ha sempre rappresentato il Nord America e gli Altri – ha mai considerato l’Ucraina un interesse vitale per cui vale la pena combattere. L’alleanza non è riuscita ad agire in base a una serie di promesse di indurre Kiev e non è intervenuta direttamente dopo i sequestri territoriali della Russia del 2014. Oggi i governi alleati agiscono proprio nei modi che sconvolgono così tanto Kuleba perché credono che sia fondamentale evitare di essere trascinati nel conflitto.
L’Ucraina ha tutto il diritto di scegliere di combattere piuttosto che negoziare. Tuttavia, Kiev dovrebbe valutare attentamente il costo di tale operazione e la probabilità di vittoria. Inoltre, gli alleati devono prendere decisioni separate in base ai loro interessi. Se premessero sempre di più per un accordo negoziato, Kuleba farebbe meglio ad ascoltare le loro argomentazioni piuttosto che insultarli. Alla fine, i governi statunitense ed europeo devono agire per conto dei loro popoli, non del governo ucraino. (Doug Bandow, “L’Ucraina ha adottato una nuova strategia per insultare gli Alleati?”)
Qui il Grande Statista e Grande Eroe di Guerra V. Zelensky suona il pianoforte col cazzo:
DOVETE DARCI SUBITO ALTRE ARMI, STREPITA ISTERICAMENTE IL CLOWN DI KIEV
Interessante questo pezzo di Fabio Mini, sul Fatto Quotidiano:
Non è ben chiaro quanta capacità di fuoco sia rimasta all’ucraina e cosa intenda fare con quella ricevuta, ma l’assistente di Zelensky, Podolyak, aspettava dalla riunione del gruppo di contatto dei ministri della Difesa del 15 giugno a Bruxelles una risposta a questa richiesta: “Parliamo chiaro, per finire questa guerra abbiamo bisogno della parità di armi pesanti. Perciò dovete darci 1.000 obici da 155 mm, 300 MLRS, 500 carri armati, 2.000 mezzi corazzati e 1.000 droni. Le armi finora inviate e quelle promesse, oltre a essere di molto inferiori a quelle richieste, contribuiscono in maniera minima alla funzione operativa di combattimento immediato e a corto raggio.
Dovete darci seduta stante armi per decine di miliardi dollari, dicono gli ucraini. E anche una fetta di culo non la volete? (Il commento è mio, ovviamente)
Senza un efficace apparato di difesa aerea e antimissilistica il gap non potrà mai essere colmato. Inoltre le enormi quantità di sistemi mobili come quelli anticarro e antiaerei (i.e. Javelin) introdotti dall’occidente e giunte al fronte senza sostegno logistico e senza autoprotezione sono soggetti alla cattura da parte dei russi che li immettono immediatamente nel proprio sistema di attacco. […]
Gli ucraini in combattimento ci hanno già condannato: troppo poco e troppo tardi. Non ci rispettano: dicono di combattere per noi e ora vogliono che combattiamo per loro. Mentre loro muoiono noi pensiamo all’aria condizionata. Se ne fregano dei rischi di escalation e anzi vogliono che li affrontiamo. Anche la logica di Boris Johnson è pericolosa e tende al coinvolgimento della Nato e degli Usa in una guerra di distruzione europea. Ha promesso di addestrare 10.000 ucraini in quattro mesi. Troppo poco e forse troppo tardi: se adesso l’ucraina perde 200-300 soldati al giorno, i 10.000 addestrati dovranno rimpiazzare i 24-36.000 perduti e così via in un crollo esponenziale verso la capitolazione operativa in due soli cicli quadrimestrali. (Fabio Mini, il Fatto Quotidiano del 21 giugno 2022).
Segue uno dei pochi video veritieri della RAI, quello sulla Liberazione di Mariupol girato da Report, con il sollievo evidente della popolazione russofona per essere stata affrancata dall’orrore dei torturatori nazisti di Azov.
Non dimentichiamo che l’Apocalisse prevedeva che un’Alleanza di Nazioni, al servizio di Satana, si sarebbe opposta a Gesù Cristo.
L’unica Alleanza tra Nazioni attualmente vigente è la NATO.
L’attuale NATO è nemica della Libertà, è nemica della Democrazia, è nemica di Cristo.
Non è ultroneo ricordare che nelle Antiche Profezie era vaticinato che la Bestia dell’Apocalisse sarebbe provenuta dalla terra oltre il Gran Mare d’Occidente (Atlantico): dall’Impero USA.
BERGOGLIO NON PIACE PIU’ AI RADICAL CHIC FASCIO-SOROSISTI
Interviene su questo tema papa Bergoglio, affermando che «l’Ucraina non è Cappuccetto Rosso», «la Russia non è il Lupo Cattivo» e che «la Nato sono anni che sta abbaiando ai confini russi» per istigare la reazione russa.
Ovviamente i media che da anni non fanno più vera informazione, ma propalano solo fake news e veline diffuse dalla Propaganda di Regime, in particolare Corsera-Stampa-Repubblica, si sono subito stizziti.
Sempre più si riduce e scompare lo spazio dedicato dai media alla guerra in Ucraina, che a sua volta cancella le guerre in Siria, Yemen o Libia. “La terza guerra mondiale è stata dichiarata”, constata il Papa nel colloquio pubblicato da La Civiltà Cattolica: procede “a pezzi e bocconi” ma è ormai trama dei nostri tempi.
Il pezzo ucraino di guerra è specialmente vistoso, perché ha scatenato in Occidente una corsa al riarmo e alle sanzioni che affamerà il pianeta, e perché sono implicate le due superpotenze atomiche: Mosca che in febbraio ha spietatamente attaccato e Washington che da anni arma e addestra gli ucraini. Ma anche questo conflitto, se dura molto, scomparirà dagli schermi pur restando trama dei nostri tempi. […]
Anche nelle nostre menti la terza guerra mondiale c’è e non c’è; non siamo belligeranti ma combattiamo inviando armi in grado di colpire la Russia; formalmente non c’è stato di eccezione ma i grandi giornali pubblicano liste di cosiddetti “putiniani” perché contrari alla linea degli alti comandi. Cos’altro è questo, se non stato di eccezione e maccartismo. Quanto all’alto comando, non ne conosciamo il volto, l’ubicazione. A seconda delle convenienze si addita Palazzo Chigi, i Servizi, il Copasir, i giornali mainstream, in un immondo scarico di responsabilità.
Tanto per fare un esempio, il Corriere della Sera ripete che la pagina del 5 giugno con la lista di proscritti stilata dai Servizi è uscita perché i giornali seri “danno le notizie”. Ma sono state le firmatarie dell’articolo – una di esse vicedirettore – a decidere l’impaginazione piuttosto indecente della notizia in questione e a corredarla di foto segnaletiche che denunciano, per intimidire chiunque scriva sulla guerra, nove “putiniani”. Non tutti i nomi escono dal Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza. L’affare non è pulito: per il Corriere questa guerra ha da farsi anche in casa, senza troppi riguardi.
Dice il Papa che dobbiamo abbandonare lo “schema di Cappuccetto Rosso, con Cappuccetto che è buono e il lupo che è cattivo”. Che “qui non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto”. Che le idee prive di esperienza sono “eresie”, perché “scollegate dalla realtà umana”: le idee possono essere discusse, ma “quel che conta è il discernimento che porta all’azione”. […]
Discernere gli eventi era possibile già nel 2014, quando in Donbass insorsero i separatisti russofoni e l’esercito di Kiev contrattaccò assieme alle milizie neonaziste (i neonazisti ucraini dispongono di una trentina di battaglioni, tra cui Azov e Aidar, integrati nell’esercito regolare dopo il colpo di Stato di piazza Maidan). Il 24 febbraio Mosca è intervenuta con innegabile brutalità e ferocia, dice Bergoglio, ma discernere implica che lo sguardo non si appunti solo sul pericolo russo: “Il pericolo è che vediamo solo questo, che è mostruoso, e non vediamo l’intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra, che è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita. E registro l’interesse di testare e vendere armi”. Il dramma comprende l’espansione della Nato, come confidato al Papa da un capo di Stato poco prima dell’invasione russa: “Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro”.
Per questo è insensato inviare più armi a Kiev. Tra Russia e Europa si apre un baratro tragico. Di disarmo atomico non si parla più da anni. E la retorica secondo cui Mosca ha il monopolio della brutalità criminale non fa che nascondere gli altri conflitti: in Yemen, Kashmir, Palestina, Siria, ecc. Chi li menziona è sospettato di sminuire l’unica guerra che conta. Chi difende l’innocenza di Julian Assange reo d’aver svelato i delitti Usa in Iraq e Afghanistan è considerato un nemico che svia l’attenzione dai “putiniani” incriminati dal Corriere. (Barbara Spinelli, «Il Fatto Quotidiano», 17 giugno 2022)
Precisiamo una cosa: le Armate Brancaleone di Zelensky sono in piena rotta, checché ne scrivano le Trimurti della Disinformazione in Italia. Dalla triade della carta stampata alla triade dei TG RAI-Mediaset-La7.
Mariupol e Severodonetsk hanno rappresentato disfatte militari per i Nazi-Ucraini, malgrado i distinguo di Corsera-Stampa-Repubblica. D’altro canto anche i propagandisti di Goebbels avevano presentato la disfatta di Stalingrado come un riposizionamento al fine di preparare una nuova offensiva.
Propaganda di guerra per una guerra che non ci riguarda minimamente e per una Nazione (l’Ucraina) di cui nulla ci interessa.
Ma chi dice la verità viene additato come “Putiniano” e deve essere ridicolizzato, proscritto ed epurato.
Già, le Trimurti della propaganda angloamericana in Italia – esattamente come facevano l’hitleriano Völkischer Beobachter e Il Popolo d’Italia di Mussolini – promanano continuamente liste di proscrizione che hanno il vecchio e rancido sapore dell’Apartheid Totalitario: chiunque critichi il Maßnahmenstaat e il Doppelstaat di Cancellier Draghi va proscritto ed epurato. Sic et simpliciter.
La democrazia, scriveva Bobbio ne Il futuro della democrazia, non è caratterizzata soltanto dal consenso, ovvero se essa può contare sul consenso dei consociati, ma anche dal dissenso. Del resto, che valore ha il consenso dove il dissenso è ostracizzato, censurato, intimidito? Dove dunque non c’è scelta fra consenso e dissenso? (Giulio Di Donato)
Il “Corriere della Nato” è sì un media che «ha violentato la democrazia» come invece vorrebbe negare Severgnini, con la continua emissione di liste di proscrizione e avendo dato pieno appoggio ad un esecutivo che ha creato uno Stato di Eccezione, prima mediante la covidocrazia e poi fornendo armi ai repubblichini ucraini.
Definiamo con piena ragione gli ucraini come nazisti: il nazista genocida Stepan Bandera venne entusiasticamente nominato nel 2010 “Eroe dell’Ucraina” dal presidente ucraino Viktor Juščenko e dalla premier Yulia Timoshenko.
Ancora dal sito investigativo The Intercept:
La morte di un volontario francese in Ucraina è la prima prova evidente che ci sono diversi estremisti di estrema destra tra i combattenti stranieri che si sono riversati lì per combattere le forze russe. Wilfried Bleriot, 32 anni, è stato ucciso in azione, secondo la Legione internazionale ucraina in un post su Facebook il 4 giugno 2022. Nella foto di Bleriot pubblicata dalla Legione internazionale, che si è formata dopo l’invasione russa di febbraio ed è aperta ai combattenti volontari di in tutto il mondo, mostra davanti e al centro della sua armatura la macchia in bianco e nero della cosiddetta Divisione Misantropica, che si dice sia un’ala apertamente fascista di volontari del battaglione Azov ultranazionalista ucraino.
Il canale Telegram violento e pieno di odio della Divisione Misantropica è stato il primo ad annunciare la morte di Bleriot, un giorno prima, il 3 giugno. Il post diceva che era morto il 1 giugno a Kharkiv e includeva una foto in cui il magro e barbuto Bleriot indossava un T-shirt con la scritta “Misanthropic Division” sul davanti.
Nel 2018, il Los Angeles Times ha descritto la Misanthropic Division come “uno dei tanti gruppi neonazisti che si sono moltiplicati in tutta l’Ucraina negli ultimi anni”. Nel 2020, il Daily Beast l’ ha definita “l’ala militante dei volontari stranieri del battaglione neonazista Azov dell’Ucraina”. Il Guardian, nel 2014, ha anche affermato che la Divisione Misantropica “è collegata al battaglione Azov”. Ci sono poche altre menzioni nell’archivio delle notizie.
Bleriot era un “uomo che ha combattuto il bolscevismo e l’antifascismo per tutta la vita”, secondo il post di Telegram, un “fratello d’arme”, morto difendendo l’Europa e l’Ucraina da “orde asiatiche”. Tra i membri della chat di gruppo, Bleriot è diventato un martire, un compagno caduto da piangere e celebrare. Un meme mostra una ruota del Sole Nero, un’icona dell’occultismo nazista [Cfr. il nostro post sullo Schwarze Sonne], dietro la sua faccia sorridente. […]
La vera domanda, quando si tratta della legione straniera ucraina e di alcuni dei personaggi più sgradevoli che ha attratto la sua chiamata alle armi internazionale, è quanto rappresentino una minaccia per i loro paesi di origine. La Legione Internazionale variamente organizzata, che potrebbe non avere alcun comando centrale, è limitata nella sua capacità di controllare i volontari. I criminali radicali di tutto il mondo che aderiscono all’ideologia sanguinaria delle sottoculture neonaziste come la Divisione Misantropica hanno un’opportunità molto reale di viaggiare in Ucraina, ricevere addestramento militare e partecipare a intensi conflitti armati contro un nemico. Se sopravvivono, la loro esperienza di combattimento potrebbe dare loro la fiducia e la capacità di compiere atti di violenza politica nei loro paesi d’origine.
LO STATO DUALE SENZA SENNO E SENZA SENNO
L’ossessiva reiterazione massmediatica e il prolungamento delle emergenze, dalla Psicosi Pandemica del Coronavirus alla guerra russo-ucraina, innescata dal continuo abbaiare della NATO alle frontiere russe, sono serviti proprio a replicare il modus operandi adottato in Germania dopo il 30 gennaio 1933: uno “Stato di Eccezione” continuo e prolungato ove ad uno Stato di Diritto (pur ancora formalmente esistente) si sovrappone uno Stato Arbitrario (Maßnahmenstaat) dando vita ad uno Stato Duale (Doppelstaat). (Cfr. G. Agamben ed E. Fraenkel).
Vorrei fissare alcuni punti per cercare di definire la trasformazione surrettizia, ma non per questo meno radicale, che sta avvenendo nell’ordinamento giuridico-politico in cui viviamo.
Un primo punto concerne lo stato di emergenza. Quasi vent’anni fa, in un libro che cercava di fornire una teoria dello stato di eccezione, avevo costatato che lo stato di eccezione stava diventando il sistema normale di governo. Vorrei aggiungere qualche considerazione a quelle che avevo allora svolto, alla luce della prassi governamentale della cosiddetta emergenza sanitaria. Come sapete, lo stato di eccezione è uno spazio di sospensione della legge, quindi uno spazio anomico, che si pretende però incluso nell’ordinamento giuridico. […]
Se, come avviene oggi, lo stato di eccezione diventa la regola, l’eclissi della legge è tanto più visibile e dà luogo a un’abolizione di quel principio fondamentale del nostro diritto che è la certezza della legge. Una legge che può essere continuamente sospesa e separata dalla sua forza è una legge incerta e una legge incerta non è più una legge. Giuliano Scarselli ha definito molto bene questa situazione come si presenta oggi. Cito le sue parole:
“Se lo Stato, invece di dare disciplina normativa ad un fenomeno, interviene grazie all’emergenza, sul quel fenomeno ogni 15 giorni o ogni mese, quel fenomeno non risponde più ad un principio di legalità, poiché il principio di legalità consiste nel fatto che lo Stato dà la legge e i cittadini confidano su quella legge e sulla sua stabilità”. Viene cioè meno quella che si chiama certezza del diritto, che è la condizione perché i cittadini possano organizzare la propria vita in modo certo. “Se lo Stato, viceversa, altera la normativa in ogni momento, e soprattutto dà l’idea, o addirittura afferma, che quel fenomeno può esser oggetto sempre di nuovi interventi e/o modificazioni, a quel punto quel fenomeno non può più dirsi regolato dalla legge, perché di fatto è invece rimesso alla libertà del potere pubblico, che si attribuisce il diritto di cambiare le regole in ogni momento”.
Questa cancellazione della certezza del diritto è il primo fatto che vorrei sottoporre alla vostra attenzione, perché esso implica una mutazione radicale non solo del nostro rapporto con l’ordine giuridico, ma nel nostro stesso modo di vivere. perché si tratta di vivere in uno stato di illegalità normalizzata.
Credo che il cosiddetto stato duale, attraverso il quale Ernst Fraenkel, in un libro del 1941 che bisognerebbe rileggere, ha cercato di spiegare lo stato nazista – che è tecnicamente uno stato in cui lo stato di eccezione non è stato mai revocato. Lo stato duale è uno stato in cui allo stato normativo (Normenstaat) si affianca uno stato discrezionale (Massnahmestaat, uno stato delle misure) e il governo degli uomini e delle cose è opera della loro ambigua collaborazione. Una frase di Fraenkel è significativa in questa prospettiva: “Per la sua salvezza il capitalismo tedesco necessitava non di uno stato unitario ma di un doppio Stato, arbitrario nella dimensione politica e razionale in quella economica». […]
A me sembra che il controllo capillare e generalizzato che si sta istaurando nelle nostre società postdemocratiche, anche se può essere ed è certamente usato a degli scopi particolari poco edificanti, nella sua essenza non sia un mezzo, ma piuttosto un fine, anzi il fine ultimo della vita sociale. La società tende al riscontro universale, al controruolo generale di ogni cosa in un’altra. Vi è, cioè, una ontologia del controllo: essere significa essere controllato, come Berkeley diceva esse est percipi . Che in questo modo il controllo giri su se stesso e il riscontro tenda a sostituirsi all’atto di cui fornisce il controruolo, che esso prenda in questo modo il posto della vita, togliendole lo spazio di cui essa ha bisogno per vivere, è certamente possibile ed è anzi quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi.
E’ stato detto che lo stato moderno vive di presupposti che non può garantire. E’ possibile che un controllo assoluto e autoreferenziale sia la forma in cui questa assenza di garanzie ha raggiunto la sua massa critica e che lo stato moderno sia giunto alla fine della sua storia ed è questa fine che stiamo forse vivendo. In questo senso, il controllo universale corrisponderebbe parodicamente al sapere assoluto della filosofia hegeliana. E se nel paradigma di una religione ormai sottomessa e allineata l’Ultimo Giorno coincideva col Giudizio universale, nella sua secolarizzazione informatica la novissima dies, che viene continuamente aggiornata, è quella del Controllo universale, coi suoi dannati e i suoi eletti, i suoi sommersi e i suoi salvati. (Giorgio Agamben, “Sulla Democrazia”)
Ciò che ci aspetta se ciò che resta della democrazia sarà spento e sostituito dai nuovi modelli di autocrazie tecnofinanziarie è un mondo nuovo, un mondo dove l’esercizio del potere non conoscerà limiti di principio, un mondo in cui il posto legittimo per chi non è parte dell’élite potrà essere solo quello delle mucche da latte o da macello. (Andrea Zhok)
L’Italia è sempre stata un laboratorio politico mondiale, dal Fascismo in poi.
Ma lo Stato duale senza senno e senza senso in cui viviamo distopicamente da quasi un anno e mezzo è qualcosa che ritengo non sia mai stato sperimentato nella Storia Umana.
Accolto placidamente e torpidamente dalle Pecore Panglossiane italiane.
Una sorta di “Multiverso della Follia”…
— Diego Fusaro (@DiegoFusaro) July 5, 2022
VACCINI E DITTATURA
L’inutile mascherina, su cui pervicacemente insiste l’apparatchik Speranza è solo un mezzo per esteriorizzare la sottomissione del cittadino, ormai reso suddito. Come l’imposizione della camicia bruna e della camicia nera nei Totalitarismi Nazifascisti.
Obbedite e basta, sudditi, ordina, il proclamato, mitopoietico, “Supremo”, con la sua voce tronfia e femminea e che, sagacemente, Marco Travaglio definisce “Maria Antonietta Draghi”.
L’Italia ha inoculato più dosi di sieri sperimentali di Germania, Francia, Norvegia o Svezia, ma il Draghi non dice che abbiamo avuto più morti di questi Stati in rapporto agli abitanti. Un grande successo davvero.
Sono stati contati infatti 496 morti per milione di abitanti in Norvegia, 1.787 in Svezia e 2.704 in Italia (ma anche 2.084 in Francia, 1.590 in Germania, 2.177 in Spagna e così via). (wired.it)
L’Italia è uno dei Paesi dell’Europa occidentale in cui chi si infetta di Covid ha la più alta probabilità di morirne. Ma siamo anche il Paese che ha meno no vax, con la più alta copertura vaccinale e la più alta percentuale di persone che hanno effettuato il booster (“in gennaio abbiamo anche ricevuto i complimenti di Fauci” ricorda Petti) [Stefano Petti, epidemiologo e docente de La Sapienza].
Conclude Petti: “Negli altri Passi con poche eccezioni, muore solamente una persona ogni 700-1000 con una copertura vaccinale e una percentuale di copertura booster notevolmente più basse che da noi”.
Arriveranno spiegazioni?
Spiegazioni convincenti, intendiamo. (ilgiornale.it)
Perché il “Supremo” e l’Apparatchik Speranza non spiegano perché, malgrado il fascistico green pass – che ha coartato la volontà degli Italiani, trasformandoli quasi tutti in cavie coatte – gli Italiani stessi hanno avuto molti più morti, in proporzione, di chi non ha mai imposto l’obbligo vaccinale e dissennati lockdown?
Se consideriamo i dati a livello mondiale, abbiamo attualmente 6,3 milioni di morti per un totale di 7,7 miliardi di abitanti (ergo, meno di un morto ogni mille abitanti). Ma attenzione: in Africa, il secondo continente più abitato, le vaccinazioni sono praticamente inesistenti ed eseguite solo al 17% degli abitanti (e parliamo della prima dose!)
Allora, spieghi, quello che è ormai il “Gabinetto delle Emergenze”, ma soprattutto delle “Catastrofi” e della “Catastrofe Finale”, dove sarebbe il successo italiano sul Covid-19, con quasi tremila morti ogni milione di abitanti!
L’uomo che parla senza dire nulla ricorre spesso nelle migliori commedie. Finora c’era la supercazzola del conte Lello Mascetti di Amici miei, alias Ugo Tognazzi. E c’era Peppino De Filippo, uno dei due fratelli Caponi di Totò, Peppino e la malafemmina, che s’attorcigliava in frasi senza senso, poi si bloccava in lunghi silenzi e chiudeva con “E ho detto tutto”, facendo incazzare Totò: “Ma che ha detto??!! Quando dice ‘ho detto tutto’ m’indispone, perché dice, dice e non dice mai niente!”. Ora si aggiunge Mario Draghi, che raduna i tre sindacati confederali per non dire nulla (se non che si rivedranno a fine mese), poi convoca d’urgenza la stampa, con questo caldo, per comunicare il nulla che ha già comunicato ai sindacati, con l’aggiunta di altre frasi sottovuoto spinto che passeranno alla storia come le superdràgole: “Non posso anticipare nulla”, “stiamo riflettendo e discutendo”, “i problemi sono urgenti”, “ci sono convergenze coi sindacati” (ma Landini e Bombardieri dicono l’opposto), “le molte convergenze tra la nostra agenda e quella di Conte fanno piacere a me e forse a lui” (che infatti fa salti di gioia), “il governo c’è se lavora”, “l’emergenza è grave”, “servono interventi strutturali”, “la situazione è questa”. […]
Già che c’era, [Draghi] avrebbe potuto smentire o confermare la frase che, secondo il Corriere, avrebbe detto a Mattarella: “Ne ho piene le tasche”. Proprio mentre le tasche degli italiani si svuotano. Superdràgola per superdràgola, ci starebbe proprio bene un sontuoso “màngino brioche”. (Marco Travaglio, “La Superdràgola”, il Fatto Quotidiano del 13 luglio 2022)
Quest’autunno, a seguito della dissennata fornitura di armi agli ucraini, non verrà più erogato il gas russo e l’industria manifatturiera italiana andrà a carte quarantotto con milioni di Italiani che scenderanno in piazza perché senza elettricità, senza lavoro e senza cibo. Cosa farà allora Maria Antonietta Draghi, imporrà con voce in falsetto «date al popolo le brioche»? Oppure farà evocare dalle brume della morte il fantasma di Bava Beccarsi, imponendogli di sparare contro la folla tumultuante?
Presto sarà l’Holodomor.
Già, ci avviciniamo a passi da gigante all’Holodomor dell’Occidente. La tempesta perfetta! E noi Italiani dovremo affrontarla con siffatto Governo!
Cfr. “Pagelle ai Migliori: 17 mesi di flop su giustizia, green e pace” del Fatto Quotidiano.
Il “successo italiano sul Covid” (sic!) si evince (?) dal fatto che, pur avendo perso circa 300 miliardi di PIL per i lockdown e aver subito il più oppressivo e fascistico sistema mondiale di imposizione del vaccino, il green pass, abbiamo avuto 6 volte più morti – a parità di popolazione – della Norvegia. Eppure il regime covidocratico italiano ha ottenuto che, a seguito del ricatto (o ti vaccini o non lavori e non mangiate né tu né la tua famiglia) imposto a tutta la popolazione italiana, l’84% ha completato il ciclo vaccinale e il 91% si è fatto inoculare almeno una dose. La più alta percentuale europea.
Se di successo si tratta, a segnarlo sono state soprattutto Pfizer e Moderna (in Italia hanno venduto quasi 320 milioni di dosi per un incasso superiore ai 5 miliardi di euro). Ma a registrare i maggiori successi sono i fondi che dall’estate 2019 hanno iniziato ad acquistare caterve di azioni Pfizer e Moderna (Bill & Melinda Gates Foundation, Black Rock, Vanguard) ancor prima che il virus Sars-CoV-2 venisse rilasciato nell’ambiente.
A guadagnare miliardi di dollari con la crisi Covid anche Goldman Sachs. Sì, proprio quelli che Francesco Cossiga definiva i «comparuzzi del ‘vile affarista’».
E nel contempo, migliaia di Italiani stanno soffrendo o sono morti a causa degli innumerevoli effetti avversi prodotti dai “vaccini”.
Qui il servizio di Byoblu al riguardo. Non è ultroneo rammentare che Youtube, novello Propagandaministerium, ha censurato e cancellato ex abrupto, tutte le migliaia di filmati di C. Messora e “Byoblu”.
Non possiamo non condividere le dichiarazioni di Marco Travaglio, secondo cui Mario Draghi è il presidente del Consiglio più sopravvalutato della Storia d’Italia, dall’Unità d’Italia (1861) ad oggi:
#Draghi NON é un servitore dello Stato; é messo lì dagli USA.
E si vede benissimo.
— Gianluigi Paragone (@gparagone) July 9, 2022
IL CANCELLIERE CHE SUSSURRAVA AL GRILLO “ELEVATO”
Le telefonate con cui Draghi chiede reiteratamente al “garante” di M5S Beppe Grillo la rimozione di Giuseppe Conte non lascino sorpresi.
Secondo Luigi Bisignani, dietro il Movimento 5 Stelle ci sarebbero la Cia, Goldman Sachs e lo sciacallo delle finanza George Soros. Detta così pare la solita sparata.
Invece, a leggere finanche in controluce il libro-intervista – L’uomo che sussurra ai potenti – che Paolo Madron, nella parte del cronista-confessore, ha scritto con Luigi Bisignani, ti accorgi che l’irresistibile ascesa del Beppe Grillo politico potrebbe essere stata davvero in parte definita dalla longa manus di Washington «come vent’anni fa accadde con Antonio Di Pietro».
Bisignani lobbysta e faccendiere, Bisignani «colui-che-tutto-sa» e che tutto può ne è certo. «Tutto parte dal protocollo numero C17586026, che sigla il primo documento sul Movimento 5 Stelle. Destinatari: il Dipartimento di Stato e altri uffici governativi diWashington. Stiamo parlando del 2008, quando il fenomeno Grillo era ancora lì da esplodere», afferma. Gli americani entrano in contatto col comico attraverso due sue «vecchie conoscenze».
Una è Franco Maranzana, un geologo controcorrente di 78 anni, e l’altra è, soprattutto, Umberto Rapetto ex colonnello della Guardia di Finanza, il Magnum P.I. del Gat il gruppo anticrimine tecnologico, nonchè «intelligenza fuori dal comune» e uno dei migliori esperti di reati informatici al mondo.
Grillo e gli emissari del dipartimento di Stato e dell’Intelligence dunque si incontrano. Secondo un’anticipazione de La Stampa l’inizio del loro rapporto sarebbe, appunto , datato 4 aprile del 2008, quando l’allora ambasciatore Ronald Spogli aveva inviato al segretario di Stato Condoleezza Rice un rapporto in cui descriveva l’incontro avuto con l’ex comico.
Spogli concludeva il rapporto con una nota positiva: «… la sua prospettiva dà voce a una parte dell’opinione pubblica che non trova espressione altrove…».Tra l’altro, quell’informativa allora segreta, ricevuta anche da Barack Obama, dalla Cia e dalla National Security, Bisignani la pubblica, paro paro, in appendice al libro. Come fossero banalissime note a margine. Dopodichè i rapporti tra gli americani e Grillo non si fermano qui. Inciucia con Beppe pure Jim O’ Neill, della banca d’affari Goldman Sachs.
E l’entusiasmo dell’uomo della banca d’affari sarebbe talmente esasperato che Goldman Sachs è costretta perfino a «un parziale dietrofront». E, inoltre, afferma sempre Bisignani «l’unico studio scientifico fatto finora sul Movimento 5 Stelle è stato commissionato al think thank inglese Demos supportato dalla Open Society » di George Soros «un altro guru del capitalismo americano». […]
Grillo sarebbe al servizio degli stessi poteri forti che Gianroberto Casaleggio vedeva al centro di una cospirazione mondiale. D’altronde, lo stesso Casaleggio perpetua volontà di Grillo di dialogare soltanto con i media stranieri, e quindi di farsi capire all’estero; e la traduce anche in una serie di incontri non ufficiali con personaggi d’oltreoceano. Questa storia di Grillo «puppet», marionetta dei servizi e delle banche americane, naturalmente sta scuotendo la politica. (“Luigi Bisignani: dietro il M5S ci sono CIA, Soros e Goldman Sachs”)
Quindi, da 10 anni a questa parte è diventato fatto notorio che Beppe Grillo risponde agli stessi potentati internazionali, alle stesse consorterie e alla stessa Finanza Globale a cui risponde Mario Draghi.
La sedicente protesta di Euromaidan del 2014 è stato in realtà un golpe neonazista organizzato dalla CIA, dal Dipartimento di Stato USA con Victoria Nuland anima nera degli USA in Ucraina e, soprattutto capeggiato dal Fascio-Filantrocapitalista George Soros.
Nei giorni in cui il rublo affonda e l’economia russa soffre l’accerchiamento delle sanzioni americane e dell’Unione europea per le ingerenze nella crisi ucraina – il Cremlino non sembra intenzionato a cambiare atteggiamento anzi risponde ai richiami accusando la Nato di destabilizzare i cieli del Nord Europa – il nuovo governo ucraino è deciso con metodo da multinazionale. Finanziatore è un guru mondiale dei mercati oggi filantropo; il criterio son le competenze non la nazionalità, vi sono infatti tre stranieri: un’americana, un georgiano e un lituano.
Come ha riportato ieri il sole24ore.com, il governo nasce da un processo di head hunting, la selezione è stata fatta da due società di selezione di personale Pedersen & Partners e Korn Ferry che hanno individuato 185 potenziali candidati tra gli stranieri presenti a Kiev e tra i membri della comunità ucraina che lavorano in Canada, Stati Uniti e Regno Unito. Dopo i colloqui, i cacciatori di teste hanno ristretto la rosa a 24 candidati con i requisiti richiesti per lavorare nell’esecutivo da ministri o funzionari altamente qualificati. L’iniziativa è stata sostenuta dalla Fondazione Renaissence, network di consulenza politica finanziato dall’uomo d’affari americano George Soros, 84 anni, origini ungheresi, emigrato a New York nel 1956, fondatatore della Quantum Fund nel 1969, dalla fine degli anni 70 promotore di un network di fondazioni a scopo benefico e culturale presente in 25 Paesi.
Secondo il KyivPost – giornale che non è affatto ostile alle idee del magnate e a fine ottobre ha pubblicato un suo intervento Wake up, Europe! – Soros ha pagato 82,200 dollari per sostenere le due società coinvolte nella selezione di personale. Non sono notizie da sito complottista: lo scorso maggio lo stesso Soros ha detto a Fareed Zakaria di Cnn d’aver contribuito a rovesciare il regime filorusso […].
A ogni modo è una novità del panorama politico, nuova almeno nel senso di manifesta perché in quell’intervista Zakaria dice che Soros non è nuovo a queste attività, e si ricorda un precedente importante. «Una cosa che molte persone le riconoscono – dice Zakaria a Soros – è l’aver finanziato gruppi e attività di dissidenti nell’Est Europa in Polonia e in Repubblica Ceca durante le rivoluzioni del 1989 (caduta del muro di Berlino, fine della Guerra Fredda, dissoluzione dell’Unione sovietica ndr). Sta facendo la stessa cosa in Ucraina?» «Ho una fondazione in Ucraina da prima che l’Ucraina diventasse indipendente dalla Russia – risponde Soros – . Questa fondazione è sempre stata in attività e ha giocato un importante ruolo negli eventi di oggi». (“ilsole24ore.com”)
Il golpista Soros confessa candidamente di essere da decenni un destabilizzatore di Stati, ma è proprio a siffatti individui e a siffatti poteri forti internazionali che fanno riferimento Grillo e Draghi.
Quando Mattarella dà l’incarico a Mario Draghi, tutta la base pentastellata e la maggioranza dei parlamentari (persino Di Maio) è in fibrillazione ed esprime piena contrarietà.
Ma scende prepotentemente in campo l’Elevato (come si auto-definisce il Grillo) e ordina la fiducia al “governo dei migliori”. Oltre 30 parlamentari M5S non votano la fiducia a Draghi. Grillo, ex abrupto, ne ordina e ne ottiene l’espulsione.
Ergo, è assolutamente impossibile che Grillo permetta a Giuseppe Conte di uscire dalla maggioranza Draghi. Pur sapendo che questo è l’unico modo per non perdere tutti gli elettori del MoVimento.
Pur sapendo anche che questo governo è espressione di Forze Esogene ed è del tutto indifferente agli interessi e ai bisogni di Italia e Italiani.
È ora che, per il bene di tutti, Conte e Salvini si dissocino dalla linea Biden–Mattarella–Draghi–Letta. Tre frasi andrebbero incorniciate. La prima è di Marco Travaglio quando previde il contributo che avrebbe dato Draghi, appena nominato da Mattarella, secondo Salvatore della Patria: “Sarà forse un bravo banchiere, ma di politica non capisce un tubo!”. La seconda non ricordo chi la disse in questi termini “Questa è una guerra che Biden ha deciso di fare alla Russia, scordando che i russi possono tornare a mangiare pane e cipolle. Gli americani, per non parlare degli italiani, no!”. La terza, già sottolineata più volte, è la domanda più importante a cui rispondere. L’ha posta, tra il vaniloquio degli altri, Antonio Padellaro: “D’accordo aiutare Zelensky. Ma fino a quando?” Questo è il vero problema.
Zelensky, sempre più fuori dalla realtà, continua a ribadire la sua disponibilità a trattare con Putin, quando si sarà ritirato sulla linea pre-invasione. Continua a porre questa condizione assurda in un contesto internazionale molto meno sinceramente propenso a correre il rischio di ritrovarsi al freddo e a mangiar cipolle. Addirittura un minimo di informazioni fornite al Papa, gli hanno fatto scoprire la verità: Putin non è il Lupo e Zelensky non è Cappuccetto rosso. A questo punto, visto che su Putin se ne sentono di tutti i colori, si può esternare il sospetto che Zelensky pensava e forse continua a pensare di poter vincere la guerra con le armi degli altri e con la sua propaganda, bissando così la vittoria per la corsa alla Presidenza, con le chiacchiere e le promesse di una vita ricca in un libero Eden. Infatti non ha fatto che glorificare i suoi successi, descrivendo le armate rosse come fossero le armate rotte.
L’insuperabile genio del tragicomico, Chaplin, sistemò Hitler. Quando, limitandoci ai nostri, un Verdone, Zalone o Benigni (spoliticizzato) si deciderà a girare un film altamente tragico, ma con rilevanti aspetti ridicoli? Draghi che stringe con Macron un accordo per mettere un tetto massimo al prezzo del gas. Poi vola dal sonnambulo scoppiettante Mr Trombetta (in senso poeticamente dantesco, XXI, v.139) Biden, prendendo l’accordo di “pensare” a un tetto anche per il petrolio. E rientra in Italia incredibilmente sorridente e soddisfatto. Chi spiega all’illuminante Mr M’Illumino d’Incenso, cosa succede a coperchi e tappi, quando gli ambienti che dovrebbero contenere, esplodono? Perché i banchieri suoi colleghi, nei secoli, con i loro tappi non hanno mai fermato crolli e rivoluzioni? […]
Allora, meglio far saltare il tavolo, e cambiare rotta, che continuare con Mattarella e Draghi e la loro fissa col patto–matto a correre per andare a sbattere con certezza. Non solo per calcoli elettorali, ma soprattutto per cercare di salvare il salvabile, Conte e Salvini, per il bene del nostro futuro, in particolare delle generazioni giovani, devono liberarci dal “lacrime, sangue, freddo, pane e cipolle”, prevedibile futuro della follia di Mattarella e Draghi, salvo soluzioni ancora peggiori con armi nucleari, adatte alla soluzione davvero finale. L’Italia, questa volta orgogliosamente anello debole del patto-matto, grazie ai no-Draghi e ora anche grazie a Papa Francesco, mandando Draghi a fare finalmente il nonno, avrebbe la possibilità di far rinsavire parecchi e far saltare altri anelli diventati sempre più deboli. Zelensky, finalmente, sarebbe costretto ad atterrare. […]
Toltoci il cappio al collo del M’Illumino d’Incenso, la soluzione economicamente più conveniente sarebbe quella di tornare, coda tra le gambe, da Putin o da chi per lui e ripristinare la situazione pre-pattomatto, sperando che non sfruttino eccessivamente la situazione modificata ampiamente a loro vantaggio (i vantaggiosi accordi con l’India, li spingerebbero a farci pagare cara la pazzia d’aver seguito il pattomatto). E questo tornare al passato, avrebbe una motivazione validissima: chi pagherebbe i costi tecnologici per le nuove soluzioni, quando sono ancora disponibili le vecchie? Conclusione su Mattarella, lo sgarrante della Costituzione, che ha ridotto l’Italia in barella.
Cosa possono fare dei cittadini di normale memoria e che hanno passato la vita chiusi nei laboratori, per manifestare il loro disagio, fino al disappunto e alla rabbia, nell’aver avuto un presidente così sfacciatamente di parte? Non possono fare nulla. Scrivere degli sfoghi tipo soliloqui? Partecipare a qualche ripetitivo bla-bla radio o televisivo? Buchi nell’acqua che non lasciano traccia. Noi nel 2007, abbiamo istituito un premio. Mattarella lo sgarrante della Costituzione. Non sgarrante al punto di rischiare l’accusatio (abbiamo questa splendida parola latina…), anche se il veto posto alla nomina a ministro dell’economista Paolo Savona, ce lo portò vicinissimo e le motivazioni che addusse per motivare il veto, erano risibili (reazione negative dei mercati… che pena, Sig. Mattarella…).
Ma sgarrante anche perché non è stato Presidente di tutti gl’italiani, come avrebbe dovuto essere, ma presidente solo di una parte. Non solo, ma ha esternato affermazioni o ridicolmente banali e inopportune (“votare è un diritto, non un dovere“, in polemica con i promotori dei referendum) o addirittura smaccatamente di parte, provocatorie e, soprattutto, errate dal punto di vista scientifico. Ricordo le sue frecciate date in interventi doppiamente fuori luogo in cui parlava di “deriva antiscientifica” (vedi Covid, la vera “deriva antiscientifica” l’ha presa lo Stato…). […] (“La politica suicida del quadrato tragico Biden-Mattarella-Draghi-Letta”, affaritaliani.it)
Giuseppe Conte vorrebbe prendere le distanze da Cancellier Draghi, ma l’Elevato glielo impedisce.
Il Prof. Alessandro Orsini afferma fondatamente che Draghi sta oggi manipolando gli Italiani. Ma Beppe Grillo ha manipolato e preso in giro gli Italiani per oltre 15 anni.
LIBERA NOS A MALO
Libera nos a Malo, Male reificato in Italia dall’Impero Talassocratico USA e dal suo cameriere, Mario Draghi.
© 2022, Seyan. All rights reserved.
Riepilogo puntuale, analisi lucidissima, una sola perplessità: “Santo Padre”? “Papa Bergoglio”?
Gentile Ing. Civiltà,
Come non darle ragione riguardo il cosiddetto “Santo Padre”?
Purtroppo se cito un articolo devo riportare esattamente quanto scritto. Nel caso de quo, da “Il Riformista”
Anche se, “Santo Padre” riferito al Bergoglio, mi provoca l’orticaria.
Grazie per la cortese attenzione e Cordiali Saluti.
Seyan
Ovviamente, certo che sì, ma non ci siamo astenuti dall’esternare, anche in tale, artata, circostanza, la nostra disistima per questo degno interprete delle tristi vicende, da tempi ultimi, che ci troviamo a vivere.
A presto leggerLa.
S.C.