
I GRILLINI VOLTAGABBANA E IL “CAPITANO” AUTOAFFONDATO.
Ricordate quando Beppe Grillo richiedeva a gran voce un referendum per uscire dall’Euro? Mai fatto. Ora il grillismo è il corifeo dell’Europeismo più integralista e liberista.
https://twitter.com/gustinicchi/status/1164079788962865152
Non ci alleeremo mai con il PD. Il presidente della Camera Roberto Fico non c’è riuscito lo scorso anno, ma potrebbe riuscirci adesso.
Non è ultroneo ricordare che fine al mese scorso Luigi Di Maio affermava che lui neanche parlava con il PD, “il partito di Bibbiano” che “toglie i bambini alle famiglie con l’elettroshock” allo scopo di “venderli”. Oggi tratta con il PD per il nuovo governo.
Ancora Luigi Di Maio: Noi siamo contro il Neoliberismo. Una volta al governo, i grillini sono diventati ultraliberalisti e turbomondialisti. Oggi Di Maio & Co. sono funzionali agli anomici interessi del Capitalismo Totalitario dei Soroi.
A stigmatizzare l’ennesima giravolta dei grillini è il filosofo Carlo Formenti, un pensatore della vera Sinistra che si contrappone alla Ur-Sinistra collaborazionista dei Radical Chic.
Sulle pagine di Economia del Corriere dell’8 Giugno, leggo la seguente dichiarazione di Luigi Di Maio in merito al fallimento della trattativa fra Fca e Renault, a seguito dell’intervento dello Stato francese che detiene il 15% del pacchetto azionario di Renault: “è l’interventismo di Stato che ha provocato il fallimento dell’operazione. La Francia non ha fatto bella figura, noi anche se in contatto con Fca, abbiamo rispettato un’operazione di mercato. Se si fa mercato non è che interferiscono ministri e presidenti della Repubblica”.
Caro Di Maio qui, a fare brutta figura (per non dire di peggio), non è lo Stato francese, siete tu e lo Stato italiano che tu dovresti rappresentare (che a sua volta dovrebbe rappresentare gli interessi del Paese). Da quando ti hanno consegnato le chiavi dell’M5S, questo movimento, che inizialmente aveva assunto – almeno a parole – posizioni antiliberiste ed antieuropeiste, e aveva manifestato l’intenzione di tutelare gli interessi delle classi subalterne, ha compiuto una svolta di centottanta gradi, cercando di ottenere il consenso di Confindustria e delle grandi imprese, adottando senza riserve il punto di vista liberista in economia e mostrandosi sempre più acquiescente ai diktat della Ue.
Così la Francia – che assieme alla Germania può permettersi sia di dettare le regole agli altri Paesi dell’Unione, sia di prevedere per sé le opportune eccezioni alle stesse regole – fa pesare i propri rapporti di forza per tutelare i livelli di occupazione dei lavoratori francesi. Viceversa l’Italia, per bocca di Luigi Di Maio – che si inscrive nel lungo elenco di politici nostrani che hanno svenduto il nostro sistema industriale alle imprese multinazionali spalleggiate dai rispettivi Stati di origine – si scaglia contro il peccato di “leso mercato” e resta con il cerino in mano. […]
Questo è il senso di eventi come il recente trattato fra Francia e Germania, l’intervento a gamba tesa degli Stati Uniti nel processo della Brexit, l’alleanza fra Russia e Cina in funzione anti americana. Mentre si torna a livelli di competizione interimperialistica che ricordano il primo Novecento (sia pure in forme e in un contesto geopolitico profondamente diversi), le mezze tacche che si contendono il governo dell’Italia, siano essi membri dei vecchi partiti socialdemocratici e liberali, siano essi i nuovi rampolli del populismo di destra (Salvini) o di centro (l’M5S) non sembrano concepire alternative fra la più abietta resa alle direttive della Ue (cioè all’alleanza franco-tedesca) e le velleitarie dichiarazioni di guerra a un avversario superiore in forza e intelligenza strategica.
Un avversario che potrebbe essere sfidato esclusivamente rivoluzionando profondamente il nostro modello produttivo con robuste iniezioni di politica industriale ed economia mista, recuperando la nostra sovranità monetaria e chiamando le classi subalterne alla lotta per democratizzare le nostre istituzioni. Ma questo non è quanto possiamo aspettarci da nani politici come i vari Di Maio, Salvini, Zingaretti, Berlusconi (per tacere di una agonizzante sinistra radicale). (Carlo Formenti, “Di Maio e la giravolta liberista del M5s”)
Come si evince, sempre coerenti i Grillini, a partire, appunto, da Di Maio
E questi 2 che parlano non sono di certo leghisti….@luigidimaio ed il #PD pic.twitter.com/bkCjU3l6oe
— Piazza italia (@PiazzaaItalia) August 23, 2019
Da Mai il TAV, al TAV va completato di Giuseppe Conte; Da Mai Liberisti a Sempre Neoliberisti; Da Mai con il PD, il Partito di Bibbiano a CONTRORDINE, COMPAGNI! Facciamo il Governo col PD!
Non è più il Partito di Bibbiano, per Di Maio, a quanto pare, poiché l‘immondo inciucio M5S-PD sembra assai vicino alla realizzazione.
LA “BIANCANEVE” DEL GOVERNO
Nel discorso al Senato del 20 agosto 2019 il presidente del Consiglio Giuseppe Conte rivolge qualsiasi tipo di recriminazione nei confronti di Salvini.
Far votare i cittadini è l’essenza della democrazia, sollecitare i cittadini a votare ogni anno è irresponsabile…
All’indomani del successo elettorale conseguito, il Ministro dell’Interno ha posto in essere un’operazione di progressivo distacco dall’azione di Governo, un’operazione che ha finito per distrarlo dai suoi stessi compiti istituzionali e lo ha indotto alla costante ricerca di un pretesto che potesse giustificare la crisi di governo e il ritorno alle urne…
Hai annunciato questa crisi chiedendo pieni poteri per governare il Paese e ancora di recente ti ho sentito invocare le piazze a tuo sostegno. Questa tua concezione mi preoccupa…
Chi ha compiti di responsabilità dovrebbe evitare durante i comizi di accostare agli slogan politici i simboli religiosi…
Il Presidente Conte ha, infine, accusato Salvini di scarsa sensibilità Istituzionale. grave carenza di cultura Costituzionale, opportunismo politico e slealtà.
Tutto vero, tutto adamantino, dalla prima all’ultima parola. Ma in questi 15 mesi dov’è stato il Presidente, in uno stato di torpore provocato dalla mela governativa della cattiva strega Salvini, da cui solo oggi, novella “Biancaneve”, si è bruscamente risvegliato?
Solo nel momento in cui il sedicente “Capitano” si è autoaffondato – sbagliando tempi e modi della crisi, sfiduciando il Premier senza neanche dimettersi –, Conte ha capito con chi aveva a che fare?
Una resipiscenza quantomeno tardiva e opportunistica esattamente quanto l’operato di Salvini.
Per quanto riguarda l’accusa di slealtà, del tutto fondata e pregnante, è però utile riportare queste dichiarazioni di Giuseppe Conte alla triumvira UE Angela Merkel nel gennaio 2019, a casa di George Soros, il World Economic Forum di Davos, ove Conte chiedeva consigli alla Kanzelrin su come arginare Salvini in campagna elettorale.
Non dimentichiamo, infine, il voto dei pentastellati che ha salvato la nomina alla Presidenza della Commissione Europea della von Der Leyen, imposta, oltreché dalla Merkel, anche dagli altri due triumviri UE, Macron e Soros.
I pentastellati hanno quindi permesso di creare un cordone sanitario, una conventio ad excludendum, per limitare il virus “sovranista”, dimostrandosi stolidi quisling del Triumvirato Soros-Macron-Merkel.


Siffatta è la coerenza dei grillini.
Sempre per ipostatizzare il senso di lealtà e coerenza dei grillini, ricordiamo questo episodio:
“Il MoVimento 5 Stelle, in cinque anni di Parlamento europeo, ha sempre guardato alle proposte e non a chi le avanzasse“, hanno spiegato i pentastellati. I quali hanno un bel coraggio a parlare di coerenza, visto che dal 2014 – anno del loro primo sbarco a Bruxelles – sono saltati di palo in frasca. Prima il tentativo di alleanza con i Verdi, abortito a favore di un accordo con l’Ukip dell’euroscettico per antonomasia Nigel Farage. Poi, nel 2017, il dialogo – fallito – per entrare nell’Alde di Guy Verhofstadt, da cui la necessità di tornare con Farage. Quest’anno è andata ancora peggio, visto che nessuno dei partiti con cui si erano alleati ha conquistato seggi all’Europarlamento. Inevitabile l’inizio di una serie di trattative per trovare un gruppo disposto ad accoglierli: i 5 Stelle ci hanno provato con tutti, persino con la sinistra radicale del Gue. Il risultato? L’ennesima porta sbattuta in faccia a Di Maio.
Ora, forse, l’alleanza con l’europeista di ferro Macron. Niente male per un partito che, nel 2017, chiedeva a più riprese un referendum per l’uscita dell’Italia dall’euro. (Gianni Carotenuto, “Da Farage a Macron: la volta europeista dei 5 Stelle”)
https://twitter.com/DiegoFusaro/status/1164585372053049345
IL GOVERNO GIALLO-ROSSO
Il Governo giallo-rosso sarebbe un’autentica iattura anche per gli sterili e mediocri scritturali radical chic come Saviano, Lerner, Murgia, et similia.
Dove troverebbero, loro così stereotipati e senza creatività, materiale per proclami antitalianisti e antisovranisti, una volta sparito dai radar il loro più feroce nemico in senso schmittiano?
Sono disperati. Si augurano che il governo giallo-rosso, il Cagoia come l’abbiamo soprannominato in onore del centenario della Fiume dannunziana, non nasca e che si vada al voto presto. O che, almeno, Lega e grillini ritrovino un accordo, che non lasci Salvini all’opposizione. No, non stiamo parlando dei leghisti ma degli intellettuali “antifascisti”, dei Saviano, dei Veronesi, dei Carofiglio, delle Murgia. E di tutto quel mondo che per lunghi quattordici mesi ha vissuto in simbiosi con il Male, con il Dittatore assoluto, con il nuovo Mussolini, anzi ancor più, il nuovo Hitler, Salvini. Per combatterlo certo: ma secoli di filosofia e di letteratura, e più di recente decenni di psicologia, ci insegnano che, ossessionato dal nemico, tendi ad entrare in relazione con lui. Il nemico costruisce la tua identità. E quando non c’è più, precipiti in un vuoto esistenziale. […]
Il loro è un vero dramma umano. Ma anche un dramma nel conto in banca. Non v’è dubbio che l’anti salvinismo sia (stato?) anche un fenomeno di marketing, che ha concesso molta visibilità mediatica ai martiri dell’ “antifascismo”, fatto crescere gli inviti ai festival culturali (con aumento del cachet), consentito la vittoria di premi letterari, incrementando forse le vendite dei loro giornali. Oddio, a leggere i dati di vendita dell’ultimo anno de La Repubblica e del suo inserto del fine settimana L’Espresso, i due principali organi della lotta contro il tiranno, non si direbbe: ma forse senza Salvini avrebbero perso ancora più copie. (Marco Gervasoni, “Senza Salvini, come faranno Saviano e la Murgia?”, nicolaporro.it)


IL “CAPITANO” AUTOAFFONDATO ED AUTOAFFOSSATO
Come scrive Marco Travaglio,
L’occasione d’oro di sfidare un Salvini in stato così comatoso e confusionale (ora vuole un governo uguale a quello che ha appena affossato), magari con Conte candidato premier, non durerà in eterno. (Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano del 23 agosto 2019)
Ma non dimentichiamo che abbiamo a che fare con il PD, il Partito che segue fedelmente la fisica quantistica.
L’anno scorso Renzi declamava. Mai col M5S, mentre Zingaretti chiedeva esattamente il contrario. Oggi Renzi richiede a gran voce l’alleanza coi Grillini, mentre Zingaretti si attacca a ogni cavillo pur di evitare ogni alleanza coi Grillini.
Quando due particelle, di segno diametralmente opposto, si incontrano (materia-antimateria), avviene l’annichilazione. È per questo che Renzi e Zingaretti si allontanano sempre a 180 gradi l’uno dall’altro.
Se uno dice una cosa, l’altro affermerà sempre il contrario.
https://twitter.com/NicolaPorro/status/1164876375012122626
Chiosa il direttore del Fatto Quotidiano,
Che il Pd non fosse un partito, ma un manicomio, era noto, anche se dopo un anno passato a parlare di Salvini molti l’avevano dimenticato. Ora però è bastato che i riflettori tornassero a illuminarlo per rammentarlo anche ai più distratti. Basti pensare che per due anni nessuno in quel partito osava aprire il benché minimo spiraglio ai 5Stelle, per paura di essere fucilato sui social da Renzi&renzini: gli stessi che adesso fulminano chiunque rifiuti di spalancare le porte ai 5Stelle. Perciò non vorremmo essere nei panni di Di Maio che, dopo mesi di sevizie salviniane, ora rischia la labirintite all’inseguimento delle varie correnti pidine. Né in quelli di Mattarella, al cui cospetto ieri Zingaretti e Delrio sono riusciti a dire l’uno il contrario dell’altro. Trattare col Pd è come trattare con la Libia: fai l’accordo con Al Sarraj, poi scopri che non controlla neppure la scala del palazzo presidenziale perché quella è presidiata da Haftar, però il tetto è occupato dalla milizia di Misurata, peraltro assediata dal capotribù dei Warfalla, diversamente dalle cantine contese dai clan Gadadfa e Magharba. Così uno o se li compra tutti, o si spara. (Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano del 23 agosto 2019)
È di palmare evidenza che Zingaretti è un alleato occulto di Salvini per andare alle elezioni. Certo, Salvini diverrà Presidente del Consiglio – e, visti i prodromi, probabilmente uno dei peggiori della Storia d’italia – ma Zingaretti riuscirebbe finalmente a disinfestare il Partito dai renzisti. Al contempo acquisterebbe molti voti dagli elettori grillini di “sinistra” del tutto insoddisfatti da Di Maio & Co.
Due piccioni con una fava.
Ovvio che per il positrone Renzi, che è l’antielettrone di Zingaretti, le elezioni anticipate sarebbero un’immensa iattura. Anzi un’immensa annichilazione.
C'è una sola persona che più dei grillini ha interesse a impedire che gli italiani votino: questa persona si chiama Matteo Renzi. https://t.co/lXFoflc6Nk
— Maurizio Belpietro (@BelpietroTweet) August 24, 2019
Zingaretti ha declinato i suoi 5 punti di “accordo” (e nessuno si azzardi a chiamarlo contratto). “Irrinunciabili” a detta sua: lealtà all’Unione Europea, riconoscimento della democrazia rappresentativa e centralità del Parlamento, sostenibilità ambientale, gestione flussi migratori all’insegna di solidarietà, legalità e sicurezza e cambio delle ricette economiche e sociali in una chiave ridistributiva, attenzione al lavoro e all’equità sociale”. Vista la vacuità del dettato disposto, non faceva prima, il fratello brutto di Montalbano, a chiedere: grillini volete bene alla mamma? Se si facciamo un Governo insieme, conte bis e taglio parlamentari incluso, tanto lo vuole il mio puparo Renzi. (Roberta Labonia)
Se la maieutica pidino-grillista dovesse portare alla nascita di un aborto di governo, quale sarebbe il Governo Pentasinistro, la cui ridotta vita risulterebbe comunque essenziale per i fini dei Poteri Marci Internazionali, a dirigerlo sarebbero Roberto Fico o Raffaele Cantone, dimessosi serendipicamente un mese fa, e vista la necessità dell’appoggio di LeU per ottenere la maggioranza in Parlamento a dirigere il Viminale al posto di Salvini potrebbe essere chiamata – udite, udite – Laura Boldrini!
Passiamo questo tweet satirico, sugli aborti politici e non,
Dopo il primo giro di consultazioni si fa sempre più probabile un governo PD M5S presieduto dalla Bonino, insuperabile nel gestire gli aborti.
— Paolo SavonaRola (@MinistroEconom1) August 23, 2019
L’incarico affidato al bergogliano-sorosista Fico e la presenza nella compagine governativa di Laura Boldrini (che satiricamente potremmo definire l’antiCuccarini, se quest’ultima era ai tempi la più amata dagli Italiani, la Boldrini è probabilmente oggi la più invisa) farebbero risorgere l’autoaffondato Capitano Salvini più velocemente dell’Araba Fenice, ed egli vincerebbe le prossime elezioni con maggioranza bulgara, evitando persino di portarsi appresso l’ingombrante Silvio Berlusconi.
Ovviamente se a trattare oggi con Di Maio fosse Matteo Renzi, la trattativa avrebbe un esito scontato.
Qui un’ipotetica foto del contratto di governo tra Renzi (a destra) e l’autorevole e credibile Di Maio, il pupazzo (a sinistra):


Tutta benzina per la ripartenza a razzo della macchina Leghista.
Per non parlare poi se il governo giallorosso avesse al suo interno anche “Lady Etruria” Boschi. Salvini arriverebbe facilmente alla maggioranza dei due terzi e potrebbe far riforme costituzionali senza neanche il referendum popolare di approvazione.
A Palazzo Chigi, Salvini si porterebbe appresso il suo amato Rosario, per la rabbia di Bergoglio l’Eretico, che sprezza il Rosario, schifa inginocchiarsi davanti a Gesù Cristo con il pretesto della sciatica (ma in altri contesti riesce senza problemi ad inginocchiarsi ai piedi di falsi Déi, cani e porci) e conclama ad Eugenio Scalfari che il Dio dei Cattolici non è mai esistito.
Sempreché venga permesso agli Italiani di votare prima del 2023: gli Epistocrati fascio-radical-chic, quando vincono i loro declamano: è una grande vittoria della democrazia, ma quando vincono gli altri concionano che la causa è il deficit d’istruzione degli elettori e che il voto è stato modificato dagli onnipotenti e semi-divini hacker russi, come nelle bufale sesquipedali dei due russiagate, sia quella – ormai acclarata – che riguarda Trump, sia quella contro Salvini, una probabile bufalazza, propalata tra l’altro da Buzzfeed, sito che sembra essere noto più per le Fake News che non per gli scoop reali.
Riproduciamo integralmente il nostro articolo “Il Grillismo Voltagabbana“, steso nell’Aprile 2018, e che ora, grazie alla distopica e inconsueta Crisi di Ferragosto innescata stolidamente dal “Capitano” Leghista, ritorna di stretta attualità:
CONTRORDINE, COMPAGNI!
Giusto per chi lo avesse già dimenticato, così duramente il Grillismo si esprimeva nei confronti del PiDismo.
Il grillino Di Maio prima del Voto: «PD impresentabile», «Partito assassino», «Qualsiasi alleanza con il PD è esclusa».
Paola Taverna definiva i Pidisti «Mafiosi e Schifosi».
Ci andava ancor più pesante Di Battista:
“Il Pd è un punto di riferimento del crimine” (5 febbraio 2018); “Il Pd è una banca, e come alcune banche gestisce in modo torbido i nostri soldi e piazza prodotti tossici come il Jobs Act e queste riforme costituzionali” (28 ottobre 2016); “Il Pd ha massacrato i lavoratori forse peggio di come lo abbia fatto la destra” (20 febbraio 2018); […] “Il Pd? Lo detestano tutti” (24 febbraio 2018); “Renzi è credibile come un mafioso” (10 maggio 2016); “Il bugiardello toscano ormai è politicamente morto, ucciso dalle sue stesse menzogne” (28 febbraio 2018);
Giudizi forse condivisibili, ma ora, grazie al Presidente Mattarella e al grillino sinistroide Roberto Fico, «Contrordine, compagni!»…
IL GRILLISMO TUTELA L’ÉLITE GLOBALE
Beppe Grillo lo aveva già declamato a gran voce su “Time Magazine” nel 2013: «Senza di noi, sarebbe già scoppiata in Italia la violenza nelle strade».
D’altro canto, il Grillo nel 2009 agognava diventare il Segretario del PD; Skeletron Fassino gli rispose, «si faccia un suo Partito».
E se l’è fatto. Ovviamente un surrogato del PD, fintamente anti-sistema, in realtà pro-elitario e neo-oligarchico.
Libreidee cita Paolo Barnard:
La triste realtà, premette Barnard, è che il 4 marzo «non siamo chiamati a poter decidere un’accidenti di democrazia o economia». La novità? Sarebbe la possibilità di «sbarazzarci una volta per tutte dal più micidiale partito politico dal 1948, e sono i 5 Stelle». Sbarazzarcene come? Votandoli, è la ricetta di Barnard: prima andranno al potere, e prima gli italiani capiranno, “immunizzandosi”. Secondo il giornalista, «il M5S è ormai un’epidemia di psicosi nazionale, ha la forza di penetrazione infermabile della peste in Europa del 1346. Sfonda ovunque col fideismo impazzito di milioni di farneticanti febbricitanti pazzi chiamati grillini, cioè il brand che ha stracciato in allucinata irrazionalità Scientology e il culto di Kim Jong-un in Nord Korea».
Le piattaforme politico-elettorali del Grillismo vengono cambiate come calzini bucati. Fino a ieri ferocemente anti-immigrazionista, ora il Grillismo si è convertito al Migrazionesimo Sorosita.
Infatti sono stati gli uomini del Cabalista Globale George Soros ad aver scritto il programma del Migrazionesimo cinque stelle.
Qui l’articolo di Francesca Totolo, “Così gli uomini di Soros hanno scritto il programma immigrazione del M5S”.
IL TRADIMENTO DEL GRILLISMO
La maggioranza degli elettori pentastellati vorrebbe l’accordo con la Lega, sicuramente non con il PD, partito totalmente prono ai desiderata dell’Ultracapitalismo Globale.
Tra i pentastellati l’alleanza preferita è quella con la Lega (59%) che precede di gran lunga quella con il Pd (16%) e con il centrodestra (all’8% nonostante il veto di Di Maio su Berlusconi). I leghisti appaiono divisi: il 41% auspica un accordo con M5S, mentre il 34% privilegia un’alleanza della coalizione di centrodestra con i pentastellati, ipotesi largamente preferita (65%) dagli elettori di Forza Italia tra i quali solo il 10% gradirebbe un governo con il Pd. (sondaggio di Nando Pagnoncelli)
IL GRILLISMO SOSTITUISCE IL PD COME MAGGIORDOMO DELLA DEMONIACA TROJKA (FMI-UE-BCE)
Il Fondo Monetario Internazionale di Washington [guidato dalla massona Lagarde e affiliata alla contro-iniziatica e anomica Three Eyes Lodge, nota di Seyan], con la sua nota storia di sabotaggi e saccheggi delle economie dei paesi sottomessi attraverso le sue ricette economiche deliberatamente errate, torna ad occuparsi dell’Italia raccomandando di aumentare le tasse sul risparmio, sulla casa, sui consumi per alleggerire quelle sul lavoro. E’ la medesima ricetta che il Fmi attraverso il governo Monti impose nel 2011, producendo il crollo del Pil, del mercato immobiliare e dei consumi, in particolare svalutando il patrimonio immobiliare italiano di circa il 30%, ossia di oltre 2000 miliardi di euro. Più tasse su risparmio, immobili e consumi comportano riduzione della domanda interna e fuga dei risparmi e degli investimenti verso l’estero. Ecco l’obiettivo del Fondo Monetario Internazionale. (Marco Della Luna citato da libreidee).
L’ESULTANTE FICO
Fico esultava il 26 aprile [2018], affermando, “mandato concluso in modo positivo, dialogo M5S-Pd avviato“.
Il Movimento 5 stelle ha – evidentemente – due grossi problemi: programmi ondivaghi e politici ipovedenti per non dire incompenti,
Il Grillismo DIMAIOISTA si rende conto che il PD è in mano al cerchio magico renzista? Si rende conto che Renzi non voterebbe mai un esecutivo guidato da Di Maio?
Evidentemente, no.
Ciò che i voltagabbana del Grillismo dimenticano è che gli elettori del MoVimento odiano la Ur-Sinistra Ultracapitalista di Soros e Saviano. La maggioranza dei suoi elettori ha votato per i pentastellati convinti di avere una forza sovranista, anti-euroinomane, anti-migrazionista, anti-sorosiana, anti-massonica.
In poche parole, una forza che combattesse, fino all’ultima fibra, il PD, corifeo della Cabala Mondiale Massonico-Finanziaria di George Soros.
Così non è. E la base si incazza:
“Tu voti il #M5S per avere #menoEuropa e ti ritrovi al governo il #Pd che mette ai #5Stelle le condizioni della ‘lotta al sovranismo e una decisa spinta europeista’. A cosa è servito andare a votare?”, attacca un utente, sottolineando una delle profonde differenze tra i due partiti e evidentemente parteggiando per un’intesa con la Lega. […]
[E c’è] chi rivendica il suo netto no all’accordo del Pd perché “non possiamo essere ricattati da chi ha perso referendum ed elezioni”, aggiungendo un #megliosenzadite alla nutrita schiera di fantasiosi hashtag.
PROSPETTIVE FUTURE
Anche i più webeti e utonti che hanno votato per il Grillismo stanno cominciando a capire che possono dimenticarsi reddito di cittadinanza (o ottenerlo in versione molto annacquata), abrogazione dell’immonda riforma Fornero, abrogazione del turpe Jobs Act. Qui il report de “ilSole24ore“.
Ciò che molti non comprendono è che, se venisse accettato un accordo M5S-PD, tanti eletti uscirebbero dal Grillismo.
Io non credo che un giornalista duro e puro come Gianluigi Paragone rimarrebbe nel MoVimento 5 Stelle in caso di accordo con il PD, turiferario del Sistema Globale e dell’Ultracapitalismo neoliberista: «Sono entrato nelle istituzioni con un’idea di cambiamento e se qualcuno pensa di allearsi col M5S deve partire da ciò che ho detto in campagna elettorale».
MA ANCHE LA LEGA DEI SALVINI, SIRI, BORGHI E BAGNAI È COESA ALL’ULTRACAPITALISMO NEOLIBERISTA GLOBALE
La Flat Tax Salvinista verrà pagata dalle tasse imposte al ceto medio.
Salvini, a parole, afferma di difendere il ceto medio, in realtà propone una soluzione fiscale che favorisce l’élite della Cabala Finanzaria Globale, a’ danni del ceto medio.
E il suo guru della flat tax, il senatore Siri, ha patteggiato per bancarotta fraudolenta:
Prima della campagna elettorale Matteo Salvini, segretario della Lega, pensava per lui a un ruolo di governo, magari un ministero economico. Eppure, stando a quanto riporta L’Espresso, Armando Siri, 46 anni, eletto al Senato, ideologo della flat tax, ha patteggiato una pena per bancarotta fraudolenta. Tre anni e mezzo fa un giudice ha accolto l’accordo tra accusa e difesa per il fallimento della MediaItalia, società che avrebbe lasciato debiti per oltre 1 milione di euro. Nelle motivazioni, riporta il settimanale, i magistrati che hanno firmato la sentenza scrivono che, prima del crack, Siri e soci hanno svuotato l’azienda trasferendo il patrimonio a un’altra impresa la cui sede legale è stata poco dopo spostata nel Delaware, paradiso fiscale Usa. (ilfattoquotidiano.it)
Si veda, a tal riguardo, questo sunto della puntata di Report del 23 aprile 2018 sulla Flat Tax:
Ergo, anche il Salvinismo dimostra di essere tutt’altro che indifferente alle sirene dell’Ultracapitalismo neoliberista.
Ovvio che il Salvini tenti una sorta di captatio benevolentiæ dagli elettori ricchi ex berlusconisti. Però, eviti di presentarsi come il defensor fidei del ceto medio «spina dorsale della Nazione Italiana», che si troverebbe non solo a pagar più tasse, ma soprattutto a non poter più fruire – tra l’altro – della sanità pubblica che, grazie a siffatta flat tax, diverrebbe totalmente a pagamento…
Qui l’icastica chiosa di Maurizio Crozza sulla Flat Tax: «hanno provato a farla nell’Illinois che è per terra, è un’ecatombe», e del suo ideologo, il senatore leghista Armando Siri, «come la voce automatica dell’Iphone».
PREVISIONI SUL GRILLISMO
Vedo, Prevedo e Stravedo…
Il Grillismo è votato all’annichilimento esattamente come gli attuali palafrenieri del Capitalesimo, i PiDisti.
Alle prossime elezioni della Regione Friuli Venezia Giulia, prevedo una grande vittoria elettorale della Lega Salvinista che potrebbe arrivare vicina al 40%, la liquidazione dei Berluscones e un ulteriore mazzata per il PD.
Ma anche i Cinque Stelle pagheranno, giustamente e pesantemente, a causa del loro ennesimo salto della quaglia.
Lasciando – ahinoi – come unico esponente della Democrazia Sociale e del Sovranismo Nazionale, anti-sistema, anti-sorosiano, anti-ultracapitalista, anti-euroinomane, e anti-massonico [ma come, abbiamo visto a parole difensore del ceto medio, nei fatti – proponendo una Flat Tax totalmente pro élite], un personaggio politico quale Matteo Salvini.
Beh, se i consulenti economici e fiscali del Salvinismo sono Siri, Borghi e Bagnai, dubito che l’uscita dall’euro, tanto sbandierata, verrà mai attuata. Stesso dicasi per gli utopici minibot.
Grillini ingenui e, spesso, incompetenti. Salvinisti in perenne campagna elettorale, protesi solo a lucrare la continua crescita di consensi, senza produrre nulla di concreto, a parte il doveroso blocco totale dell’immigrazione irregolare.
Mala tempora currunt.


(Articolo principale: Diavolo Soros. Il G8 di Genova)
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Condivido tutto. E’ una vergogna indicibile quello che sta succedendo in questi giorni.