SUICIDIO EUROPA
L’Europa, abbracciando l’Impero Americano, abbraccia la sua stessa rovina e l’irrilevanza economica. Suicidio Europa.
LE CINQUE VERITÀ DELLA GUERRA RUSSO-UCRAINA
La guerra russo-ucraina ha prodotto nel tempo la fattuale verificazione, conferma e validazione di diversi principi di natura geopolitica ed economica.
Il primo è che la UE è platealmente una megastruttura economica antidemocratica e antisociale, la replica perfetta del nazistico Wirtschaftliche Neuordnung Europas di Walther Funk, del tutto funzionale alle esigenze dell’Impero Nazista Americano e a quelle della Wehrmacht-NATO;
Il secondo è che, avendo accettato la dipendenza dal GNL americano – che agli Europei costa dalle quattro alle cinque volte di più rispetto alle aziende americane – si fa come quello che si tagliò i’ cinci pe’ fa’ dispetto alla moglie: l’economia tedesca e italiana stanno letteralmente implodendo; la produzione industriale in Italia rispetto al 2022 è crollata del 7,2%.
C’è solo il piccolo problema del gas LNG che gli USA ci vendono a 5 volte il prezzo a cui lo comprano le loro imprese, ma che volete che sia? https://t.co/TY0hXmXfe8
— Vladimiro Giacché (@Comunardo) June 27, 2023
Il terzo è che le sanzioni contro la Russia hanno indebolito l’Occidente-Uccidente e fatto comprendere al Resto del Mondo (i 7/8 della popolazione mondiale) che il Vero nemico da abbattere per la sopravvivenza dell’Umanità siamo proprio noi, gli Uccidentali;
Il quarto è che la Russia è in grado di produrre armi con una capacità nettamente superiore agli armamenti persi in battaglia e in quantità tanto impressionante da surclassare quella di tutti i Paesi Occidentali messi insieme: Non va obliato, ancora, che a causa della perdita dell’economico gas russo produrre armi in Europa costa oggi almeno il doppio rispetto al 2021: le industrie degli armamenti sono particolarmente energivore e gasivore. Non è ultroneo rammentare, infine, che gli stessi Stati Uniti «hanno un problema industriale. Il settore bellico non è attrezzato per un conflitto prolungato contro una grande potenza. Se oggi scoppiasse una guerra con la Cina, le Forze armate americane finirebbero le munizioni nel giro di pochi giorni. E la macchina produttiva non può essere raddrizzata in breve tempo.» (limesonline.com)
Il quinto è che l’inevitabile sconfitta degli Ucraini e della NATO ci può trascinare, escalation dopo escaltion, provocazione dopo provocazione, alla Guerra Nucleare, in cui le prime a soccombere saranno le Colonie Americane in Europa, cioè noi. Come ha statuito il Gauleiter Amerikano per l’Italia, The Undertaker Mario Draghi, «Kiev deve vincere o per la UE (rectius: la NaziUE) sarà la fine».
Un motivo in più per sperare nella Vittoria dell’Esercito Russo.
Purtroppo l’Arconte DragoRosso-Draghi dell’Impero del Male Americano è tornato alla grande nei meccanismi anomici antidemocratici e autocritari della NaziUE.
L’ATTIVISMO DIPLOMATICO DELLA CINA
La Cina ha tentato inutilmente di proporre un razionale Piano di Pace, rigettato dagli stolidi fantoccini europei controllati dal regime del DEMentor Joe Biden.
La Cina sta compiendo grandi sforzi diplomatici per svelare pacificamente i misteri di quanto gli Stati Uniti siano decisi ad alimentare l’escalation della crisi europea.
La Repubblica popolare cinese sta mostrando il suo potere diplomatico globale con saggezza, intelligenza e pazienza. Non solo è riuscita in modo spettacolare a mediare una riconciliazione tra gli acerrimi nemici Iran e Arabia Saudita, ma la Cina sta anche impiegando le sue capacità diplomatiche per evitare una guerra catastrofica in Europa. […]
L’evidenza empirica suggerisce come la Cina stia dispiegando enormi sforzi diplomatici per svelare i misteri di quanto gli Stati Uniti siano determinati ad alimentare un’ulteriore escalation della crisi europea. La Cina è pienamente consapevole che questa non è solo una crisi ucraina, ma piuttosto una crisi dell’Europa con dimensioni globali.
Con ogni ulteriore escalation della guerra, l’Europa è destinata a trovarsi in una situazione sempre più dannosa. Uno degli obiettivi principali per la Cina in queste attività diplomatiche deve essere sicuramente quello di sostenere che l’Europa risolva questa crisi abissale indipendentemente dall’abbraccio maligno di Washington.
Ci si chiede se ci sarà sufficiente autocoscienza e potere politico negli Stati Uniti e nell’UE per evitare un’incombente Trappola di Tucidide – il destino storico della guerra per il declino del potere imperiale. La bestia morente degli Stati Uniti è abbastanza infuriata. E anche molto stupida. (segue link)
I Quisling Europei, seguendo come stolidi fantaccini i NaziDEM del DEMente e declinante Joe Biden assieme alla NATO, hanno condannato l’Europa e i propri Paesi al seppuku, al suicidio.
Joe Biden non è solo il politico più creepy del Mondo, egli è probabilmente il politico più corrotto del Mondo: anzi è tutta la NSDAP-DemocraticParty USA ad essere una sorta di MAFIA, ove vige la più assoluta omertà e dominata dalle famiglie dei Biden, dei Clinton, degli Obama, e capitanata dal Padrino George Soros.
TALASSOCRAZIA CONTRO TELLUROCRAZIA
Una premessa è doverosa. Gli Stati Uniti d’America non hanno mai vinto una guerra contro una Potenza Tellurica, a parte contro nemici deboli o indeboliti, come il Messico o l’Impero Spagnolo. Parafrasando Z. Bauman essi sono una Potenza Liquida. Talassocrazia (USA) contro Tellurocrazia (Russia e Cina).
La dottrina geopolitica USA è sempre stata cinicamente lineare: proiettare ovunque nel Mondo la Potenza Americana mediante l’utilizzo di una dozzina di superportaerei con relative navi di scorta, colonizzare gli Stati Europei, fomentare continui Regime Changes e Colpi di Stato per liquidare i governi non-amici (abilissimi in questo i Golpisti Globali Kissinger-Soros) e impedire che gli Stati Europei possano allearsi con Russia e Cina, usando la UE come proprio instrumentum regni.
L’ammiraglio Alfred Thayer Mahan (1840-1914), il geografo Halford John Mackinder (1861-1947) e lo studioso Nicholas John Spykman (1893-1943). Questi tre individui sono stati forse i principali teorici al servizio dell’egemonia anglo-statunitense, influenzandola ancora oggi.
“Il loro pensiero influenza enormemente sia le considerazioni strategiche che l’orizzonte di senso con cui Inghilterra e Stati Uniti si muovono nel mondo internazionale. Innanzitutto, è proprio loro l’idea secondo la quale Stati Uniti (Mahan, Spykman) e Inghilterra (Mackinder) siano delle isole a ridosso di un grande continente (l’Europa per l’Inghilterra, l’Eurasia per gli Stati Uniti); continente, questo, che si caratterizza per una forte divisione politica ma che se unificato ed organizzato da un attore locale disporrebbe di una potenza tale da poter facilmente sconfiggere l’isola egemone. […]
L’affermazione della propria insularità ed il bisogno di dominare gli oceani per il tramite della propria marina implica anche una forte spinta al dominio commerciale e finanziario e, inoltre, una spinta a promuovere la caratterizzazione in chiave liberale, economicista ed individualista della propria ed altrui cultura. Lo sviluppo dottrinale, le riflessioni e le azioni che hanno caratterizzato Inghilterra e Stati Uniti hanno queste idee come nucleo centrale, le eventuali differenze essendo non altro che le proposte pratiche sul modo in cui sarebbe meglio promuovere i propri interessi. […]
Tutti e tre reputano il proprio Stato una isola che deve svilupparsi in senso marittimo, liberale e che deve prevenire l’unificazione del continente. Si prenda Brzezinski [defunto ex Primo Sorvegliante di “Three Eyes Lodge”, ora guidata da Kissinger e Soros, Nota di Seyan], in quanto autore più recente rispetto ai tre padri, come esempio. Anche egli afferma senza riserve che gli Stati Uniti sono un’isola circondata dall’enorme continente eurasiatico e che l’interesse permanente degli Stati Uniti sia quindi di mantenere tale continente in una situazione di mancata unificazione. Il modo pratico per farlo dopo il crollo dell’Unione Sovietica e con un’Europa colonizzata dagli Stati Uniti, secondo Brzezinski, è di frazionare gli imperi continentali, imporre le forze statunitensi nelle zone di congiuntura e di collegamento eurasiatico e prevenire il formarsi di un’alleanza anti-egemonica tra Russia, Iran e Cina. Insomma, il nucleo del suo pensiero è ancora quello sistematizzato da Mahan, Mackinder e Spykman. La medesima cosa vale per le nuove strategie di politica estera che Inghilterra e Stati Uniti hanno appena pubblicato: entrambe si muovono ancora nel solco tracciato dall’opera dei tre autori”.(enfasi aggiunta, segue link)
Allo stato dell’arte, L’Impero Americano guidato dai NaziDEM USA sta fallendo tutti gli obiettivi geopolitici della dottrina Brzezinski, a parte la colonizzazione degli Stati UE, per i quali viene oggi attuato una sorta di Nuovo Piano Morgenthau di desertificazione industriale e depopolazione.
KOLONIA ITALIA
L’Impero Americano, la Nuova Atene, è una Potenza Talassocratica: Atene era ricca e potente grazie alla sua immensa flotta, pretendendo pesanti tributi in argento – in realtà un vero e proprio pizzo – dagli alleati e dalle sue colonie nel Mediterraneo.
Le similitudine tra l’Impero Ateniese e l’Impero del Male Americano sono davvero impressionanti:
Agli alleati (rectius: sudditi) della Lega Delio-Attica (la NATO del tempo), Atene imponeva il suo sistema di monetazione (come l’Impero Amerikano impone la carta straccia conosciuta come dollaro);
Esportava la Democrazia (vi ricorda qualcosa?);
Inviava guarnigioni dovunque ritenesse opportuno (cfr. con le oltre 120 basi americane di occupazione in Italia);
Imponeva il trasferimento di argento e oro ad Atene (cfr. con le oltre 1000 tonnellate d’oro che l’Amerika ha rubato all’Italia con il pretesto di “custodirlo”);
Avocava ad Atene i processi che coinvolgevano gli Ateniesi per i delitti da loro commessi presso gli alleati, assicurandone l’impunità.
Qui va aperta un’infinita sequela di cahiers de doléances, relativamente ai crimini commessi in Italia dalle truppe di occupazione dell’Impero Amerikano: innumerevoli stupri; Italiani resi invalidi a seguito di aggressione; distruzione di locali; fino a soldati ubriachi che uccidono gli Italiani con l’auto, per non parlare dei piloti americani che, per gioco e/o ubriachezza, provocarono la Strage del Cermis. Tutti impuniti.
L’Esercito USA mostra nei confronti degli abitanti dei Paesi occupati la stessa considerazione della Wehrmacht hitleriana: cittadini di serie B, se non veri e propri untermenschen.
La giustizia è uguale per tutti. Per tutti meno che per i militari americani: sbagliano in Italia, ma vengono giudicati altrove. È successo novantuno volte negli ultimi quindici mesi. Gli unici ad accorgersene sono quelli che hanno subito i loro reati: vittime di serie B che non possono nemmeno assistere al processo da cui dovrebbero ottenere giustizia. Succede ovunque c’è una base Usa. A Vicenza, dove ce ne sono due, succede più che altrove. […]
L’esercito [USA] chiede [sempre] che il processo si celebri negli Usa. Grazie all’articolo 7 della Convenzione di Londra, infatti, i militari Nato possono essere giudicati nel Paese di appartenenza invece che in quello dove commettono il reato. È una storia già sentita: i quattro responsabili della strage del Cermis – quando un aereo militare tranciò una funivia causando la morte di venti persone – vennero processati negli Usa. Furono tutti assolti. Gray però non stava pilotando un aereo militare né stava svolgendo un’esercitazione. Era un militare in libera uscita che aveva deciso di trascorrere una serata in discoteca. Gli archivi del Giornale di Vicenza sono pieni di casi in cui l’Italia abdica al dovere di perseguire i colpevoli. Il 15 marzo, il ministero rinuncia a processare un militare di Camp Ederle che aveva simulato un incidente stradale. Il 28 febbraio, dopo otto anni di rinvii, viene archiviato un fascicolo a carico di due militari accusati di avere improvvisato una gara automobilistica per le strade della città. Ad agosto tocca a quattro soldati che, qualche mese prima, avevano investito tre pedoni ed erano scappati senza soccorrerli.
IN BASE AGLI ACCORDI NATO, se gli Usa vogliono che un militare venga processato a casa, devono richiedere l’autorizzazione al ministero di Giustizia italiano. Negli ultimi 15 mesi è successo ben 113 volte e l’Italia ha già detto 91 sì. Novantuno reati commessi in Italia che i tribunali italiani non giudicheranno mai. La convenzione non prescrive su che basi il governo debba prendere una decisione. “Il criterio è la convenienza politica”, spiega il procuratore capo di Vicenza, Antonio Cappelleri. La gravità del reato e gli indizi di colpevolezza non contano nulla. L’ufficio cooperazione internazionale del ministero ammette che “le richieste vengono accolte quasi sempre perché la convenzione Nato chiede di valutarle con benevolenza”. Sarà, ma l’Italia è uno dei Paesi che interpreta gli accordi in nodo più lasco. [… ]
Il 22 febbraio 2004, la polizia di Vicenza trova una ragazza nigeriana che vaga in stato di choc. Ê completamente nuda, sanguina e ai polsi ha delle manette. Gli agenti provano ad aprirle, ma la chiave non funziona. Sono manette diverse, il modello è quello in dotazione all’esercito Usa. A ridurla così è stato James Michael Brown, un parà appena tornato da una missione in Iraq (circostanza che verrà riconosciuta dal tribunale come attenuante). Ha concordato con la ragazza una prestazione sessuale, l’ha fatta salire in auto e, dopo averla ammanettata, l’ha violentata e seviziata per ore. Per Brown gli Usa non hanno mai chiesto la rinuncia alla giurisdizione. Per questo, lui sì, viene processato in un’aula italiana, seduto davanti alla scritta “la legge è uguale per tutti”. Trascorre un anno in carcere, ma i termini per la carcerazione preventiva scadono. L’esercito per un po’ lo tiene in custodia in Germania, poi lo rimette in libertà. Quando arriva la condanna definitiva a cinque anni e due mesi, Brown è già tornato in Oregon. Deve ancora terminare di scontare la sua pena ma, a distanza di quasi dieci anni, l’Italia non risulta aver chiesto l’estradizione. (segue link)
Anche un altro Paese occupato dalle FF.AA. Amerikane, il Giappone, è afflitto da una quasi infinita pletora di orridi crimini perpetrati dalla gente statunitense in divisa, in particolare a Okinawa, sede della principale base militare USA nella vitale zona strategica del Mar Cinese Orientale.
A Okinawa al momento ci sono 22mila soldati Usa, quasi la metà di tutta la forza presente in Giappone. Dalla restituzione al Giappone dell’isola, sono stati registrati quasi 6mila reati che hanno coinvolto militari americani. In quasi 600 casi si parla di reati gravissimi, che vanno dall’omicidio allo stupro. A, rendere ulteriormente odiosa la presenza americana, i circa 1.500 incidenti avvenuti durante le esercitazioni. Ormai l’insofferenza nei confronti della pressione militare Usa su Okinawa è ampiamente diffuso anche a Tokyo. (segue link)
È un esercito di barbari, quello americano, abituato agli stupri “educativi” nei confronti persino dei propri commilitoni. Uno stupro ogni 37 minuti!
Il bello è che gli “Alleati” della Lega Delio-Attica si opposero con ribellioni e attacchi militari contro le milizie Ateniesi per ripristinare la propria sovranità. Noi Europei (e Giapponesi) siamo silenti e totalmente appecoronati all’Impero Nazista Amerikano fin dal 1945.
Venne disfatta, Atene, dalla Potenza Tellurica Sparta, che. per vincere. era diventata anche Potenza Marittima. Esattamente come vuol fare la Cina, Potenza di Terra che ha attualmente più navi militari della US Navy.
Ma ritorniamo all’affermazione che gli Stati Uniti non hanno mai vinto contro una Vera Potenza Tellurica. Immagino che qualche esagitato fan Amerikano si sarà levato in piedi ululando con la bava alla bocca: Ma che dici, gli Angloamericani hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale e ci hanno liberati!
Che ci abbiano liberati, resta tutto da provare, poiché hanno sostituito l’occupazione nazista con la loro. In Italia, repetita juvant, ci sono oltre 120 basi militari americane, di cui alcune segrete.
Ci trattano peggio di una colonia, visto che scaricano sulle nostre coste, in particolare quelle pugliesi e siciliane, tonnellate e tonnellate di spazzatura.
Dulcis in fundo, la NATO ha occupato de facto buona parte della Sardegna per le sue manovre militari, creando enormi disagi ai residenti.
PROTETTORATO ITALIA, BRIGATE ROSSE, MAFIA E P2
L’Italia è sempre stato un Paese a sovranità limitata come dimostrano tre tentativi (falliti) di golpe, tutti organizzati dal Golpista Globale Henry Kissinger, e non perché avessero davvero successo, ma esclusivamente come clava politica e ricatto per impedire o rallentare l’ingresso della Vera Sinistra nell’area di governo e bloccare riforme sociali che aumentassero il welfare e il benessere della popolazione.
Nel 1978 Henry Kissinger, dopo averlo minacciato più volte, fece rapire e uccidere Aldo Moro dalla Brigate Rosso, infiltrate e controllate da CIA e MOSSAD.
Il tutto per impedire al PCI di arrivare nella stanza dei bottoni e nel timore che Enrico Berlinguer potesse davvero attuare il proposito di “buttare a mare le basi americane”. Cosa che l’Impero USA non avrebbe mai tollerato, anche a costo di invadere direttamente l’Italia e imporre una giunta militare fascista.
L’ultima conferma di quanto affermiamo sull’affaire Moro promana dalla Gran Bretagna, a seguito della desecretazione di importantissimi documenti top secret.
Importanti membri della Brigate Rosse erano controllati non solo dalla CIA e dal MOSSAD, ma anche dal MI6 britannico; le armi e i munizionamenti utilizzati dalle BR provenivano da uno dei depositi segreti di Gladio.
Ce lo rivela il sito investigativo indipendente The GrayZone, una spina nel fianco per la Kabala Amerikana dei Soroi e per la UE, con i suoi goebbelsiani “Codice di condotta sulla disinformazione 2022″ e “Digital Services Act” che avvicinano sempre più l’Europa al ritorno della barbarie censoria di matrice fascista.
Honestly everybody, too many dystopian laws being proposed in the EU and its member states.
We wake up quickly or we will all be in fascism very soon and I’m not exaggerating. https://t.co/Nap9mHOs4Q pic.twitter.com/Tv6mRQAeWT
— Isabel Oliveira (@IsabelO20183051) June 25, 2023
Andiamo all’articolo di The GrayZone, a firma Kit Klarenburg,
File britannici recentemente declassificati gettano una luce inquietante sulle origini e sul funzionamento interno dell’operazione Gladio, un complotto segreto della NATO che dispiega milizie terroristiche fasciste in tutta Italia. Le spie a Londra hanno applicato queste lezioni in Ucraina?
I file del Ministero degli Esteri britannico recentemente declassificati hanno aggiunto dettagli inquietanti alla storia dell’Operazione Gladio. L’operazione segreta è stata scoperta nel 1990, quando il pubblico ha appreso che la CIA, l’MI6 e la NATO hanno addestrato e diretto un esercito clandestino di unità paramilitari fasciste in tutta Europa, dispiegando le proprie risorse per indebolire gli oppositori politici, anche attraverso attacchi terroristici sotto falsa bandiera.
Tra loro c’era un giovane Silvio Berlusconi, l’oligarca dei media che ha servito come Primo Ministro italiano in quattro governi separati tra il 1994 e il 2011. Elencato come membro della P2, la cabala segreta dell’era della Guerra Fredda delle élite politiche devote agli obiettivi di Gladio, Berlusconi indubbiamente ha portato alcuni importanti segreti nella tomba quando è morto questo 12 giugno. […]
Vari passaggi disseminati nella tranche suggeriscono fortemente che gli inglesi sapessero molto più di quanto ammettessero pubblicamente su atti criminali eclatanti, tra cui il tentato rovesciamento di un governo italiano alleato e il rapimento e l’omicidio del suo leader. (segue link)
Prosegue Klarenburg,
Come ha spiegato Vincenzo Vinciguerra, un agente di Gladio condannato all’ergastolo nel 1984 per un’autobomba in Italia che ha ucciso tre poliziotti e ne ha feriti due :
“Dovevi attaccare civili, donne, bambini, persone innocenti al di fuori dell’arena politica. Il motivo era semplice, costringere il pubblico a rivolgersi allo stato e chiedere maggiore sicurezza… La gente baratterebbe volentieri la propria libertà con la sicurezza di poter camminare per le strade, salire sui treni o entrare in una banca. Questa era la logica politica dietro gli attentati. Rimangono impuniti perché lo Stato non può condannare se stesso”. (link ut supra)
Come hanno appurato Commissione Moro, Commissione P2, Processi Moro e – last but not least – l’ex dirigente MI6 John Coleman nel suo “Conspirators’ Hierarchy: the Committe of 300″, Aldo Moro venne apertamente minacciata di “conseguenze gravi” dal cabalista capo di Three Eyes, Henry Kissinger.
Il 16 marzo 1978 un reparto delle Brigate Rosse militanti di sinistra rapì Moro. […] Cinque delle guardie del corpo di Moro sono state assassinate nel processo.
Dopo quasi due mesi di prigionia, quando divenne chiaro che il governo non avrebbe né negoziato con le Brigate Rosse né rilasciato nessuno dei suoi membri incarcerati in cambio di Moro, i rapitori giustiziarono l’ex primo ministro italiano. Il suo cadavere crivellato di proiettili è stato lasciato a marcire nel bagagliaio di un’auto e le autorità lo hanno trovato.
L’assassinio di Moro ha ispirato diffusi e fondati sospetti che gli agenti di Gladio si siano infiltrati nelle Brigate Rosse per spingere il gruppo a commettere atti eccessivamente violenti al fine di fomentare la richiesta popolare di un regime di legge e ordine di destra. Forse più di qualsiasi altro incidente, la sua uccisione ha soddisfatto gli obiettivi della strategia della tensione dello stato di sicurezza. (link ut supra)
Londra e Washington hanno sempre saputo dove si trovava lo statista pugliese in ogni momento del suo rapimento. Probabilmente ne era a conoscenza anche Romano Prodi, che si avvalse della narrazione di una fantomatica seduta spiritica per fornire informazioni vitali ai fini della liberazione. Vano tentativo con tutta le forze di polizia e intelligence guidate dalla P2.
Se Moro fosse o meno una vittima di Gladio, una nota declassificata del Ministero degli Esteri del 5 novembre 1990, scritta dall’allora ambasciatore britannico a Roma, John Ashton , chiarisce che Londra sapeva molto di più sul caso di quanto non sia mai stato rivelato pubblicamente da qualsiasi funzionario. fonte. (Leggi la nota completa di Ashton qui ).
“Ci sono prove circostanziali che uno o più rapitori di Moro fossero in quel momento segretamente in contatto con l’apparato di sicurezza; e che quest’ultimo ha deliberatamente trascurato di seguire le piste che avrebbero potuto portare ai rapitori e salvare la vita di Moro”, ha dichiarato Ashton.
Per di più, secondo il diplomatico britannico, il comitato di crisi presidenziale incaricato di tentare il salvataggio di Moro faceva parte della famigerata P2 – la “loggia massonica sovversiva” composta dalle élite politiche fedeli a Gladio.
Secondo Ashton, la P2 era solo una delle tante “misteriose forze di destra” che si sforzavano “con il terrorismo e la violenza di strada di provocare un contraccolpo repressivo contro le istituzioni democratiche italiane” sotto la “strategia della tensione”. E il presidente Cossiga ignorava del tutto che si fosse infiltrato nel suo comitato di crisi.
Nell’aprile 1981 , i magistrati di Milano fecero irruzione nella villa di Licio Gelli, un finanziere italiano e sedicente fascista che fondò la P2. Lì, hanno scoperto un elenco di 2.500 membri che si leggeva come un “Who’s Who” di politici italiani, banchieri, spie, finanzieri, industriali e alti funzionari delle forze dell’ordine e militari. Tra i membri più importanti della cabala c’era Silvio Berlusconi.
Il “compromesso storico” di Moro, in base al quale i comunisti “rendevano possibile il governo Andreotti”, sarebbe “l’ultimo passo del partito prima del proprio ingresso al governo”. Ashton ha affermato che questo sviluppo “era un anatema per la P2”, che era “allora in controllo virtuale dell’apparato di sicurezza [italiano]”, e anche per molti politici dell’establishment non P2, e anche per gli Stati Uniti”, e ha cercato di “eliminare una volta e per tutte le possibilità che il Partito Comunista… possa raggiungere il potere nazionale”.
Ashton ha riconosciuto “prove circostanziali” del “sostegno degli Stati Uniti alla P2”. In realtà, il fondatore della P2 Gelli era così ben collegato all’apparato di sicurezza nazionale e di intelligence di Washington, che la stazione di Roma della CIA lo aveva esplicitamente incaricato di istituire un governo parallelo anticomunista a Roma. (link ut supra)
Non solo la P2, anche la MAFIA è sempre stato uno dei bracci secolari della Religione del Capitalismo Totalitario Americano e del suo Imperialismo Globale:
A partire dall’armistizio del ’43, mallevadori Eisenhower e il trio Galvano Lanza di Trabia, il suo amministratore ‘don’ Calogero Vizzini, il suo amico Vito Guarrasi, i patti sono chiari: alla mafia viene garantita la ricostituzione del potere sull’isola, lo sviluppo degli affari in tutta Europa anche a spese dei marsigliesi, il ristabilimento dei legami oltreoceano di Lucky Luciano; in cambio la Sicilia deve diventare una portaerei americana, pronta, su indicazioni di Guarrasi, a intervenire per ristabilire l’ordine americano. Da piazza Fontana a Bologna ai Georgofili le bombe della mafia obbediscono puntuali. Ma anche la mafia cresce e cambia: se in Sicilia rimane il classico controllo del territorio-a cui si aggiungono i territori controllati da Ndrangheta e Camorra con cui si stabilisce una proficua alleanza, lasciando ai nigeriani e albanesi il ruolo di carrettieri della droga- l’espansione al nord non è più nell’economia ‘illegale’ ma diventa investimento di capitali in senso lato, vettori Guarrasi e Cuccia in Italia, altri mediatori nel resto del mondo, dalla Svizzera alla Germania al Sud America.
-Come scrive Barbacetto, ‘Nel biennio 1992-’93 l’Italia vive una grande trasformazione politica ed economica, nel contesto della profonda mutazione geopolitica internazionale (la fine della Guerra Fredda). Molti poteri, italiani e non, cercano di incunearsi in questa svolta storica e provano a pilotarla per i propri interessi: la massoneria tenta di sostituirsi ai partiti morenti; Cosa nostra va a caccia di nuovi referenti e tratta nuovi equilibri con lo Stato; le centrali economiche internazionali provano a influire sulla metamorfosi del sistema italiano; alcuni imprenditori portano a casa a prezzi di saldo pezzi dell’industria di Stato. Ma non c’è alcun complotto. Gli Stati Uniti, molto attenti a ciò che accade in casa nostra fin dal dopoguerra, tengono sotto osservazione l’evoluzione italiana, ma con maggiore distacco rispetto a prima, quando il nostro Paese era terra di confine tra i due blocchi e la Dc era blindata al governo e improcessabile. Dopo l’implosione dell’impero sovietico, gli americani lasciano che l’Italia segua il suo destino. E le indagini di Mani pulite possono decollare.’ Largamente vero ma non del tutto; mancano due piccoli particolari: il primo puntino è il discorso di Draghi sul Britannia nel ’92, in cui promette la privatizzazione delle imprese pubbliche e lo smantellamento dello stato sociale (inclusa la distruzione del sistema sanitario pubblico come passaggio necessario per la creazione di una disponibilità finanziaria delle assicurazioni salute private); una nota apparentemente marginale del suo discorso rileva che in Italia però non c’è una Thatcher; l’altro puntino sono le bombe a Firenze, Milano e Roma del ’93, che i pentiti di mafia ripetutamente attribuiscono vuoi alle richieste dirette di B vuoi ad accordi tra lo stesso e i capi, coi Graviano&c convinti di aver fatto un ottimo affare. E appare improbabile che la mafia si muova sul piano nazionale, e in più a livello politico, senza ordini d’oltreoceano. La coincidenza del percorso di B colle tappe e gli obiettivi del Piano di Rinascita Nazionale di Gelli non significa che B sia un esecutore del PRN e della galassia che gli ruota intorno, quanto che entrambe, G e B, seguono la stessa logica. (segue link)
di Paolo Di Marco
Del lestofante testé morto tutti ricordano l’aspetto esteriore e gli atteggiamenti da guitto ma pochissimi (il solo Fatto) le malefatte; e anche qui con molta discrezione e tutti i distinguo (“la magistratura ha sempre archiviato”…).
E invece mi sembra buon…
Ecco cosa affermavano i pentiti di mafia sul defunto Berlusconi,
LE GUERRE PERSE DALL’IMPERO AMERIKANO
Arriviamo alle guerre perse dai “Liberatori” ed “Esportatori di Democrazia” made in USA.
La vulgata afferma che la Seconda Guerra Mondiale sarebbe stata vinta dalle Forze Angloamericane.
Bufala colossale. A vincere quel conflitto fu l’Unione Sovietica che, per tre anni, sostenne interamente il peso dell’intero conflitto senza che gli Alleati, pur avendolo promesso a Stalin più volte, aprissero un vero Secondo Fronte, cosa che avvenne solo con l’Operazione Overlord e lo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944: tre anni dopo la barbarica aggressione nazifascista alla Russia conosciuta come Operazione Barbarossa (Unternehmen Barbarossa) e iniziata alle 3 del mattino del 22 giugno 1941.
Il secondo fronte aperto in Italia dagli Alleati nel 1943 si rivelò un fiasco, sia per l’esiguità delle risorse dispiegate che vennero invece concentrate in Normandia, sia per la tenace difesa delle forze di Kesserling a ridosso della Linea Gotica.
In quei tre anni l’Armata Rossa macinò lentamente ma inesorabilmente le Forze dell’Asse, a costo di perdite inaudite: oltre 23 milioni di morti tra civili e militari.
Esattamente come oggi stanno macinando le forze Ukronazi con enormi quantità di mezzi militari NATO distrutti, centinaia di alti ufficiali occidentali morti (in maggioranza americani, britannici e polacchi) mediante attacchi mirati dei Russi contro i bunker di comando, 200.000 morti tra gli Ucraini (con il triplo di dispersi e feriti) e i due capi delle Forze Armate e dei Servizi Segreti, Mascellone Zaluzhny e Budanov in coma o morti.
Già lo scorso anno l’insipiente Baronessa Furfantessa Leyen rivelò i militari morti ucraini, che al tempo erano centomila. Ad oggi sono raddoppiati.
Ritornando all’epilogo del Secondo Conflitto Mondiale, Eisenhower e Montgomery, i Comandanti in capo delle Forze Alleate, erano convinti che avrebbero festeggiato il Natale del ’44 a Berlino. Così non fu a causa dell’Offensiva tedesca sulle Ardenne, una vera controffensiva, non certo la pagliacciata grottesca organizzata del regime neonazista di Kiev e dalla NATO con l’obiettivo dichiarato di spingere i Russi addirittura oltre i confini prebellici; gli unici che non ridono sono i militari ucraini, tutti mandati al macello dai loro capi e dai criminali della NATO.
Senza i Russi, gli Angloamericani da soli avrebbero inemendabilmente e inesorabilmente perso contro l’Impero Nazista Hitleriano.
Ancora in Corea, nel 1950, gli USA rimediarono una batosta dalla Nord Corea appoggiata dalla Repubblica Popolare Cinese e con l’appoggio materiale dell’URSS. Già allora il generale Douglas McArthur, per vincere, chiese al presidente Truman il bombardamento atomico di Pechino. Truman destituì il folle MacArthur.
Altra disfatta in Vietnam per gli Americani, dopo l’offensiva del Têt, con l’umiliante scena degli elicotteri militari che trasportavano il personale americano in fuga da Saigon nel 1974, occupata dai Viet Cong.
La stessa scena di ritirata spagnola, di fuga sgangherata, si è ripetuta in Afghanistan nel 2021 con gli aerei americani che tagliarono la corda da Kabul mentre alle ali si attaccavano afghani disperati. Dopo un’occupazione durata esattamente vent’anni gli Stati Uniti hanno bruciato 2,3 trilioni di dollari e provocato quasi 250.000 vittime, avendo addirittura lasciato nelle mani dei Talebani equipaggiamenti militari del valore di oltre sette miliardi dollari!
C’ERA CHI SMACCHIAVA I GIAGUARI E CHI INVECE OGGI SCUOIA I LEOPARDI
Anni fa l’ex segretario PD Bersani affermava di aver smacchiato il giaguaro, Berlusconi. Invece oggi l’Orso Russo scuoia i Leopardi.
Pur vetusti, i Leopard sono sempre stati ingiustamente considerati il fiore all’occhiello dell’industria tedesca, trattandosi solo di una gigantesca scatola da sardine vulnerabile ad armi spalleggiabili che costano un centesimo rispetto al tank teutonico (ca. 5 milioni di euro).
Natura abhorret a vacuo, scrive il Simplicissimus,
Il vuoto nella sua massima evidenza lo abbiano davanti ai nostri occhi proprio oggi quando l’informazione del regime globalista comincia a mettere qualche condizionale nella narrazione dell’ all’immancabile avanzata ucraina e si fa scappare sia pure sotto mille contorcimenti la distruzione di alcune delle wunderwaffen più celebrate, Leopard e sistema antiaereo Iris compresi (una sorta di debacle per l’immagine dell’industria bellica tedesca) e avverte che se la controffensiva non dovesse sortire i risultati sperati, anzi favoleggiati dalla Nata in base alla sua stessa propaganda, l’invio di armi potrebbe fermarsi.
Il fatto è però che nessuno ha mai detto quali sarebbero i risultati che si attendono dalla controffensiva di Kiev: si tratta forse per gli ucraini di arrivare a Mosca o a Vladivostok, riprendere il Donbass e la Crimea oppure guadagnare tre chilometri di terreno in determinato punto del fronte e riconquistare un quale villaggetto dal nome impronunciabile? […]
Ad ogni modo è chiaro che le speranze riposte in questa offensiva riflettono la mediocrità e l’idiozia dei ceti di comando dirigente ( quello militare compreso); sono ormai avulsi dalla realtà e per qualche motivo hanno sempre pensato che le truppe russe avessero un morale bassissimo, fossero mal addestrate e mal comandate. Come poi sia accaduto che con un terzo delle truppe di cui gli ucraini potevano disporre all’inizio abbiano costantemente sottratto territorio e città fortificate è un mistero di cui questi idioti strutturali non si curano I napoleoni di cartone non capiscono proprio nulla: non sembrano aver afferrato il significato e l’utilità di ciò che certamente sanno, ovvero che in Russia l’istruzione militare è una cosa seria e che esistono un alto numero di accademie che coprono una vastità di compiti e specialità che l’occidente nemmeno si sogna. […]
Così se anche Kiev o per meglio dire il comando Nato, riuscisse a sferrare un attacco a sorpresa in un settore indifeso lungo le linee difensive, la Russia ha una logistica più che pronta per dispiegare forze e fermare qualsiasi sfondamento. Le sue riserve infatti surclassano quelle ucraine. Stiamo insomma assistendo a uno scontro storico perché se l’Ucraina butta dentro il calderone tutto ciò che ha senza ottenere nulla o pochissimo, si priva della possibilità di effettuare attacchi organici in futuro, mentre la Nato subirebbe una sconfitta epocale e diventerebbe un leopardo di carta come quello dell’immagine iniziale. (segue link)
La Turchia ha imparato a sue spese quanto siano ormai obsoleti e inefficienti i Leopard, avendoli utilizzati contro l’ISIS e contro i Curdi e perdendone a decine, falcidiati da economici TOW americani e Kornet russi.
Nel frattempo l’Invencible Armada Ukronazi – che «se mi date le armi, arriverà a Mosca» – della junta di Kiev – una giunta militare che sembra essere formata, basandosi su ciò che si evince dai risultati ottenuti, solo da guitti, beoni e tossici, col contorno di una delle della peggior corruzioni al mondo – e condotta “magistralmente” dai “geni” della Nato, è arrivata a perdere 1000 soldati al giorno!
Brutto termine da usare, ma l’Ucraina guidata dal pornoguitto ukronazi Zelensky e dai DEMenti ufficiali NATO è ormai solo carne morta.
E il cadavere dell’Ucraina, Creepy Joe Biden detto Scorreggione, lo sta gettando a noi Europei, affinché i cittadini schiavi della NaziUE paghino le spese per la ricostruzione che avvantaggerà gli Avvoltoi di BlackRock, capitanati da Larry Fink, comparuzzo di Undertaker Draghi.
Quando i corrotti Biden e Leyen concionano che l’altrettanto corrotto Zelensky difende i «Valori ‘Democratici’ dell’Occidente» parlano in realtà della difesa dei Dis-valori del DEMoniaco Capitalismo Totalitario dei Soroi.
LA FOLLIA COME FORMA DI SUICIDIO
Anche la follia e il delirio sono una forma di suicidio. E ormai abbiamo a che fare con un’Europa Suicidaria: lo dimostrano gli ultimi vaniloqui del Gauleiter Amerikano Mario Draghi, che non aveva mai raggiunto finora tali vette d’immenso.
L’abbraccio all’attuale Impero Nazista Amerikano è mero suicidio.
Gli USA non possono permettersi la terminazione della guerra, non solo perché devono continuare a sostenere la loro bilancia commerciale con gli attivi nella vendita dei sistemi d’arma o con le forniture energetiche, come il gas liquefatto, che hanno trovato il modo di imporre grazie al sabotaggio delle relazioni energetiche tra Europa e Federazione Russa utilizzando le sanzioni a cui hanno “costretto” l’Unione europea (il gas doganale russo essendo disponibile a costi assai inferiori non avrebbe permesso l’affermarsi della filiera del GNL in Europa) ma anche perché gli USA non potrebbero sostenere la normale concorrenza europea, a cominciare dalla manifattura, se questa avesse ancora potuto conservare la sua tradizionale forza che gli veniva dal tradizionale apporto energetico russo a basso costo.
Viceversa, aumenti dei costi di materie prime ed energia con conseguente alta inflazione da costi (causati, oltre che delle sanzioni, dalla diminuzione della produzione di Opec+), hanno causato la tragica perdita di produzione industriale in atto in Europa e il conseguente processo di deindustrializzazione, processi che favoriscono la delocalizzazione verso gli USA. Complessivamente l’Unione europea risulta, non a caso, in recessione tecnica. Secondo l’Istat, in Italia si registra un crollo del 7,2% su base annua della produzione industriale e di quasi il 2% lo scorso aprile rispetto a marzo.
Si stanno così determinando le condizioni perché l’industria europea, in difficoltà crescente, potrà essere parassitata dai grandi fondi di investimento che ne faranno man bassa… (segue link)
E arriviamo all’urlo di Draghi,
I valori esistenziali dell’Unione europea sono la pace, la libertà e il rispetto della sovranità democratica [sic!]. Sono i valori emersi dopo il massacro della Seconda guerra mondiale. Ed è per questo che non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i suoi alleati che garantire che l’Ucraina vinca questa guerra. Accettare una vittoria russa o un pareggio confuso indebolirebbe fatalmente altri Stati confinanti e invierebbe un messaggio agli autocrati che l’Ue è pronta a rinunciare a ciò per cui si batte, a ciò che è. Inoltre, segnalerebbe ai nostri partner orientali che il nostro impegno per la loro libertà e indipendenza – un pilastro della nostra politica estera – non è così saldo come sembra. In breve, sarebbe un colpo esistenziale per l’Ue. Vincere questa guerra per l’Europa significa avere una pace stabile, e oggi questa prospettiva sembra difficile. […]
Ora, la guerra in Ucraina, come mai prima d’ora, ha dimostrato l’unità dell’Ue nella difesa dei suoi valori fondanti – andando oltre le priorità nazionali dei singoli paesi. Questa unità sarà cruciale nei prossimi anni. Sarà cruciale nel ridisegnare l’Unione per accogliere l’Ucraina, i paesi balcanici e i paesi dell’Europa orientale; nell’organizzare un sistema di difesa europeo complementare e accrescitivo rispetto alla Nato;
È evidente anche la preparazione del terreno perché si possa accettare l’ulteriore escalation necessaria a vincere la guerra in corso e arrivare secondo Draghi alla sconfitta in campo militare di una potenza nucleare… La follia ha ormai presso apertamente il sopravvento. Abbiamo bisogno di costruire alleanze trasversali di cittadini in grado di opporsi efficacemente e tirare fuori l’Italia dalla guerra. Un invito ai lettori a partecipare alla Campagna FUORI L’ITALIA DALLA GUERRA – https://www.fuorilitaliadallaguerra.it/fuori-l-italia-dalla-guerra/ (link citato ut supra)
The Undertaker Draghi conferma ciò che vado affermando da anni: la UE (rectius: la NaziUE) è de facto solo un’area economica funzionale alle esigenze economico-militari dell’Impero Nazista Americano e non certo a quelle Italiane, esattamente come l’Europäische Wirtschaftsgemeinschaft creata da Walther Funk era un’area economica funzionale alle esigenze economico-militari dell’Impero Nazista Hitleriano.
La BCE – più in generale l’Unione Europea e l’Eurozona – lavorano da anni per la distruzione economica e sociale dell’Italia. Il minimo che possiamo fare è contraccambiare il loro impegno lavorando senza sosta per la distruzione di UE ed Eurozona.https://t.co/wGvBKdSwjy
— Gilberto Trombetta (@Gitro77) June 27, 2023
L’Europa che ha scelto la via del suicidio per assecondare Washington
La maggior parte dei contratti internazionali per la fornitura energetica sono scaduti a fine Aprile e si stima un 250% di aumento dei prezzi rispetto al 2021. In gran parte ciò è effetto delle manovre speculative sui mercati del comparto energetico, già intervenute ben prima del conflitto (pur se gli indirizzi statunitensi verso una crisi militare in Ucraina erano già chiari) ma in parte è la logica conseguenza di una contrazione dell’offerta a fronte delle sanzioni contro la Russia, che altera in profondità l’andamento del greggio sui mercati.
Le proiezioni sull’incremento dei costi per l’approvvigionamento energetico indicano un aumento del 50% già maturato nel primo trimestre di quest’anno; il che significa che proiettato sui dodici mesi produrrà un aumento pari almeno al 200%. Sarà il gas degli Stati Uniti la soluzione al mancato arrivo del gas russo? Secondo il Sole24Ore, pubblicazione non certo ipotizzabile come antistatunitense, chi ha acquistato il gas dagli Stati Uniti a Dicembre, ha speso il 50% in più di chi lo ha acquistato dalla Russia e, se invece di farlo direttamente con un contratto di fornitura tra stati, lo ha fatto reperendolo sul mercato con la mediazione di una compagnia energetica, è arrivato a spendere il 250% in più di quanto si spende con i russi. […]
Questa strategia idiota ci costa il 40% in più a metro cubo e qui si misura la genialità di Draghi, il cui fanatismo atlantista verrà messo a carico dei nostri conti pubblici e delle utenze private di tutti noi.
Appaiono dunque evidenti la finalità statunitensi nel voler produrre una interruzione totale del gas russo in Europa: tanto l’economia russa come quella europea saranno seriamente danneggiate dalla fine dell’import/export, mentre gli USA ci guadagneranno vendendo il loro gas e a prezzi maggiorati e indebolendo le economie di due tra i maggiori competitor economici. Non è solo un vantaggio congiunturale, bensì strutturale, perché il guadagno maggiore sarà di natura geopolitica: l’interruzione delle forniture con la Russia porterà l’Europa alla dipendenza dagli USA per il comparto energetico, che si aggiungerà alla dipendenza militare e politica, configurando così, oggettivamente, una relazione tra USA e UE di sostanziale dipendenza totale, a tinte neocoloniali. (segue link)
Gongolano gli USA, il cui Führer NaziDEM Creepy Joe Biden ha ordinato l’attacco ai gasdotti russi NordStream. Con la complicità di Norvegia e Polonia.
Ma i Russi vanno dimostrandosi – con gran disdoro dei pennivendoli uccidentali e dei goebbelsini di DEMentia Joe – molto più coraggiosi e coriacei della truppaglia di raccogliticci e ubriaconi ukronazi tirata su dalla NATO fin dal 2014, e stanno vincendo.
Non potendo perdere la guerra contro la Russia, pur tramite il proxy ucraino, i folli NaziDEM USA e i loro consigliori Neocon stanno pensando seriamente alla Guerra Nucleare come extrema ratio!
Proprio come durante la Guerra Fredda, il modo migliore per scoraggiare l’uso di armi nucleari è dimostrare la volontà di usarle.
Nel memorandum di Budapest del 1994, gli Stati Uniti e altri paesi hanno garantito la sovranità dell’Ucraina in cambio della sua rinuncia alle armi nucleari. Vent’anni dopo, quando le forze russe hanno marciato in Crimea, il presidente Obama ha mostrato che gli impegni degli Stati Uniti erano vuoti e le nostre parole prive di significato.
È tempo di invertire quel danno. Il semplice fatto è questo: gli Stati Uniti mantengono le armi nucleari perché sono un efficace deterrente contro altri stati nucleari. L’Ucraina dovrebbe avere lo stesso diritto. (segue link)
Ecco, bella che sfornata direttamente dall’Inferno, la follia consigliata dai Neocon bellicisti made in USA a DEMentia Joe: consegnare al guitto di Kiev e alle sue armate raccogliticcie di criminali neonazisti missili nucleari!
Ma per evitare giustificate reazioni negative dell’opinione pubblica occidentale, pur manipolata dai cachistocrati della Disinformazione (i Minions ultra-atlantisti da Miniver che si autoreferenziano come “giornalisti”), i NaziDEM bideno-sorosiani, i loro comparuzzi RINOs e la NATO stanno organizzando un altro false flag dopo quello famigerato di Bucha.
Chiosa mirabilmente Andrea Zhok:
1) Due giorni fa Zelensky ha messo in guardia contro un’operazione russa contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia, richiamando come un precedente (sic!) il caso della diga di Nova Kakhovka.
2) Quasi simultaneamente i senatori americani Lindsay Graham (Repubblicani) e Richard Blumenthal (Democratici) hanno proposto una risoluzione che considera ogni spargimento di materiale nucleare in Ucraina come un atto lesivo per i paesi confinanti e dunque come equivalente ad un’aggressione a paesi Nato, sufficiente a fare scattare l’art. V dell’alleanza.
3) Ieri sono stati arrestati dal servizio di sicurezza russo alcune persone che stavano contrabbandando un chilogrammo di Cesio radiattivo. Al netto dei sospetti russi – dunque di parte – che la destinazione fosse l’Ucraina, è significativa la possibilità stessa che un chilogrammo di un materiale di tale pericolosità fosse disponibile per il mercato privato.
4) Estonia e (soprattutto) Polonia stanno già inviando propri soldati sul fronte ucraino e non fanno niente per nasconderlo. Ovviamente la formulazione adottata è che si tratta di “volontari”, che dunque non sono parte integrante dei rispettivi eserciti Nato, tuttavia il quadro già ora in atto è che battaglioni di soldati di paesi Nato, con armamenti Nato, sostegno finanziario e logistico dei paesi della Nato, supervisione e telecomunicazioni Nato, sta combattendo in Ucraina contro l’esercito russo. – Va notato che la Polonia ha innalzato la propria spesa militare al 4%, con il proposito di diventare in breve tempo il più potente esercito della Nato (dopo gli USA).
Mettendo in fila questi indizi sembra realistico dire che qualcuno all’interno dello schieramento occidentale stia non solo prendendo in considerazione, ma attivamente lavorando per un casus belli nucleare che giustifichi alle opinioni pubbliche nazionali ciò che sta già nei fatti accadendo, ma in modo circoscritto, ovvero un coinvolgimento diretto della Nato nella guerra. […]
Dunque per quanto tutti capiscano che lo scenario che si profila è quello della terza guerra mondiale, e nonostante tutti capiscano che lo scenario che avevano immaginato all’inizio (collasso del regime putiniano, sostituzione con pupazzo compiacente, e ritorno della Russia ad essere il “benzinaio del mondo”) sia mero wishful thinking, i governi occidentali non sono disposti a fare passi indietro. […]
E’ per questo che lo scenario preparato da eventi come un incidente nucleare a Zaporizhzhia da imputare ai russi, o come simili eventi catastrofici, diviene così rilevante.
Solo questo ci separa dalla terza guerra mondiale: una provocazione abbastanza robusta ed emotiva da consentire alla servitù mediatica di soffiare sul fuoco per suscitare una parvenza di sostegno pubblico alla guerra totale. […]
Senza la codardia della maggior parte del ceto professionale dedicato all’”informazione” e alla “formazione dell’opinione pubblica” i paesi occidentali – paesi che hanno istituzionalmente bisogno di un qualche grado di assenso dell’opinione pubblica – non avrebbero commesso la sequela interminabile di “errori” fatali degli ultimi decenni, sul piano geopolitico, economico, sanitario e infine bellico.
Solo l’esistenza di un ceto organico di mentitori e propagandisti a pagamento ha permesso il degrado della cultura europea, l’infiacchimento terminale di un’intera generazione, l’impoverimento dei più a fronte dell’arricchimento indecente di pochi, il prosciugamento dell’offerta politica, le aggressioni militari camuffate da interventi umanitari, per arrivare infine a bussare all’uscio della terza guerra mondiale. (segue link)
LA FOLLIA DELL’OCCIDENTE-UCCIDENTE
La guerra è persa, ma non per il pennivendolame occidentale, per DEMentia Joe biden, per Stolto-Stoltenberg e per i fantaccini Quisling europei.
L’Uccidente ha totalmente sottovalutato il Gigante Russo, esattamente come fece nel 1941 il DEMoniaco Adolf Hitler.
Ora che l’Occidente globale sembra finalmente capire che la guerra in Ucraina sta andando malissimo per Kiev, i suoi opinionisti si consolano pensando che questo è solo il primo round e che ci sono ancora cinque o addirittura dieci anni di succose opportunità per abbattere l’Orso russo con ogni sorta di mezzi subdoli e per piantare finalmente la bandiera della NATO sul tetto del Cremlino. Si illudono, ovviamente, ma è utile fare un passo indietro e considerare quanto si illudono e perché. […]
Quello che sta accadendo in Ucraina è un tipo di guerra pesantemente corazzata, che non si vedeva dai tempi dei combattimenti nella stessa area geografica tra il 1941 e il 1945. Le sue caratteristiche tradizionali sono forze estremamente grandi e complete che operano su decine di migliaia di chilometri quadrati, di giorno e di notte, utilizzando massicce quantità di fuoco indiretto e concentrandosi sul logoramento delle forze nemiche, piuttosto che sulla cattura del territorio in sé. Le singole campagne duravano settimane e persino mesi ed erano decise tanto dalla logistica e dalla capacità produttiva quanto dal combattimento. E il combattimento stesso richiedeva la capacità di destreggiarsi tra le priorità e di integrare le operazioni di intere Divisioni ed Eserciti che lavoravano insieme.
Dal 1941, ovviamente, la situazione è diventata molto più complessa. I missili a lungo raggio e ad alta precisione consentono oggi di controllare l’aria e di distruggere obiettivi terrestri lontani. Droni ed elicotteri d’attacco sembrano essere una combinazione particolarmente temibile, in grado di distruggere i veicoli nemici da una distanza di sicurezza. Armi assolutamente terrificanti come il sistema TOS-1 Fuelled-Air Explosive rendono l’uso degli edifici come rifugi per lo più una perdita di tempo. E così via. […]
L’Occidente non ha più equipaggiamenti pesanti da inviare, e non sembra credibile che le potenze occidentali si disarmino completamente togliendo gran parte della loro capacità operativa dalle proprie unità in prima linea e inviandola in Ucraina, per essere distrutta proprio come lo sono attualmente gli equipaggiamenti occidentali avanzati. In ogni caso, una tale forza non potrebbe essere messa insieme molto prima della fine dell’anno, e nel periodo intermedio i russi sarebbero in grado di fare più o meno quello che vogliono. La fanteria smontata o la fanteria in jeep potrebbe essere in grado di disturbare le truppe russe che avanzano, ma questo sarebbe tutto, e diventerebbe piuttosto inutile con l’avvicinarsi delle piogge autunnali, mentre i russi sarebbero in grado di avanzare rapidamente lungo le strade e le linee ferroviarie. C’è, infatti, un esempio storico che dà un’indicazione di quanto sarebbe difficile fermare un’avanzata del genere senza armi pesanti. […]
Ma per la più grande ironia della sorte, qualcosa di simile a quella situazione si è verificato oggi, come risultato della convinzione della NATO di poter contemporaneamente provocare e insultare la Russia, eliminando di fatto la sua capacità di competere con la Russia in qualsiasi conflitto armato tradizionale e pesante che ne possa derivare. In realtà, è difficile comprendere quanto sia stata stupida questa politica, ma ormai è fatta e l’Occidente deve conviverci.
Ciò che questa politica significa in pratica è che, come ho sostenuto, l’Occidente è ora, e sarà per il prossimo futuro, significativamente quantitativamente inferiore militarmente alla Russia in Europa, e più in generale inferiore in alcune aree della tecnologia militare nel suo complesso. Inoltre, come ho anche sostenuto, in pratica sarà impossibile ricostruire le forze occidentali a un livello simile a quello raggiunto durante la Guerra Fredda. Non vedo alcuna ragione per cambiare queste valutazioni. Naturalmente questa inferiorità non è globale, in nessuno dei due sensi: l’Occidente continua ad avere un vantaggio considerevole nei Gruppi da Battaglia Portanti e forse anche nella tecnologia dei Sottomarini Nucleari d’Attacco (SSN), anche se Martyanov potrebbe contestare rumorosamente quest’ultimo punto. Ma il fatto è che i gruppi tattici di portaerei, pur essendo eccellenti per la proiezione di potenza contro nemici non nemici, sono in realtà abbastanza inutili per qualsiasi altra cosa. È difficile immaginare un loro ruolo serio in un conflitto militare in Europa. (segue link)
La partita è praticamente finita in Ucraina
di Aurelien
Ora che l’Occidente globale sembra finalmente capire che la guerra in Ucraina sta andando malissimo per Kiev, i suoi opinionisti si consolano pensando che questo è solo il primo round e che ci so…
LE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA RAPPRESENTANO IL SUICIDIO DELL’EUROPA
Per mesi e mesi abbiamo letto le bufale propalate dalle presstitutes intellettuali del Mainstream secondo cui le sanzioni economiche avrebbero messo in ginocchio Putin nel giro di pochi giorni e che i Russi – avendo finito le munizioni – combatterebbero attualmente con il badile!
Accidenti! Combattendo solo con le pale i Russi riescono a uccidere 1000 Ucraini al giorno: figuriamoci cosa sarebbero in grado di fare se potessero disporre di tank, elicotteri e missili…
In realtà, avendo abbracciato la Vedova Nera Amerikana e quella Ukronazi. i quisling d’Europa stanno scientemente condannando a morte, per fame, freddo, stenti, milioni di loro compatrioti. Un vero e proprio Suicidio Europeo.
Un Piano Morgenthau moltiplicato per tutti i Paesi UE e NATO!
L’offensiva militare, economica, finanziaria e commerciale scatenata dal cosiddetto “Occidente collettivo” contro la Federazione Russa nasce da una palese sottovalutazione «della coesione sociale della Russia, del suo potenziale militare latente e della sua relativa immunità alle sanzioni economiche». L’intera campagna sanzionatoria imposta da Stati Uniti ed Unione Europea, in particolare, si fondava sulla previsione che la Russia non sarebbe stata in grado di reggere un lungo periodo di pressione economica e finanziaria esterna, in virtù della debolezza strutturale, dell’arretratezza e degli squilibri che caratterizzano il suo sistema produttivo. […]
Un Paese come gli Stati Uniti può quindi contare sul colossale apporto alla “produzione di ricchezza” fornito dalle spese sanitarie gonfiate a dismisura, dalla crescita esorbitante delle cause legali fittizie che arricchiscono interi eserciti di avvocati, dal sistema carcerario privatizzato che fa lobby al Congresso per ottenere leggi in grado di garantire il maggior numero di detenuti possibile, ecc. […]
I (veri) dati dell’economia russa
Se, come evidenziano i dati della Banca Mondiale, in termini di Pil nominale l’economia russa (1.779 miliardi di dollari nel 2022) risulta paragonabile per dimensioni a quella italiana (2.108 miliardi), sotto il profilo della parità di potere d’acquisto (4.808 miliardi, contro i 2.741 dell’Italia) tende invece ad avvicinarsi a quella tedesca (4.848 miliardi). Ma, evidenzia l’economista Jacques Sapir, neppure il Ppa riflette appieno la rilevanza della Federazione Russa, i cui vantaggi strategici connessi a “stazza”, posizione geografica e struttura economica a trazione agricolo-industriale-edilizia le conferiscono una capacità di resistenza pressoché inconcepibile per ogni altro Paese.
L’economia della Russia, che con una popolazione universitaria di 2,2 volte inferiore rispetto a quella degli Stati Uniti forma il 30% di ingegneri in più, si incardina infatti su produzioni fondamentali, perché necessarie alla soddisfazione dei bisogni primari. Idrocarburi, metalli, cereali, fertilizzanti, mangimi sono risorse imprescindibili per garantire riscaldamento e sicurezza sia alimentare che energetica.
Il conflitto in Ucraina: i numeri del complesso militare industriale
Come ha dichiarato nel febbraio 2023 il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, lo schieramento atlantista aveva fino a quel momento assicurato all’Ucraina un’assistenza militare, finanziaria e umanitaria senza precedenti, quantificata in 120 miliardi di dollari. Il trasferimento di materiale bellico a Kiev si è rivelato talmente ingente da svuotare letteralmente gli arsenali di molti Paesi membri della Nato. La Danimarca ha consegnato tutti e 19 gli obici semoventi di fabbricazione francese Caesar in proprio possesso. Il Ministero della Difesa tedesco ha ammesso che, qualora si fosse ritrovata a combattere una guerra ad alta intensità come quella russo-ucraina, la Germania avrebbe esaurito le munizioni nell’arco di appena due giorni. Stesso discorso vale per Francia e Gran Bretagna. […]
La vera forza dell’arsenale difensivo a disposizione della Russia risiede quindi nelle caratteristiche della sua struttura economica nella centralità che il Paese riveste rispetto al commercio internazionale, oltre che nell’indisponibilità del resto del mondo ad aderire alla campagna sanzionatoria imposta dal cosiddetto “Occidente collettivo”. Nonché dall’attivismo della Repubblica Popolare Cinese. […]
Tutti aspetti […] che politici e specialisti di spicco del cosiddetto “Occidente collettivo”, persuasi che le misure punitive “da fine del mondo” avrebbero condannato la Russia all’isolamento e alla bancarotta nell’arco di poche settimane, non sono stati minimamente in grado di prevedere, nell’ambito di quello che l’economista Patricia Adams considera «il più monumentale errore di calcolo della storia moderna». (segue link)
LA PILLOLA BLU, LA PILLOLA DEL SUICIDIO E DELLE “EMERGENZE”
Come in Matrix, dobbiamo svegliarci e opporci alla III Guerra mondiale, che sarà anche la Prima e Ultima Guerra Nucleare. Prendiamo la pillola rossa e svegliamoci.
L’ex ufficiale del Corpo dei Marines Scott Ritter afferma che l’alleanza militare NATO guidata dagli Stati Uniti sta guidando la guerra in Ucraina con l’obiettivo finale di sconfiggere la Russia.
Il conflitto non riguarda la difesa dell’Ucraina, come ci direbbero i media occidentali, ma riguarda ed è sempre stata la sconfitta della Russia.
La NATO è già ora in una guerra diretta con la Russia e la Russia ha tutto il diritto di colpire obiettivi in paesi della NATO come la Germania e la Polonia che fungono da centri logistici nella fornitura di munizioni all’Ucraina.
Washington ei suoi alleati della NATO stanno incautamente alzando la posta in gioco della vittoria o della sconfitta militare, piuttosto che cercare di trovare una soluzione diplomatica e politica a un conflitto di lunga data. L’Ucraina viene insensibilmente sfruttata come proxy per la guerra della NATO alla Russia guidata dagli Stati Uniti.
Come sottolinea Ritter, la NATO è una pillola suicida per il mondo. Se il suo obiettivo procede, il risultato sarà una guerra generale a tutto campo con la Russia che diventerà nucleare, il che significa la distruzione del pianeta. (segue link)
Da tre anni viviamo in Occidente, a partire dal Golpe del Virus “Killer”, in uno stato di eccezione, in un Maßnahmenstaat simil-nazista, in cui la volontà democratica e popolare viene sempre negletta e disattesa.
«Sovrano è colui che decide sullo stato di eccezione» (Carl Schmitt) e sovrani dell’Impero d’Occidente sembrano essere i DEMocrats di DEMentia Joe Biden. Ma sovrani sono in realtà coloro i quali muovono le fila dei pupazzetti idioti NaziDEM USA: i Burattinai Globali Kissinger-Soros.
È oggettivo che non tanto il Covid, ma le politiche teoricamente di contrasto alla pandemia messe in atto dai governi hanno drasticamente accelerato processi di aumento delle disuguaglianze che erano già in corso. Sappiamo che le politiche pandemiche hanno provocato un drammatico aumento delle persone in povertà, soprattutto nei Paesi del Sud globale, dove le restrizioni hanno avuto le conseguenze più nefaste in assoluto. Secondo alcune stime della Banca Mondiale si parla di 100 milioni di persone in più che sono cadute in
povertà. Quindici anni di progresso socioeconomico a livello mondiale sono stati cancellati da queste politiche, mentre abbiamo assistito a un’enorme concentrazione di capitale nelle mani di pochi che erano già super ricchi. Parliamo di alcuni tra i principali blocchi di potere del mondo capitalistico occidentale, quindi le grandi industrie farmaceutiche, quelle tecnologiche e le grandi piattaforme. Per loro la pandemia è stata una manna dal cielo. Allo stesso modo, ovunque ma in particolar modo nei Paesi più poveri, la pandemia è stata utilizzata per attuare strette repressive di ogni sorta, per bandire le manifestazioni, per attaccare violentemente qualunque forma di opposizione. Lo stesso è avvenuto anche in molti Paesi occidentali, Italia innanzitutto, dove si è fatto un ricorso massiccio alle politiche emergenziali, marginalizzando il controllo dei parlamenti e attuando forme di controllo sociale mai viste nella storia. Non si tratta di opinioni, ma di fatti oggettivi, certificati, ad esempio, anche da Amnesty International. (segue link)
Resta il fatto che lo stato di eccezione, imposto inizialmente a seguito del Golpe del Covid – innescato dal virus chimerico Sars-Cov-2 creato da Peter Daszak con i finanziamenti del NIH di Anthony Fauci (un virus programmato e “scappato al momento giusto” da laboratori biologici di livello 4, non necessariamente solo da quello di Wuhan, essendo possibile il diretto coinvolgimento di altri biolab in USA) –, si è protratto a seguito della Guerra Russo-Ucraina, attizzata dalla NATO dopo che essa, come afferma rettamente J. Bergoglio, «ha abbaiato per anni ai confini della Russia».
Il Capitalismo Totalitario Occidentale ha bisogno di emergenze continue per sopravvivere alle spalle e sulla pelle dei ceti subordinati e sottomessi come i salariati: le crea artatamente al fine di imporre i suoi uomini ai vertici di istituzioni sempre meno democratiche e sempre più tecnocratiche e militariste.
Con il regime di governo emergenzialista e, da ultimo, con il suo inevitabile esito bellicista, il sistema si sta giocando una partita rischiosa per la propria sopravvivenza, al limite del temerario. Quando si apre all’economia di guerra, come con la decisione di destinare parte del PNRR alle armi, da apprendisti stregoni si evoca la categoria della morte con tutte le domande di senso che essa incorpora, ben più destabilizzanti e rischiose per la tenuta del regime neoliberista. La partita anche per quest’ultimo strappo è più che mai aperta, perché si sentono riaffiorare nel frastuono comunicativo parole antiche come pace, cooperazione, ambiente e soprattutto lavoro. Si potrà addirittura vincerla la partita, imponendo un nuovo compromesso sociale, se si proverà, con l’ausilio di una soggettività collettiva pronta, a corrispondere a quelle istanze caotiche che provengono da quel basso, che vive o vorrebbe vivere con l’autonoma dignità del proprio lavoro, conferendo ad esse un senso ed una direzione di marcia, smettendo finalmente di affidarsi, da ciechi, alla guida di pazzi. (segue link)
Ormai l’Impero del Male Americano è in pieno declino: il Mondo Non-Occidentale odia l’Occidente e odia la nazione egemone, gli USA. La Russia, secondo la dottrina Brzezinski, andava separata dalla Cina. Invece, a causa di evidenti errori geopolitici e strategici dell’Occidente, Russia e Cina sono oggi alleate e al loro blocco si sta unendo l’Iran e anche la Turchia, guidata da Erdogan, medita di sfilarsi dall’abbraccio mortale americano; financo i Paesi del Golfo vedono con enorme sospetto il fanatico e crescente bellicismo USA-UE-NATO.
L’esigenza fondamentale avvertita dagli analisti statunitensi è quella espressa da John J. Mearsheimer, secondo il quale è indispensabile arginare l’ascesa della Cina. Il teorico del cosiddetto “realismo offensivo” esorta quindi l’attuale Amministrazione a “lavorare assiduamente per migliorare le relazioni con gli alleati asiatici dell’America e creare un’alleanza efficace che possa tenere a bada Pechino”. Ma per conseguire un tale obiettivo, argomenta Mearsheimer, è indispensabile attirare la Federazione Russa in una coalizione anticinese: “Oggi è Pechino, non Mosca, a rappresentare la principale minaccia per gli interessi degli Stati Uniti, e la Russia potrebbe essere un prezioso alleato nell’affrontare tale minaccia”. Si tratta, come è evidente, della stessa tattica suggerita a suo tempo a Donald Trump dai suoi strateghi e teorici conservatori e populisti e condivisa dagli ambienti “sovranisti” occidentali. Ma questa soluzione “richiederebbe di abbandonare la tradizionale russofobia dei democratici nordamericani di cui lo stesso Biden (…) si è spesso fatto portavoce”.
E così alla fine la Casa Bianca e il Pentagono hanno scelto di arginare la Cina attraverso il “contenimento” della Federazione Russa: il minaccioso avvicinamento della NATO ai confini russi, che il Cremlino è stato obbligato a contrastare dando il via all’Operazione Militare Speciale, si inquadra infatti in una più ampia strategia nordamericana di “contenimento” anticinese, oltre che antirusso. Consapevole dell’obiettivo delle manovre nordamericane in Europa, la Cina “si è vista costretta a consolidare il suo partenariato strategico con la Russia fino a trasformarlo in un’alleanza; di qui, per definirne i particolari, il viaggio del Presidente Xi” a Mosca e i colloqui al vertice col Presidente Putin.
La visita di Xi Jinping nella capitale russa richiama inevitabilmente alla memoria quella compiuta settant’anni fa da un altro Presidente cinese: il 15 febbraio 1950 Mao Tse-tung sottoscrisse con Stalin a Mosca un Trattato di Alleanza e Mutua Assistenza che sanciva la nascita di un grande blocco eurasiatico, esteso da Pankow a Mosca a Pechino a Pyongyang. L’alleanza russo-cinese dovette affrontare la sua prima prova soltanto quattro mesi più tardi, allorché la Repubblica Popolare Democratica di Corea intraprese la “Guerra di liberazione della Patria”, che i Cinesi chiamano “Guerra di resistenza all’America e in aiuto della Corea”. Grazie all’intervento diretto della Repubblica Popolare Cinese, che inviò 100.000 combattenti, e grazie al sostegno materiale fornito dall’URSS, il conflitto militare si concluse nel 1953, quando le forze degli Stati Uniti e le truppe ausiliarie di altri diciassette Paesi furono ricacciate a sud del 38° parallelo. (segue link)
Rispetto agli anni ’40 del secolo scorso, l’Impero del Male oggi risiede sulle sponde opposte dell’Atlantico. In Amerika.
Ultimo aggiornamento 27 giugno 2023.
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Condivido gran parte delle cose che scrivete qui.
Un caro saluto.
Come sempre un’esegesi lucida, razionale, geniale.