L’INARRESTABILE “DEMOCRATICO” BELLICISMO
È ormai palese che i sedicenti Democrats USA non hanno alcuna intenzione di assecondare la volontà democratica della maggioranza degli elettori americani di farla finita con la guerra russo-ucraina.
LA VITTORIA DI TRUMP E I NAZIDEM BIDENO-SOROSIANI
Uno dei motivi principali della vittoria alle presidenziali americane di Donald Trump è la sua promessa di far cessare nel più breve tempo possibile la guerra tra Russia e Ucraina fomentata fin dal golpe neonazista di Euromaidan del 2014 dai NaziDEM e dai Neocon Obama-Clinton-Biden-Nuland.
Per non parlare dell’instancabile e immonda attività di destabilizzazione globale esercitata dal Padrino del Deep State (detto anche il Blob), l’ex collaborazionista delle SS nell’Ungheria del 1944, George Soros.
Nessuno ormai crede alla lucidità mentale di Rimbambiden, neanche i lacchè ultra-atlantisti quali sono – nella maggioranza dei casi – i pennivendoli dei giornaletti italioti.
A gestire il satanico Impero del Male Amerikano, negli ultimi quattro anni, è stato il sulfureo Satan-Soros.
Il saggista Jeffrey D. Sachs spiega la situazione attuale.
Lasciami spiegare in pochi minuti la guerra in Ucraina. Questo non è un attacco di [Vladimir] Putin all’Ucraina nel modo in cui ci viene detto ogni giorno. Questa storia è iniziata nel 1990, il 9 febbraio 1990. James Baker III, il nostro Segretario di Stato, ha detto a Mikhail Gorbachev, “la NATO non si muoverà di un pollice verso est se accettate l’unificazione tedesca”, fondamentalmente ponendo fine alla seconda guerra mondiale. E Gorbachev ha risposto, questo è molto importante, “sì, la NATO non si muove, e abbiamo accettato l’unificazione tedesca”. Gli Stati Uniti poi hanno barato su questo già a partire dal 1994 quando [Bill] Clinton ha approvato un piano fondamentalmente per espandere la NATO fino all’Ucraina. […]
Nel 2004-05, abbiamo avviato in Ucraina un’operazione di cambio soft di regime, la cosiddetta prima rivoluzione colorata. Ha messo al potere qualcuno che conoscevo, con cui ero amico, e con cui sono in un certo senso ancora amico alla lontana, il presidente [Viktor] Yushchenko, perché ero un consigliere del governo ucraino nel 1993, ’94, ’95, e poi gli Stati Uniti hanno avuto le loro mani sporche in questa storia. Non dovrebbero intromettersi nelle elezioni degli altri paesi. Ma nel 2009, [Viktor] Yanukovych ha vinto le elezioni, ed è diventato presidente nel 2010 sulla base della neutralità dell’Ucraina. […]
Poi, il 22 febbraio 2014, gli Stati Uniti hanno partecipato attivamente al rovesciamento di Yanukovych, una tipica operazione di cambio di regime degli Stati Uniti, non ci sono dubbi. E i russi ci hanno fatto un favore. Hanno intercettato una chiamata davvero brutta tra Victoria Nuland, adesso mia collega alla Columbia University, e se sapete il suo nome e cosa ha fatto, abbiate simpatia per me, davvero.
Tra lei e l’ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, Geoffrey Pyatt, che è fino ad oggi un alto funzionario del Dipartimento di Stato, e hanno parlato di cambio di regime. Hanno detto, chi sarà il prossimo governo? Perché non scegliamo questo? No, [Vitaly] Klitschko non ci dovrebbe entrare. Dovrebbe essere [Arseniy] Yatseniuk. Ah, sì, era Yatseniuk. E faremo entrare il pezzo grosso, Biden, per fare da bravo ragazzo, dicono. Sapete, dargli una pacca sulla spalla. È grandioso. Così formarono il nuovo governo e poco dopo fui invitato ad andarci, senza conoscere nulla dei retroscena.
E se provate a dire una parola di questo… sono stato completamente escluso dal New York Times nel 2022, dopo aver scritto per tutta la mia vita pezzi per loro. Oh, io lo pubblicherei questo pezzo. Ok. E comunque, online, non c’è nemmeno lo spazio. Non c’è limite, possono pubblicare solo 700 parole. Non pubblicheranno, da allora, 700 parole per me, su ciò che ho visto con i miei occhi, su ciò che riguarda questa guerra. Non lo faranno. Stiamo giocando. Quindi, Dio non voglia che una potenza nucleare ci venga contro. Non so cosa succederà, ma noi li abbiamo attaccati. (Jeffrey Sachs tradotto da Old Hunter, segue link)
Tale fatto deve esser chiaro alla faccia della retorica propagandistica diffusa dal pennivendolame occidentale: sono state le Forze Natofasciste ad aver provocato la Russia dal 2014 in poi. L’attacco di Putin al regime ukronazi del cocainomane Zelensky è stato solo un atto di autodifesa.
E non poteva essere che il “Partito della Guerra”, la NSDAP hitleriana ipostizzata nel XXI secolo, il Democratic Party americano e i RINO, a condurre questo attacco alla Russia, con Testa Vacua Rimambiden a condurlo formalmente, burattinato dal Capo del Blob, il russofobo e psicopatico George Soros.
Ovviamente le Colonie della NaziUE, cioè noi, marciano allineate e coperte verso la distruzione, seguendo il Gigante in Marcescenza, gli USA.
Diceva Einstein: “Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi”. La miglior definizione per le classi dirigenti occidentali, che da mille giorni perdono in Ucraina con la Russia (tanto i morti ce li mettono gli ucraini e i danni li pagano gli europei) e insistono nell’escalation pensando di vincere.
Una follia che nasce dal progetto “neoconservatore” americano, trasversale a Repubblicani e Democratici, concepito 30 anni fa da un trust di cervelli convinto che non bastasse aver vinto la guerra fredda contro la Russia, ma bisognasse stravincerla. Come? Provocando Mosca con progressivi allargamenti della Nato a Est, in barba agli impegni assunti con Gorbaciov, e attaccando i suoi alleati in Europa (Serbia, Ucraina, Georgia), Medio Oriente (Iraq e Siria) e Africa (Libia), per attirarla in guerra, sconfiggerla, smembrarla, ridurla a potenza regionale, indebolire e rimettere al guinzaglio l’Europa. […]
Nel 2017 Trump caccia il Partito della Guerra: la Nuland lascia il Dipartimento di Stato e il marito Kagan passa dai Repubblicani ai Democratici. Tornano tutti nel 2021 con Biden presidente, incluso Sullivan, nuovo consigliere per la Sicurezza. Sono loro a muovere i fili di Rimbambiden (le famiglie Cheney e Bush fanno persino campagna per la Harris).
Ora Trump sta per cacciarli di nuovo. Ed ecco il loro ultimo colpo di coda: il via libera fatto dare da Biden a Kiev per bombardare la Russia. Peggio di loro ci sono solo i vertici e i governi Ue che seguono un presidente scaduto e rimbambito per alimentare una guerra pensata contro l’Europa. Ma quelli non sono folli: sono coglioni. (Marco Travaglio, segue link)
Mica tanto coglioni, però, se spesso tornano da Kiev con eleganti valigie, magari di Hermès o Louis Vuitton, imbottite di dollari ed euro.
Mi chiedo se si possa essere così stupidi o così abietti da proporre un piano di pace che scambia i territori persi dall’Ucraina con l’adesione di ciò che resta del Paese alla Nato. Sì perché la guerra è cominciata – dopo anni di cannoneggiamenti e uccisioni di civili in Donbass – proprio perché gli Usa rifiutavano di mettere nero su bianco che l’Alleanza Atlantica non si sarebbe estesa all’Ucraina.
Ora che un tale delirio venga da Zelensky, magari dopo le abbondanti sniffate che gli paghiamo noi, non stupisce affatto, ma che tutto questo venga presentato dall’informazione occidentale come un concreto piano di pace e quale dimostrazione che è Putin a volere la guerra, valica tutti i limiti della ragionevolezza e della decenza.[…]
Il fatto è che tutti, anche i più stupidi, si sono resi conto che ormai l’Ucraina è alle corde e allora tentano di rinfocolare la guerra, permettendo l’uso di missili a raggio più lungo sul territorio russo o sollecitando, come ha fatto quella canaglia svampita di Biden, il richiamo alla leva anche dei ragazzi di 18 anni.
Il problema per l’Occidente è ormai semplicemente di immagine e lo ha detto chiaramente il segretario della Nato, Rutte (nomen omen), dicendo che occorre “raggiungere un accordo che non sia favorevole ai russi, ma anche alla Cina, alla Corea del Nord e all’Iran, perché tutti staranno a guardare “.
In pratica non si può permettere che l’Occidente (leggi Usa) appaia sconfitto in questa guerra per procura e dunque occorre fare di tutto per non arrivare a una pace che sia al tempo stesso un disvelamento del piano di aggressione alla Russia messo a punto da Washington e seguito pedissequamente dall’Europa anche a costo della propria rovina economica. Per non parlare poi della corruzione che ha visto politici stanziare somme enormi per il regime di Zelensky e tornare poi da Kiev con valigie piene di denaro. Cosa che ha fatto tutta la nomenclatura europea.(il Simplicissimus)
Una curiosità: nell’ultimo viaggio che l’ormai sfiduciato cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha fatto in Ucraina, egli si è presentato con una vistosa valigia corazzata, palesemente vuota. Che fosse vuota (o semivuota) lo dimostra l’estrema facilità con cui se la passa dalla mano forte (destra) con la quale all’arrivo stringe le mani, alla mano debole (sinistra).
Se fosse stato piena di effetti personali, l’avrebbe poggiata a terra o affidata a un collaboratore.
In tanti si sono chiesti cosa il valigione contenesse all’arrivo. satiricamente ritengo che forse dovrebbero chiedersi cosa conteneva al momento di rientrare in Germania…
L’IMPERO NAZISTA AMERIKANO HA PERSO LA FACCIA, GLI EUROPEI HANNO PERSO LA TESTA
Gli Americani dopo essere stati presi a calci in culo dai Vietnamiti, dai Talebani e umiliati anche dai missili degli Houthi, tanto da dover spostare le loro “invincibili” portaerei, non possono perdere completamente la faccia.
Il neosegretario della NATO, Mark Rutte, ha ruttato che occorre che occorre “raggiungere un accordo che non sia favorevole ai russi, ma anche alla Cina, alla Corea del Nord e all’Iran, perché tutti staranno a guardare “.
Prosegue il Simplicissimus, nel pezzo precedentemente citato:
Ora il continente [europeo] è totalmente in balia degli Usa, grazie a milieu politici stupidi e corrotti. E di certo Trump non farà nulla per cambiare una situazione che è stata l’obiettivo di Washington per un secolo. Anzi ha tutto l’interesse di sbarazzarsi di un concorrente e succhiarne la linfa che rimane per rendere di nuovo grande l’America. Lascerà gli imbecilli di Strasburgo in balia dei loro colossali errori. E noi in balia delle chiacchiere di cui ci nutriamo. È vero che tutto questo è stato propiziato dagli ideologismi globalisti che Trump vuole contrastare, ma questo non basterà a salvarci. Forse è troppo tardi per evitare di avere un grande avvenire solo dietro le spalle. (segue link)
MANCANO POCHI GIORNI ALL’AVVENTO DI TRUMP, MA I NAZIDEM ANTIDEMOCRATICI DI BIDEN E SOROS STANNO FACENDO DI TUTTO PUR DI FAR SCOPPIARE LA TERZA GUERRA MONDIALE
Scrive profeticamente Alessandro Di Battista il 2 dicembre 2024,
Settantasei giorni separano il 5 novembre 2024, data della vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA, dal 20 gennaio, il giorno del suo insediamento ufficiale alla Casa Bianca. Si tratta di giorni pericolosissimi, ce ne stiamo accorgendo. Settantasei giorni che potrebbero sconvolgere il mondo ancor più di quanto non sia già stato sconvolto negli ultimi tre anni.
I NaziDEM USA, come i Socialisti e Democratici europei sono i “Partiti della Guerra” a similitudine della NSDAP hitleriana e del PNF di Mussolini.
Quel che Biden (o chi decide per lui) non ha voluto fare in campagna elettorale per non danneggiare la corsa della Harris, Biden (o chi decide per lui) l’ha fatto ora che è un Presidente uscente, in una fase di passaggio, di transizione, in un momento in cui lui e i democratici risultano politicamente delegittimati dagli elettori. Anche Bruxelles, in attesa dell’insediamento di Trump, non è rimasta con le mani in mano. Il 28 novembre infatti, il Parlamento europeo seguendo le orme di Biden (o di chi cammina al posto suo) ha approvato una risoluzione che esorta i paesi membri a fornire a Kiev missili a lungo raggio per colpire la Federazione Russa.
Inoltre, nel testo c’è scritto che l’Europarlamento “si rammarica della recente telefonata del cancelliere tedesco a Vladimir Putin”. Il 15 novembre, forse per tentare di anticipare una eventuale mossa di Trump, il cancelliere della Germania Olaf Scholz ha telefonato a Putin. Non accadeva da oltre due anni. Una telefonata, soltanto una telefonata. D’altro canto, se vuoi la Pace un canale di comunicazione lo dovrai pur mantenere. Ma evidentemente la maggioranza degli europarlamentari la Pace non la vuole e per questo ha stigmatizzato il gesto di Scholz rendendo ancor più debole il politico politicamente più claudicante d’Europa. […]
Tornando alla Georgia e ai giorni nostri, il 26 ottobre scorso si sono svolte le elezioni parlamentari. Le ha stravinte Sogno Georgiano, partito neutralista dove milita l’attuale premier Irak’li K’obakhidze. Salomé Zourabichvili, cittadina francese naturalizzata georgiana, fervente sostenitrice del blocco occidentale e della Nato, ex-ambasciatrice di Francia in Georgia e attuale Presidente del Paese, ha gridato ai brogli e ha invitato i sostenitori a scendere in piazza. Solito schema. K’obakhidze, forte del successo elettorale, ha congelato i colloqui con l’Ue sull’adesione della Georgia fino al 2028. Decisione politicamente più che legittima. […]
Tutto questo, ripeto, sta accadendo nella fase di passaggio di poteri alla Casa Bianca. Sia chiaro, nessuno sa se Trump cercherà davvero di porre fine alla guerra in Ucraina. Magari i suoi annunci (“fermerò la guerra in pochi giorni”, “quella in Ucraina è una guerra persa e Zelensky non doveva lasciarla iniziare”, “Zelensky è il più grande venditore della storia. Ogni volta che viene qui se ne va con 60 miliardi di dollari”) erano solo sparate elettorali e dunque seguirà per filo e per segno i diktat del Complesso militare industriale.
Ad ogni modo, in una fase in cui quantomeno si hanno ancora dubbi sul suo futuro operato, c’è chi, in via precauzionale, intende metterlo spalle al muro. Ed ecco dunque spiegato l’intensificarsi degli attacchi e delle provocazioni alla Russia. (segue link)
Ma non illudiamoci troppo: il Satrapo palazzinaro Donald Trump è ancora convinto che il “Destino manifesto” degli USA è di continuare a fare fare il gendarme del Mondo, un Mondo ovviamente Unipolare, e che il Dollaro – come unica moneta di scambio globale – possa ancora a servire al fine di parassitare tutte le risorse globali!
Scrive infatti Maurizio Blondet,
Già nel 1946, l’amministrazione americana Harry Truman dichiarò che l’isola era “essenziale per la sicurezza degli Stati Uniti” per contrastare la crescente minaccia sovietica, e offrì alla Danimarca 100 milioni di dollari per acquistarla. Ma la prima volta che le autorità americane presero in considerazione l’idea di acquisire la Groenlandia dalla Danimarca insieme all’Alaska dalla Russia risale al 1867.
Per la Russia, l’attuazione dei piani di Trump riguardo alla Groenlandia avrà conseguenze militari. L’isola, che già oggi ospita la base di Thule, diventerà la più grande base militare USA con bombardieri strategici e aerei P-8A Poseidon per monitorare i sottomarini russi. […]
L’interesse degli Stati Uniti per la Groenlandia è di natura strategica a prescindere dalle dichiarazioni di Trump. Dopo tutto, è qui che il Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America intende rilevare e intercettare i missili russi in caso di Terza Guerra Mondiale. (segue link)
Il famosissimo giornalista Tucker Carlson, dopo Putin, ha intervistato anche il Ministro degli Esteri Russo Lavrov, il quale ha affermato rettamente che mai siamo stati così vicini all’Olocausto Nucleare, soprattutto a causa dei NaziDEM bideno-sorosiani e grazie alla NaziUE capitanata dalla Baronessa Furfantessa Ursula Pfizer von der Sturmtruppen.
Secondo Putin, durante l’attacco con la nuova arma all’impianto di armamenti “Yushmash” nella città ucraina di Dnipro (russo: Dniepropetrovsk), nelle testate multiple dei razzi sono stati utilizzati “elementi piuttosto forti”, che si riscaldano fino a un temperatura di 4.000 gradi Celsius. Al centro dell’impatto c’era una temperatura “paragonabile a quella della superficie del sole”.
Tutto ciò che si trova nel raggio immediato del bersaglio dell’attacco si scompone nei suoi componenti molecolari e si trasforma in cenere. Il sistema d’arma distrugge anche strutture fortificate come i bunker sotterranei. Nel suo discorso Putin ha anche paragonato l’effetto dell’arma all’energia cinetica di un meteorite. Ha annunciato che in futuro, se necessario, “Oreshnik” sarà utilizzato contro “obiettivi importanti” come strutture industriali militari e centri decisionali nella capitale ucraina Kiev.
I supermissili ipersonici Oreshnik, assolutamente inintercettabili dai rudimentali sistemi antimissile delle forze natofasciste, al pari dei giganteschi missili Sarmat, dovrebbero indurre quantomeno ad un minimo di riflessione Encefalo Piatto Rimbambiden e il Padrino del Turpissimo Blob USA, il russofobo George Soros.
Russia’s longtime foreign minister describes the war with the United States and how to end it.
(0:00) Is the US at War With Russia?
(12:56) Russia’s Message to the West Through Hypersonic Weapons
(17:47) Is There Conversation Happening Between Russia and the US?
(23:18) How Many… pic.twitter.com/0UkkNjAkhw— Tucker Carlson (@TuckerCarlson) December 5, 2024
ALTRO CHE AUTOCRATE PUTIN: È L’OCCIDENTE AD ESSERE DIVENUTO PREDA DEL CAPITALISMO TOTALITARIO DEI SATRAPI SOROI
L’immondo e turpe pennivendolame uccidentale (in primis le presstitutes italiote) additano Vladimir Putin come l’icona dell’autocrazia.
Ma è il Capitalismo Totalitario Angloamericano dei Satrapi Soroi (Soros, Gates, Bezos, Buffett, Musk, Fink, et similia) a rappresentare il più grande pericolo per la sopravvivenza umana e per la Democrazia!
Chris Hedges:
Per oltre due decenni, io e una manciata di altri — Sheldon Wolin, Noam Chomsky, Chalmers Johnson, Barbara Ehrenreich e Ralph Nader— abbiamo avvertito che la crescente disuguaglianza sociale e la costante erosione delle nostre istituzioni democratiche, tra cui i media, il Congresso, il lavoro organizzato, il mondo accademico e i tribunali, avrebbero inevitabilmente portato a uno stato autoritario o fascista cristiano.
Devo contraddire Chris Hedges. L’Impero del Male Americano è la reviviscenza dell’altrettanto nichilista e DEMoniaco Terzo Reich Hitleriano.
“La rabbia di coloro che sono stati abbandonati dall’economia, le paure e le preoccupazioni di una classe media assediata e insicura e l’isolamento paralizzante che deriva dalla perdita di una comunità, sarebbero stati la base l’innesco per un pericoloso movimento di massa”, ho scritto in “American Fascists” nel 2007. “Se questi diseredati non venissero reintegrati nella società tradizionale, se alla fine perdessero ogni speranza di trovare un buon lavoro stabile e opportunità per sé e per i propri figli – in breve, la promessa di un futuro più luminoso – lo spettro del fascismo americano assalterebbe la nazione. […]
Il presidente eletto Donald Trump non annuncia l’avvento del fascismo. Annuncia il crollo della patina che mascherava la corruzione della classe dirigente e la loro pretesa di democrazia. È il sintomo, non la malattia. La perdita delle norme democratiche di base è iniziata molto prima di Trump, è ha aprto la strada al totalitarismo americano.
Deindustrializzazione, deregolamentazione, austerità, corporazioni predatorie senza controllo, tra cui l’industria sanitaria, sorveglianza all’ingrosso di ogni americano, disuguaglianza sociale, un sistema elettorale afflitto da corruzione legalizzata, guerre infinite e inutili, la più grande popolazione carceraria del mondo, ma soprattutto sentimenti di tradimento, stagnazione e disperazione, sono una miscela tossica che culmina in un odio incipiente per la classe dirigente e le istituzioni che hanno deformato per servire esclusivamente i ricchi e i potenti. I democratici sono colpevoli quanto i repubblicani. […]
Il filosofo politico Sheldon Wolin ha definito il nostro sistema di governo “totalitarismo invertito”, che ha mantenuto la vecchia iconografia, i vecchi simboli e il vecchio linguaggio, ma ha ceduto il potere alle multinazionali e agli oligarchi. Ora passeremo alla forma più riconoscibile del totalitarismo, dominata da un demagogo e da un’ideologia fondata sulla demonizzazione dell’altro, sull’ipermascolinità e sul pensiero magico. […]
La situazione non migliorerà. Gli strumenti per spegnere il dissenso sono stati cementati. La nostra democrazia è crollata anni fa. Siamo in preda a quella che Søren Kierkegaard chiamava “malattia della morte”: l’intorpidimento dell’anima per la disperazione che porta allo svilimento morale e fisico. Tutto ciò che Trump deve fare per instaurare un nudo stato di polizia è premere un interruttore. E lo farà.
“Quanto più la realtà peggiora, tanto meno una popolazione assediata vuole sentirne parlare”, ho scritto alla fine di “Empire of Illusion”, “e tanto più si distrae con squallidi pseudo-eventi di crolli di celebrità, pettegolezzi e banalità. Sono i bagordi dissoluti di una civiltà morente”. (Chris Hedges tradotto da Old Hunter, segue link)
Non condivido soltanto, e lo ripeto, l’opinione manifestata da Hedges che possa esistere un Paese Fascista Cristiano: il Satanico Capitalismo Totalitario ha abolito ogni forma di Religione in Occidente. Come afferma rettamente Emmanuel Todd ne “La Sconfitta dell’Occidente”, siamo allo stadio zero della Religione.
Ma l’Occidente-Uccidente non è soltanto quasi completamente sconfitto: è soprattutto divenuto meno democratico delle cosiddette autocrazie orientali!
Quando ci si sveglia dopo un incubo, si prova un grande sollievo perché capiamo che la realtà è un’altra, meno drammatica o forse solo più addomesticata e conosciuta. Però capiterà sempre meno perché l’incubo è quello che viviamo e non vedremo l’ora di sognare qualcosa di diverso da questo inferno del contrappasso storico.
In un girone vediamo il presidente di quella che era considerata – peraltro a torto marcio – la democrazia guida dell’Occidente, concedere la grazia al proprio figlio dopo una condanna per corruzione, guarda caso attuata proprio in un Paese, l’Ucraina, dove egli ha scatenato una sanguinosissima guerra. In un altro l’Europa decreta, senza nemmeno uno straccio di prova, che le elezioni in Georgia non sono valide e la stessa cosa farà per la Romania: se la gente di questi Paesi non vuole la guerra con la Russia, ecco allora che non sono democratici. E il cahier de doléances potrebbe continuare a lungo perché i sogni, così come gli incubi non hanno la logica della realtà.
Così, tanto per fare un esempio tra mille, quel sinedrio di cinici imbecilli che governa Bruxelles, non solo ha rinunciato all’energia a basso costo della Russia, ma vuole fare un’insensata guerra commerciale alla Cina, tanto per stendersi ancora di più a tappetino nei confronti di Washington. Contemporaneamente però adotta un’agenda pseudo verde – in realtà un’agenda neo feudale – nella quale possono credere solo i QI al disotto della temperatura ambiente. In essa impone a tamburo battente auto elettriche ed energie alternative, la cui tecnologia proviene al 90 per cento dalla Cina.
Non si tratta di semplici errori quanto dell’esito terminale di una costruzione europea guidata dagli Usa fin dal 1949, prima attraverso la Nato, poi mediante un costrutto politico nato a Maastricht e chiamato Ue, il cui scopo era attuare la sudditanza in campo politico che si è concretata con una continua battaglia contro le sovranità nazionali – che sono invece la base della rappresentatività democratica – in modo che le oligarchie di comando potessero aderire alle volontà del padrone di Oltre Atlantico senza il problema del consenso.
Questo ha permesso di fare scelte assurde del tutto contrarie agli interessi dei Paesi presi al laccio in queste trappole e del continente in generale che si avvia al proprio suicidio. E non soltanto: le scelte sono state tutte contro il lavoro e i suoi diritti per favorire il capitale e il suo sistema di sfruttamento: vedere Landini fare la voce grossa, dopo trent’anni di calate di braghe è uno spettacolo davvero indecente. (il Simplicissimus, segue link)
Già, sia l‘Impero Nazista Amerikano che la NaziUE, dietro la spinta satanica del Capitalismo Totalitario dei Soroi, hanno gettato nel cesso la Democrazia e hanno tirato lo sciacquone.
Prima ce ne rendiamo conto e meglio sarà.
I SATRAPI SOROI CHE CENSURANO DEMOCRAZIA E FILM
Molti sono rimasti sconvolti dalla notizia che l’antidemocratico Satrapo e sfruttatore globale Jeff Bezos spenderà 600 milioni di dollari per il suo secondo matrimonio, ma è risaputo che siffatto “soros” ha trasformato i suoi lavoratori in neoservi della gleba, malpagati e sottoposti a condizioni lavorative inumane.
Citiamo nuovamente Hedges,
Le illusioni spacciate sui nostri schermi, tra cui il personaggio fittizio creata per Trump in The Apprentice, hanno sostituito la realtà. La politica è una burla, come ha dimostrato la campagna di Kamala Harris, vuota e piena di celebrità. È fumo negli occhi creato dall’esercito di agenti, pubblicitari, dipartimenti di marketing, promotori, sceneggiatori, produttori televisivi e cinematografici, tecnici video, fotografi, guardie del corpo, consulenti di guardaroba, allenatori di fitness, sondaggisti, annunciatori pubblici e nuovi personaggi televisivi. Siamo una cultura inondata di bugie.
“Il culto dell’io domina il nostro panorama culturale”, ho scritto in “Empire of Illusion”.
Questo culto ha al suo interno i tratti classici degli psicopatici: fascino superficiale, grandiosità e presunzione, bisogno di stimoli continui, una propensione alla menzogna, all’inganno e alla manipolazione e l’incapacità di provare rimorso o senso di colpa. Questa è, ovviamente, l’etica promossa dalle aziende. È l’etica del capitalismo sfrenato. È la convinzione errata che lo stile e il progresso personale, scambiati per individualismo siano la stessa cosa dell’uguaglianza democratica. In realtà, lo stile personale, definito dalle merci che acquistiamo o consumiamo, è diventato una compensazione per la nostra perdita di uguaglianza democratica.
Chiosa al riguardo il Simplicissimus:
Ci furono anni in cui nel periodo natalizio era impossibile sfuggire a “La vita è meravigliosa”, un film di Frank Capra mieloso e drammatico insieme che rappresentava il primo tentativo di ecumenismo americano e hollywoodiano subito dopo la seconda guerra mondiale.
Un uomo la notte di Natale medita il suicidio perché tutti i suoi soldi gli sono stati rubati da un perfido finanziere, ma a questo punto interviene il suo angelo custode (figura praticamente assente nei culti protestanti) che gli mostra come sarebbe il mondo se lui non ci fosse e così lo distoglie dall’idea di togliersi la vita. Ora tutta questa parte che costituisce il senso del film è stata incomprensibilmente tagliata nell’edizione che Amazon Prime ha reso disponibile per i suoi abbonati.
Credo che invece, probabilmente in modo inconsapevole, quello che dà fastidio in questo film è proprio il contenuto che lo aveva reso ideale come lezione di american way of life nel dopoguerra, ovvero l’accento sull’importanza della vita individuale. Quando James Stuart, l’interprete del personaggio principale, vede cosa sarebbe accaduto senza di lui, comprende di essere inestricabilmente collegato agli altri. E questo è davvero un guaio per gli ideologismi del globalismo che vogliono un diverso tipo di soggettivismo: quello dell’isolamento che rende tutti molto più vulnerabili alle narrazioni che ci vengono propinate. Tutti soli davanti alla televisione o ai social o perfino alla carta stampata.
Ciò che i globalisti dell’alta finanza temono è qualunque legame che sia potenzialmente in grado di spezzare l’ipnosi nella quale vorrebbero sprofondarci e alla quale, da soli, è difficile resistere: niente più legami di classe del resto spezzati ormai da decenni, niente legami nazionali o di comunità o di credo o di storia o di cultura e persino familiari. Tutti identici narcisi che sgomitano e non si parlano se non attraverso rituali che vengono via via codificati. Addirittura le opinioni non conformi vengono considerate come un’espressione di odio in quanto potenzialmente in grado di sollevare il velo di Maya che nasconde i legami sociali, anzi tende ad eliminarli.
Hedges, il Simplicissimus, et al. fondono la loro esegesi sull’ermeneutica predittiva di Zygmunt Bauman: a causa del Capitalismo-Satanismo Angloamericano, l’homo oeconomicus occidentale è ormai totalmente atomizzato ed isolato, un soggetto asservito totalmente delle leggi del Mercato, e la Democrazia viene totalmente conculcata nella Modernità Liquida.
Il Web è intriso del venefico e DEMoniaco retoricume dell’imprenditore di sé stesso. Il rabbioso Neoliberismo, satanica e anti-catartica catechesi della maligna Cabala Mondiale dei Soroi, vuol rendere i soggetti capitalistici doppiamente schiavi, doppiamente sfruttati: dal Capitalismo Totalitario e da sé stessi (sic!)
Come imprenditore di se stesso, il soggetto neoliberale è incapace di rapportarsi agli altri in modo libero da costrizioni. Tra imprenditori non si stabilisce alcuna amicizia disinteressata: eppure, essere-liberi originariamente significa essere tra amici. Nell’indogermanico, libertà (Freiheit) e amico (Freund) hanno la stessa radice: la libertà è essenzialmente un termine di relazione. Ci si sente davvero liberi soltanto in una relazione soddisfacente, in un felice essere-insieme all’altro. L’isolamento totale a cui conduce il regime neoliberale non ci rende davvero liberi: cosí, si pone oggi la domanda se – per sfuggire alla fatale dialettica della libertà che la porta a rovesciarsi in costrizione – essa non vada ridefinita e reinventata.
Il neoliberalismo è un sistema molto efficace nello sfruttare la libertà, intelligente perfino: viene sfruttato tutto ciò che rientra nelle pratiche e nelle forme espressive della libertà, come l’emozione, il gioco e la comunicazione. Sfruttare qualcuno contro la sua volontà non
è efficace: nel caso dello sfruttamento da parte di altri il rendimento è assai basso. Soltanto lo sfruttamento della libertà raggiunge il massimo rendimento. […]Essere liberi significa, quindi, nient’altro che realizzarsi insieme. Libertà è sinonimo di comunità felice.
La libertà individuale è per Marx un’astuzia, una perfidia del capitale. (Byung-Chul Han, “Psicopolitica”, Nottetempo Editore)
IL FAKE-JOURNALISM OCCIDENTALE
Tra l’attuale antidemocratico Mainstream Occidentale e l’altrettanta antidemocratica Stampa hitleriana (tipo il Völkischer Beobachter) non v’è differenza alcuna: solo Fake News e Bufale.
Cinque giornalisti della testata al Quds uccisi a Gaza nella loro macchina contrassegnata “PRESS” portano a 200 i giornalisti sterminati nella Striscia, in aggiunta ai propri famigliari, colpiti con loro nelle rispettive abitazioni, e a quelli abbattuti in Cisgiordania. E’ democrazia.
Un cittadino iraniano arrestato a Fiumicino su richiesta degli USA perché avrebbe a che fare con la produzione dei droni iraniani utilizzati in Ucraina. E’ democrazia.
Cinque cittadini pakistani, tra cui una donna, colpevoli di assolutamente nessun reato, ma sospettati di volersi unire a una qualche Jihad terroristica (non quella al potere per conto USA-Sion-Turchia a Damasco), arrestati a Bologna. E’ democrazia.
Uno dei più rinomati giornalisti britannici, Richard Medhurst, prelevato a forza dall’aereo a Londra, trattenuto per giorni in arresto, privato degli strumenti di lavoro, sulla base di nessunissima accusa, minacciato, intimidito. Aveva parlato male dei “liberatori della Siria”. E’ democrazia.
Qualche accenno sulla stampa mainstream e via. Succede dove comandano i buoni. Quelli della dittatura della sorveglianza e della repressione, delle leggi antioperaie, del carcere a chi si oppone a Grandi Opere devastatrici, od occupa un’aula scolastica, o mette su un picchetto. Quelli delle guerre e dei genocidi.
Poi nel mondo delle autocrazie e dei cattivi succede una cosa mostruosa: in Iran viene fermata tale Cecilia Sala, inviata del giornale di un confesso spione e provocatore CIA, impegnato in ogni sua espressione a propagandare menzogne e inviti alla guerra contro la teocrazia (islamica, non quella ebraica). Succede nel paese marchiato dagli autori dell’11 settembre come uno dei 7 da eliminare (con sei ci sono già riusciti), ininterrottamente diffamato, calunniato, aggredito da agenti della destabilizzazione. E’ dittatura. […]
Intanto, senza attendere neanche un minuto gli esiti dell’indagine e dell’esame della scatola nera, nel caso dell’aereo azero (cioè della colonia caucasica degli USA) precipitato in Kazakistan, dove si era diretto per scampare a una pioggia di droni ucraini sul Grozny in Cecenia, lo si dichiara abbattuto da un missile russo. E anche questo è libera informazione nelle libere democrazie.
Ho frequentato i “colleghi” occidentali, italiani in primis, nelle aree del mondo in cui i buoni provano a fare democrazia: Iraq, Libia, Siria, Serbia, Irlanda, Africa, America Latina. So di cosa parlo. (Fulvio Grimaldi, segue link)
Nel contempo i veri giornalisti, indipendenti, vengono attaccati della cosiddetta “Stampa Libera” a servizio permanente effettivo del Capitalismo Cannibale Americano:
Democrats USA, S&D europei, Labour Party UK e Partito Democratico italiano sarebbero coloro i quali difendono strenuamente ed esportano la Democrazia occidentale in tutto il resto del Mondo, un mondo Cattivo e Autocratico (sic!)
Two Tier Keir
No justice for severe, violent crimes, but prison for social media posts pic.twitter.com/QcK4o74Yla
— Elon Musk (@elonmusk) January 2, 2025
Nella Britannia sgovernata dal Fascio-Laburista Sutler-Starmer, truffatori, ladri, stupratori seriali e killer rimangono impuniti; la Psicopolizia di Keir Starmer è impegnata unicamente ad arrestare anziani “criminali” colpevoli solo di esprimere libere opinioni sui social media!
In Gran Bretagna si scopre che sia il governo conservatore che quello laburista hanno lasciato in pace bande di stupratori pakistani macchiatisi di centinaia di episodi di violenza per evitare di sporcare la favola bella dell’integrazione e dell’immigrazione selvaggia che è uno dei cardini del globalismo. (ilSimplicissimus)
Elderly man arrested in Britain for “causing anxiety” with a social media post. This is insane.
Thank God there is a constitutional right to freedom of speech in America! https://t.co/Mctx8N46eI
— Elon Musk (@elonmusk) January 2, 2025
I PARTITI “SOCIALDEMOCRATICI” E “DEMOCRATICI” SONO ORMAI I PARTITI DELLA GUERRA E DEL THANATOS
Una volta la Sinistra rappresentava la maggioranza degli Operai ed era pacifista poiché la guerre sono sempre il frutto di contrapposizioni tra Centri del Capitale in concorrenza feroce tra di loro. I lavoratori hanno sempre dovuto subirle siffatte guerre, poiché utilizzati come schiavi per produrre armi e come carne da cannone.
Oggi vediamo una “democratica” Carola Rackete, eletta dalla Linke e tanto elogiata dalle presstitutes occidentali, votare a favore dell’utilizzo dei missili d’attacco europei e americani sul suolo Russo.
Bene ha fatto Sahra Wagenknecht a prendere le distanze da siffatta “sinistra” neoliberista americanista ed eurofilista (cfr. “Contro la Sinistra Neoliberale”, Fazi Editore), che io definisco i Liberalfascisti di Sinistra.
Altro che riformismo liberista. Abbiamo bisogno di una rivoluzione contro il nazistico Totalitarismo Neoliberista.
Quale significato assume oggi la rivoluzione? Per rispondere a questa domanda conviene senz’altro richiamare le «Tesi di filosofia della storia» di Walter Benjamin, che è forse uno dei più grandi pensatori del Novecento. Questo testo straordinariamente incisivo non è caratterizzato dalla condanna (scontata) del nazismo, ma dall’accusa, rivolta alla socialdemocrazia, di essere responsabile della rovina del proletariato, avendo distrutto la sua coscienza di classe e avendo tolto la volontà di combattere alla classe operaia.
Questo è un punto fondamentale, che va ribadito una volta per tutte sul piano storico, e la cui riaffermazione consente anche di rispondere, almeno in linea di principio, alla domanda sulle forme di lotta, precisando che il conflitto di classe non esclude per nulla, come accade nelle posizioni controrivoluzionarie della socialdemocrazia, la violenza di massa e la lotta armata (si pensi alle azioni dei GAP durante la Resistenza).
Un altro aspetto decisivo, affermato in modo giustamente provocatorio da Benjamin, consiste nel rilevare che il proletariato ha commesso un errore micidiale quando si è proposto di pensare alla felicità dei figli e dei nipoti, giacché il problema è, invece, la vendetta. In altri termini, di fronte alla borghesia che non solo sfrutta il proletariato, ma nutre anche un’avversione profonda per esso e possiede una piena coscienza del proprio ruolo di classe dominante, è paradossale che la stragrande maggioranza dell’umanità sia rappresentata da proletari di fatto privi di coscienza di classe o, ancor peggio, da quei sottoproletari che sono definiti nel Manifesto del partito comunista come «infima putrescenza della società borghese».
Delle aspre sofferenze patite dai padri e dagli avi, così come delle crescenti sofferenze patite dagli sfruttati odierni, è giusto e doveroso ricordarsi, e altrettanto giusto e doveroso è assumersi, come movimento rivoluzionario, la responsabilità di un’azione conseguente sul terreno teorico, ideologico, politico e organizzativo.
Dal canto suo, il filosofo tedesco ci ricorda, per un verso, che «il Messia non viene solo come redentore, ma come vincitore dell’Anticristo», e per un altro verso che la classe operaia, avendo disappreso alla scuola della socialdemocrazia «sia l’odio che la volontà di sacrificio», può riscattarsi unicamente «come la classe vendicatrice, che porta a termine l’opera della liberazione in nome di generazioni di vinti». Del resto, non è forse questa prospettiva che riscatta il gesto di Luigi Mangione dai limiti che sono propri dell’eroismo “di chi si sente sotto l’influsso di Montecristo” e gli conferisce un significato universale? (Eros Barone, segue link, enfasi aggiunta)
di Eros Barone
Le vostre concezioni borghesi della libertà, della cultura, del diritto ecc., sono anch’esse un prodotto dei rapporti borghesi di produzione e di proprietà, così come il vostro diritto non è che la volontà della vostra classe innalzata a legg…
Non ci rendiamo conto che i Satrapi Soroi, pur in guerra tra loro, sono sempre coalizzati contro il 90% della popolazione, cioè noi. Il predatore finanziario Warren Buffett, più di una decina di anni fa, esternò la sua felicità poiché ad aver vinto il conflitto di classe erano stati proprio loro, i ricchi parassiti che non pagano tasse.
Eppure basterebbe poco, a quel vessato e conculcato 90%, per dare la spallata finale al marcescente e corrotto Capitalismo Finanziarizzato e Globalizzante Angloamericano e alle sue sovrastrutture imperiali, Impero Nazista Amerikano e NaziUE.
I “Democratici” e i “Socialisti” occidentali sono disposti anche a correre il rischio di un conflitto nucleare, nel DEMoniaco Cupio Dissolvi imposto dal Wokeismo “Progressista” Nichilista e Neonazista.
Il Nichilismo e la Necrocultura delle “Sinistre” d’Occidente avvolte in un abbraccio mortale con il marcio e corrotto Tanatocapitalismo neoliberista, ci stanno portando alla Morte.
Con la bava alla bocca, i “neoliberisti di sinistra” concionano che Vladimir Putin è un folle autocrate che va abbattuto perché combatte contro le sataniche folle e follie anticristiche NATOiste, transfemministe e transessualiste, perfettamente esternate dalla turpissima cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024.
Queste affermazioni agghiaccianti e surreali ci fanno comprendere che ha totalmente ragione Emmanuel Todd quando chiosa della sconfitta dell’Occidente: è un Occidente in pieno delirio e deliquio.
“Le fonti fossili sono un baluardo del patriarcato bianco.” 🤡
“Francesca Santolini che si è perfezionata in Diritto ambientale all’Università Sorbona di Parigi, collabora La Stampa e Repubblica.” pic.twitter.com/f9pZyyFzvA
— Chance 🤺 Giardiniere 🍊 🔞 (@ChanceGardiner) December 17, 2024
Sempre nell’ambito della neolingua del Grande Fratello, altre declamazioni orwelliane:
La petromascolinità [sic!] è l’espressione più violenta del desiderio di potere e dello stile di vita garantito dal sistema fondato sui combustibili fossili. E analizzare il sistema fossile attraverso la lente della misogina offre la possibilità di riconoscere che gli ostacoli all’azione sul clima sono di natura identitaria, psicologica e socioculturale, oltre che economica, ideologica e politica. La strenua difesa dei combustibili fossili non è solo una manovra politico-economica, è la conseguenza diretta di un sentimento di paura per un mondo in declino e il rifiuto di qualsiasi passo verso un cambiamento costruttivo.
UAHAHAHAHAHAHAHAH!
Come se centinaia e centinaia di milioni di donne non usassero auto a benzina e gasolio, rifiutandosi di utilizzare le inquinanti, costosissime e inefficienti cesso-auto elettriche!
Molte cose si addensano: dalle truppe russe che si apprestano a varcare il Dnper nell’area di Kherson, alla fine definitiva della criminale e corrotta amministrazione Biden; dai disperati tentativi delle élite europee di rimanere in sella, alle elezioni anticipate in Germania; dalla crisi nera della Francia, al fatto che la Ue abbia finalmente gettato la maschera della falsa democrazia, rivelandosi come un sub imperialismo dipendente da Washington .
Ma c’è anche un’altra cosa, apparentemente marginale, che tuttavia indica lo svuotamento progressivo degli obiettivi fasulli del Net Zero e delle sue gigantesche speculazioni. Elon Musk ha dichiarato infatti di voler produrre auto a idrogeno il che implicitamente vuol dire un pensionamento anticipato delle auto elettriche. Se lo dice il maggior produttore occidentale di questo tipo di veicoli, anzi il guru che aveva aperto questa breve e stagione del tutto elettrico, vuol dire che ci troviamo di fronte a un fallimento. […]
Una ricarica anche parziale ci mette non meno di 20 -30 minuti e pure se esistessero sufficienti punti di ricarica si rischierebbe di attendere per ore il proprio turno qualora questa motorizzazione diventasse diffusa. […]
Insomma dopo tante favole ecco che la realtà irrompe e Musk non se la vuole lasciar scappare. […]
Ancora oggi ci sono progetti per la generazione di idrogeno in Namibia ex colonia tedesca col nome di .Deutsch-Südwestafrika. Ma poi ordini superiori hanno imposto sia l’assurda dottrina della CO2 cui si è dovuta arrendere, sia l’auto elettrica che di fatto significa niente auto o solo per i ricchi. (segue link)
Se l’Occidente è nella parte finale della sua parabola discendente a partire dalla sua Nazione capofila, l’Impero Nazista Amerikano, lo dobbiamo anche alla religione neognostica del Wokeismo, assieme alle sue propaggini del Politically Correct e della Cancel Culture, per non parlare degli squadristi Antifa, BLM, Trasessualisti, Transfemministi, Ecofascisti Greenisti, et similia.
Emmanuel Todd ha esplicitato tali concetti nel suo già citato “La sconfitta dell’Occidente” (Fazi Editore):
L’establishment statunitense di questo secolo non s’è mostrato all’altezza dei suoi predecessori, soprattutto perché, questa è la tesi dell’Autore, ha perso – ma forse sarebbe meglio dire: ha cancellato – le proprie origini religiose che affondavano in quel protestantesimo di stampo calvinista che tanta parte ha avuto nello sviluppo dell’Occidente. Todd afferma insistentemente che è il nichilismo ad avere permeato le società occidentali decretandone così la fine. L’ideologia woke, portatrice delle istante del mondo Lgbtq+, è l’essenza di quel viaggio di non ritorno contro l’immortale legge naturale, che ha stabilito come la prosecuzione del genere umano stia nell’incontro tra l’uomo e la donna. (resegoneonline.it)
Chiosa rettamente Todd:
La minoranza più protetta in Occidente sono sicuramente i ricchi, che costituiscono l’1%, lo 0,1% o lo 0,01% della popolazione. In Russia non sono protetti né gli omosessuali né gli oligarchi. Quindi le nostre democrazie liberali stanno diventando “oligarchie liberali”.
Il significato ideologico della guerra sta cambiando. Dichiarata nel pensiero prevalente come una battaglia tra le democrazie liberali dell’Occidente contro l’autocrazia russa, sta ora diventando uno scontro tra le oligarchie liberali dell’Occidente e l’autoritaria democrazia russa. Lo scopo di tale riclassificazione dell’Occidente e della Russia non è quello di denunciare il primo, ma di comprendere meglio i suoi obiettivi in questa guerra, i suoi punti di forza e di debolezza. […]
L’Europa non si è lanciata in questa guerra con le sue assurdità e incoerenze per caso, stupidità o incidente. Qualcosa lo stava guidando. E non tutto è colpa degli Stati Uniti. Questo qualcosa è la sua stessa implosione. Il progetto europeo è morto. Un sentimento di vuoto sociologico e storico si è insinuato nella nostra élite e nella classe media. In questa situazione, l’attacco russo contro l’Ucraina è sembrato quasi un colpo di fortuna. Gli editoriali dei media non lo hanno nascosto: Putin ha ridato senso alla costruzione europea con la sua “operazione militare speciale”; l’UE aveva bisogno di un nemico esterno per riorganizzarsi e rimettersi in carreggiata.
Questa retorica ottimistica nascondeva una verità più oscura. L’UE è una potenza incontrollabile e letteralmente irreparabile. Le loro istituzioni si stanno esaurendo, la loro moneta unica ha portato a uno squilibrio interno irreversibile; La loro reazione alla “minaccia” di Putin non riflette necessariamente uno sforzo di ricomporsi, ma forse, al contrario, un riflesso suicida: la reazione è l’espressione di una speranza inespressa che questa guerra senza fine alla fine farà esplodere tutto. Dopo aver faticato per la disfunzionale macchina di Maastricht, le nostre élite potrebbero trasferire la loro responsabilità alla Russia; il loro desiderio segreto sarebbe che la guerra liberasse l’Europa da se stessa. Putin sarebbe il loro salvatore, un diavolo redentore. (segue link)
Sempre sul saggio di Emmanuel Todd, commenta Marcello Veneziani:
L’Occidente ha distrutto le basi su cui è poggiato: la cristianità, lo Stato sovrano, la civiltà del diritto, il pensiero critico e la storia. Non è più la guida del mondo, è disfattista al suo interno e bellicoso all’esterno, crede di salvarsi con la forza delle armi e l’uso intermittente dei diritti dei popoli e delle nazioni. Ha perso l’intelligenza del reale, la capacità di capire il mondo e la vita, abdicando in favore di un individualismo radicale asservito alla tecnica e alla finanza. Ha perduto il pensiero critico che sa distinguere e il pensiero fondativo che sa generare. […]
Il collasso morale e sociale deriva a suo dire dal collasso del protestantesimo, che rende irreversibile il declino americano e apre gli Usa e l’intero occidente al destino del nichilismo. Da allievo di Max Weber osserva che se il protestantesimo è stato la matrice del decollo dell’occidente e del capitalismo, ora è la sua morte a causarne la dissoluzione.
Intanto lo stato-nazione si dissolve e trionfa la globalizzazione; gli individui sono ormai privi di qualsiasi credenza collettiva. Il collasso della religione ha spazzato via il sentimento nazionale, l’etica del lavoro, il concetto di una morale sociale vincolante, la capacità di sacrificarsi per la comunità. Todd distingue altre fasi prima di giungere allo “stadio zero” della religione dove i valori non contano più e ne attesta l’avvento attraverso l’osservazione di pratiche cadute velocemente in disuso nei battesimi, nei decessi, nella partecipazione alle funzioni domenicali, ma soprattutto con l’equiparazione tra i matrimoni omosessuali e quelli tra uomo e donna. […]
“La sconfitta dell’occidente” di Todd rischia di rientrare nel fiorente filone apocalittico che da un secolo a questa parte annuncia il tramonto dell’Occidente. Ma aiuta al risveglio brusco dal sonno della ragione, che genera mostri e spinge l’avanzata del nulla in Occidente. Il nulla armato.
Il Capitalismo Totalitario dei Soroi, la Negazione della Realtà, l’Oikofobia, il Transfemminismo intersezionale, la Morte di Dio, la Lotta al “Patriarcato”, l’Immanentizzazione dell’Eschaton Cristiano, tutti insieme ci stanno portando alla Putrefazione dell’Occidente.
Prima di tutto: il dilemma attuale di Mosca non è di natura militare. La Russia avanza da mesi in Ucraina e la sconfitta di Kiev è inevitabile, come ammettono ora alcuni importanti media occidentali. Il dilemma russo è piuttosto un problema di comunicazione. Come possiamo stabilire un contatto con i politici occidentali quando fanno orecchi da mercante o “dormono” in una bolla mediatica in cui non penetra nulla di inquietante, in cui la realtà del campo di battaglia locale e delle alleanze multipolari in tutto il mondo è, in dubbio, “disinformazione”. […]
In risposta agli attacchi occidentali con missili a lungo raggio sul territorio russo, il 21 novembre l’esercito russo ha lanciato diversi nuovi tipi di missili ipersonici contro la città ucraina di Dnipro, che hanno colpito un complesso di armamenti dove, tra le altre cose, venivano prodotti componenti missilistici. I razzi, chiamati Oreschnik ( nocciòlo), raggiungono una velocità di circa 10.000 km/h e coprono così una distanza di 1.000 chilometri in circa cinque minuti. In un discorso televisivo a breve termine il presidente Putin ha spiegato giovedì sera che i sistemi di difesa aerea occidentali “non possono intercettare questi missili”.
Ora, in questi giorni, non si tratta di solidarietà con l’Ucraina, di valori occidentali o di qualsiasi altra formula che spesso circola. Attualmente c’è qualcosa di più fondamentale all’ordine del giorno: una guerra imminente nell’Europa occidentale e la creazione di un modo per prevenirla attraverso l’uso attivo di tutti i canali pubblici e diplomatici. Il dilemma di Mosca deve essere risolto – e questo può accadere solo qui, in Occidente, soprattutto nei media, dove la verità deve finalmente essere in prima pagina: la guerra in Ucraina è perduta, i negoziati con la Russia sono inevitabili, un’ulteriore escalation, semplicemente per presumibilmente salvare la faccia, irresponsabile e puro suicidio. (Paul Schreyer, segue link)
Ormai tutti gli analisti imparziali dichiarano la verità (alla faccia delle presstitute e dei politici marci e corrotti uccidentali): l’Ucraina del corrotto e marcio pornoguitto Zelensky ha perso la guerra contro la Russia, pur essendo appoggiata dagli altrettanto corrotti Ursula von der Sturmtruppen e il NaziDEM Dementor Biden.
Chiosa il Simplicissimus sui due milioni di combattenti persi dall’Ucraina in due anni e mezzo di guerra condotta da proxy per l’Occidente-Uccidente:
Due settimane fa il ministro della difesa ucraino Belousov ha annunciato che il totale delle vittime “uccise e ferite” in Ucraina per l’anno 2024 sarebbe di 560.000, una cifra che ricorrendo a una proporzione standard tra morti e feriti si avvicina appunto ai 200 mila caduti, ovvero il numero di tutte le nuove reclute.
Ovviamente il ministro di un regime che spara balle in continuazione ha tutto l’interesse a diffondere le cifre più basse possibili, ma ci sono altre stime più credibili e di recente è stato pubblicato il calcolo riassunto nella tabella sotto:
L’esercito ucraino avrebbe perso nel corso della guerra circa 2 milioni di uomini di cui la metà morti. Il resto sono feriti irrecuperabili o prigionieri o disertori. La stessa Washington Post, capofila della narrazione bellica, ovviamente dalla parte dell’Ucraina, non fa più nemmeno mistero di questa strage e ammette che la situazione è molto più grave che nel 2022.
L’ANTIDEMOCRATICO CAPITALISMO TOTALITARIO UCCIDENTALE
Il Capitalismo Totalitario finanziarizzato e globalizzante angloamericano è l’altra faccia della medaglia del Satanismo Nichilista occidentale.
I satanici e satanisti partiti “democratici” occidentali odiano la Russia perché è l’ultima Vera Nazione Cristiana rimasta sulla Terra.
Per il resto del mondo, cioè per la stragrande maggioranza degli Stati e dei popoli del pianeta, l’Occidente “liberale” è diventato “illiberale”. Inoltre, il conflitto con l’Occidente è andato oltre la componente economica della superiorità e ha assunto un significato escatologico: si tratta di una lotta contro il Grande Satana, che rappresenta una minaccia esistenziale per tutta l’umanità a causa delle sue guerre, compresi gli esperimenti con i ceppi di coronavirus, che sembrano un altro tentativo di mettere il mondo sotto il suo controllo attraverso l’eugenetica brevettata.
Il liberalismo, attraverso il soggettivismo, il relativismo e il secolarismo, fa perdere alle persone il senso della realtà nella politica interna ed estera – questo porta al nichilismo. Il liberalismo è di natura egemonica perché aderisce a un solo punto di vista, che lo costringe a fare la guerra per la sua illuminazione: questo porta al nichilismo. Il liberalismo è avido perché organizza la società attorno al denaro; il risultato è il caos interno ed esterno poiché elimina l’amore, l’amicizia e la gratuità che costituiscono la società nazionale e internazionale – questo porta al nichilismo. Il liberalismo è il nichilismo che distrugge gli altri e se stesso. (Jean Luc Schafhauser)
I Partiti “Democratici” e “Socialisti” neoliberisti Occidentali hanno perso la Ragione e il Sonno della Ragione genera Mostri.
Ad aver perso il Lume della Ragione sembra essere anche il miliardario turboliberista Elon Musk, il quale paragona il Putrescente Impero del Male Americano alla Roma decadente degli ultimi anni dell’Impero Romano d’Occidente, attraversata da violenze e perversioni d’ogni tipo, corroso da narcisismo, ipersessualismo poliamorista e da una corruzione irrefrenabile.
Ma per lui, l’Impero Americano è una Nuova Roma che non cadrà mai (sic!)
America is New Rome https://t.co/Sa6X2Fr8dy
— Elon Musk (@elonmusk) November 21, 2024
Financo un giornalista conformista del Mainstream occidentale come Aldo Cazzullo afferma che “il Mondo non vuole essere più essere governato dagli USA”.
Nelle Istituzioni di Diritto Romano la Schiavitù veniva riconosciuta e regolata. Forse è questo dell’antica Roma che attira tanto Elon Musk, il quale richiede a chi vuole entrare nel D.O.G.E. di lavorare gratis per 80 ore alla settimana. Se non è schiavitù questa…
L’IMPLOSIONE DELL’IMPERO AMERIKANO DOMINATO DAI NAZIDEM RICORDA QUELLO…
Sì, l’implosione dell’Impero Amerikano a guida NaziDEM ricorda quello dell’Impero Romano o il ciclo fantascientifico di Asimov conosciuto come Il Ciclo delle Fondazioni, ove l’Impero Galattico progressivamente collassa a partire dalla periferia.
Sebbene l’iniziale presa americana sui suoi protettorati europei (e asiatici) risalga al 1945, internet l’ha rafforzata enormemente. Dalla metà degli anni Duemila, infatti, il controllo statunitense sull’Europa occidentale si è fatto più pesante. Occorre qui sottolineare la discrepanza tra le rispettive percezioni degli Stati Uniti da parte degli europei e del resto del mondo.
Agli occhi dei non europei, risulta evidente che il potere degli americani sta diminuendo, e anche in fretta: la produzione industriale statunitense, che nel 1945 rappresentava il 45 per cento della produzione mondiale, oggi si assesta al 17 per cento appena. E questo per cento, come vedremo nel capitolo 9, non è del tutto reale. Per il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, come da lui
accuratamente spiegato nel suo libro The India Way, è ovvio che, in un mondo che va sviluppandosi e diversificandosi, il peso degli Stati Uniti si riduca costantemente.Inoltre, gli indiani vedono la contrazione dell’impero americano come la logica continuazione di quella dell’Impero britannico di cui sono stati testimoni in prima persona. Questo sentire indiano lo si ritrova ovunque: in Iran, Arabia Saudita, Cina, Thailandia… Ovunque, tranne che in Europa. Gli europei sembrano essere gli unici, forse insieme ai giapponesi e ai coreani, a percepire la NATO sempre più forte e l’America sempre più indispensabile. Ma questo perché, via via che si riduce in tutto il mondo, il sistema americano finisce per gravare sempre di più sui suoi protettorati originari, i quali rimangono le ultime basi del suo potere.
Qui siamo al di là della dottrina di Brzezinski, o per meglio dire al di sotto. Non si tratta più del dominio statunitense sul mondo. Di vitale importanza è divenuto il controllo dell’Europa e dell’Estremo Oriente, giacché nell’attuale stato di debolezza gli Stati Uniti hanno bisogno delle loro capacità industriali. (Emmanuel Todd. “La sconfitta dell’Occidente”, Fazi Editore)
L’Impero Amerikano e il Capitalismo Cannibale (cfr. Nancy Fraser), nell’impossibilità di sostenere a lungo il confronto produttivo, tecnico e militare con l’Asse Russia-Cina-Iran, come l’ouboros stanno mangiando, rectius cannibalizzando, una parte di sé stessi, l’Europa, cioè noi. Con il plauso dei folli Democratici europei – sbavanti rabbia verso Putin – che sembrano del tutto inconsapevoli di averci condannati a morte a causa del GNL americano che viene a costarci il quintuplo di quanto viene pagato dalle aziende USA!
Il mercato europeo, quello italiano in particolare, sta attraversando un periodo di grande difficoltà, che getta nella disperazione intere filiere produttive e macroregioni economiche. La causa è da individuare, senza mezzi termini, nella guerra.
Per raccontare questa storia, si può partire da un articolo del 22 dicembre, pubblicato dal quotidiano dei vescovi, l’«Avvenire». L’economia del nord-est è in allerta: in crisi diverse aziende come Tirso (settore tessile), Flex (elettronica), Wartsila (motori), Electrolux (elettrodomestici). Secondo Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, il problema è “l’economia di guerra”: la sparizione del mercato russo e ucraino e i dazi nei rapporti con la Cina. [,,,]
Perché non conviene più produrre in Europa? il 24 novembre, sulla «Stampa», Franco Bernabè ha pubblicato un editoriale in cui accusa l’Unione di non avere un piano industriale: le aziende se ne vanno perché produrre in Europa non conviene a causa del costo dell’energia. Bernabè auspica che, al cessare del conflitto, si riprenda a rifornirsi di gas dalla Russia. Forse sarebbe bene cambiare punto di vista sul “distacco della Russia dall’Europa”: fin dall’inizio del conflitto, con le sanzioni e le forniture d’armi, i media hanno descritto una Russia isolata dall’Europa; in realtà, è l’Unione europea a essersi isolata dal resto del mondo. […]
Lo scenario, quindi, è quello di una prosecuzione del conflitto a oltranza, nonostante si tratti di una guerra impopolare, dai risultati deprimenti, che alimenta solo l’estrema destra. In Germania, il cancelliere Olaf Scholz si è dimesso: nonostante l’instabilità economica e i risultati della forza di estrema destra Afd, molti hanno tirato un sospiro di sollievo, dato che Scholz aveva più volte frenato sul tema delle forniture militari all’Ucraina, mostrando le crepe dell’euro-maggioranza.
Non è escluso che si riducano gli spazi di democrazia: in Romania, dopo il successo dell’outsider di estrema destra Călin Georgescu, le elezioni sono state annullate, si è formato un governo filoeuropeo guidato da tre partiti che hanno anche concordato un candidato comune pro-Ue e la ripetizione delle elezioni presidenziali, per le quali non c’è ancora una data.
In questo contesto, sbaglia chi pensa che Trump voglia fermare la guerra. In realtà, mira a un disimpegno progressivo, che permetta all’Unione di farsi carico dei costi e di aumentare le proprie spese militari. La Commissione europea è convinta che i lavoratori accetteranno di pagare questi costi, in termini di perdita di posti di lavoro, sottoccupazione e riduzione dei salari. Non ci resta che augurarci un buon Natale e un buon 2025. (Francesco Galofaro, segue link)
È alfin giunto il momento che i ceti sociali conculcati dal Capitalismo Totalitario Amerikano e dalla NaziUE, guidata nuovamentedalla rappresentante di commercio delle armi americane Ursula Pfizer von der Kannonen, si sveglino e diano una spallata alla marcia e corrotta neognosi nichilista del Neoberismo uccidentale o milioni di lavoratori europei moriranno di fame, freddo e stenti nel 2025.
Il problema in Europa è sussunto dall’appecoronamento al barbarico milieu angloamericano da parte della Finta Sinistra Europea (Socialisti & Democratici). Aggiunge, infatti, l’epistemologo E. Todd:
L’Europa occidentale è una seconda America Latina, dove il dominio americano, sebbene in declino, è di più antica data. Il mio amico Philippe Chapelin, grande conoscitore dell’America Latina, mi ha messo in guardia sul fatto che le élite europee stanno andando incontro a una sottomissione di tipo latinoamericano, con la differenza che nei paesi dell’America Latina l’intellighenzia di sinistra è rimasta indipendente dagli Stati Uniti, mentre in Europa ciò non avviene.
L’ANTIDEMOCRATICA E IMPERIALISTA NEW ROME
Elon Musk, il grande amico e sodale di Giorgia detta Giorgia, propala la menzogna che l’Impero Americano sia la replica dell’Impero Romano e destinato a durare per l’Eternità (sic!)
Esattamente come il Terzo Reich, che gli Hitleriani proclamavano essere l’Impero Millenario. È durato solo 12 anni!
Un’ossessione che ha contagiato anche Francis Ford Coppola che, con “Megalopolis”, racconta un’America futura ove la città di New Rome è afflitta dai conflitti interni tra Cesar Catilina e il sindaco reazionario Franklin Cicerone.
Il più volte citato Todd si dimostra, al riguardo, un esegeta e un parresiasta geniale:
Se sgombriamo il campo dall’idea che gli Stati Uniti siano uno Stato-nazione e se, invece, riconosciamo che: il sistema americano è diventato qualcosa di completamente diverso; il tenore di vita degli statunitensi dipende da un numero di importazioni che le esportazioni non riescono più a coprire; l’America non possiede più una classe dirigente nazionale in senso classico; gli Stati Uniti non hanno più nemmeno una cultura centrale ben definita, laddove possiedono ancora un gigantesco apparato statale e militare; tutto ciò premesso, diventano dunque ipotizzabili degli esiti diversi rispetto al semplice ripiegamento di uno Stato-nazione che, dopo i ritiri dal Vietnam, dall’Iraq e dall’Afghanistan, si farebbe carico di un’ennesima sconfitta in Ucraina, per il tramite degli ucraini.
Anziché come uno Stato-nazione, gli Stati Uniti andrebbero dunque visti come uno Stato imperiale? Sono in molti ad averlo fatto. Tra questi, gli stessi russi. Quello che definiscono “Occidente collettivo”, con gli europei in veste di meri vassalli, è una sorta di sistema imperiale pluralista. Tuttavia, l’utilizzo del concetto di impero impone il rispetto di alcuni criteri: un centro dominante e una periferia dominata. […]
Siamo dunque a uno Stato di basso impero? Il parallelo tra gli Stati Uniti e l’antica Roma è accattivante. È ciò che ho provato a esaminare in Dopo l’impero, in cui avevo evidenziato come Roma, avendo assunto il controllo dell’intero bacino del Mediterraneo e improvvisandovi una sorta di primissima globalizzazione, avesse anche spazzato via la propria classe media. Il massiccio afflusso in Italia di grano, manufatti e schiavi aveva mandato in rovina i contadini e gli artigiani in maniera non dissimile da come la classe operaia americana è crollata di fronte all’afflusso di merci cinesi. […]
Vengono così messi a confronto due modi di pensiero. Da un lato, il realismo strategico degli Stati-nazione e, dall’altro, la mentalità postimperiale, emanazione di un impero in disfacimento. Nessuno dei due possiede piena padronanza della realtà, poiché il primo non ha compreso che l’Occidente non è più composto da Stati-nazione ed è divenuto qualcos’altro; il secondo, invece, è diventato impermeabile al concetto di sovranità nazionale. La loro comprensione della realtà non è tuttavia equivalente e questa asimmetria gioca a favore della Russia.
Se non è sufficientemente chiaro, precisiamo che l’Impero Americano (e le sue Colonie come l’Europa e, in particolare, l’Italia resa serva) non sono più Stati-nazione (come invece è tuttora la Russia). In quanto Impero in disfacimento, l’Occidente ha abolito de facto la Democrazia, vigente ormai solo a livello formale, come dimostra il caso Romania: se non vincono i pupazzi degli Amerikani e della UE, le elezioni democratiche vengono annullate e re-indette a data destinarsi!
C’è un’analisi che sembra che nessuno abbia capito in Occidente: la distruzione della classe media comporta l’annichilimento della struttura statuale e l’evaporazione della Democrazia.
Un case study è proprio l’Italia, ove i Turboliberisti di Destra (Meloni & Co.) stanno completando oggi l’opera di picconamento e di dissoluzione del ceto medio iniziata dagli Ultraliberisti di Sinistra (PDS-DS-PD e alleati) a partire dal 1992.
Al calo del Pil e alla continua crescita della disoccupazione si stanno aggiungendo infatti le sempre più gravose misure di risanamento messe in atto dai vari governi occidentali che – abbandonata ormai qualsiasi velleità universalistica – hanno scaricato proprio sul ceto medio buona parte dei costi, fra maggiori imposte e minori beni di welfare. Tuttavia sarebbe un errore pensare che le difficoltà della classe media siano iniziate nell’ultimo quadriennio. È sufficiente dare un’occhiata alle principali statistiche per capire come, già a partire dagli anni Ottanta, la distribuzione di redditi e ricchezza sia andata polarizzandosi sempre di più. (Treccani, segue link)
Citiamo, peraltro, il fatto che il più volte menzionato Todd fa derivare l’evaporazione della Democrazia dalla scomparsa del Cristianesimo e soprattutto dalla scomparsa del ceto medio in Occidente.
La disamina pubblicata sul sito di Treccani sembra essere di oggi, ma è del (già lontano) 2012. L’acme dell’impoverimento del ceto medio è stato raggiunto proprio dall’Ultradestra meloniana, che aveva promesso che si sarebbe battuta senza respiro e senza soluzione di continuità contro l’austeritarismo decostruzionista e anti-italiano dei Gerarchi UE.
Chapeau, Giorgia e Giorgetti!
TUTTI GLI STATI OCCIDENTALI SONO DE FACTO OLIGARCHIE ANTIDEMOCRATICHE
Tutti gli Stati Occidentali sono ormai Oligarchie pseudoliberali, schiacciate e oppresse dal tallone neonazista del Capitalismo Totalitario dei Satrapi Soroi.
Il Liberalismo impone la tutela della minoranze oppresse. Ma la principale minoranza (e per niente oppressa, anzi…) è quella dell’1% degli Oligarchi Psicopatici Supermiliardari Soroi. Nell’Impero Amerikano – come nelle sue Colonie come l’Italia – i sociopatici come Soros, Musk, Gates, Bezos, Buffett, Fink…, manipolano le elezioni politiche e condizionano pesantemente la politica imperiale Usa, tramite media, finanziamenti, pressioni indebite.
Come afferma rettamente il più volte citato Todd, i politici, che fanno sempre parte dall’élite, sono in realtà macchine da propaganda, che sviluppano doti e competenze atte ad ingannare gli elettori, vincendo campagne elettorali anche complesse; ma non hanno vere competenze e conoscenze geopolitiche ed epistemologiche, che permetterebbe loro di non sottovalutare leader molto più preparati alla governance mondiale come Vlamimir Putin.
Essendo le elezioni una procedura ancora in vigore, il popolo deve essere tenuto fuori dalla gestione economica e dalla distribuzione della ricchezza; in sostanza, deve essere ingannato. Tutto questo richiede un impegno da parte della classe politica, ed è persino diventato il lavoro a cui essa riserva la priorità. Da qui l’isterizzazione dei problemi razziali o etnici e le chiacchiere inutili su temi seri.
I Macron, come i sedicenti Sovranisti à la Trump e Meloni hanno un solo compito: vincere le elezioni presentando una piattaforma elettorale che non verrà mai applicata, lasciando l’élite neoliberista a governare l’economia occidentale.
Quando i Jerome Powell e le Christine Lagarde (attuale presidente della Bce) di questo mondo si accaniscono ad alzare i tassi di interesse ben sapendo che causeranno una recessione economica, lo fanno per una preoccupazione, oserei dire un’angoscia: se le persone non accettano più la loro condizione di salariati a basso costo, crolla la base stessa del nostro sistema economico. […]
L’austerità non è una generica azione sulla spesa pubblica intesa come un tutto, è invece un’azione politica che agisce sulla capacità di spesa delle persone e quindi interviene sulla qualità della vita della maggioranza della popolazione, lasciando sostanzialmente protetta e intoccata quell’élite che non vive del salario e dunque principalmente del proprio lavoro ma gode di rendite (immobiliari, finanziarie ecc.) e profitti. […]
Mentre ci curiamo in ospedali fatiscenti, studiamo in classi pollaio e facciamo file chilometriche per rinnovare la carta d’identità, i forzieri di Leonardo, produttore di armi, e Autostrade per l’Italia (i cui azionisti sono per metà asset manager stranieri come Blackstone e Macquarie) traboccano di soldi delle nostre tasse.
Queste manovre economiche non sono solo decisioni tecniche, sono scelte profondamente politiche.
Meno risorse sociali abbiamo, meno diritti abbiamo in quanto cittadini e più siamo costretti a comprare tali diritti con il denaro. (segue link)
MELONI-PINOCCHIO
Dobbiamo ringraziare Giorgia detta Giorgia se, dopo la pletora innumera di promesse elettorali mai mantenute, abbiamo i salari più bassi d’Europa a parità di potere d’acquisto.
Il sistema più semplice e furbo per calare i salari è quello di non adeguarli all’inflazione.
In Italia negli ultimi 3/4 anni abbiamo avuto una inflazione complessiva attorno al 17%, mentre i fondi destinati dal Governo Meloni per il rinnovo dei contratti pubblici e di competenza pubblica coprono incrementi retributivi del 6/7%. Cioè il governo ha programmato la riduzione dei salari del 9/10%.
Lo stesso naturalmente stanno facendo la Confindustria e le principali associazioni imprenditoriali, escluse le banche.
Tutti offrono rinnovi contrattuali che sono lontanissimi dal permettere il recupero dell’aumento dei prezzi, anche per colpa di regole contrattuali inique per i lavoratori, come “Il Patto per la Fabbrica” sottoscritto tra Confindustria e CGILCISLUIL nel 2018.
Quell’accordo di concertazione è l’ultimo di una serie di patti sociali – stipulati dal 1992 in poi tra governo, sistema delle imprese e grandi sindacati confederali – che hanno fatto sì che le retribuzioni italiane fossero le sole tra i paesi OCSE a perdere quasi il 3% di valore negli ultimi trent’anni.
E a fine anno la Federmeccanica ha respinto tutte le richieste salariali per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, proprio adducendo a motivo le regole del Patto per la Fabbrica.
Insomma dopo trent’anni di compressione e riduzione di salari, il sistema economico italiano oggi accelera la loro discesa verso il basso. […]
Naturalmente, se questa operazione fosse finanziata con tasse ai ricchi avrebbe il senso di una redistribuzione fiscale. Invece la riduzione del costo del lavoro viene coperta dai tagli ai servizi pubblici. Cioè i lavoratori si pagano il piccolo aumento della loro retribuzione netta con i loro stessi soldi, per poi subire i maggiori costi dei servizi sociali: una partita tutta in perdita.
Se il salario di chi ha un lavoro relativamente sicuro e fisso è in costante calo, la povertà aggredisce chi va in cassa integrazione o vive di lavori precari.
Il rifiuto da parte del governo di istituire il salario minimo pesa in tutta la sua brutale iniquità di classe. Milioni di lavoratori nei servizi e nell’agricoltura ricevono paghe da fame, inferiori a 6 euro all’ora. Ai cassaintegrati tocca un’indennità equivalente ad una retribuzione netta di 5 euro all’ora.
Chi viene licenziato e ottiene l’indennità di disoccupazione – la NASPI – prende ancora meno e per tempi ridotti.
Infine ci sono quei lavoratori che sono senza retribuzione da mesi e magari lottano per il posto di lavoro, senza che governo e istituzioni facciano davvero nulla; tra tutti ricordiamo gli operai della GKN, da mesi senza salario e senza cassaintegrazione. […]
Il Governo Meloni vanta 23 milioni di occupati, cifra record anche se drogata da astuzie contabili della statistica. Ma viene volutamente ignorato che, mentre aumenta il numero di chi lavora, diminuisce la massa complessiva dei salari in valore reale.
È un modello ottocentesco di società, dove lavoro e miseria si intrecciano sempre più profondamente. Mentre i ricchi diventano sempre più ricchi.
L’evasione fiscale del mondo delle imprese garantisce profitti anche ai piccoli imprenditori, come dimostrano gli stessi dati ufficiali che vedono gioiellieri, ristoratori, albergatori, guadagnare meno dei loro dipendenti. Fanno impresa per pura generosità…
I 62 miliardari italiani hanno visto crescere fino a 200 miliardi il proprio patrimonio, quasi il 20% in più. E il 60% dei super ricchi sono eredi esentasse. Altro che l’imbroglio del merito… il solo vero merito in Italia è nascere nella famiglia giusta. E gran parte delle famiglie di super ricchi ha all’estero la sede fiscale della propria società.
Tutte le spese sociali sono tagliate per far fronte al patto di austerità che il Governo Meloni ha sottoscritto con la UE, tranne gli stipendi dei ministri e le spese militari. Sono le sole due voci di bilancio che davvero aumentano più dell’inflazione. […]
Quando il Governo Meloni afferma che i principali guasti vengono dal passato dice la verità. Ma poi mente spudoratamente quando afferma di fare qualcosa per ridurre questi guasti. Anzi le politiche meloniane a favore dei ricchi, delle multinazionali e della guerra, aggravano e diffondono quei guasti.
Così il 2025 sarà l’anno della povertà, sempre che non si riesca a rovesciare il governo e le politiche italiane ed europee di austerità e guerra. (Giorgio Cremaschi, enfasi aggiunta, segue link)
Matteo Renzi ha smontato tutta l’infinita sequela di promesse elettorali di Giorgia Meloni, definendola «cintura nera delle promesse mai mantenute».
L’irritazione che Giorgia detta Giorgia nutre nei confronti delle opposizioni e della stampa non genuflessa al regime è appelasata da questo intervento al Senato, ove la premier sprizza rabbia da tutti i pori.
In un question time del novembre 2023 al Senato, la bête noire di Giorgia, Renzi, ricordava quando ella promise l’uscita dell’Italia dall’euro. Lei affermò di non ricordare di averlo mai detto (sic!)
L’8 marzo del 2014, aprendo i lavori del congresso di FdI, Meloni diceva: “Non accettiamo di essere classificati come un paese “maiale”, perché in realtà noi siamo galline dalle uova d’oro. In queste condizioni all’Italia non conviene stare ancora nell’euro”. Posizione rafforzata da diversi post su Twitter: “Io non so più come altro dirlo che siamo per uscire dall’euro. Bo”, scriveva Meloni su Twitter il 24 aprile 2014.
Il 9 novembre dello stesso anno l’attuale premier chiamava la piazza contro l’euro. L’appuntamento era per il 13 dicembre. Meloni, il tema dell’uscita dalla moneta unica, lo ha affrontato anche in un editoriale della premier pubblicato su Libero nel 2016. “Cos’altro dobbiamo aspettare? Liberiamoci dalla zavorra dell’euro e vediamo come se la cavano i tedeschi a competere con le imprese italiane ad armi pari”. (Repubblica.it)
E quando proclamò che avrebbe abolito le accise sui carburanti?
Caustico come sempre Crozza-Meloni:
Oggi la Meloni afferma che Vladimir Putin è un pericolo «ben più grande di quanto si immagina», eppure appena sei anni fa esultava per la vittoria elettorale di Putin.
🚨 Giorgia Meloni, nel 2015/2016, durante il governo Renzi, esprimeva preoccupazione per le politiche USA/UE contro la Russia, che penalizzavano l’economia italiana.
Dal 2022, è lei stessa a portare avanti quelle stesse politiche dannose per l’Italia, con il sostegno di tutto il… pic.twitter.com/qKs09Qzcvj
— Sabrina®️🇮🇹 (@SabrySocial) January 3, 2025
Già, c’è sempre un prima e un dopo nello storytelling della Camaleontica Giorgia Meloni, e quello che segue è è uno dei tanti “dopo”, quando, con occhi stellati e lucenti, va mano nella mano con Dementor Joe Biden!
Alla faccia della coerenza…
Secondo Giorgia Meloni, intervistata dal Corriere, il ruolo dell’Italia è cambiato. Meloni a modo suo ha ragione, lo stivale non è mai stato così piegato ai diktat americani. […]
Stabilito dunque che la sovranità del nostro paese vale quanto un pupazzo di neve al sole agostano, si è andati avanti con rassegnazione. Tuttavia la vera “fortuna” di milioni di italiani oggi è testimoniare la ciclicità dell’imbecillismo storico col definitivo riaffermarsi dell’oscurantismo medioevale parallelo alla metamorfosi americanizzante battezzata da Mario Draghi e proseguita con la regina delle patacche Meloni.
Voglio semplicemente dire che attualmente l’Italia è mostrificata a tal punto da risultare inguardabile a qualsiasi essere senziente che riconosca la prevaricazione silenziosa perpetrata dai cantori delle democrazie su cittadini ridotti, anche per loro palesi responsabilità, a sudditi.
Ciò naturalmente tralasciando di considerare fino a che punto la democrazia si può curvare per giustificare crudeltà inenarrabili come quelle che racconta oggi la striscia di Gaza.
Prova dell’assurdo italico è il continuo e spudoratissimo elogio mediatico, contro ogni evidenza, alla premier più dislocata dalla realtà che l’Italia abbia mai visto. Neanche Matteo Renzi era così fuori di testa. E questo dato stordente non è che un sintomo della vergognosa subordinazione italiana al più fasullo mercante di democrazia del pianeta; ne sanno qualcosa gli Afghani abbandonati ai Talebani e i Siriani, oggi nelle mani di moderati tagliagole dell’Isis.
In questo scenario straziato è vergognoso il sovranismo meloniano sbandierato a destra e manca; la realtà mostra una camaleontica colonnella a stelle e strisce che per esigenze di copione si trasferisce da casa Biden alla dependance di Trump senza fare un plissé. […]
Ma poiché oggi credibilità nell’ambito internazionale, inteso come cerchio magico dei paesi industrializzati anti BRICS, è la capacità di allinearsi alla rigidità fallimentare occidentale a spese di milioni di cittadini terrorizzati dall’immigrazione creata anch’essa dalla globalizzazione, non esiste burattino migliore e più imbarazzante di Giorgia Meloni. (Gioacchino Musumeci, segue link, enfasi aggiunta)
Ma con Chameleon Giorggiah non c’è mai un punto di arrivo definitivo. Proprio in questi giorni la Meloni si è precipitata con un aereo di Stato ad incontrare a Mar-a-Lago Donald Trump, in un viaggio lampo che suscita enormi perplessità.
Abbiamo i Voti per Giorgia Meloni:
Capacità propagandistiche: 10;
Capacità di realizzare quanto promesso nelle campagne elettorali: 0.
Ma l’Italia e gli Italiani non hanno certo la necessità di avere alla presidenza del Consiglio una persona che eccelle esclusivamente nel promuovere sé stessa. Tutt’altro.
Non obliamo che grazie al Partito Democratico, Draghi e ora Meloni, è stato raggiunto un livello di povertà in Italia assolutamente imparagonabile ai (felici) anni Sessanta, Settanta e Ottanta.
Il rapporto annuale dell’Istat per il 2024 riporta come quasi un decimo della popolazione italiana viva ormai in condizioni di povertà assoluta, mentre un altro 15% è a rischio povertà. Cifre spaventose, che raggiungono l’apice di gravità nel Mezzogiorno e nelle Isole, dove gli abitanti in povertà assoluta superano il 10% del totale. Ciò non riflette solo il rapido deterioramento della stabilità economica delle famiglie italiane verificatosi a seguito del biennio 2020-2021, ma una tendenza ormai più che decennale avviatasi con la crisi del 2007-2008.
Per quanto i dati sopra riportati siano indubbiamente già preoccupanti per conto loro, essi riflettono solo in maniera parziale quella che è una realtà sempre più precaria e segnata, anche per quelle che una volta si potevano chiamare “classi medie”, dalla costante liquidazione dei propri risparmi per rallentare quella che è un’inevitabile discesa nell’indigenza. Un processo di impoverimento collettivo dato non solo dal perdurare della stagnazione economica e dall’inflazione, ma anche dalla svendita dell’economia pubblica e dal restringimento dei servizi e dei diritti sociali. […]
Eurispes riporta come solo un italiano su quattro riesca a risparmiare qualcosa, mentre affitto, bollette, mutuo e spese mediche sono le preoccupazioni più sentite, mentre la solidarietà famigliare rimane la principale risorsa a cui ci si affida per far fronte alle spese.[…]
Questi numeri raccontano la situazione di un paese in cui la stragrande maggioranza della popolazione, ossia coloro i quali devono vivere del proprio lavoro, è sistematicamente schiacciata verso il basso a causa di rapporti di forza squilibrati che vedono una piccolissima minoranza di finanzieri, speculatori e rentier avere in mano le sorti del paese. Il mutamento di questi rapporti di forza è ormai palesemente una questione di sopravvivenza. (Leonardo Sinigaglia, segue link)
È davvero inaudita l’affermazione di “Politico” secondo cui Giorgia Meloni sarebbe la Persona più potente d’Europa (sic!).
Ciò avvalora quanto da anni affermano gli esegeti più illuminati, e cioè che i Mainstream Media Occidentali hanno perso ogni contatto con la realtà – esattamente come i loro sedicenti leaders – e fanno solo propaganda a livello della Tass sovietica o del Völkischer Beobachter hitleriano.
Anche se, tra le righe, “Politico” stigmatizza sia i funambolismi meloniani, sia la pericolosa regressione della Democrazia in atto in Italia dal 2022 ad oggi.
La stabilità del governo italiano è stata così sorprendente per gli osservatori esterni al Paese che molti non si sono accorti del regresso democratico, soprattutto per quanto riguarda la libertà di parola , verificatosi da quando Meloni è entrata in carica.
Il primo ministro usa abitualmente i tribunali per cercare di mettere a tacere i critici, intentando cause per diffamazione contro personaggi che vanno dal frontman rockstar dei Placebo Brian Molko, che l’ha definita “fascista” durante un concerto nel 2023, a un insegnante che l’ha definita “neo-nazista” durante una discussione in classe. Ha anche attaccato giornali e giornalisti dell’emittente statale italiana, che all’inizio di quest’anno sono andati in sciopero per protestare contro la censura governativa.
Pubble, con la consueta sagacia afferma che…
Le Melonians hanno trasformato Palazzo Chigi in una sorta di ridotta, ove solo i fedelissimi possono accedere.
La sindrome da accerchiamento che attanaglia l’Ultradestra Meloniana si evince anche da siffatte dichiarazioni surreali:
E che dire del taglio alle tasse del ceto medio dai Meloniani propagandato millanta volte?
Il taglio delle tasse al ceto medio, obiettivo inseguito (e periodicamente annunciato) per almeno un anno. L’innalzamento da 85mila a 100mila euro del tetto di ricavi sotto il quale le partite Iva possono accedere alla flat tax, che a metà settembre la Lega dava per fatto. La riduzione delle imposte per chi ha figli, prospettata via veline ai giornali. E naturalmente il vecchio refrain sull’abolizione delle accise. Sono le promesse in materia fiscale che il governo Meloni non ha mantenuto. Approvata in via definitiva la legge di Bilancio per il 2025, si possono tirare le somme. Verificando quali misure, tra quelle propagandate dalla maggioranza, mancano all’appello.
Non c’è il regalo ai ricchi autonomi.[…] Il sottosegretario all’Economia Federico Freni aveva assicurato che l’ampliamento della platea di beneficiari del regime forfettario con aliquota al 15% (oggi 1,8 milioni) era “centrale” e le coperture sarebbero state trovate: così non è stato. Anche se il costo sarebbe stato relativamente contenuto perché, complice l’evasione, a dichiarare ricavi sopra gli 85mila euro non sono in molti. La mossa avrebbe aggravato la già evidente iniquità della flat tax, che a parità di reddito consente alle partite Iva di versare meno di un dipendente soggetto all’Irpef e dunque costa cara alle casse dello Stato. […]
Più di un impegno non mantenuto. (segue link)
Insomma, prima grazie al Partito Democratico e oggi grazie a Meloni & Co, i lavoratori dipendenti pubblici e privati italiani hanno i salari più bassi e il sistema fiscale più regressivo e oppressivo d’Europa, subendo inoltre giganteschi tagli all’Istruzione e alla Sanità Pubblica, a causa dei miliardi inviati in aiuti militari al regime ukronazi del pornoguitto Zelensky e mediante le sovvenzioni a Istruzione e Sanità Private.
Giorgia Meloni continua ad applicare integralmente l’Agenda austeritaria, antidemocratica e ultraliberista di Untertaker Draghi.
Si è fatta vanto in campagna elettorale di essere l’unico partito che ha fatto opposizione al governo Draghi, un esecutivo di tecnici incapace di affrontare le vere emergenze del Paese, ma poi ha nominato titolare al Mef Giancarlo Giorgetti, considerato il più draghiano tra tutti i ministri del governo precedente, e ha mantenuto come consigliere Roberto Cingolani, ex ministro della Transizione ecologica.
Giorgia Meloni ha vinto le elezioni grazie all’opposizione dichiarata al Governo dei Migliori, però il suo programma è identico all’agenda Draghi. In questa maniera ha tradito i suoi elettori, si è rimangiata tutte le promesse fatte, e con la sua prima Manovra ha compiuto il miracolo di mettere d’accordo tutti – Confindustria e sindacati, Ocse, Bankitalia e Corte dei conti – nell’unanime bocciatura di una legge di Bilancio senza visione con misure timide e inefficaci.
Ogni volta che interviene nelle sedi istituzionali – com’è avvenuto ieri in Parlamento per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo – Meloni conferma questo tradimento ai danni prima di tutto del suo stesso elettorato. Non solo. Seppellisce una volta per tutte le speranze di chi, ex elettore della Lega, ha deciso di passare con lei e di chiudere con Matteo Salvini, considerato troppo accondiscendente con la linea Draghi e con i diktat dell’Ue.
E invece questi elettori si sono dovuti ricredere davanti a una linea economica fatta di lacrime e sangue, improntata alla più violenta austerity in linea con le ricette neoliberiste di chi l’ha preceduta, vale a dire Mario Draghi, e con una traiettoria diplomatica sempre più asservita agli Stati Uniti e vittima delle indicazioni che arrivano da Bruxelles e dai Paesi che più contano in Europa (Francia e Germania). Partiamo dalle ricette neoliberiste.
Siamo sicuri che tutto questo sia rispettoso della volontà degli elettori di Fratelli d’Italia? Insomma del suo programma rivoluzionario non è rimasta traccia, anzi Meloni e il suo Fratelli d’Italia, con queste dichiarazioni, sono diventati l’emblema del partito-sistema, espressione dei poteri forti.
E gli elettori che avevano creduto nel motto “Italia libera, forte e sovrana” della Meloni saranno rimasti delusi, come gli ha fatto notare il leader M5S, Giuseppe Conte, a fronte di una “totale acquiescenza a Washington”. (La Notizia, segue link)
Di analogo tenore l’analisi pregnante del filosofo e parresiasta Diego Fusaro:
“Non ho mai fatto una scelta della quale dovermi vergognare”: così ha recentemente dichiarato Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, esponente di punta della destra bluette, neoliberale, filobancaria, filostatunitense e filoisraeliana. Per la serie: l’importante è crederci.
Per parte nostra, siamo fermamente convinti che di scelte fatte di cui vi sarebbe di che vergognarsi il governo capitanato da Giorgia Meloni ne abbia compiute a iosa. Davvero Giorgia Meloni non prova alcuna vergogna per il fatto di aver in passato sostenuto le ragioni della Russia e dell’uscita dell’Italia dall’euro e dall’Unione Europea e di trovarsi ora a capo di un governo palesemente antirusso e filoeuropeista?
E che dire poi dell’aumento di un euro e ottanta delle pensioni minime posto in essere dal suo governo? Nessuna vergogna, poi, del fatto che l’Italia continua a mandare sciaguratamente armi al guitto di Kiev dicendo ipocritamente di promuovere la pace, e dunque agendo in maniera simile a quel pompiere che dicesse di voler spegnere l’incendio mentre versa taniche di benzina sul fuoco?
Insomma, ci pare di poter dire senza ambagi che di scelte fatte di cui vergognarsi ve ne sono davvero molte, a patto che si abbia l’onestà e il coraggio di riconoscerlo.
Più in generale, il governo di Giorgia Meloni dovrebbe profondamente vergognarsi di se stesso, per aver tradito tutte le parole d’ordine con cui si era presentato alle elezioni, dalla difesa dell’interesse nazionale al patriottismo. Non ci stancheremo di ripetere che il governo di Giorgia Meloni non è se non la continuazione peggiorativa, se mai è possibile, del precedente governo dell’euroinomane delle brume di Bruxelles, l’unto dai mercati, Mario Draghi.
Un governo che, l’abbiamo sottolineato svariate volte, rivela palesemente come destra e sinistra siano oggi soltanto le articolazioni del Partito Unico fintamente plurale del turbocapitalismo. Meloni e Schlein sono soltanto le due maschere di carattere del neoliberismo atlantista ovunque imperante in occidente, anzi in uccidente. (enfasi aggiunta, segue link)
Giorgia Meloni ha ingannato quel ceto medio impoverito che ha riversato tutte le sue ultime speranze in Fratelli d’Italia, rendendosi tristemente conto che le politiche applicate dalla Destra di governo sono sempre quelle austeritarie, antidemocratiche e belliciste di Mario Draghi e del Partito Democratico.
I flussi elettorali dimostrano che gli elettori (ormai) delusi e insoddisfatti stanno abbandonando i Meloniani: financo nelle Regioni in cui il PD non ha espresso il governatore, i Democrats sono sempre risultati il primo partito.
Anche l’aumento esponenziale dell’astensione elettorale è chiara cartina al tornasole della delusione del ceto medio impoverito nei confronti di Meloni-Pinocchio.
Ma anche il 2023 è stato un anno da Pinocchio per Giorgia Meloni, con un’innumera sequela di balle.
Oggi gli Italiani sono conculcati dalle stesse aporofobiche politiche economico-sociali del Partito Democratico e di Undertaker Draghi, aggravate dal pericoloso attacco alle Libertà Costituzionali e Sociali costituito dal ddl 1660. Ergo, sarebbe stato meglio tenere Schlein e soci al governo del Paese…
Di seguito due link al riguardo:
Altro che Putin autocrate: è l’Italia che si avvia, ad ampie falcate, a divenire un’autocrazia, pur sempre nell’ambito della cornice Atlantista ed Eurofilista.
In pieno silenzio elettorale del 2022, Giorgia Meloni si presentò satiricamente su TikTok nel seguente modo:
Ecco come, dopo due anni e rotti di promesse elettorali mai mantenute, sono scaduti – satiricamente – i meloni di Meloni!
I SOCIALISTI E DEMOCRATICI EUROPEI A FAVORE DELLA BARONESSA FURFANTESSA URSULA PFIZER VON DER HITLEREN
Anche in questa tornata, gli S&D europei, compreso il PD, appoggiano la Baronessa Furfantessa Ursula Pfizer von der Truffen.
È stata rappresentante di commercio per McKinsey quando era Ministro della Difesa Tedesco, siglando contratti – senza alcuna gara d’appalto – per 250 milioni di euro.
Ursula von der Leyen-Pfizer è stata rappresentante di commercio per Pfizer quando ha guidato la sua prima Commissione Europea, siglando contratti – sempre senza alcuna gara d’appalto – per 71 miliardi di euro con Albert Bourla, per la fornitura del Vaccino-Killer a 400 milioni di cavie europee. Addirittura, in questo caso, non v’è alcun contratto cartaceo, essendo state le condizioni dell’accordo scambiate tramite SMS, prontamente cancellati.
Oggi la Baronessa Furfantessa è la rappresentante di commercio delle principali industrie d’armi americane ed europee, per affari da centinaia di miliardi di euro.
Dal Green Deal al War Deal è un attimo. Quello pronunciato ieri da Ursula von der Leyen davanti alla plenaria del Parlamento europeo, più che un discorso di insediamento del suo tragico bis alla guida della Commissione Ue, sembrava una dichiarazione di guerra. “La libertà per l’Europa non sarà gratuita”, ha detto parafrasando l’espressione impressa al Memoriale dedicato ai veterani della guerra di Corea (tre milioni di morti senza vincitori né vinti), a Washington.
Tradotto: “Significa fare scelte difficili” e soprattutto “investire massicciamente nella nostra sicurezza e prosperità”, spiega von der Leyen infilandosi l’elmetto. […] La soluzione è scontata. “La nostra spesa per la Difesa deve aumentare”, taglia corto la presidente della Commissione Ue.
In altre parole, una nuova corsa al riarmo dopo il record globale di spese militari già raggiunto lo scorso anno. Musica per le orecchie dell’altro guerrafondaio, l’olandese Mark Rutte, segretario generale della Nato
Niente male come idea di futuro da consegnare alle prossime generazioni. Per di più lanciata dalla presidente di un esecutivo Ue che, nonostante la svolta a destra per imbarcare l’Ecr e far digerire la nomina del Fratello d’Italia Raffaele Fitto a vice presidente esecutivo, ha rimediato il via libera con appena 370 voti. Il risultato più basso mai incassato da una Commissione europea dalla nascita dell’Unione.
Ma se non altro è servito a fare chiarezza su chi la condivide. Hanno votato a favore Forza Italia, FdI e, ovviamente, il Pd. Il partito di Elly Schlein, che fino a pochi giorni fa considerava l’allargamento all’Ecr (e a Fitto) un ostacolo insormontabile e per questo è stato accusato da Meloni di essere “anti-patriottico”, alla fine ha sostenuto lo stesso esecutivo von der War. Ma per certa stampa italiana il problema è l’ambiguità di Conte e dei 5 Stelle. (segue link)
Il passaggio da presidente della Commissione a mercante di armi è davvero breve.
Per Ursula Pfizer von der Sturmtruppen,
È necessario continuare a rifornire Kiev di armi, per rafforzare un argine che inizia a mostrare segnali di cedimento, con Mosca che sta avanzando ogni giorno nei villaggi a sud del Paese. Allo stesso tempo, l’Europa deve rimpolpare le proprie scorte, alle quali si è attinto per sostenere il Paese di Volodymyr Zelensky, e ampliarle ulteriormente. Per farlo, però, c’è bisogno di tempo per potenziare le capacità produttive delle aziende comunitarie, se l’intento è quello di favorire il mercato interno, anche riconvertendo gli stabilimenti.
L’idea è stata esplicitata dalla stessa von der Leyen: “L’Europa deve spendere di più, spendere meglio, spendere in modo europeo. Nelle prossime settimane presenteremo alcune proposte con la prima strategia industriale europea per la Difesa. Uno degli obiettivi centrali sarà quello di dare priorità agli appalti congiunti nel settore della Difesa. Proprio come abbiamo fatto con vaccini o con il gas naturale”. […]
L’ultimo punto, dopo due anni di guerra in cui sono stati ripetuti i mantra della “pace giusta per Kiev” e del “sostegno incondizionato fino alla sconfitta della Russia“, per gli esecutivi Ue vorrebbe dire perdere la faccia di fronte all’opinione pubblica e spianare la strada a un’ulteriore avanzata, già in corso, dei nazionalismi. (segue link)
Insomma, la Baronessa Furfantessa von der Leyen-Bomben, prima rappresentante della Pfizer è oggi mercante di guerra e morte, un mercato che verrà sovvenzionato da drammatici tagli al welfare che colpiranno tutte le popolazioni europee, per un guerra ormai completamente persa e con il rischio che The Donald ci appioppi il cadavere della nazione più corrotta d’Europa, l’Ucraina
Come non dare ragione all’Eurodeputata Christine Anderson quando afferma che ella «è corrotta fino al midollo»?
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