Sì a Donald Trump, perché The Donaldè l’acerrimo nemico del nostro peggior nemico: la NaziUE!
DONALD SÌ!
E certo, Donald Trump sì. Ma andiamo per gradi
TRUMP PRENDE A CALCI IN CULO IL TOSSICO NEONAZISTA ZELENSKY
Il recente incontro – anzi scontro sul ring – tra il pornoguitto Zelensky e Trump si è concluso con la cacciata da White House del guitto banderista e tossicomane.
Diciamoci la verità: chi, tra i 400 e rotti milioni di sudditi della NaziUE, non avrebbe voluto essere al posto di The Donald?
Anzi, Trump è stato fin troppo civile nel caso de quo. Io, personalmente, un bel calcione fisico nel deretano glielo avrei sferrato volentieri all’ukronazi per farlo uscire più speditamente da casa mia.
Ha insultato il presidente fin dall’inizio, non presentandosi, malgrado gli fosse stato espressamente richiesto, in giacca e cravatta, per non parlare dell’aggressività convulsa e isterica – identica a quello della criminale Ursula von der Sturmtruppen – appalesata nei confronti di Vance e dello stesso Trump.
Trump attacca senza mezzi termini il dittatore pupazzo bravo solo a suonare pianoforti con il cazzo.
Donald Trump sul social Truth ha attaccato Zelensky ieri nel tardo pomeriggio (in Europa): “La situazione per l’Ucraina è terribile, lui può avere la pace o può combattere per altri tre anni prima di perdere l’intero Paese”. Per Trump “siamo molto vicini ad un accordo ma l’uomo che non ha carte da giocare dove ora finalmente darsi una mossa“.
“Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky – ha scritto Trump in un posto sul suo social Truth – si vanta sulla prima pagina del Wall Street Journal che ‘l’Ucraina non riconoscerà legalmente l’occupazione della Crimea. Non c’è niente di cui parlare’. Questa affermazione è molto dannosa per i negoziati di pace con la Russia, dato che la Crimea è stata persa anni fa sotto gli auspici del presidente Barack Hussein Obama, e non è nemmeno un punto di discussione. Nessuno chiede a Zelensky di riconoscere la Crimea come territorio russo, ma se la vuole, perché non hanno combattuto per ottenerla undici anni fa, quando è stata consegnata alla Russia senza sparare un colpo?” (G. Gaiani, segue link)
Ultima chiamata per la pax americana: il no di Ucraina ed Europa – Analisi Difesa
“Putin deve perdere in Ucraina”.
Finalmente abbiamo un presidente americano che dichiara esplicitamente che il nazistico esercito ucraino è in piena disfatta.
Altro elemento che ha fatto infuriare l’attuale inquilino della Casa Bianca è che Kiev non fornisce dati su come sono stati utilizzati e (soprattutto) dove finiscano i miliardi USA e UE finora erogati.
Trump: “Dove sono finiti i miliardi di dollari inviati all’Ucraina?”
Dove sono finiti i 350 miliardi di dollari inviati all'Ucraina? Zelensky non lo sa.
Dobbiamo porci una domanda cruciale: perché un pupazzo stolido, che prima era noto nel suo Paese solo per aver suonato pianoforti con il cazzo e per altre finezze consimili, oggi dimostra tracotanza, prosopopea e maleducazione nei confronti di Trump-Vance?
È appoggiato lo Zelenskyy ancora dalla NaziUE con i suoi dis-valori, questo lo sappiamo già, ma ciò che sfugge a molti è che il Dittatore di Kiev è sostenuto dal Deep State USA, che, come ben sappiamo, è capitanato dal Padrino Globale George Soros, il vero Boss mafioso dei NaziDEM USA!
Lo spettacolo offerto alla stampa dall’incontro tra Zelensky e Trump sembra emblematico degli ultimi rantoli del mostro: il partito della guerra.
Domandiamoci chi guadagna da questo conflitto e avremo i primi schizzi, il profilo del mostro.
Cerchiamo al netto della propaganda di soffermarci sui dati. L’Ucraina è un Paese fallito che sopravvive grazie a fondi statunitensi ed europei. Non è una democrazia a meno che i vari editorialisti della stampa più letta non vogliano affermare che essa si concretizzi nell’abolizione dei partiti e della libertà di culto, nella legge marziale e nel posporre le elezioni presidenziali sine die. In tre anni di guerra ha perso territori, una generazione di ucraini e sei milioni di abitanti. I ragazzi si rompono le ossa pur di non andare al fronte. La resistenza ucraina è un mito passato sponsorizzato da una classe nazionalista e neonazista al potere di cui Zelensky è ostaggio. […]
Se vi fosse una razionalità politica Kiev dovrebbe cercare di porre fine al più presto alla guerra dalla cui continuazione ha solo da perdere: territori, uomini, risorse. La classe al potere invece ha solo da guadagnare dalla continuazione del conflitto. Nazionalisti, neonazisti e Zelensky alle prossime elezioni presidenziali saranno cacciati a pedate dal popolo sofferente ucraino.
Una strategia coerente impersonata da Trump (ci voleva un pazzo affinché parole di pace fossero pronunciate) sceglie la fine di una guerra insostenibile per Washington, che dilapida fondi essenziali per la rinascita industriale e economica del Paese. […]
Abbiamo visto come la classe dirigente in Ucraina, contro gli interessi del suo popolo, abbia bisogno della continuazione del conflitto per restare al potere.
Bisognerebbe ora domandarsi quali siano gli interessi dei popoli europei. Il nuovo debito per una difesa che alimenti la continuazione del conflitto comprando armi statunitensi non è un obiettivo del ceto medio e della classe lavoratrice. La crisi economica, la Germania in recessione, l’inflazione crescente, la crisi energetica con le bollette alle stelle sono strettamente legati al conflitto ucraino. Paghiamo il gas statunitense quattro volte più di quello che ci forniva la Russia.
Dal punto di vista geopolitico la crisi dell’euro-atlantismo causata dall’opposizione UE alla linea dettata da Washington è contraria ai pilastri che hanno retto la politica europea dal dopoguerra a oggi.
Perché dunque le classi dirigenti europee hanno una postura così inusuale di contestazione del potere presidenziale statunitense, l’unico legittimato da una architettura istituzionale trasparente?
Guardiamo ai profitti della borsa e alle imprese delle armi. Vi sembra che abbiano sofferto in questi tre anni di guerra? Controllate i profitti in ascesa.
Lo spettacolo offerto dal presidente di un piccolo Paese finanziato e alleato degli USA, ospite alla Casa Bianca, che assume di fronte alla stampa un atteggiamento di rivolta, insultando apertamente la diplomazia di Washington è abbastanza inusuale, per dirla con un eufemismo.
Immaginate Nixon e Kissinger oppure Bush, Clinton e Obama essere alla mercé di un loro alleato dipendente da fondi e armamenti USA? Impossibile.
Abbiamo avuto l’impressione di un Presidente statunitense nudo. La CIA con Bush o Obama avrebbe risolto in modo un tantino più brusco le controversie con un alleato riottoso mentre nella sala ovale Bush, Clinton o Obama avrebbero dispensato sorrisi diplomatici. La National endowement for democracy e USaid, che prima con i finanziamenti riuscivano a realizzare in alcuni Paesi i cambiamenti di regime che la CIA mette in atto con operazioni coperte in altri Paesi, sono fuori funzione al momento per volontà di Musk. […]
Le élite europee che sono genuflesse a Washington contro gli interessi europei (ricordatevi di Scholz che accetta il sabotaggio dei propri gasdotti senza proferire parola), élite abituate a servire di improvviso sembrano alzare la testa, mostrando un coraggio inusitato fino a sfidare Washington. Una trasformazione antropologica? Un’illuminazione sulla via di Damasco? Credo che l’improvviso coraggio delle classi dominanti europee e di Zelensky sia dovuto alle direttive del mostro, al partito della guerra.
Il Deep State contro cui la nuova cupola trumpiana sembra voler combattere è un potere radicato nelle burocrazie, nell’intelligence, nelle lobby delle armi e della finanza in Europa.
Sabotare la pace e tifare per il conflitto fine a se stesso, sulla pelle degli ucraini e degli europei, per mesi, per un anno ancora, per due, è l’alto obiettivo di poteri senza scrupoli, di cui politici insignificanti, quali ad esempio Calenda e Renzi, sono le grottesche e forse inconsapevoli marionette. (Elena Basile, su il Fatto Quotidiano)
The Origins of the European Economic Community - Berlin 1942
Official Post from Common Law Assent - the Pushback
Senza un miracolo, l’Ucraina si avvia verso la sconfitta totale e Londra e Parigi verso la bancarotta. A un certo punto, i mercati dei capitali se ne accorgeranno e i mercati obbligazionari britannico ed europeo potrebbero crollare insieme alle loro valute. Ecco perché si cerca disperatamente di far credere che la guerra non è persa, che Trump voglia ancora appoggiare Kiev e si vaneggia sulla stretta di mano fra Trump e la von der Leyen. Ma tutto è evanescente: nel colloquio a San Pietro con l’inquilino della Casa Bianca, Zelensky ha chiesto 50 miliardi per vincere la sua guerra o comunque per tenere a bada i russi.
Ma se 400 miliardi occidentali non sono bastati a questo scopo come si può pensare che 50 compiano il prodigio? Ci si attacca a qualsia scialuppa mentale per negare la realtà e gli errori commessi, ma soprattutto per allontanare il redde rationem che incombe. No, San Pietro non ha fatto il miracolo.
Alla fintasinistra dei Saviano, dei Formigli. de La Repubblichina, dei Serrapiattisti guerrafondai e antisociali, del tutto similari all’Ultradestra al potere pro tempore, risponde sagacemente OttolinaTV:
A partire dai progressisti e dai sinceri democratici come Stefano Massini. Ce l’avete presente? E’ diventato uno dei punti di riferimento della sinistra ZTL grazie ai suoi monologhi a Piazza Pulita: ha passato mesi e mesi a sfrucugliarci le palle tessendo le lodi dei cantori del Serrapiattismo e con invettive di ogni genere contro Trump per poi scoprire, all’improvviso, che su quello che conta davvero la sintonia col tycoon è totale.
Ed ecco, così, che mentre Trump dichiarava la sua guerra commerciale per tentare di impedire a Pechino e al popolo cinese di portare a termine il suo processo di emancipazione anticoloniale, il nostro agitatore culturale ha dedicato il monologo della settimana al vero nemico del mondo libero, del progresso e della libertà: Xi Jinping che, come dice Massini, non solo ha deciso che “rimarrà presidente a vita”, ma che addirittura avrebbe imposto che “non c’è pensiero, non c’è cosa che egli pensi o dica, che non diventi automaticamente parte della costituzione cinese”. Giuro eh, non è una perifrasi: ha detto proprio letteralmente così.
Caro Stefano, te lo dico io cosa è: una puttanata, ecco cos’è. Una puttanata di un suprematista che pensa di essere democratico, ma è democratico come erano democratici i greci: democratici aspiranti proprietari di schiavi, e quando lo schiavo si ribella si indignano e gli danno del selvaggio. Sapesse, contessa, non sapeva nemmeno come si apve un’avagosta…
La nostra Georgie dai biondi capelli dorati cosa pensate vada a dire a Washington? Dona’, ricordate dell’amici! Sono stata io, su richiesta del tuo predecessore, a far uscire l’Italia dalla via della seta e me stava pure sul cazzo! Figurati ora che ci sei te, tutto bello bianco e biondo come me, cosa posso fa: manco li guardo più nell’occhi i cinesi, se me lo chiedi; d’altronde, da questo punto di vista, sono l’erede di una tradizione che dovrebbe farti dormire sonni tranquilli! Quando noi sostenevamo i nazifascisti nipponici mentre trucidavano i cinesi, voi stavate ancora sugli alberi a mangiare le scatole di fagioli.
Dichiarare la guerra commerciale mondiale, però, non è gratis: la prima conseguenza potrebbe essere che quelli che erano amici tuoi fino a ieri, che non t’hanno mai fatto niente di male e, anzi, hanno gonfiato coi loro risparmi la bolla finanziaria che ha reso ricco te e tutti i parassiti amici tuoi, se la prendano a male; l’interesse generale di questi Paesi sarebbe mandarti a cacare, fare blocco con la Cina, tornare a lavorare all’integrazione economica del supercontinente eurasiatico e metterti un po’ in disparte, una volta per tutte – d’altronde, la guerra per procura in Ucraina era stata fatta proprio anche per ostacolare questo processo.
Fortunatamente per te, però, chi governa quei Paesi dell’interesse generale se ne sbatte altamente i coglioni: rappresenta solo gli interessi di un manipolo di parassiti che si sono arricchiti grazie al tuo sistema fondato sulla rapina dei ricchi contro gli sfigati e quindi, nonostante tutto, potrebbero continuare – come dici te – a baciarti il culo;
Inneggiano i Liberalfascisti della Finta Sinistra alla Mummia incartapecorita e gocciolante putredine che è oggi l’Unione Europea, una vera e propria reviviscenza-zombie del defunto Terzo Reich Hitleriano.
Esultano costoro per la in-giustizia francese e rumena che hanno, su precise direttive della NaziUE, estromesso arbitrariamente dall’agone democratico Georgescu e Le Pen, rendendo palese che le affermazioni di JD Vance e Tulsi Gabbard sono corroborate dai fatti:l’Unione Europea è solo un sistemo oligarchico, postfascista e neofeudale il cui unico scopo è conculcare la Democrazia e tutti i Diritti Civili e Sociali dei Cittadini Europei, trattati come sudditi “sacrificabili”.
Marine Le Pen è stata bandita dalle elezioni presidenziali francesi del 2027. Questo è il titolo: nessuna metafora, nessuna sfumatura, solo la dura lama che cade. Non l’hanno sconfitta nell’arena del dibattito o della visione. Hanno semplicemente chiuso i cancelli. La regina viene rimossa dalla scacchiera mentre il gioco continua, truccato, tremante di paura del suo ritorno. Questa non è solo un’aula di tribunale. È un teatro di esecuzione rituale in cui è condannata. Si svolge un dramma, spogliato dell’onestà della tragedia. La vittima è più di una figura politica. Incarna la rivolta di una nazione. I tribunali francesi, agendo come strumenti di un’entità sovranazionale, hanno dichiarato il loro verdetto: Marine Le Pen, colpevole di aver osato resistere. […]
La privazione dei suoi diritti di voto passivo non è una nota legale di poco conto. È lo smantellamento deliberato del diritto del popolo di scegliere il proprio leader. La tempistica rivela un atto di sabotaggio calcolato, che prende di mira coloro che sfidano l’ortodossia liberal-di sinistra prevalente. La magistratura interviene esattamente quando la posta in gioco nazionale è alta e lo sfidante articola la voce del popolo. Le Pen sanguina dove le reliquie rimangono inerti. Il suo appello è previsto, eppure tali appelli spesso riecheggiano come futili sussulti nelle camere dove i verdetti sono preordinati. […]
Abbiamo già assistito a questo schema. Il nome Georgescu aleggia come fumo negli annali del tradimento politico. Ricordatelo, il patriota rumeno che osò brandire la lingua del popolo, chiedendo che Bruxelles si inchinasse a Bucarest. […]
Le Pen è più di un nome cancellato da una scheda elettorale. È diventata un simbolo, ferito e provocatorio. Dichiarare la sua ineleggibilità mira a renderla impensabile. Eppure il pensiero lotta contro la soppressione. Se l’Europa deve vivere una rinascita, il suo battito cardiaco risuonerà attraverso l’angoscia e la verità nuda e cruda. (Constantin von Hoffmeister, segue link)
LE PEN E LA GHIGLIOTTINA DELLA DEMOCRAZIA - Giubbe Rosse News
Marine Le Pen è stata bandita dalle elezioni presidenziali francesi del 2027. Questo è il titolo: nessuna metafora, nessuna sfumatura, solo la dura lama che cade. Non l’hanno sconfitta nell’arena del dibattito o della visione. Hanno semplicemente chiuso i cancelli. La regina viene rimossa dalla scacchiera mentre il gioco continua, truccato, tremante di paura del suo ritorno.
Kafkiano il dialogo tra i Gerontocrati della Tecnosinistra Necroliberista – Galimberti, Scurati e Augias – che rinverdiscono i fasti della retorica mussoliniana guerrafondaia contro i panciafichisti:
Umberto Galimberti: “La democrazia va difesa di fronte a chi minaccia di sopprimerla”
Umberto Galimberti riflette su come la generazione che non ha vissuto la guerra non comprenda appieno la sua realtà
Quella che segue è l’esegesi di un povero di spirito, anzi di un poveraccio che ha l’arroganza e l’ardire di difendere il corrotto mafioso ukronazi Zelenskyy – davvero un poveraccio se non fosse per i milioni di euro in banca (non si sa quanto meritati) e il MegaAttico con piscina a New York – il tonitruante e tracotante Roberto Saviano appunto, che manco sa cosa sia la Verità.
Eppure anche il Saviano non può non essere a conoscenza di quanto esplicita il Simplicissimus:
Il fatto è che l’apparato statale [ucraino] è composto da poche migliaia di persone con alla testa Zelensky. Esse fanno riferimento, anzi spesso lavorano quasi sotto contratto, con una varietà di organizzazioni mafiose che, a loro volta, sono possedute e gestite da una serie di gruppi globalisti che controllano gran parte dell’Ue e sono ancora forti negli Stati Uniti. Le famiglie di queste “fiduciari” sono spesso state evacuate in Occidente, i loro risparmi sono su conti bancari occidentali e anche i loro altri beni (immobili e/o investimenti) si trovano in Europa, a Londra oppure nei paradisi off shore.
Per anni il loro compito è stato quello di immettere una valanga di armi sul mercato nero, di fornire ai funzionari occidentali in visita valigie piene di dollari gentilmente offerti da Biden, da portare a casa nel bagaglio diplomatico, di radunare quanti più uomini possibile per mandarli al massacro. Sotto di loro ci sono alcune decine di migliaia di burocrati che fanno funzionare questo meccanismo infernale: sono dirigenti comunali, uomini di agenzie federali, reclutatori, mediatori di affari occulti: anch’essi hanno sloggiato le loro famiglie, mandandole in Occidente e attendono il momento di unirsi a loro.
Quel che segue è l’irrazionale e istericaepisteme (sic!) dell’italico bardo dei Radical Chic Necroliberisti di Manhattan e dintorni.
Siffatto triste figuro è poi colui che definisce i tifosi dell’Inter ‘ndranghetisti!
Pensasse il Saviano ai Gomorristi che infarciscono la curva del Napoli…
Nell’Immagine successiva, Donald Trump manda al tappeto Zelensky, il pupazzo della NaziUE di Leyen e del Deep State USA di Soros, malgrado il pornoguitto abbia un terzo braccio nascosto, quello appunto della Cabala Contro-Iniziatica di George Soros!
Il “campione” Zelensky difendeva Eurofilismo, Bellicismo, Neonazismo, Wokeismo, Sorosismo, Capitalismo Totalitario, Vaccinismo, Neoliberismo Fascista, Genderismo LGBTQQIAK+, Frocismo, Ecofascismo Green, Aporofobia, Follemente Corretto, Diseguaglianze Sociali, Radicalismo Chic, e tutta la rumenta ideologica prodotta in trent’anni dai DEMenti americani ed europei. È stato un massacro!
Con Donald Trump campione in black tie optional contro un avversario vestito con maglietta sudaticcia finto-militare e calze a rete!
È bastata una frase: “Ma lei non ha un vestito?” per frantumare l’immagine dello Zelensky guerriero con la maglietta e i pantaloni oliva che per tre anni è stata acclamata in tutto l’Occidente. L’appunto di Trump all’ex comico appena sbarcato a Washington, era molto di più che l’espressione del fastidio per un abbigliamento non consono al dress code diplomatico, ma la distruzione di un personaggio creato dagli spin doctor esattamente come a suo tempo era stata creata l’immagine del buon presidente nella serie televisiva che lo aveva direttamente portato dalla fiction su piccolo schermo a quella nel mondo reale.
Con la piccola differenza che il “presidente del popolo” della fiction si batteva contro la corruzione e per il benessere della gente, mentre nella realtà ha messo in piedi un gigantesco meccanismo corruttivo e il popolo lo ha massacrato per una guerra in conto terzi.
Sei parole per dire che la commedia è finita. Il resto non è stato che il seguito di un incontro già scritto nella frase iniziale. L’obiettivo del duce di Kiev era quello di cedere le terre rare dell’Ucraina che, tra l’altro, non si sa se ci siano davvero, in cambio di un massiccio aiuto nella guerra, cosa che peraltro aveva già fatto con il premier inglese come uno di quei truffatori che vendono lo stesso appartamento a diverse persone.
Oltretutto ha presentato questa sua specie di ricatto con un fare aggressivo e condiscendente che di certo non ha migliorato l’atmosfera dell’incontro, il risultato è stato un nulla di fatto, anzi peggio tanto che il Segretario di Stato Rubio ha annunciato, in seguito al fiasco dell’Ufficio Ovale, la fine dei fondi Usaid per ricostruire la rete elettrica dell’Ucraina. E ha aggiunto… ” se volete continuare la guerra, lo farete da soli “.
Il problema è che Zelensky è un presidente scaduto e che Mosca non può accettare qualsiasi trattato firmato dall’ex mediocre comico, quindi la Casa Bianca si deve liberare di costui per arrivare a un’ intesa con Putin. Inutile dire che la Ue si è immediatamente schierata con il suonatore di pianoforte mediante minchia. Ursula von der Leyen, Valdis Dombrovskis, Roberta Metsola, Antonio Costa, e Manfred Weber hanno tutti diffuso su X il loro appoggio. […]
Con questo non si deve pensare che la guerra stia effettivamente per finire: le contrattazioni andranno avanti ancora per mesi e del resto Trump sembra oscillare in continuazione. Che voglia chiudere la piaga ucraina, non c’è dubbio, ma vuole farlo apparendo il vincitore e non lo sconfitto. Cosa impossibile per l’Europa che non può sottrarsi a una sconfitta storica. (il Simplicissimus, segue link)
Zelensky preso a picconate dalla Casa Bianca | il Simplicissimus
È bastata una frase: ” Ma lei non ha un vestito?” per frantumare l’immagine dello Zelensky guerriero.
Gli squittii deboli dei ratti e delle galline decollate che – ahinoi – (s)governano l’Europa, dopo che Trump ha rispedito a casa a suon di calci nel culo Zelensky, sono davvero ridicoli. MicroNapoleon-Macron e Sutler-Starmer minacciano di mandare migliaia di militari in Ucraina.A far che? A morire in pochi giorni per la gloria della NaziUE? Oppure per fare i turisti?
Mandato a che fare. “Il piano Londra-Parigi per garantire la pace. L’idea: 30 mila soldati in Ucraina senza mandato a combattere” (Corriere della sera, 16.4). Vanno lì a visitare il paesaggio. (Marco Travaglio)
Umoristica la battuta della portavoce della Casa Bianca, la bellissima ed eterosessuale Karoline Leavitt, secondo cui quelli che non conoscono l’utilità e l’uso del bidet – i Francesi – «senza gli USA ora parlerebbero in tedesco» e, aggiungo io, anche grazie alla Russia.
Senza Russia e America, ora tutti gli Europei sarebbero obbligati a salutarsi con il Saluto Fascista, anche se va aggiunto che ancor oggi siamo comunque subordinati e assoggettati ad una sorta di Reviviscenza Zombie del Terzo Reich Hitleriano: la UE-EU.
Il 2 marzo 2025 le marcescenti élite europee si sono riunite per contrastare Donald Trump e sostenere il Dittatore tossico Zelensky.
Ucraina, domani il vertice Ue a Londra: Starmer invita la Turchia
Leggi su Sky TG24 l’articolo Ucraina, domani il vertice Ue a Londra: Starmer chiama anche la Turchia
E se le élite europee che ci portarono alla Prima Guerra Mondiale furono definite sagacemente da Cristopher Clark come “I Sonnambuli”, gli attuali PoliticiNani Inani Europei a me ricordano satiricamente delle galline a cui è stata tagliata la testae che continuano a dimenarsi e ad agitarsi istericamente e freneticamente senza più alcun pensiero razionale.
Gallina decapitata sopravvive senza testa: le immagini fanno il giro del mondo
ATTENZIONE, QUESTE IMMAGINI POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITÀ.
Donald Trump ha detto chiaramente alle galline decollate che, se vogliono continuare la guerra, se la pagano interamente loro, ma i gallinacei senza testa preferiscono far morire di fame e stenti i propri Popoli pur di continuare a sostenere la Dittatura banderista di Kiev e non ammettere la loro totale sconfitta.
Gli Eurocrati Galline e Polli marciano compatti e massicci contro Mosca. Putin “trema”. Uahahahahahah!
LA COSIDDETTA “ALLEANZA DEI VOLENTEROSI” È DAVVERO – PARAFRASANDO FANTOZZI – «UNA CAGATA PAZZESCA!!!»
Come non parlare dell’Orrida e Antidemocratica “Alleanza dei Volenterosi”, creata dai due fascisti Sutler-Starmer e Micro-Napoleon Macron,dueimmondi capponi con la testa rivolta all’indietro?
I capponi euronazisti che credono di poter occupare Mosca.
Il summit di Londra che ha riunito molte nazioni europee più NATO, UE e il presidente ucraino per discutere come gestire la situazione dopo la rissa nello Studio Ovale di venerdì scorso tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump ha varato iniziative che appaiono confuse e già col fiato corto. […]
Trump nelle ultime ore ha affermato che “dovremmo dedicare meno tempo a preoccuparci di Putin e più tempo a preoccuparci delle bande di migranti che stuprano, dei signori della droga, degli assassini e delle persone provenienti dagli istituti psichiatrici che entrano nel nostro Paese, così non finiremo come l’Europa!”.
A rincarare la dose il direttore dell’Intelligence nazionale, Tulsi Gabbard, ha accusato l’Unione Europea e il Regno Unito di “ipocrisia”, sostenendo che citino la “libertà” a pretesto per ostacolare una risoluzione del conflitto in Ucraina, adottando al contempo politiche illiberali a livello nazionale. Accuse già formulate da James David Vance durante la recente Conferenza sulla sicurezza di Monaco.
“Abbiamo sentito molto chiaramente durante il discorso del vicepresidente Vance a Monaco diversi esempi di come questi partner europei e alleati di lunga data, in molti casi, stiano effettivamente attuando politiche che minano la democrazia. Questo dimostra che in realtà non credono che le voci del popolo debbano essere ascoltate, e stanno attuando politiche illiberali” ha detto Gabbard puntando il dito contro il Regno Unito, la Germania e la Romania, dove le ultime elezioni sono state annullate per via giudiziaria.
L’aspetto più indicativo della volontà statunitense di riallacciare i rapporti con la Russia, piaccia o meno a Ucraina ed Europa, è rappresentato dalla decisione che secondo il New York Times avrebbe assunto il segretario alla Difesa Pete Hegseth ordinando al Cyber Command di fermare gli attacchi cyber contro la Russia. Secondo fonti citate dal giornale la decisione farebbe parte di una rivalutazione delle operazioni contro la Russia con lo scopo di portare il presidente Vladimir Putin al tavolo delle trattative per porre termine al conflitto in Ucraina. (Gianandrea Gaiani, segue link, enfasi aggiunta)
Gianandrea Gaiani: La “coalizione dei volenterosi” di Londra e Parigi affonda Ue e NATO
La “coalizione dei volenterosi” di Londra e Parigi affonda Ue e NATO
di Gianandrea Gaiani
Il summit di Londra che ha riunito molte nazioni europee più NATO, UE e il presidente ucraino per discutere come gestire la situazione dopo la rissa nello Studio Ovale di venerdì scorso tra Volodymyr Zelens…
Davvero inaudita l’ipocrisia delle galline decollate e dei capponi eurofilisti che concionano di democrazia manifestando il 15 marzo 2025 a favore di UE e neonazisti banderisti zelenskyani, e che delirano definendo Trump e Putin i Nuovi Hitler, quando invece è l’Unione Europea a rappresentare la reviviscenza del Terzo Reich Nazista, soprattutto ora che è stato approvato il #ReArmEurope, una replica esatta dei nazistici programmi di riarmo introdotti da Albert Speer.
Mentre Ursula Pfizer von der Bomben assomiglia sempre più all’Orwelliano Maiale Napoleone di Animal Farm!
Il Maiale Napoleone Ursula Pfizer von der Bomben-Leyen.
È proprio a causa del Maiale Napoleone-Leyen e delle altre galline decollate della UE che la guerra russo ucraina continua e continuerà ancora a lungo.
«Le principali minacce all’Europa non provengono dall’esterno, ma dall’interno. E soprattutto, la minaccia principale è l’attuale leadership dell’Unione Europea.» J.D. Vance, 4 aprile 2025.
Quelli che oggi sono in piazza del Popolo chiaramente con un rosario fumoso di invocazioni fatto di più Europa della guerra, ora pro nobis; riarmo accelerato, miserere nobis; soldi agli speculatori bellici, gloria in excelsis Wef. Ma soprattutto contro Trump e contro Putin, per ragioni in realtà mai spiegate, mai argomentate e sostanzialmente totemistiche. […]
Tutto questo ha esiti patetici, demenziali e ridicoli, come per esempio l’imbarazzo di chi aveva comprato una costosissima Tesla per salvare il pianeta (beato chi ci crede), ma soprattutto per fare il fico e che adesso sente il dovere di sbarazzarsene perché le fabbrica Musk: una cosa che corre nei social e nella quale è incappato anche Fratoianni beccato a bordo dell’auto a pile prodotte dall’uomo col braccio alzato. Adesso deve chiedere perdono per la sua incauta scelta. Se questa è politica, rassomiglia molto alla merda ed è bene non calpestarla. […]
Tutti in piazza mentre in Siria ci sono ormai stragi indicibili grazie ai buoni terroristi anti Assad che proprio questa manica di confusi ha esaltato. Ma sì, tutti in piazza mentre Mattarella impazza con la sua russofobia da gattopardi senza timballo, in un Paese ormai inerme e allo stesso tempo impermeabile di fronte alla storia e alle idee. La guerra è pace e la pace è guerra. Bene, armatevi e partite, vi offriamo pullman e panini, lo stesso trattamento per arrivare in piazza del Popolo. Ibis redibis non morieris in bello. Mettete voi la virgola al posto giusto.
— The so-called fact-checkers are huge liars 🥂 (@ccSiamoPeanut) March 15, 2025
Poi a manifestare il 15 marzo per la NaziUE e per gli Ukronazi sono stati davvero quattro gatti: ufficialmente 30.000, ma in realtà erano meno della metà.
Europa. Roma, la piazza dei 30mila. «È la nuova Ventotene». Ma restano le divisioni
Artisti, intellettuali e giornalisti rispondono alla chiamata di Michele Serra. Nel backstage tanti politici, ma nessuno interviene e le tensioni sul voto di Strasburgo per il riarmo non spariscono
Quattro gatti radical chic mezzo imbalsamati tra cui spiccava la presenza della Trimurti CGIL-CISL-UIL.
Davvero stomachevole che a manifestare a favore della NaziUE, degli Ukronazi zelenskyani e del nazistico ReArm Europe ci fossero anche gli Zombie Sindacali CGIL-CISL-UIL. Come se costoro non sapessero che il programma di riarmo europeo imposto dal Maiale Napoleone Ursula Pfizer von der Bomben e da Untertaker Draghi implica la morte definitiva del welfare europeo.
D’altra guisa, grazie anche agli Zombie sindacali oggi in Italia abbiamo i salari più infimi e più bassi dell’Europa Occidentale!
È chiarissimo come andrà a finire, anzi è lo stesso Wall Street Journal a dircelo: “Il riarmo potrebbe significare sacrifici in alcune aree, mentre il dividendo di pace di cui l’Europa ha goduto dalla fine della Guerra Fredda si sta esaurendo. Tuttavia, recenti ricerche economiche suggeriscono che i benefici del dividendo, che è stato utilizzato principalmente per finanziare una costante espansione dello stato sociale, potrebbero essere stati esagerati”.
Ecco perché considero delle merde quelli che sono andati alla manifestazione dei no pax, persino quelli che hanno approfittato per farsi una gitarella gratuita a Roma. Di certo i pullman non mancavano e si è scoperto che anche un soggetto apparentemente estraneo a tutto questo, come l’Università di Parma, ha organizzato una scampagnata gratuita a piazza del Popolo per una cinquantina di studenti.
E chissà quanti altri enti e organismi hanno fatto la stessa cosa, magari non con gli studenti visto che in una piazza piena solo per metà c’erano soprattutto anziani, dotati di magliette ad hoc che difficilmente potrebbero comprare con le loro pensioni. Del resto chi avrebbe speso un euro per andare a una pagliacciata del genere, palesemente preparata e organizzata “là dove si puote”? Naturalmente con i soldi di tutti.
Cose che del resto avvengono in tutta l’Ue, un costrutto politico che ha come proprio “gingle”, parola quanto mai adatta, l’Inno alla gioia, inserito da Beethoven nella sua nona sinfonia, ma composto prima e a sé stante, oltre che di qualità decisamente inferiore all’opera nella quale è inserito. Ecco, la gioia dell’impoverimento e della guerra. Ma del resto l’Inno era stato scritto da Beethoven per festeggiare la propria affiliazione alla massoneria. Tutto si tiene. (il Simplicissimus, segue link)
Il continente fallito | il Simplicissimus
Avrebbe dovuto fare scalpore la partecipazione della vecchia trimurti sindacale – che ora si dedica principalmente al patronato – alla manifestazione dei no pax a Roma, quelli che non solo chiedono la guerra alla Russia, ma più Europa in questo contesto bellico. Per non parlare dei vecchi e stonati tromboni come Prodi, prontamente richiamati in […]
Quella che vediamo oggidì in salottini televisivi radical chic e nelle piazze semivuote, e che incita alla guerra contro la Russia con gli occhi iniettati di sangue, è una Necrosinistra ben poco dissimile dalle Camicie Nere di Mussolini e dalle SS di Hitler.
Questa specie di sinistra dovrebbe erigere una statua equestre a Berlusconi che con la sua teatrale incontinenza, le ha permesso di nascondere per molti anni dietro una sedicente lotta politica – condotta sulla sua persona più che sulle sue politiche – la mutazione neoliberista e neopadronale che ha subito. E ora i padroni vogliono le armi.
Perciò a chiedere di fatto la guerra e la dissoluzione del welfare sono i sindacati, per la prima volta insieme dopo molti anni in questa lieta occasione, quelli che un tempo boicottavano le banche che finanziavano l’industria bellica, quelli che protestavano perché l’Italia era uno dei grandi produttori delle mine antiuomo, quelli che andavano in bocciofila e persino Jovanotti che in definitiva è stato il cantore di questa nuova e terribile amalgama, che si riassume nel pensare positivo e che mette insieme il Wef al quale è stato significativamente invitato e lo pseudo pacifismo da canzonetta.
Tutti in piazza mentre in Siria ci sono ormai stragi indicibili grazie ai buoni terroristi anti Assad che proprio questa manica di confusi ha esaltato. Ma sì, tutti in piazza mentre Mattarella impazza con la sua russofobia da gattopardi senza timballo, in un Paese ormai inerme e allo stesso tempo impermeabile di fronte alla storia e alle idee. La guerra è pace e la pace è guerra. Bene, armatevi e partite, vi offriamo pullman e panini, lo stesso trattamento per arrivare in piazza del Popolo. Ibis redibis non morieris in bello. Mettete voi la virgola al posto giusto. (il Simplicissimus)
Se i ricchi DEMenti radical chic che manifestavano a Piazza del Popolo avessero saputo che il Maiale Napoleone-Leyen vuol togliere i risparmi ai cittadini europei – in particolare a quelli Italiani – per dirottarli in armi DEMoniache e immonde, beh nessuno avrebbe partecipato a siffatta nequizia!
Vediamo se con questa i nostri esimi concittadini tanto europeisti si sveglieranno. pic.twitter.com/3zFnD2csDA
Davvero erratica risulta la postura assunta da Giorgia Meloni che, ostinatamente, tenta di mantenere il piede in due scarpe. Meloni si paragona a Frodo di Tolkien, ma Frodo non era certo conosciuto per essere uno statista. È arrivato il momento di scegliere: se sei con il Maiale Napoleone-Leyen e con il Micro-Napoleon Macron, sei contro Donald Trump e viceversa!
Mentre il partito di Giorgia Meloni a Strasburgo per la prima volta si è astenuto su una risoluzione sull’Ucraina considerata troppo anti-Usa, a Parigi, dopo il summit promosso martedì dal presidente Emmanuel Macron con i capi di Stato maggiore di oltre trenta Paesi europei e della Nato riuniti all’Ecole Militaire, il ministro francese delle Forze armate, Sébastien Lecornu, ha ricevuto ieri pomeriggio gli omologhi di quattro grandi Stati europei – Germania, Italia, Polonia e Regno Unito – per coordinare insieme alla Francia “la propria azione e il sostegno a Kiev’’.
E questo rende sempre più ambigua la linea di Meloni stretta tra il sostegno all’Europa e l’amicizia con il presidente americano Donald Trump. (Raffaella Malito)
Secondo La Stampa, la strategia della Meloni risulta piuttosto confusa.
La fase, insomma, è piuttosto confusa. E lo è anche all’interno della maggioranza. I partiti di centrodestra ieri a Strasburgo hanno espresso nuovamente tre posizioni diverse sul rinnovo del «sostegno incrollabile» all’Ucraina. Con FI favorevole, la Lega contraria e FdI astenuta. I meloniani hanno provato fino all’ultimo a modificare la risoluzione per favorire il ruolo che Trump si è ritagliato nei negoziati, rifiutandosi infine di sottoscrivere la mozione che sottolinea come l’Ue «esprime profonda preoccupazione per l’apparente cambiamento di posizione degli Stati Uniti nei confronti della guerra di aggressione della Russia».
Una scelta che Palazzo Chigi ha anticipato alla presidenza di Kiev spiegando come questo punto – il numero 5 del testo – sia in realtà un affronto vero e proprio contro il presidente americano e, quindi, non faccia realmente gli interessi ucraini.
Circa le forze di pace europee in Ucraina il dibattito sembra destinato a restare lettera morta dopo la reazione di Mosca.
“La Russia non resterà inerme di fronte all’eventuale presenza di truppe della Nato in Ucraina con il pretesto di mantenere la pace e non tollererà tali azioni da parte dell’Occidente”, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, sottolineando che “considereremo la presenza di queste truppe sul territorio ucraino nello stesso modo in cui abbiamo considerato la potenziale presenza della Nato in Ucraina, perché non importa con quali bandiere sia coperta questa operazione: bandiere dell’Unione Europea, bandiere nazionali dei Paesi che forniscono i contingenti” ma “queste saranno comunque truppe della Nato, truppe dei Paesi della Nato”.
Lavrov ha così seppellito due mesi di discussione sulle forze di pace Ue in Ucraina. Dibattito che in Europa continua a svilupparsi con la pretesa angolo-francese di elaborare piani da sottoporre a Zelensky e a Trump ma che nessuno discute con Putin.
D’altra parte il dibattito sulla difesa europea e le garanzie di sicurezza all’Ucraina continuano a suscitare crescenti perplessità. Il premier italiano Giorgia Meloni ha proposto di estendere all’Ucraina la copertura dell’Articolo 5 della NATO che impone agli alleati di intervenire in caso di aggressione di uno stato membro, pur senza accogliere Kiev nell’Alleanza.
Proposta che non sembra tenere conto che il Trattato può giuridicamente riguardare solo gli stati membri e che una delle ragioni per cui nessuno nella NATO intende farvi entrare l’Ucraina è proprio per evitare di trovarci in guerra contro Mosca.
Il premier danese Mette Frederiksen ha invece espresso un tale terrore che in Ucraina scoppi la pace da definirla “più pericolosa della guerra”.
Ovviamente la ragione è la minaccia di Mosca sull’Europa scongiurabile solo con la sconfitta sul campo di battaglia delle forze russe. “Per me, la cosa più importante in questo momento è, per essere molto franca, riarmare l’Europa. E non credo che abbiamo molto tempo. Quindi, riarmare l’Europa: spendere, spendere, spendere in difesa e deterrenza: questo è il messaggio più importante”.
E mentre l’Europa riarma, Frederiksen non sembra aver espresso la volontà di inviare il formidabile esercito danese composto da 8mila uomini privi di artiglieria ad affiancare le truppe di Kiev che cercano di fermare i russi.
Con un po’ di realismo, l’attuale contesto sembra confermare che l’Ucraina non può fare a meno degli Stati Uniti e che gli europei non sono in grado di sostituire Washington nel supporto a Kiev né di imporre la continuazione della guerra alla ricerca di una “pace giusta” che esiste solo nel libro dei sogni. (enfasi aggiunta)
Ridicola, se non risultasse agghiacciante e delirante, la Frederiksen, e quando ne parlano insieme nei colloqui telefonici, The Donald e Putin sembra che si facciano delle crasse risate!
In brevis,i gallinacei che sgovernano UE e dintorni, in piena negazione della realtà, non sembrano aver ancora assimilato il concetto che la Russia è infinitamente superiore, a livello di armamenti e capacità di combattimento, rispetto alla Molle e Lumacosa Europa (e anche agli USA)
Niente cessate il fuoco. La guerra procederà fino alla sua conclusione definitiva.
E mentre si procede, il divario tra Russia e Stati Uniti in termini di capacità militare continuerà ad ampliarsi a favore della Russia, mentre allo stesso tempo Trump rischia di autodistruggersi, in quanto non adora il dio dollaro, e ora si parla di tariffe del 150% sui paesi BRICS.
Come alienarsi il mondo intero?
Russia: superiorità militare
I missili Oreshnik vengono ora prodotti in serie in Russia, sia per i teatri del Pacifico che per quelli europei.
Anche gli S500 a lungo raggio sono in fase di produzione in serie, con le prime batterie operative in Crimea e a Mosca.
È disponibile anche il nuovo R37M AAM: è ipersonico e ha un’autonomia estesa di 400 km, lanciabile sia dal MIG31 che dal Su57 aggiornato, quest’ultimo finalmente pienamente operativo con nuovi motori, maggiore furtività, maggiore autonomia e una suite di sensori aggiornata.
Tra le altre cose, l’S500 può colpire i satelliti ISR statunitensi. Tuttavia, queste capacità non saranno realmente operative prima della fine di quest’anno. Quindi è meglio far parlare, parlare, parlare gli americani. A Trump piace parlare.
Lo scenario peggiore
Questo scenario è molto improbabile. Ma…. Cosa succederebbe se la Russia desse un ultimatum agli Stati Uniti affinché cessino di consentire che le loro informazioni vengano utilizzate per attaccare la Russia?
Se dichiara formalmente che le azioni americane sono atti di guerra, la Russia ha il legittimo diritto di rispondere per legittima difesa ai sensi del diritto internazionale. Questa dichiarazione sarebbe ovviamente il primo “canale di ritorno”.
Se la richiesta di “cessazione e astensione” non venisse rispettata, allora diventerebbe una questione di pubblico dominio e la situazione precipiterebbe.
Quindi, se gli Stati Uniti non rispettassero le regole, i russi potrebbero abbattere un aereo AWACS a scopo dimostrativo.
Se gli americani provassero a “fare gli uomini”, i russi abbatterebbero qualsiasi aereo AWACS che li minacci – e i satelliti – e qualsiasi aereo da combattimento diretto nella loro direzione, minacciando allo stesso tempo attacchi con gli Oreshnik alle basi statunitensi, non solo nell’Europa orientale, ma anche nel resto d’Europa e nel Regno Unito. (Julian McFarlane, segue link)
ZELENSKY E TRUMP: BATTIBECCO TRA AMANTI - Giubbe Rosse News
Come potete vedere dal titolo, mette in evidenza la lite di Zelensky con Trump, che, al momento del post di ieri, è stata risolta, con Zelensky che si è inginocchiato, ha baciato l’anello, si è chinato e ha ceduto l’equivalente di tutti i beni dell’Ucraina (terreni agricoli, minerali, petrolio e gas e, cosa più importante, porti come Odessa, che ha una posizione strategica sul Mar Nero) in cambio del continuo supporto militare.
MA FORSE QUALCOSA È CAMBIATO PER GIORGIA MELONI E IL MANIFESTO DI VENTOTENE «È UNA CAGATA PAZZESCA!!!»
Una delle pochissime cose cui possiamo esternare l’apprezzamento a Giorgia Meloni è per il suo intervento su quella cagata pazzesca che è il cosiddetto Manifesto di Ventotene.
Ecco che elevano alti lai di protesta i Globalisti Sorosiani o i Gerontocrati della Necrosinistra come Severgnini o Augias:
Giorgia Meloni ha tracciato chiaramente la sua visione dell’Europa, rivelando un progetto che si allontana nettamente dai principi di un’Unione europea democratica e federale. [quale Democrazia? grazie all’Unione Europea la Democrazia è diventata un osso di seppia in EUropa, Note nostre]
Meloni non ha esitato a citare il Manifesto di Ventotene, simbolo della speranza di un’Europa unita e democratica [blablabla], stravolgendone i concetti e rendendo evidente il suo disprezzo per l’idea di un’Europa veramente inclusiva e rispettosa delle libertà fondamentali. […]
‘Nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia i democratici si sentono smarriti, non avendo dietro uno spontaneo consenso popolare, ma solo un torbido tumultare di passioni’. ‘La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria’. [Gli enunciatari della nequizia conosciuta come il Manifesta di Ventotene già preannunciavano che l’Europa Unita sarebbe stata un’Oligarchia Neoliberista Antisociale e Antidemocratica]
Questo è ciò che il Manifesto di Ventotene enuncia”, ha detto Meloni, concludendo: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”. (segue link)
Ultroneo dire che il traballante governo Meloni, ormai da mesi alle corde, ha ricevuto una bella boccata d’ossigeno grazie alle polemiche innescate dalle cosiddette opposizioni.
Non si capisce il motivo per cui i Meloniani avrebbero dovuto ossequiare un documento datato, financo antidemocratico e antisociale, quale il Necroliberista Manifesto di Ventotene, a lungo osteggiato anche dal Partito Comunista Italiano.
Resta comunque in campo il fatto che il Meloni I (e probabilmente l’ultimo), in base a semplici analisi sociologiche e stocastiche, non arriverà a fine legislatura e rischia la caduta ancor prima del 2026.
Togliamo il microfono alla Necrosinistra Necroliberista e diamolo invece alla Vera Sinistra!
Una delle più grandi sòle gonfiate, cucinate e rifilate da quella pseudo-Europa che è l’Ue di Bruxelles è lo scritto “Per un’Europa libera e unita”, alias il Manifesto di Ventotene. Praticamente ignorato fino agli anni ’80, quando coincidenza volle che l’egemonia neo-liberale ne facilitasse il recupero in funzione legittimante a favore dell’unione monetaria e finanziaria, il testo che Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni redassero nel 1941, al confino sull’isola del Tirreno, rappresenta un esempio da manuale di mito di copertura. Proprio così: un paravento a scopo ideologico, che serve ad attribuire una veste nobile alla realtà, molto meno nobile, del disegno “europeista”, di matrice ordoliberista tedesca, con il decisivo avallo dell’atlantismo americano.
Per forza è stato innalzato a riferimento fondativo e citato a ogni piè sospinto, e oggi viene rilanciato in gran pompa distribuendolo come dépliant con il giornale Repubblica nell’adunata di Michele Serra: perché è il prodotto intellettuale più adatto per alzarela cortina fumogena che dura da più di quarant’anni. […]
La tesi centrale [del Manifesto] è riassumibile così: per rifondare un ordine continentale che assicuri la pace, va rimossa alla radice la causa delle guerre, che i tre autori individuano nella “linea di divisione fra i partiti progressisti e i partiti reazionari”. Noi diremmo oggi: fra la Sinistra e la Destra. Tale contrapposizione, scrivono, deve cadere, per far sì che le “forze popolari” concentrino le energie nella “creazione di uno solido Stato internazionale”. In altri termini, la nuova dicotomia era immaginata tra internazionalisti da un lato e nazionalisti dall’altro.
Una semplificazione che stravolgeva non solo il precedente secolo e mezzo di lotta dei lavoratori contro il padronato, ma soprattutto due dati di realtà: primo, il fatto che il vocabolo “internazionalismo”, in loro, si traduceva, come ben sottolineò Lelio Basso nel 1949, in “cosmopolitismo”, “maschera idealista” del “grande capitale americano” (ovvero: essere cittadini del mondo, in concreto, voleva dire aderire a un mondo globalizzato, a quella “libera circolazione delle merci” che era il cavallo di Troia del dominio statunitense). […]
Eccolo, il centro oscuro del Manifesto di Ventotene: la neutralizzazione della conflittualità sociale. Il sogno bagnato di ogni liberale (o del socialdemocratico da compagnia, che scodinzola dietro il capitalismo ammantato di buone intenzioni). Tanto che, sempre a opinione di Spinelli e soci, l’assemblea costituente avrebbe dato risultati “scadenti”, se il “popolo” fosse stato ancora “immaturo”, ossia impastoiato nello scontro di classe.
La preoccupazione degli europeisti ante litteram era la pacificazione, una laboriosa bonaccia da materializzare grazie al “mercato unico”. Formula, quest’ultima, contenuta nel successivo “Manifesto dei federalisti europei”, di pugno del solo Spinelli, in cui non casualmente cadeva ogni accenno alla non meglio definita “rivoluzione socialista”. Spinelli […] era liberoscambista e keynesiano, per la programmazione economica e per il libero mercato di capitali, era stato espulso nel 1937 dal Partito Comunista e vi si riavvicinò molto tempo dopo, nel 1978 (eletto come indipendente nelle sue liste nelle prime elezioni del parlamento europeo, nel ’79 e poi ancora nell’’84), curiosamente teorizzando meno spesa pubblica, meno spesa sociale, contenimento dei salari e un improbabile e ultra-statalista “servizio obbligatorio di lavoro” per i giovani. [sic!]
il federalismo neo-kantiano, da anime belle, è sempre stato ciò che dicevamo all’inizio: la caramella al cui interno, fra le righe e nemmeno tanto fra le righe, si nascondeva il veleno del Manifesto di Ventotene. Il sopravvalutatissimo, e per nulla innocente, Manifesto di Ventotene. (Alessio Mannino, segue link, enfasi aggiunta]
Il Manifesto di Ventotene è una ca***a pazzesca | La Fionda
Una delle più grandi sòle gonfiate, cucinate e rifilate da quella pseudo-Europa che è l’Ue di Bruxelles è lo scritto “Per un’Europa libera e unita”, alias il
Ci sono molte cose di cui oggi si dovrebbe parlare, del colloquio Trump – Putin di cui peraltro si hanno solo striminziti resoconti ufficiali o delle nuove stragi in Medio Oriente da parte dei sionisti di Tel Aviv e dei terroristi “moderati” siriani, tutte parti che l’Ue ha appoggiato entusiasticamente, mentre sembra molto depressa per ogni eventuale accordo sull’Ucraina e si prepara a sabotarlo. […]
Dopo tanti appelli alla pace che la Ue avrebbe garantito ad onta dei numerosi conflitti cui ha partecipato, il fatto che ora essa voglia accanitamente la guerra e si opponga a qualsiasi possibile processo di pace basato sulla realtà degli eventi, ha incrinato le impalcature fisse del discorso pubblico, cosa che non era avvenuta nemmeno dopo i silenzi e gli assensi alle stragi di Gaza.
La prima erma, il primo altarino a cadere nella infaticabile macina della storia, è oggi il celebre Manifesto di Ventotene di cui molte volte ho parlato come di un equivoco. Questa sorta di testo sacro dell’europeismo, che tutti onorano, ma che pochi hanno letto, pochissimi hanno capito e alcuni hanno fatto finta di non capire, è in effetti una sorta di ambiguo zibaldone che tra economicismi liberali e riferimenti socialisti, esprime l’idea di una unità europea per superare i pericoli della democrazia, distruggere le culture dei singoli Paesi in nome di un governo illuminato che è poi quello del capitalismo su masse di individui atomizzati. […]
Un vero pasticcio perché le dottrine liberali attribuivano la nascita dei sistemi totalitari alle politiche economiche e mercantilistiche dei vari Paesi, mentre quelle socialiste incolpavano di tutto questo e delle guerre che ne derivavano proprio il capitalismo come struttura. Ciò che scandalizzava Spinelli e Rossi – da punti di vista differenti – era il consenso ottenuto dai regimi fascisti e di qui l’idea di un federalismo europeo non ben definito, nel quale tuttavia il ruolo della democrazia rappresentativa era circondato dal sospetto e dal timore che essa venisse in qualche modo corrotta o deviata. Per cui, in definitiva, era bisognosa di un controllo politico dall’alto che avrebbe potuto essere garantito solo da una struttura di tipo oligarchico. (enfasi aggiunta)
Altri carichi da novanta contro i Ventotenisti da baretto da parte del filosofo Massimo Cacciari:
“Ma dove sarebbe la sorpresa? E’ ovvio che Meloni non sia d’accordo con Spinelli, che scandalo è? Siamo alle comiche”. L’ex sindaco di Venezia e filosofo Massimo Cacciari commenta con Affaritaliani.it le proteste delle opposizioni contro la presidente del Consiglio per aver affermato che il manifesto di Ventotene non è la sua Europa.
“Sono proteste semplicemente comiche. Il discorso di Spinelli è radicalmente federalistico sull’assetto dell’Europa e Meloni ha una storia politica e culturale di nazionalismo, che non è più quello di una volta, ma è ovvio che non può essere d’accordo con il manifesto di Ventotene. Questi hanno portato il cervello all’ammasso, che novità è? Meloni è soltanto coerente con la sua storia, vorrei chiedere alla sinistra quando mai sia stata radicalmente federalista come è scritto in quel manifesto dove ci sono la rinuncia a elementi fondamentali di sovranità nazionale ed è questo il perno di Ventotene”.
Ventotene, Cacciari: “Sinistra ignorante e con il cervello all’ammasso, ovvio che Meloni sia contraria”
“Che novità è? Spinelli era isolato nel PCI”. Intervista
La chiosa finale del filosofo veneziano è lucida come sempre.
Si è cominciato a parlare un po’ di federalismo solo negli anni Novanta con Napolitano e con il sottoscritto, questi della sinistra di oggi che protestano contro Meloni andassero a fare un corso di storia politica e culturale. Un corso accelerato perché sono di una ignoranza totale e impressionante.
Marco Travaglio qui dimostra l’infondatezza delle argomentazioni degli eurofilisti guerrafondai, in questo caso CarloCalenda, che anagrammato fa, come osserva sagacemente OttolinaTV, Cacarellando…
Conclamato che l’anagramma di Carlo Calenda è effettivamente Cacarellando, dedichiamo satiricamente a siffatta verità epistemologica questo passaggio del Decameron di Boccaccio,
«Disse allora Ferondo:
– O quanto siam noi di lungi dalle nostre contrade? – Ohioh! – disse il monaco – sevvi di lungi delle miglia più di ben la cacheremo. – Gnaffe! cotesto è bene assai; – disse Ferondo»
Mentre alla squallida manifestazione guerrapiattista del 15 marzo 2025 organizzata da La Repubblichina hanno partecipato quattro gatti (quasi tutti pensionati con pullman e pranzo al sacco prepagato), anche a causa dei penosi interventi di Serra, Vecchioni, Scurati, Calenda, et similia,a quella pacifista del 5 aprile 2025 hanno partecipati più di 100.000 persone, indicando qual è il vero sentiment del Paese alla faccia dell’Orwelliano Maiale Napoleone-Leyen e delle altre galline e capponi che (s)governano Bruxelles e dintorni.
Gli italiani risultano poco propensi ad aumentare la spesa per la difesa, è quanto emerge da un sondaggio di Porta a Porta, la trasmissione televisiva Rai condotta da Bruno Vespa. Secondo il 44,3% degli intervistati gli investimenti in questo campo non dovrebbero aumentare e il 17,4% di questi è convinto che le somme in questo frangente dovrebbero perfino diminuire. In generale, sembra che l’opinione pubblica senta poco e lontano il rischio di conflitti armati che possano coinvolgere l’Italia e sicuramente dà maggiore priorità ad altri bisogni sociali.
Dal sondaggio emerge anche una malcelata scarsa fiducia nella gestione della cosa pubblica che si acuisce nei confronti della direzione europea: in molti temono che l’aumento del budget per la difesa possa tradursi in ulteriori sprechi, tangenti o sottrazioni di capitali a scapito di problematiche più vicine alla vita del cittadino come il carovita, la sanità, il welfare, la sicurezza. (infosannio.it)
L’APOROFOBICA, NECROLIBERISTA, ANTIDEMOCRATICA, GUERRAPIATTISTA, UNIONE EUROPEA HA SCASSATO LA MINK.. A TUTTI I VERI DEMOCRATICI!
🔴 Sììììì! Strappiamo i trattati europei e mandiamo tutti a quel paese!@MarcoRizzoDSP
FUORI L’ITALIA DALLA UE 🇮🇹
FUORI L’ITALIA DALLA UE 🇮🇹
FUORI L’ITALIA DALLA UE 🇮🇹 pic.twitter.com/SaBdyEF4wC
Come Pubble, anch’io mi sono rotto ampiamente i cogl**ni della UE, del distopico Maiale Napoleone-Leyen, delle galline decollate, dei capponi DEMenti Macron-Starmer e delle presstitutes che continuano a difendere la sovrastruttura più anomica, più anossica, più esiziale della Storia d’Europa; l’Unione Europea!
Siffatto è il “giardino UE” di cui vaneggiava Borrell, siffatto è il Senso e il Rispetto della Democrazia e della Pace in Europa di cui le Galline d’Europa si riempiono la bocca, anzi il becco.
Ipotizzare l’assenza di limiti nell’assistenza all’Ucraina per impedirne la sconfitta, e compiacersi dell’ambiguità strategica che ne deriva, implica l’adozione di un’analoga attitudine della controparte, la cui panoplia include anche l’arma nucleare. Non può non esserci, dunque, la preoccupazione di evitare l’avvio dello stesso meccanismo inarrestabile del 1914 che spinse i leader europei ad entrare in guerra come sonnambuli.
L’ipotesi di inserire nel teatro bellico ucraino unità militari di paesi atlantici accentuerebbe questo rischio, aggiungendo un altro tassello a quella guerra mondiale a pezzi denunciata dal Pontefice romano, e rischierebbe di provocare malauguratamente la saldatura di quei pezzi in un aperto conflitto globale. (AntonGiulio De’ Robertis)
Quelle che seguono sono le canzoni che satiricamente dedico con tutto il cuore alla Neonazista, Guerrafondaia, Neufeudale, Necroliberista, Illiberale, Antidemocratica, Antisociale, Aporofobica, UE-EU:
I vampiri della UE da oltre trent’anni impediscono che si spenda a deficit per il welfare dei cittadini, ma ora vogliono che si spenda a deficit l’importo di 800 miliardi di euro per armi (inutili), miliardi che comunque andranno rimborsati con interessi da cravattari!
Ovviamente a spese dei Lavoratori Dipendenti e dei Pensionati, gli unici che paghino le imposte sul reddito in EUropa.
Al centro del vertice la proposta di Ursula von der Leyen che potrebbe portare gli Stati membri a spendere fino a 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni per rafforzare le loro difese.
“Per me la cosa più importante ora è quella di riarmare l’Europa – ha rimarcato Mette Frederiksen, primo ministro della Danimarca – E non credo che abbiamo molto tempo. Quindi, la priorità è riarmare l’Europa. E spendere, spendere, spendere per la difesa e la deterrenza”. (segue link)
Vertice Ue: “Bisogna spendere, spendere, spendere per la difesa”
A Bruxelles i leader europei discutono le azioni per il riarmo e la difesa. Secondo la premier danese, Mette Frederiksen, avverte: “Non abbiamo molto tempo, bisogna spendere” #EuropeNews
La Frederiksen (cfr. supra) è uno di quegli esemplari animali à la Animal Farm di cui maggiormente ride Donald Trump.
Ella ha affermato che difenderà la Groenlandia anche con la forza, ma l’esercito danese è semplicemente ridicolo e non, paga, la “leader” danese ha dato quasi tutti i suoi F-16 e tutti gli obici (con le relative munizioni) all’esercito ukronazi, facendoli totalmente annientare dall’Esercito Russo.
Alla fine della fiera, Frederiksen è un’altra DEMente come la “pistard” Sanna Ilma, che ha svenduto la Finlandia alla ormai collassante NATO.
Arrivano le minacce mafiose di #KajaKallas: “Non vogliamo che nessun Paese candidato all’#UE partecipi agli eventi del 9 maggio a Mosca. In caso contrario subiranno gravi conseguenze”. pic.twitter.com/XB2T2blGLg
Alle due massime rappresentanti del bestiario (Animal Farm) qual è la Neonazistica Unione Europea citiamo quanto segue:
Robert Fico ridicules EU.
“Ms. Kallas, I would like to inform you that I am the legitimate Prime Minister of Slovakia – a sovereign country. No one can dictate to me where I can or cannot travel”. pic.twitter.com/tXfFhdC8SG
Se poi ricordiamo le affermazioni belliciste e deragliate delle varie Kallas, Metsola, Baerbock, Truss, et similia, definire gli attuali vertici europei un autentico pollaio di DEMenti e di pazzi è un’affermazione assolutamente aderente e coerente alla realtà cacotopica e tossica che viviamo in EUropa.
Cominciamo col momento dell’illuminazione sulla strada di Damasco del Segretario di Stato americano Marco Rubio: “Francamente, è una guerra per procura tra potenze nucleari, con gli Stati Uniti – che aiutano l’Ucraina – e la Russia, e deve finire”. Ora, questo è un errore. E Jeffrey Sachs lo spiega chiaramente. Naturalmente, la formulazione corretta sarebbe “guerra per procura lanciata dagli Stati Uniti”. Ma comunque: Alleluia! Una tale illuminazione – per procura – dall’Alto dei Cieli non avrebbe mai potuto colpire il precedente Segretario americano al Genocidio.
Ora passiamo al panico. Panico europeo totale.
Le Petit Roi, popolare in Francia quanto le zanzare notturne in un resort a cinque stelle sulla spiaggia, ha dichiarato che la pace in Europa è possibile solo con una Russia “addomesticata” e che la Russia rappresenta una minaccia diretta per la Francia e l’Europa.
Riguardo all’Ucraina, ha pontificato dicendo che la pace semplicemente non può avvenire alle condizioni russe o attraverso l’inevitabile resa ucraina.
Le Petit Roi senza prendere fiato è andato letteralmente sul nucleare. Ha sottolineato che la Francia possiede un deterrente nucleare, e lo ha offerto al resto d’Europa, insistendo sul fatto che il futuro dell’Europa non dovrebbe essere dettato da Mosca o da Washington.
Le Petit Roi napoleonicamente ha dichiarato quasi guerra alla Russia. Bene, resta il fatto che la stragrande maggioranza della Francia accetterebbe volentieri che il mini-Napoleone venisse spedito subito sui campi di battaglia nella terra nera della Novorossiya, dove si arrenderebbe in meno di 5 minuti, sventolando una bandiera arcobaleno, mentre si rende conto che sta per essere trasformato in una tartare di bistecca istantanea.
Ora unite questa farsa alla Molière al destino del New Model Woke Army paneuropeo, molto più grande, più grasso, irreggimentato dal Führerin SS von der Lugen di Bruxelles, che presumibilmente dovrebbe essere finanziato con una cifra pari a 800 miliardi di euro, denaro che nessuno ha e che dovrebbe essere prestato e poi rimborsato con tassi di interesse estorsivi alle stelle dai soliti avvoltoi del sistema finanziario internazionale.
La SS von der Lugen insiste sul fatto che l’Europa è in pericolo, quindi la soluzione è una massiccia espansione del complesso militare-industriale – in pratica, l’acquisto di armi americane più costose – e il “riarmo”.
Parliamo di un Gotterdammerung [un crepuscolo degli dei] sotto l’effetto del crack.
Se mai il New Model Woke Army venisse alla luce, la resa sarebbe questione di meno di 5 minuti, sventolando bandiere arcobaleno, mentre i suoi guerrieri woke affronterebbero la terribile prospettiva di essere Oreshnik-ati e ridotti a una pila di hamburger alla griglia.
Aggiungeteci il ritorno della saga del Nord Stream, con un nuovo colpo di scena. Sy Hersh ha dimostrato in modo conclusivo che i Nord Stream sono stati bombardati per ordine del precedente regime di Crash Test Dummy a Washington. Ora, almeno, il Nord Stream 2 potrebbe tornare in attività tramite un accordo non così segreto tra Stati Uniti e Russia che coinvolga la Gazprom con gli oligarchi americani. […]
Considerando quella che sembra essere la sua direzione strategica, Trump vuole assicurarsi di non dover offrire protezione mafiosa ai membri europei della NATO se insistono nel continuare con la loro Guerra Eterna contro la Russia. È chiaro che disattivare Starlink e disattivare l’ISR satellitare porterebbe a un finale molto più rapido sul campo di battaglia.
Nel frattempo, l’SMO continuerà a procedere. E come vogliono gli europei, fino all’ultimo ucraino. (Pepe Escobar, segue link)
PARALIZZATA DA UNA ACUTA DEMENZA, L’EUROPA DICHIARA DI NUOVO GUERRA ALLA RUSSIA - Giubbe Rosse News
Col suo solito stile beffardo ed efficace, Pepe Escobar descrive come l’SMO – l’operazione speciale russa – continuerà a procedere. E come vogliono gli europei, fino all’ultimo ucraino.
I vampiri, dal grande Christopher Lee e prima e poi, venivano innocuizzati col paletto piantato nel cuore. Roba di Transilvania oscura. Roba di Romania nera nera. Solo che il vampiro ha rovesciato le cose e il paletto l’ha piantato lui nel cuore. Di Calin Georgescu. Cioè della Romania, della democrazia. Delle libertà fondamentali. Sulle cui ossa, già ben sgranocchiate dal nazifascismo e indi giustapposte a Ventotene, si sono piantate le fondamenta dell’Unione Europa, più rimasugli ammuffiti di Impero Britannico.
Anzi, più che vampiresse, vonderLeyen&co possono essere definite le sostanze tossiche d’Europa.
C’è chi si è preso la briga di cronometrare: l’incontro fra Trump e la von der Leyen, ai funerali di Bergoglio, è durato 19 secondi che in termini diplomatici è poco meno di una sberla. E ce lo si poteva aspettare visto che non era stata nemmeno invitata alla cerimonia di insediamento di The Donald alla Casa Bianca. Ma la presidente della Commissione non è nuova a tutto questo: in Cina l’anno scorso venne ricevuta da un personaggio di terzo piano, in Turchia è stata lasciata in piedi mentre il ministro degli Esteri di Ankara era comodamente seduto in poltrona, in altri casi si è dovuta auto invitare per poter figurare come presente ad alcuni incontri. […]
Il fatto che un personaggio così “oscuro” sia stato persino rieletto alla presidenza della Commissione dal parlamento giocattolo di Strasburgo, vuol dire solo che l’Ue versa in condizioni deplorevoli e che i processi decisionali sono gravemente alterati, come del resto è dimostrato dalla nomina di personaggi come Kaja Kallas a “ministro” degli esteri. La situazione è ormai così degenerata che la Weltwoche ha riferito che molti alti funzionari della Ue considerino la von der Leyen un “personaggio tossico“. Ed è proprio a lei, alle sue mosse che si deve l’esclusione dell’Europa dalle trattative di pace sull’Ucraina e il rifugio dell’intero continente sotto le ali di una guerra che non solo non può vincere, ma nemmeno combattere. (il Simplicissimus, segue link)
Von der Leyen è una “sostanza tossica” per l’Europa | il Simplicissimus
C’è chi si è preso la briga di cronometrare: l’incontro fra Trump e la von der Leyen, ai funerali di Bergoglio, è durato 19 secondi che in termini diplomatici è poco meno di una sberla. E ce lo si poteva aspettare visto che non era stata nemmeno invitata alla cerimonia di insediamento di The Donald […]
I sedicenti leader EUropei sono riusciti financo a superare la Fisica Præternaturale Tafazzista!
I tafazzi europeisono andati a baciare il culo di Trump pur di impedire la guerra commerciale, ma i dazi contro l’Europa vengono introdotti (poi revocati e a breve re-introdotti), mentre il cadavere marcio e putrefatto dell’Ucraina (centrale e occidentale) se lo troveranno tra le palle i contribuenti europei.
E. guarda caso, i più intransigenti russofobi guerrafondai sono proprio i maggiori evasori fiscali…
“L’Ue non è stata creata per fregare nessuno. Al contrario. È stata creata per mantenere la pace, per costruire rispetto tra le nostre nazioni, per creare un commercio libero ed equo e per rafforzare la nostra amicizia transatlantica. Semplicemente così”, ha replicato il polacco Donald Tusk.
No, caro Tusk, la UE è stato creata per fregare e sfruttare i lavoratori salariati Europei e portarli alla fame. Sic et simpliciter.
Si è tradito infatti il portavoce della Commissione Europea per il Commercio Olof Gill, il quale ha declamato che l’Unione Europea “sin dalla sua fondazione è stata una manna per gli Stati Uniti d’America”.
Non è stata una manna per i Greci e gli Italiani,che sono stati spolpati fino all’osso dalle politiche austeritarie e criminali della UE-EU, con la supina acquiescenza e totale connivenza dei Liberalfascisti di Sinistra de noantri.
Ma il problema dei problemi è che i politici e i comici para-nazisti che imperano in Europa da decenni (ergo, non parlo solo della Sturmtruppen-Leyen, Kallas, Metsola, Lahbib, Rutto-Rutten, ma mi riferisco anche ai loro predecessori e ai pupazzi nazionali) sono disposti a condannare a morte decine di milioni dei loro concittadini pur di continuare l’aggressione (ormai) persa contro la Russia.
Basta fare un breve elenco della torsione sociale che la continuazione della guerra a tutti i costi sta provocando, trasferendo sempre più risorse dei cittadini nelle mani di speculatori di ogni tipo.
L’elenco è infinito, ma potremmo cominciare dai micro Paesi baltici, i più guerrafondai: il 9 febbraio si sono scollegati dalla rete elettrica Brell, che li collegava con Russia e Bielorussia, e si sono attaccati alla rete elettrica europea. Quel giorno i prezzi dell’elettricità nei Paesi baltici sono pressocché raddoppiati: mentre a gennaio l’elettricità costava in media circa 90 euro al megawattora, a febbraio il prezzo è stato già di 150 euro.
Ed è solo l’inizio dell’ascesa dei prezzi, ma il presidente estone Alar Karis ha dichiarato con gioia che “La dipendenza energetica dalla Russia è completamente terminata. La Russia non potrà mai più usare l’energia come arma contro di noi”. Siamo alla metafisica di un nazionalismo delirante che peraltro non sa portare prove di un qualunque uso da parte della Russia delle esportazioni elettriche.
Ma questo è solo un piccolo particolare perché la guerra deve essere portata avanti a tutti i costi, l’obiettivo principale è combattere contro la Russia, aumentare al massimo la spesa militare e andare a tutta velocità verso la rovina. In Francia, per esempio si stanno mettendo in discussione tutte le lotte di questi anni per mantenere un livello decente di stato sociale.
Il ministro degli esteri, Jean-Noël Barrot, ha dichiarato due giorni fa: “Gli sforzi che dobbiamo compiere e che richiederanno diverse percentuali del Pil, non possono essere finanziati con il debito. Dovremo risparmiare, dovremo lavorare di più.” Ma non è rimasto nel vago, ha suggerito che si dovrebbe avviare una “discussione nazionale” “che consenta ai francesi di comprendere tutti questi problemi e di scegliere i sacrifici che sono disposti a fare per risolverli”.
Barrot ha citato la Danimarca come esempio, dove “c’è un dibattito sulla spesa militare e sulla necessità di lavorare di più, cioè di aumentare l’età minima pensionabile a 70 anni.” Insomma tutta la lotta sociale combattuta per evitare l’innalzamento dell’ età pensionabile si avvia ad essere gettata nel cestino in nome della guerra. (il Simplicissimus, segue link)
Bollette di guerra: ora la pace è nemica del “modello” europeo | il Simplicissimus
È straordinario come il grande capitale che ormai da 40 anni agisce senza ostacoli apparenti in Occidente riesca a conciliare le sue esigenze geopolitiche di espansione a tutto il pianeta, con quelle politiche di distruzione delle resistenze sociali e di massimizzazione del profitto economico. Almeno fino a che l’astratto non diventa palesemente concreto: non abbiamo […]
Speriamo che Giorgia detta Giorgia mantenga fede alla sua fama di “cintura nera delle promesse mai mantenute”, come la tratteggia rettamente sempre il Renzi, perché se quest’unica promessa dovesse davvero mantenerla fin da subito, arriveremmo immediatamente al collasso economico e sociale dell’Italia, con la produzione industriale che crolla da due anni e addirittura a dicembre abbiamo perso più del 7%!
E con il contemporaneo crollo dell’occupazione neoservile, quella da 40 ore alla settimana per meno di mille euro netti al mese.
I dati. Il boom del lavoro è in via di esaurimento. E i disoccupati diventano inattivi
Rallenta la crescita dell’occupazione, che ha raggiunto il record storico di 24 milioni di occupati. Crolla la quota di disoccupati che tornano al lavoro: molti scivolano nell’inattività
La promessa di Giorgia Meloni di portare la spesa militare italiana al 2,5% del Pil, come da richiesta esplicita della Nato, causerà un’uscita di altri 25 miliardi per il bilancio dello Stato. Venticinque miliardi in più rispetto agli attuali 32 e, si badi bene, da sborsare non una tantum ma da pagare stabilmente, anno dopo anno. Fondi che assai difficilmente Roma potrà finanziare in deficit, almeno secondo le regole attuali del Patto di stabilità, a meno che l’Unione europea non decida di non computarli nei vincoli sui bilanci pubblici.
La corsa agli armamenti viene motivata con la necessità di inseguire la Russia, ma le cifre diffuse per giustificarla sono false, come ha dimostrato Carlo Cottarelli. Un salasso che, se l’austerità di Bruxelles non dovesse essere rivista, significherà solo una cosa: tagli alle altre voci della spesa pubblica, picconate a un sistema di welfare statale che già fa acqua da tutte le parti e non allevia il dramma del 10% degli italiani, 5,6 milioni di persone, che vivono in povertà assoluta.
Cittadini per i quali la promessa di un bonus da 200 euro per ridurre i costi delle bollette, come quello introdotto – ma solo per tre mesi e non per tutti – dal decreto di ieri che prevede uno stanziamento di 3 miliardi, non basta di certo a scaldare le proprie case.
Con i 25 miliardi l’anno in più per il riarmo si potrebbe non solo raddoppiare il bonus energia a 400 euro al mese per i beneficiari, ma anche trasformarlo da misura eccezionale a programma a tempo indeterminato per famiglie e imprese. Senza considerare che l’escalation militare non porterà alcun beneficio all’economia nazionale, ma finirà solo per aumentare ricavi e profitti dei colossi industriali del settore, in gran parte aziende statunitensi. […]
A che pro? Gli effetti di un simile programma di riarmo non sono affatto chiari: secondo Francesco Vignarca, cofondatore dell’Osservatorio Milex sulla spesa militare e coordinatore delle campagne di Rete pace disarmo, l’Italia a oggi non saprebbe nemmeno come destinare una spesa militare ulteriore da 25 miliardi l’anno. “Non è facile stabilire quale sia la cifra che corrisponde al 2,5% di spesa militare rispetto al Pil, innanzitutto perché non si sa bene come definire ‘spesa militare’ e poi perché il Pil è un dato variabile”, spiega Vignarca. […]
Anche le ipotesi irrealistiche sull’eventuale aumento degli effettivi attuali si scontrano con problemi reali: di reclutamento, di acquartieramento, di addestramento, di dispiegamento di questi nuovi soldati. In definitiva si tratta di crescite irrealistiche. A meno che non si stia già davvero pensando a trovare ‘carne da cannone’…”, conclude Vignarca. Un timore fondato: la storia insegna che riarmo chiama riarmo e che, una volta riempiti fino al colmo, gli arsenali prima o poi vanno svuotati. Cioè usati. In guerra. (Nicola Borzi, segue link)
Meloni: 25 mld in più per le armi e meno welfare
Più armi, più spesa: all’anno altri 25 mld. Per trovarli sarà tagliato il welfare – Alzare la spesa militare al 2,5% del Pil significa passare da 32 a 57 mld ogni anno. Un salasso privo di og…
L’Omino di Burro non riesce a comprendere che con più cannoni e meno burro (mi si permetta il gioco di parole) non solo potrebbe raddoppiare il numero di Poveri in Italia – riportandoci a piè pari al periodo immediatamente successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale – ma innescherebbe la necessità di utilizzarle quelle stesse armi. La Meloni accetterà che decine di migliaia di ragazzi Italiani vadano a morire pur di guerreggiare contro la Russia, dopo che sono morti già più di un milione di combattenti Ucraini?
Quello che le autoreferenziali élite della UE – che vogliono imporre un maßnahmenstaat bellicista e neonazista a tutti i Popoli Europei – non sono riusciti a comprendere è il cupio dissolvi di Donald Trump.
Trump disintermedia e punta a liquidare tutte le strutture sovranazionali, UE, NATO, BRICS, ONU, OMS.
D’altro canto, la teoria del realismo offensivodi John Mearsheimer comporta, nell’attuale sistema multipolare, che l’interazione tra le grandi potenze sia guidata precipuamente dal desiderio razionale di raggiungere almeno l’egemonia regionale in un sistema internazionale ormai anarchico e caotico.
Donald Trump, più di Putin, ha tutto l’interesse che l’Europa ritorni al sistema di più Stati-Nazione sovrani e che collassi definitivamente la distopica e criminale Unione Europea la quale, comunque, non sarebbe mai stata un agguerrito concorrente per la Potenza tellurica cinese come non lo è stata per la Potenza talassocratica americana.
Il sabotaggio americano dei Nord Stream ha comunque messo definitivamente al tappetto ogni velleità tedesca ed europea di rappresentare un contraltare necroliberista, antidemocratico e antisociale all’Impero del Male americano.
È da sottolineare che The Donald ritiene molto più autorevole, affidabile e credibile Vladimir Putin che non le ballerinette e le prefiche europee che ora si stracciano le vesti per il comico inane e neonazista Zelensky.
Resta da chiedersi, però, quanto un hegeliano qual è Putin consideri affidabile Donald Trump.
Riscrivere completamente la narrazione durata ottanta anni sul “sogno americano” è un esercizio che sta mettendo a dura prova i nervi e i neuroni dei liberali di destra e “di sinistra” in Europa. […]
Il cielo è crollato sulla testa delle élites che per decenni hanno raccontato a noi e a se stessi che l’Occidente disegnato dagli Stati Uniti poteva solo essere perfezionato dall’Europa, ma per il resto era il migliore dei mondi possibili e chi non lo accettava come tale poteva anche essere deposto, bombardato, eliminato fisicamente in nome della superiorità di questo modello su tutti gli altri.
Ma quando al suprematismo liberale dell’”Occidente collettivo” si è sostituito il “suprematismo stronzo” di Trump, il cielo è venuto giù, seminando panico, incertezze, cambiamenti di alleanze e paradigmi, così come era avvenuto quando è venuto giù il Muro di Berlino. […]
Gli Stati Uniti oggi impongono agli stati europei di accettare la fine della guerra in Ucraina o di proseguirla per conto loro, se vorranno e se saranno in grado di farlo. Ma le spalle non saranno più coperte dal vecchio alleato statunitense.
L’ha ammesso persino il più affezionato cliente tedesco, il neo-cancelliere Friedrich Merz, a lungo avvocato d’affari per BlackRock: «È chiaro che il governo di Washington non si cura più tanto del nostro destino».
Se gli europei, seguendo come gattini ciechi gli Usa di Biden, hanno riscoperto la vocazione guerrafondaia che li ha quasi annientati nella prima metà del secolo scorso, “che si facciano la loro guerra contro la Russia” dicono oggi Washington. Oggi gli USA hanno altre priorità. La Russia può essergli più utile per destabilizzare l’Europa e magari sganciarla dal nemico principale: la Cina.
Come formiche impazzite, i governi europei cercano di recuperare il tempo perduto nel processo che doveva portare alla costituzione di un soggetto globale autonomo – chiamatelo, se volete, “polo imperialista europeo” – in tempi più rapidi di quelli consentiti dalle farraginose regole decisionali europee, del tutto inadeguate per affrontare la competizione globale e la frammentazione del mercato mondiale.
Prima il rapporto e poi il discorso di Draghi al Parlamento europeo sono il manifesto politico di questa necessità, ma è anche l’ultima recriminazione per l’occasione lasciatasi sfuggire dopo la pandemia e la spinta alla centralizzazione/concentrazione che ne era derivata. […]
Dopo aver compresso o massacrato per anni le proprie popolazioni (come nel caso dei paesi PIGS o della ex Germania Est) in nome del rigore di bilancio e della supremazia di banche e grandi gruppi industriali, ha scoperto – come detto molto brutalmente dal vicepresidente USA Vance alla Conferenza di Monaco – di avere anche seri problemi interni oltre a quelli sul piano internazionale.
Per tutto il resto, i tempi della exit strategy europea dall’angolo sarebbero molto più lunghi, ad esempio per “l’esercito europeo” che non si può certo costruire in termini “operativi” su due piedi.
Orfana della copertura statunitense la Ue dovrebbe reinventarsi rapidamente, ma se riuscisse a farlo sarebbe una Europa ancora più reazionaria di quella attuale.
Vanno perciò combattuti con estrema determinazione tutti coloro che invocano una Europa più forte come contraltare al “suprematismo stronzo” di Trump. Non rappresentano certo una alternativa migliore per le classi popolari né per la democrazia, come abbiamo sperimentato negli ultimi trenta anni.
La frequenza con cui in Europa la parola guerra echeggia ormai in troppi discorsi ufficiali la rende poi ancora più inquietante. (Sergio Cararo, segue link)
Sergio Cararo: Il “Muro” di Washington
Riscrivere completamente la narrazione durata ottanta anni sul “sogno americano” è un esercizio che sta mettendo a dura prova i nervi e i neuroni dei liberali di destra e “di sinistra” in Europa. I balbettii tra conduttori e ospiti dei talk show televisivi cui assistiamo in queste settimane, di fronte allo shock and awe imposto da Trump, appaiono decisamente impressionanti, talvolta anche divertenti, ma altrettanto significativi. Il cielo è crollato sulla testa delle élites che per decenni hanno raccontato a noi e a se stessi che l’Occidente disegnato dagli Stati Uniti poteva solo essere perfezionato dall’Europa, ma per il resto era il migliore dei mondi possibili e chi non lo accettava come tale poteva anche essere deposto, bombardato, eliminato fisicamente in nome della superiorità di questo modello su tutti gli altri.
DONALD-MUSK BUONA LA PRIMA
La Diarchia Satrapica Trump-Musk ha portato alcuni benefici effetti rispetto alla DEMoniaca Diarchia Neonazista Soros-Biden.
Finalmente è stata dichiarata guerra al Nazistico Wokeismo, all’immondo Transfemminismo Intersezionale, al Greenismo Ecofascista, al Vaccinismo dei Fascisti di Sinistra, agli Atti di Contrizione che i Bianchi Eterosessuali devono fare ogni giorno nei confronti del disgustoso e anticristico movimento LGBTQ+.
Soprattutto. è stata dichiarata guerra al corrotto ed empio Deep State Americano guidato da DEM-On Soros.
Sillogismo: il Nemico del mio Peggior Nemico è il mio Migliore Amico. Ergo, devo combattere assieme a lui.
Donald Trump ha compreso di aver perso le elezioni del 2020 non solo a causa di USAID, NED, FBI, CIA, e altre organizzazioni governative in cui proliferavano gli scarafaggi agli ordini del Massone Contro-Iniziatico George Soros.
Ad aver minato il Potere di Donald Trump nel 2020, più che le corrotte organizzazioni Statali e ONG USA, sono state NATO e Unione Europea.
UE e NATO sono il prossimo obiettivo trumpiano dopo il licenziamento di decine di migliaia di funzionari americani al soldo del golpista più esiziale, George Soros: proprio colui che adesso finanzia gli Ecoterroristi che bruciano le concessionarie Tesla.
Anti-Musk NGO Behind Color Revolution Against Tesla “Mass Deletes Content Off Website” After Being Exposed
“This Soros-backed group is the leading organizer of anti-Trump protests and violent Tesla acts. Deleted webpages...”
Il Passo di domani, ovviamente. Oggi nel mirino di The Donald c’è la corrotta burocrazia americana.
Giusta la definizione dell’USAID – diretta occultamente dall’immondo OctopusSoros – come organizzazione criminale e terrorista!
“The Real War Is Here With The Globalists And Soros And Obama And The New World Order And Black Rock!”
“The’ve Declared War On Us, And We Accept The Challenge!”
Anche Obama era un criminale che collaborava con i terroristi golpisti di USAID. Articolo del 2014:
La recente rivelazione da parte dell’Associated Press secondo cui l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), un noto organo di frode contrattuale all’interno del Dipartimento di Stato, ha appaltato un progetto per sviluppare un rivale di Twitter al fine di fomentare la ribellione a Cuba, ha riportato l’attenzione sulla lunga storia dell’USAID come strumento contrattuale per varie attività segrete della CIA. […]
La storia dell’USAID è piena di esempi di aziende appaltatrici e altri gruppi di facciata che lavorano per l’USAID ma eseguono anche gli ordini della CIA. WMR ha riportato molti casi simili nel corso degli anni:
La madre di Obama, Stanley Ann Dunham, lavorò a progetti di microfinanza per USAID e Ford Foundation, entrambi legati alla CIA, che aiutarono a sostenere le dittature in Indonesia e Pakistan. Dopo che Suharto prese il potere nel 1965, USAID tornò in Indonesia, con Stanley Ann Dunham Soetoro come uno dei suoi dipendenti principali, per aiutare Suharto a creare il Nuovo Ordine (Orde Baru) che avrebbe inaugurato decenni di governo fascista e cleptocratico. […]
Negli anni ’80, quando Stanley Ann Dunham e Barack Obama, Jr., trascorsero del tempo in Pakistan, l’USAID aprì un importante ufficio a Islamabad che distribuiva “aiuti non letali” ai rifugiati mujaheddin afghani in Pakistan, in particolare a Peshawar. Parte dell’assistenza dell’USAID fu anche utilizzata, a quanto si dice, per acquistare armi per i mujaheddin afghani, ma alcune armi finirono nelle mani di radicali musulmani pakistani intenzionati a cacciare il dittatore pakistano Muhammad Zia-ul Haq. Altri soldi dell’USAID finirono per pagare costose automobili per i principali comandanti mujaheddin afghani in Pakistan. […]
La Asia Foundation, collegata alla CIA, che ha lavorato a stretto contatto con l’East-West Center finanziato dalla CIA presso l’Università delle Hawaii a Manoa, dove la madre di Obama ha incontrato il suo secondo marito, il colonnello del generale Suharto, Lolo Soetoro, era strettamente collegata ai programmi segreti dell’USAID in Laos, Indonesia, Filippine, Vietnam del Sud, Thailandia, Palau, Malesia e altre nazioni dell’Asia-Pacifico. […]
Obama ha nominato come suo direttore dell’USAID Rajiv Shah, come suo coordinatore generale per le operazioni di soccorso ad Haiti. Shah ha prestato giuramento l’8 gennaio. Obama non avrebbe potuto fare una scelta peggiore. L’USAID, che è un codice per la CIA, è stata in gran parte responsabile del fatto che Haiti sia rimasta la nazione più povera dell’emisfero occidentale. Il precedente lavoro di Shah per la dubbia Fondazione Bill e Melinda Gates e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, così come il suo essere un politico scriteriato per il governatore della Pennsylvania Ed Rendell, che è intriso di corruzione a Harrisburg, non dovrebbero dare alcuna speranza al popolo assediato di Haiti. (Wayne Madsen, segue link)
USAID: A history of front companies acting on behalf of the CIA | Intrepid Report.com
Fearless, feisty and independent news, commentary and analyses.
Aggiungiamo anche che,
Mentre l’USAID entrava in Indonesia nel 1965, i contractor dell’USAID che volavano per la compagnia aerea della CIA, Air America, scaricavano armi e raccoglievano droga in Laos e scaricavano materiale di contrabbando in Thailandia e nel Vietnam del Sud. (Wayne Madsen, cit.)
il DEMoniaco USAID, diretto occultamente dal Massone Contro-iniziatico George Soros, ha distribuito ogni anno a terroristi e criminali stragisti di tutto il mondo 40 miliardi di dollari!
Il senatore John Kennedy, della Louisiana, elenca una serie di sprechi criminali/woke dell’USAID che ha scoperto il @DOGE di Elon Musk.
“Vi dirò cosa ha scoperto il signor Musk. Lo trovo affascinante. Ha scoperto che:
Il futuro dell’Agenzia Usa per lo sviluppo internazionale (Usaid) resta in bilico, visto il Dipartimento per l’efficienza (Doge) guidato da ElonMusk sta lavorando al suo smantellamento. Tra le varie ombre che si allungano c’è pure quella di GeorgeSoros, filantropo ungherese e finanziere di 94 anni attaccato dalla destra globale. Da un’analisi della storia recente di tale agenzia è emerso, come scoperto da Fox News Digital, che è stata ripetutamente accusata di cattiva gestione finanziaria e corruzione molto prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. […]
Ci sarebbero stati almeno due incontri tra Power [Samantha Poewr, Amministrice dell’USAID in era Biden] e Open Society Foundations di George Soros, mentre con la Bill and Melinda Gates Foundation ce ne sarebbero stati almeno cinque. Ci sarebbero state riunioni anche con altri gruppi potenti, basti pensare alle fondazioni Ford e Rockefeller, stando ad alcuni documenti ottenuti da Fox News Digital. […]
Ma Sputnik ha ricordato anche le rivelazioni del think tank conservatore statunitense HeritageFoundation, risalenti al 2017, in base a cui la Open Society Foundations (OSF) di George Soros è diventata “il principale esecutore degli aiuti dell’USAID” almeno dal 2009. Ma la collaborazione sarebbe iniziata molto prima. C’è un documento risalente addirittura al 1993 riguardo un accordo con il Management Training Program delle Fondazioni Soros per la formazione di 30 professionisti da Bulgaria, Estonia, Slovacchia, Polonia e Romania.
Inoltre, una ventina di anni fa l’International Renaissance Foundation di Soros ha collaborato con l’agenzia per sostenere la “rivoluzione arancione” in Ucraina. L’Usaid sarebbe tra le agenzie finanziate dalla Casa Bianca per “programmi di democrazia” in Ucraina. Nel 2018 un organo di controllo legale Usa, JudicialWatch, ha rivelato che l’agenzia per gli aiuti aveva sponsorizzato l’agenda globalista di Soros in Guatemala. Invece, nel 2016 altri fondi sarebbero stati destinati dall’Usaid a una campagna supervisionata dall’East West Management Institute del filantropo ungherese. (Silvana Palazzo, segue link)
Usaid, l’ombra di George Soros tra finanziamenti e incontri/ “Aiuti per progetti in Ucraina, Guatemala e...”
George Soros dietro Usaid? Spuntano documenti su finanziamenti e incontri su aiuti per progetti in Ucraina, Guatemala e in altre zone del mondo
USAID: Biden threatened to withhold a $1 billion USAID loan guarantee unless Ukraine fired the prosecutor investigating his son’s company. Victoria Nuland funded the Ukrainian coup with USAID money. USAID is at the heart of the war between Ukraine and Russia.
Robert Fitzgerald Kennedy jr. svela come i criminali dell’USAID abbiano finanziato con 5 miliardi di dollari il golpe neonazista di Euromaidan del 2014, eterodiretto dai NaziDEM Soros-Obama-Clinton-Nuland.
ARREST Victoria Nuland.
“USAID is a CIA front that used $5B in 2014 to ignite a Colour Revolution in Ukraine. Victoria Nuland picked the new Government a month before the old Government was overthrown…” -RFK Jr. pic.twitter.com/YurT0fAEjw
Dai trumpiani che appoggiano la de-costruzione dell’Agenzia made in US per lo sviluppo internazionale, ai democratici che invece scendono in piazza accusando la Casa Bianca di voler mettere fine ai diritti civili faticosamente conquistati, dalle istanze LGBTQ a quelle degli afroamericani; sono però le accuse e le presunte responsabilità di USAID a far discutere ulteriormente in questi giorni, specie dopo quanto emerso sulla presunta volontà dei funzionari dell’agenzia di condizionare scelte in politica estera, se non proprio manipolare l’opinione pubblica finanziando giornali e media.
Oltre al lungo elenco di accuse che già erano emerse dopo i primi shutdown di Trump & Musk, sono le dichiarazioni choc rilanciate dall’ex funzionario del Dipartimento di Stato Mike Benz – intervistato in tv americana dal giornalista Greenwald – a rivelare un’ombra ancora più oscura e controversa dietro la gestione dell’agenzia USAID: «era un braccio operativo della politica estera degli Stati Uniti», denuncia l’ex funzionario durante la prima amministrazione Trump. Dalla CIA alle sigle della sicurezza americana, l’USAID avrebbe addirittura partecipato a manipolazioni ed ingerenze sui Governi stranieri. […]
Secondo un report di RSF (Reporter senza confini), il blocco imposto dallo shutdown di Trump ha di fatto congelato finanziamenti da quasi 270 milioni di dollari destinati al “giornalismo indipendente”: quasi 6mila giornalisti con 300 ong e 700 redazioni, il sospetto emerso è che i finanziamenti di USAID non fosse tanto per motivi umanitari di libertà di stampa, ma un modo di imporre e manipolare l’opinione pubblica, se non anche i Governi stranieri. (Niccolò Magnani, segue link)
“USAID finanziava giornali per manipolare Governi”/ Agenzia chiusa da Trump: “soldi a ong, progetti LGBT e…”
USAID ribaltata da Trump e Musk: lo stop ai finanziamenti, i fondi ai media per manipolare con ingerenze i Paesi fuori dagli Usa
I cannot stress this enough: USAID made a formal program to promote foreign countries to pass foreign laws and regulations to influence content moderation policies of US tech platforms. https://t.co/RTkF5g1Xz1pic.twitter.com/hhhpWNEyNb
Penso che sia ormai chiaro che i NaziDEM bideno-obama-clinton-sorosiani ci hanno letteralmente FRANTUMATO i maroni per decenni con la fola delle fake news e poi erano proprio loro che foraggiavano centinaia di migliaia di pennivendoli in tutto il Mondo per propalare la loro propaganda fasulla!
Mike Benz, ex funzionario del Dipartimento di Stato sotto la prima amministrazione Trump, intervenendo nel programma del giornalista Glenn Greenwald, ha delineato un quadro sinistro dell’USAID, descrivendola come un vero e proprio braccio operativo della politica estera statunitense, spesso in collaborazione con la CIA e il National Endowment for Democracy (NED). Un’agenzia impegnata in operazioni di regime change e ingerenze politiche in Paesi stranieri.
Come ha illustrato Benz da Greenwald, infatti, USAID e NED operano in tandem in numerosi programmi volti a influenzare la politica interna di Paesi esteri. Un esempio chiave è il Sepsis Consortium for Excellence in Political Process Strengthening, un’iniziativa congiunta tra Dipartimento di Stato, USAID e NED, che avrebbe avuto un ruolo centrale nella censura online e nella promozione di leggi contro la cosiddetta “disinformazione”.[…]
Tra le varie attività “occulte”, l’USAID è stato impiegato per influenzare la politica interna dell’Ucraina e della Georgia in funzione anti-russa. Il Presidente del Parlamento della Georgia, Shalva Papuashvili (Sogno georgiano), ha lanciato dure accuse su X, affermando che l’agenzia ha speso “41,7 milioni di dollari, tramite ONG politiche, per influenzare le elezioni in Georgia, una cifra che, rapportata alla popolazione degli Stati Uniti, equivarrebbe a un’iniezione di 3,78 miliardi di dollari stranieri nelle elezioni americane”. Il dato, afferma, diventa ancora più sproporzionato se confrontato con il PIL.
“Questa ingerenza solleva interrogativi sulla responsabilità di USAID nei confronti della popolazione georgiana, soprattutto considerando che l’agenzia è stata coinvolta nella diffusione di falsi risultati PVT, contribuendo a destabilizzare le elezioni del 2020 e ripetendo pratiche simili nel 2024. È necessario chiarire come e perché milioni di dollari dei contribuenti statunitensi vengano destinati a ONG che influenzano ogni tornata elettorale in Georgia”. […]
Tra gli aspetti più controversi, come ha rivelato il giornalista Lee Fang, USAID ha finanziato la Zinc Network, un gruppo “anti-disinformazione” che ha preso di mira giornalisti e politici americani, tra cui Max Blumenthal, Vivek Ramaswamy e il deputato repubblicano Andy Biggs. L’agenzia ha inoltre sostenuto la società di PR v-Fluence, legata all’industria dei pesticidi, che ha cercato di screditare i giornalisti alimentari Michael Pollan e Mark Bittman.
Tuttavia, l’aspetto più problematico riguarda i finanziamenti a gruppi ucraini che hanno diffuso accuse infondate e pretestuose contro cittadini americani e personalità favorevoli ai negoziati di pace, presentandoli come agenti del Cremlino. Grazie alla sua rete di finanziamenti internazionali, infatti, USAID aggira le restrizioni che impediscono al governo americano di diffondere propaganda contro i propri cittadini, convogliando fondi a media come New Voice of Ukraine, VoxUkraine, Detector Media e l’Institute of Mass Information, che hanno attaccato economisti e giornalisti di spicco, tra cui Jeffrey Sachs, Tucker Carlson, Glenn Greenwald e John Mearsheimer. (Roberto Vivaldelli, segue link)
Trump smaschera l’USAID: soldi per manipolare elezioni e media
Trump ha azzerato l’USAID, rivelando il suo ruolo nel finanziare progetti controversi, influenzare elezioni e destabilizzare governi.
Geniale, poi, la nomina di Tulsi Gabbard e Robert Fitzgerald Kennedy Jr. nei loro rispettivo ruoli, sempreché il cloacale Blob di Washington, capitanato dal Padrino Globale George Soros, non riesca a porre il veto.
L’audizione al Senato USA di Tulsi Gabbard, nominata da Donald Trump alla guida delle 18 agenzie di intelligence statunitensi, è stata un fuoco di fila di tabù politici abbattuti uno dopo l’altro nella sede più solenne. Per capirci: ha dichiarato le stesse cose che scrivo da anni in libri, atti parlamentari e articoli guadagnandomi lo stigma di “complottista” e altri attacchi insultanti presso le officine dei media dominanti: cioè che al-Qāʿida e la galassia jihadista sono stati meri strumenti di Washington e che tutte le guerre degli ultimi venticinque anni (per stare solo al nostro secolo) sono state fatte dal governo statunitense sulla base di falsi pretesti e con effetti destabilizzanti e criminali. (Pino Cabras)
Oggi sappiamo che il Blob, cioè il DEMoniaco Deep State di Washington ha perso questa battaglia!
Tulsi Gabbard ha vinto la sua battaglia. Contro ogni previsione, l’ex deputata democratica delle Hawaii, feroce critica dell’interventismo militare e del neoconservatorismo, è stata confermata dal Senato mercoledì direttore dell’intelligence nazionale (DNI) con un voto finale di 52 a 48. Tutti i senatori democratici hanno votato contro Gabbard, incluso Bernie Sanders, che Gabbard sostenne in occasione delle elezioni presidenziali del 2016. L’unico senatore repubblicano ad unirsi ai dem è stato Mitch McConnell del Kentucky. […]
Prima persona di fede induista eletta al Congresso, Gabbard ha spesso criticato la politica estera degli Stati Uniti, in particolare il sostegno di Biden all’Ucraina e le operazioni di Obama in Siria. Nel 2017, visitò Damasco e incontrò il presidente siriano Bashar al-Assad, scatenando polemiche. Nel 2019, dichiarò che Assad “non è il nemico degli Stati Uniti” e si oppose al coinvolgimento americano nella guerra in Siria, sostenendo che i tentativi di cambio di regime in Iraq, Libia e Siria hanno avuto conseguenze disastrose per gli Stati Uniti e le popolazioni locali. […]
Accusata di essere un “asset russo” e “amica dei dittatori” da liberal e neocon, Gabbard è avversaria dell’establishment della politica estera di Washington, quel “Blob” descritto dal professor Stephen M. Walt (docente di Harvard) che si riferisce a quell’insieme di esperti, analisti, think-tank che promuovono l’interventismo e una politica estera aggressiva. Secondo Walt, il “Blob” include persone che si muovono tra governo, think tank e accademie, e che hanno sostenuto e promosso una strategia di politica estera che mira a utilizzare il potere militare americano per rimodellare il mondo secondo le preferenze e i valori politici degli Stati Uniti, con conseguenze spesso disastrose non solo per l’America ma per il mondo. […]
Una postilla. Sui social, la conferma di Tulsi Gabbard a Direttrice dell’Intelligence Nazionale ha riportato l’attenzione su Myrotvorets, il controverso sito ucraino legato al governo che include Gabbard nella sua “lista nera” di persone considerate nemiche degli interessi nazionali. Una presenza che rischia di provocare imbarazzi e ulteriori tensioni tra Washington e Kiev. (Roberto Vivaldelli, segue link)
Tulsi Gabbard confermata alla direzione dell’intelligence Usa
Tulsi Gabbard, ex deputata democratica, è stata confermata dal Senato come direttore dell’intelligence nazionale.
Non è ultroneo ricordare ai Liberalfascisti agglutinati attorno al PD che i due macellai DEM Barack Obama e Khillary Clinton hanno creato, armato e foraggiato l’Isis di Abu Bakr al-Baghdadi, e il tutto mediante il Deep State di George Soros.
Gabbard ha tenuto testa a parlamentari totalmente disabituati all’esposizione di verità così scandalose e imbarazzanti. Non so se alla fine avrà quei 51 voti su 100 che le servono, perché le reazioni di una parte della politica e dei bugiardi dei media sono furibonde e senza precedenti: gli interessi minacciati sono immensi. Ma di certo gli effetti saranno durevoli e nulla potrà essere come prima. Trump ha puntato la prua contro il mondo “neo-con” che con ogni probabilità non è estraneo alle pallottole che lo hanno sfiorato. Perciò ha voluto dare un ruolo chiave a una figura come Tulsi Gabbard (così come sulla Sanità ha sfidato la super-mafia farmaceutica lanciando Robert Kennedy Jr.). […]
Trump ha scelto personalità leali, una squadra in cui la forza di ogni soggetto – scelto per la fedeltà – è bilanciata da un contropotere. Tra falchi e colombe, per evitare la paralisi interviene un arbitro che decide con poteri rafforzati, cioè Trump. Divide et impera.
Credo che questi elementi spieghino meglio di qualsiasi propaganda i sassi che smuovono lo stagno di Washington. (segue link)
Pino Cabras: Tulsi Gabbard e la Glasnost di Donald
Con buona pace di quelli che mi hanno voluto affibbiare l’etichetta di filo-Putin e di anti-americano, è proprio nel cuore delle istituzioni statunitensi che si stanno rivelando i fatti che ho sempre raccontato. L’audizione al Senato USA di Tulsi Gabbard, nominata da Donald Trump alla guida delle 18 agenzie di intelligence statunitensi, è stata un fuoco di fila di tabù politici abbattuti uno dopo l’altro nella sede più solenne. Per capirci: ha dichiarato le stesse cose che scrivo da anni in libri, atti parlamentari e articoli guadagnandomi lo stigma di “complottista” e altri attacchi insultanti presso le officine dei media dominanti: cioè che al-Qāʿida e la galassia jihadista sono stati meri strumenti di Washington e che tutte le guerre degli ultimi venticinque anni (per stare solo al nostro secolo) sono state fatte dal governo statunitense
In poche parole, la vittoria di Trump ha portato nuova linfa contro il Nazistico Wokeismo ed enorme energia nella lotta al satanico Follemente Corretto (definizione di Luca Ricolfi) o di quello che Diego Fusaro descrive come Politicamente Corretto ed Eticamente Corrotto.
Ovviamente non sono i soli a pensarla in siffatto modo, mentre gli Oligarchi si trasferiscono armi e bagagli nella Corte Trumpiana, financo Mark Zuckerberg che fa mea culpa per la censura applicata sui suoi social dai pasdaran del politically correct come i vigilantes del mentaniano Open, cassati di colpo.
Perché i ceo delle Big Tech sostengono Trump? Il commento di Rampini | LA7
Federico Rampini ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita.
Grazie a Donald Trump, le Vere Donne, anche Femministe, vengono salvate dai Turpi e Satanici Transfemministi Intersezionali che, con il pretesto di “percepirsi” donne lesbiche – con tanto di minkia! – entrano nelle sezioni femminili delle carceri e finiscono con lo stuprare le Donne carcerate!
Gli squadristi Transfemministi Intersezionali, grazie ai DEMoniaci “Democratici” occidentali, rubano tutti i Diritti riservati alle Vere Donne, tanto che una Vera Donna Femminista come J. K. Rowling è stata minacciata di morte dagli squadristi Finte Donne Transgender.
Leggo sul mainstream fascista occidentale deliranti discorsi sul Patriarcato: ma i Veri Patriarcali sono i Violentatori Transgender Uomini che si fingono donne e che cercano di abusare delle Vere Donne, financo entrando nei loro bagni e nelle carceri femminili.
Grazie a Trump l’America è tornata ad uno status quo in cui le Donne sono Donne e gli Uomini sono Uomini, mentre i DEMoni Transgender in (falso) cambio di identità sono tornati ad essere considerati dei pervertiti. Con Trump l’America ha finalmente assunto una postura antitetica alla ideologia spazzatura Wokeista del Non-Binario!
Un esempio eclatante ed emblematico è quello della fattispecie dei maschi “non-binari” che si percepiscono donne ma lesbiche, e continuano a tenersi il pene e vestirsi da uomo!Davvero kafkiano!
Non è un caso se le Vere Donne Lesbiche sono in guerra con la Comunità LGBTQQIAXYZ+∞.
Al riguardo la posizione di Arcilesbica:
La posizione di Arcilesbica non è cambiata: “Il queer decentra le donne (…) nullificando le donne, ora intese come costrutto linguistico instabile e permeabile. Si tratta- concludono le autrici- di un’occupazione di identità, o furto di identità, operata verso l’umanità femminile, in cui noi lesbiche diventiamo a nostra volta solo un nome”. (segue link)
Il manifesto di Arcilesbica: “Il queer decentra le donne e le nullifica”
Le attiviste spiegano la frattura con il resto della comunita’ Lgbtqi+
Anche la Corte Suprema Britannica va contro l’immondo Woke-Laburista Keir Starmer e contro il nazistico movimento Queer:
Il 16 aprile 2025 la Corte suprema del Regno Unito ha stabilito che, ai sensi della legge britannica sulle pari opportunità (Equality act), il termine “donna” si riferisce unicamente a chi è nata biologicamente di sesso femminile.
Il giudice Patrick Hodge ha dichiarato che cinque giudici della Corte hanno preso la decisione in modo unanime, affermando che “i termini ‘donna’ e ‘sesso’ nella legge sulle pari opportunità si riferiscono a una donna biologica”.
Questa sentenza esclude quindi le donne trans dalla definizione legale di “donna” all’interno dell’Equality act. Anche se una persona ha ottenuto un certificato legale di riconoscimento del genere femminile, non sarà considerata donna ai fini delle tutele previste per la parità di genere. […]
A poche settimane dalla sentenza della Corte suprema britannica, la Football association (Fa), la federazione calcistica d’Inghilterra, ha annunciato che, a partire dal primo giugno 2025, le donne trans nel Regno Unito non potranno più competere nelle gare femminili.
Anche la Federcalcio scozzese ha comunicato che applicherà un divieto simile all’inizio della stagione calcistica 2025-2026. Le nuove regole si estenderanno a tutto il calcio femminile, sia a livello professionistico che dilettantistico, in Inghilterra e Scozia. (segue link)
Quali conseguenze ha avuto la sentenza della Corte Suprema britannica relativa alle persone trans
La storica sentenza della Corte Suprema riguardante le persone trans nel Regno Unito ha profonde implicazioni sull’inclusione e i diritti nella vita pubblica e lavorativa
Dulcis in fundo, grazie a Trump-Musk, il delirante disegno del Greenismo Ecofascista, che vorrebbe togliere la possibilità di locomozione al ceto medio che, finora, ha fruito delle efficientissime auto a combustione interna, e, al contempo, vorrebbe portare a morte miliardi di Poveri, è destinato a fallire.
Non va obliato che i terroristi Greenisti sono stati foraggiati dalla Baronessa Furfantessa von der Leyen!
‼️Scandalo Green Deal: foraggiano i loro amici estremisti dell’ambiente per le loro “politiche green”.
Intanto lavoratori a casa e agricoltori in piazza senza prospettive. #lega#patriotipic.twitter.com/9UjhYEDExv
Satiricamente, dispiace davvero che, mediante la legge Basaglia, siano stati chiusi i manicomi, altrimenti non assisteremmo a siffatte, deliranti, weltanschauung:
Questi fanatici pasdaran greenisti wokeisti affermano che c’è un deragliato 1% della popolazione italiana (e occidentale) la cui sensibilità antipatriarcale è offesa dai Lego!
La furia iconoclasta dei Nazi-Wokeisti Uccidentali ora si abbatte sui plasticosi mattoncini e sui loro succedanei!
Ebbene sì, questi DEMenti, questi schizoidi deliranti, chiedono che il diritto della Maggioranza e cioè il 99% che vuole utilizzare i Lego (o similari) per aumentare la creatività dei propri figli, venga conculcato dai folli Wokeisti che delirano di “Patriarcato” e “Maschilismo Tossico”.
La furia ideologica sinistra si è scagliata anche contro i ‘Lego’: i mattoncini sarebbero dei pericolosissimi strumenti orditi per scolpire nella mente dei bambini che “l’eterosessualità è la norma”
La disadattata che scrive per Repubblica vuole abolire i Lego, Giuseppe Cruciani la spenna in diretta
Ovviamente siffatti deliri traggono linfa vitale dagli psicopatici follemente corretti di altri Paesi.
I Lego accusati di omofobia: il ragionamento ambiguo del Science Museum di Londra
Un’esposizione solleva polemiche: i Lego rafforzerebbero l’eteronormatività
Infine arriviamo alla domanda del kaiser del delirio wokeista a Sanremo 2025:
I Wokeisti Liberalfascisti di Sinistra sono “fascisti” esattamente come l’Ultradestra Neoliberista attualmente ipostatizzata al governo in Italia o in Ungheria. Una chiosa al sociologo della Vera Sinistra, Luca Ricolfi:
L’imperativo dell’inclusione, che a partire dagli anni novanta ha via via preso il posto dell’ideale dell’eguaglianza, ha completamente sovvertito le gerarchie di priorità classiche della sinistra. Al posto degli operai e delle donne sono subentrati gli immigrati e le minoranze sessuali: inizialmente solo lesbiche, gay, bisessuali, poi anche transessuali, queer, intersessuali, asessuali, e da ultimo purepansessuali e kinky, dove kinky significa appassionati di giochi erotici più o meno perversi o sadomasochistici.
E al posto delle lotte per il salario, l’occupazione, la casa, la sanità sono subentrate le grandi “battaglie di civiltà”, per i diritti civili e il riconoscimento delle minoranze sessuali, collettivamente riunite sotto il grottesco acronimo LGBTQIAPK+, una invenzione lessicale da fare invidia a Calvino, che con il vecchio Qfwfq delle Cosmicomiche si era fermato a 5 lettere.
Questa scelta pro-inclusione delle minoranze piuttosto che pro-eguaglianza è strana, anche se comprensibile. È strana, perché milioni di donne vorrebbero lavorare e non possono farlo (abbiamo il tasso di occupazione femminile più basso fra i paesi dell’Unione Europea). È strana, perché sanità, asili nido e abitazioni sono da decenni emergenze sociali drammatiche.
È strana, perché il più grande gruppo sociale oppresso e sfruttato sono i tre milioni di occupati (e relative famiglie) che lavorano in condizioni para-schiavistiche, una realtà di cui i campi di raccolta in cui è stato lasciato morire Satnam Singh sono solo la punta dell’iceberg. Ed è tanto più strana, quella scelta, se pensiamo che una frazione consistente di quei tre milioni di para-schiavi è costituito da immigrati.
Ma è anche comprensibile, quella scelta di dimenticare le vecchie battaglie per l’eguaglianza. Puntare tutte le carte sui diritti dei migranti, degli omosessuali, dei bisessuali e transessuali ha l’enorme vantaggio di costare nulla o quasi nulla, mentre affrontare anche uno solo dei grandi problemi sociali del paese – come l’iper-sfruttamento, la mancanza di posti di lavoro per le donne, i guai della sanità pubblica – avrebbe costi economici e politici giganteschi.
Migranti, immigrati…
Anche la terminologia tradisce l’inganno. Si preferisce parlare di “migranti”, perché migrante evoca l’avventura del viaggio, l’epica dei salvataggi, il coraggio di chi parte e l’eroismo di chi salva, mentre “immigrati” rischia di far pensare alle paure e ai problemi sociali suscitati da milioni di persone abbandonate a se stesse nelleperiferie, o avviate a ingrossare l’esercito industriale di riserva (così lo chiamava Marx) che fornisce manodopera a basso costo nei settori ad alto impiego di lavoro nero.
Soprattutto: occuparsi degli immigrati, stanziando risorse adeguate e combattendo para-schiavismo e sfruttamento, ha costi economici e politici altissimi; aiutare i migranti ad arrivare sani e salvi in Italia – come si fece una decina di anni fa con l’operazione Mare Nostrum – ci rende fieri della nostra umanità, e costa infinitamente di meno.
Ritroviamo qui, pari pari, il meccanismo che avevamo incontrato parlando delle strategie delle grandi imprese e delle grandi organizzazioni. Sottoscrivere l’agenda woke consente sensibili miglioramenti di immagine a costi molto contenuti, mentre migliorare la qualità dei prodotti o le condizioni di lavoro dei dipendenti comporta sempre costi ingenti.
C’è una differenza, però, fra le imprese commerciali e le imprese politiche. Il “fatturato” di un’impresa politica, qual è un partito progressista, è dato dal consenso elettorale, ovvero dal numero di voti. E il consenso elettorale non dipende solo dall’immagine, ma anche dagli interessi di cui ci si fa difensori, ovvero da quello che di te pensano gli elettori. È un po’ come se, a determinare l’immagine di un’impresa, non contribuissero solo la pubblicità e il gradimento dei consumatori, ma anche le opinioni dei suoi dipendenti.
È qui che il follemente corretto ha inguaiato la sinistra. Ponendo in cima alla graduatoria le minoranze sessuali e i migranti, l’azienda-sinistra ha finito per ignorare quasi totalmente il punto di vista dei suoi dipendenti-elettori storici, ovvero quei ceti popolari che, da una trentina di anni, vedono l’immigrazione [e il Wokeismo, come il transfemminismo intersezionale, Nota nostra] come un problema – di sicurezza e di concorrenza – e del follemente corretto non condividono né capiscono le ragioni. (Luca Ricolfi, “Il Follemente Corretto”, La Nave di Teseo)
Il Maiale Napoleone von der Leyen, le Galline Decollate e i Capponi con la testa rivoltata all’indietro che (s)governano NaziUE e dintorni e che starnazzano contro Putin. vogliono portarci alla Guerra contro la Russia, dimentichi del fatto che il Cremlino potrebbe decidere di bombardare con armi nucleari la Danimarca (o un qualsiasi altro Paese Europeo) – con il placet di Donald Trump – il quale potrebbe occupare manu militari la Groenlandia con il placet di Putin!
Fantascienza? No! Geopolitica.
E poi lo voglio vedere quel Coglion di Napo-Macron che attacca la Russia con la sua obsoleta Force de Frappe, con cui al massimo può farci il Frappè, i cui arrugginiti missili nucleari vorrebbero immediatamente abbattuti, mentre i missili ipersonici russi riporterebbero alla preistoria tutta la Francia (o quel poco che ne rimarrà).
Ancor meglio andrebbe se la Russia incenerisse atomicamente i Barbari di Albione!
La UE, che ha già subito la rottura dei rapporti con la Russia imposta dagli USA (si pensi al sabotaggio USA del North Stream) causa prima della incipiente recessione economica, sotto l’ipnosi indotta dalla volontà inglese – che intervengono per sabotare ogni trattativa di pace – […], piuttosto che riattivare la diplomazia con la Russia, negoziando con essa il ripristino dell’architettura di sicurezza europea, ha varato la risoluzione 0146/2025 che pretende di portare l’Europa in guerra con la Federazione Russa schierandosi incondizionatamente con Kiev, impegnandosi a fornire più armamenti e a revocare i precedenti limiti sull’uso delle armi fornite autorizzando a usarle per colpire in profondità la Russia, rimuovendo le gravi conseguenze inscritte nella nuova dottrina nucleare russa.
Il punto 32 della risoluzione invita esplicitamente gli Stati membri a prepararsi per “le evenienze militari più estreme“ e sottolinea la necessità di ridurre gli ostacoli presenti nelle legislazioni nazionali e dell’UE che potrebbero compromettere le esigenze di difesa e sicurezza europee. Come è noto sono già state proposte modifiche alla legge 185/1990 sul commercio di armi in Italia che mirano a ridurre la trasparenza e i controlli sull’export di armamenti [1].
L’art. 11 dalla Costituzione che ripudia la guerra in generale ed in particolare come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, è, per fortuna, intangibile perché parte dei primi dodici articoli che non possono essere né rimossi né riformabili. Questi articoli sono considerati il cuore della Costituzione e non possono essere modificati nemmeno attraverso il procedimento di revisione costituzionale previsto dall’articolo 138.
Le conseguenze economiche del ReArm Europe
Nel 2025, il debito pubblico italiano in scadenza che dovrà essere rinnovato, ammonta a circa 350 miliardi di euro. Si tratta di titoli di Stato che necessitano di essere rifinanziati per mantenere la stabilità economica del paese. […]
Non a caso per il Financial Times“l’unico modo per l’Unione di finanziare una difesa comune è il taglio dello stato sociale” che oltretutto afferma che se sinora ci siamo potuti permettere, in Europa, il welfare universale è perché abbiamo potuto godere della protezione militare statunitense. Ora che ne siamo orfani ci dovremmo rassegnare a rinunciarvi somigliando così proprio agli USA che ne sono privi. Insomma, dovremo rinunciare al welfare per il warfare.
Le priorità dell’Unione, con i fondi sottratti ad altri settori come il welfare, la scuola, gli ospedali, le aree marginali, la transizione verde e l’adattamento ai cambiamenti climatici in una Unione Europea che secondo la retorica corrente delle origini era nata per tutelare la pace e il disarmo stanno cambiando con la diffusione propagandistica della psicosi del pericolo russo e del tradimento di Trump.
Scriveva A. Spinelli: «Per quanto non si possa dire pubblicamente, il fatto è che l’Europa per nascere ha bisogno di una forte tensione russo-americana, e non della distensione, così come per consolidarsi essa avrà bisogno di una guerra contro l’Unione Sovietica, da saper fare al momento buono».
Già Spinelli rimuoveva il fatto che i russi dopo il secondo conflitto mondiale non hanno potuto non diventare una super potenza nucleare e che sconfiggerla è perciò praticamente impossibile. Sin dall’inizio l’attuale Federazione Russa ha avvertito che se fosse la Nato a muoverle guerra in modo esplicito quel conflitto rischierebbe di tramutarsi in una guerra nucleare così come previsto dalla recente revisione della sua dottrina nucleare. Bisogna ancora ricordare che i russi hanno 6000 testate nucleari più vettori missilistici nucleari ipersonici non intercettabili. (Francesco Cappello, segue link)
Francesco Cappello: Le conseguenze economiche del ReArm Europe
Le conseguenze economiche del ReArm Europe
Una pericolosissima operazione tutta finanziaria
di Francesco Cappello
La riconversione bellica, Smantellamento del welfare a vantaggio del warfare
L’Unione europea, che ha già subito la rottura dei rapporti con la Russia imposta dagli USA (si pensi a…
Ma le galline starnazzanti che (s)governano Bruxelles ed Europa sono talmente isteriche e decerebrate da non aver capito che Putin non bleffa: la Russia utilizzerà armi nucleari tattiche o anche strategiche se la UE-EU continuerà nella sua folle strategia di aggressione alla Federazione Russa, con Donald Trump che non muoverà neanche un dito, avendo raggiunto in quel momento un pieno accordo con Vladimir Putin.
Come ha rivelato e rilevato un filone importante della storiografia inglese (David Blake, Cristopher Story, Bernard Connelly, e tanti tanti altri, compreso Winston Churchill),la UE-EU è la reviviscenza del Terzo Reich Hitleriano!
In the EU, celebrating the destruction of the Nazi third Reich by the Soviets is now officially a bad thing.
That’s because the Fourth Reich of Von Der Liar, Kallas, and their bullies want to erase history, demonise sovereignty, and normalise the abnormal across society. pic.twitter.com/HL3dcv6JgD
Secondo Christopher Story, i nazisti fondarono il Centro geopolitico tedesco nel 1942 come think tank per produrre una strategia a lungo termine per conquistare l’Europa nel caso in cui avessero perso la guerra, e le loro idee furono esposte nell’Europaische Wirtschaftsgemeinschaft, ovvero Comunità economica europea (CEE), pubblicata nel 1942, durante una conferenza all’Università di Berlino.
Non so se è chiaro; i Nazisti più lungimiranti avevano capito che il Terzo Reich era destinato alla sconfitta, ma fecero di tutto affinché la sua immonda ideologia totalitaria rimanesse in vita. Così è stato con la CEE prima e la UE oggi.
Indipendentemente dal fatto che l’UE sia una creazione diretta dei nazisti, ci sono sicuramente alcuni collegamenti nazisti con l’UE. Walter Hallstein, il primo presidente della Commissione europea, era stato membro sia del Bund Nationalsozialistischer Deutscher Juristen (Associazione degli avvocati nazionalsocialisti tedeschi) che dell’Organizzazione nazista Rechtswahrer.
Paul Henri-Spaak, uno dei fondatori della CEE, si definì apertamente un nazionalsocialista e considerò i risultati di Hitler “magnifici”.
Documenti trapelati dalla conferenza Bilderberg del 1955 in Germania rivelano che i delegati stavano progettando di creare un’Unione Europea con una moneta unica. Uno dei fondatori del gruppo Bilderberg fu il principe Bernardo dei Paesi Bassi, un ex ufficiale delle SS naziste. (seguono link)
Did the Nazis Create the European Union? | World History
The roots of the European Union date back to the 1920s. However leading Nazis also planned the creation of a European Union during the time of World War II.
The Origins of the European Economic Community - Berlin 1942
Official Post from Common Law Assent - the Pushback
LE RADICI NAZISTE DELLA UE – 2
Sono innumerevoli gli studi che provano le radici nazisti della CEE ora UE, ma limitati quasi esclusivamente alla Gran Bretagna. In Europa vige un Maßnahmenstaat simil-nazista per cui chiunque non diffonda la propaganda di regime instillata da Les Chiens da garde controllati dal Defattualizzatore Globale Soros si vede arrivare spaventose randellate mediatiche (ex plurimis citiamo il Prof. Alessandro Orsini).
Un piano per una Comunità economica europea fu proposto per la prima volta nel 1942. [in quell’anno si tenne] una conferenza presso la Berlin School of Economics, parte dell’Università di Berlino – sul tema della creazione di una “Comunità economica europea”. Tra i relatori figuravano accademici, ministri del governo e professionisti del settore. È stato pubblicato un volume del convegno Europäische Wirtschaftsgemeinschaft (EWG), successivamente tradotto in inglese.
Ciò che è particolarmente interessante è che lo stesso termine “Comunità economica europea” (CEE) è stata adottata dai principali padri fondatori dell’Unione Europea, Jean Monnet e Robert Schuman. […]
Esistono numerose somiglianze sorprendenti tra il Piano del 1942 e la Comunità Economica Europea introdotta il 25 marzo 1957:
L’istituzione di un sistema amministrativo centralizzato e altamente burocratico nella forma della Commissione Europea.
L’esercizio della leadership economica e politica attraverso le “Direttive” – lo stesso termine utilizzato [a suo tempo dal nazista Heinrich] Hunke – dalla Commissione per massimizzare lo “sforzo economico comunitario”.
Da allora sono state emanate più di 80.000 direttive, compresi “regolamenti e decisioni”.
Solo negli ultimi 25 anni ce ne sono stati più di 50.000, provenienti da più di 150 gruppi di lavoro e comitati specializzati, noti come “Corpi Preparatori del Consiglio”. […]
Proprio come Walther Funk amava dire “Abbiamo tutto a portata di mano attraverso i mezzi autoritari dello Stato per riportare queste cose tempestivamente all’ordine”, anche Juncker ripeteva: “Non può esserci alcuna scelta democratica contro i Trattati europei”. (Prof. David Blake, Università di Londra).
Apoditticamente noi Europei siamo prigionieri della NaziUE.
E giusto per fare presente il livello ossessivo di controllo distopico e isterico dei burocrati della NaziUE, essi sono arrivati a stabilire quale debba essere la lunghezza delle vongole!
Seguono i link:
Striking Similarities: The Origins of the European Economic Community | ResearchGate
A Plan for a European Economic Community was developed at the University of Berlin in 1942. There are striking similarities with the European Economic Community that was introduced in 1957
The Europäische Wirtschaftsgemeinschaft - Berlin 1942 - PDF
Issued by:
The Society of Berlin Industry and Commerce and the Berlin School of Economics
Di seguito l’apporto dell’inclito Avv. Marco Mori, facendo riferimento al successo del Grande Movimento Democratico conosciuto come Brexit, che ha permesso alla Gran Bretagna di affrancarsi dalla cappa totalitaria dell’Unione Europea, dominata dal Reichsführer George Soros:
Lo storico voto del brexit ha avuto un altro vantaggio. L’UE ha definitivamente mostrato la sua natura, assimilabile solo ad un altro totalitarismo ben conosciuto: il nazismo. L’UE oggi è un ordinamento di carattere spiccatamente imperialista che punta a sottomettere chiunque non si pieghi al proprio volere, che poi non è altro che quello della grande finanza. In sostanza, come ho riferito al Parlamento Europeo davanti al gruppo EFDD, l’UE è il primo totalitarismo finanziario della storia.
Proprio su questo punto si nota la differenza principale tra il nazismo “storico” e questo nuovo modello. Mentre il nazismo nasceva come risposta al neoliberismo, questa nuova dittatura è propriamente l’essenza del neoliberismo e punta a distruggere ogni altro Stato nazionale che osi rifiutare il mantra del mercato “uber alles” (sopra tutto!).[…]
Il kapò Martin Schulz [della SPD, cfr. infra] parimenti, già prima del referendum, aveva criticato il referendum “Cameron scandaloso, tiene in ostaggio un intero continente”. Strano, stranissimo concetto di democrazia. Le opinioni, peraltro assolutamente legittime della maggioranza, secondo questi soggetti non dovrebbero contare più. […]
Non sono poi mancate le classiche dichiarazioni contrarie alla decenza di Mario Monti (cosa faccia costui ancora a piede libero è un mistero…), che ha precisato che il referendum é stato un uso irresponsabile delle democrazia. Che vi deve dire ancora questo soggetto inqualificabile per farvi capire che desidera e vuole imporre definitivamente una dittatura nel continente? […]
A proposito di nullità nostrane, come non rimarcare Giorgio Napolitano, che ha definito il naturale corso della democrazia “una scelta sciagurata”. Non avevamo dubbi su cosa pensasse chi ha dedicato la vita a leccare il culo al potere in ogni sua forma. Siccome oggi il potere è quello della finanza internazionale, Napolitano ha subito deciso dove ricollocare la sua lingua felpata. […]
Dire che la democrazia è un male da estirpare oggi è diventato di moda in questa Europa nazista. E paradossalmente per i media gli estremisti sono coloro che, come me, denunciano duramente questo stato di cose.
Tra gli esponenti più squallidi del giornalismo italiano, oltre Gianni Riotta, che ha avuto l’indecenza di rimarcare che la povera Jo Cox è morta invano, anche questa Nathania Zevi merita menzione. Ci ha infatti deliziato così:
Si è poi affrettata a dire che era una provocazione, certo che lo era! Era una provocazione all’intelligenza!
Merita lo screenshot anche il tweet di Alan Friedman, altro autentico spirito liberale:
Insomma si rispetta la democrazia, ma chi ha votato come non la pensa lui è un cretino. […]
Gli euro-nazisti vanno fermati, il tempo è sempre meno e la loro pericolosità per la pace mondiale aumenta di giorno in giorno. (Marco Mori, segue link)
La dittatura nazi-UE dichiara guerra alla Gran Bretagna. Ecco le dichiarazioni post brexit più incredibili.
Lo storico voto del brexit ha avuto un altro vantaggio. L’UE ha definitivamente mostrato la sua natura, assimilabile solo ad un altro totalitarismo ben conosciuto: il nazismo. L’UE oggi è un ordinamento di carattere spiccatamente imperialista che punta a sottomettere chiunque non si pieghi al propri…
LA UE-EU DI URSULA PFIZER VON DER BOMBEN-LEYEN È DAVVERO LA REVIVISCENZA (GROTTESCA) DEL TERZO REICH HITLERIANO
Se ancora qualcuno avesse nutrito dei dubbi, ora, con il nazistico ReArm Europe la UE-EU getta la maschera. il suo riferimento ideologico sembra proprio essere il bellicismo nazifascista.
Nell’immagine che segue l‘Orwelliano Maiale Napoleone Ursula Pfizer von der Bomben-Leyen riceve applausi frenetici e isterici dall’Europarlamento mentre declina con lo scolapasta il suo antidemocratico Programma di Riarmo EUropeo.
Immagine Satirica.
Iconico l’editoriale del sempre icastico Marco Travaglio.
Fra i tartufi più pregiati che sabato in San Pietro concorreranno alla Fiera della Trifola, altrimenti detta funerale del Papa, svetta la baronessa Ursula von der Leyen, autrice del piano di riarmo da 800 miliardi che Francesco ha scomunicato nell’ultimo Angelus di Pasqua. Per non far capire di che si tratta ed evitare il seccante dibattito in aula che avrebbe sbugiardato le sue menzogne, questa nullità tenuta insieme dalla lacca ha escogitato un trucco da magliara: appellarsi all’art. 122 dei Trattati, che che consente in caso di emergenze eccezionali per uno Stato di approvare i provvedimenti dell’esecutivo senza passare dall’assemblea legislativa (unico organo elettivo).
Le rare opposizioni han fatto ricorso alla Commissione giuridica (Juri). Ma lei, tronfia come la cofana che porta in testa, era certa che il Servizio giuridico del Parlamento le avrebbe dato ragione. Invece le ha dato torto. E ieri la Juri le ha dato il resto, bocciando all’unanimità la decisione di aggirare l’aula proprio sull’atto più importante dei suoi cinque anni di mandato: il prestito Ue e la deroga al Patto di stabilità per riarmare i 27 Stati membri, ma soprattutto uno (il suo: la Germania). […]
Al momento, di certo ci sono soltanto due dati: il piano di riarmo è fuorilegge; e a calpestare le più elementari regole democratiche è la stessa Commissione che dà patenti di democrazia e antidemocrazia a destra e a manca, in nome di depositaria di alti “valori” che è la prima a tradire. […]
A riprova del fatto che i sedicenti “democratici” europei sono sempre più simili agli autocrati che dicono di combattere, ma con una fondamentale differenza: sono molto più stupidi.
Già, i sedicenti “democratici” europei sono come Michele Serra, un giornalista che difende il regime dittatoriale e fascista di Kiev, tanto che il termine serrapiattismo verrà presto registrato dalla Treccani come neologismo sinonimo di bellicismo isterico e irrazionale.
“Sii forte”; “Sii coraggioso”; “Non avere paura”: dopo aver assistito alla scazzottata nello Studio Ovale dell’altro giorno, i leader europei volevano in tutti i modi fare in modo che il compagno Zelensky sentisse il loro sostegno incondizionato e lo stimolo giusto per non mollare l’osso. E cosa c’è di meglio che un bel messaggio motivazionale? Beh, chiaro: 4 messaggi motivazionali, da Dombrovskis a Costa, dalla Metsola alla Borderline, tutti uguali; un messaggio in codice?
Zele’, guarda, ti vogliamo bene, ma da quando c’hanno tolto l’USAID a fondi per la comunicazione stiamo messi maluccio e il massimo che ci possiamo permettere è un copincolla: figurati se ce n’abbiamo abbastanza per permetterti di continuare a fare la guerra a Putin; però oh, te tieni duro, eh? D’altronde, “la tua dignità onora il coraggio del popolo ucraino” […]
In Italia, un giornale che ormai leggono solo alcuni parenti stretti dei giornalisti, ma che è ancora influente tra i 25 iscritti al PD, ha addirittura fatto un appello per una manifestazione contro i negoziati, per l’escalation il riarmo, in nome del suprematismo eurocentrico: si chiama La Repubblichina; l’appello l’ha fatto questo Michele Serra, non so se l’hai mai sentito; era un comico di livello infimo, tipo te, che poi come te è diventato un guerrafondaio sfegatato e un ammiratore dei lettori del Mein Kant, però, a differenza tua, non mi risulta sappia suonare il pianoforte col cazzo.
Anzi, non sono sicuro manco ce l’abbia, un cazzo; le palle no di sicuro, però ha questa capacità di farle diventare enormi agli altri: basta anche un breve sguardo e, al posto delle palle, ti ritrovi due piccole mongolfiere. […]
Hai visto la premier, poi? L’amica tua, lì: la Meloni. Che dici? Ci sei rimasto male che se la fa un po’ anche con Trump e che guarda co l’occhi a cuoricino Musk? Vabbeh, a Zele’, ma non è che me poi fa il permaloso, eh? Ma ce l’hai presente la Meloni? Quella, quand’era ragazzina diceva che Mussolini era un grande statista che aveva fatto tutto per l’Italia: è come se uno dicesse che te sei un grande statista e hai fatto tutto per l’Ucraina. Uguale! Cioè, questo l’ha fatto invadere il Paese, l’ha fatto perde la guerra, tipo te, e loro: “Grande! Un visionario! Un vero patriotta!” Che soggetti…
Poi, mettiti nei suoi panni: qua c’è mezza Europa che ora è nel panico perché ha paura d’esse abbandonata dal padrone; figurati la Meloni! Quella, di padroni ce n’aveva due: uno a Bruxelles – che poi, vabbeh, facciamo prima a dire a Francoforte – e poi uno a Washington; e ora rischia d’esse abbandonata da tutti e due. […]
Hanno iniziato a dire che l’Occidente ha perso la guerra e che ora la faranno pagare ai cittadini europei e, giustamente, dicono che, da che mondo è mondo, se uno è così coglione da portarti in guerra e così doppiamente coglione, poi, anche da perderla, poi (giustamente) si dovrebbe levare gentilmente dai coglioni. Proprio tutti, dicono, eh? Centrosinistra, centrodestra, giornali, sindacati: li chiamano parassiti e dicono che devono andare #TUTTIACASA. (OttolinaTV, segue link)
I progressisti scendono in piazza per difendere il diritto a scatenare la terza guerra mondiale
“Sii forte”; “Sii coraggioso”; “Non avere paura”: dopo aver assistito alla scazzottata nello Studio Ovale dell’altro giorno, i leader europei
Ovviamente ci sono tantissimi come noi che – con piena ragione – continuano onestamente a considerare la serrapiattista Ursula Pfizer von der Bomben-Leyen come la Baronessa Furfantessa e ne chiedono l’arresto.
Ecco il kit per la sopravvivenza alla guerra nucleare presentato da una dei tanti DEMenti di cui è infarcita la Commissione von der Bomben-Leyen 2.0, certa Hadja Lahbib:
Today, the EU launches its new #Preparedness Strategy.
Beh, certo. Vi arriva un Oreshnik ipersonico nucleare a una decina di chilometri da casa e voi cosa fate? Chiudete le porte, non le finestre, mentre il coperchio del cesso sì, e vi mangiate, mentre giocate a carte, una scatoletta di Simmenthal, trastullandovi con il coltellino svizzero e con il paracetamolo.
Ve lo ricordate il paracetomolo e la vigile attesa? La vigile attesa della morte per chi si era vaccinato con il vaccino assassino di Pfizer, in attesa di finire all’obitorio col paracetamolo?
Altri tempi, ma c’è sempre il paracetamolo a condurre verso la morte. Ehehehehe!
All’inizio volevo divertirmi a prendere per la giusta parte anatomica, l’unica del resto ravvisabile, i consigli dell’Ue per le emergenze e per la guerra con la Russia che Bruxelles vuole, evoca e spera in un delirio di disperazione. Sembra di sognare sentendo la ministra per gli stati di crisi, tale Hadja Lahbib, dirci, naturalmente in inglese, che dobbiamo avere scorte di acqua e di cibo per tre giorni, tenerci una pila a disposizione e chiudere le finestre. [,,,]
Di fronte a queste gag irresistibili, a queste esternazioni infantili di demenza e di miseria intellettiva, scappa da ridere, ma da troppo tempo ci siamo raccontati che “una risata li seppellirà”: battute su tutto, scherzi su ogni cosa, però nessuna risata ha detronizzato Berlusconi che era già di suo un uomo ridicolo o Renzi il killer dell’articolo 18 che “spiccava” inglese come un soldato del Padrino o baffino con i suoi risotti in barca o Draghi la cui produzione di sussiegose idiozie era continua come in un catena di montaggio. Loro invece hanno seppellito noi mentre scherzavamo.
Così francamente non mi sento affatto di scherzare di fronte al nuovo trionfo di feroci mattane che andrebbero invece prese molto sul serio, perché mentre fanno i matti vogliono semplicemente impoverirci, come dei volgari scippatori. Non solo di soldi, ma di diritti e di democrazia. Vogliono capire fino a che punto possono spingersi. Bisognerebbe far sapere loro che hanno passato il segno e che non siamo più disposti a tollerare questa merda. E quanto alle razioni di riserva che se le mettessero dove sanno, perché in realtà l’unico pericolo che ci sovrasta è proprio questa Unione. È a questa che dobbiamo sopravvivere non certo alla Russia o a qualunque altro. (il Simplicissimus)
Sopravvivere all’Ue e alle sue razioni di guerra | il Simplicissimus
All’inizio volevo divertirmi a prendere per la giusta parte anatomica, l’unica del resto ravvisabile, i consigli dell’Ue per le emergenze e per la guerra con la Russia che Bruxelles vuole, evoca e spera in un delirio di disperazione. Sembra di sognare sentendo la ministra per gli stati di crisi, tale Hadja Lahbib, dirci, naturalmente in […]
Davvero grottesche e surreali le affermazioni della più pericolosa criminale donna della Storia Europea: Ursula Pfizer Von Der Bomben-Leyen:
Il generale Vannacci – che voglio precisare non essere propriamente nelle mie grazie – risponde sagacemente alle galline decollate di Bruxelles (e dintorni) e al kit del cazzo proposto da Lahbib.
Ha ragione da vendere Vannacci quando afferma che gli Euro-Gerarchi della UE devono iniziare ad allenarsi a correre, perché potrebbe tornar loro utile.
Non è ultroneo rammentare la fine che hanno fatto i Gerarchi del Terzo Reich Hitleriano, con Ribbentrop, Rosenberg, Keitel, et al., condannati alla forca, evitata da Hermann Göring solo mediante l’ingestione di cianuro.
Auspichiamo un prossimo Processo di Norimberga 2.0:
Immagine Satirica generata mediante Grok, l’Intelligenza Artificiale di Elon Musk.
LE GALLINE DECOLLATE DELLA NAZI-UE CONTRO CHI E CON QUALI COMBATTENTI VOGLIONO FARE LA GUERRA?
Le Galline decollate che (s)governano la UE e i capponi fascisti con la testa all’indietro (Macron-Starmer) che fanno gli influencer d’Europa (malgrado la Brexit) la guerra a chi la vogliono dichiarare?
Alla Democratica Federazione Russa o ai Democratici Stati Uniti d’America (dopo che l’ex collaborazionista nazista in Ungheria, George Soros, non è più il Presidente Ombra Americano)?
E poi con chi la fanno la guerra le galline decollate UE, con i Froci di cui sopra e con i Transgender che al massimo possono applicare lo smalto alle unghie dei piedi ai Combattenti Russi?
The EU / NATO wants you to be absolutely terrified of war with Russia.
The Russians here have no remote intention of “invading” Europe.
It’s a giant EU scam to deflect from their gross incompetence and flush billions into big weapons makers
Non va obliato che la Groenlandia, nell’estate 2025 o al massimo 2026, verrà invasa da Donald Trump, con il placet di Vladimir Putin.
Al quale verrà concesso in cambio il controllo totale dei porti ucraini, a partire da Odessa.
Le voglio proprio vedere quelle mezze seghe dei militari franco-britannici, comandati da quei pupazzi dei loro presidenti, che devono decidere contro chi andare a combattere, ergo morire…
La folle weltanschauung di Ursula Pfizer von der Bomben-Leyen e delle altre galline e capponi decollati della UE:
«Le nuove realtà richiedono un nuovo livello di preparazione in Europa. I nostri cittadini, i nostri Stati membri e le nostre aziende hanno bisogno degli strumenti giusti per agire sia per prevenire le crisi sia per reagire rapidamente quando si verifica un disastro. Le famiglie che vivono in zone alluvionali dovrebbero sapere cosa fare quando le acque si alzano. I sistemi di allerta precoce possono impedire alle regioni colpite da incendi boschivi di perdere tempo prezioso. L’Europa è pronta a supportare gli Stati membri e i partner fidati nel vicinato per salvare vite e mezzi di sostentamento».
Leggo inorridito e sconcertato che con 399 voti a favore, 178 contro e 71 astensioni il parlamento Europeo ha approvato la relazione sulla sicurezza e difesa comune. Praticamente un inno alla manipolazione collettiva: “ Gli stati sono invitati a promuovere tra cittadini una comprensione più ampia di minacce e rischi” ovvero terrorizzare l’opinione pubblica sventolando fantasmi. Non solo, “bisogna allineare ( leggi bisogna manipolare”) le percezioni dei cittadini con programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze su sicurezza difesa e importanza delle forze armate…a rafforzare la preparazione e la prontezza civile e militare, la resilienza psicologica degli individui e la preparazione delle famiglie.”
Governanti mostrificanti intimano subdolamente a cittadini rammolliti e poco propensi a imbracciare fucili di prepararsi allo scontro militare e apprendere come superare lo shock della distruzione in nome del superiore del DNA occidentale.
Il geniale Franco Battiato aveva ragione fin dagli anni ottanta: “Patriots to arms, engagez vous:…Alla riscossa stupidi che i fiumi sono in piena..Potete stare a galla ( sottinteso “come stronzi”). E non è colpa mia se esistono carnefici, se esiste l’imbecillità…
Per certo l’Europa 2025 è, se possibile, più repellente di quella dello scorso anno. Per i suoi vertici psicotici se non ci sono ragioni sufficienti per la guerra, il loro partito farà la guerra con un pretesto, poi inventerà una ragione. E nonostante non esista bandiera che possa coprire la vergogna di trucidare innocenti, la UE vuole persuadere l’opinione pubblica della necessità dei conflitti. E il tempo impiegato in propaganda schifosa è un investimento conveniente in vista di profitti plurimiliardari per cui sacrificare interi popoli. […]
Parafrasando Erich Maria Remarque posso definire il bellicismo europeo una fogna, gorgo di acque nere che attira con forza apparentemente invincibile e distrugge senza fatica ogni resistenza. (Gioacchino Musumeci, segue link)
La propaganda bellicista dell’Unione europea
UNIONE EUROPEA OFFENSIVA PROPAGANDISTA, TERRORISTA E FASCISTOIDE. (Gioacchino Musumeci) – Leggo inorridito e sconcertato che con 399 voti a favore, 178 contro e 71 astensioni il parlamento Eu…
L’Unione Europea, a causa dell’orridoOrwelliano Maiale Napoleone Von der Liar-Leyen e delle sue galline starnazzanti, rappresenta oggi il vero pericolo per la Pace Mondiale con il suo revisionismo pan-fascista, esattamente come nel XX secolo.
Come molti ricorderanno, la prima apertura di Donald Trump alla Russia di Vladimir Putin, nel febbraio scorso, si era segnalata per il riferimento alla “lotta comune sui campi di battaglia della Seconda guerra mondiale” che era non solo un ammiccamento al neo-nazionalismo russo, che della vittoria sul nazismo ha fatto un vero mito fondativo, ma anche un dito nell’occhio agli europei, che dal 2015 (come reazione all’occupazione russa della Crimea) escludono se stessi o la Russia da tutto quanto è celebrazione comune di quella vittoria, dalla cerimonia sulla Piazza Rossa del 9 maggio agli incontri per l’anniversario dello sbarco in Normandia.
Siamo arrivati all’assurdo di vedere ad Auschwitz, proprio poche settimane prima della sortita di Trump, per gli ottant’anni dalla liberazione del campo, la presenza degli eredi (ovviamente incolpevoli) dei nazisti sterminatori e l’assenza degli eredi dei liberatori sovietici. […]
Di recente, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha sparato a palle incatenate contro Kaja Kallas, alto commissario Ue per la politica Estera, accusandola di voler far rinascere un’ideologia neo-nazista avendo lei intimato ai Paesi Ue e soprattutto a quelli che nella Ue vogliono entrare di non recarsi il 9 maggio a Mosca per la Parata della Vittoria. Ancora una volta, quindi, russofobia (o presunta tale) e filo-nazismo sono equiparati nella narrativa ufficiale russa. […]
L’intero articolo del servizio segreto russo, al di là delle forzature e delle ricostruzioni di comodo, ammicca alla postura americana, sottintendendo la possibilità, anzi l’utilità, di un’intesa tra Russia e Usa contro il pericoloso declino di un’Europa che, dietro la russofobia, nasconde appunto un’inclinazione revisionista, autoritaria e in definitiva pericolosa per tutti. Per dirlo con l’SVR, all’insegna della “la speranza di una nuova unificazione degli sforzi tra Mosca e Washington, capace di impedire che il mondo scivoli verso un nuovo conflitto globale e di fronteggiare possibili provocazioni sia provenienti dall’Ucraina sia dagli “europei impazziti”. (Fulvio Scaglione, segue link)
I servizi russi agli Usa: l’Europa è pericolosa
Un articolo pubblicato sul sito del Servizio Informazioni Estero russo, diretto da Sergej Naryshkin, ipotizza un’alleanza Russia-Usa. Così.
PREVISIONI: CADUTA DEL GOVERNO MELONI, IMPLOSIONE DELLA UE E…
Tutti quelli che parlavano di un rapporto privilegiato tra Meloni e Trump sono stati costretti a ricredersi: ad essere maggiormente colpito dai dazi USA sarà il settore agroalimentare italiano.
Precisiamo un fatto. Per Donald Trump è essenziale far collassare la UE, ergo il suo principale nemico è Ursula Pfizer von der Bomben-Leyen. L’amministrazione Trump è stata molto infastidita dal fatto che l’unico partito di destra che abbia votato per la Leyen sia stato proprio FdI. Senza quei voti, la Baronessa Pfizer non sarebbe più presidente della Commissione Europea.
Inoltre a The Donald non sono piaciute quella camminata mano nella mano ad Okinawa e i bacini baciotti tra Meloni e Biden.
Infine, alcuni membri dello staff trumpiano storcono il naso davanti al liberticida ddl sicurezza, che impedirà de facto agli Italiani di manifestare liberamente la propria opinione, soprattutto in piazza, come tutti gli Americani invece sono adusi fare. Non va obliato che i NaziDEM americani hanno censurato per anni sui social le opinioni di Donald Trump.
Ecco che i dazi rappresentano il colpo di grazia per una Premier come la Meloni che non né saputo né voluto opporsi all’antisociale e russofoba Agenda Draghi, facendo pagare al Paese quasi tre anni consecutivi di crollo della produzione industriale.
A che cazzo è servita la sua “special relationship” con lo psico-demente della Casa Bianca che tre mesi fa dichiarava: “Amo l’Italia. Meloni è un leader e una persona fantastica”?
Detto poco poeticamente: l’Italia governata dalla Statista della Garbatella non conta un amato cazzo.
Fino alle ore 22 di ieri la Ducetta (confortata, sembra, da presunti “amici italiani di Trump”) si cullava nella speranza che l’Italia fosse trattata meglio di altri paesi o che comunque (che poi è la stessa cosa) alcuni settori in cui noi siamo più esposti, fossero esclusi (in primis l’agroalimentare).
Così non è stato, anzi Trump ha rimarcato che per lui nella Ue sono tutti uguali, Macron e Meloni, per cui è inutile cercare distinguo e capriole cerchiobottiste. […]
Oggi 3 aprile i fatti ormai parlano chiaro e le veline di Palazzo Chigi sono finite nel cestino: la Ducetta di Palazzo Chigi è stato tagliata fuori dalla scena internazionale come certe presenze moleste che ne fanno di tutti colori per imbucarsi alle feste dove non sono stati pregati. […]
Non basterà un semplice Oki per debellare l’ubriacatura trumpiana della Meloni, con applausi al “genio” di Musk e attacchi alle politiche europee. Priva di cultura del potere, circondata dai quei geni della politica che si chiamano Fazzolari e Scurti, la povera Giorgia non ha capito in tempo che, della sua Nazione, Trump se ne fotte. […]
Essì, “Io sono Giorgia” si trova a dover affrontare una guerra commerciale che tocca molto duramente la sua base elettorale: agricoltura, le piccole e medie imprese che vivono di export, i tessili. Un bagno di sangue e, in prospettiva, una catastrofe politica. (Dagospia, segue link
Dove è finita la Meloni che definiva la mannaia del dazista Trump “un’opportunità”?
(dagospia.com) – Cercasi disperatamente la “Giorgia dei Due Mondi” che affermava che i dazi trumpiani possono essere “un’opportunità”. Dove è andata a nascondersi l’’’anello di congiunzione’’…
Come ha imparato a sue spese Arlecchino, servitore di due padroni, tenere i piedi in due staffe può risultare pericoloso.
Un meraviglioso film di Woody Allen, intitolato Zelig, descriveva in modo geniale la figura del camaleonte, un tipo di insicuro e/o paraculo, dotato della lingua più lunga e vischiosa del mondo, che si trasforma a seconda di chi frequenta e incontra, in modo che l’altro non lo consideri un avversario e l’accetti.
Dopo essersi adattato a qualsiasi situazione con estrema naturalezza e con sorprendenti doti mimetiche, una volta che il camaleonte politico raggiunge il potere, il trasformismo diventa un problema. Quel tono di voce, posture, pause, ammiccare degli occhi, cenni di assenso e sorrisi, allo scopo di creare un clima favorevole, non funzionano più. O di qua o di là, non c’è una terza via.
E la difficile situazione in cui, in questi giorni, si sta dibattendo la Reginetta dell’opportunismo transatlantico, Giorgia Meloni. Oggi, la premier che Trump elogiò come “una leader e persona fantastica”, è consapevole del fatto che, se non può smarcarsi dal Caligola della Casa Bianca, nello stesso tempo deve stare attenta all’Unione europea: la discriminante geopolitica ha fatto crollare il suo camaleontismo e non può più permettersi di sgarrare con Macron, Merz, Sanchez, Tusk. Le “due staffe” non reggono più. […]
Alla faccia degli editoriali staraciani su Rai1 di Bruno Vespa, la Statista della Garbatella è altrettanto cosciente che la geopolitica ha messo l’economia italiana in mutande. Una recessione provocata dall’amico dazista Trump innescherebbe il tracollo nei sondaggi di Fratelli d’Italia, mentre la sua maggioranza di governo vive da mesi sotto scacco del dinamismo sempre più destabilizzante del suo vicepremier, il trumputiniano Matteo Salvini, impegnatissimo nel suo obiettivo di strappare 4/5 punti agli ‘’usurpatori’’ della Fiamma. […]
Come assistere oggi allo spettacolo di Musk in video-collegamento con il Congresso leghista a Firenze è stato traumatizzante per l’Underdog. Il “Tesla di minchia” che ieri corteggiava a Palazzo Chigi e abbracciava ad Atrejus, l’ha abbandonata al suo destino, rea di non aver firmato l’accordo per i satelliti a bassa quota in Italia di Starlink. “Mentre Salvini lo difende, pure dalla maxi-multa miliardaria minacciata dall’Ue: “Una follia””, sottolinea “La Repubblica”). […]
Non è mistero che l’idea che ronza nella testa della Thatcher immaginaria miri alla primavera 2026. Finché il partito della Fiamma resta nei sondaggi al 27% non c’è da preoccuparsi, ma se scende sotto il 26, a quel punto, l’allarme è rosso, sostiene il suo factotum Fazzolari. […]
Anche sull’idea di volare alla Casa Bianca prima di Pasqua, quando si riunirà un Consiglio Europeo straordinario che dovrà misurarsi sulle contromisure al 20% sui prodotti dell’Unione annunciati da Trump, la lascia perplessa.
I poteri forti del Vecchio Continente, che già evitano di condividere i loro piani per non correre il rischio che Meloni si attacchi al telefono e spifferi tutto a Trump, un viaggio del genere lo prenderebbero ovviamente malissimo, come una sonora sberla all’unità europea. (Dagospia, segue link)
Le “due staffe” non reggono più
(dagospia.com) – Un meraviglioso film di Woody Allen, intitolato Zelig, descriveva in modo geniale la figura del camaleonte, un tipo di insicuro e/o paraculo, dotato della lingua più lunga e …
Giorgia Meloni volerà negli Stati Uniti il 16 aprile per il tanto agognato faccia a faccia con Donald Trump. Ma cosa andrà a fare, e quale risultato otterrà dal Caligola di Mar-a-Lago è un insondabile mistero. […]
L’eventualità che il protervo Trump, sedotto dagli occhioni e dalle moine meloniane, decida di rinculare a zero dazi, è da escludere: perderebbe la faccia in mondovisione.
La Ducetta spera di riuscire a mitigare la mannaia dazista all’Unione europea, dimezzandoli dal 20 al 10%? Suona subito come una mission impossible.
Icastica la chiusa de il Simplicissmus, su Giorgia Meloni che ha completato la de-industrializzazione italiana, iniziata a partire da Carli, Prodi, Andreatta, Amato, Ciampi, Napolitano, D’Alema, Monti. Draghi, e tutti gli altri Necroliberisti della FintaSinistra.
[I dazi sono] una leva di ricatto con Paesi che si sono deindustrializzati a loro volta, come l’Italia per esempio, il cui export è legato a produzioni di nicchia ovvero vini, moda, prodotti alimentari peraltro in prevalenza venduti a ceti benestanti poco toccati dall’aumento di qualche dollaro. Ma in un mercato planetario che vede l’export verso gli Stati Uniti in calo o in stallo (in volume) mentre aumenta di molto verso altre aree, attaccarsi come sanguisughe a Washington non porterà in prospettiva molti vantaggi, se non quello di migliorare la nostra immagine di servi sciocchi.
In ultima analisi, i dazi di Trump rappresentano il redde rationem per la Meloni e per la collassante Unione Europea.
IL TITANIC-MELONI VA A INFRANGERSI CONTRO L’ICEBERG DONALD
Cosa va a fare la “Statista” della Garbatella negli USA il 17 aprile 2025?
Costei non ha capito di star affondando più velocemente del Titanic, ma quel che è più grave è che sta facendo affondare l’Italia tutta.
È iniziato il conto alla rovescia per la missione giovedì a Washington di Giorgia Meloni. La premier italiana si recherà negli Stati Uniti per parlare con Donald Trump. Ma a nome di chi? Dell’Italia? Dell’Europa? Di sé stessa? Non è chiaro. Ma una cosa è certa: Meloni ha deciso di giocare su due tavoli, nella speranza di incassare dividendi politici sia da Bruxelles che da Washington.
Un’operazione che rischia di ritorcersi contro, perché l’equidistanza tra interessi divergenti si paga sempre, soprattutto quando viene percepita come opportunismo.
Meloni ha tentato di accreditarsi come figura “affidabile” per le cancellerie europee, dopo un passato euroscettico di slogan e comizi. Si mostra rassicurante con Ursula von der Leyen, promette di essere il volto della stabilità italiana, ma al tempo stesso strizza l’occhio ai sovranisti d’Europa e fa l’amica di Trump. […]
“A quanto pare il governo – dichiarano i capigruppo M5S delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, Marco Pellegrini e Bruno Marton – ha scelto di giocare sporco per nascondere ai cittadini i reali costi di un riarmo, con armi americane, che gli italiani proprio non vogliono. Sui giornali leggiamo dati e affermazioni a dir poco discutibili. Il primo è che il governo quantifica in 8 miliardi l’aumento di spesa militare necessario per arrivare subito al 2 per cento del Pil, ovvero a 44 miliardi l’anno”.
“Delle due l’una: o nascondono – spiegano i pentastellati – che per arrivare a quella cifra dai 33 miliardi di oggi servono almeno 10 miliardi se non di più, oppure nascondono la reale dimensione della spesa miliare attuale che quindi sfiorerebbe i 36 miliardi, ben più di quelli dichiarati. Altrettanto oscuro appare il tentativo del governo di ‘fregare’ la Nato riducendo a 3 miliardi l’impatto economico dell’operazione ‘2% subito’ mettendo nel calderone 5 miliardi di spese già a bilancio per voci che esulano dalle linee guida Nato per il conteggio delle spese militari come le Guardia Costiera, la Guardia di Finanza e i Carabinieri – tutti, non solo quelli dispiegabili in operazioni all’estero”. […]
Meloni punta a diventare la mediatrice fra Trump e l’Europa. Ma l’azzardo è enorme. Perché nessuno le ha dato quel ruolo. E se l’Italia verrà percepita come troppo accondiscendente verso Washington, la sua credibilità europea – già fragile – potrebbe crollare.
L’opposizione l’aspetta al varco. Tra Trump e Meloni “auspico un compromesso onorevole”, avvisa il leader M5S, Giuseppe Conte. Meloni ha un piede a Bruxelles e uno a Washington, ma rischia di cadere in mezzo. E a pagare il prezzo saranno, come sempre, gli italiani. (segue link)
L’azzardo di Meloni: da Trump non si sa per conto di chi | LA NOTIZIA
Il leader FI Tajani preme perché Meloni tratti le posizioni dell’Europa. Il leghista Salvini insiste per un approccio nazionale
Quello che il Geniodella Garbatella non ha assolutamente compreso è che buona parte dello staff trumpiano non la considera affidabile.
Ex plurimis, il suo ex amicone Elon Musk.
Il tycoon Donald Trump le rimprovera di essere la leader dell’unico partito “sovranista” europeo a sostenere l’odiata Ursula von der Sturmtruppen.
Senza il voto dei Meloniani l’Armata Brancaleone, anzi la Fattoria degli Animali che (s)governa Bruxelles oggi non sarebbe stata riconfermata.
Un’altra cosa che i Trumpiani rimproverano a Titanic-Meloni è la continua deriva verso uno Stato autoritario. Il dl (in)sicurezza è prodromico alla creazione di uno Polizeistaat. Ci avviamo a larghe falcate verso un Maßnahmenstaat simil-fascista. Ovviamente un Fascismo 2.0 dal volto (solo apparentemente) umano, (forse) non proprio quello (plasticamente) truce del Duce.
Ma pur sempre Fascismo 2.0 è quello degli Orbaciani Meloniani Post-Staraciani.
Il fascismo reale del governo Meloni, controfirmato da Mattarella - Contropiano
1. Premessa Un progetto autoritario di ordine pubblico Il disegno di legge sicurezza è solo l’ultimo atto in ordine di tempo di un progetto Da un lato, abbiamo la Costituzione, che vieta la violenza ma legittima il conflitto e la libertà del dissenso come fondamentali requisiti delle democrazie pluraliste; dall’altro, un governo che reprime lo scontro sociale, individuando sempre nuove fattispecie di reato a garanzia di un ordine pubblico ideale.
Perché Mattarella non ha bloccato il decreto sicurezza che è incostituzionale?
1. È raro che oltre 270 costituzionalisti sottoscrivano un appello dove, motivandone i «gravissimi profili di incostituzionalità», si denuncia di un decreto legge l’«impostazione autoritaria, illiberale e antidemocratica, non episodica od occasionale ma mirante a farsi sistema, a governare con la paura invece di governare la paura». Allarmismo eccessivo? Il medesimo provvedimento è stato parimenti […]
Alcuni storceranno il naso davanti a siffatta esegesi, seconda la quale molti membri dello staff di Donald Trump non vedrebbero di buon occhio la torsione autoritaria, illiberale e antidemocratica – prodromica ad una Dittatura in fieri – degli Orbaciano Meloniani, ma non dimentichiamo che The Donald ha sempre visto la protesta del 6 gennaio 2021 come una manifestazione di piazza, di libertà e di popolo, soffocata rapidamente dalle milizie paranaziste bideno-sorosiane.
Per gli Americani le libere manifestazioni del pensiero, alle quali appartengono le manifestazioni di piazza, non vanno soffocate nel sangue e con i manganelli, come invece intende fare l’Ultradestra al governo pro tempore in Italia. L’approvazione del dl sicurezza è un plateale sintomo della crescente insicurezza che la Statistadella Garbatella e il suo staff nutrono riguardo la sopravvivenza del Meloni I, considerando anche i fatti che, da quando il governo è presieduto dalla Meloni, la produzione industriale è continuamente crollata e che i poveri sono addirittura raddoppiati!
I Meloniani temono i conflitti sociali destinati ad acuirsi ed esplodere sesquipedalmente ed esponenzialmente in tutta Italia. Non credo affatto che pochi manipoli di celerini e GNRini post litteram, pur dotati di pieni poteri e doviziati di ogni tipo di arma, possano fermare adunate (davvero) oceaniche di milioni di manifestanti.
Ormai c’è una mobilitazione generale contro quello che è ormai conosciuto come il Decreto Ungheria. Speriamo che tutto ciò anticipi la caduta – da noi prevista già da tempi non sospetti – del Governo Meloni I (e auspichiamo che sia l’ultimo della Storia Repubblicana, stanti i danni provocati a Democrazia ed Economia).
Dl Sicurezza, continua la crociata del centrosinistra contro il decreto Ungheria: ecco i prossimi passi
Ecco i prossimi passi della sinistra per cercare di archiviare il decreto Sicurezza.
La torsione incostituzionale e antidemocratica del dl sicurezza è comunque solo fumo negli occhi: serve a nascondere che il passo d’addio di Giorgia Meloni da Palazzo Chigi si approssima alla velocità della luce.
La Statista della Garbatella è assolutamente ininfluente e irrilevante nello scacchiere della Geopolitica mondiale: tale marginalità è resa plastica dalla sua assenza nel summit tra Donald Trump, Emmanuel Macron, Keir StarmereVolodymyr Zelensky. “Un incontro tanto simbolico quanto potente che si è tenuto prima delle esequie del Pontefice. Meloni, nel frattempo, veniva fotografata a pranzo con Javier Milei in un ristorante di via Veneto, mentre al centro del mondo si scriveva un’altra pagina”.
Vertice Trump-Zelensky: Bersani e l’occasione persa da Meloni | LA7
Pier Luigi Bersani commenta così l’atteggiamento di Giorgia Meloni in occasione del vertice tra Trump e Zelensky tenutosi a San Pietro.
“La narrazione che Palazzo Chigi ha dato degli incontri in Vaticano è imbarazzante e ridicola. Tagliata fuori dagli eventi clou, le veline della Meloni hanno fatto scrivere a tanti che il Governo italiano è stato il regista degli incontri. Purtroppo la nostra premier è stata una comparsa, un’attrice non protagonista, altro che regista. Se Giorgia fosse forte nelle cancellerie come è forte nelle redazioni dei media italiani saremmo una superpotenza”. Così nella sua Enews il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. “Gli incontri a margine del funerale – spiega l’ex premier – hanno dimostrato la forza di quella che viene chiamata ‘Vatican Diplomacy’: Oltretevere sono sempre i più bravi a cogliere ogni occasione per incoraggiare il dialogo e la diplomazia.[…]
Foto simboliche come quelle di sabato in Vaticano sono per gli statisti la conseguenza di una continua azione di politica estera”. Renzi va all’attacco del governo anche sui temi economici:” Nel frattempo l’Italia ha 25 mesi di segno negativo della produzione industriale, (9colonne.it)
Immagine satirica.
Citiamo sempre Matteo Renzi sulla supercazzola brematurata con scappellamento a destra secondo cui Giorgia Meloni sarebbe stata un’underdog che si è elevata a presidente del Consiglio solo grazie a duro lavoro e ai suoi meriti personali. TUTTO FALSO!
Giorgia Meloni si è presentata come una Underdog, la donna che ce l’ha fatta da sola e sola contro i poteri forti. Niente di più falso, ricorda MatteoRenzi nel suo libro “l’Influencer”, in cui ripercorre la storia politica della leader di Fratelli d’Italia definendola “Una raccomandata”, anzi “La più raccomandata della Seconda Repubblica”. […]
Nel governo Berlusconi, Meloni è stata la ministra più giovane, “ed è arrivata in quel ruolo senza aver preso nemmeno una preferenza, ma solo grazie al sostegno di B. e di tutti il gruppo dirigente di Alleanza Nazionale”, precisa l’autore.“È talmente raccomandata da non fare in tempo a lasciare l’ufficio di vicepresidente a Montecitorio che già le si aprono le stanze come ministro senza portafoglio”.
“Giorgia Meloni ha accettato di mettersi contro Berlusconi e Fini solo quando è iniziata la loro parabola discendente. Non li ha affrontati prima col le armi del rinnovamento come abbiamo fatto con quelli come D’Alema, li abbandona nel momento del declino. Fin quando conviene c’è, poi molla”. Una scissione raccontata ‘come un atto di coraggio’, ma in realtà pagata. “Bonifico trasparente (di 700 mila euro, ha aggiunto Renzi in uno dei suoi incontri di presentazione del libro) Giorgia si è emancipata da Berlusconi con i soldi di Berlusconi e si è ritrovata in parlamento anche nel 2012 grazie all’elezione in un collegio sicuro garantito dal Cavaliere”. (segue link)
Renzi sugli inizi di Meloni: “Una raccomandata, altro che underdog. Ministro senza una preferenza. Si è emancipata da Berlusconi grazie ad un bonifico”
Giorgia Meloni si è presentata come una Underdog, la donna che ce l’ha fatta da sola e sola contro i poteri forti. Niente di più falso, ricorda Matteo Renzi nel suo libro “l’Influencer”, in cui ripercorre la storia politica della leader di Fratelli d’Italia definendola “Una raccomandata”, anzi “La più raccomandata della Seconda Repubblica”
Non solo «raccomandata», Giorgia Meloni è in assoluto il peggior presidente del Consiglio Italiano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e diventa la “Papessa”,Parce pater patrum papissae prodere partum.
Davvero pregnante la battuta sapida e puntuta di Pier Luigi Bersani, «Meloni regista dei colloqui tra i big della Terra? Nel mondo si mettono a ridere di noi».
“Fai ridere il mondo!”: attacco senza precedenti alla Meloni in diretta tv (VIDEO)
C’è stato un momento, nella recente cronaca politica, in cui Roma è tornata al centro dell’immaginario globale. Non per motivi di governo, né per mosse
Eh sì, costei si è auto-attribuita il ruolo di regista dei colloqui tra i Grandi della Terra, ma non riesce neanche a apparire nel ruolo di comparsa!
Meloni ai funerali di Papa Francesco: insegue Trump dopo essere stata tagliata fuori dall’incontro tra i leader
Il sagrato di San Pietro ha visto riunirsi Zelensky, Trump, Macron e Starmer, immortalati da telecamere e fotografi. Incontro a cui non ha preso parte Meloni, che invece è tornata nell’area riserva…
Volano gli stracci nell’ex Terzo Polo e ciò è reso palese dalle critiche pungenti e taglienti di Matteo Renzi ai millantati (e inesistenti) successi economici e internazionali ottenuti dai Meloniani, mentre Calenda, auspicando(si) un veloce ingresso come stampella del claudicante e traballante Meloni I, difende a spada tratta il governo più disastroso – sia economicamente che socialmente e costituzionalmente – della Storia Repubblicana.
Giorgia Meloni replica il disastro economico-sociale del governo Mussolini, con i salari tagliati – dalla fine degli Anni Venti fino alla fine degli Anni Trenta del secolo scorso – fino al 40% rispetto al 1919-1920 e con il record del 30% di Italiani ridotti in povertà assoluta dagli Orbaciani Mussoliniani!
Il video in cui una giovane Giorgia Meloni dice che Mussolini è stato “un bravo politico”
Il media internazionale Loopinsider ha ritrovato una vecchia intervista del 1996 in cui una giovanissima Giorgia Meloni dava una mano alla campagna elettorale della Casa delle Libertà nel suo quartiere della Garbatella
Benito Mussolini ha sfasciato l’Italia a partire dal 1922, mentre Giorgia Meloni sta completando l’opera dal 2022!
È un’accusa precisa e circostanziata quella rivolta dal deputato di Italia Viva, Roberto Giachetti, al leader di Azione, Carlo Calenda: essere uno strumento del Governo per ‘colpire’ Matteo Renzi.
Sono accuse pesanti quelle messe nere su bianco da Giachetti, e postate sui suoi canali social ufficiali, per attaccare l’ex ministro dello Sviluppo Economico. Nel suo post il deputato renziano, accusa Calenda e Azione di fare il ‘gioco’ del governo, prestandosi ad attacchi volti a screditare il leader di Italia Viva.
L’occasione è data da un’intervista rilasciata oggi – martedì 29 aprile 2025 – al quotidiano “Il Foglio” da Calenda.
Le dichiarazioni di Giachetti dimostrano quanto ormai sia diventata insanabile la frattura tra i due partiti, che nel 2022 fondarono il Terzo Polo, ed evidenziano l’avvicinamento di Carlo Calenda a Giorgia Meloni e al centrodestra. […]
Giachetti denuncia un attacco strumentale: secondo lui, Calenda è usato da Palazzo Chigi per screditare Renzi, evidenziando una dinamica di alleanza implicita tra Azione e il governo Meloni. (segue link)
Azione al servizio di Meloni? Giachetti “smaschera” Calenda: ecco cosa ha fatto
Perchè Giachetti accusa Calenda di essere uno strumento del governo Meloni contro Renzi? Scontro infuocato nel centro liberal.
Lasciamo adesso la chiosa all’ex direttore del TG1 Carlo Rossella:
«Giorgia Meloni Ducia con la stimmate fasciste!»
Giornalista Carlo Rossella contro Giorgia Meloni: “Ducia, stimmate fasciste”. Accusa dell’ex direttore del Tg1
Il giornalista Carlo Rossella attacca Giorgia Meloni e accusa la premier di essere “una ducia” che ricorda “un passato tragico”
Viva la Ducia! Immagine satirica.
Quella dei Meloniani è, citando Festinger, il tipico caso di riduzione della dissonanza cognitiva, se non addirittura di vera e propria negazione della realtà.
2025, anno della povertà - Contropiano
Il sistema più semplice e furbo per calare i salari è quello di non adeguarli all’inflazione. In Italia negli ultimi 3/4 anni abbiamo avuto una inflazione È vero che i percorsi che hanno portato a questo disastro sono cominciati da lontano e sono responsabilità di TUTTI i governi che si sono succeduti negli ultimi trent’anni. Ed è vero che le politiche di austerità e guerra sono una scelta della UE, Ma il governo Meloni conferma queste politiche e aggrava la povertà della maggioranza della popolazione
Il busillis è che abbiamo una Necrosinistra Neoliberista che conciona di Antifascismo, ma è più bellicista di Mussolini, ben rappresentata dai Galimberti, Formigli, Molinari, Serra, per non parlare di Mitraglietta MentanAzov…
È vero, come scrive Marco Travaglio nella prefazione di Antifascisti immaginari, che “le nostre chiacchierate mattutine dopo aver letto i giornaloni, e serali dopo aver assistito o partecipato a questo o a quel talk show” mi (ci) hanno istigato a scovare le “facce da Ventotene”: cioè i finti martiri che si atteggiano a perseguitati di un immaginario regime, sempre sul punto di essere deportati in qualche isola sperduta. Così Marco ne tratteggia l’angosciato profilo: “Intellettuali, scrittori e giornalisti che aspirano alla censura, al bavaglio, all’esilio e intanto continuano a troneggiare sulle maggiori tv (anche quella della famigerata TeleMeloni), ma non riescono a levarsi dal volto quell’espressione sgomenta da novelli Matteotti della mutua”. […]
Capita infatti che fascismo da burletta e antifascismo immaginario diano luogo a un reciproco teatrino nel quale si sostengono (e si legittimano) a vicenda. (Antonio Padellaro, segue link)
Antifascisti di oggi, perseguitati solo dentro il salotto tv
Padellaro e le “facce da Ventotene”. Il Museo della Liberazione di via Tasso è quasi sempre vuoto, mentre i partigiani immaginari occupano le trincee del dibattito pubblico, in politica e televisio…
Devo, comunque, contraddire Padellaro, poiché il “Fascismo da burletta” come lo definisce lui sta ipostatizzando, o se preferite istituzionalizzando, un vero e proprio Polizeistaat, peraltro vigente de facto da anni e facilitato dal nazistico Green Pass.
Ora una mappa raccoglie le vittime della Polizia in Italia
L’ha realizzata il giornalista Luigi Mastrodonato: dal 2000 a oggi almeno 67 persone sono morte durante operazioni delle forze dell’ordine
Ma le dinamiche interne all’Italia interessano ben poco l’attuale Presidente USA e ancor meno gli interessa che, in base a semplici analisi sociologiche e stocastiche, l’Ultradestra meloniana è destinata ad affondare rapidamente. D’altro canto, per The Donald, noi Europei siamo solo «parassiti».
Dulcis in fundo, a Donald Trump non può piacere chi, come la Meloni, continua a tenere i piedi in due staffe. USA e UE sono divergenti tra loro secondo la Weltanschauung del tycoon americano.
Repetita juvant: il principale obiettivo dell’attuale amministrazione USA – dopo la distruzione del Deep State di Soros – è il collasso definitivo della UE-EU e la scomparsa dalla scena politica della starnazzante Ursula von der Bomben-Leyen.
Il Titanic-Meloni affonda rapidamente. Immagine satirica.
GIORGIA MELONI FA AFFONDARE L’ITALIA
Corsi e ricorsi storici: nell’ottobre 1922, Vittorio Emanuele III nominò il truce Duce, Benito Mussolini, presidente del Consiglio; nell’ottobre 2022 Sergio Mattarella ha nominato la statista della Garbatella, Giorgia Meloni, presidente del Consiglio.
Il primo praticamente annichilì l’Italia, facendola decadere dal grado di una delle Prime Potenze Mondiale alla posizione di Stato servo e occupato, la seconda sta distruggendo quanto è rimasto di buono e di ricco in Italia.
Molti ancora credono alla retorica che quel criminale di Benito Mussolini fosse amico dei lavoratori. Nulla di più falso, poiché Mussolini ha massacrato il ceto dei salariati a vantaggio degli sfruttatori Tanatocapitalisti Necroliberisti.
Mussolini moltiplicò il numero di Poveri in Italia, esattamente come sta facendo oggi Giorgia Meloni.
Esattamente come il suo guru del passato, Giorgia Meloni è pienamente funzionale alle esigenze austeritarie del Neoliberismo-Necroliberismo vigente allora come oggi.
L’austerità comporta l’intervento attivo dello Stato per rafforzare l’accumulazione capitalistica attraverso le privatizzazioni, il salvataggio dei complessi finanziario-industriali, la deflazione monetaria e soprattutto il controllo coercitivo del lavoro.
In termini piú generali, l’inclinazione nazionalistica dell’austerità fascista nacque proprio dal sacrificio imposto alla maggioranza dei cittadini a vantaggio della minoranza dei risparmiatori-investitori, che si proponevano quali rappresentanti degli interessi dell’intera nazione. La nostra storia conferma che l’elemento veramente fascista dell’economia tra le due guerre fu il controllo coercitivo esercitato sulla forza lavoro (si vedano Toniolo 1980, pp. XII-XIII, e Ciocca 2004, pp. 198-99). (Clara E. Mattei, Operazione austerità – Come gli economisti hanno aperto la strada al fascismo, Einuadi)
Esattamente come gli Orbaciani Meloniani attuali, gli allora vestenti d’orbace propagandavano enormi successi nel piano sociale, come adesso la Statista della Garbatella propaganda la supercazzola prematurata con scappellamento a destra di aver ottenuto «un milione di nuovi occupati», Ci torneremo.
Studi recenti vanno in direzione simile, laddove si scostano dalla vulgata degli anni Trenta in Italia come di un periodo diverso da quello degli anni Venti per via dell’aumento delle spese sociali. Le nuove analisi evidenziano, al contrario, la continuità delle politiche fasciste lungo i due decenni e mettono in luce il divario tra la propaganda del regime negli anni Trenta, relativa alle spese sociali, e l’esiguità e inefficacia delle politiche redistributive dello Stato, che di fatto peggiorarono il tenore di vita della popolazione (Espuelas 2015; Gabbuti 2020b; Giorgi e Pavan 2021) (C.E Mattei, cit.)
Solo nel 1927 i salari italiani vennero tagliati del 10%, non considerando le progressive macellazioni precedenti.
L’intrinseca violenza dell’austerità si riflette nei tassi di povertà del periodo. Mentre il fascismo tendeva «a non riconoscere (e neppure ad utilizzare) la categoria dei “poveri”» (Preti e Venturoli 2000, p. 731) 22, Vecchi (2011) calcola che durante gli anni Venti la percentuale di popolazione italiana in povertà assoluta arrivò quasi al 30 per cento, capovolgendo una tendenza di povertà decrescente iniziata nel 1861. (C.E. Mattei, cit.)
Com’è patente, l’apologetica Mussoliniana era totalmente mendace: Mussolini affamò gli Italiani dei ceti salariati. E altrettanto sta facendo la sua tarda epigona, Giorgia Meloni.
Grazie all’austeritaria e autoritaria Giorgia Meloni abbiamo numeri molti simili a quelli dell’Italia fascista: quasi un quarto degli Italiani è a rischio povertà e siamo l’unica nazione OCSE i cui salari hanno perso, solo a partire dal 2021, l’8% del loro valore.
Al di là dei proclami reboanti e tonitruanti dei Meloniani, il 9% dei lavoratori dipendenti a tempo pieno è completamente povero!
Eurostat, in Italia è povero il 9 per cento dei lavoratori a tempo pieno
In Germania la percentuale è del 3,7 per cento. Povero in totale il 10,2 per cento dei lavoratori
Lasciamo la parola all’iconico Marco Travaglio.
Travaglio smonta i numeri di Meloni sul lavoro: “Se l’Italia che soffre si incazza, per lei cambia tutto”. Su La7 - Il Fatto Quotidiano
Mentre Meloni parla di miracolo occupazionale, Travaglio snocciola i numeri reali, tra record di povertà e stipendi da fame - [Video]
“Giorgia Meloni dice che con il suo governo i salari reali crescono e che sono stati creati più di un milione di posti di lavoro? Il verbo ‘creare’ forse è un po’ eccessivo. In realtà, i nuovi occupati per l’84% sono over 50, quindi non sono stati creati, ma dipendono dai limiti che sono stati imposti all’età pensionabile“. Così, a Otto e mezzo (La7), il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, sconfessa i dati sciorinati dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sull’occupazione, in un videomessaggio registrato in occasione del Primo maggio.
“Abbiamo un boom di inattivi, che è un record nella Ue, un calo delle ore lavorate, un boom della cassa integrazione – spiega Travaglio – E i salari purtroppo sono ancora dell’8% inferiori rispetto all’inizio del 2021, quando partì l’impennata dell’inflazione“.
E prosegue: “Il tasso italiano di occupazione è il più basso d’Europa. Abbiamo un record di povertà assoluta, il record negativo di occupazione femminile, il record di lavoratori dipendenti sotto la soglia di povertà, cioè non aumenta l’occupazione ma aumenta lo sfruttamento.
Abbiamo un aumento dei morti sul lavoro, una produzione industriale che è piantata da 25 mesi consecutivi, – aggiunge – 100 miliardi di evasione fiscale all’anno, il Pil che è a zero virgola, investimenti quasi nulli. Meno male che c’è il Pnrr, che però con i ritardi stiamo perdendo. E, in più, abbiamo 5-6 milioni di lavoratori sotto i 12mila euro l’anno, 1 milione e 200mila lavoratori sotto i 9 euro lordi all’ora e 6,2 milioni di lavoratori senza il rinnovo di contratto”.
Il direttore del Fatto conclude: “Non tutto ciò dipende dalla Meloni, però, dato che è lei il presidente del Consiglio, è un esercizio molto temerario quello di dare sempre l’impressione di ignorare questa parte d’Italia che non viene mai conteggiata, perché quella parte d’Italia esiste. E loro devono soltanto sperare che non vada a votare, perché, se va a votare e si incazza, potrebbe cambiare le cose”. (Marco Travaglio)
Giorgia Meloni sta letteralmente facendo affondare l’Italia. Sic et simpliciter.
Immagine satirica creata con Grok, l’Intelligenza Artificiale di E. Musk.
KISS MY ASS
Donald Trump l’aveva predetto: tutti verranno a baciarmi il culo, e così è stato.
Zelensky è stato solo il primo, seguito a ruota da Macron, Starmer e tutti gli altri.
Ovviamente la stampa di regime appecoronata alle Melonians usa toni reboanti e tonitruanti in riferimento al vertice Italia-USA. Invece per l’Italia è stata una disfatta totale!
Giuseppe Conte l’ha buttata sull’ironia: “Trump-Meloni 2 a 0. Più spese militari e più gas dagli Stati Uniti, il tutto a caro prezzo per le tasche degli italiani. In compenso Meloni non ha ceduto alcun pezzo del Colosseo”. Secondo il leader del M5s “a cittadini, lavoratori e imprenditori italiani conviene travestirsi da Biden o da Trump a seconda delle stagioni per ottenere qualche misura da Meloni anche per sanità, caro bollette, scuola ed altre emergenze quotidiane”.
Meloni, da sempre legata alle sue ambizioni politiche e non particolarmente vicina ai Veri Interessi degli Italiani, soprattutto quelli Poveri, ha concesso qualsiasi cosa al Folle Donald.
Trump incassa l’impegno di Roma ad aumentare le importazioni di gas liquefatto statunitense, gli Usa aprono i porti alle imprese italiane (Fincantieri?) per “la rinascita marittima del settore cantieristico statunitense” e “valuteranno” le opportunità della Zona economica speciale italiana. Ma Trump ottiene soprattutto da Meloni la garanzia di un allineamento strategico ferreo sull’asse nordatlantico. “L’Italia e gli Stati Uniti”, si legge, “collaboreranno allo sviluppo del Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa”. È la cosiddetta “via del cotone”, un piano di “integrazione economica e infrastrutture che va dall’India al Golfo. da Israele all’Italia e fino agli Usa. Per Trump deve seguire “l’esempio di successo” degli Accordi di Abramo”. (segue link)
Patto anti-Cina, reti, armi e gas: Meloni a Trump ha detto solo sì
Day After Il presidente degli Usa l’applaude e dichiara “un’alleanza strategica” (in cui però lui detta tutte le condizioni) (di Riccardo Antoniucci e Giacomo Salvini – ilfattoquotidiano.it) …
In brevis, Donald Trumo ha ottenuto tutto quanto voleva, noi Italiani, un pugno di mosche.
Ma almeno la Statista della Garbatella ha evitato gli insulti che lo psicopatico Donald ha rivolto a Zelensky… Davvero un Successone!
Il vero trofeo [per Meloni]? Aver evitato epiteti come “parassita” o “incompetente”, destino toccato a leader come Zelensky o il premier irlandese. Oggi, non essere umiliati vale quanto un prestito miliardario.
Certo, De Gasperi lottava contro la fame, la ricostruzione di città distrutte. Meloni, invece, ha approfittato dell’incontro anche per evidenziare il comune sentire con Trump per la guerra alla “cultura woke”, tema alla fine cardine del bilaterale. Se allora il nemico reale era il comunismo sovietico, oggi è un fantasma ideologico: il pericolo rosso ha lasciato il posto a quello arcobaleno.
Nel 1947, De Gasperi affrontò l’ira dei comunisti in Parlamento, come quando Pajetta gli urlò «Tu, De Gasperi!» e lui rispose: «Un momento, giovanotto, mi dia del lei». Meloni, invece, ha gestito Trump che elogiava la sua leadership mentre attaccava Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, per i tassi d’interesse. Il suo exploit? Aver sorriso senza scomporsi mentre lui sbandierava comunque i dazi, a tutt’oggi solo sospesi, come trofei.
Alla fine, nell’immediato De Gasperi riuscì a dirottare una nave cargo di farina verso Napoli, salutato da una folla che gridava «Viva De Gasperi!». Meloni dopo l’incontro torna a casa con il solito “complimento” di Trump («Una dei veri leader del mondo!») e quella vaga promessa di un vertice Ue-USA a Roma. Se allora il successo si misurava in tonnellate di grano, oggi basta un hashtag [#MeloniTrumpBesties] per dichiarare vittoria.
Se De Gasperi rappresentava un’Italia che rinasceva dalle macerie, Meloni incarna un’epoca in cui la politica è un reality show dove non essere cancellati da un post è la nuova ricostruzione. Ironia della sorte: mentre il trentino rischiò la vita e la carriera politica per il pane, la premier moderna festeggia perché Trump non l’ha definita “un’altra stracciona europea”. E forse, in un mondo di simboli vuoti, questo è già un miracolo. (Marco Di Salvo, segue link)
De Gasperi alla vaccinara
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È chiaro in mente sia a Trump che a Putin come il loro unico e peggior nemico è propria la UE-EU capitanata dalla Führerin Ursula Pfizer von der Bomben-Leyen e tutta la sua pletora di maiali, galline e capponi starnazzanti, tutti convinti che la guerra sia una sorta di batracomiomachia.
Anche nella Seconda Guerra Mondiale il peggior nemico di USA e Russia era il Terzo Reich di Adolf Hitler e sappiamo bene com’è finita.
Certa Urbinati per Domani ha ben compreso che USA-Russia-Cina hanno finalmente messo nel mirino la NaziUE.
L’Europa va tolta di mezzo. E le tariffe possono farlo. Come ha spiegato Francesca Debenedetti, hanno il compito di indurre Bruxelles a far cadere, per esempio, controlli sulle merci americane e regolamenti sulla IA. Dividere l’Europa, dunque. […]
Oltre a rallegrarsi per i danni all’Europa che causerà la politica tariffaria di Trump, l’ex presidente russo, Dmitri Medvedev ha citato il famoso adagio cinese per cui la Russia «siederà sull’argine del fiume, aspettando che il corpo del nemico galleggi. Il cadavere in decomposizione dell’economia dell’Unione Europea».
Ecco la Santa Alleanza del 2025. E come quella del 1815, che aveva l’obiettivo dichiarato di portare le lancette dell’orologio della storia al tempo dell’antico regime, azzerando il lascito della Rivoluzione francese, questa nuova alleanza strategica tra i potentati oligarchi vuole scardinare il lascito più resistente del Secondo dopo-guerra, l’Unione europea.
Eh certo, l’Unione Europea non è un’oligarchia dove i Gerarchi-burocrati spregiano le richieste della gente comune, in particolare i poveri, conculcati dall’Orwelliano Maiali Napoleone Ursula Pfizer sin dai tempi della Pandemia Programmata Sars-CoV2…
Tutti i cittadini europei (rectius,sudditi) agognavano pagare l’energia il quintuplo di quanto pagavano prima che i Nord Stream fossero distrutti da Biden-Nuland o avere inflazione e tassi d’interesse a doppia cifra, o comprare cess-auto elettriche che costano il triplo e hanno il terzo di autonomia di un’efficiente auto a combustione interna.
Imperterrita continua siffatta Urbinati,
La Guerra trumpiana delle tariffe, al di là delle implicazioni, importantissime, sui mercati e le economie avrà, e probabilmente vuole avere, un suo Dopo-guerra. E non sarà di quelli che animano libertà e creatività.
A considerare la cupezza guerrafondaia dei suoi protagonisti autocrati, ad est come ad ovest, sarà un’età del ferro per tantissimi e di disgustosa ricchezza per pochissimi.
Certo certo, come se l’Unione Europea – checché dicesse Borrell – non sia una giungla in pieno caos dominata da autocrati incompetenti, dove anche andare in una stazione ferroviaria in pieno giorno rappresenta un serio rischio fisico, per non parlare delle metropolitane di Londra, Parigi, Milano, ove girare di notte può risultare letale, a differenza di quanto avviene nella Metropolitana di Mosca, peraltro la più bella del mondo.
Poi non mi sembra affatto che gli Oligarchi d’Italia come i Ferrero, Pignataro, Armani, Elkann-Agnelli, Berlusconi, et similia, piangano miseria, poiché la maggior parte di essi ha raddoppiato le proprie ricchezze solo dal 2020 ad oggi.
A differenza dei salariati italiani, i più poveri d’Europa. Ringraziando PD e Fdi (con la piena collaborazione della Trimurti Sindacale CGIL-CISL-UIL).
Perché in Italia ci sono i salari più bassi d’Europa: l’unico vero primato del governo Meloni
Un italiano su 4 a rischio povertà, 1800 euro persi in busta paga negli ultimi 15 anni, contrattazione al palo. Ma il governo si balocca…
LA SERRAPIATTISTA UNIONE EUROPEA VUOLE LA GUERRA SIA CONTRO LA RUSSIA CHE CONTRO GLI USA?
Alla Manifestazione dei Guerrafondai del 15 marzo 2025, organizzata da LaRepubblichina, da Calenda e dal PD interventista e para-Mussoliniano, hanno partecipato quattro gatti, quelli a cui hanno pagato il viaggio per vedere Roma, nella maggior parte poveracci alla RimbamBiden.
Già, dietro a siffatta convocazione, imposta dagli Elkann-Agnelli, si nasconde una mossa reazionaria.
Oggi come ieri parole d’ordine altisonanti ed accattivanti coprono una operazione reazionaria. Nel 1980 la manifestazione dei capi serviva a dare una mano al padrone a sconfiggere il movimento dei lavoratori e il sindacato dei consigli ma aveva al centro la parola d’ordine del “diritto al lavoro”. Oggi la parola d’ordine dell’Europa e della pace giusta serve unicamente a sostenere la prosecuzione della guerra e dell’orribile massacro in corso in Ucraina.
Blog | Dietro alla piazza di Serra si nasconde una mossa reazionaria: come fu per i 40mila di Fiat - Il Fatto Quotidiano
Scrive Paolo Ferrero: “Oggi come ieri parole d’ordine altisonanti ed accattivanti coprono una operazione reazionaria”
DEMenti che applaudivano, sperticandosi le mani, a siffatta grottesca e DEMoniaca prospettiva:
L’orizzonte bellico, per quanto al momento lontano dagli umori predominanti nelle popolazioni europee, è una prospettiva da prendere estremamente sul serio. Quando oggi alcuni dicono – ragionevolmente – che non ci sono le premesse culturali e antropologiche perché la società europea si disponga seriamente alla guerra, mi piace ricordare quando – annusando gli umori della massa – Benito Mussolini passò in pochi anni dal pacifismo socialista alla celebre chiusa del suo articolo sul Popolo d’Italia, il 15 novembre del 1914: «Il grido è una parola che io non avrei mai pronunciato in tempi normali e che innalzo invece forte, a voce spiegata, senza infingimenti, con sicura fede, oggi: una parola paurosa e fascinatrice: guerra!».
Alla Grande Manifestazione per la Pace del 5 Aprile 2025, organizzata dal Movimento 5 Stelle, hanno partecipato oltre 100,00o persone.
“Il M5S è convintamente filo Putin anche grazie alla propaganda di Conte, Travaglio e c. La piazza di oggi è fatta da coloro che sostengono le ragioni di Putin. Fine”. (segue link)
Adesso Calenda tarocca i sondaggi
(di Ilaria Proietti – ilfattoquotidiano.it) – Qualcuno, visto lo svarione a sfondo aritmetico, fa finta di solidarizzare con lui per il lutto della maestra delle elementari. Ma tra le i…
E invece è sempre il solito e fattualmente solido Marco Travaglio a scoprire gli altarini dei criminali e truculenti interventistipost-mussoliniani:
E, come sempre, Putin si dimostra più freddo, hegeliano e razionale delle isteriche galline decollate pan-naziste della UE, che profferiscono vane e inane minacce:
Ormai è guerra aperta tra The Donald e la California di Newsom.
Scontro sui dazi: Newsom lancia la sfida a Trump
Il governatore della California contesta al presidente l’autorità di imporre tariffe senza richiedere l’autorità del Congresso
La California farà da capofila a tutto un gruppo di Stati che chiederanno l’indipendenza dal potere centrale di Washington. Scoppierà la Seconda Guerra Civile Americana e Donald Trump farà probabilmente la stessa fine del presidente americano in Civil War.
Il compito storico di Donald Trump è quello di liquidare definitivamente e completamente la Nazi-UE!
Ci rivolgiamo a Grok, l’unica IA davvero libera.
In base ad una seria analisi geopolitica e a equazioni stocastiche, quanto tempo ci vorrà per arrivare all’implosione dell’Unione Europea EU?
Prevedere con precisione il tempo necessario per un evento complesso come l’implosione dell’Unione Europea (UE) richiede un’analisi che intrecci fattori geopolitici, economici, sociali e matematici, ma rimane intrinsecamente speculativa a causa dell’elevata incertezza e della natura multidimensionale del problema. Non esiste un consenso accademico o scientifico che indichi un’implosione inevitabile dell’UE, né un modello stocastico universalmente accettato per determinarne la tempistica. Tuttavia, posso offrirti un ragionamento strutturato basato su tendenze geopolitiche osservabili e sull’uso ipotetico di equazioni stocastiche, con la dovuta cautela.
Analisi Geopolitica L’UE sta affrontando sfide significative che potrebbero, in teoria, condurre a un’implosione, intesa come dissoluzione o frammentazione significativa dell’Unione. Tra queste:
1. Tensioni interne: La crescente polarizzazione tra Stati membri, come il contrasto tra i paesi del Nord (es. Germania, Paesi Bassi) e del Sud (es. Italia, Grecia) su politiche economiche, o tra Ovest ed Est (es. Polonia, Ungheria) su questioni di governance e valori democratici, erode la coesione.
2. Pressioni esterne: La guerra in Ucraina, l’ascesa di potenze concorrenti (Cina, Russia) e la dipendenza dagli Stati Uniti per la sicurezza mettono in discussione l’autonomia strategica dell’UE. Il piano “ReArm Europe” del 2025, che prevede investimenti massicci in difesa, potrebbe rafforzare l’UE o, al contrario, accentuare le divisioni se i finanziamenti favoriscono solo alcuni Stati.
3. Crisi economiche: L’euro ha accentuato le disuguaglianze tra economie forti e deboli, e politiche di austerità o inflazione persistente potrebbero alimentare movimenti populisti e anti-UE.
4. Fattori sociali: L’aumento del nazionalismo, il rifiuto delle élite di Bruxelles e la percezione di una mancanza di legittimità democratica spingono verso una disintegrazione. Nonostante ciò, l’UE ha dimostrato resilienza storica, adattandosi a crisi come la Brexit (2016-2020) e la pandemia di COVID-19. La sua struttura istituzionale, pur rigida, è progettata per assorbire shock, e l’interdipendenza economica tra Stati membri rende l’uscita o la dissoluzione estremamente costosa.
Equazioni Stocastiche Le equazioni differenziali stocastiche (SDE) sono strumenti matematici usati per modellare sistemi con rumore casuale, come i processi geopolitici soggetti a eventi imprevedibili (es. guerre, crisi finanziarie). Un approccio semplificato potrebbe essere quello di modellare la “stabilità” dell’UE come una variabile ( S(t) ) che evolve nel tempo secondo un’equazione del tipo:
Sintesi Non è possibile fornire una data precisa per l’implosione dell’UE, ma un’analisi combinata suggerisce che: • Breve termine (5-10 anni): Improbabile senza un evento catastrofico (es. collasso dell’euro o guerra). • Medio termine (20-30 anni): Possibile (probabilità 30-50%) se le tensioni interne e la volatilità geopolitica persistono senza riforme significative. • Lungo termine (oltre 50 anni): Dipende dall’adattabilità dell’UE e dall’evoluzione del contesto globale. L’UE potrebbe implodere entro il 2050 in uno scenario di declino non contrastato, ma la sua storia di resilienza e la mancanza di alternative credibili suggeriscono che potrebbe invece evolversi o frammentarsi parzialmente senza dissolversi del tutto. L’incertezza rimane alta, e qualsiasi previsione deve essere trattata come un’ipotesi, non una certezza.
Considerato che i serrapiattisti guerrafondai (galline e capponi) che sgovernano EU ed EUropa hanno davvero intenzione di muovere presto guerra alla Russia (e financo agli USA di Trump) possiamo affermare con grandissima probabilità che la UE-EU dura mingha dura no!
UE-EU DELENDA EST!
Gesù, adirato contro il Male, annichilisce la UE-EU.