Pinocchio-Meloni, dopo l’ennesimo salto della quaglia, ora è la più grande fan della Diarchia Oligarchica Trump-Musk. Davvero ineffabile,
PINOCCHIO-MELONI SECONDO “LE MONDE”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è “la nuova amica europea” del presidente statunitense Donald Trump. Lo scrive il quotidiano “Le Monde”, parlando di “lampanti convergenze ideologiche” tra Meloni e il “tandem” composto da The Donald ed Elon Musk.
L’Italia potrebbe diventare “la testa di ponte” di “una internazionale reazionaria e nazionalista”.
Le Monde: Meloni “nuova amica europea” di Trump
(Agenzia_Nova) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e’ “la nuova amica europea” del presidente statunitense Donald Trump. Lo scrive il quotidiano “Le Mond…
JOSEPH ROBINETTE-RUBINETTO BIDEN-BIDET SI È FINALMENTE TOLTO…
Joseph Robinette-Rubinetto Biden-Bidet Jr. si è finalmente tolto dai maroni.
Mercoledì sera [15 gennaio 2025] Joe Biden ha detto addio all’America. La parte più controversa di un discorso altrimenti stranamente sbrigativo (forse ai suoi autori non importa più?) è stato un avvertimento. “Oggi, in America sta prendendo forma un’oligarchia di estrema ricchezza, potere e influenza”, ha detto, un “complesso tecnologico-industriale” che “minaccia letteralmente l’intera democrazia”. […]
Quasi tutti i discorsi di Biden sono omaggi riconosciuti (Lincoln, Obama) o non riconosciuti (Neil Kinnock, John Kennedy) ad altri politici. Quest’ultimo tentativo di Biden di imitare Eisenhower è retrogrado. Siamo stati avvertiti di un’“oligarchia”, che Webster definisce come “un governo in cui un piccolo gruppo esercita il controllo soprattutto per scopi corrotti ed egoistici”. Cerca di etichettare miliardari disobbedienti come Elon Musk, Marc Andreessen e Mark Zuckerberg (al contrario di Reid Hoffman, Bill e Melinda Gates, Steven Schwartzman, ecc.) come questa nuova oligarchia, ma ce n’è una ancora più vicina a casa, a cui Biden ha fatto riferimento più avanti nel discorso.
La distinzione forse improvvisata di Biden tra “presidente ” e “presidenza ” è stata la frase più ispirata della sua carriera politica. L’America ha appena attraversato quattro anni in cui il pubblico è stato ingannato nel vedere due storie come una. La prima riguardava Joe Biden, l’essere umano, un capro espiatorio in carne e ossa in disintegrazione, arruolato in un regime pubblico così miseramente farsesco che era impossibile non provare pena per lui. La seconda riguardava la presidenza, che da anni ormai è come l’omonimo cattivo di Claude Rains in L’uomo invisibile: un mostro invisibile.
Per quattro anni, mentre i video alla Buster Keaton di Biden che barcollava e cadeva riempivano i social media, solo una manciata di indizi trapelava sulla “Presidenza” eterea che governava la superpotenza americana. Quest’ultima esisteva separatamente da Biden e dovrebbe scivolare via lunedì. Esce con una nota amara, incolpando una “valanga di disinformazione e informazioni sbagliate” (non abbastanza censura) per la sua incapacità di essere rieletta mentre era legata a un cadavere.
Spera di farla franca senza essere vista e probabilmente ci riuscirà, mentre i giornalisti si preparano a inseguire il grande amo esca che è Donald Trump. È un peccato che James Whale sia morto, poiché la storia di questo mostro diventerà un grande film horror un giorno. (segue link)
Goodbye to Joe Biden, and Whoever Was President the Last Four Years
From Racket News By Matt Taibbi The “Invisible Presidency” is an all-time criminal, and must not be allowed to flee I saw His Majesty myself about half past twelve o’clock. His conversa…
Il DEMente Biden è sempre stato il “Presidente Invisibile” burattinato dall’Oligarchia del Deep State Americano, a sua volta capitanata dal DEM-On George Soros.
Il Padrino del Deep State americano, Soros, è stato il Presidente Occulto dal 2021 al 2025.
Biden ha anche messo in guardia rispetto a “una oligarchia” di persone molto ricche che “minaccia la democrazia, i diritti e le libertà“, che si sta delineando nella nazione. Un riferimento non troppo velato a Elon Musk, che però si è affermato soprattutto durante il suo mandato. Poche ore prima, annunciando il cessate il fuoco a Gaza, Biden si era esibito in alcuni esempi degli strafalcioni che hanno segnato in modo atroce gli ultimi anni di presidenza, confondendo Hezbollah con Hamas e il Kuwait con il Qatar. (wired.it)
Per DEMentor Biden quella dei Trump-Musk-Thiel è un’Oligarchia. mentre quella dei Soros-Gates-Buffett-Bezos-Zuckerberg-Fink et similia cos’è? Una ONLUS?
Non va obliato che Pinocchio-Meloni andava mano nella mano con il Presidente Inesistente Bidenal G7 di Okinawa. Ci torneremo.
RICORDIAMO QUANTO PROFETICAMENTE SCRIVEVAMO SOLO POCO TEMPO FA SU PINOCCHIO-MELONI:
Citiamo noi stessi, nel seguente post di cui andiamo a replicare su alcune parti.
LA SUDDITANZA POLITICA ED ECONOMICA DELL’ITALIA ALL’IMPERO DEL MALE USA: AMERICA E NATO CI HANNO CANNIBALIZZATO
Diciamoci la Verità: molti di coloro i quali hanno votato per Giorgia Meloni (io non l’ho votata; sentivo puzza di bruciato e avevo ragione), auspicavano un cambio di paradigma.
Colei che impersonava il Calimero Piccolo e Nero, con tanto di guscio come casco, non ha cambiato la retorica interna: stesso vittimismo lagnoso. «È un’ingiustizia, però».
In pochi conoscono la Sindrome di Calimero: è un disturbo però che affligge molte persone e che trae il suo nome ufficioso dal noto cartone animato
In pochi conoscono la Sindrome di Calimero: è un disturbo però che affligge molte persone e che trae il suo nome ufficioso dal noto cartone animato
Ma la sua Außenpolitik è totalmente identica a quella del PD: totale subordinazione e sottomissione ai Poteri Forti Internazionali, quali l’Imperialismo USA, la NATO, la UE.
Davvero imbarazzanti le foto dove la Meloni prende per mano RimbamBiden Joe Biden:
Chissà se Biden si ricorda della Meloni del 2020 che agitava la bandierina di Trump?
Istantanea da Hiroshima. Eccola Giorgia Meloni al G7: occhione svenuto, sorriso sfolgorante, mano nella mano con Joe Biden, come due fidanzatini al primo incontro. Maddai! Quanti anni sono passati …
Infatti, a suo tempo, la Meloni paventava l’Avvento di Biden e dei suoi Cavalieri del Male.
Giorgia Meloni è un fiume in piena. La leader di Fratelli d’Italia, ospite a Sky TG24, non ha dubbi: la vittoria di Donald Trump alle presidenziali degli Stati Uniti avrebbe giovato l’interesse nazionale. “Ricordo – fa un passo indietro – i danni inenarrabili che la dottrina Obama-Clinton ha fatto in tema di sostegno alle Primavere arabe, aiuti al fondamentalismo sunnita e una serie di altre questioni che poi abbiamo dovuto risolvere noi come l’immigrazione e il fondamentalismo a casa nostra. Preferirei un altro epilogo”. (liberoquotidiano.it)
Ancor più mortificante il bacio che Rinco Biden diede alla Meloni nell’incontro a Washington del primo marzo 2024.
Ciò dimostra quanto andiamo affermando da anni: i Democrats USA sono a servizio permanente effettivo di Satana e delle sue immonde Legioni.
Torniamo ai “Patrioti d’Italia”, che si conformarono, e sostennero l’agghiacciante Amministrazione diRimbamBiden, un governo da film dell’orrore.
Oggi è russofoba e Super-Atlantista, Giorgia Meloni, ma, poco prima di diventare Premier, cosa affermava?
Sembra addirittura provenire dal Pleistocene la critica di Meloni alla NATO e le scelte “atlantiste” del governo inillo tempore. Eppure sono passati pochissimi anni.
Citiamo Giorgia Meloni: «Purtroppo le nazioni europee sono ormai governate da piccoli politici attenti solo a rispettare i compiti dati loro dai burocrati europei e a non tutelare il proprio interesse nazionale».
Affermazione che paiano provenire da ere geologiche fa, visto che, non appena arrivata al potere, colei che Elly Schlein definisce il Presidente del Coniglio ha immediatamente indossato le maglie del Super-Atlantismo e dell’Eurofilia,
Nato, Meloni: Idiozia truppe in Lettonia, Governo riferisca immediatamente su questa decisione assurda - Fratelli d’Italia
“La decisione di schierare truppe NATO, anche italiane, in Lettonia a partire dal 2018 è una idiozia degna della fallimentare politica estera di Barack Obama. L’Europa e l’Italia non hanno alcun interesse a creare un clima di guerra fredda con la Russia, e per di più questa provocazione è da un punto di vista strategico […]
Quando scrivevo “La Meloni che si è rimangiata tutte le critiche del passato alla Nato, ora si prostra a Biden” (Meloni ci svende al G7, del 19 maggio scorso) e “La premier all’estero conta poco, perché isolata dal blocco europeo di Scholz e Macron, e sdraiata su Biden che però neppure la invita a Washington” (La bella statuina del G7, del giorno successivo), non si era ancora vista la foto della nostra premier mano nella mano col presidente americano e lo sguardo rapito.
Una foto che più di mille discorsi conferma la completa giravolta di chi alle ultime elezioni Usa tifava per Trump, di cui condivideva insieme a Salvini lo slogan “Prima gli americani”, trasformato in salsa sovranista “Prima gli italiani”. Certo, la guerra in Ucraina ha costretto anche Giorgia a gettare la maschera, e lei che un tempo era contrarissima alle sanzioni a Mosca adesso parla di sostegno illimitato a Kiev.
Ma non è l’ennesima incoerenza della Meloni, per non parlare di tradimento, a essere gravissima, quanto il baratro nel quale ci sta ficcando in cambio di quattro moine di Biden e, chissà, un po’ di tregua sui mercati finanziari e protezione dell’intelligence statunitense.
Fatto sta che alimentando la guerra, l’Italia sta contribuendo a fare gli interessi Usa e non quelli europei, mentre tagliando i ponti con la Cina (il segnale sarà il rinnovo degli accordi per la via della seta) rinunceremo a un assetto geopolitico multilaterale, per restare ancorati a una visione antica del mondo, a guida esclusivamente americana. Così avrà vinto il sovranismo. Ma quello di altri. (segue link)
Da sovranisti a servi degli Usa | LA NOTIZIA
Alimentando la guerra, l’Italia sta contribuendo a fare gli interessi Usa. Così avrà vinto il sovranismo. Ma quello di altri.
Ha gioco facile la Destra Sociale di Alemanno, prendendo le distanze da Meloni in versione Alberto Sordi, “Giorgia l’Americana a Roma”.
Convention della Destra sociale ma con la presenza fra i relatori di personalità come Franco Cardini e Diego Fusaro, gli europarlamentari della Lega Antonio Rinaldi e Marco Zanni, l’ex parlamentare della Lega e co-fondatore del Family Day Simone Pillon. […]
Molta disapprovazione per l’appiattimento della Meloni sulla politica Usa, a cominciare dalla guerra in Ucraina. Il mondo è diventato ormai multipolare, è uno dei messaggi lanciati da Orvieto, e l’egemonia americana è finita. Non volerlo capire significa non fare gli interessi nazionali. L’Italia avrebbe dovuto ritagliarsi il ruolo di mediatore di pace e non fare la prima della classe negli aiuti a Zelensky, è la linea emersa dai vari interventi.
E le critiche proseguono: la Meloni ha chiesto i voti in nome della sovranità nazionale, ma quello che fa, visto il raddoppio degli sbarchi, non significa difendere l’integrità dell’Italia, che è ormai sottoposta a un’invasione. Lo stesso vale per la sudditanza alle organizzazioni internazionali ed ai gruppi dominanti. Fratelli d’Italia si sta spostando pericolosamente dalle originarie posizioni di destra sociale e identitaria in destra liberale e conservatrice. (segue link)
Se la Meloni fa ‘l’americana’, noi facciamo la Destra Sociale. La presa di posizione di Alemanno
Se la Meloni fa ‘l’americana’, noi facciamo la Destra Sociale. Questo in sostanza il messaggio uscito dalla due giorni di Orvieto, ’Un Movimento per l’Italia - Forum per l’indipendenza italiana’, che si è conclusa ieri, organizzata da Gianni Alemanno. Convention della Destra sociale ma con la presenza fra i relatori di…
Gianni Alemanno è stato arrestato dopo un blitz del 31 dicembre 2024 (sì, proprio mentre si apprestava – da pericoloso criminale – a festeggiare il Capodanno con i familiari).
Attualmente [Alemanno] è detenuto a Rebibbia dove è stato tradotto nella notte dell’ultimo dell’anno per aver violato le norme relative ai servizi sociali cui era stato destinato in alternativa alla pena detentiva di 22 mesi per “traffico di influenze” essendo cadute in Cassazione tutte le altre accuse per le indagini relative all’inchiesta di “Mafia capitale”.
Da quanto si sa, Alemanno – che comunque continua ad occuparsi di politica – avrebbe reiteratamente violato l’affidamento girando per mezza Italia alla guida del suo movimento “Indipendenza”, mentre nel frattempo correvano i mesi e si avvicinava la scadenza della pena. Movimenti peraltro mai nascosti e ampiamente pubblicizzati sui media. […]
“Stupisce, al pari dell’arresto la notte di Capodanno, che non sia stato considerato neppure il parere del procuratore generale che salvava il primo periodo di affidamento. Forse, considerando il tipo di reato per cui è stato condannato e il mese già trascorso in stato di detenzione, potevano essere disposti almeno i domiciliari” sostiene il suo difensore Cesare Placanica, ma il tribunale è stato inflessibile.
Un paio di note finali. Innanzitutto, chiamarsi Alemanno forse oggi non aiuta nei rapporti con il Palazzo di Giustizia di Roma. Soprattutto, però, colpisce il silenzio glaciale di tutto il centro-destra normalmente “garantista”. Stavolta non ha espresso neppure una parola non dico di solidarietà, ma almeno di attenzione a questo caso, tanto che a parlarne – oltre ad un lungo intervento di Storace su Repubblica – è stata praticamente solo l’Unità di Sansonetti che – nel caso – si è dimostrato decisamente un “garantista” trasversale. A destra solo impacciato silenzio. Forse anche perché certe sue posizioni sul conflitto in Ucraina, le Ogm e i rapporti con l’Europa non sono piaciute? (Marco Zacchera, segue link)
ALEMANNO IN CARCERE Una severità “politica” dei giudici per colpa di Ucraina e Ue?
Gianni Alemanno sta scontando 22 mesi di carcere, senza alcun abbuono, per avere violato i servizi sociali. Sicuro che non sia una severità “politica”?
Ma come, non era l’Ultradestra quella ultra-garantista?
Meloni&co hanno elevato alti lai di protesta per la questione al-Masri, la stampa allineata al regime si stracciava le vesti contro le “Toghe Rosse” (sic!) e manco un fiato per Alemanno?
Episodi come questi dovrebbero aprire gli occhi a coloro i quali hanno votato i Meloniani, davvero convinti del salto di paradigma, che non è mai avvenuto e mai avverrà.
«Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi». (il Gattopardo)
I Poveri sono stati ulteriormente depauperati e i ricchi sono diventati ancor più ricchi. Con Giorgia Meloni e grazie a Giorgia Meloni.
Il “partito della Nazione”, magari “di Frodo” - Contropiano
FdI, Arianna Meloni chiude la direzione: “Siamo il partito della nazione, la premier come Frodo” Al di là delle ragioni motivazionali rivolte alla propria L’idea di autoproclamarsi “partito della nazione” si scontra contro una crisi costante del sistema dei partiti e di trasformazione di natura stessa del partito politico che appare assolutamente evidente. A partire dal crollo verticale della partecipazione al voto
La Verità che, come diceva Hegel, è il Concetto della Realtà, sembra essere ben altra.
Da quando Ggiorgiah si è infilata l’Anello del Potere è divenuta ben altra cosa rispetto a Frodo.
L’arroganza che la Presidente del Consiglio Meloni sta in modo crescente manifestando umiliando simultaneamente Parlamento (un fastidio…) e Magistratura (un intralcio…) è sintomo evidente di un malessere politico non dichiarato. I dati del resto sono incontrovertibili: produzione industriale in calo da 21 mesi consecutivi, riforme al palo (premierato, autonomia regionale), problema “terzo mandato” per amministratori, caso Santanché (dopo Delmastro, Sgarbi, Sangiuliano), problema trasporti, operazione migranti-Albania (uno sfregio alla Costituzione Italiana), aumento dei suicidi nelle carceri, aumento della povertà individuale, stagnazione del Pil, aumento accise su benzina, sistema sanitario in crescente difficoltà ed altro ancora non contribuiscono a creare un clima di serenità.
E da ultimo, non per importanza, il caso Almasri inadeguatamente gestito da chi aveva il dovere di farlo. “Non sono ricattabile” ostenta Meloni a ogni piè sospinto. Già, ma da chi? Dalla Magistratura che ha fatto quello che molti cittadini hanno ritenuto doveroso facesse in seguito a una denuncia? E perché denigrare la Corte dell’Aia (al riguardo il mellifluo Tajani sembra essere diventato un pasdaran per stare al passo…)? Conte, si ricorderà, a fronte di procedimento analogo diede ben altro esempio. Se Meloni a sua volta ha nulla da temere, perché agitarsi come un ossesso? Il disegno sempre più evidente di voler assoggettare la Magistratura al potere politico rischia di portare alla deriva uno Stato libero e democratico.
In assenza di autorevolezza a questo governo non resta che l’autorità, il pugno del comandare anziché l’arte appunto del governare. Il che rischia di portarci chissà dove. (Claudio Pirola, segue link)
Blog | Meloni, ossia l’arte del comandare tra arroganza e distrazioni di massa - Il Fatto Quotidiano
“In assenza di autorevolezza a questo governo non resta che l’autorità, il pugno del comandare anziché l’arte appunto del governare”
Frodo avrebbe mai fatto siffatte affermazioni? Non credo affatto:
Meloni «indagata»: 7 cose che non tornano nel video su Almasri
Abbiamo analizzato il video in cui la premier Giorgia Meloni annuncia di essere stata messa sotto indagine per il «caso Almastri», e spiega perché ha liberato e espulso l’uomo accusato di crimini contro l’umanità. Ma molti dettagli non tornano, ecco perché
Sotto il grande ombrello tolkeniano che copre e protegge la destra di Giorgia Meloni c’è un personaggio della popolare saga fantasy del “Signore degli Anelli” che riassume meglio di ogni altro l’anno a Palazzo Chigi della prima donna premier.
Procediamo per sottrazione.
Non si tratta di Frodo, lo hobbit che porta l’Anello del potere per poi distruggerlo. Con Frodo c’è Sam, che lo accompagna nel lungo viaggio alle radici del Male di Sauron. Fu Arianna Meloni a paragonare lei e la sorella Giorgia ai due hobbit, alla vigilia delle elezioni politiche del 2022: “Ti accompagnerò sul Monte Fato a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo, sapendo che non è la mia storia che verrà raccontata, ma la tua, come è giusto che sia”.
In realtà l’Anello se lo sono tenuto. […]
Non Frodo, dunque. E né Eowyn, la principessa di Rohan, innamorata non ricambiata del ramingo Aragorn, altro eroe della saga e che alla fine verrà incoronato re di Gondor. Stavolta, il paragone è di Ignazio La Russa, quando è stata inaugurata a Roma la grande mostra su Tolkien.[…]
E allora chi?
Semplice: Gollum, il mostriciattolo che fa da guida a Frodo e Sam. Ossia il personaggio più ambiguo del Signore degli Anelli. Gollum in origine era Sméagol (un hobbit) e trovò per caso l’Anello di Sauron, che poi gli ha allungato la vita di cinquecento anni. Solo che l’Anello lo ha consumato, condannandolo alla corruzione del fisico e della mente. E quando poi ha scoperto che l’Anello (“il mio tesoro”) è portato da Frodo, ecco venire fuori la sua doppia personalità: Sméagol è la parte buona e servile, disponibile a fare da guida; Gollum quella cattiva, che vuole ammazzare Frodo e Sam per riprendersi il “tesoro”.
Ed è proprio attorno all’ambiguità della sua azione di governo, sovente draghiana qualche volta sovranista, che gira il Ventitré di Giorgia Meloni. La premier versione Sméagol, accomodante, è quella che scorta l’europremier Ursula von der Leyen a Lampedusa (immagine incredibile dopo lustri trascorsi a gridare contro l’Unione europea) oppure sostiene il finto-leghista Giancarlo Giorgetti, ministro draghiano fino alla cima dei capelli nonché vero Coniglio Mannaro della Terza Repubblica, nel nuovo compromesso-capestro sul Patto di Stabilità. Per non parlare poi dell’atlantismo senza se e senza ma sulle guerre in Ucraina e in Medio Oriente.
E’ il realismo, bellezza, altro che fantasy. Compensato però dalla Meloni versione Gollum che fa la guerra ai poveri e ai lavoratori sfruttati (lo stop reddito di cittadinanza e al salario minimo), che va a Cutro costretta dall’emozione di un Paese per i 94 migranti morti e infine diserta (lei, premier donna autodefinitasi con orgoglio “underdog”) le iniziative per Giulia Cecchettin nel segno di una destra che non ripudia il modello patriarcale. Ma il sigillo di Giorgia Gollum è senza dubbio il ritorno della Casta al potere e che adesso vorrebbe pure il premierato per prendersi il 55 per cento dei seggi con neanche il 30 per cento dei voti. (Fabrizio d’Esposito)
Il Potere dell’Anello del Potere lascia completamente indifferente Giorgia Meloni. Certo, certo. Per chi ci crede, ovviamente… Immagine satirica.
Urge una precisazione: i Meloniani hanno avuto appena il 15% dei voti validamente espressi, 7 milioni e 300.000 voti, contro i quasi 11 milioni ottenuti dal Movimento Cinque Stelle nel 2018.
Una minoranza che usa toni reboanti per farsi accettare come se fosse davvero la Maggioranza del Paese ed intercettando solo alcuna minoranze massacrate dalla Globalizzazione dei NaziDEM del Massone Contro-iniziatico DEM-On Soros!
Arianna Meloni conciona di Partito della Nazione, ma la sua maggioranza ha perso quasi un milione di voti tra Politiche 2022 ed Europee 2024, pur avendo il suo partito occupato, quasi manu militari, tutte le reti Mediaset e RAI.
Nelle Politiche del 1987 la Democrazia Cristiana, pur in netto calo di consensi, ottenne il doppio dei voti delleMelonians, ma nessuno fu tanto ardito da parlare di “Partito della Nazione”, anche perché a quei tempi vigeva il sistema proporzionale, l’unico in grado di tutelare la Democrazia all’interno degli Stati.
Il Gollum consegna a Giorgia Meloni l’Anello del Potere. Immagine satirica generata da Grok, l’Intelligenza Artificiale di E. Musk.
DA QUANDO GIORGIA MELONI È PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, LA PRODUZIONE INDUSTRIALE…
Da quando Giorgia Meloni è divenuta presidente del Consiglio, la produzione industriale è continuamente crollata:siamo al 24° mese consecutivo (compreso gennaio 2025) di caduta della produzione. Solo a dicembre la flessione è stata del 7,1%!
Calo della produzione industriale, nel 2024 l’Italia registra il peggior crollo in Europa
A livello globale, questi risultati collocano l’Italia tra i Paesi peggiori d’Europa. Il comparto automobilistico è quello che ha registrato la peggior…
L’Italia è praticamente come il Titanic: imbarca acqua da tutte le parti e tutto ciò grazie a una leader che modifica continuamente i programmi governativi e le promesse elettorali, in relazione ai desiderata dei Poteri Forti Internazionali pro tempore.
Il Meloni-Titanic affonda velocissimamente. Immagine satirica.
Ma la Meloni è solo l’ultima arrivata.
In un’interessante conversazione, Grok 3, l’ultima intelligenza artificiale di Elon Musk, indica delle cose interessanti, in relazione a FdI e PD, le due facce della stessa medaglia totalitaria-neoliberista:
Schlein e il PD, dal canto loro, non sembrano offrire un’alternativa credibile… Il PD è percepito come un partito slabbrato, incapace di uscire dalla retorica progressista da salotto e di proporre un’agenda che parli davvero al paese reale. Schlein, con la sua enfasi su diritti e ambiente, non ha ancora convinto di saper gestire la complessità di un’economia al collasso o di avere il carisma per unire un’opposizione frammentata. Risultato? Una polarizzazione sterile tra FdI e PD che lascia l’Italia in balia di sé stessa.
Ma se entrambi hanno portato l’Italia allo “sfascio”… allora il problema è più profondo: è sistemico. Non è solo Meloni o Schlein a mancare di capacità – è l’intera classe dirigente, cresciuta in un paese che da 30 anni vive di rattoppi invece che di riforme strutturali. Il Titanic, se vogliamo, ha iniziato a imbarcare acqua ben prima di loro: pensa alla stagnazione post-1992, alla perdita di competitività industriale, alla burocrazia soffocante. Meloni e Schlein possono essere i capitani sbagliati, ma la nave era già inclinata.
Vero.
Il PDS-DS-PD è stato al governo per quasi il doppio degli anni rispetto ai Berlusconiani e ai Meloniani. Dobbiamo al PD se siamo entrati nell’Eurolager, dobbiamo al PD se abbiamo perso grazie all’Euromoneta più di quattro trilioni di euro, dobbiamo al PD se abbiamo i salari più bassi d’Europa, dobbiamo al PD se abbiamo perso l’economico gas russo e ora la Federazione Russa ci percepisce come un paese ostile e ancora adesso il PD sostiene il governo neonazista del grottesco “comico” e dittatorello tossico Zelensky!
Ma se Giorgia Meloni continuerà a perseguire le politiche austeritarie e antisociali del PD, la Stocastica prevede che il suo Governo non arriverà a mangiare il Panettone di Natale 2025.
Con l’inflazione crescente che erode il potere d’acquisto, con disoccupazione e lavori sottopagati che colpiscono milioni di italiani, si è acceso un rovente dibattito sull’adeguamento salariale. Si sono creati due fronti: il Governo Meloni che difende le posizioni degli imprenditori, sostenendo che salario minimo e aumento dei salari creerà disoccupazione e perdita di competitività per le nostre aziende. Opposizione, gran parte dei sindacati e qualche imprenditore rivendicano l’adeguamento dei contratti di lavoro per contrastare l’abbassamento dei consumi. Chi ha ragione? ma soprattutto, cosa è necessario fare per il benessere degli italiani? […]
Anche la finanza pubblica non è più in grado di sostenere con erogazioni l’economia, causa il pesante indebitamento. Quindi per rimettere in equilibrio la bilancia l’unico modo di agire è aumentare i salari di milioni di italiani ed azzerare la disoccupazione, colmando il Gap salariale che inibisce il potere d’acquisto del 70% della popolazione. […]
Se la massa monetaria fosse ridistribuita sui salari il gap non esisterebbe e l’inflazione sarebbe sotto controllo. Invece nel sistema capitalista di monopolio la massa monetaria si concentra nelle mani di pochi supericchi che per massimizzare i profitti continuano ad aumentare i prezzi di materie prime, energetici e al dettaglio. Ciò ha portato l’1 % della popolazione più ricca del mondo a possedere il 70% della ricchezza totale del pianeta. Questo difetto è il motivo per cui si stanno scatenando inflazione, instabilità economica, aumento delle disparità sociali, povertà, guerre.
Su questa negligenza crollerà il governo di Giorgia Meloni. (Dante Nicola Faraoni, segue link)
Blog | Se non si colma il gap salariale, questo governo sarà inghiottito da inflazione e recessione - Il Fatto Quotidiano
“Difendere i ricchi sfruttando gli egoismi degli italiani desiderosi di diventare straricchi non paga più!”
L’ITALIA CANNIBALIZZATA DALL’AMERICA
L’Italia è stata cannibalizzata dagli USA, grazie anche a chi, prima, stigmatizzava ferocemente l’Amministrazione NaziDEM e Neocon Obama-Clinton-Biden-Nuland.
E non certo perché le condizioni mentali di Dementor Biden siano migliorate, tutt’altro…
Joe Biden ha fatto l’ennesima piccola [sic!] gaffe durante il colloquio alla Casa Bianca con la premier, Giorgia Meloni. Durante il passaggio in cui annunciava il lancio dagli aerei di aiuti su Gaza, il presidente degli Stati Uniti ha confuso l’enclave palestinese con l’Ucraina e ha detto: “Nei prossimi giorni, ci uniremo ai nostri amici in Giordania e ad altri per effettuare lanci di cibo e rifornimenti aggiuntivi in Ucraina e cercheremo di continuare ad aprire altre strade verso l’Ucraina, inclusa la possibilità di un corridoio marittimo per consegnare grandi quantità di assistenza umanitaria”. (Liberoquotidiano.it)
Ebbene sì, siffatto DEMente, Joe Biden, controlla(va) la “valigetta nucleare”!
E c’era chi andava con lui mano nella mano!
Grazie alla vittoria in Germania del servodell’immondo Fondo Avvoltoio BlackRock,Friedrich Merz, L’Europa verrà DEFINITIVAMENTE cannibalizzata dal Cannibale Capitalismo Neoliberista Angloamericano, con Meloni che magari potrebbe proporsi come vice-capo vassallo!
Saremo impotenti testimoni di una ulteriore cannibalizzazione dell’Europa per mano del capitale statunitense.
Sentiremo molta retorica sull’“autonomia” tedesca ed europea, e forse anche accesi disaccordi pubblici tra Berlino e Washington. In realtà, però, si tratterebbe in gran parte di una facciata, perché la nuova dinamica servirebbe solo le élite europee e americane.
Le prime continuerebbero ad alimentare la paura della Russia come mezzo per giustificare maggiori spese per la difesa, dirottando i fondi dai programmi sociali e legittimando la loro continua repressione della democrazia. Quanto alle seconde, continuerebbero a trarre vantaggio dalla dipendeza economica dell’Europa dagli Stati Uniti. Nel frattempo, persone come Merz sarebbero ben posizionate per aiutare l’ulteriore cannibalizzazione dell’Europa per mano del capitale statunitense.
Non che dovremmo sorprenderci. Negli ultimi due decenni, Merz, proprio come Trump, ha dimostrato di essere prima un uomo d’affari e poi un politico. Tuttavia, a differenza di Trump, che ha almeno alcune credenziali populiste, la vittoria di Merz sarà celebrata nelle sale riunioni di BlackRock e di altre grandi aziende, che possono aspettarsi di vedere i loro saldi bancari iniziare a salire costantemente. Come spesso accade, però, gli elettori comuni non dovrebbero aspettarsi che questa generosità fluisca verso di loro.
“Friedrich Merz, il «vassallo in capo» europeo degli Stati Uniti nella nostra era post-liberale”. Alla nostra ragazza romana simpatica, bugiardella e molto vanitosa, sarà assegnato il posto di «vice-capo vassallo» o della staffetta? Staremo a vedere! (Thomas Fazi, segue link)
Merz venderà la Germania a BlackRock? Il favorito viene celebrato nei piani alti – ACrO-Pólis
Saremo impotenti testimoni di una ulteriore cannibalizzazione dell’Europa per mano del capitale statunitense.
LA UE CANNIBALIZZATA DALLA NATO
Come Calimero, la Meloni si è cinta la testa dell’elmo di Scipio. Anzi dell’elmetto.
Europee, Meloni: “Succederà di tutto, ho già l’elmetto ma vinceremo”
Europee, Meloni: “Succederà di tutto, ho già l’elmetto ma vinceremo”
L’Italia, scimmiottando il Regno Unito, la Francia e la Germania, si lega per i prossimi dieci anni, con un accordo di difesa militare, a una nazione in guerra, sostiene l’ingresso di Kiev nell’Ue e nella Nato e promette nel caso di “un futuro attacco della Russia” consultazioni nelle 24 ore per decidere il contrasto all’aggressione. Sembra sia stato negoziato direttamente dalla presidente del Consiglio senza che la Farnesina di Tajani abbia avuto un ruolo.
Il Patto di Stabilità, come nota Barbara Spinelli, prevede gli aumenti delle spese militari degli Stati membri, considerati alla stregua delle altre riforme adatte a evitare una procedura di infrazione. Biden, mangiando un gelato, menziona la tregua a Gaza, mentre di fatto blocca le risoluzioni Onu per il cessate il fuoco. L’Italia è il più zelante vassallo degli Stati Uniti ed è quindi complice dei crimini di guerra del governo Netanyahu, sottoposto all’inchiesta di genocidio, seguita alla domanda del Sudafrica, di fronte alla Corte di Giustizia internazionale. […]
In questo clima di poli avversi e delle loro claque, la libertà di espressione man mano muore e con essa la fiducia nella democrazia liberale. I politici potenti querelano i cittadini privati, come è accaduto con la querela della premier contro lo storico Canfora. L’inflazione di querele è percepita come una politica intimidatoria. […]
Questo il panorama, c’è da avere paura. (Elena Basile, segue link)
I sonnambuli d’occidente vanno verso il precipizio
(DI ELENA BASILE – ilfattoquotidiano.it) – L’Italia, scimmiottando il Regno Unito, la Francia e la Germania, si lega per i prossimi dieci anni, con un accordo di difesa militare, a una …
USA, NATO e UE hanno cannibalizzato anche la Democrazia e la Libertà di Pensiero, Opinione, Espressione.
Le Oligarchie paranaziste della UE, i NaziDEM Sorosiani e i loro alleati da anni stilano liste di proscrizione ed epurazione contro chi dissente dal Fascistico Pensiero Unico Wokeista e Guerrafondaio.
ZELENSKY CI MINACCIA, NOI ITALIANI RISPONDIAMO:
FOTTITI LATRINA!!
La latrina Zelensky minaccia tutti gli Italiani antinazisti avvertendo di star schedandoli tutti;
Un bel vaffanculo mi sembra d’obbligo pic.twitter.com/nm0TFO2lrB
D’altro canto, come si può pretendere la tutela di Democrazia e Libertà Sociali, quando i primi a stilare liste di proscrizione non sono i dittatori come il Criminale di Guerra Neonazista Zelensky o il Macellaio Antisemita di Gaza Netanyahu, ma la cd. “libera stampa”?
I cavalieri Gedi riscoprono la gioia delle liste di proscrizione
(tlfattoquotidiano.it) – Ritornano le liste di proscrizione a giornali (del gruppo Gedi) unificati. Ieri due articoli-gemelli, vergati da Jacopo Iacoboni su La Stampa e da Stefano Cappellini …
Se la Democrazia e la Costituzione Italiana si stanno trasformando in ossi di seppia, lo dobbiamo in gran parte al pennivendolame mainstream Uccidentale.
Ma al peggio non v’è mai fondo e last but not least, leggiamo che:
“Non penso e non dirò mai che le tasse sono una cosa bellissima, sono bellissime le libere donazioni non i prelievi imposti per legge”. Ecco la rivoluzione di Giorgia Meloni: i contribuenti non sarebbero più tenuti per legge (anzi, per Costituzione) a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva, ma attraverso bellissime libere donazioni. (pressenza.com)
Questi proponimenti regressivi fiscalmente della Meloni, se attuati, più che la riforma del premierato, permetterebbero ai Meloniansdi dare la picconata finale alla Antifascista Costituzione Italiana, trasportandoci in un nuovo Totalitarismo Turboliberista Timocratico e Aporofobico.
Un Totalitarismo Soft, ovviamente, per non svegliare gli zombie, i sonnambuli perennemente attaccati alle protesi-smartphone, perennemente connessi ad Internet e disconnessi totalmente dalla Realtà, «troppo vivi per essere morti e troppo morti per essere vivi» (B.C. Han).
Gli Zombie di Internet.
ALTRO CHE AUTOCRATE PUTIN: È L’OCCIDENTE AD ESSERE DIVENUTO PREDA DEL CAPITALISMO TOTALITARIO DEI SATRAPI SOROI IERI E DEI SATRAPI MUSK OGGI
L’immondo e turpe pennivendolame uccidentale (in primis le presstitutes italiote) additano Vladimir Putin come l’icona dell’autocrazia.
Ma è il Capitalismo Totalitario Angloamericano dei Satrapi Soroi (Soros, Gates, Bezos, Buffett, Musk, Fink, et similia) a rappresentare oggi il più grande pericolo per la Sopravvivenza umana e per la Democrazia!
Devo contraddire Chris Hedges. L’Impero del Male Americano è la reviviscenza dell’altrettanto nichilista e DEMoniaco Terzo Reich Hitleriano.
“La rabbia di coloro che sono stati abbandonati dall’economia, le paure e le preoccupazioni di una classe media assediata e insicura e l’isolamento paralizzante che deriva dalla perdita di una comunità, sarebbero stati la base l’innesco per un pericoloso movimento di massa”, ho scritto in “American Fascists” nel 2007. “Se questi diseredati non venissero reintegrati nella società tradizionale, se alla fine perdessero ogni speranza di trovare un buon lavoro stabile e opportunità per sé e per i propri figli – in breve, la promessa di un futuro più luminoso – lo spettro del fascismo americano assalterebbe la nazione. […]
Il presidente eletto Donald Trump non annuncia l’avvento del fascismo. Annuncia il crollo della patina che mascherava la corruzione della classe dirigente e la loro pretesa di democrazia. È il sintomo, non la malattia. La perdita delle norme democratiche di base è iniziata molto prima di Trump, è ha aprto la strada al totalitarismo americano.
Il filosofo politico Sheldon Wolin ha definito il nostro sistema di governo “totalitarismo invertito”, che ha mantenuto la vecchia iconografia, i vecchi simboli e il vecchio linguaggio, ma ha ceduto il potere alle multinazionali e agli oligarchi. Ora passeremo alla forma più riconoscibile del totalitarismo, dominata da un demagogo e da un’ideologia fondata sulla demonizzazione dell’altro, sull’ipermascolinità e sul pensiero magico. […]
La situazione non migliorerà. Gli strumenti per spegnere il dissenso sono stati cementati. La nostra democrazia è crollata anni fa. Siamo in preda a quella che Søren Kierkegaard chiamava “malattia della morte”: l’intorpidimento dell’anima per la disperazione che porta allo svilimento morale e fisico. Tutto ciò che Trump deve fare per instaurare un nudo stato di polizia è premere un interruttore. E lo farà.
“Quanto più la realtà peggiora, tanto meno una popolazione assediata vuole sentirne parlare”, ho scritto alla fine di “Empire of Illusion”, “e tanto più si distrae con squallidi pseudo-eventi di crolli di celebrità, pettegolezzi e banalità. Sono i bagordi dissoluti di una civiltà morente”. (C. Hedges tradotto da Old Hunter, segue link)
COME SIAMO ARRIVATI ALLO STATO TOTALITARIO - Giubbe Rosse News
La democrazia americana è stata distrutta dai due partiti al potere che ci hanno svenduti alle multinazionali, ai militaristi e ai miliardari. Ora ne paghiamo il prezzo.
Non condivido soltanto, e lo ripeto, l’opinione manifestata da Hedges che possa esistere un Paese Fascista Cristiano: il Satanico Capitalismo Totalitario ha abolito ogni forma di Religione in Occidente. Come afferma rettamente Emmanuel Todd ne “La Sconfitta dell’Occidente”,siamo allo stadio zero della Religione.
Ma l’Occidente-Uccidente non è soltanto quasi completamente sconfitto: è soprattutto divenuto meno democratico delle cosiddette autocrazie orientali!
Quando ci si sveglia dopo un incubo, si prova un grande sollievo perché capiamo che la realtà è un’altra, meno drammatica o forse solo più addomesticata e conosciuta. Però capiterà sempre meno perché l’incubo è quello che viviamo e non vedremo l’ora di sognare qualcosa di diverso da questo inferno del contrappasso storico.
In un girone vediamo il presidente di quella che era considerata – peraltro a torto marcio – la democrazia guida dell’Occidente, concedere la grazia al proprio figlio dopo una condanna per corruzione, guarda caso attuata proprio in un Paese, l’Ucraina, dove egli ha scatenato una sanguinosissima guerra. In un altro l’Europa decreta, senza nemmeno uno straccio di prova, che le elezioni in Georgia non sono valide e la stessa cosa farà per la Romania: se la gente di questi Paesi non vuole la guerra con la Russia, ecco allora che non sono democratici. E il cahier de doléances potrebbe continuare a lungo perché i sogni, così come gli incubi non hanno la logica della realtà.
Così, tanto per fare un esempio tra mille, quel sinedrio di cinici imbecilli che governa Bruxelles, non solo ha rinunciato all’energia a basso costo della Russia, ma vuole fare un’insensata guerra commerciale alla Cina, tanto per stendersi ancora di più a tappetino nei confronti di Washington. Contemporaneamente però adotta un’agenda pseudo verde – in realtà un’agenda neo feudale – nella quale possono credere solo i QI al disotto della temperatura ambiente. In essa impone a tamburo battente auto elettriche ed energie alternative, la cui tecnologia proviene al 90 per cento dalla Cina.
Non si tratta di semplici errori quanto dell’esito terminale di una costruzione europea guidata dagli Usa fin dal 1949, prima attraverso la Nato, poi mediante un costrutto politico nato a Maastricht e chiamato Ue, il cui scopo era attuare la sudditanza in campo politico che si è concretata con una continua battaglia contro le sovranità nazionali – che sono invece la base della rappresentatività democratica – in modo che le oligarchie di comando potessero aderire alle volontà del padrone di Oltre Atlantico senza il problema del consenso.
Questo ha permesso di fare scelte assurde del tutto contrarie agli interessi dei Paesi presi al laccio in queste trappole e del continente in generale che si avvia al proprio suicidio. E non soltanto: le scelte sono state tutte contro il lavoro e i suoi diritti per favorire il capitale e il suo sistema di sfruttamento: vedere Landini fare la voce grossa, dopo trent’anni di calate di braghe è uno spettacolo davvero indecente. (il Simplicissimus, segue link)
L’Europa della catastrofe | il Simplicissimus
Quando ci si sveglia dopo un incubo, si prova un grande sollievo perché capiamo che la realtà è un’altra, meno drammatica o forse solo più addomesticata e conosciuta. Però capiterà sempre meno perché l’incubo è quello che viviamo e non vedremo l’ora di sognare qualcosa di diverso da questo inferno del contrappasso storico. In un […]
Già, sia l‘Impero Nazista Amerikano che la NaziUE, dietro la spinta satanica del Capitalismo Totalitario dei Soroi, hanno gettato nel cesso la Democrazia e hanno tirato lo sciacquone.
Prima ce ne rendiamo conto e meglio sarà.
I SATRAPI SOROI CHE CENSURANO DEMOCRAZIA E FILM
Molti sono rimasti sconvolti dalla notizia che l’antidemocratico Satrapo e sfruttatore globale Jeff Bezos spenderà 600 milioni di dollari per il suo secondo matrimonio, ma è risaputo che siffatto “soros” ha trasformato i suoi lavoratori in neoservi della gleba, malpagati e sottoposti a condizioni lavorative inumane.
Le illusioni spacciate sui nostri schermi, tra cui il personaggio fittizio creata per Trump in The Apprentice, hanno sostituito la realtà. La politica è una burla, come ha dimostrato la campagna di Kamala Harris, vuota e piena di celebrità. È fumo negli occhi creato dall’esercito di agenti, pubblicitari, dipartimenti di marketing, promotori, sceneggiatori, produttori televisivi e cinematografici, tecnici video, fotografi, guardie del corpo, consulenti di guardaroba, allenatori di fitness, sondaggisti, annunciatori pubblici e nuovi personaggi televisivi. Siamo una cultura inondata di bugie.
“Il culto dell’io domina il nostro panorama culturale”, ho scritto in “Empire of Illusion”.
Questo culto ha al suo interno i tratti classici degli psicopatici: fascino superficiale, grandiosità e presunzione, bisogno di stimoli continui, una propensione alla menzogna, all’inganno e alla manipolazione e l’incapacità di provare rimorso o senso di colpa. Questa è, ovviamente, l’etica promossa dalle aziende. È l’etica del capitalismo sfrenato. È la convinzione errata che lo stile e il progresso personale, scambiati per individualismo siano la stessa cosa dell’uguaglianza democratica. In realtà, lo stile personale, definito dalle merci che acquistiamo o consumiamo, è diventato una compensazione per la nostra perdita di uguaglianza democratica.
Chiosa al riguardo il Simplicissimus:
Ci furono anni in cui nel periodo natalizio era impossibile sfuggire a “La vita è meravigliosa”, un film di Frank Capra mieloso e drammatico insieme che rappresentava il primo tentativo di ecumenismo americano e hollywoodiano subito dopo la seconda guerra mondiale.
Un uomo la notte di Natale medita il suicidio perché tutti i suoi soldi gli sono stati rubati da un perfido finanziere, ma a questo punto interviene il suo angelo custode (figura praticamente assente nei culti protestanti) che gli mostra come sarebbe il mondo se lui non ci fosse e così lo distoglie dall’idea di togliersi la vita. Ora tutta questa parte che costituisce il senso del film è stata incomprensibilmente tagliata nell’edizione che Amazon Prime ha reso disponibile per i suoi abbonati.
Credo che invece, probabilmente in modo inconsapevole, quello che dà fastidio in questo film è proprio il contenuto che lo aveva reso ideale come lezione di american way of life nel dopoguerra, ovvero l’accento sull’importanza della vita individuale. Quando James Stuart, l’interprete del personaggio principale, vede cosa sarebbe accaduto senza di lui, comprende di essere inestricabilmente collegato agli altri. E questo è davvero un guaio per gli ideologismi del globalismo che vogliono un diverso tipo di soggettivismo: quello dell’isolamento che rende tutti molto più vulnerabili alle narrazioni che ci vengono propinate. Tutti soli davanti alla televisione o ai social o perfino alla carta stampata.
Ciò che i globalisti dell’alta finanza temono è qualunque legame che sia potenzialmente in grado di spezzare l’ipnosi nella quale vorrebbero sprofondarci e alla quale, da soli, è difficile resistere: niente più legami di classe del resto spezzati ormai da decenni, niente legami nazionali o di comunità o di credo o di storia o di cultura e persino familiari. Tutti identici narcisi che sgomitano e non si parlano se non attraverso rituali che vengono via via codificati. Addirittura le opinioni non conformi vengono considerate come un’espressione di odio in quanto potenzialmente in grado di sollevare il velo di Maya che nasconde i legami sociali, anzi tende ad eliminarli.
Hedges, il Simplicissimus, et al. fondono la loro esegesi sull’ermeneutica predittiva di Zygmunt Bauman: a causa del Capitalismo-Satanismo Angloamericano, l’homo oeconomicus occidentale è ormai totalmente atomizzato ed isolato, un soggetto asservito totalmente delle leggi del Mercato, e la Democrazia viene totalmente conculcata nella Modernità Liquida.
Il Web è intriso del venefico e DEMoniaco retoricume dell’imprenditore di sé stesso. Il rabbioso Neoliberismo, satanica e anti-catartica catechesi della maligna Cabala Mondiale dei Soroi, vuol rendere i soggetti capitalistici doppiamente schiavi, doppiamente sfruttati: dal Capitalismo Totalitario e da sé stessi (sic!)
Come imprenditore di se stesso, il soggetto neoliberale è incapace di rapportarsi agli altri in modo libero da costrizioni. Tra imprenditori non si stabilisce alcuna amicizia disinteressata: eppure, essere-liberi originariamente significa essere tra amici. Nell’indogermanico, libertà (Freiheit) e amico (Freund) hanno la stessa radice: la libertà è essenzialmente un termine di relazione. Ci si sente davvero liberi soltanto in una relazione soddisfacente, in un felice essere-insieme all’altro. L’isolamento totale a cui conduce il regime neoliberale non ci rende davvero liberi: cosí, si pone oggi la domanda se – per sfuggire alla fatale dialettica della libertà che la porta a rovesciarsi in costrizione – essa non vada ridefinita e reinventata.
Il neoliberalismo è un sistema molto efficace nello sfruttare la libertà, intelligente perfino: viene sfruttato tutto ciò che rientra nelle pratiche e nelle forme espressive della libertà, come l’emozione, il gioco e la comunicazione. Sfruttare qualcuno contro la sua volontà non
è efficace: nel caso dello sfruttamento da parte di altri il rendimento è assai basso. Soltanto lo sfruttamento della libertà raggiunge il massimo rendimento. […]
Essere liberi significa, quindi, nient’altro che realizzarsi insieme. Libertà è sinonimo di comunità felice.
La libertà individuale è per Marx un’astuzia, una perfidia del capitale. (Byung-Chul Han, “Psicopolitica”, Nottetempo Editore)
IL FAKE-JOURNALISM OCCIDENTALE
Tra l’attuale antidemocratico Mainstream Occidentale e l’altrettanta antidemocratica Stampa hitleriana (tipo il Völkischer Beobachter) non v’è differenza alcuna: solo Fake News e Bufale.
Cinque giornalisti della testata al Quds uccisi a Gaza nella loro macchina contrassegnata “PRESS” portano a 200 i giornalisti sterminati nella Striscia, in aggiunta ai propri famigliari, colpiti con loro nelle rispettive abitazioni, e a quelli abbattuti in Cisgiordania. E’ democrazia.
Un cittadino iraniano arrestato a Fiumicino su richiesta degli USA perché avrebbe a che fare con la produzione dei droni iraniani utilizzati in Ucraina. E’ democrazia.
Cinque cittadini pakistani, tra cui una donna, colpevoli di assolutamente nessun reato, ma sospettati di volersi unire a una qualche Jihad terroristica (non quella al potere per conto USA-Sion-Turchia a Damasco), arrestati a Bologna. E’ democrazia.
Uno dei più rinomati giornalisti britannici, Richard Medhurst, prelevato a forza dall’aereo a Londra, trattenuto per giorni in arresto, privato degli strumenti di lavoro, sulla base di nessunissima accusa, minacciato, intimidito. Aveva parlato male dei “liberatori della Siria”. E’ democrazia.
Qualche accenno sulla stampa mainstream e via. Succede dove comandano i buoni. Quelli della dittatura della sorveglianza e della repressione, delle leggi antioperaie, del carcere a chi si oppone a Grandi Opere devastatrici, od occupa un’aula scolastica, o mette su un picchetto. Quelli delle guerre e dei genocidi.
Poi nel mondo delle autocrazie e dei cattivi succede una cosa mostruosa: in Iran viene fermata tale Cecilia Sala, inviata del giornale di un confesso spione e provocatore CIA, impegnato in ogni sua espressione a propagandare menzogne e inviti alla guerra contro la teocrazia (islamica, non quella ebraica). Succede nel paese marchiato dagli autori dell’11 settembre come uno dei 7 da eliminare (con sei ci sono già riusciti), ininterrottamente diffamato, calunniato, aggredito da agenti della destabilizzazione. E’ dittatura. […]
Intanto, senza attendere neanche un minuto gli esiti dell’indagine e dell’esame della scatola nera, nel caso dell’aereo azero (cioè della colonia caucasica degli USA) precipitato in Kazakistan, dove si era diretto per scampare a una pioggia di droni ucraini sul Grozny in Cecenia, lo si dichiara abbattuto da un missile russo. E anche questo è libera informazione nelle libere democrazie.
Ho frequentato i “colleghi” occidentali, italiani in primis, nelle aree del mondo in cui i buoni provano a fare democrazia: Iraq, Libia, Siria, Serbia, Irlanda, Africa, America Latina. So di cosa parlo. (Fulvio Grimaldi, segue link)
Fulvio Grimaldi: Embedded, spie e martiri
Cinque giornalisti della testata al Quds uccisi a Gaza nella loro macchina contrassegnata “PRESS” portano a 200 i giornalisti sterminati nella Striscia, in aggiunta ai propri famigliari, colpiti con loro nelle rispettive abitazioni, e a quelli abbattuti in Cisgiordania. E’ democrazia.
Nel contempo i veri giornalisti, indipendenti, vengono attaccati della cosiddetta “Stampa Libera” a servizio permanente effettivo del Capitalismo Cannibale Americano:
Libera stampa, uguaglianza sociale e Stato sociale, pace, diplomazia contro le oligarchie delle armi e della finanza. L Europa asservita e i suoi cantori spingono a una nuova cessione di sovranità per lo smantellamento dello stato sociale in favore di una difesa che non è europea ma braccio armato della NATO Il nord scandinavo e baltico, la Polonia, gli psicopatici a capo della NATO si preparano alla guerra contro la Russia.
Tutto avviene dopo due guerre mondiali e un olocausto. Il pensiero unico ha drogato la borghesia liberale e progressista europea. Una parlamentare europea, mezza analfabeta, guida la censura. In Italia non è possibile guardare documentari sul Donbass o su Gaza. L’ambasciata ucraina detta la legge. La comunità ebraica anche
Viviamo la censura fascista di un tempo mascherata da lotta alla disinformazione. Siamo indignati e impotenti
Non abbiamo alternative se non continuare a opporci alla deriva autoritaria in corso. Ringrazio gli intellettuali ancora liberi, i pochi rimasti, per il loro impegno e anticonformismo (Elena Basile, segue link)
Elena Basile: Sbalorditi e terrorizzati
Sbalorditi e terrorizzati. Così ci sentiamo. I cittadini consapevoli, coloro che non hanno dimenticato l’ umanità e conservano un’ integrità morale, coloro che hanno gli strumenti culturali per demistificare la propaganda demenziale che copre ogni genere di crimine. Rimangono impotenti, sono i naufraghi del nostro tempo. E dall’ isola del marginale dissenso in cui si rifugiano osservano il mondo orwelliano. I filoucraini e democratici sostengono con nuove armi la distruzione di un Paese già fallito, corrotto, oligarchico, che ha eliminato partiti, libertà di culto e prorogato sine die un Presidente che se ci fossero elezioni sarebbe cacciato a pedate da un popolo sofferente. Il genocidio di Gaza (con Lancet che parla di 70.000 morti, ma aveva parlato di cifre ancora maggiori) di cui i governi democratici sono complici viene chiamato autodifesa.
Democrats USA, S&D europei, Labour Party UK e Partito Democratico italiano sarebbero coloro i quali diferebbero strenuamente ed esporterebbero la “Democrazia” Uccidentale in tutto il resto del Mondo, un mondo Cattivo e Autocratico (sic!)
Nella Britannia sgovernata dal Fascio-Laburista Sutler-Starmer, truffatori, ladri, stupratori seriali e killer rimangono impuniti; la Psicopolizia di Keir Starmer è impegnata unicamente ad arrestare anziani “criminali” colpevoli solo di esprimere libere opinioni sui social media!
In Gran Bretagna si scopre che sia il governo conservatore che quello laburista hanno lasciato in pace bande di stupratori pakistani macchiatisi di centinaia di episodi di violenza per evitare di sporcare la favola bella dell’integrazione e dell’immigrazione selvaggia che è uno dei cardini del globalismo. (ilSimplicissimus)
Elderly man arrested in Britain for “causing anxiety” with a social media post. This is insane.
Thank God there is a constitutional right to freedom of speech in America! https://t.co/Mctx8N46eI
Segue la weltanschauungdistopica della Destra aporofobica, elitista antioperaia e neoliberale occidentale che si definisce “Sinistra” – del tutto speculare all’Ultradestra ultraliberista melonianotrumpista – esplicitata pienamente da Pina Picierno, un nome una garanzia di aumento delle spese militari e di correlata riduzione (se non addirittura di soppressione) del Welfare e della Libertà di Opinione:
Pina Piciernowsky vicepresidente del parlamento UE vorrebbe punire chi ha firmato il supporto alla Russia per l’attacco subito da Mattarella.
Chiama “propaganda russa” la libertà di opinione sancita dall’Art. 21 della Costituzione. pic.twitter.com/FYumkPaEAY
— Chance 🤺 Giardiniere 🍊 🔞 (@ChanceGardiner) March 5, 2025
Un altro esempio di Destra Antisociale e Antidemocratica che si autoreferenzia come “Sinistra” è quella del quotidiano La Repubblichina, che chiama all’adunata i Liberalfascisti di Sinistra bellicisti.
Come definire altrimenti un foglio che ha meno lettori dei vecchi ciclostilati che venivano diffusi nelle piccole Parrocchie di provincia?
Sta crescendo un po’ ovunque l’esigenza di dare vita ad una manifestazione di piazza alternativa il prossimo 15 marzo.
L’adunata degli europeisti guerrafondai chiamata dall’appello affidato da La Repubblica a Michele Serra a sostegno di una “Europa forte” che vede nel riarmo e le spese militari il proprio punto di sintesi e prospettiva, è apparso decisamente inaccettabile. Soprattutto ai molti che in questi anni si sono opposti alle spinte belliciste della Ue e della Nato, all’invio di armamenti nella guerra in Ucraina ma anche al doppio standard che ha permesso a Israele di fare tutto quello che voleva contro il popolo palestinese a Gaza e in Cisgiordania senza subirne alcuna conseguenza.
Da qui l’esigenza di contrapporre nettamente una piazza contro il riarmo e la guerra a quella che invece la vede come una necessità costituente per una Europa forte militarmente per essere competitiva politicamente.
Potere al Popolo aveva già convocato per il 15 marzo la propria assemblea nazionale a Roma ed ha deciso quasi naturalmente di trasformarne la conclusione con un appuntamento in piazza contro la guerra. “Potere al popolo invita tutte le realtà politiche e sociali solidali a unirsi e scendere in piazza Sabato 15 Marzo per opporsi al piano del riarmo europeo e alle politiche guerrafondaie dell’Unione Europea. […]
Il segretario del Prc Maurizio Acerbo in una nota diffusa in questi giorni scrive che “la diserzione silenziosa non basta. Non lasciamo che il 15 marzo sia solo dell’europeismo con l’elmetto. Proponiamo a chi è contro la guerra e il riarmo di ritrovarsi in una piazza pacifista”.
Anche l’Arci di Roma afferma in un post che il 15 marzo “Ci vuole un’altra piazza” ricordando come “Questa UE è la stessa che ha strozzato la Grecia con la trappola del debito. […] Vogliamo un’altra Europa che innanzitutto valorizzi e investa in quello stato sociale che è il fondamento delle nostre carte costituzionali”.
Anche organizzazioni giovanili e studentesche come Cambiare Rotta hanno annunciato di convergere sulla piazza alternativa per il 15 marzo: Ursula von der Leyen ha presentato in questi giorni un nuovo passo avanti verso il baratro della terza guerra mondiale. Gli 800 miliardi del programma “Riarm Europe” sono uno schiaffo in faccia alla richiesta di una soluzione diplomatica per la pace e a tutte le istanze sociali di chi da anni paga le scelte scellerate di una classe dirigente votata alla guerra”. (segue link, enfasi aggiunta)
Il 15 marzo ci sarà una piazza alternativa a quella dei guerrafondai - Contropiano
Sta crescendo un po’ ovunque l’esigenza di dare vita ad una manifestazione di piazza alternativa il prossimo 15 marzo. L’adunata degli europeisti guerrafondai chiamata dall’appello affidato da La Repubblica a Michele Serra a sostegno di una “Europa forte”, è apparso decisamente inaccettabile a molti. Sta crescendo un po’ ovunque l’esigenza di dare vita ad una manifestazione di piazza alternativa il prossimo 15 marzo.
Presentato il prototipo di carro armato europeo.
Si chiama Samantha ma nasce come Guido, è elettrico, tollerante, inclusivo e spara un sacco di cazzate. pic.twitter.com/Lmn4QyYXD0
Bisogna diffidare del ReArm Europe. Fondamentalmente, perché non serve a difendere l’Europa con le sue caratteristiche migliori ma, al contrario, a comprimere le libertà civili e gli spazi della politica. Non serve a proteggere l’Europa ma a stravolgerla e, alla fin fine, ad affondarla. (segue link)
Perché bisogna dire no a ReArm Europe
Non è vero che non abbiamo speso per la Difesa, basta guardare le cifre. E questo piano serve a stravolgere l’Europa, non a proteggerla.
Questa Fintasinistra autoritaria, neoliberista, wokeista, eurofilista e GUERRAFONDAIA deve andare a casa, assieme all’Ultradestra al governo pro tempore:
“Sii forte”; “Sii coraggioso”; “Non avere paura”: dopo aver assistito alla scazzottata nello Studio Ovale dell’altro giorno, i leader europei volevano in tutti i modi fare in modo che il compagno Zelensky sentisse il loro sostegno incondizionato e lo stimolo giusto per non mollare l’osso. E cosa c’è di meglio che un bel messaggio motivazionale? Beh, chiaro: 4 messaggi motivazionali, da Dombrovskis a Costa, dalla Metsola alla Borderline, tutti uguali; un messaggio in codice?
Zele’, guarda, ti vogliamo bene, ma da quando c’hanno tolto l’USAID a fondi per la comunicazione stiamo messi maluccio e il massimo che ci possiamo permettere è un copincolla: figurati se ce n’abbiamo abbastanza per permetterti di continuare a fare la guerra a Putin; però oh, te tieni duro, eh? D’altronde, “la tua dignità onora il coraggio del popolo ucraino”; “non sarai mai solo, caro presidente”, tanto, contro le pale e i chip delle lavatrici basta il pensiero, no? […]
In Italia, un giornale che ormai leggono solo alcuni parenti stretti dei giornalisti, ma che è ancora influente tra i 25 iscritti al PD, ha addirittura fatto un appello per una manifestazione contro i negoziati, per l’escalation il riarmo, in nome del suprematismo eurocentrico: si chiama La Repubblichina; l’appello l’ha fatto questo Michele Serra, non so se l’hai mai sentito; era un comico di livello infimo, tipo te, che poi come te è diventato un guerrafondaio sfegatato e un ammiratore dei lettori del Mein Kant, però, a differenza tua, non mi risulta sappia suonare il pianoforte col cazzo. […]
Non so se hai presente l’Italia: cioè, ormai, in Italia, quelli che campano dignitosamente del loro stipendio penso siano qualche decina di migliaia al massimo. E’ un Paese assurdo: praticamente la stragrande maggioranza delle persone sopravvive perché c’hanno 1 o 2 case lasciate dai nonni, perché prima era un Paese ricchissimo, dove si andava in pensioni all’età giusta e chi lavorava riusciva a comprarsi una casa (se lavoravano in due, spesso, addirittura due).
Poi sono arrivati al potere quelli della generazione di questo Michele Serra qua: con la pagliacciata che da giovani erano un po’ sessantottini e giocavano a fare i progressisti, si son fatti votare dalla povera gente e poi hanno fatto riforme stile Thatcher, e l’Italia è diventato un Paese del terzo mondo. Credo sia, in assoluto, il Paese del mondo libero […] ecco, sia in assoluto il Paese del mondo libero che è decaduto di più in assoluto, e proprio per gente come Michele Serra che, però, fa ancora gli appelli. E aspetta, che questa è bellissima: sai chi ha risposto a quell’appello? Sì, esatto: i sindacati. […]
Però guarda che, appunto, in Italia c’è ancora un sacco di gente che ti vuole bene; tipo, c’è sta tizia buffissima che scrive su un altro di questi giornalacci da finti progressisti: Nathalie, si chiama. Nathalie Tocci, un personaggione: calcola che ti vuole così bene che credo abbia il record italiano di figure di merda raccattate in Tv pur di difenderti, anche quando ne combinavi di veramente assurde. Ma era spettacolare, eh? L’avresti dovuta vedere tipo all’inizio della guerra quando c’era quel tizio – hai presente – quello che diceva come sarebbe andata a finire, lì; Orsini sì: Alessandro Orsini. […]
Insomma, Zele’, lo sai: in Italia gli amici non ti mancano. Gli italiani sono così: son gente di cuore. […] Però, ecco, fossi in te mi fiderei il giusto, anche perché poi gli italiani sono scazzoni e mettono tutto a ridere, però poi sembra che ormai ci sia anche un po’ di gente che s’è iniziata a incazzare davvero, eh?
Che poi, se ci pensi, non è che c’hanno tutti i torti, eh?Hanno iniziato a dire che l’Occidente ha perso la guerra e che ora la faranno pagare ai cittadini europei e, giustamente, dicono che, da che mondo è mondo, se uno è così coglione da portarti in guerra e così doppiamente coglione, poi, anche da perderla, poi (giustamente) si dovrebbe levare gentilmente dai coglioni.
Proprio tutti, dicono, eh? Centrosinistra, centrodestra, giornali, sindacati: li chiamano parassiti e dicono che devono andare #TUTTIACASA.
OttolinaTV: I progressisti scendono in piazza per difendere il diritto a scatenare la terza guerra mondiale
“Sii forte”; “Sii coraggioso”; “Non avere paura”: dopo aver assistito alla scazzottata nello Studio Ovale dell’altro giorno, i leader europei volevano in tutti i modi fare in modo che il compagno Zelensky sentisse il loro sostegno incondizionato e lo stimolo giusto per non mollare l’osso.
Ed ecco le domande che i Völkischer Beobachter de noantrifanno al Presidente Putin. Tanto sciatti e schierati, siffatti “giornalisti”, da non rendersi neanche conto che la Federazione Russa non solo ha triturato poco meno di due milioni di soldati ucraini, ma anche migliaia di soldati Uccidentali travestiti da mercenari e, assieme, tutte le risorse militari ed economiche della NaziUE e della NATO.
Se tutti nel Mondo ormai hanno ormai compreso che l’Occidente è un Golem belluino fatto solo d’argilla marcia, lo dobbiamo alla Russia e Donald il Barbaro non potrà cambiare tale inerzia.
I PARTITI “SOCIALDEMOCRATICI” E “DEMOCRATICI” SONO ORMAI I PARTITI DELLA GUERRA E DEL THANATOS
Una volta la Sinistra rappresentava la maggioranza degli Operai ed era pacifista poiché le guerre sono sempre il frutto di contrapposizioni tra Centri del Capitale in concorrenza feroce tra di loro. I lavoratori hanno sempre dovuto subirle siffatte guerre, poiché utilizzati come schiavi per produrre armi e come carne da cannone.
Oggi vediamo una “democratica”, Carola Rackete, eletta dalla Linke e tanto elogiata dalle presstitutes occidentali, votare a favore dell’utilizzo dei missili d’attacco europei e americani sul suolo Russo.
Bene ha fatto Sahra Wagenknecht a prendere le distanze da siffatta “sinistra” neoliberista americanista ed eurofilista (cfr. “Contro la Sinistra Neoliberale”, Fazi Editore), che io definisco i Liberalfascisti di Sinistra.
RIVOLUZIONE CONTRO IL TANACAPITALISMO SOSTENUTO SOSTENUTO DALLA FINTA-SINISTRA OCCIDENTALE
Altro che riformismo liberista. Abbiamo bisogno di una rivoluzione contro il nazistico Totalitarismo Neoliberista.
Quale significato assume oggi la rivoluzione? Per rispondere a questa domanda conviene senz’altro richiamare le «Tesi di filosofia della storia» di Walter Benjamin, che è forse uno dei più grandi pensatori del Novecento. Questo testo straordinariamente incisivo non è caratterizzato dalla condanna (scontata) del nazismo, ma dall’accusa, rivolta alla socialdemocrazia, di essere responsabile della rovina del proletariato, avendo distrutto la sua coscienza di classe e avendo tolto la volontà di combattere alla classe operaia.
Questo è un punto fondamentale, che va ribadito una volta per tutte sul piano storico, e la cui riaffermazione consente anche di rispondere, almeno in linea di principio, alla domanda sulle forme di lotta, precisando che il conflitto di classe non esclude per nulla, come accade nelle posizioni controrivoluzionarie della socialdemocrazia, la violenza di massa e la lotta armata (si pensi alle azioni dei GAP durante la Resistenza).
Un altro aspetto decisivo, affermato in modo giustamente provocatorio da Benjamin, consiste nel rilevare che il proletariato ha commesso un errore micidiale quando si è proposto di pensare alla felicità dei figli e dei nipoti, giacché il problema è, invece, la vendetta. In altri termini, di fronte alla borghesia che non solo sfrutta il proletariato, ma nutre anche un’avversione profonda per esso e possiede una piena coscienza del proprio ruolo di classe dominante, è paradossale che la stragrande maggioranza dell’umanità sia rappresentata da proletari di fatto privi di coscienza di classe o, ancor peggio, da quei sottoproletari che sono definiti nel Manifesto del partito comunista come «infima putrescenza della società borghese».
Delle aspre sofferenze patite dai padri e dagli avi, così come delle crescenti sofferenze patite dagli sfruttati odierni, è giusto e doveroso ricordarsi, e altrettanto giusto e doveroso è assumersi, come movimento rivoluzionario, la responsabilità di un’azione conseguente sul terreno teorico, ideologico, politico e organizzativo.
Dal canto suo, il filosofo tedesco ci ricorda, per un verso, che «il Messia non viene solo come redentore, ma come vincitore dell’Anticristo», e per un altro verso che la classe operaia, avendo disappreso alla scuola della socialdemocrazia «sia l’odio che la volontà di sacrificio», può riscattarsi unicamente «come la classe vendicatrice, che porta a termine l’opera della liberazione in nome di generazioni di vinti». Del resto, non è forse questa prospettiva che riscatta il gesto di Luigi Mangione dai limiti che sono propri dell’eroismo “di chi si sente sotto l’influsso di Montecristo” e gli conferisce un significato universale? (Eros Barone, segue link, enfasi aggiunta)
Eros Barone: Quando l’unica giustizia è la vendetta
Quando l’unica giustizia è la vendetta
di Eros Barone
Le vostre concezioni borghesi della libertà, della cultura, del diritto ecc., sono anch’esse un prodotto dei rapporti borghesi di produzione e di proprietà, così come il vostro diritto non è che la volontà della vostra classe innalzata a legg…
Non ci rendiamo conto che i Satrapi Soroi, pur in guerra tra loro, sono sempre coalizzati contro il 99% della popolazione, cioè noi. Il predatore finanziario Warren Buffett, più di una decina di anni fa, esternò la sua felicità poiché ad aver vinto il conflitto di classe erano stati proprio loro, i ricchi parassiti che non pagano tasse.
Eppure basterebbe poco, a quel vessato e conculcato 99%, per dare la spallata finale al marcescente e corrotto Capitalismo Finanziarizzato e Globalizzante Angloamericano e alle sue sovrastrutture imperiali, Impero Nazista Amerikano e NaziUE.
I “Democratici” e i “Socialisti” occidentali sono disposti anche a correre il rischio di un conflitto nucleare, nel DEMoniaco Cupio Dissolvi imposto dal Wokeismo “Progressista” Nichilista e Neonazista.
Con la bava alla bocca, i “neoliberisti di sinistra” concionano che Vladimir Putin è un folle autocrate che va abbattuto perché combatte contro le sataniche folle e follie anticristiche NATOiste, transfemministe e transessualiste, perfettamente esternate dalla turpissima cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024.
LA PARABOLA FINALE DELL’OCCIDENTE, SIA CHE GOVERNI IL PRESIDENTE INESISTENTE BIDEN, SIA CHE CHE GOVERNI LA DIARCHIA SATRAPICA TRUMP-MUSK
Se l’Occidente è nella parte finale della sua parabola discendente a partire dalla sua Nazione capofila, l’Impero Nazista Amerikano, lo dobbiamo in gran parte alla religione neognostica del Wokeismo, assieme alle sue propaggini del Politically Correct e della Cancel Culture, per non parlare degli squadristi Antifa, BLM, Trasessualisti, Transfemministi, Ecofascisti Greenisti, et similia.
Emmanuel Todd ha esplicitato tali concetti nel suo già citato “La sconfitta dell’Occidente” (Fazi Editore):
L’establishment statunitense di questo secolo non s’è mostrato all’altezza dei suoi predecessori, soprattutto perché, questa è la tesi dell’Autore, ha perso – ma forse sarebbe meglio dire: ha cancellato – le proprie origini religiose che affondavano in quel protestantesimo di stampo calvinista che tanta parte ha avuto nello sviluppo dell’Occidente. Todd afferma insistentemente che è il nichilismo ad avere permeato le società occidentali decretandone così la fine. L’ideologia woke, portatrice delle istante del mondo Lgbtq+, è l’essenza di quel viaggio di non ritorno contro l’immortale legge naturale, che ha stabilito come la prosecuzione del genere umano stia nell’incontro tra l’uomo e la donna. (resegoneonline.it)
Chiosa rettamente Todd:
La minoranza più protetta in Occidente sono sicuramente i ricchi, che costituiscono l’1%, lo 0,1% o lo 0,01% della popolazione. In Russia non sono protetti né gli omosessuali né gli oligarchi. Quindi le nostre democrazie liberali stanno diventando “oligarchie liberali”.
Il significato ideologico della guerra sta cambiando. Dichiarata nel pensiero prevalente come una battaglia tra le democrazie liberali dell’Occidente contro l’autocrazia russa, sta ora diventando uno scontro tra le oligarchie liberali dell’Occidente e l’autoritaria democrazia russa. Lo scopo di tale riclassificazione dell’Occidente e della Russia non è quello di denunciare il primo, ma di comprendere meglio i suoi obiettivi in questa guerra, i suoi punti di forza e di debolezza. […]
L’Europa non si è lanciata in questa guerra con le sue assurdità e incoerenze per caso, stupidità o incidente. Qualcosa lo stava guidando. E non tutto è colpa degli Stati Uniti. Questo qualcosa è la sua stessa implosione. Il progetto europeo è morto. Un sentimento di vuoto sociologico e storico si è insinuato nella nostra élite e nella classe media. In questa situazione, l’attacco russo contro l’Ucraina è sembrato quasi un colpo di fortuna. Gli editoriali dei media non lo hanno nascosto: Putin ha ridato senso alla costruzione europea con la sua “operazione militare speciale”; l’UE aveva bisogno di un nemico esterno per riorganizzarsi e rimettersi in carreggiata.
Questa retorica ottimistica nascondeva una verità più oscura. L’UE è una potenza incontrollabile e letteralmente irreparabile. Le loro istituzioni si stanno esaurendo, la loro moneta unica ha portato a uno squilibrio interno irreversibile; La loro reazione alla “minaccia” di Putin non riflette necessariamente uno sforzo di ricomporsi, ma forse, al contrario, un riflesso suicida: la reazione è l’espressione di una speranza inespressa che questa guerra senza fine alla fine farà esplodere tutto. Dopo aver faticato per la disfunzionale macchina di Maastricht, le nostre élite potrebbero trasferire la loro responsabilità alla Russia; il loro desiderio segreto sarebbe che la guerra liberasse l’Europa da se stessa. Putin sarebbe il loro salvatore, un diavolo redentore. (segue link)
L’Occidente ha distrutto le basi su cui è poggiato: la cristianità, lo Stato sovrano, la civiltà del diritto, il pensiero critico e la storia. Non è più la guida del mondo, è disfattista al suo interno e bellicoso all’esterno, crede di salvarsi con la forza delle armi e l’uso intermittente dei diritti dei popoli e delle nazioni. Ha perso l’intelligenza del reale, la capacità di capire il mondo e la vita, abdicando in favore di un individualismo radicale asservito alla tecnica e alla finanza. Ha perduto il pensiero critico che sa distinguere e il pensiero fondativo che sa generare. […]
Il collasso morale e sociale deriva a suo dire dal collasso del protestantesimo, che rende irreversibile il declino americano e apre gli Usa e l’intero occidente al destino del nichilismo. Da allievo di Max Weber osserva che se il protestantesimo è stato la matrice del decollo dell’occidente e del capitalismo, ora è la sua morte a causarne la dissoluzione.
Intanto lo stato-nazione si dissolve e trionfa la globalizzazione; gli individui sono ormai privi di qualsiasi credenza collettiva. Il collasso della religione ha spazzato via il sentimento nazionale, l’etica del lavoro, il concetto di una morale sociale vincolante, la capacità di sacrificarsi per la comunità. Todd distingue altre fasi prima di giungere allo “stadio zero” della religione dove i valori non contano più e ne attesta l’avvento attraverso l’osservazione di pratiche cadute velocemente in disuso nei battesimi, nei decessi, nella partecipazione alle funzioni domenicali, ma soprattutto con l’equiparazione tra i matrimoni omosessuali e quelli tra uomo e donna. […]
“La sconfitta dell’occidente” di Todd rischia di rientrare nel fiorente filone apocalittico che da un secolo a questa parte annuncia il tramonto dell’Occidente. Ma aiuta al risveglio brusco dal sonno della ragione, che genera mostri e spinge l’avanzata del nulla in Occidente. Il nulla armato.
Il Capitalismo Totalitario dei Soroi, la Negazione della Realtà, l’Oikofobia, il Transfemminismo intersezionale, la Morte di Dio, la Lotta al “Patriarcato”, l’Immanentizzazione dell’Eschaton Cristiano, tutti insieme ci stanno portando alla Putrefazione dell’Occidente.
Prima di tutto: il dilemma attuale di Mosca non è di natura militare. La Russia avanza da mesi in Ucraina e la sconfitta di Kiev è inevitabile, come ammettono ora alcuni importanti media occidentali. Il dilemma russo è piuttosto un problema di comunicazione. Come possiamo stabilire un contatto con i politici occidentali quando fanno orecchi da mercante o “dormono” in una bolla mediatica in cui non penetra nulla di inquietante, in cui la realtà del campo di battaglia locale e delle alleanze multipolari in tutto il mondo è, in dubbio, “disinformazione”. […]
In risposta agli attacchi occidentali con missili a lungo raggio sul territorio russo, il 21 novembre l’esercito russo ha lanciato diversi nuovi tipi di missili ipersonici contro la città ucraina di Dnipro, che hanno colpito un complesso di armamenti dove, tra le altre cose, venivano prodotti componenti missilistici. I razzi, chiamati Oreschnik ( nocciòlo), raggiungono una velocità di circa 10.000 km/h e coprono così una distanza di 1.000 chilometri in circa cinque minuti. In un discorso televisivo a breve termine il presidente Putin ha spiegato giovedì sera che i sistemi di difesa aerea occidentali “non possono intercettare questi missili”.
Ora, in questi giorni, non si tratta di solidarietà con l’Ucraina, di valori occidentali o di qualsiasi altra formula che spesso circola. Attualmente c’è qualcosa di più fondamentale all’ordine del giorno: una guerra imminente nell’Europa occidentale e la creazione di un modo per prevenirla attraverso l’uso attivo di tutti i canali pubblici e diplomatici. Il dilemma di Mosca deve essere risolto – e questo può accadere solo qui, in Occidente, soprattutto nei media, dove la verità deve finalmente essere in prima pagina: la guerra in Ucraina è perduta, i negoziati con la Russia sono inevitabili, un’ulteriore escalation, semplicemente per presumibilmente salvare la faccia, irresponsabile e puro suicidio. (Paul Schreyer, segue link)
Il sonno della ragione partorisce mostri – ACrO-Pólis
Ormai tutti gli analisti imparziali dichiarano la verità (alla faccia delle presstitutes e dei politici nani, marci e corrotti uccidentali): l’Ucraina del marcio pornoguitto Zelenskyha perso la guerra contro la Russia, pur essendo appoggiata dagli altrettanto corrotti Ursula von der Sturmtruppen e il NaziDEM Dementor Biden.
Chiosa il Simplicissimus sui due milioni di combattenti persi dall’Ucraina in due anni e mezzo di guerra condotta da proxy per l’Occidente-Uccidente:
Due settimane fa il ministro della difesa ucraino Belousov ha annunciato che il totale delle vittime “uccise e ferite” in Ucraina per l’anno 2024 sarebbe di 560.000, una cifra che ricorrendo a una proporzione standard tra morti e feriti si avvicina appunto ai 200 mila caduti, ovvero il numero di tutte le nuove reclute.
Ovviamente il ministro di un regime che spara balle in continuazione ha tutto l’interesse a diffondere le cifre più basse possibili, ma ci sono altre stime più credibili e di recente è stato pubblicato il calcolo riassunto nella tabella sotto:
L’esercito ucraino avrebbe perso nel corso della guerra circa 2 milioni di uomini di cui la metà morti. Il resto sono feriti irrecuperabili o prigionieri o disertori. La stessa Washington Post, capofila della narrazione bellica, ovviamente dalla parte dell’Ucraina, non fa più nemmeno mistero di questa strage e ammette che la situazione è molto più grave che nel 2022.
Gli Ukraini zelenskyani hanno perso quasi 2 milioni di combattenti contro i meno dei centomila persi da Mosca e dobbiamo assistere a reboanti e tonitruanti proclami di politici europei su una guerra, quellarussa-ucraina, che la NATO non ha perso. Ha straperso!
Sagace, il Prof. Alessandro Orsini:
Alessandro Orsini: “La Russia distruggerà e smembrerà l’Ucraina”.
Il presidente Mattarella: “In Italia una diffusa tempesta di fake news russe.”.
La realtà: la Russia ha distrutto e smembrato l’Ucraina.
Il mio consiglio? Se non possiamo abolire le fake news russe, aboliamo la… pic.twitter.com/oUsZYteaFO
Al Sig. Mattarella risponde Maria Zakharova, la bellissima e inclita portavoce del Ministero degli Esteri Russo.
Durante una lezione all’Università di Marsiglia, afferma Zakharova, Mattarella ha “fatto paralleli storici oltraggiosi e palesemente falsi tra la Federazione Russa e, come ha detto, con la Germania nazista, chiedendo che venga tenuto in considerazione il fallimento della politica occidentale dell’appeasement degli anni ’30 per la risoluzione della crisi ucraina”. Poi, premettendo che una tale cosa “non può essere nemmeno pronunciata”, la portavoce cita le parole del presidente, secondo il quale le azioni della Russia in Ucraina “sono di natura simile al progetto del Terzo Reich in Europa”.
“E’ strano – prosegue Zakharova – sentire tali invenzioni blasfeme dal presidente dell’Italia, un Paese che conosce per esperienza diretta cos’è il fascismo. Soltanto, lo conosce in modo diverso dal nostro Paese. Il nostro Paese è stato soggetto ad un attacco mostruoso della Germania di Hitler. Il nostro Paese non solo è riuscito a cacciare il nemico dal suo territorio, ma lo ha anche riportato indietro fino a casa, distruggendolo. E allo stesso tempo ha liberato l’Europa dal nazismo e dal fascismo”.
La portavoce della diplomazia russa afferma inoltre che, per qualche ragione, Mattarella non ha ricordato da quale parte stava il suo Paese durante la Seconda guerra mondiale e quale “contributo” vi ha dato. “Non lo sapeva, non conosce bene la sua storia? Non credo”, aggiunge Zakharova. Secondo la portavoce, Mattarella “dovrebbe pensare al fatto che oggi l’Italia, con gli altri Paesi della Nato, sta pompando con moderne armi letali il regime terrorista neonazista di Kiev, sostenendo così in modo incondizionato il regime criminale in tutti i suoi crimini”.
Zakharova conclude affermando che le parole di Mattarella insultano la memoria non solo degli italiani che combatterono il fascismo durante la Seconda guerra mondiale e i loro discendenti sia in Russia sia in Italia, ma anche “tutti coloro che conoscono la Storia e non accettano queste analogie inammissibili e criminali”. (segue link)
Mosca vs Mattarella
Mosca, da Mattarella ‘invenzioni blasfeme’ sulla Russia (ANSA) – La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato oggi come “invenzioni bla…
Riportiamo gli apporti pregnanti e le repliche di filosofi e storici acclarati ed illuminati geopolitici in risposta ai proclami del Capo dello Stato italiano pro tempore:
Si è aperto un ampio dibattito sull’interpretazione delle frasi del presidente Mattarella intorno alla guerra russo-ucraina.
Le frasi incriminate sono le seguenti:
«Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali.
Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto – anziché di cooperazione – pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia. Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista.
Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa.
L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura.» [sic!]
La prima parte è una sorta di analisi, storiograficamente da bocciatura, volta a far passare l’idea che nel ‘900 un clima di conflitto si sia originariamente instaurato a causa della nascita di regimi dispotici e illiberali. Ma naturalmente, i regimi “dispotici e illiberali” si instaurano a partire dagli anni ’20, emergendo sulla scorta del drammatico lascito della Prima Guerra Mondiale, che fu guerra tra regimi liberalcapitalistici e imperialistici. Alla faccia del clima di cooperazione precedente ai “regimi dispotici e illiberali”.
Dunque abbiamo a che fare con una ricostruzione espressamente falsa e fuorviante.
Ma la parte più grave è rappresentata dalle ultime due frasi, che unificate suonano:
“L’odierna aggressione russa all’Ucraina è della stessa natura del progetto del Terzo Reich in Europa.” [sic!]
Cosa significa questa frase?
Non può che significare che l’intenzione russa, palesata nell’operazione ucraina, è la medesima del progetto della Germania nazista, che era espressamente un progetto di supremazia mondiale per via militare con l’asservimento delle razze inferiori.
Nessuna persona minimamente in buona fede può pensare che questa analogia stia in piedi. Non sta in piedi l’idea che la Russia abbia oggi un progetto di “Welteroberung” e non sta in piedi l’idea che vi alberghi una matrice razzista.
Dunque la vera questione è: perché formulare asserzioni storicamente insostenibili, palesemente fuorvianti, e diplomaticamente catastrofiche in un momento in cui si sta profilando lo spazio per una fine del conflitto russo-ucraino?
In molti sostengono che qui operi un’esplicita intenzione di fomentare un conflitto di lunga durata, esacerbando gli animi. A favore di questa interpretazione c’è la sua coerenza con il comportamento dell’UE nell’arco degli ultimi tre anni.
Personalmente però sarei incline almeno a integrare questa lettura con un secondo piano, non necessariamente alternativo al primo.
A mio avviso nelle parole dell’ex democristiano Mattarella – come di molti dirigenti europei – riecheggia un’antica forma di russofobia, un riflesso condizionato coltivato sin dai tempi dell’URSS come anticomunismo. Qualcuno dirà che persino Mattarella deve aver ben chiaro che la Russia odierna è altra cosa dall’URSS e che parlare di comunismo in riferimento alla Russia odierna sarebbe decisamente fuori luogo. Vero. Però credo che qui sfugga un aspetto profondo di ciò che fu l’antisovietismo come anticomunismo nel ‘900. […]
È del tutto evidente che i regimi liberalcapitalistici europei che condussero l’Europa alla carneficina della Prima Guerra Mondiale erano forze imperialiste, dominate da paradigmi esplicitamente razzisti, che si macchiarono delle peggiori atrocità nel corso delle imprese coloniali (vogliamo parlare del Congo belga di Leopoldo II?).
È parimenti evidente che questi stessi regimi cercarono con le unghie e con i denti di mantenere quel dominio coloniale all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, così come è un dato di fatto inoppugnabile che l’URSS e il movimento socialista/comunista mondiale furono le principali forze di supporto ai movimenti di indipendenza e decolonizzazione (magari per mero interesse tattico, ma alla fine contano i fatti).
Ed è ancora più noto ed evidente che i regimi autoritari, fascisti e nazisti, emersi tra le due guerre fossero stati promossi, nutriti, finanziati e sostenuti dai regimi liberali (Inghilterra in testa) ESSENZIALMENTE IN CHIAVE ANTICOMUNISTA. Questo è lo stesso identico spirito che consentirà negli anni ‘70 a Friedrich von Hayek, padre nobile del neoliberalismo, di sostenere il regime di Augusto Pinochet in Cile, nel nome della “libertà di mercato”.
Dunque, per dirla in maniera semplice e diretta, l’Occidente liberalcapitalistico, dalla tratta degli schiavi al golpe cileno e oltre ha sempre, coerentemente e senza alcun problema violato ogni sorta di “libertà” e ogni forma di “diritto umano”. Non è mai stato questo il problema, e presentare la vicenda dell’anticomunismo come una storia di promozione della libertà e dei diritti umani è una falsificazione della storia. […]
Ogni altra forma di vita, che abbia fondazione comunista o tradizionalista, confuciana o teocratica, comunitarista o socialista, è accomunata mentalmente nel grande paiolo del Male (qui stanno le radici del reiterato accomunamento di comunismo e nazismo da parte dell’Unione Europea).
In altri termini, il vero problema oggi è rappresentato dall’unico regime politico al mondo che si è dimostrato sempre intollerante e insofferente verso qualunque alternativa a sé medesimo. (Andrea Zhok, segue link)
Guerra russo-ucraina: l’interpretazione delle frasi del presidente Mattarella
(Andrea Zhok) – Si è aperto un ampio dibattito sull’interpretazione delle frasi del presidente Mattarella intorno alla guerra russo-ucraina. Le frasi incriminate sono le seguenti: «𝗙𝗲𝗻𝗼𝗺𝗲𝗻𝗶 𝗱…
Devo confessare di averci messo delle ore a leggere il discorso che il presidente della repubblica italiana, tutto minuscolo, perché il maiuscolo si conquista e non è dato per scontato dall’etichetta, ha tenuto a Marsiglia il 5 febbraio scorso in occasione della laurea honoris causa conferitagli dall’Università di Aix Marseille, nel quadro degli scambi di vacue onorificenze che le élite amano come confermazione reciproca del loro diritto di comando. Un discorso nel quale ha paragonato la Russia di oggi al Terzo Reich. C’è voluto molto tempo a leggerlo perché, per un cultore della storia, si tratta di un indigeribile zibaldone di banalità, sciocchezze da tema delle scuole medie e miseri topoi di storia da televisione. […]
Infatti quel “pronunciamento” vacuo che ha offeso i 30 milioni di morti russi e a ben pensarci anche i nostri morti su quel fronte, era stato dimenticato come mera retorica da discount, se non fosse arrivato all’attenzione del Ministero degli esteri russo una decina di giorni dopo, visto che Lavrov ha altre cose a cui pensare che alle insalate di parole di chi conta come il due di coppe quando briscola è a bastoni. E così la portavoce di Lavrov, Maria Zakharova, ha replicato per le rime parlando di “invenzioni blasfeme”.
Apriti cielo: il governo nella figura della Meloni e l’opposizione, che sono poi la stessa cosa come attori e pubblico nel teatro partecipativo, si sono sentiti offesi dalla giusta reazione alle loro fumose e inconsistenti tesi guerrafondaie. […]
La presa di posizione del ministero degli Esteri russo significa però molto di più: la fine di quella favola in cui molti hanno creduto e cioè che l’Italia potesse essere un ponte e un facilitatore per un trattato di pace fra Russia e Ucraina, in quanto Paese meno aggressivo e con un rapporto speciale con la cultura russa. Non lo sarà così come il resto dell’Europa che è stata completamente scavalcata da Trump, come fosse una deiezione canina sul marciapiede.[…]
Naturalmente la stampa internazionale non è stata minimamente interessata da questa polemica che getta ancora una volta il nostro Paese nell’ambito del ridicolo e nel dramma di un sistema politico ormai comatoso, ma tenuto in vita artificialmente dalle macchine della finanza oltre che dalla mancanza di credibili alternative, le quali appunto non possono godere degli appoggi e dei soldi destinati al mondo dei morti. Amen.
Adirati Zakharova e la Russia con l’Italia.
Non è ultroneo rimembrare che il defunto Giorgio Napolitano, quando era nei Gruppi Universitari Fascisti, definì in pieno deliquio filonazista l’Operazione Barbarossa come,
“L’Operazione Barbarossa civilizza i popoli slavi: dato che il nostro sicuro Alleato è lanciato alla conquista della Russia vi è la necessità assoluta di un corpo di spedizione italiano per affiancare il titanico sforzo bellico tedesco, allo scopo di far prevalere i valori della Civiltà e dei popoli d’Occidente sulla barbarie dei territori orientali.” (Giorgio Napolitano, in “BÒ”, giornale universitario dei Gruppo Universitari Fascisti (GUF) di Padova, Luglio 1941)
Napolitano, negli anni successivi, sarebbe diventato il Campione Mondiale nella specialità del Salto della Quaglia.
Medaglia d’oro di cui oggi sembra volersi fregiare Giorgia Meloni.
Ancora, il Simplicissimus:
Gli eventi stanno precipitando senza che la Ue e i singoli Paesi riescano ancora a rendersi conto di ciò che sta accadendo e così assistiamo al buffo e nefasto spettacolo dei vedovi di guerra, ossia di quella finta sinistra che tuona contro Trump che osa trattare con la Russia, senza avere la minima idea di cosa fare o cosa dire e della finta destra che è rimasta ugualmente spiazzata.
Entrambe queste posizioni che davvero non hanno più niente di realmente politico, ma sono gentilmente offerte dagli impresari del dominio finanziario, si affidano a richiami di tipo pavloviano: suonano il campanello e i fan reagiscono con una salivazione esagerata: dici mussulmani ed ecco che sale il livello di adrenalina a destra, dici Putin come Hitler o la Russia come il Terzo Reich e immediatamente si digrigna a sinistra. Non c’è alcun bisogno di verità e nemmeno verosimiglianza. […]
Naturalmente questa guerriglia adottata imprudentemente anche da figure istituzionali che dovrebbero tenere la lingua a freno, non sono casuali: dietro ci sono i burattinai che tirano i fili e che conducono la guerriglia per evitare la fine di una guerra che è anche fonte di enormi guadagni, di alibi per il fallimentare milieu politico europeo che, sotto la von der Leyen, somiglia piuttosto a una banda di ricettatori, e infine di spazio per ideologismi diffusi a piene mani.
Nonostante questo crescono le voci per un trasferimento di Zelensky in Francia dove potrà godere dei miliardi accumulati in tre banche della holding Rothschild, quella stessa per la quale lavorava Macron prima di essere fabbricato come candidato alla presidenza, con tanto di premiere dame annessa nel pacchetto. Infatti è per ordine del capo dello staff di Macron, che il movimento di fondi su questi conti è nascosto a ispezioni e controlli, pure a quelli delle autorità di regolamentazione di Bruxelles.[…]
Sappiamo inoltre che è pronta e in mano della magistratura americana anche la lista degli affezionati “utenti” dell’organizzazione umanitaria Epstein, contro la cui diffusione sta facendo una disperata campagna Bill Gates ed è in corso di elaborazione l’elenco di giornali e giornalisti finanziati dall’Usaid. Insomma le sorprese non mancheranno, anche se in questi giorni sono in corso affannose trattative per non venire sputtanati.
Ma i brontosauri continuano ad agitare la coda in base agli input precedenti e ogni azione coerente arriverà comunque troppo tardi. Mentre il fiasco nella guerra, che comunque l’Europa non può sostenere da sola, si sta tramutando in una crisi politica mai vista dalla fine della seconda guerra mondiale. L’ultima ciliegina su questa epocale sconfitta è il video in cui Trump dice di pensare che Putin “voglia fare un accordo”, ma che “non è obbligato a farlo perché può avere tutta l’Ucraina se vuole”. Vae victis, soprattutto quando vogliono fingere di non esserlo e infiammano i toni prima di spegnersi.
Torniamo al cambiacasacca Napolitano:
Esiste un tipo umano, protagonista assoluto soprattutto nella prima metà del Novecento, che coltiva l’intransigenza delle idee ma riesce a coniugarla con la curiosità intellettuale e il confronto con chi la pensa diversamente. A questa “intransigenza dialogante” si contrappone un atteggiamento opposto e speculare: quello della “ortodossia inciucista”. Se i primi sono rivoluzionario-conservatori, i secondi sono reazionario-sovversivi. Giorgio Napolitano appartiene a questo secondo tipo umano, quello che si fa sempre garante dello status quo ma che discretamente ne mina le basi. […]
Nel 1944, quando le cose per il fascismo volgono al peggio e in Campania già ci sono gli americani, Napolitano entra in contatto con un gruppo di comunisti napoletani.
L’anno dopo aderisce al Partito Comunista Italiano. Nell’autunno del 1944, a Capri, lavora tuttavia per l’American Red Cross, la Croce rossa americana. Nessun complotto, per carità, si tratta di impegno umanitario. Sta di fatto, tuttavia, che il personaggio non sembra avere problemi con gli yankee, tant’è che in seguito Henry Kissinger lo definirà “il mio comunista preferito”.
Nell’Italia repubblicana e in piena guerra fredda, però, Giorgio finisce per aderire a quel Pci all’epoca di stretta osservanza staliniana. Arriva il 1956 e l’VIII congresso del Pci capita poche settimane dopo l’ingresso dei carri armati sovietici a Budapest. Il delegato di Cuneo, Antonio Giolitti, insorge contro l’atto barbarico. Dopodiché prende la parola il delegato di Caserta, tale Napolitano Giorgio. Che dichiara di “combattere, e anche aspramente combattere” le tesi del compagno piemontese. Perché in fondo, spiega, l’Urss ha evitato “che nel cuore d’Europa si creasse un focolaio di provocazioni”, ha impedito “che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione” e in definitiva ha salvato “la pace nel mondo”. (Adriano Scianca, segue link)
Napolitano story: dai Guf a Monti, passando per Pci e Usa
Vita, fatti e misfatti del Presidente uscente della Repubblica. Primi passi nei Gruppi universitari fascisti, poi aderisce al Partito Comunista Italiano.
Guarda caso, gli stessi ossimori usati dai gerarchi dell’Europa nella recentissima “conferenza” riunita da Micron-Macron a Parigi.
Quando diranno : “Abbiamo sbagliato”? | il Simplicissimus
Per quanti anni abbiamo detto che l’Europa era garante della pace che i singoli Paesi non sarebbero stati in grado di assicurare? E adesso invece i leader del continente fanno il tifo per la guerra e vedono come fumo negli occhi le trattative dirette tra Russia e Usa, tanto che si sono riuniti a Parigi […]
Tornando a “re” Giorgio,
Nel 1975, il nostro eroe chiede (senza successo) di poter visitare gli Usa, cosa che potrà fare solo nel 1978.
Nel 1978 avviene il grande incontro. Alla Casa Bianca siede il democratico Jimmy Carter, con al fianco il prode Zbigniew Brzezinski, vecchia volpe della diplomazia Usa e stratega del trilateralismo. Accade così che Napolitano diventi il primo esponente del Pci in visita ufficiale negli States. Al ritorno racconterà su Rinascita le conferenze a Harvard e Princeton, ma anche – e questo è più interessante – i suoi colloqui presso il Cfr, l’esclusivo e potentissimo Council on Foreign Realtions, il ministero degli Esteri informale degli Stati uniti.
Ma per il resto, precisa, niente incontri politici. Eppure l’ex esponente socialista Claudio Signorile ha parlato di un abboccamento “ai massimi livelli con il dipartimento di Stato”. Si era in piena crisi Moro: davvero dobbiamo credere a un dirigente del più grande partito comunista d’Occidente che va negli Usa e parla solo con studenti? L’allora ambasciatore Gardner, del resto, ha raccontato di aver avuto quattro incontri segreti con il futuro uomo del Colle.
Ora, dopo diversi estemporanei viaggi del tempo, sui cui focalizzeremo presto la nostra attenzione, al fine di parlare del vero mandante dell’omicidio di Aldo Moro (e cioè il DEMoniaco Henry Kissinger), il Ritorno al Futuro, con le legittime dichiarazioni di Maria Zakharova in primo piano.
Il paragone fatto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fra la Russia e il Terzo Reich avrà delle conseguenze” ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca Maria Zakharova parlando domenica sera sul canale Rossija 1 della tv russa. “Durante una lezione in un’istituzione educativa, il capo dello Stato italiano ha dichiarato di ritenere che la Russia possa essere equiparata al Terzo Reich. Questo non può e non potrà mai rimanere senza conseguenze”. Dalla Presidenza della Repubblica “nessun commento” dopo questo secondo attacco, fanno sapere fonti del Quirinale.
Zakharova fa riferimento alla lectio magistralis tenuta il 5 febbraio, durante la quale Mattarella ha detto: “Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali. Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto – anziché di cooperazione – pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia.
Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”. […]
“Purtroppo l’Italia è stato il Paese dove è nato il fascismo” riporta Ria Novosti, aggiungendo che Mattarella è il “presidente di un Paese che storicamente è stato tra quelli che hanno attaccato il nostro Paese” ha proseguito Zakharova. “Questo ci viene detto da una persona che non può non sapere quanti soldati italiani hanno ucciso i nostri nonni e bisnonni sul nostro territorio durante la Seconda guerra mondiale sotto bandiere e slogan nazisti. Su quali basi si dice questo nell’anno dell’80° anniversario della nostra vittoria?
Questa [vittoria] è stata intessuta da milioni [quasi trenta] di vite di cittadini sovietici che non solo hanno liberato la loro Madrepatria e il nostro Paese, ma hanno anche liberato loro [cioè Germania e Italia] dal nazismo” ha proseguito la portavoce del ministero degli Esteri russo. (rainews.it)
Di notevole interesse questa notizia:
“Oggi abbiamo incontrato il giornalista dell’agenzia di stampa International Reporters e autore del canale Telegram Donbass Italia, Vincenzo Lorusso“, si legge nel messaggio allegato a un video in cui si vedono i due e poi prosegue: “Il giornalista ha depositato le prime 10.000 firme dei suoi connazionali per una petizione che condanna le dichiarazioni blasfeme del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in cui equipara la Russia al Terzo Reich”.
“Più di 20mila persone hanno già firmato le scuse alla Federazione Russa e a tutto il popolo russo. A differenza di alcuni dei suoi leader, l’Italia e la gente comune italiana ricordano molto bene l’impresa dell’Unione Sovietica e il colossale contributo dei suoi popoli alla Vittoria. Ricordano anche il loro potente movimento partigiano, al quale, tra l’altro, parteciparono attivamente migliaia di eroi sovietici che combatterono contro il fascismo fianco a fianco con i loro compagni italiani”.
Al termine del video i due hanno cantato insieme un estratto dell’inno della Resistenza e degli antifascisti italiani “Bella Ciao”. (segue link)
Zakharova con Lorusso: 10mila italiani firmano contro Mattarella
Mosca continua ad attaccare il capo di Stato italiano. La portavoce del ministero degli Esteri russo diffonde un video dove il giornalista Lorusso deposita le firme di 10mila italiani contro Sergio Mattarella #EuropeNews
Che dire?
Impossibile non rimpiangere il Leggendario e più grande Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini.
Sono nel pallone… dopo la telefonata Trump-Putin e il discorsetto di Vance a Monaco gli euronazi, i satrapi del deep state USA prima delle elezioni americane, quelli che si sono fatti saltare dagli ucronazi, dai servizi britannici e dalla CIA il Nord Stream da sotto il culo, dopo aver mandato armi e al macello migliaia [milioni] di ucraini vendendocela come imminente sconfitta russa, dopo aver ridotto l’Unione Europea ad area dipendente e sotto “protezione” degli USA, praticamente un protettorato, e dulcis in fundo, dopo aver promesso lacrime e sangue per aumentare il budget bellico per la NATO, tutti questi signori si ritrovano nella scomoda posizione di estranei alla trattativa sull’Ucraina.
E se non bastasse è il nuovo inquilino della Casa Bianca, che dopo aver dato il ben servito a USAID, attacca gli euroburocrati svelando la triste verità: nell’UE la democrazia, quel poco che c’era nel delirio dei suoi diktat economici e fonanziari, è morta e sepolta. Vance attacca sulla censura, sulle elezioni cancellate se non vanno bene come in Romania: sono schiaffi che fanno ben capire che se le classi dirigenti corrotte e meschine dell’UE vogliono continuare la guerra con la Russia attraverso l’Ucraina e per mezzo della NATO, deveono sborsare i dané per le armi, ma anche per i danni alla fine della fiera, visto che la Russia ha già vinto.
Il tutto col nuovo regime dei dazi statunitensi, dopo la mazzata che i neuro-burocrati si sono dati nei coglioni con le sanzioni alla Russia. Una debacle che non può che preannunciare la fine dell’architettura europea incentrata sull’egemonia USA e iniziata con Maastricht e le sue velleità di terzo polo europeo. […]
Orbene, che in Europa e in Italia in particolare siano minate le libertà più elementari, tra la 1660 e le scorribande fasciste di esponenti nazi-dem, i più feroci nella russofobia e nel catalogare come putinismo ogni dissenso, non è una novità che doveva evidenziarci il vicepresidente USA Vance, dirigente del paese imperialista dominante e che oggi cambia linea politica, ma pur sempre imperialista e suprematista.
È un dato di fatto.
Ma quello che fa specie è che ci siano ancora realtà politiche della sinistra radicale che partono a testa bassa con la solita manfrina dell’antifascismo contro un orbace che non esiste più se non in frattaglie nostalgiche che si ritrovano a Predappio. E che un antifascismo falso e anacronistico venga usato per favorire oggettivamente le élite europeiste guerrafondaie e liberticide dem-liberalnaziste che sostengono i nazi di Kiev. […]
Schierarsi con l’europeismo, qualunque esso sia, visto che quello che c’è conduce al peperpetrarsi del dominio del grande capitale continentale e alla creazione e sostegno (s’è visto) di nuovi nazismi e meno nuovi, come il banderismo nazista ucraino spacciato per resistenza, porta chi è stato tacciato di “rossobrunismo” da Micromega e da autentici imbecilli del “bellaciao” ripetuto a pappagallo nelle sfilate CGILline a ribaltare l’accusa: rossobruni ce lo siete voi.
Vediamo il perché più in specifico. E prendiamo la posizione delle forze che contano e non dei loro lacchè più o meno consapevoli di esserlo, ossia i dem: liberaldemocratici, socialdemocratici, laburisti, tutto il fronte europeista e globalista che non ha più nulla a che vedere con i movimenti operai e molto più con le lobbies che rappresentano i consigli di amministrazione delle multinazionali, dei circoli finanziari, corrispondenti ai democratici statunitensi. […]
Negazionisti. Qui c’è l’imbarazzo della scelta, ma negare quanto la Russia ha fatto dai tempi dell’URSS, ossia dei suoi popoli sovietici da Leningrado a Vladivostock, nella lotta al nazifascismo, i 25 milioni di morti, appoggiare i nazisti ucraini, baltici, spacciandoli per “democratici” e “resistenti” nei loro intenti guerrafondai, diffondere la lebbra della russofobia, affermare il suprematismo europeista che vede l’eden democratico contro le giungle “autocratiche”, è un evidente delirio antistorico, di un regime che come in Romania si sente legittimato ad annullare elezioni se sgradite ai burocrati di Bruxelles.
Negazionisti due. Si consacra la shoa che opportunisticamente serve a tenere insieme il carrozzone atlantista e non a celebrare tutte le vittime del nazismo sparite nei lager di Hitler, ma si nega sempre opportunisticamente il genocidio palestinese.
Guerrafondai. Per costoro la nozione di Unione Europea si basa da sempre sulla rapina interna con i trattati a vantaggio di banche, fondi e multinazionali ed esterna con la prosecuzione del neocolonialismo predatorio. Ma oggi c’è di più: la completa sudditanza alla Casa Bianca e al deep state, al potere fino all’avvento di Trump, ha portato gli oligarchi UE e gli euroburocrati alla guerra della NATO contro la Russia mediante i nazigolpisti di Kiev. […]
Ma allora i dem, che un tempo erano sinistra delle classi popolari, dei “rossi” che cosa sono oggi? Ci aggiungiamo l’aggettivo “bruni”? A me pare piuttosto giusto farlo. Sacrosanto.
Ma già ce lo aspettiamo: da putiniani che si era, ci si darà dei trumpiani. Ogni demenziale demonizzazione, creata ad arte e diffusa nei social, ha la sua moda. Peccato che stare dentro le contraddizioni in modo leninista, non significa essere rossobruni, ossia parteggiare per l’una o l’altra compagine del capitalismo imperialista, ma individuare il nemico principale e colpirlo soprattutto quando questo è in agonia.
Bastonare il can che affoga non significa schierarsi con il gruppo dominate dell’imperialismo yankee per far colare a picco l’UE degli euro-nazi-burocrati, ma sfruttare la situazione sul terreno dell’anticapitalismo di classe in una politica intelligente di unità popolare, di alleanza sociale dei settori popolari contro neoliberismo e la sua guerra interna ed esterna, con lo scopo supremo di distruggere l’Unione Europea.[…]
E un colpetto alla sinistra radicale parolaia, che blatera di un internazionalismo astratto e di carta pesta, confondendolo con il cosmopolitismo dei flussi finanziari e di capitale, che ciancia di Costituzione come l’aquila dei Muppets che parla di sicurezza mentre gli svaligiano la casa, è opportuno darlo. C’è chi non userà mai i partigiani per avvalorare e tenere a galla i nazi-dem del PD. I nostri partigiani ci hanno insegnato al contrario che il paese lo si libera da chiunque voglia tiranneggiarlo e dominarlo o con le armi nazifasciste o con le leggi malsane di un’Unione Europea che sta distruggendo la nostra economia e il nostro popolo.
Occorre al contrario uscire dal pantano delle ambiguità e vedere il fascismo dove effettivamente è. I dem sono abissalmente diversi da quelle socialdemocrazie primo-novecentesche, che tradendo le rivoluzioni socialiste, optvano per fantomatiche vie pacifiche al socialismo. Questi attuali non optano più una sega di nulla. Ma in comune hanno fame di guerra e di repressione interna: le prime votarono i crediti di guerra nel 1914 e si schierarono con le proprie borghesie imperialiste, le seconde, quelle attuali, sono proprio alla testa del processo bellico atlantista e rappresentano direttamente frazioni del grande capitale.
Le prime sono quelle dei Noske e degli Ebert che soffocarono le rivolte operaie e assassinarono gli spartachisti tedeschi, la Luxemburg e Liebknecht. Le seconde, allo stato attuale del conflitto sociale in atto, attaccano e censurano ogni posizione politica che non segue la narrazione dominante guerrafondaia: ne abbiamo esempi sparsi in tutto il paese, sono i primi a diffondere la russofobia e a intervenire per vietare in sale pubbliche iniziative che tematizzano da altri punti di vista quanto sta accadendo in Europa.
Vietano di accedere ad altre fonti per informarsi. Sono in prima fila nel comitato burocratico continentale che tiranneggia i popoli europei nell’adottare misure liberticide sull’informazione, inibendo i canali russi (mente i russi si guardano tranquillamente se lo vogliono RAI e Mediaset), fanno chiudere i conti bancari come hanno fatto fare a Bancaintesa con Visione TV.
Oggi il mantra è: ergo UE delenda est. L’occasione è propizia, ma per non finire dalla padella alla brace, occorre fare la mossa del cavallo, ossia uscire dai vecchi schemi, dagli ideologismi di maniera e vedere nel concreto quali siano le risorse disponibili sul piano politico, quali alleanze nel contesto di una progressiva proletarizzazione dei ceti medi e intervenendo nelle contraddizioni date, a partire da quelle intercapitaliste nel blocco atlantista. Questa è l’analisi concreta della situazione concreta di leniniana memoria e non le armi di distrazione politica che il nemico ci butta scientemente come miglio ai piccioni. (Nico Maccentelli, enfasi aggiunta, segue link)
Rossobruni ce lo sarete voi… – il web di nico maccentelli
Sono nel pallone… dopo la telefonata Trump-Putin e il discorsetto di Vance a Monaco gli euronazi, i satrapi del deep state USA prima delle elezioni americane, quelli che si sono fatti saltare dagli ucronazi, dai servizi britannici e dalla CIA il Nord Stream da sotto il culo, dopo aver mandato armi e al macello migliaia di ucraini vendendocela come imminente sconfitta russa, dopo aver ridotto l’Unione Europea ad area dipendente e sotto “protezione” degli USA, praticamente un protettorato, e dulcis in fundo, dopo aver promesso lacrime e sangue per aumentare il budget bellico per la NATO, tutti questi signori si ritrovano nella scomoda posizione di estranei alla trattativa sull’Ucraina.
Per la fine della cessazione del conflitto russo-ucraino si è proposta come facilitatrice Giorgia Meloni. Rifiutata seccamente sia da Putin (ovvio) che da Trump (altrettanto ovvio).
Ottanta anni dopo la partecipazione a una guerra fascista insostenibile, basata sulla previsione errata di una vittoria del III Reich che avrebbe portato a una spartizione del bottino, ci ritroviamo a dover fare i conti con una nuova sconfitta per l’ennesima partecipazione ad una guerra cui non avremmo dovuto prendere parte. Un governo stavolta repubblicano (anche se qualche legame col passato, quantomeno a livello di suggestione, ci potrebbe essere) ci ha trascinato in una nuova avventura bellica, sullo stesso assunto di vittoria e contro quello stesso Paese.
Oggi quindi, ci troviamo a dover far i conti con le conseguenze di questa nuova sconfitta inflitta al nostro Paese da una classe politica incapace e collaborazionista.
Questa volta però non siederemo al tavolo della pace, pur essendo sconfitti, come allora, ma subiremo le decisioni che le potenze straniere assumeranno nei riguardi dell’Italia, con la differenza che non potremo contare sulla benevolenza di nessuno.
Non ci risparmieranno umiliazioni gli americani che, essendo veri sovranisti, pretenderanno risarcimenti per il sostegno, a loro dire, finora offertoci e non saranno clementi i russi che si sentono profondamente traditi dal nostro comportamento e dalla nostra immotivata ostilità nei loro confronti.
Eppure non sarebbe stato difficile né oneroso assumere un profilo diverso, magari negando l’invio dei nostri sistemi d’arma agli ucraini.
Ma oggi non possiamo contare su figure altrettanto dedite all’interesse e alla crescita del prestigio italiano o al benessere dei cittadini, non abbiamo un De Gasperi o un Togliatti né, men che meno, un Mattei o un Moro disposti ad affrontare anche l’estremo sacrificio per il bene del nostro Paese.
Quello che abbiamo è lo scarto della cosiddetta seconda Repubblica, nata sull’onda dell’operazione “Mani pulite” e costruita sulle ceneri delle stragi che seguirono. Una riedizione della strategia della tensione e del terrorismo che già avevamo conosciuto e che, senza una classe politica capace di resistergli e di opporvisi, ma sulle cui premesse ha invece costruito il suo potere, ha trasformato l’Italia in un Paese privo di sovranità, una sorta di governatorato sottoposto al controllo militare del Patto Atlantico e ai vincoli economici dettati dall’UE a trazione franco-tedesca. (Gennaro De Mattia, enfasi aggiunta, segue link)
80 anni dopo | La Fionda
Qualcuno diceva, e a ragione, che la storia è un insegnante senza alunni.
I messaggi che la Russia, tramite Maria Zacharova ha lanciato all’Italia e ai Melonians sono ben chiari:
Senza troppi giri di parole, l’UE ha perso la guerra ed è stata scaricata malamente dal suo principale partner, gli Stati Uniti. Il capo del Pentagono Hegseth mercoledì a Bruxelles ci ha comunicato che dovremo farci carico della difesa dell’intera regione.
Dovremo acquistare armi dagli Stati Uniti per garantire la nostra sicurezza e sostenere l’Ucraina. Il direttore della rivista Limes, Lucio Caracciolo, in un’intervista al Fatto Quotidiano, ha detto senza mezzi termini che la NATO come l’abbiamo conosciuta sinora non esiste più.
Come ultimo smacco, l’UE rischia seriamente di essere esclusa dalle trattative. Se le cose andranno così, la sconfitta sarà epocale e cambierà in peggio le vite di tutti, soprattutto delle classi più vulnerabili. L’Europa sarà relegata all’irrilevanza geopolitica, dovrà subire le decisioni delle grandi potenze, aumenterà la propria subalternità agli Stati Uniti, a cui sarà legata da una sempre maggiore dipendenza strategica ed energetica.
C’è una via di salvezza da questo scenario cupo. La chiusura all’UE di Trump e Putin non implica l’esclusione di tutti gli stati membri dai tavoli in cui si ridefiniranno l’ordine, la sicurezza e le influenze globali. Alcuni, come l’Ungheria, potrebbero essere ammessi al processo negoziale.
Forte della sua vicinanza a Trump e del suo rapporto privilegiato con Elon Musk, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe spazio per negoziare un ruolo nelle trattative, anche come attore minore.
Ma, a quanto pare, questa volta l’Italia non riuscirà a salire al momento giusto sul carro del vincitore. Ce lo sta comunicando chiaramente Maria Zakharova. Mosca è offesa dal parallelismo tra Quarto Reich e Federazione Russa tracciato dal presidente della Repubblica a Marsiglia. Roma, anziché cercare un chiarimento, ha risposto rimandando accusando il mittente di oltraggio.
Il fatto che la reazione russa sia arrivata con dieci giorni di ritardo, proprio il giorno dello schiaffo di Vance alla Conferenza di Monaco, non è un buon segnale. Mosca non si fida dei governanti europei dopo il fallimento di Minsk, che vede come l’ennesimo inganno occidentale.
Non solo l’Europa, ma anche l’Italia ha perso la credibilità necessaria per partecipare ai negoziati. Zakharova l’ha scritto nero su bianco in una nota ufficiale pubblicata sui social alla vigilia del vertice in Germania. Ci si chiede quali vantaggi possa avere l’Italia a ridurre al minimo i rapporti con la Russia proprio adesso. (Clara Statello, segue link)
Clara Statello: I messaggi (non compresi) che Mosca ha mandato all’Italia
Con l’accusa di “blasfemia” rivolta alla massima autorità italiana, la diplomazia russa non intende scatenare una polemica mediatica per dividere la società o per ragioni propagandistiche, come è stato scritto nei giorni scorsi. Piuttosto sta notificando un incidente diplomatico di massimo livello, in un momento cruciale per il destino del nostro Paese e dell’intera Europa.
JD VANCE CHE SUONA L’EUROPA
La UE è come i pifferi di montagna: andarono per suonare e vennero suonati da JD Vance che ha gonfiato come zampogne i nani inani politici che sgovernano l’Europa.
Mentre l’amministrazione Trump è molto preoccupata per la sicurezza europea e crede che possiamo arrivare a un ragionevole accordo tra Russia e Ucraina «e crediamo anche che sia importante nei prossimi anni che l’Europa faccia un grande passo avanti per provvedere alla propria difesa – la minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno.
Ciò che mi preoccupa è la minaccia dall’interno. Il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali: valori condivisi con gli Stati Uniti d’America. […]
Guardo a Bruxelles, dove i commissari della Commissione europea hanno avvertito i cittadini che intendono chiudere i social media in periodi di disordini civili: nel momento in cui individuano ciò che hanno giudicato essere «contenuto d’odio». O a questo stesso paese dove la polizia ha effettuato retate contro cittadini sospettati di aver pubblicato commenti anti-femministi online come parte della «lotta alla misoginia» su Internet. (JD Vance)
Hanno davvero gioco facile i Trumpiani nell’irridere i Gerarchetti guerrafondai e antidemocratici della Nazi-UE.
Il parlamento ucraino con una maggioranza molto risicata ha di fatto mantenuto Zelensky al potere bocciando una risoluzione che chiedeva le elezioni. Questo risultato è stato ottenuto grazie a una strenua campagna dell’Ue con alla testa la von der Leyen che così si è assicurata la continuazione della guerra, dal momento che una pace non si può firmare con presidente e parlamento scaduti. Così non sorprenderà che al Consiglio di sicurezza dell’Onu sia passata una risoluzione sulla richiesta di pace immediata in Ucraina che ha visto la Russia e gli Usa votare assieme, mentre gli europei si sono astenuti. […]
Anzi di più: la Merkel ci ha spiegato benissimo come si sia cercato con successo di ingannare la Russia con i trattati di Minsk, i quali sono serviti per guadagnare tempo e armare l’Ucraina dove nel frattempo si facevano leggi gravemente discriminatorie nei confronti della popolazione russofona che non avevano nulla da invidiare a quelle delle leggi fasciste sulla razza.
Non hanno fatto scandalo perché bisogna dire, per amore della verità, che in alcune nazioni europee, Germania, Gran Bretagna e Francia in primis, sempre sconfitte dalla Russia, c’è un radicato pregiudizio antirusso, a volte anche di carattere razziale (la nota inferiorità degli Slavi predicata nell’area tedesca già a partire dall’800) il quale, successivamente, si è esteso come pregiudizio anti comunista e ha continuato a fermentare anche dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica nei ceti medio e alto borghesi. (il Simplicissimus)
In spregio a Democrazia e Libertà Costituzionali, sono anni che la UE impone in Europa un’atmosfera liberticida e bellicista da Terzo Reich, anche mediante i propagandisti di regime che si autoreferenziano come fact-checker. In sinergia con l’orwelliano Ministero della Verità di George Soros, l’Unione Europea ha ricattato i social media facendo censurare dai loro goebbelsini milioni di post.
Oggi, anche Mark Zuckerberg si sta liberando dal Cazzarismo di Regime dei sedicenti debunker.
Il discorso di Monaco del vicepresidente Usa JD Vance è stato di una durezza quasi incredibile verso gli alleati europei, criticandoli aspramente anche per questioni di politica interna; particolare rilievo ha assunto il tema delle limitazioni della libertà di espressione che sono diventate moneta sonante per le classi dirigenti del Vecchio continente, nonché della precedente Amministrazione Biden.
Tale discorso va collegato al video, diffuso il 7 gennaio da Mark Zuckerberg – capo di Facebook e Instagram – a dir poco esplosivo, annunciando che si sbarazzerà (letterale: get rid of…) dei fact-checker per il controllo dei contenuti postati online (al momento solo negli Usa).
Per capire la carica polemica di Vance dobbiamo approfondire le forme di supervisione dei contenuti dei social e di come esse si siano radicate nel mondo del progressismo di establishment; quel mondo che la nuova dirigenza statunitense vede come un nemico ideologico. (Matteo Bortolon, segue link)
Matteo Bortolon: Fact-checking: i nuovi censori
Fact-checking: i nuovi censori
di Matteo Bortolon
Il discorso di Monaco del vicepresidente Usa JD Vance è stato di una durezza quasi incredibile verso gli alleati europei, criticandoli aspramente anche per questioni di politica interna; particolare rilievo ha assunto il tema delle limitazioni de…
La disintermediazione di Trump-Putin ha marginalizzato la UE, anche se c’è da riconoscere che sono almeno cinque anni che la Baronessa Furfantessa Ursula Pfizer von der Sturmtruppen-Leyen cerca di disintegrare in Europa laDemocrazia Sociale e le Libertà di Parola, Pensiero e Opinione.
Ancora adesso i kakapi politici che supportano Ursula von der Kannonen vaneggiano di «Pace con la Forza» e continuano a sostenere il grottesco regime neonazista di Zelensky.
Il 2 marzo 2025 si è svolta una manifestazione – appoggiata anche dal PD – di sostegno ad uno dei regimi più corrotti del Mondo, quello Zelenskyano. Ovviamente hanno partecipato i solito quattro gatti, malgrado l’alta copertura mediatica del pennivendolame nostrano, e abbiamo appurato che il Nazifascismo del XXI secolo è giallo-azzurro: le bandiere della UE e della banderista Ucraina.
Puntuale come un orologio svizzero è arrivato l’ordine di scuderia e sulla stampa, nazionale e locale, è iniziata la difesa d’ufficio di un intero blocco di potere a mio avviso ormai spacciato. Quotidiani locali che si definiscono indipendenti pubblicano da giorni contributi imbarazzanti che confermano proprio la disperazione di questi momenti e il rilancio ulteriore di pura narrazione, la negazione sistematica della realtà e l’invenzione di ogni tipo di folle analisi per nascondere il proprio fallimento.
Si parte dal dare degli imperialisti a tutti, dalla “pace scandalosa”, da chi si accorge ora che la potenza regola le relazioni internazionali, fino ai veri “sacerdoti” filo-ucraini che scrivono fiabe per bambini in perfetta malafede. Qualche intellettuale “de sinistra” propone addirittura di non togliere le risorse dalla spesa sociale per aumentare le spese militari ma ricavare i quattrini dalla lotta all’evasione..finalmente! Insomma è la fabbrica dei mostri quella che leggiamo sulle pagine dei giornali, quelli che si agitano quando “il vecchio muore”. Una colossale offesa all’intelligenza di milioni di cittadini. […]
E’ un’Europa frastornata come un pugile suonato quella che emerge dalla conferenza di Monaco, ricorda a tratti “er Castagna” dell’indimenticabile Gigi Proietti.
Un’ intera classe dirigente è sull’orlo del baratro e lo sa, agitandosi in modo scomposto sui media e nei discorsi ufficiali, tra pianti, urla isteriche e stridii di unghie.
Che la storia non era finita lo avevano capito tutti, che quella frattura tra narrazione e realtà, su cui le élite si sono adagiate, prima o poi non avrebbe più retto, lo avevano capito e lo capiscono in pochi.
Le narrazioni crollano a colpi di realtà, a colpi di pale come quelle con cui combattevano i russi, mettendo a nudo il totale fallimento europeo in ogni campo possibile: politico, mediatico, diplomatico, economico, militare. Ora che gli Stati Uniti non hanno più la capacità o la volontà di sostenere la loro creatura europea, composizione della parte economica UE e militare NATO, tutto miserabilmente si affloscia. (Michele Berti, segue link)
L’Europa suonata | La Fionda
Puntuale come un orologio svizzero è arrivato l’ordine di scuderia e sulla stampa, nazionale e locale, è iniziata la difesa d’ufficio di un intero blocco di potere ormai spacciato.
Ecco le cacotopiche e deliranti affermazioni di Ursula Pfizer von der Hitleren-Leyen:
🚨 “L’Ucraina ha bisogno di pace attraverso la forza. L’Europa vuole la pace attraverso la forza e il presidente Trump ha chiarito che gli Stati Uniti sono fermamente impegnati per la pace attraverso la forza.”
Totalmente falso: Donald Trump vuol uscire il più velocemente possibile dal conflitto russo-ucraino ormai straperso, tanto da aver proposto a Vladimir Putin una sorta di Yalta 2, escludendo i capponi europei e i banderisti ukronazi.
L’attuale UE (rectius:NaziUE) ricorda il film “La caduta – Gli Ultimi giorni di Hitler”.
Spostano solo sulla carta soldati ucraini, ormai quasi tutti morti, ed armi occidentali ormai incenerite dall’Esercito Russo.
Lo stato comatoso dei nani politici europei e l’idiozia di non aver ancora oggi capito quali sono i reali intenti di Donald Trump – il quale vuole liquidare IMMEDIATAMENTE le sovrastrutture UE e NATO e la loro obsoleta intermediazione – è ben tratteggiato da questo filmato satirico:
Al festival di Sanremo 2025, che non avrebbe dovuto essere politicizzato, sono state invitate due cantanti sioniste – di cui una proclama di essere Palestinese – blablabla – che proclamano di difendere la Pace, ma de facto difendono a spada tratta il regime antisemita e genocida di Netanyahu:
Sanremo 2025, Noa e Mira Awad: “Cantiamo “Imagine” perché non siamo da sole a sognare la pace”
Le cantanti, una israeliana e una palestinese, portano sul palco dell’Ariston un messaggio di pace con la canzone di John Lennon. L’intervista a Rainews.it
Alle sioniste risponde argutamente e sagacemente Pubble.
Non possiamo non riportare di seguito le affermazioni sull’Ukraina ruttate daRutto-Rutten, il segretario generale della NATO pro tempore:
“L’Ucraina non sta perdendo, ma il fronte si sta spostando nella direzione sbagliata”…
Equilibrismi propagandistici che ricordano Joseph Goebbels che propalava la Vittoria mentre le Truppe dell’Armata Rossa bombardavano Berlino, con Adolf Hitler che delirava che l’inesistente Armata Steiner avrebbe presto spazzato via tutti i Sovietici.
Proclami, quelli di Rutto-Rutten che non possiamo definire altro che ad cazzum: esplicitano come il QI degli autoreferenziali leader europei (come Ursula Pfizer von der Sturmtruppen-Leyen e Kallashitler) siano a livello ipocentrico (sottoterra).
Hanno gioco facile i Trumpiani a perculare i Nani Inani della UE e della NATO!
Ursula nel panico quando il vicepresidente Vance accusa l’UE di censura con il DSA e sull’IA pic.twitter.com/a7JtxujYNL
Il Capitalismo Totalitario finanziarizzato e globalizzante angloamericano è l’altra faccia della medaglia del Satanismo Nichilista occidentale.
I satanici e satanisti partiti “democratici” occidentali odiano la Russia (anche) perché è l’ultima Vera Nazione Cristiana rimasta sulla Terra.
Per il resto del mondo, cioè per la stragrande maggioranza degli Stati e dei popoli del pianeta, l’Occidente “liberale” è diventato “illiberale”. Inoltre, il conflitto con l’Occidente è andato oltre la componente economica della superiorità e ha assunto un significato escatologico: si tratta di una lotta contro il Grande Satana, che rappresenta una minaccia esistenziale per tutta l’umanità a causa delle sue guerre, compresi gli esperimenti con i ceppi di coronavirus, che sembrano un altro tentativo di mettere il mondo sotto il suo controllo attraverso l’eugenetica brevettata.
Il liberalismo, attraverso il soggettivismo, il relativismo e il secolarismo, fa perdere alle persone il senso della realtà nella politica interna ed estera – questo porta al nichilismo. Il liberalismo è di natura egemonica perché aderisce a un solo punto di vista, che lo costringe a fare la guerra per la sua illuminazione: questo porta al nichilismo. Il liberalismo è avido perché organizza la società attorno al denaro; il risultato è il caos interno ed esterno poiché elimina l’amore, l’amicizia e la gratuità che costituiscono la società nazionale e internazionale – questo porta al nichilismo. Il liberalismo è il nichilismo che distrugge gli altri e se stesso. (Jean Luc Schafhauser)
I Partiti “Democratici” e “Socialisti” neoliberisti Occidentali hanno perso la Ragione e il Sonno della Ragione genera Mostri.
Ad aver perso il Lume della Ragione sembra però essere anche il miliardario turboliberista Elon Musk, il quale paragona il Putrescente Impero del Male Americano alla Roma decadente degli ultimi anni dell’Impero Romano d’Occidente, attraversata da violenze e perversioni d’ogni tipo, corroso da narcisismo, ipersessualismo poliamorista e da una corruzione irrefrenabile.
Ma per lui, l’Impero Americano è una Nuova Roma che non cadrà mai (sic!)
Financo un giornalista conformista e conformante del Mainstream occidentale come Aldo Cazzullo afferma che “il Mondo non vuole essere più essere governato dagli USA”.
Elon Musk e il sogno americano di diventare la Nuova Roma (ma il mondo non vuole più essere governato dagli Usa)
Gli Stati Uniti si sono sempre visti come l’antico impero: i simboli e il futuro
Nelle Istituzioni di Diritto Romano la Schiavitù veniva riconosciuta e regolata. Forse è questo dell’antica Roma che attira tanto Elon Musk, il quale richiede a chi vuole entrare nel D.O.G.E. di lavorare gratis per 80 ore alla settimana. Se non è schiavitù questa…
Imperator Musk circondato da schiavi genuflessi.
L’IMPLOSIONE DELL’IMPERO AMERIKANO DOMINATO DAI NAZIDEM RICORDA QUELLO…
Sì, l’implosione dell’Impero Amerikano a guida NaziDEM ricorda quello dell’Impero Romano o il ciclo fantascientifico di Asimov conosciuto come Il Ciclo delle Fondazioni, ove l’Impero Galattico progressivamente collassa a partire dalla periferia.
Sebbene l’iniziale presa americana sui suoi protettorati europei (e asiatici) risalga al 1945, internet l’ha rafforzata enormemente. Dalla metà degli anni Duemila, infatti, il controllo statunitense sull’Europa occidentale si è fatto più pesante. Occorre qui sottolineare la discrepanza tra le rispettive percezioni degli Stati Uniti da parte degli europei e del resto del mondo.
Agli occhi dei non europei, risulta evidente che il potere degli americani sta diminuendo, e anche in fretta: la produzione industriale statunitense, che nel 1945 rappresentava il 45 per cento della produzione mondiale, oggi si assesta al 17 per cento appena. E questo per cento, come vedremo nel capitolo 9, non è del tutto reale. Per il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, come da lui
accuratamente spiegato nel suo libro The India Way, è ovvio che, in un mondo che va sviluppandosi e diversificandosi, il peso degli Stati Uniti si riduca costantemente.
Inoltre, gli indiani vedono la contrazione dell’impero americano come la logica continuazione di quella dell’Impero britannico di cui sono stati testimoni in prima persona. Questo sentire indiano lo si ritrova ovunque: in Iran, Arabia Saudita, Cina, Thailandia… Ovunque, tranne che in Europa. Gli europei sembrano essere gli unici, forse insieme ai giapponesi e ai coreani, a percepire la NATO sempre più forte e l’America sempre più indispensabile. Ma questo perché, via via che si riduce in tutto il mondo, il sistema americano finisce per gravare sempre di più sui suoi protettorati originari, i quali rimangono le ultime basi del suo potere.
Qui siamo al di là della dottrina di Brzezinski, o per meglio dire al di sotto. Non si tratta più del dominio statunitense sul mondo. Di vitale importanza è divenuto il controllo dell’Europa e dell’Estremo Oriente, giacché nell’attuale stato di debolezza gli Stati Uniti hanno bisogno delle loro capacità industriali. (Emmanuel Todd. “La sconfitta dell’Occidente”, Fazi Editore)
L’Impero Amerikano e il Capitalismo Cannibale (cfr. Nancy Fraser), nell’impossibilità di sostenere a lungo il confronto produttivo, tecnico e militare con l’Asse Russia-Cina-Iran, come l’ouboros stanno letteralmente mangiando, rectius cannibalizzando, una parte di sé stessi, l’Europa, cioè noi. Con il plauso dei folli Democratici europei – sbavanti rabbia verso Putin – che sembrano del tutto inconsapevoli di averci condannati a morte a causa del GNL americano che viene a costarci il quintuplo di quanto viene pagato dalle aziende USA!
Il mercato europeo, quello italiano in particolare, sta attraversando un periodo di grande difficoltà, che getta nella disperazione intere filiere produttive e macroregioni economiche. La causa è da individuare, senza mezzi termini, nella guerra.
Per raccontare questa storia, si può partire da un articolo del 22 dicembre, pubblicato dal quotidiano dei vescovi, l’«Avvenire». L’economia del nord-est è in allerta: in crisi diverse aziende come Tirso (settore tessile), Flex (elettronica), Wartsila (motori), Electrolux (elettrodomestici). Secondo Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, il problema è “l’economia di guerra”: la sparizione del mercato russo e ucraino e i dazi nei rapporti con la Cina. [,,,]
Perché non conviene più produrre in Europa? il 24 novembre, sulla «Stampa», Franco Bernabè ha pubblicato un editoriale in cui accusa l’Unione di non avere un piano industriale: le aziende se ne vanno perché produrre in Europa non conviene a causa del costo dell’energia. Bernabè auspica che, al cessare del conflitto, si riprenda a rifornirsi di gas dalla Russia. Forse sarebbe bene cambiare punto di vista sul “distacco della Russia dall’Europa”: fin dall’inizio del conflitto, con le sanzioni e le forniture d’armi, i media hanno descritto una Russia isolata dall’Europa; in realtà, è l’Unione europea a essersi isolata dal resto del mondo. […]
Lo scenario, quindi, è quello di una prosecuzione del conflitto a oltranza, nonostante si tratti di una guerra impopolare, dai risultati deprimenti, che alimenta solo l’estrema destra. In Germania, il cancelliere Olaf Scholz si è dimesso: nonostante l’instabilità economica e i risultati della forza di estrema destra Afd, molti hanno tirato un sospiro di sollievo, dato che Scholz aveva più volte frenato sul tema delle forniture militari all’Ucraina, mostrando le crepe dell’euro-maggioranza.
Non è escluso che si riducano gli spazi di democrazia: in Romania, dopo il successo dell’outsider di estrema destra Călin Georgescu, le elezioni sono state annullate, si è formato un governo filoeuropeo guidato da tre partiti che hanno anche concordato un candidato comune pro-Ue e la ripetizione delle elezioni presidenziali, per le quali non c’è ancora una data.
In questo contesto, sbaglia chi pensa che Trump voglia fermare la guerra. In realtà, mira a un disimpegno progressivo, che permetta all’Unione di farsi carico dei costi e di aumentare le proprie spese militari. La Commissione europea è convinta che i lavoratori accetteranno di pagare questi costi, in termini di perdita di posti di lavoro, sottoccupazione e riduzione dei salari. Non ci resta che augurarci un buon Natale e un buon 2025. (Francesco Galofaro, segue link)
La guerra e la caduta dell’economia europea
di Francesco Galofaro* Gli effetti disastrosi delle politiche belliciste di Nato e Unione europea su produzione industriale, esportazioni e occupazione. Il mercato europeo, quello italiano in parti…
È alfin giunto il momento che i ceti sociali conculcati dal Capitalismo Totalitario Amerikano e dalla NaziUE, guidata nuovamente dalla rappresentante di commercio prima dei Vaccini Killer, ora delle armi americane, Ursula Pfizer von der Kannonen, si sveglino e diano una spallata alla marcia e corrotta neognosi nichilista e metastatica del Neoberismo uccidentale o milioni di lavoratori europei moriranno di fame, freddo e stenti nel 2025.
Il problema in Europa è sussunto dall’appecoronamento al barbarico milieu angloamericano da parte della Finta Sinistra Europea (Socialisti & Democratici). Aggiunge, infatti, l’epistemologo E. Todd:
L’Europa occidentale è una seconda America Latina, dove il dominio americano, sebbene in declino, è di più antica data. Il mio amico Philippe Chapelin, grande conoscitore dell’America Latina, mi ha messo in guardia sul fatto che le élite europee stanno andando incontro a una sottomissione di tipo latinoamericano, con la differenza che nei paesi dell’America Latina l’intellighenzia di sinistra è rimasta indipendente dagli Stati Uniti, mentre in Europa ciò non avviene.
L’ANTIDEMOCRATICA E IMPERIALISTA NEW ROME
Elon Musk, il grande amico e sodale di Giorgia detta Giorgia, propala la menzogna che l’Impero Americano sia la replica dell’Impero Romano e destinato a durare per l’Eternità (sic!)
Invece esso è esattamente come il Terzo Reich, che gli Hitleriani proclamavano essere l’Impero Millenario. Durato solo 12 anni!
L’Impero Romano è Ovunque: dall’Ossessione di Elon Musk al Trend che ha conquistato i Social
Negli ultimi mesi, un trend curioso ha monopolizzato i social, facendo emergere un’ossessione nascosta che sembra accomunare uomini di tutto il mondo: l’Imp
Un’ossessione che ha contagiato anche Francis Ford Coppola che, con “Megalopolis”, racconta un’America futura ove la città di New Rome è afflitta dai conflitti interni tra Cesar Catilina e il sindaco reazionario Franklin Cicerone.
Il più volte citato Todd si dimostra, al riguardo, un esegeta e un parresiasta esemplare:
Se sgombriamo il campo dall’idea che gli Stati Uniti siano uno Stato-nazione e se, invece, riconosciamo che: il sistema americano è diventato qualcosa di completamente diverso; il tenore di vita degli statunitensi dipende da un numero di importazioni che le esportazioni non riescono più a coprire; l’America non possiede più una classe dirigente nazionale in senso classico; gli Stati Uniti non hanno più nemmeno una cultura centrale ben definita, laddove possiedono ancora un gigantesco apparato statale e militare; tutto ciò premesso, diventano dunque ipotizzabili degli esiti diversi rispetto al semplice ripiegamento di uno Stato-nazione che, dopo i ritiri dal Vietnam, dall’Iraq e dall’Afghanistan, si farebbe carico di un’ennesima sconfitta in Ucraina, per il tramite degli ucraini.
Anziché come uno Stato-nazione, gli Stati Uniti andrebbero dunque visti come uno Stato imperiale? Sono in molti ad averlo fatto. Tra questi, gli stessi russi. Quello che definiscono “Occidente collettivo”, con gli europei in veste di meri vassalli, è una sorta di sistema imperiale pluralista. Tuttavia, l’utilizzo del concetto di impero impone il rispetto di alcuni criteri: un centro dominante e una periferia dominata. […]
Siamo dunque a uno Stato di basso impero? Il parallelo tra gli Stati Uniti e l’antica Roma è accattivante. È ciò che ho provato a esaminare in Dopo l’impero, in cui avevo evidenziato come Roma, avendo assunto il controllo dell’intero bacino del Mediterraneo e improvvisandovi una sorta di primissima globalizzazione, avesse anche spazzato via la propria classe media. Il massiccio afflusso in Italia di grano, manufatti e schiavi aveva mandato in rovina i contadini e gli artigiani in maniera non dissimile da come la classe operaia americana è crollata di fronte all’afflusso di merci cinesi. […]
Vengono così messi a confronto due modi di pensiero. Da un lato, il realismo strategico degli Stati-nazione e, dall’altro, la mentalità postimperiale, emanazione di un impero in disfacimento. Nessuno dei due possiede piena padronanza della realtà, poiché il primo non ha compreso che l’Occidente non è più composto da Stati-nazione ed è divenuto qualcos’altro; il secondo, invece, è diventato impermeabile al concetto di sovranità nazionale. La loro comprensione della realtà non è tuttavia equivalente e questa asimmetria gioca a favore della Russia.
Se non è sufficientemente chiaro, precisiamo che l’Impero Americano (e le sue Colonie come l’Europa e, in particolare, l’Italia resa serva) non sono più Stati-nazione (come invece è tuttora la Russia). In quanto Impero in disfacimento, l’Occidente ha abolito de facto la Democrazia, vigente ormai solo a livello formale, come dimostra il caso Romania: se non vincono i pupazzi degli Amerikani e della NaziUE, le elezioni democratiche vengono annullate e re-indette a data destinarsi!
C’è un’analisi che sembra che nessuno abbia capito in Occidente: la distruzione della classe media comporta l’annichilimento della struttura statuale e l’evaporazione della Democrazia.
Un case study è proprio l’Italia, ove i Turboliberisti di Destra (Meloni & Co.) stanno completando oggi l’opera di picconamento e di dissoluzione del ceto medio iniziata dagli Ultraliberisti di Sinistra (PDS-DS-PD e alleati) a partire dal 1992.
Al calo del Pil e alla continua crescita della disoccupazione si stanno aggiungendo infatti le sempre più gravose misure di risanamento messe in atto dai vari governi occidentali che – abbandonata ormai qualsiasi velleità universalistica – hanno scaricato proprio sul ceto medio buona parte dei costi, fra maggiori imposte e minori beni di welfare. Tuttavia sarebbe un errore pensare che le difficoltà della classe media siano iniziate nell’ultimo quadriennio. È sufficiente dare un’occhiata alle principali statistiche per capire come, già a partire dagli anni Ottanta, la distribuzione di redditi e ricchezza sia andata polarizzandosi sempre di più. (Treccani, segue link)
La scomparsa del ceto medio - Treccani
La scomparsa del ceto medio di Ronny Mazzocchi. Leggi l’articolo del Magazine di Treccani.it, il portale del sapere.
Citiamo, peraltro, il fatto che il più volte menzionato Todd fa derivare l’evaporazione della Democrazia dalla scomparsa del Cristianesimo e soprattutto dalla scomparsa del ceto medio in Occidente.
La disamina pubblicata sul sito di Treccani sembra essere di oggi, ma è del (già lontano) 2012. L’acme dell’impoverimento del ceto medio è stato raggiunto proprio dall’Ultradestra meloniana, che aveva promesso – solo a parole – che si sarebbe battuta senza respiro e senza soluzione di continuità contro l’austeritarismo decostruzionista e anti-italiano dei Gerarchi UE.
Il Liberalismo impone la tutela della minoranze oppresse. Ma la principale minoranza (e per niente oppressa, anzi…) è quella dell’1% degli Oligarchi Psicopatici Supermiliardari Soroi. Nell’Impero Amerikano – come nelle sue Colonie come l’Italia – i sociopatici come Soros, Musk, Gates, Bezos, Buffett, Fink…, manipolano le elezioni politiche in Occidente e condizionano pesantemente la politica imperiale Usa, tramite media, finanziamenti, pressioni indebite.
Come afferma rettamente il più volte citato Todd, i politici, che fanno sempre parte dall’élite, sono in realtà macchine da propaganda, che sviluppano doti e competenze atte ad eludere e ingannare gli elettori, vincendo campagne elettorali anche complesse; ma non hanno vere competenze e conoscenze geopolitiche ed epistemologiche, che permetterebbe loro di non sottovalutare leader molto più preparati alla governance mondiale come Vladimimir Putin.
Essendo le elezioni una procedura ancora in vigore, il popolo deve essere tenuto fuori dalla gestione economica e dalla distribuzione della ricchezza; in sostanza, deve essere ingannato. Tutto questo richiede un impegno da parte della classe politica, ed è persino diventato il lavoro a cui essa riserva la priorità. Da qui l’isterizzazione dei problemi razziali o etnici e le chiacchiere inutili su temi seri.
I Macron, come i sedicenti Sovranisti à la Trump e Meloni hanno un solo compito: vincere le elezioni presentando una piattaforma elettorale che non verrà mai applicata, lasciando l’élite neoliberista a governare l’economia occidentale.
Quando i Jerome Powell e le Christine Lagarde (attuale presidente della Bce) di questo mondo si accaniscono ad alzare i tassi di interesse ben sapendo che causeranno una recessione economica, lo fanno per una preoccupazione, oserei dire un’angoscia: se le persone non accettano più la loro condizione di salariati a basso costo, crolla la base stessa del nostro sistema economico. […]
L’austerità non è una generica azione sulla spesa pubblica intesa come un tutto, è invece un’azione politica che agisce sulla capacità di spesa delle persone e quindi interviene sulla qualità della vita della maggioranza della popolazione, lasciando sostanzialmente protetta e intoccata quell’élite che non vive del salario e dunque principalmente del proprio lavoro ma gode di rendite (immobiliari, finanziarie ecc.) e profitti. […]
Mentre ci curiamo in ospedali fatiscenti, studiamo in classi pollaio e facciamo file chilometriche per rinnovare la carta d’identità, i forzieri di Leonardo, produttore di armi, e Autostrade per l’Italia (i cui azionisti sono per metà asset manager stranieri come Blackstone e Macquarie) traboccano di soldi delle nostre tasse.
Queste manovre economiche non sono solo decisioni tecniche, sono scelte profondamente politiche.
Meno risorse sociali abbiamo, meno diritti abbiamo in quanto cittadini e più siamo costretti a comprare tali diritti con il denaro. (segue link)
Clara E. Mattei: Quando parliamo di economia parliamo di politica, cioè di chi ha il potere e di chi lo subisce
Quando i Jerome Powell e le Christine Lagarde (attuale presidente della Bce) di questo mondo si accaniscono ad alzare i tassi di interesse ben sapendo che causeranno una recessione economica, lo fanno per una preoccupazione, oserei dire un’angoscia: se le persone non accettano più la loro condizione di salariati a basso costo, crolla la base stessa del nostro sistema economico. […] Prendiamo il nostro Paese come esempio: se guardiamo alla spesa «aggregata» dello Stato italiano, non vedremo alcuna traccia di austerità. Infatti lo Stato sta spendendo moltissimo in ambito militare e nel sostegno delle imprese (le banche per esempio) che mettono così in sicurezza i propri profitti.
MELONI-PINOCCHIO O PINOCCHIO-MELONI
Dobbiamo ringraziare Giorgia detta Giorgia se, grazie alla pletora innumera di promesse elettorali mai mantenute, abbiamo i salari più bassi d’Europa a parità di potere d’acquisto.
Gli stipendi in Italia crescono meno che in Europa, il potere d’acquisto delle famiglie è calato
Negli ultimi anni, dopo la pandemia, i salari sono cresciuti velocemente in tutta la zona Euro
Il sistema più semplice e furbo per calare i salari è quello di non adeguarli all’inflazione.
In Italia negli ultimi 3/4 anni abbiamo avuto una inflazione complessiva attorno al 17%, mentre i fondi destinati dal Governo Meloni per il rinnovo dei contratti pubblici e di competenza pubblica coprono incrementi retributivi del 6/7%. Cioè il governo ha programmato la riduzione dei salari del 9/10%.
Lo stesso naturalmente stanno facendo la Confindustria e le principali associazioni imprenditoriali, escluse le banche.
Tutti offrono rinnovi contrattuali che sono lontanissimi dal permettere il recupero dell’aumento dei prezzi, anche per colpa di regole contrattuali inique per i lavoratori, come “Il Patto per la Fabbrica” sottoscritto tra Confindustria e CGILCISLUIL nel 2018.
Quell’accordo di concertazione è l’ultimo di una serie di patti sociali – stipulati dal 1992 in poi tra governo, sistema delle imprese e grandi sindacati confederali – che hanno fatto sì che le retribuzioni italiane fossero le sole tra i paesi OCSE a perdere quasi il 3% di valore negli ultimi trent’anni.
E a fine anno la Federmeccanica ha respinto tutte le richieste salariali per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, proprio adducendo a motivo le regole del Patto per la Fabbrica.
Insomma dopo trent’anni di compressione e riduzione di salari, il sistema economico italiano oggi accelera la loro discesa verso il basso. […]
Naturalmente, se questa operazione fosse finanziata con tasse ai ricchi avrebbe il senso di una redistribuzione fiscale. Invece la riduzione del costo del lavoro viene coperta dai tagli ai servizi pubblici. Cioè i lavoratori si pagano il piccolo aumento della loro retribuzione netta con i loro stessi soldi, per poi subire i maggiori costi dei servizi sociali: una partita tutta in perdita.
Se il salario di chi ha un lavoro relativamente sicuro e fisso è in costante calo, la povertà aggredisce chi va in cassa integrazione o vive di lavori precari.
Il rifiuto da parte del governo di istituire il salario minimo pesa in tutta la sua brutale iniquità di classe. Milioni di lavoratori nei servizi e nell’agricoltura ricevono paghe da fame, inferiori a 6 euro all’ora. Ai cassaintegrati tocca un’indennità equivalente ad una retribuzione netta di 5 euro all’ora.
Chi viene licenziato e ottiene l’indennità di disoccupazione – la NASPI – prende ancora meno e per tempi ridotti.
Infine ci sono quei lavoratori che sono senza retribuzione da mesi e magari lottano per il posto di lavoro, senza che governo e istituzioni facciano davvero nulla; tra tutti ricordiamo gli operai della GKN, da mesi senza salario e senza cassaintegrazione. […]
Il Governo Meloni vanta 23 milioni di occupati, cifra record anche se drogata da astuzie contabili della statistica. Ma viene volutamente ignorato che, mentre aumenta il numero di chi lavora, diminuisce la massa complessiva dei salari in valore reale.
È un modello ottocentesco di società, dove lavoro e miseria si intrecciano sempre più profondamente. Mentre i ricchi diventano sempre più ricchi.
L’evasione fiscale del mondo delle imprese garantisce profitti anche ai piccoli imprenditori, come dimostrano gli stessi dati ufficiali che vedono gioiellieri, ristoratori, albergatori, guadagnare meno dei loro dipendenti. Fanno impresa per pura generosità…
I 62 miliardari italiani hanno visto crescere fino a 200 miliardi il proprio patrimonio, quasi il 20% in più. E il 60% dei super ricchi sono eredi esentasse. Altro che l’imbroglio del merito… il solo vero merito in Italia è nascere nella famiglia giusta. E gran parte delle famiglie di super ricchi ha all’estero la sede fiscale della propria società.
Tutte le spese sociali sono tagliate per far fronte al patto di austerità che il Governo Meloni ha sottoscritto con la UE, tranne gli stipendi dei ministri e le spese militari. Sono le sole due voci di bilancio che davvero aumentano più dell’inflazione. […]
Quando il Governo Meloni afferma che i principali guasti vengono dal passato dice la verità. Ma poi mente spudoratamente quando afferma di fare qualcosa per ridurre questi guasti. Anzi le politiche meloniane a favore dei ricchi, delle multinazionali e della guerra, aggravano e diffondono quei guasti.
Così il 2025 sarà l’anno della povertà, sempre che non si riesca a rovesciare il governo e le politiche italiane ed europee di austerità e guerra. (Giorgio Cremaschi, enfasi aggiunta, segue link)
2025, anno della povertà - Contropiano
Il sistema più semplice e furbo per calare i salari è quello di non adeguarli all’inflazione. In Italia negli ultimi 3/4 anni abbiamo avuto una inflazione È vero che i percorsi che hanno portato a questo disastro sono cominciati da lontano e sono responsabilità di TUTTI i governi che si sono succeduti negli ultimi trent’anni. Ed è vero che le politiche di austerità e guerra sono una scelta della UE, Ma il governo Meloni conferma queste politiche e aggrava la povertà della maggioranza della popolazione
L’irritazione che Giorgia detta Giorgia nutre nei confronti delle opposizioni e della stampa non genuflessa al regime è appelasata da questo intervento al Senato, ove la premier sprizza rabbia da tutti i pori.
In un question time del novembre 2023 al Senato, la bêtenoire di Giorgia, Renzi, ricordava quando ella promise l’uscita dell’Italia dall’euro. Lei affermò di non ricordare di averlo mai detto (sic!)
L’8 marzo del 2014, aprendo i lavori del congresso di FdI, Meloni diceva: “Non accettiamo di essere classificati come un paese “maiale”, perché in realtà noi siamo galline dalle uova d’oro. In queste condizioni all’Italia non conviene stare ancora nell’euro”. Posizione rafforzata da diversi post su Twitter: “Io non so più come altro dirlo che siamo per uscire dall’euro. Bo”, scriveva Meloni su Twitter il 24 aprile 2014.
Il 9 novembre dello stesso anno l’attuale premier chiamava la piazza contro l’euro. L’appuntamento era per il 13 dicembre. Meloni, il tema dell’uscita dalla moneta unica, lo ha affrontato anche in un editoriale della premier pubblicato su Libero nel 2016. “Cos’altro dobbiamo aspettare? Liberiamoci dalla zavorra dell’euro e vediamo come se la cavano i tedeschi a competere con le imprese italiane ad armi pari”. (Repubblica.it)
“Uscire dall’euro? Mai detto di volerlo fare”. Meloni smentita da un video pubblicato da Fratelli d’Italia. Ecco cosa diceva nel 2014 - Il Fatto Quotidiano
Meloni smentita dal suo partito. Guardate
E quando proclamò che avrebbe abolito le accise sui carburanti?
Com’è finita? Ça va sans dire c’è stato l’ennesimo salto della quaglia di Pinocchio-Meloni, a seguito della pressioni della NaziUE, nuovamente diretta da Ursula Adolfa von der Leyen-Bombarolen, e rieletta soltanto grazie ai voti dei sedicenti Patrioti d’Italia…
Aumentano le accise sul gasolio: salasso da oltre un miliardo
Via libera dalla commissione Finanze del Senato. E rispunta la maxirottamazione in 120 rate delle cartelle fiscali (di Giuseppe Colombo – repubblica.it) – Roma – Tra 1 e 2 centesi…
Ovviamente, malgrado gli innumeri spot, da Campionessa Mondiale del Cambio della Casacca, anche stavolta Pinocchio-Meloni riesce a smentire sé stessa: non avrebbe mai promesso il taglio delle accise sui carburanti (sic!)
ecco i video in cui Meloni prima promette di abbassare le accise sui carburanti con uno spot elettorale e poi nega di averlo promesso. Ho anche i video in cui è a favore e poi contro la Russia, li tengo tutti quelli di Meloni pic.twitter.com/g1Ex1rwy7b
Da quanto si estrapola dalle chat dei Meloniani (“Fratelli di chat”, Giacomo Salvini, PaperFirst), alla autoreferenziale Frodo non interessa molto dell’Italia, degli Italiani e financo del suo partito. Lei persegue le sue ambizioni personali e dà ascolto solo alla sua ricerca di riconoscimento internazionale e di potere, proprio come il Gollum. (Altro che Frodo!)
Nel video che segue, Matteo Renzi afferma rettamente che «non c’è un solo argomento in cui [Meloni] abbia dimostrato coerenza». Causticamente Renzi aggiunge che «ella aveva detto in un meraviglioso spot […] che le accise sulla benzina erano uno scandalo e lei ha aumentato, rispetto al governo Draghi, le accise sulla benzina».
Meloni risponde che «noi [l’Ultradestra al governo pro tempore] abbiamo cambiato la situazione di questa Nazione rispetto a quella in cui l’abbiamo trovata (sic!)».Vero che l’Ultradestra al governo pro tempore ha cambiato la situazione dell’Italia: rendendo i Poveri e i Lavoratori Dipendenti ancor più poveri e i ceti parassitari e finanziari ancor più ricchi!
Malgrado il fastidio che sembrava allora provare, coerentemente, Giorgia detta Giorgia incontra financo l’amico di Matteo Renzi, Mohammad bin Salman!
Arabia Saudita, Meloni incontra Mohammad bin Salman per discutere di Medioriente
Si è tenuto, nel campo tendato di Al-Ula, un incontro bilaterale tra la premier Giorgia Meloni e il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman, primo ministro del Paese. Oltre le relazioni bilaterali, al centro del colloquio anche la situazione in Medioriente, da Gaza, Israele al Libano e Siria. Oggi è prevista la firma degli accordi di partenariato strategico.
Oggi la Meloni afferma che Vladimir Putin è un pericolo «ben più grande di quanto si immagina», eppure appena sei anni fa esultava per l’ennesima vittoria elettorale di Putin.
Quando Meloni parlava come Salvini: “Complimenti a Putin per la rielezione”
TPI.it
Giorgia Meloni, nel 2015/2016, durante il governo Renzi, esprimeva preoccupazione per le politiche USA/UE contro la Russia, che penalizzavano l’economia italiana.
Dal 2022, è lei stessa a portare avanti quelle stesse politiche dannose per l’Italia, con il sostegno di tutto il… pic.twitter.com/qKs09Qzcvj
Già, c’è sempre un prima e un dopo nello storytelling della Camaleontica Giorgia Meloni, e quello che segue è è uno dei tanti “dopo”, quando, con occhi stellati e lucenti, va mano nella mano con Dementor Joe Biden!
Alla faccia della coerenza…
G7, Biden tiene per mano la Meloni, una scena ridicola che rivela un rapporto di totale subalternità dell’Italia
Una scena tanto più squallida se si considera che il governo in carica in Italia si era riempito la bocca di parole come sovranità e patria
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www.ilgiornaleditalia.it
Secondo Giorgia Meloni, intervistata dal Corriere, il ruolo dell’Italia è cambiato. Meloni a modo suo ha ragione, lo stivale non è mai stato così piegato ai diktat americani. […]
Stabilito dunque che la sovranità del nostro paese vale quanto un pupazzo di neve al sole agostano, si è andati avanti con rassegnazione. Tuttavia la vera “fortuna” di milioni di italiani oggi è testimoniare la ciclicità dell’imbecillismo storico col definitivo riaffermarsi dell’oscurantismo medioevale parallelo alla metamorfosi americanizzante battezzata da Mario Draghi e proseguita con la regina delle patacche Meloni.
Voglio semplicemente dire che attualmente l’Italia è mostrificata a tal punto da risultare inguardabile a qualsiasi essere senziente che riconosca la prevaricazione silenziosa perpetrata dai cantori delle democrazie su cittadini ridotti, anche per loro palesi responsabilità, a sudditi.
Ciò naturalmente tralasciando di considerare fino a che punto la democrazia si può curvare per giustificare crudeltà inenarrabili come quelle che racconta oggi la striscia di Gaza.
Prova dell’assurdo italico è il continuo e spudoratissimo elogio mediatico, contro ogni evidenza, alla premier più dislocata dalla realtà che l’Italia abbia mai visto. Neanche Matteo Renzi era così fuori di testa. E questo dato stordente non è che un sintomo della vergognosa subordinazione italiana al più fasullo mercante di democrazia del pianeta; ne sanno qualcosa gli Afghani abbandonati ai Talebani e i Siriani, oggi nelle mani di moderati tagliagole dell’Isis.
In questo scenario straziato è vergognoso il sovranismo meloniano sbandierato a destra e manca; la realtà mostra una camaleontica colonnella a stelle e strisce che per esigenze di copione si trasferisce da casa Biden alla dependance di Trump senza fare un plissé. […]
Ma poiché oggi credibilità nell’ambito internazionale, inteso come cerchio magico dei paesi industrializzati anti BRICS, è la capacità di allinearsi alla rigidità fallimentare occidentale a spese di milioni di cittadini terrorizzati dall’immigrazione creata anch’essa dalla globalizzazione, non esiste burattino migliore e più imbarazzante di Giorgia Meloni. (Gioacchino Musumeci, segue link, enfasi aggiunta)
Giorgia Meloni 2025 burattino perfetto
(Gioacchino Musumeci) – Secondo Giorgia Meloni, intervistata dal Corriere, il ruolo dell’Italia è cambiato. Meloni a modo suo ha ragione, lo stivale non è mai stato così piegato ai dikt…
La Camaleontica Giorgia Meloni. Immagine satirica generata da Grok, l’intelligenza artificiale di E. Musk.
Ma con ChameleonGgiorgiah non c’è mai un punto di arrivo definitivo. Appena prima dell’investitura di The Deranged Donald, la Meloni si è precipitata con un aereo di Stato ad incontrarlo a Mar-a-Lago, in un viaggio lampo che ha suscitato enormi perplessità.
Sempre icastico e sarcastico Marco Travaglio sulla coerenza meloniana.
O la Meloni ci spiega la differenza fra i regimi della Russia e dell’Arabia Saudita (che fra l’altro dominano l’Opec+); oppure fa fronte comune con Orbán, Fico&C., la pianta di sostenere le sanzioni europee a Mosca (che peraltro contestava dopo l’annessione della Crimea), tantopiù ora che l’“amico” Zelensky ha chiuso pure i rubinetti del gasdotto russo sotto l’Ucraina, e ricomincia a comprare il gas russo al posto di quello di altre autocrazie e del Gnl americano. Che costa il quadruplo, inquina molto di più e ci tocca pure rigassificarlo con altri danni all’ambiente.
In ogni caso è una buona notizia che la premier si ponga per la prima volta il problema della coerenza fra ciò che diceva dall’opposizione e ciò che fa al governo. Se continua, dovrà spiegare perché ha cambiato idea su Patto di stabilità Ue, Von der Leyen, Israele e palestinesi, privatizzazioni con fondi esteri, Via della Seta, Superbonus, extraprofitti, limiti al contante, legge Fornero, accise, bollette, rendite catastali, trivelle, Tap, separazione delle carriere, dimissioni di tutti i ministri inquisiti (e non) tranne ovviamente i suoi. Attendiamo fiduciosi.
Bin Melon - Il Fatto Quotidiano
Giorgia Meloni ha sia ragione sia torto quando afferma che la sua visita a Bin Salman, con tanto di pranzo al sacco nella tenda del tiranno saudita, “non è in contraddizione con quello che dicevo ieri”. Ha ragione perché, quando accusava il regime di Mbs di fiancheggiare il terrorismo, di mandare al patibolo la gente …
I VOTI PER LA COERENTE GIORGIA MELONI
Abbiamo i Voti per Giorgia Meloni:
Capacità propagandistiche: 10;
Capacità di realizzare quanto promesso nelle campagne elettorali: 0.
Ma l’Italia e gli Italiani non hanno certo la necessità di avere alla presidenza del Consiglio una persona che eccelle esclusivamente nel promuovere sé stessa. Tutt’altro.
Non obliamo che grazie al Partito Democratico, Monti, Draghi e ora Meloni, è stato raggiunto un livello di povertà in Italia assolutamente imparagonabile ai (felici) anni Sessanta e Settanta.
Il rapporto annuale dell’Istat per il 2024 riporta come quasi un decimo della popolazione italiana viva ormai in condizioni di povertà assoluta, mentre un altro 15% è a rischio povertà. Cifre spaventose, che raggiungono l’apice di gravità nel Mezzogiorno e nelle Isole, dove gli abitanti in povertà assoluta superano il 10% del totale. Ciò non riflette solo il rapido deterioramento della stabilità economica delle famiglie italiane verificatosi a seguito del biennio 2020-2021, ma una tendenza ormai più che decennale avviatasi con la crisi del 2007-2008.
Per quanto i dati sopra riportati siano indubbiamente già preoccupanti per conto loro, essi riflettono solo in maniera parziale quella che è una realtà sempre più precaria e segnata, anche per quelle che una volta si potevano chiamare “classi medie”, dalla costante liquidazione dei propri risparmi per rallentare quella che è un’inevitabile discesa nell’indigenza. Un processo di impoverimento collettivo dato non solo dal perdurare della stagnazione economica e dall’inflazione, ma anche dalla svendita dell’economia pubblica e dal restringimento dei servizi e dei diritti sociali. […]
Eurispes riporta come solo un italiano su quattro riesca a risparmiare qualcosa, mentre affitto, bollette, mutuo e spese mediche sono le preoccupazioni più sentite, mentre la solidarietà famigliare rimane la principale risorsa a cui ci si affida per far fronte alle spese.[…]
Questi numeri raccontano la situazione di un paese in cui la stragrande maggioranza della popolazione, ossia coloro i quali devono vivere del proprio lavoro, è sistematicamente schiacciata verso il basso a causa di rapporti di forza squilibrati che vedono una piccolissima minoranza di finanzieri, speculatori e rentier avere in mano le sorti del paese. Il mutamento di questi rapporti di forza è ormai palesemente una questione di sopravvivenza. (Leonardo Sinigaglia, segue link)
Rapporto Istat 2024: povertà in Italia ai massimi degli ultimi 10 anni
Rapporto Istat 2024: povertà in Italia ai massimi degli ultimi 10 anni
È davvero inaudita l’affermazione di “Politico” secondo la quale Giorgia Meloni sarebbe oggi la Persona più potente d’Europa (sic!).
Ciò avvalora quanto da anni affermano gli esegeti più illuminati, e cioè che i Mainstream Media Occidentali hanno perso ogni contatto con la realtà – esattamente come i loro sedicenti leaders – e fanno solo propaganda a livello della Tass sovietica o del Völkischer Beobachter hitleriano.
Anche se, tra le righe, “Politico” stigmatizza sia i funambolismi meloniani, sia la finale regressione della Democrazia in atto in Italia dal 2022 ad oggi.
La stabilità del governo italiano è stata così sorprendente per gli osservatori esterni al Paese che molti non si sono accorti del regresso democratico, soprattutto per quanto riguarda la libertà di parola , verificatosi da quando Meloni è entrata in carica.
Il primo ministro usa abitualmente i tribunali per cercare di mettere a tacere i critici, intentando cause per diffamazione contro personaggi che vanno dal frontman rockstar dei Placebo Brian Molko, che l’ha definita “fascista” durante un concerto nel 2023, a un insegnante che l’ha definita “neo-nazista” durante una discussione in classe. Ha anche attaccato giornali e giornalisti dell’emittente statale italiana, che all’inizio di quest’anno sono andati in sciopero per protestare contro la censura governativa.
Pinocchio-Meloni, come super-promoter di sé stessa ha sostituito a livello globale l’ormai screditata influencer Chiara Ferragni.
Peccato che la Pinocchia sia sempre meno credibile. Come afferma giustamente Pubble contava poco o punto con il Presidente Inesistente RimbamBiden. Conta ancor meno con la deragliata Diarchia Satrapica Trump-Musk.
Sembra che tutta la cultura di Giorgiaah Meloni e dei suoi accoliti si condensi solo nella lettura di Tolkien, altrimenti essi saprebbero che,
Potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo. (A. Lincoln)
Hannah Arendt, una Vera Ebrea (a differenza dei nazisionisti come il Genocida Antisemita Netanhyahu e di chi lo sostiene) esplicitava con profondità esaustiva siffatti concetti.
“Mentire costantemente non significa far credere alle persone una bugia, ma assicurarsi che nessuno creda a nulla. Un popolo che non distingue più tra verità e menzogna non può distinguere tra bene e male: un popolo privato della capacità di pensare.”
“Se tutti ti mentono sempre, la conseguenza non sarà che tu crederai alle bugie, ma che nessuno crederà più a niente. Questo perché le bugie, per loro stessa natura, devono cambiare, quindi un governo bugiardo deve riscrivere costantemente la propria storia.
Questo spiega perché negli ultimissimi tempi oltre il 50% degli Italiani non si presenta neanche più a votare, e ciò comporta:
il ritrarsi dalla vita pubblica, con un tasso di astensione che alle ultime elezioni europee del 2024 ha toccato un livello mai raggiunto prima nella storia repubblicana, pari al 51,7% (alle prime elezioni dirette del Parlamento europeo, nel 1979, l’astensionismo si fermò al 14,3%), e una diffusa indifferenza verso quegli strumenti della mobilitazione collettiva che un tempo erano ampiamente utilizzati, visto che il 55,7% degli italiani oggi considera inutili le manifestazioni di piazza e i cortei di protesta;
la sfiducia crescente nei sistemi democratici, dal momento che l’84,4% degli italiani è convinto che ormai i politici pensino solo a se stessi e il 68,5% ritiene che le democrazie liberali occidentali non funzionino più;
l’opinione che l’Unione europea sia una sorta di guscio vuoto, inutile o dannoso, se il 71,4% degli italiani è convinto che, in assenza di riforme radicali e di cambiamenti sostanziali, sia destinata a sfasciarsi definitivamente. (OttolinaTV)
Puoi votare per i LiberalFascisti di Sinistra o per la Destra Ultrareazionaria al governo pro tempore, alla fine della fiera vince sempre il Capitalismo Totalitario e l’Austeritarismo NaziUE, con i parassiti globali (l’Oligarchia dei Soroi-Musk-Gates-Fink-etc, Padronato, Evasori ed Elusori Fiscali) che banchettano sulle spoglie di Salariati e Pensionati!
Dispiace davvero non avere oggi alla presidenza della Repubblica uno statista immenso e coraggioso come Sandro Pertini. Perché la agghiacciante realtà nazionale italiana (o se preferite il Nuovo Mondo di Mezzo) prodotta dal Metodo Meloni attualmente è questa:
Le Melonians hanno trasformato Palazzo Chigi in una sorta di ridotta, ove solo i fedelissimi possono accedere.
“Meloni allontana la polizia dal suo ufficio”: Chigi smentisce, ma il sindacato lo conferma. Pd e M5s attaccano, interrogazioni da Iv e Avs - Il Fatto Quotidiano
Al primo piano di Palazzo Chigi solo gli uomini di strettissima fiducia della sua scorta
La sindrome da accerchiamento che attanaglia l’Ultradestra Meloniana si evince anche da siffatte dichiarazioni surreali:
Meloni al Pd: fate corso di riti voodoo perché macumbe non funzionano
Meloni al Pd: fate corso di riti voodoo perché macumbe non funzionano
Sembra invece che i riti del PD funzionino, poiché le Melonians traballano non poco all’interno del loro bunker, anche se le opposizioni sembrano sparare solo mortaretti e non hanno – al momento – la compattezza necessaria per piallare l’esecutivo più famiglio del famigerato Ventennio in tutta la Storia Repubblicana, altro che il Governo Tambroni…
Comunque, i “Patrioti” d’Italia sembrano davvero inarrivabili nel darsi la vanga sui piedi da soli, dal caso al-Masri a quello Pentagon.
Caso Almasri, Nordio e Piantedosi: “Agito per la sicurezza dello Stato”, Renzi: “Meloni è Pinocchio non Frodo”
L’informativa di Nordio e Piantedosi sul Caso Almasri alle Camere: polemica sull’assenza della premier Giorgia Meloni
Step by step in Italia ritorna sommessamente in vigore il metodo OVRA.
Pinocchio-Meloni, da quando è al governo, perde credibilità giorno dopo giorno.
Il primo a denunciare è stato venerdì scorso Francesco Cancellato, direttore di Fanpage. Poi è stata la volta di Luca Casarini, già leader del movimento no-global, fondatore e capomissione di Mediterranea Saving Humans, una delle ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo. A entrambi è arrivato lo stesso messaggio da Meta: «A dicembre WhatsApp ha interrotto le attività di una società di spyware che riteniamo abbia attaccato il tuo dispositivo. Le nostre indagini indicano che potresti aver ricevuto un file dannoso tramite WhatsApp e che lo spyware potrebbe aver comportato l’accesso ai tuoi dati, inclusi i messaggi salvati nel dispositivo».
Qualcuno aveva usato Whatsapp per installare un software nel loro telefonino, spiarlo e controllarlo da remoto. Un attacco molto subdolo perché il bersaglio inconsapevole non ha modo di difendersi, il software si installa senza che lui abbia cliccato o aperto nulla. Lo spyware in questione sarebbe Graphite della società israeliana Paragon, che dopo l’uscita della notizia – riporta il Guardian citando una persona a conoscenza della questione – ha interrotto i suoi rapporti con l’Italia.
La fonte del Guardian ha spiegato che la Paragon aveva inizialmente sospeso il contratto con l’Italia «per estrema cautela» venerdì scorso, cioè quando è emersa la prima accusa di potenziale abuso dello spyware. La decisione di rescinderlo, ha aggiunto, è stata presa mercoledì 5 febbraio, dopo che la società israeliana ha stabilito che l’Italia ha violato i termini di servizio e il quadro etico concordato nell’ambito del suo contratto. (domani.it, segue link)
Cancellato, Casarini e le altre vittime dello spyware Paragon. Il governo: «I nostri servizi non c’entrano»
Il fondatore di Mediterranea chiede al governo se a infettare il suo telefonino siano stati i servizi segreti. L’esecutivo respinge l’accusa e la società rescinde il contratto con l’Italia. Il caso è nato quando Meta ha denunciato che il “virus” di una società israeliana aveva colpito i telefoni di una novantina di giornalisti e attivisti europei
Grottesco, anzi Kafkiano che i Meloniani minaccino sequele di querele a Veri Giornalisti come Cancellato solo perché questi ultimi, con dovizia di prove, hanno dimostrato di essere stati spiati da Paragon che ha affermato di aver venduto il software solo a determinati governi e di aver rescisso il contratto con l’Italia a trazione FdI.
I telefoni di novanta persone in Europa, tra cui attivisti e giornalisti italiani, sono stati infettati da uno dei più potenti software spia in circolazione. Si chiama Graphite, penetra negli smartphone attraverso whatsapp ed è prodotto da un’azienda israeliana, la Paragon Solutions, che lo vende esclusivamente a 35 governi democratici «alleati degli Stati Uniti» e solo per indagini su terrorismo, mafia e altri reati gravi. Il motivo delle limitazioni di utilizzo è che Graphite ha un livello di intrusione «di tipo militare».
Il punto è questo: si è scoperto che a essere intercettati con Graphite in Italia ci sono i vertici e gli operatori umanitari di Mediterranea Saving Humans, la piattaforma civica di salvataggio in mare dei migranti, e anche il direttore di Fanpage. Tanto è bastato alla Paragon per rescindere il contratto stipulato col governo italiano. A nulla è servito il tentativo di Palazzo Chigi di assicurare che le nostre agenzie di intelligence non sono coinvolte. (segue link)
Spiati i capi di Mediterranea e altri attivisti per i migranti. All’Italia tolto il software
L’azienda Paragon rescinde il contratto con il governo per l’uso anomalo dello strumento di intercettazione. I sistemi per contratto destinati solo…
Malgrado ciò, il Fantastico “Sogno” Meloniano minaccia querele a raffica contro chi osa diffondere l’Epistème, la Verità.
La situazione è inedita. In pubblico, nelle aule parlamentari come nei corridoi, si chiacchiera apertamente del ruolo dell’intelligence italiana. Il governo deve intervenire, senza fronzoli. I fronti aperti stanno diventando troppi. Prima, le dimissioni inaspettate del capo del Dis, Elisabetta Belloni, volata in Europa al fianco di Ursula von der Leyen. Poi, l’esposto del Dis contro il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, per una informativa riservata sul caso del capo di gabinetto della premier Meloni, Gaetano Caputi, finita nel fascicolo degli atti pubblicabili invece che rimanere segreta.
Ancor più irrituale è che lo stesso Dis abbia annunciato, questa mattina, le “opportune azioni legali in sede civile” a seguito di “notizie false e diffamatorie diffuse da due testate giornalistiche nazionali” sul viaggio in Libia del generale Giovanni Caravelli, numero uno dell’Aise (agenzia informazione sicurezza esterna).
L’altro nodo, ancora irrisolto, invece, riguarda l’utilizzo dello spyware Graphite, il trojan senza click della società israeliana Paragon impiantato nei cellulari di almeno “sette italiani” (per certo, nel telefono del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato e quelli degli attivisti dell’Ong Mediterranea Luca Casarini e Beppe Caccia) e in quelli di circa “90 europei”. […]
La controffensiva di Meloni&co è chiara: che si parli di Libia o di Paragon, se si citano i servizi, per il governo la querela è dietro l’angolo. Per dirlo con le parole di Mantovano, basta con le “calunnie in libertà”. (segue link)
Caravelli-Mantovano-Ciriani: governo e Servizi attaccano i giornalisti, con querele e minacce di querele
Lo spyware di Paragon, i viaggi libici, il caso Almasri, la squadra Fiore ed Equalize: i servizi segreti continuano a essere il crocevia di tutti i punti di fr…
Certo è che non si può non rilevare come la gestione di dossier molto delicati sia per certi versi sorprendente. Le ombre sul rimpatrio del generale Almasri in Libia, scarcerazione e volo di stato per riaccompagnarlo a casa giustificate dal ministro Carlo Nordio con l’incapacità della Corte penale internazionale nello scrivere un atto giuridicamente solido, il conseguente fascicolo aperto contro il governo dai giudici dell’Aia.
L’apertura di un’inchiesta da parte della procura di Roma, la stessa che qualche giorno dopo è stata incredibilmente denunciata a Perugia dai Servizi per un dossier del Dis allegato agli atti di un’indagine dai magistrati guidati da Francesco Lo Voi, cosa che non avrebbero potuto fare.
E poi il caso Paragon, il potentissimo spyware che ha messo sotto controllo giornalisti e attivisti, con i produttori che dicono di concederlo in licenza solo a governi e apparati di Polizia e l’esecutivo a dire che “non siamo stati noi” senza dire quale istituzioni dispongano del super-trojan e se abbiano informazioni su chi sia stato a utilizzarlo contro cittadini italiani per fini tutt’ora oscuri, ribadento per altro che tutti i contratti stipulati sono ancora in essere una settimana dopo che l’azienda aveva fatto sapere di averli immediatamente interrotti. […]
Infine la notizia di oggi. Il Dis ha diramato una nota in informa che “sono state intraprese opportune azioni legali in sede civile per difendere l’onorabilità del personale” in relazione a due articoli sulle attività dei Servizi in Libia, e che, in parole povere, porteranno in tribunale i due giornalisti che li hanno firmati.
Che i Servizi portino in tribunale dei cronisti (dopo aver portato in tribunale una procura della Repubblica) è di per sé un fatto inconsueto, per usare un eufemismo. A mettere in fila le risposte date dal governo, ecco, lì ci si inquieta veramente. […]
Mantovano difendeva a spada tratta la decisione del Dis di portare in tribunale i giornalisti: “È un’anomalia che la libertà di informazione possa trasformarsi in calunnia in libertà”, ha detto ai cronisti, giustificando quest’ulteriore escalation “in virtù delle asimmetrie, quindi dei limiti di esposizione pubblica che ha l’intelligence”, senza però spiegare di quale calunnia parlasse. Un non posso risponderti, ti querelo che applicato ai Servizi segreti sarà pur vero, ma lascia un poco perplessi. (segue link)
Le brutte risposte del governo generano nuove domande
Il ministro Ciriani minaccia “vie legali” per chiunque imputi al governo l’uso indebito dello spyware di Paragon, Mantovano difende i Servizi seg…
Sempre icastico e frizzante Matteo Renzi quando c’è da attaccare lo sprofondante e Titanico (nel senso del Titanic) governo di Giorgia Meloni…
Caso Paragon, intervista a Renzi: “Governo continua a non dirci chi è stato, Meloni di cosa ha paura?”
Durissimo il commento di Matteo Renzi sul caso Paragon: “Il governo smetta di prenderci in giro e ci dica chi è stato a usare lo spyware per spiare
Davvero irrituale che Vittorio Rizzi, nominato pochissimo tempo fa da GgiorgiahDirettore del DIS, abbia immediatamente denunciato il Procuratore Capo della Repubblica di Roma Lo Voi che precisiamo, a suo tempo, era stato voluto in quel posto anche dalla destra.
Cosa succede tra governo Meloni, servizi segreti e magistrati: lo scontro dal caso Lo Voi a Paragon
Il direttore del Dis, dipartimento che coordina servizi segreti interni ed esteri, ha presentato un esposto contro il procuratore di Roma Francesco Lo
La maggioranza di Giorgia Meloni ha lanciato l’operazione Lo Voi: un bombardamento politico, giudiziario e mediatico per “sporcare” il procuratore di Roma. E per delegittimare le sue iniziative, a partire dall’indagine sul caso Almasri — ormai nelle mani del tribunale dei ministri — che coinvolge Giorgia Meloni, i responsabili di Interno e Giustizia Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, l’autorità delegata Alfredo Mantovano. (repubblica.it, segue link)
Lo Voi e la macchina del fango in azione contro di lui. Gli esposti al Csm per farlo trasferire
I laici di destra: incompatibilità ambientale. Possibile un altro fascicolo sul caso Caputi. Ipotesi segreto di Stato sull’inchiesta
Malgrado i sondaggi di regime evidenzino che gli Zombie italioti sarebbero ancora a favore di Giorgia detta Giorgia, il regime meloniano mostra evidenti rughe e crepe profonde, quasi da ventennio.
Siamo prossimi al collasso dei Melonians, Hallelujah!
Mutatis mutandis, che dire del taglio alle tasse al ceto medio dai Meloniani propagandato millanta volte?
Il taglio delle tasse al ceto medio, obiettivo inseguito (e periodicamente annunciato) per almeno un anno. L’innalzamento da 85mila a 100milaeuro del tetto di ricavi sotto il quale le partite Iva possono accedere alla flat tax, che a metà settembre la Lega dava per fatto. La riduzione delle imposte per chi ha figli, prospettata via veline ai giornali. E naturalmente il vecchio refrain sull’abolizione delle accise. Sono le promesse in materia fiscale che il governo Meloni non ha mantenuto. Approvata in via definitiva la legge di Bilancio per il 2025, si possono tirare le somme. Verificando quali misure, tra quelle propagandate dalla maggioranza, mancano all’appello.
Non c’è il regalo ai ricchi autonomi.[…] Il sottosegretario all’Economia Federico Freni aveva assicurato che l’ampliamento della platea di beneficiari del regime forfettario con aliquota al 15% (oggi 1,8 milioni) era “centrale” e le coperture sarebbero state trovate: così non è stato. Anche se il costo sarebbe stato relativamente contenuto perché, complice l’evasione, a dichiarare ricavi sopra gli 85mila euro non sono in molti. La mossa avrebbe aggravato la già evidente iniquità della flat tax, che a parità di reddito consente alle partite Iva di versare meno di un dipendente soggetto all’Irpef e dunque costa cara alle casse dello Stato. […]
Più di un impegno non mantenuto. (segue link)
Le promesse mancate del governo sul fisco: tutti gli annunci rimangiati
Approvata in via definitiva la legge di Bilancio per il 2025, si possono tirare le somme. Verificando quali misure, tra quelle propagandate dalla maggioranza in corso d’anno, mancano all̵…
Continuiamo sulle promesse mai mantenute dai Melonians a livello fiscale:
Un altro totem della propaganda sovranista cade sotto i colpi dei numeri e della realtà. Nel 2024 l’economia italiana è cresciuta dello 0,7%, meno quindi dell’1% stimato dal governo nel Piano strutturale di bilancio. Il debito pubblico è salito al 135,3% del Pil dal 134,6% dell’anno precedente. Ma, soprattutto, la pressione fiscale è cresciuta di oltre un punto percentuale al 42,6% contro il 41,4% del 2023. Un dato quest’ultimo, certificato dall’Istat, che nella settimana del Carnevale fa coriandoli di un’altra promessa dei partiti di maggioranza propinata agli elettori nel programma di governo presentato alle ultime Politiche, in cui si erano impegnati a ridurre il carico fiscale. L’ennesima promessa tradita, insomma, che più di tutti dovrebbe imbarazzare la premier Giorgia Meloni.
Altro che abolizione delle accise sui carburanti. Meloni guida il governo delle tasse. (Antonio Pitoni, segue link)
Un’altra promessa tradita
Un’altra promessa tradita da parte di Giorgia Meloni.
Pinocchio-Meloni ha davvero un sacro rispetto per i valori della Libertà di Opinione ed Espressione. Tanto da censurare financo i dipendenti di Palazzo Chigi…
I dipendenti della Presidenza del Consiglio non potranno esprimere le proprie opinioni politiche, non dovranno rivelare informazioni all’esterno rispettando il “segreto d’ufficio” e dovranno utilizzare i social network senza esprimere idee personali riconducibili all’istituzione. Ma saranno obbligati anche comunicare al proprio superiore se ha assunto incarichi in associazioni, enti pubblici o partiti politici che potrebbero interferire con l’esercizio delle sue funzioni. Sono queste le nuove regole, fortemente restrittive, che la premier Giorgia Meloni ha deciso di applicare ai dipendenti di Palazzo Chigi: un documento che ha il principale obiettivo di fermare le fughe di notizie […]
Confermando un clima di complotto che aleggia nelle stanze della Presidenza del Consiglio. (segue link)
“Codice Meloni”: a Palazzo Chigi scatta il bavaglio su opinioni e notizie
La destra dei complotti – Il documento. Nuove regole di comportamento per i dipendenti di Palazzo Chigi: no idee politiche, no informazioni all’esterno e ruoli da dichiarare (Di Giacomo Salvi…
In finis, prima grazie al Partito Democratico e oggi grazie a Meloni&co, i lavoratori dipendenti pubblici e privati italiani hanno i salari più bassi e il sistema fiscale più regressivo e oppressivo d’Europa, subendo inoltre giganteschi tagli all’Istruzione e alla Sanità Pubblica, a causa dei miliardi inviati in aiuti militari al regime ukronazi del pornoguitto Zelensky e mediante le pantagrueliche sovvenzioni a Istruzione e Sanità Private.
La situazione economico-sociale del ceto medio impoverito è davvero drammatica:
Partiamo da questo titolo di giornale: “Quel travaso pazzesco di ricchezza dal lavoro al capitale”. L’ho preso da Lotta Comunista, intenerito dai volontari che ancora lo vendono porta a porta? No, è del Sole 24 Ore.
Lo firma Riccardo Gallo, professore alla Sapienza con una lunga carriera di consulente economico per vari ministri perlopiù repubblicani, e dice una cosa piuttosto decisiva: tra il 2020 e il 2023 la quota di ricchezza che va al lavoro, ha perso 12 punti. Mentre quella che va agli utili è aumentata del 14 per cento.
In parole povere: la torta è cresciuta, ma chi ha faticato per questo risultato non se n’è accorto perché il di più se lo sono pappato tutto i manager. Anzi, tra inflazione, pane e olio che costano il doppio, bollette lievitate, la working class sta decisamente peggio di prima. […]
Addentriamoci ora dentro al perché l’arricchimento è avvenuto. Mario Pianta, professore di politica economica alla Scuola Normale Superiore, nel confermare che «negli ultimi 30 anni c’è stato uno spostamento del 15 per cento della ricchezza dal lavoro al capitale», ne elenca alcune ragioni: «I ricchi veri, oltre ad accaparrarsi quote sempre più importanti di reddito, sono tali soprattutto per le rendite, immobiliari e finanziarie.
Per non dire di un sistema fiscale che, negli anni 70, aveva un’aliquota massima al 72 per cento mentre oggi è del 43. Con molti meno scaglioni, per cui un impiegato paga quanto un milionario. Altra ragione: la fuga di capitali all’estero. La Ferrero è nata ad Alba ma ha sede globale in Lussemburgo e Giovanni Ferrero non è residente in Italia».(Riccardo Staglianò, segue link)
Perché in Italia i ricchi sono sempre più ricchi
(Riccardo Staglianò – Il Venerdì – La Repubblica) – Parlando di economia, l’affermazione «i ricchi sono sempre più ricchi» è l’equivalente del «non ci sono più le mezze stag…
Giorgia Meloni continua ad applicare integralmente l’Agenda austeritaria, antidemocratica e ultraliberista di Untertaker Draghi.
Si è fatta vanto in campagna elettorale di essere l’unico partito che ha fatto opposizione al governo Draghi, un esecutivo di tecnici incapace di affrontare le vere emergenze del Paese, ma poi ha nominato titolare al Mef Giancarlo Giorgetti, considerato il più draghiano tra tutti i ministri del governo precedente, e ha mantenuto come consigliere Roberto Cingolani, ex ministro della Transizione ecologica.
Giorgia Meloni ha vinto le elezioni grazie all’opposizione dichiarata al Governo dei Migliori, però il suo programma è identico all’agenda Draghi. In questa maniera ha tradito i suoi elettori, si è rimangiata tutte le promesse fatte, e con la sua prima Manovra ha compiuto il miracolo di mettere d’accordo tutti – Confindustria e sindacati, Ocse, Bankitalia e Corte dei conti – nell’unanime bocciatura di una legge di Bilancio senza visione con misure timide e inefficaci.
Ogni volta che interviene nelle sedi istituzionali – com’è avvenuto ieri in Parlamento per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo – Meloni conferma questo tradimento ai danni prima di tutto del suo stesso elettorato. Non solo. Seppellisce una volta per tutte le speranze di chi, ex elettore della Lega, ha deciso di passare con lei e di chiudere con Matteo Salvini, considerato troppo accondiscendente con la linea Draghi e con i diktat dell’Ue.
E invece questi elettori si sono dovuti ricredere davanti a una linea economica fatta di lacrime e sangue, improntata alla più violenta austerity in linea con le ricette neoliberiste di chi l’ha preceduta, vale a dire Mario Draghi, e con una traiettoria diplomatica sempre più asservita agli Stati Uniti e vittima delle indicazioni che arrivano da Bruxelles e dai Paesi che più contano in Europa (Francia e Germania). Partiamo dalle ricette neoliberiste.
Siamo sicuri che tutto questo sia rispettoso della volontà degli elettori di Fratelli d’Italia? Insomma del suo programma rivoluzionario non è rimasta traccia, anzi Meloni e il suo Fratelli d’Italia, con queste dichiarazioni, sono diventati l’emblema del partito-sistema, espressione dei poteri forti.
E gli elettori che avevano creduto nel motto “Italia libera, forte e sovrana” della Meloni saranno rimasti delusi, come gli ha fatto notare il leader M5S, Giuseppe Conte, a fronte di una “totale acquiescenza a Washington”. (La Notizia, segue link)
La Meloni è la degna erede di Draghi | LA NOTIZIA
La Meloni ha vinto le elezioni grazie all’opposizione dichiarata al Governo dei Migliori, però il suo programma è identico all’agenda Draghi.
Sembra comunque incontrovertibile e inarrestabile il declino del Melonismo. L’Armata Brancaleone della Meloni – anzi l’Armata BrancaMeloni – è destinata a tornare presto a casa, malgrado l’apparente sostegno di Musk e Trump.
Un declino e un disarmo che sarebbe stato realizzato da tempo nei fatti se avessimo oggi come presidente della Repubblica l’eroico partigiano Sandro Pertini…
L’Armata BrancaMeloni. Immagine satirica generata mediante Grok, l’Intelligenza Artificiale di E. Musk.
MELONI DIPINTA COME PINOCCHIO ANCHE DAL PARTITO DEMOCRATICO
Davvero sconcertante la spregiudicatezza con cui Pinocchio-Meloni ha gestito l’affaire al-Masri.
A chi si rivolgeva veramente Giorgia Meloni, nelle due uscite in video di questa settimana in cui ha sferrato prima un gancio destro e poi un gancio sinistro sull’avviso di garanzia per il caso Almasri? Non a te, cittadino comune. Tu sei sempre fuori dai giochi per definizione. Perché la politica è comunicazione con altri mezzi, da quando il marketing è diventato la scienza di Palazzo. E chi ne segue i dettami ha target precisi, i quali solitamente non si identificano con l’elettore generico. Vediamo, in questo caso, perché.
Martedì 28 gennaio la Presidente del Consiglio decide di dare lei stessa la notizia dell’indagine a carico suo, dei ministri Piantedosi e Nordio e del sottosegretario Mantovano, per la quale la Procura di Roma ipotizza i reati di favoreggiamento e di peculato.
La tecnica è chiara ed è stata ampiamente già illustrata: dovendo comunque gestire dal punto di vista mediatico un fatto (l’iscrizione al registro degli indagati) che sarebbe finito nelle aperture di tutti i giornali, telegiornali e testate web, meglio passare all’attacco, anziché giocare in difesa, e confezionare subito la propria versione con cui dare forma e indirizzare in premessa le reazioni. I social, del resto, a questo servono, per un politico: a saltare l’intermediazione degli organi d’informazione rendendo immediatamente virale il messaggio.
Nello specifico, il messaggio della prima mossa è consistito nell’additare con nome e cognome il procuratore Francesco Lo Voi e l’avvocato Luigi Li Gotti, autore dell’esposto da cui l’indagine è partita, come responsabili di un’azione tesa, per usare le sue parole, a intimidirla, a ricattarla, a non farla andare avanti per la sua strada. Dichiarazioni che hanno voluto personalizzare un atto giudiziario (dovuto, certamente, nella comunicazione tempestiva al competente Tribunale dei Ministri, non nella discrezionalità di aprire un fascicolo), in modo da dipingere la vicenda come uno scontro fra magistratura e politica. […]
La Meloni non ha parlato a noi sudditi. […] Chi vota per lei non si scandalizza affatto per la cronaca giudiziaria, convintosi ormai, dopo trent’anni di martellamento che nemmeno fa più badare al merito delle singole questioni (chi è, questo Almasri?), che le “toghe rosse” sfruttino ogni occasione per combattere una sola parte politica. Piuttosto, il destinatario era proprio Lo Voi e tutti coloro che nello “Stato profondo”, servizi segreti compresi, possano perseguire l’intento di intralciare la marcia del governo. […]
L’unica preoccupazione reale è di rassicurare gli investitori stranieri della finanza e dell’economia non solo sulla solidità dell’esecutivo italiano, ma anche sulla determinazione di chi lo guida, una Meloni che mostra la faccia feroce sulla falsariga del capofila delle destre occidentali: Donald Trump, anch’egli spregiudicato e durissimo nel rigettare qualsiasi accusa da tribunale evocando il complotto politico. (Alessio Mannino, segue link)
Politica e magistratura: perché il “teorema Meloni” non deve valere anche per me, cittadino comune? | La Fionda
A chi si rivolgeva veramente Giorgia Meloni, nelle due uscite in video di questa settimana in cui ha sferrato prima un gancio destro e poi un gancio sinistro
Ciò che i pennivendoli del regime attuale tentano di occultare è che il governo di Ggiorgiah scricchiola e scarroccia pericolosamente come il Vasa e la gestione del caso al-Masri potrebbe rappresentare il colpo di coda di un esecutivo ormai alla frutta (i Meloni, appunto)…
Dopo ver paragonato la Meloni a Pinocchio, Matteo Renzi, ancor più causticamente. oggi la accosta all’Omino di Burro. Ella è forte come il burro nei confronti di Trump-Musk, Leyen e NATO.
Piantedosi e Nordio il Gatto e la Volpe
“Il libro da leggere non è più Il Signore degli anelli, ma le avventure di Pinocchio. In questa sceneggiatura a noi tocca la parte del grillo parlante, Nordio e Piantedosi sono il gatto e la volpe. Lucignolo lo fa Delmastro. Meloni vorrebbe fare la fatina, ma invece fa l’omino di burro, quello che guida il carro e porta i bambini nel Paese dei balocchi”.
Meloni “vile”, omino di burro
“Con Meloni, pensavate di aver trovato la lady di ferro, ma avete trovato l’uomo di burro, forte coi deboli e debole coi forti. Se ci fosse stato un minimo di coraggio da parte della vile premier (definizione che ha suscitato le proteste della maggioranza in aula) , ella sarebbe venuta qui e avrebbe detto che c’è un interesse nazionale di questo paese e si chiama Eni. Se Meloni avesse voluto difendere l’interesse nazionale lo avrebbe detto. Ma non lo fa, scarcera i torturatori di bambini”. (segue link)
Caso Almasri, Renzi cita Pinocchio: Nordio e Piantedosi il gatto e la volpe, Meloni l’omino di burro
Il leader di Italia Viva definisce “vile” la premier che non si è presentata in aula
Ma non v’è negazione della Realtà in Giorgia Meloni: solo il perseguimento delle sue ambizioni personali.
Il problema di annullamento della dissonanza cognitiva è semmai rappresentato da chi continua a votare per i Melonians, poiché quasi tutte le loro riforme sembrano copiate direttamente dal Piano di Rinascita Democratica della P2 di Licio Gelli.
Più trascorre il tempo e più si manifesta in tutta la sua complessa organicità, il disegno di lungo respiro dell’attuale maggioranza: stravolgere progressivamente alcuni cardini fondamentali del nostro Stato costituzionale di diritto, riportando l’orologio della storia all’età precostituzionale. […]
Con l’abrogazione del reato di abuso di ufficio approvata nel 2024, il conflitto di interessi è stato definitivamente sdoganato come prassi legittima di esercizio del potere anche nei casi estremi nei quali il pubblico funzionario omette di astenersi in presenza di un interesse proprio, ovvero di prossimi congiunti, o negli altri casi prescritti dalla legge. Allo stesso tempo è stato legalizzato, caso unico in Europa, anche l’uso distorto del potere per finalità affaristiche, nepotistiche, clientelari, discriminatorie e vessatorie dei cittadini.
Così come accadeva nell’Italia narrata ne I Promessi Sposi, vero e proprio manuale di antropologia nazionale, i cittadini senza potere potranno essere impunemente “abusati” dai piccoli e grandi Don Rodrigo di turno. Si tratta solo di una spia di un fenomeno carsico di grande portata che oltrepassa i confini della legislazione penale, estendendosi ad altri settori nevralgici della gestione del potere pubblico. Il conflitto di interessi e l’abuso di potere, in tutte le loro molteplici declinazioni, sono divenuti ormai la cifra occulta del potere.
Roberto Scarpinato: la giustizia di Meloni fa vincere i “don Rodrigo”
(Di Roberto Scarpinato – ilfattoquotidiano.it) – Più trascorre il tempo e più si manifesta in tutta la sua complessa organicità, il disegno di lungo respiro dell’attuale maggioranza: st…
Come chiosa rettamente Scarpinato, siamo ai prodromi di un vero e proprio Polizeistaat.
L’ordine pubblico viene concepito come gestione militarizzata del territorio, con la liberalizzazione dell’uso della forza, arresti e processi con rito direttissimo. La polizia diventa l’asse fondamentale della governance quando il consenso non può più essere assicurato da salari, redditi e consumi, continuamente bloccati e tagliati a causa di politiche economiche antipopolari che sviliscono e precarizzano il lavoro, dal programmato smantellamento dello Stato sociale a favore di privatizzazioni. […] (enfasi aggiunta)
Il Melonismo, andato al governo del Paese quasi esattamente un secolo dopo la “Marcia su Roma”, assume aspetti sempre più inquietanti e preoccupanti.
Lo scenario è ancora più inquietante se si guarda a quanto appurato da inchieste e sentenze in merito alle stragi avvenute nel nostro Paese dalla fine degli anni Sessanta all’inizio degli anni Ottanta – riconducibili alla «Strategia della tensione» – e gli attentati mafiosi del 1992 e 1993, in cui è stato messo il timbro sulla partecipazione morale e materiale di apparati deviati dello Stato sulla pianificazione di quegli eccidi e sui depistaggi andati in scena in seguito alla loro consumazione. Attività che, in passato, non erano scriminate. Sul punto, le novità introdotte dal DDL sembrano invece delineare uno scenario futuro – almeno in astratto – oltremodo nebuloso.
«L’articolo 31 [del ddl Sicurezza] trasforma la pubblica amministrazione in una sorta di gigantesca Ovra – si legge in un comunicato degli esponenti del M5S, –. È in gioco la sicurezza democratica del nostro Paese e serve cautela fino al completamento delle indagini in corso». (Stefano Baudino, segue link)
Nuovo Ddl Sicurezza: i servizi potranno guidare gruppi terroristici “per il bene dello Stato”
(di Stefano Baudino – lindipendente.online) – In Parlamento è scontro aperto sulle novità normative in merito ai poteri attribuiti ai Servizi segreti italiani dal controverso “Pacchetto…
Anche ONU e OSCE sono estremamente preoccupati dell’azione politica di Giorgia detta Giorgia (come peraltro dei suoi accoliti e della sua Gioventù Meloniana).
Sei relatori speciali dell’Onu hanno scritto al governo a dicembre: il ddl viola gli impegni dell’Italia assunti con la firma di convenzioni internazionali. Di recente critiche anche dell’Osce. Il Governo continuerà a fare finta di niente? Il disegno di legge Sicurezza è una normativa liberticida. Lo affermano sei relatori speciali delle Nazioni unite, in una comunicazione inviata al governo italiano il 19 dicembre 2024 e resa pubblica il 16 gennaio scorso. Il testo è stato esaminato, tra gli altri, dai relatori sulla libertà di riunione pacifica e di associazione, sulla libertà di opinione e di espressione, sui diritti umani dei migranti, su razzismo, discriminazione razziale e xenofobia.
La libertà di manifestare – Circa le norme del ddl Sicurezza che limitano la libertà di manifestare anche con atti di resistenza passiva, i relatori speciali fanno presente che “il diritto di riunione pacifica comprende anche atti di disobbedienza civile”, e che “uno spintone o il blocco della circolazione di veicoli o pedoni o delle attività quotidiane non costituiscono violenza”. Ciò comporta che alcune norme del ddl Sicurezza “potrebbero limitare indebitamente l’esercizio del diritto alla libertà di riunione pacifica”, specie quelle che rafforzano il potere statale “di imporre divieti totali (incluso il divieto di “bloccare una strada con il corpo”)”. […]
I relatori speciali delle Nazioni unite si rivolgono al governo affinché intervenga su alcuni passaggi del testo che violano gli impegni assunti dall’Italia con la sottoscrizione di convenzioni internazionali, in particolare, riguardo ai “principi di legalità, proporzionalità, necessità e non discriminazione”, nonché al dovere di non interferire indebitamente con “i diritti umani”, “la libertà di espressione” e “le legittime attività della società civile”. Nei mesi scorsi, anche l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) e il Consiglio d’Europa avevano chiesto di modificare il ddl Sicurezza affinché fossero garantiti diritti e libertà. Il governo continuerà a fare finta di niente? (Vitalba Azzollini, segue link, enfasi aggiunta)
No al ddl Sicurezza: per l’Onu le norme sono liberticide
Sei relatori speciali dell’Onu hanno scritto al governo a dicembre: il ddl viola gli impegni dell’Italia assunti con la firma di convenzioni internazionali. Di recente critiche anche dell’Osce. Il governo continuerà a fare finta di niente?
Il Guinness dovrebbe assegnare il record dei salti della quaglia a Giorgia Meloni: ella si lamentava del climaliberticida del Maßnahmenstaat creato tramite il Green Pass di Draghi-Speranza per imporre quello che noi qualifichiamo il Vaccino Assassino, definiva nel 2020 ugualmente come “clima liberticida, una deriva preoccupante” quello del governo Conte e ora vuol fare approvare il ddl Sicurezza (ddl 1660), liberticida e anticostituzionale anche secondo ONU e OSCE e che ci riporterebbe a piè pari nel clima liberticida di Benito Mussolini.
Purtroppo non abbiamo Sandro Pertini come Capo dello Stato e ritengo che l’attuale promulgherà il ddl “Sicurezza” senza neanche rinviarlo alle Camere, come prevederebbe invece l’art. 74 della Cost.
ALMASRI: Il sen. Fina regala un libro di Pinocchio alla Meloni
“Faccia truce con i disperati mentre scarcera i torturatori”
Ovviamente la premier pro tempore il libro non l’ha accettato. D’altronde, per sua stessa ammissione, le piace poco altro a parte Tolkien.
Giorgia come Frodo, in lotta contro il Male di Mordor, un nemico cangiante da tirare fuori all’occorrenza. È un paragone a cui Arianna è affezionata. A settembre del 2022 aveva festeggiato la vittoria alle urne della leader di Fratelli d’Italia con la stessa immagine: “Ti accompagnerò sul monte Fato a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo, sapendo che non è la mia storia che verrà raccontata, ma la tua, come è giusto che sia”. Una citazione che racconta anche la differenza caratteriale tra le due: la sorella maggiore più a suo agio dietro le quinte, la più piccola sulla scena, protagonista di una mitologica impresa. (larepubblica.it)
Non creato proprio che un creatore raffinato ed erudito come John Ronald Reuel Tolkien, se fosse stato ancora in vita, avrebbe permesso all’Ultradestra meloniana di impossessarsi della sua mitologia, della sua Estetica e della sua ermeneutica.
Hanno, comunque, ragione da vendere i Piddini quando affermano che Giorgia Meloni è la bugiarda del secolo.
Ma i Neoliberisti di Sinistrasembrano avere dei grossi problemi di annullamento della dissonanza cognitiva e di negazione della realtà.
Hanno già dimenticato che, grazie a Giuliano Amato, nel luglio del 1992, hanno abrogato la scala mobile e trasformato gli enti pubblici economici in società quotate in borsa?
Hanno già dimenticato di aver mandato il loro uomo, Undertaker Draghi, sul Britannia, per svendere i beni pubblici italiani?
Hanno già dimenticato che l’allora governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, rese semplicissima la speculazione dello Squalo Soros sulla Lira?
Incredibilmente, il Ciampi venne premiato, divenendo prima presidente del Consiglio e poi presidente della Repubblica!
Hanno già dimenticato che Massimo D’Alema permise il bombardamento da parte della NATO di Belgrado e la svendita – tra l’altro – della maggior parte delle Autostrade ai Benetton?
Hanno già dimenticato che Romano Prodi e tutta la Lyfestile Linke hanno legato l’Italia all’Eurolager, con perdite colossali e catastrofiche?
“Con l’Euro l’Italia ha perso 4.300 miliardi”. Lo dice uno studio tedesco
Secondo il think tank Cep, il nostro è il Paese che ci ha rimesso di più in termini di prosperità economica dall’introduzione della moneta unica con una perdita pro capite di 73mila euro in 20 anni
Hanno già dimenticato di aver approvato l’immondo Pareggio di Bilancio in Costituzione e l’ancor più turpe e antisociale Riforma Fornero, ora completamente portata in totale reviviscenza da Giorgia Meloni (ennesima promessa non mantenuta)?
Hanno già dimenticato di aver sventrato lo Statuto dei Lavoratori con il Jobs Act?
Hanno già dimenticato di aver letteralmente liquidato la Sanità Pubblica?
Salute spa, il nuovo libro che racconta il “delitto perfetto” in atto sulla sanità pubblica tra politica e assicurazioni - Il Fatto Quotidiano
Settantamila posti letto in meno in dieci anni. Centosettantacinque gli ospedali chiusi. Liste d’attesa sempre più lunghe che fanno aumentare la spesa privata. E per curarsi gli italiani fanno sempre più debiti nel silenzio di una politica che è al riparo da ogni rischio con superpolizze pagate con denaro pubblico. È lo scenario della sanità …
Non è ultroneo rammentare che la Sinistra agglutinata attorno al PD legò Italia e Italiani al mostro antidemocratico e antisociale conosciuto come Unione Europea. E tale empietà avvenne a Maastricht nell’annus horribilis 1992.
Quell’anno ci furono l’Attacco della Mafia allo Stato, con gli attentati contro Falcone e Borsellino, il Settembre Nero dell’Attacco alla Lira dello Squalo Soros, e infine Mani Pulite, il Golpe Giudiziario eterodiretto dagli USA di Henry Kissinger al fine di distruggere il Capitalismo di Stato e la Piena Occupazione per riportarci nell’alveo della Dittatura Neonazista del Capitale Angloamericano.
Fortunatamente, la Diarchia Trump-Musk potrebbe liberarci dalla NaziUE e da Ursula Pfizer von der Hitleren.
TRUMP POTREBBE LIBERARCI DALLA NAZI-UE DELLA BARONESSA FURFANTESSA URSULA PFIZER VON DER HITLEREN-LEYEN
Il terrore serpeggia a Bruxelles. Non è certo quello, del tutto campato in aria, che la Russia voglia invadere l’Europa e nemmeno il rischio di dover ammettere la sconfitta dopo aver messo in pericolo mortale l’industria europea, ma qualcosa di assolutamente devastante per l’immagine di un’Unione ormai nefasta, cioè quella che il conflitto venga risolto fra Trump e Putin, senza nemmeno far finta di chiamare al tavolo della pace qualcuno degli zerbinotti europei. Questo svelerebbe a tutti l’inesistenza della Ue come soggetto internazionale, consistente in un intrico di trattati fra Paesi, molto pesanti per i cittadini, ma che valgono solo tra i contraenti: al di fuori del suo piccolo mondo l’Ue non è un soggetto politico reale. […]
Solo una breve parentesi negli anni ’80 ha fatto credere che l’Unione europea potesse interpretare una parte diversa e più autonoma, ma ben presto, una volta caduto il muro di Berlino, è diventata nient’altro che una tavola imbandita per il capitale finanziario nordamericano che nella santa alleanza con i poteri locali e le vecchie cricche trasformiste, ha cancellato decenni di lotte popolari e si avvia a mettere in scena un nuovo medioevo.
Insomma un disastro completo a cui non si potrà porre rimedio se non spazzando via il personale finanziario travestito da milieu politico che governa fin da quando è stato concepito l’euro. A questo proposito vorrei ricordare che un economista, nobelato nel 1998, come Robert Mundell, aveva detto che ”la creazione dell’area euro viola le regole di base economiche dell’ area monetaria ottimale”, ma che comunque si trattava di un fatto positivo perché “la moneta unica è in qualche modo il Reagan europeo: pone la politica monetaria fuori dalla portata della politica”. (il Simplicissimus, enfasi aggiunta, segue link. Su tale concetto cfr. Clara E. Mattei, “L’economia è politica”, Fuoriscena editore)
L’Europa prigioniera delle sue menzogne | il Simplicissimus
Il terrore serpeggia a Bruxelles. Non è certo quello, del tutto campato in aria, che la Russia voglia invadere l’Europa e nemmeno il rischio di dover ammettere la sconfitta dopo aver messo in pericolo mortale l’industria europea, ma qualcosa di assolutamente devastante per l’immagine di un’Unione ormai nefasta, cioè quella che il conflitto venga risolto […]
Visti i prologomeni, hanno la faccia di bronzo (rectius:la faccia come il culo) i Neoliberisti di “Sinistra” quando affermano di rappresentare l’unica alternativa democratica a Giorgia Meloni.
Leggiamo dello scontro a distanza tra Romani Prodi e Giorgia Meloni, che sono le due facce della stessa medaglia del Capitalismo Totalitario Neoliberista.
Quando, era metà dicembre scorso, in occasione della festa di Atreju, Giorgia Meloni iniziò a polemizzare contro Romano Prodi, lo fece proprio evocando i Grandi Vecchi dell’establishment, termine con il quale, in politica, si evoca tutti e nessuno, tutto e niente. Ma tant’è:
«Ogni patriota deve essere fiero di avere gli improperi di Romano Prodi.»
esclamò dal palco la presidente del Consiglio mentre era sommersa dagli applausi dei suoi.
Rispondeva all’attacco del Professore secondo il quale “l’establishment adora Meloni perché Meloni obbedisce”. Lei rimandò al mittente quest’accusa rivelando che quando sentiva Prodi parlare male di lei apriva una bottiglia del suo vino migliore per brindare alla salute: si sentiva dalla parte giusta della storia, come ricorda il video di Italia News.
Ora, la prima regola di un grande vecchio è quella di negare di essere un grande vecchio. Fare proprio come Prodi oggi, che si è fatto ritrarre nella foto a corredo dell’intervista a Repubblica mentre prepara il caffè, “in una cucina che sa d’antico”, con “un maglione di lana che tiene praticamente sempre addosso, quale che sia la stagione”, ha scritto l’intervistatrice Annalisa Cuzzocrea. (segue link)
Prodi contro Meloni, perché i Grandi Vecchi colpiscono ancora
Continua la polemica a distanza tra la presidente del Consiglio e il padre dell’Ulivo che oggi torna a punzecchiarla, proprio da Grande Vecchio
Repetita Juvant:Tra l’Ultradestra Neoliberista attualmente al governo e la Finta Sinistra Neoliberista e Antioperaista che è stata al governo per 20 anni dal 1992 ad oggi, non v’è differenza alcuna!
Prodi: “Un nuovo partito? Non ho nessuna intenzione di…” | La7
Il commento di Romano Prodi.
I due Fascismi 2.0 sono le due facce della stessa medaglia.
Dal 1996, come scrisse Marco Revelli nel saggio “Le due destre”, non si confrontano una destra e una sinistra. Al contrario si confrontano due destre: una destra populista e plebiscitaria, ‘fascistoide’ (l’allora centrodestra di Berlusconi) e una destra tecnocratica ed elitaria, liberale (allora l’Ulivo di Prodi). […]
Le due destre, pur confliggenti apparentemente, hanno governato la dissoluzione del compromesso socialdemocratico che aveva contrassegnato la prima repubblica. Le due destre, al di là dei differenti toni, negli ultimi trent’anni hanno perseguito eguali obiettivi: la svalorizzazione del lavoro, l’autonomia differenziata, la fine dell’intervento pubblico e la privatizzazione dei servizi pubblici, in primis la sanità. E così, quanto più lo stato sociale è stato smantellato, tanto più i non garantiti si sono astenuti poiché non sono stati tutelati da nessuno.
Entrambe le due destre non vogliono cambiare le condizioni materiali dei seguenti soggetti sociali: i lavoratori poveri, i pensionati minimi, i lavoratori in nero, i disoccupati, coloro che non hanno 400 Euro per pagare una colonscopia in intramoenia in un ospedale pubblico, i meridionali che emigrano o devono curarsi al Nord. Per i non garantiti è indifferente chi governi: quindi si astengono oppure, se votano, votano Meloni.
Analogamente, in USA, come ricorda Bernie Sanders, gli operai hanno abbandonato i democrats perché il PD americano ha abbandonato gli operai. Ma quando inizia tutto ciò? In Italia (e nella CEE) il compromesso socialdemocratico vede le prime incrinature quando muta la cornice economica con l’istituzione dello SME e la separazione Banca d’Italia-Tesoro che sottrae allo Stato italiano il controllo del debito pubblico lasciandolo al Mercato. Il lavoro subisce in un decennio solo sconfitte: il 1980 alla FIAT, il referendum sul taglio di 3 punti di contingenza della scala mobile nel 1985, l’abrogazione della scala mobile con l’accordo del 31 luglio 1992, il protocollo sulla concertazione del 23 luglio 1993.
Con il crollo dell’URSS finisce il fattore k [Katechon]: le élites liberali europee abbandonano politiche sostanzialmente socialdemocratiche prima imposte dalla Guerra fredda. E non casualmente nel 1992 il Trattato di Maastricht fissa i parametri del 3% per il deficit e del 60% per il debito; è la vittoria di Von Hajek: il suo ordoliberismo informa i Trattati Europei, sottomette lo Stato al Mercato e il Lavoro al Capitale. Come ricorda Clara Mattei [“L’Economia è politica”, Einaudi] inizia una fase di austerità fiscale, monetaria e industriale che impedisce l’attuazione della Costituzione. Lo Stato privatizza, precarizza il mercato del lavoro e indebolisce i sindacati.
La destra liberale guidata da PDS-DS-PD ha promosso la precarietà con misure diverse dal pacchetto Treu al Jobs Act. E così la destra populista, quando è arrivata al Governo nel 2001, nel 2008 e nel 2022, ha trovato i lavoratori sempre più indeboliti. Il Governo Amato ha inserito in Costituzione l’autonomia con la “riforma” costituzionale del 2001. E oggi Calderoli può aggravare il divario Nord-Sud con l’autonomia differenziata in nome della Costituzione deformata. Il decreto 56/2000 definanzia la spesa sanitaria delle regioni povere (per Piero Giarda la più grande manovra anti-poveri compiuta da un Governo di centrosinistra). E le regioni ricche del Nord beneficiano del turismo sanitario dal Sud.
Chi da sinistra ha criticato la destra liberale e tecnocratica ha alternato deficit cognitivo e primitivismo politico: gli intellettuali organici del socialismo sono scomparsi o sono diventati organici al liberismo. Servirebbe la lotta sociale più della rivolta come giustamente ricorda Giuliano Garavini. E servirebbe una Sinistra capace di battere le due Destre. (Andrea Del Monaco, segue link, enfasi aggiunta)
Andrea Del Monaco: Landini contro le due destre descritte da Revelli
La rivolta sociale invocata da Maurizio Landini è contro le due destre descritte da Marco Revelli. Quelle due destre ci hanno condotto alla situazione attuale. Lo ha sintetizzato bene Melenchon: “Questa propaganda secondo cui la sinistra deve scendere a patti con la destra è pericolosa. Il risultato lo conosciamo tutti: Meloni. Noi rifiutiamo di tradire i nostri elettori in cambio di poltrone.”
Gli enormi costi sociali e la distruzione di milioni di persone sono stati accolti con convulse mosse difensive da una sinistra che ha distrutto il proprio progetto ideologico. Una sinistra allo stesso tempo ipnotizzata dall’appropriazione neoliberale di una serie di schemi interconnessi che le erano più o meno familiari, sebbene molti siano in contraddizione tra loro. […]
Il neoliberismo non era conservatore. Aveva la struttura del radicalismo “di sinistra”: la sua ambizione di abbattere le acquisizioni e le tradizioni e di costruire tutto da zero lo ha portato a guidare l’ondata di “progresso” tanto cara alla sinistra, che così sconsideratamente si definisce “progressista”. La sinistra non si è resa conto che il concetto di progresso è eminentemente ambiguo e che il capitalismo ha una salda presa su di esso. Il “vecchio” che viene così sconsideratamente incriminato contiene anche conquiste sociali e istituzionalizzazioni che sono il frutto di lotte. L’attacco appiattente al “vecchio”, pur essendo eminentemente “progressista”, può significare e spesso significa l’esautorazione e la frantumazione degli strati popolari.
Il neoliberismo non era conservatore. Aveva la struttura del radicalismo “di sinistra”: la sua ambizione di abbattere le acquisizioni e le tradizioni e di costruire tutto da zero lo ha portato a guidare l’ondata di “progresso” tanto cara alla sinistra, che così sconsideratamente si definisce “progressista”. La sinistra non si è resa conto che il concetto di progresso è eminentemente ambiguo e che il capitalismo ha una salda presa su di esso. Il “vecchio” che viene così sconsideratamente incriminato contiene anche conquiste sociali e istituzionalizzazioni che sono il frutto di lotte. L’attacco appiattente al “vecchio”, pur essendo eminentemente “progressista”, può significare e spesso significa l’esautorazione e la frantumazione degli strati popolari. […]
L’agenda woke nei Paesi dipendenti divenne un’arma per migliorare la dipendenza fino alla dissoluzione e all’assimilazione in una poltiglia globalizzata. Questa linea è stata seguita dalle forze politiche dello “spettro politico semitico”, dal centro-destra al centro-sinistra e alla sinistra “radicale” “dominante”. Quest’ultima, essendo più immatura, politicamente e ideologicamente spogliata e priva di ispirazione dopo il crollo del “socialismo realmente esistente”, ha ritenuto di aver trovato in questo blocco di ideologie “di sinistra” una bandiera di opportunità. Riuscì ad alienarsi ulteriormente dalla società e finì per essere clinicamente morta. (Dionysis G. Drossos, segue link)
C’è vita oltre l’agenda Woke e l’Alt-Right? – ACrO-Pólis
In summa, il Wokeismo Autoritarista di Sinistra e la Democratura di Destra non hanno intrinsecamente alcuna differenza tra loro.
Molte delle caratteristiche autoritarie di questa corrente di “neo-destra” rimandano all’esperienza fascista. Tuttavia, l’uso improprio del termine “fascismo” e dei suoi derivati, e il suo uso generalizzato come etichetta abusiva per tutto ciò che non è in accordo con le nostre convinzioni, piuttosto che come concetto chiaramente definito, dovrebbero renderci cauti. Non tutto l’autoritarismo è fascista; nemmeno tutte le dittature sono fasciste.
Dovremmo definire il concetto di fascismo, non solo per motivi di precisione scientifica, ma anche per motivi di efficienza politica. Una sarebbe la reazione politica appropriata al fascismo, per esempio, e un’altra a una forma di autoritarismo, per quanto estremo. Una denuncia verbosa non solo non risponde alla sfida, ma può esacerbare la confusione concettuale e ideologica che favorisce i poteri dominanti.
Inoltre, non bisogna dare per scontato che il termine “fascista” esaurisca la gamma dell’apatia. Pertanto, evitare l’uso disinvolto di questo termine e dei suoi derivati per descrivere il nuovo regime non significa in alcun modo favorirlo o trovare “circostanze attenuanti” o non combatterlo con determinazione. Dobbiamo infatti tenere sempre aperta la possibilità che un nuovo fenomeno che non sia letteralmente “fascista” non sia necessariamente migliore del fascismo. Nessuno può garantire che il peggio sia alle nostre spalle.
La nostra posizione è che il regime contro il quale il neoconservatorismo si sta attualmente sollevando ha di fatto spianato la strada alla sua ascesa, poiché ha intensificato la frammentazione sociale e minato i vecchi legami di solidarietà sociale, lasciando la società civile incoerente e vulnerabile alle “soluzioni” autoritarie. (Dionysis G. Drossos, segue link)
I due comuni denominatori dell’Alt-Right e dell’agenda Woke – ACrO-Pólis
LA SUDDITANZA DEI POLITICI EUROPEI ALL’IMPERO AMERICANO
Acquiescenza totale all’America da parte di Pinocchio-Meloni, ieri a Joe Rubinetto Biden e oggi al vichingo Donald Trump!
Di analogo tenore l’analisi pregnante del filosofo e parresiasta Diego Fusaro:
“Non ho mai fatto una scelta della quale dovermi vergognare”: così ha recentemente dichiarato Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, esponente di punta della destra bluette, neoliberale, filobancaria, filostatunitense e filoisraeliana. Per la serie: l’importante è crederci.
Per parte nostra, siamo fermamente convinti che di scelte fatte di cui vi sarebbe di che vergognarsi il governo capitanato da Giorgia Meloni ne abbia compiute a iosa. Davvero Giorgia Meloni non prova alcuna vergogna per il fatto di aver in passato sostenuto le ragioni della Russia e dell’uscita dell’Italia dall’euro e dall’Unione Europea e di trovarsi ora a capo di un governo palesemente antirusso e filoeuropeista?
E che dire poi dell’aumento di un euro e ottanta delle pensioni minime posto in essere dal suo governo? Nessuna vergogna, poi, del fatto che l’Italia continua a mandare sciaguratamente armi al guitto di Kiev dicendo ipocritamente di promuovere la pace, e dunque agendo in maniera simile a quel pompiere che dicesse di voler spegnere l’incendio mentre versa taniche di benzina sul fuoco?
Insomma, ci pare di poter dire senza ambagi che di scelte fatte di cui vergognarsi ve ne sono davvero molte, a patto che si abbia l’onestà e il coraggio di riconoscerlo.
Più in generale, il governo di Giorgia Meloni dovrebbe profondamente vergognarsi di se stesso, per aver tradito tutte le parole d’ordine con cui si era presentato alle elezioni, dalla difesa dell’interesse nazionale al patriottismo. Non ci stancheremo di ripetere che il governo di Giorgia Meloni non è se non la continuazione peggiorativa, se mai è possibile, del precedente governo dell’euroinomane delle brume di Bruxelles, l’unto dai mercati, Mario Draghi.
Un governo che, l’abbiamo sottolineato svariate volte, rivela palesemente come destra e sinistra siano oggi soltanto le articolazioni del Partito Unico fintamente plurale del turbocapitalismo. Meloni e Schlein sono soltanto le due maschere di carattere del neoliberismo atlantista ovunque imperante in occidente, anzi in uccidente. (enfasi aggiunta, segue link)
Giorgia Meloni ha ingannato quel ceto medio impoverito che ha riversato tutte le sue ultime speranze in Fratelli d’Italia, rendendosi tristemente conto che le politiche applicate dalla Destra di governo sono sempre quelle austeritarie, antidemocratiche e belliciste di Mario Draghi e del Partito Democratico.
I flussi elettorali dimostrano che gli elettori (ormai) delusi e insoddisfatti stanno abbandonando i Meloniani: financo nelle Regioni in cui il PD non ha espresso il governatore, i Democrats sono sempre risultati il primo partito.
Anche l’aumento esponenziale dell’astensione elettorale è chiara cartina al tornasole della delusione del ceto medio impoverito nei confronti di Meloni-Pinocchio.
Un 2024 da “Pinocchio” per la presidente del Consiglio - Francesco Di Silvestre
Come nel 2023, secondo il fact checking effettuato da “Pagella Politica” nel 2024 più del 60% delle dichiarazioni della Meloni sono risultate inattendibili. E solo Salvini, con la “bufala” sui posti di lavori con il ponte sullo stretto, riesce a strapparle il titolo della bufala dell’anno… Come il 2023, anche il 2024 è stato un anno da “Pinocchio” per Giorgia Meloni. Secondo il fact checking di “Pagella Politica”, negli ultimi 12 mesi la presidente del Consiglio ha confermato quella propensione […]
Ma anche il 2023 è stato un anno da Pinocchio per Giorgia Meloni, con un’innumera sequela di balle.
Da Meloni Pinocchio un anno di balle | LA NOTIZIA
Meloni ha rilasciato un’intervista al Tg1 che è un condensato di bugie, come ha sottolineato anche il sito di fact checking Pagella politica.
Meloni-Pinocchio. Immagine satirica generata mediante Grok, l’Intelligenza Artificiale di E. Musk.
Oggi gli Italiani sono vessati e conculcati dalle stesse aporofobiche politiche economico-sociali del Partito Democratico e di Undertaker Draghi, aggravate dal pericoloso attacco alle Libertà Costituzionali e Sociali costituito dal ddl 1660 “Sicurezza”. Ergo, sarebbe stato addirittura meglio tenersi Schlein e soci al governo del Paese…
Di seguito due link al riguardo:
Che cos’è il ddl 1660 e perché è così pericoloso per democrazia e conflitto sociale
Che cos’è il ddl 1660 e perché è così pericoloso per democrazia e conflitto sociale
“Libertà” fascista
di Carla Filosa Una società ridotta al silenzio, domata in questa forma indiretta, è il filo nero che unisce tutti gli articoli del ddl 1660, detto sicurezza, se non si continuerà a lottare uniti co…
Altro che Putin autocrate: è l’Italia che si avvia, ad ampie falcate, a divenire un’autocrazia, pur sempre nell’ambito della cornice Atlantista ed Eurofilista.
In pieno silenzio elettorale del 2022, Giorgia Meloni si presentò satiricamente su TikTok nel seguente modo:
Giorgia Meloni con due meloni, l’invito al voto: “25 settembre, ho detto tutto”
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha pubblicato un video sul suo profilo Tik Tok in cui invita neanche troppo…
I meloni di Meloni dopo due anni e mezzo di promesse mai mantenute. Immagine satirica generata tramite Grok, l’Intelligenza Artificiale di E. Musk.
SEMPRE IMBATTIBILE A SALTARE SUL CARRO DEL VINCITORE, LA PINOCCHIO-MELONI
È sempre prima, l’ineffabile Meloni, nell’agone a saltare sul salto del vincitore (o a baciare metaforicamente la pantofola del vincitore). Un aggettivo la qualifica degnamente: IMBATTIBILE!
Prima in quello del Presidente Inesistente RimbamBiden, oggi in quello della Satrapia Oligarchica Trump-Musk.
Ma oggi Donald Trump risulta essere solo il burattino pro tempore dei Satrapi Musk-Zuckerberg-Bezos.
Con i Musk, i Bezos gli Zuckerberg e più in generale con i signori delle Big Tech. Un potere, ancora più forte di quello che lo ha preceduto, cresciuto sotto gli occhi dei Dem e che solo ora, con la destra al governo, la sinistra addita come nemico della democrazia.
Resta semmai la subalternità anche della nuova amministrazione Usa, che ha abdicato al primato della politica in favore dei miliardi delle grandi multinazionali della tecnologia destinate a tirare i fili all’ombra di Trump per i prossimi quattro anni.In una sorta di internazionale sovranista alla cui corte è stata ammessa, unica leader europea, solo la premier italiana Giorgia Meloni. Che, con i tempi che corrono, è saltata sul carro dei vincitori. Nonostante i rischi: l’isolamento Ue e la stessa subalternità di Trump al Musk di turno. (Antonio Pitoni, enfasi aggiunta, segue link)
TRUMP PRENDE A CALCI IN CULO IL TOSSICO ZELENKY E L’OMINO DI BURRO COSA FA?
Il recente incontro – anzi scontro sul ring – tra il pornoguitto Zelensky e Trump si è concluso con la cacciata da White House del guitto banderista.
Diciamoci la verità: chi, tra i 400 milioni di sudditi della NaziUE, non avrebbe voluto essere al posto di The Donald?
Anzi, Trump è stato fin troppo civile nel caso de quo. Io, personalmente, un bel calcione fisico nel deretano glielo avrei sferrato volentieri all’ukronazi per farlo uscire più speditamente da casa mia.
Ha insultato il presidente fin dall’inizio, non presentandosi, malgrado gli fosse stato espressamente richiesto, in giacca e cravatta, per non parlare dell’aggressività convulsa e isterica mostrata nei confronti di Vance e dello stesso Trump.
Finalmente abbiamo un presidente americano che dichiara esplicitamente che l’esercito ucraino è in piena disfatta.
Altro elemento che ha fatto infuriare l’attuale inquilino della Casa Bianca è che Kiev non fornisce dati su come sono stati utilizzati e dove finiscano i miliardi USA e UE finora erogati.
Trump: “Dove sono finiti i miliardi di dollari inviati all’Ucraina?”
Dove sono finiti i 350 miliardi di dollari inviati all'Ucraina? Zelensky non lo sa.
Dobbiamo porci una domanda: perché un pupazzo stolido, che prima era noto solo per suonare il pianoforte col cazzo, oggi dimostra tracotanza,s prosopopea e maleducazione nei confronti di Trump-Vance?
È appoggiato ancora dalla NaziUE con i suoi di-valori, questo lo sappiamo già, ma ciò che sfugge a molti è che il Dittatore di Kiev è sostenuto dal Deep State USA, che, come ben sappiamo, è capitanato dal Padrino Globale George Soros, il vero capo dei NaziDEM USA!
Lo spettacolo offerto alla stampa dall’incontro tra Zelensky e Trump sembra emblematico degli ultimi rantoli del mostro: il partito della guerra.
Domandiamoci chi guadagna da questo conflitto e avremo i primi schizzi, il profilo del mostro.
Cerchiamo al netto della propaganda di soffermarci sui dati. L’Ucraina è un Paese fallito che sopravvive grazie a fondi statunitensi ed europei. Non è una democrazia a meno che i vari editorialisti della stampa più letta non vogliano affermare che essa si concretizzi nell’abolizione dei partiti e della libertà di culto, nella legge marziale e nel posporre le elezioni presidenziali sine die. In tre anni di guerra ha perso territori, una generazione di ucraini e sei milioni di abitanti. I ragazzi si rompono le ossa pur di non andare al fronte. La resistenza ucraina è un mito passato sponsorizzato da una classe nazionalista e neonazista al potere di cui Zelensky è ostaggio. […]
Se vi fosse una razionalità politica Kiev dovrebbe cercare di porre fine al più presto alla guerra dalla cui continuazione ha solo da perdere: territori, uomini, risorse. La classe al potere invece ha solo da guadagnare dalla continuazione del conflitto. Nazionalisti, neonazisti e Zelensky alle prossime elezioni presidenziali saranno cacciati a pedate dal popolo sofferente ucraino.
Una strategia coerente impersonata da Trump (ci voleva un pazzo affinché parole di pace fossero pronunciate) sceglie la fine di una guerra insostenibile per Washington, che dilapida fondi essenziali per la rinascita industriale e economica del Paese. […]
Abbiamo visto come la classe dirigente in Ucraina, contro gli interessi del suo popolo, abbia bisogno della continuazione del conflitto per restare al potere.
Bisognerebbe ora domandarsi quali siano gli interessi dei popoli europei. Il nuovo debito per una difesa che alimenti la continuazione del conflitto comprando armi statunitensi non è un obiettivo del ceto medio e della classe lavoratrice. La crisi economica, la Germania in recessione, l’inflazione crescente, la crisi energetica con le bollette alle stelle sono strettamente legati al conflitto ucraino. Paghiamo il gas statunitense quattro volte più di quello che ci forniva la Russia.
Dal punto di vista geopolitico la crisi dell’euro-atlantismo causata dall’opposizione UE alla linea dettata da Washington è contraria ai pilastri che hanno retto la politica europea dal dopoguerra a oggi.
Perché dunque le classi dirigenti europee hanno una postura così inusuale di contestazione del potere presidenziale statunitense, l’unico legittimato da una architettura istituzionale trasparente?
Guardiamo ai profitti della borsa e alle imprese delle armi. Vi sembra che abbiano sofferto in questi tre anni di guerra? Controllate i profitti in ascesa.
Lo spettacolo offerto dal presidente di un piccolo Paese finanziato e alleato degli USA, ospite alla Casa Bianca, che assume di fronte alla stampa un atteggiamento di rivolta, insultando apertamente la diplomazia di Washington è abbastanza inusuale, per dirla con un eufemismo.
Immaginate Nixon e Kissinger oppure Bush, Clinton e Obama essere alla mercé di un loro alleato dipendente da fondi e armamenti USA? Impossibile.
Abbiamo avuto l’impressione di un Presidente statunitense nudo. La CIA con Bush o Obama avrebbe risolto in modo un tantino più brusco le controversie con un alleato riottoso mentre nella sala ovale Bush, Clinton o Obama avrebbero dispensato sorrisi diplomatici. La National endowement for democracy e USaid, che prima con i finanziamenti riuscivano a realizzare in alcuni Paesi i cambiamenti di regime che la CIA mette in atto con operazioni coperte in altri Paesi, sono fuori funzione al momento per volontà di Musk. […]
Le élite europee che sono genuflesse a Washington contro gli interessi europei (ricordatevi di Scholz che accetta il sabotaggio dei propri gasdotti senza proferire parola), élite abituate a servire di improvviso sembrano alzare la testa, mostrando un coraggio inusitato fino a sfidare Washington. Una trasformazione antropologica? Un’illuminazione sulla via di Damasco? Credo che l’improvviso coraggio delle classi dominanti europee e di Zelensky sia dovuto alle direttive del mostro, al partito della guerra.
Il Deep State contro cui la nuova cupola trumpiana sembra voler combattere è un potere radicato nelle burocrazie, nell’intelligence, nelle lobby delle armi e della finanza in Europa.
Sabotare la pace e tifare per il conflitto fine a se stesso, sulla pelle degli ucraini e degli europei, per mesi, per un anno ancora, per due, è l’alto obiettivo di poteri senza scrupoli, di cui politici insignificanti, quali ad esempio Calenda e Renzi, sono le grottesche e forse inconsapevoli marionette.
Nell’Immagine che segue, Donald Trump manda al tappeto Zelensky, il pupazzo corrotto della NaziUE di Leyen e del Deep State USA Soros, malgrado il corrotto pornoguitto abbia un terzo braccio nascosto, quello appunto della Cabala di George Soros!
Il “campione” Zelensky difendeva Bellicismo, Neonazismo, Wokeismo, Sorosismo, Capitalismo Totalitario, Vaccinismo, Neoliberismo Fascista, Genderismo LGBTQQIAK+, Frocismo, Ecofascismo Green, Aporofobia, Follemente Corretto, Diseguaglianze Sociali, Radicalismo Chic, e tutta la rumenta ideologica prodotta in trent’anni dai DEMenti americani ed europei. È stato un massacro!
È bastata una frase: ” Ma lei non ha un vestito?” per frantumare l’immagine dello Zelensky guerriero con la maglietta e i pantaloni oliva che per tre anni è stata acclamata in tutto l’Occidente. L’appunto di Trump all’ex comico appena sbarcato a Washington, era molto di più che l’espressione del fastidio per un abbigliamento non consono al dress code diplomatico, ma la distruzione di un personaggio creato dagli spin doctor esattamente come a suo tempo era stata creata l’immagine del buon presidente nella serie televisiva che lo aveva direttamente portato dalla fiction su piccolo schermo a quella nel mondo reale.
Con la piccola differenza che il “presidente del popolo” della fiction si batteva contro la corruzione e per il benessere della gente, mentre nella realtà ha messo in piedi un gigantesco meccanismo corruttivo e il popolo lo ha massacrato per una guerra in conto terzi.
Sei parole per dire che la commedia è finita. Il resto non è stato che il seguito di un incontro già scritto nella frase iniziale. L’obiettivo del duce di Kiev era quello di cedere le terre rare dell’Ucraina che, tra l’altro, non si sa se ci siano davvero, in cambio di un massiccio aiuto nella guerra, cosa che peraltro aveva già fatto con il premier inglese come uno di quei truffatori che vendono lo stesso appartamento a diverse persone.
Oltretutto ha presentato questa sua specie di ricatto con un fare aggressivo e condiscendente che di certo non ha migliorato l’atmosfera dell’incontro, il risultato è stato un nulla di fatto, anzi peggio tanto che il Segretario di Stato Rubio ha annunciato, in seguito al fiasco dell’Ufficio Ovale, la fine dei fondi Usaid per ricostruire la rete elettrica dell’Ucraina. E ha aggiunto… ” se volete continuare la guerra, lo farete da soli “.
Il problema è che Zelensky è un presidente scaduto e che Mosca non può accettare qualsiasi trattato firmato dall’ex mediocre comico, quindi la Casa Bianca si deve liberare di costui per arrivare a un’ intesa con Putin. Inutile dire che la Ue si è immediatamente schierata con il suonatore di pianoforte mediante minchia. Ursula von der Leyen, Valdis Dombrovskis, Roberta Metsola, Antonio Costa, e Manfred Weber hanno tutti diffuso su X il loro appoggio. […]
Con questo non si deve pensare che la guerra stia effettivamente per finire: le contrattazioni andranno avanti ancora per mesi e del resto Trump sembra oscillare in continuazione. Che voglia chiudere la piaga ucraina, non c’è dubbio, ma vuole farlo apparendo il vincitore e non lo sconfitto. Cosa impossibile per l’Europa che non può sottrarsi a una sconfitta storica. (il Simplicissimus, segue link)
Zelensky preso a picconate dalla Casa Bianca | il Simplicissimus
È bastata una frase: ” Ma lei non ha un vestito?” per frantumare l’immagine dello Zelensky guerriero.
Il 2 marzo si sono riuniti per contrastare Donald Trump e sostenere il Dittatore Zelensky.
Ucraina, domani il vertice Ue a Londra: Starmer invita la Turchia
Leggi su Sky TG24 l’articolo Ucraina, domani il vertice Ue a Londra: Starmer chiama anche la Turchia
E se le élite europee che ci portarono alla Prima Guerra Mondiale furono definite sagacemente da Cristopher Clark “I Sonnambuli”, gli attuali PoliticiNani Inani Europei a me ricordano satiricamente delle galline a cui è stata tagliata la testa e che continuano a dimenarsi e ad agitarsi istericamente e freneticamente senza più alcun pensiero razionale.
Gallina decapitata sopravvive senza testa: le immagini fanno il giro del mondo
ATTENZIONE, QUESTE IMMAGINI POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITÀ.
Trump ha detto chiaramente alle galline decollate che, se vogliono continuare la guerra se la pagano interamente loro, ma i gallinacei senza testa preferiscono far morire di fame e stenti i propri Popoli pur di continuare a sostenere la Dittatura di Kiev e non ammettere la loro totale sconfitta.
Gli Eurocrati Polli marciano compatti e massicci contro Mosca. Putin “trema”. Uahahahahahah!
Siffatto è il “giardino” di cui vaneggiava Borrell, siffatto è il Senso e il Rispetto della Pace in Europa di cui le Galline Decollate si riempiono la bocca.
Ipotizzare l’assenza di limiti nell’assistenza all’Ucraina per impedirne la sconfitta, e compiacersi dell’ambiguità strategica che ne deriva, implica l’adozione di un’analoga attitudine della controparte, la cui panoplia include anche l’arma nucleare. Non può non esserci, dunque, la preoccupazione di evitare l’avvio dello stesso meccanismo inarrestabile del 1914 che spinse i leader europei ad entrare in guerra come sonnambuli.
L’ipotesi di inserire nel teatro bellico ucraino unità militari di paesi atlantici accentuerebbe questo rischio, aggiungendo un altro tassello a quella guerra mondiale a pezzi denunciata dal Pontefice romano, e rischierebbe di provocare malauguratamente la saldatura di quei pezzi in un aperto conflitto globale. (AntonGiulio De’ Robertis)
I tafazzi europeisono anche andati a baciare le pantofole di Trump per impedire la guerra commerciale, ma i dazi contro l’Europa verranno presto introdotti e il cadavere marcio e corrotto dell’Ucraina (centrale e occidentale) se lo troveranno tra le palle i contribuenti europei.
E. guarda caso, i più intransigenti russofobi guerrafondai sono proprio i maggiori evasori fiscali…
“L’Ue non è stata creata per fregare nessuno. Al contrario. È stata creata per mantenere la pace, per costruire rispetto tra le nostre nazioni, per creare un commercio libero ed equo e per rafforzare la nostra amicizia transatlantica. Semplicemente così”, ha replicato il polacco Donald Tusk.
No, caro Tusk, la UE è stato creata per fregare e sfruttare i lavoratori salariati Europei e portarli alla fame. Sic et simpliciter.
Si è tradito infatti il portavoce della Commissione Europea per il Commercio Olof Gill, il quale ha declamato che l’Unione Europea “sin dalla sua fondazione è stata una manna per gli Stati Uniti d’America”.
Non è stata una manna per i Greci e gli Italiani, che sono stati spolpati fino all’osso dalle politiche austeritarie e criminali della UE, con la supina acquiescenza e totale connivenza dei Liberalfascisti di Sinistra de noantri.
Ma il problema dei problemi è che i politici e i comici para-nazisti che imperano in Europa da decenni (ergo, non parlo solo della Sturmtruppen-Leyen, Kallas, Metsola, Rutto-Rutten, ma mi riferisco anche ai loro predecessori e ai pupazzi nazionali) sono disposti a condannare a morte decine di milioni dei loro concittadini pur di continuare la guerra (ormai) persa contro la Russia.
Basta fare un breve elenco della torsione sociale che la continuazione della guerra a tutti i costi sta provocando, trasferendo sempre più risorse dei cittadini nelle mani di speculatori di ogni tipo.
L’elenco è infinito, ma potremmo cominciare dai micro Paesi baltici, i più guerrafondai: il 9 febbraio si sono scollegati dalla rete elettrica Brell, che li collegava con Russia e Bielorussia, e si sono attaccati alla rete elettrica europea. Quel giorno i prezzi dell’elettricità nei Paesi baltici sono pressocché raddoppiati: mentre a gennaio l’elettricità costava in media circa 90 euro al megawattora, a febbraio il prezzo è stato già di 150 euro.
Ed è solo l’inizio dell’ascesa dei prezzi, ma il presidente estone Alar Karis ha dichiarato con gioia che “La dipendenza energetica dalla Russia è completamente terminata. La Russia non potrà mai più usare l’energia come arma contro di noi”. Siamo alla metafisica di un nazionalismo delirante che peraltro non sa portare prove di un qualunque uso da parte della Russia delle esportazioni elettriche.
Ma questo è solo un piccolo particolare perché la guerra deve essere portata avanti a tutti i costi, l’obiettivo principale è combattere contro la Russia, aumentare al massimo la spesa militare e andare a tutta velocità verso la rovina. In Francia, per esempio si stanno mettendo in discussione tutte le lotte di questi anni per mantenere un livello decente di stato sociale.
Il ministro degli esteri, Jean-Noël Barrot, ha dichiarato due giorni fa: “Gli sforzi che dobbiamo compiere e che richiederanno diverse percentuali del Pil, non possono essere finanziati con il debito. Dovremo risparmiare, dovremo lavorare di più.” Ma non è rimasto nel vago, ha suggerito che si dovrebbe avviare una “discussione nazionale” “che consenta ai francesi di comprendere tutti questi problemi e di scegliere i sacrifici che sono disposti a fare per risolverli”.
Barrot ha citato la Danimarca come esempio, dove “c’è un dibattito sulla spesa militare e sulla necessità di lavorare di più, cioè di aumentare l’età minima pensionabile a 70 anni.” Insomma tutta la lotta sociale combattuta per evitare l’innalzamento dell’ età pensionabile si avvia ad essere gettata nel cestino in nome della guerra. (il Simplicissimus, segue link)
Bollette di guerra: ora la pace è nemica del “modello” europeo | il Simplicissimus
È straordinario come il grande capitale che ormai da 40 anni agisce senza ostacoli apparenti in Occidente riesca a conciliare le sue esigenze geopolitiche di espansione a tutto il pianeta, con quelle politiche di distruzione delle resistenze sociali e di massimizzazione del profitto economico. Almeno fino a che l’astratto non diventa palesemente concreto: non abbiamo […]
Speriamo che Giorgia detta Giorgia mantenga fede alla sua fama di “cintura nera delle promesse mai mantenute”, come la definisce rettamente Renzi, perché se quest’unica promessa dovesse davvero mantenerla fin da subito, arriveremmo immediatamente al collasso economico e sociale dell’Italia, con una produzione industriale che crolla da due anni, con una perdita a dicembre di oltre il 7%!
Con il rischio concreto di ri-trovarci Undertaker Draghi a ri-macellare socialmente gli Italiani da Palazzo Chigi. Per l’esultanza dei Liberalfascisti di Sinistra raggrumati attorno al PD.
La promessa di Giorgia Meloni di portare la spesa militare italiana al 2,5% del Pil, come da richiesta esplicita della Nato, causerà un’uscita di altri 25 miliardi per il bilancio dello Stato. Venticinque miliardi in più rispetto agli attuali 32 e, si badi bene, da sborsare non una tantum ma da pagare stabilmente, anno dopo anno. Fondi che assai difficilmente Roma potrà finanziare in deficit, almeno secondo le regole attuali del Patto di stabilità, a meno che l’Unione europea non decida di non computarli nei vincoli sui bilanci pubblici.
La corsa agli armamenti viene motivata con la necessità di inseguire la Russia, ma le cifre diffuse per giustificarla sono false, come ha dimostrato Carlo Cottarelli. Un salasso che, se l’austerità di Bruxelles non dovesse essere rivista, significherà solo una cosa: tagli alle altre voci della spesa pubblica, picconate a un sistema di welfare statale che già fa acqua da tutte le parti e non allevia il dramma del 10% degli italiani, 5,6 milioni di persone, che vivono in povertà assoluta.
Cittadini per i quali la promessa di un bonus da 200 euro per ridurre i costi delle bollette, come quello introdotto – ma solo per tre mesi e non per tutti – dal decreto di ieri che prevede uno stanziamento di 3 miliardi, non basta di certo a scaldare le proprie case.
Con i 25 miliardi l’anno in più per il riarmo si potrebbe non solo raddoppiare il bonus energia a 400 euro al mese per i beneficiari, ma anche trasformarlo da misura eccezionale a programma a tempo indeterminato per famiglie e imprese. Senza considerare che l’escalation militare non porterà alcun beneficio all’economia nazionale, ma finirà solo per aumentare ricavi e profitti dei colossi industriali del settore, in gran parte aziende statunitensi. […]
A che pro? Gli effetti di un simile programma di riarmo non sono affatto chiari: secondo Francesco Vignarca, cofondatore dell’Osservatorio Milex sulla spesa militare e coordinatore delle campagne di Rete pace disarmo, l’Italia a oggi non saprebbe nemmeno come destinare una spesa militare ulteriore da 25 miliardi l’anno. “Non è facile stabilire quale sia la cifra che corrisponde al 2,5% di spesa militare rispetto al Pil, innanzitutto perché non si sa bene come definire ‘spesa militare’ e poi perché il Pil è un dato variabile”, spiega Vignarca. […]
Anche le ipotesi irrealistiche sull’eventuale aumento degli effettivi attuali si scontrano con problemi reali: di reclutamento, di acquartieramento, di addestramento, di dispiegamento di questi nuovi soldati. In definitiva si tratta di crescite irrealistiche. A meno che non si stia già davvero pensando a trovare ‘carne da cannone’…”, conclude Vignarca. Un timore fondato: la storia insegna che riarmo chiama riarmo e che, una volta riempiti fino al colmo, gli arsenali prima o poi vanno svuotati. Cioè usati. In guerra. (Nicola Borzi, segue link)
Meloni: 25 mld in più per le armi e meno welfare
Più armi, più spesa: all’anno altri 25 mld. Per trovarli sarà tagliato il welfare – Alzare la spesa militare al 2,5% del Pil significa passare da 32 a 57 mld ogni anno. Un salasso privo di og…
L’Omino di Burro non riesce a comprendere che con più cannoni e meno burro (mi si permetta il gioco di parole) non solo potrebbe raddoppiare il numero di Poveri in Italia – riportandoci a piè pari al periodo immediatamente successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale – ma innescherebbe la necessità di utilizzarle quelle stesse armi. La Meloni accetterebbe che decine di migliaia di ragazzi Italiani vadano a morire pur di guerreggiare contro la Russia, dopo che sono morti già più di un milione di combattenti Ucraini?
Quello che le autoreferenziali élite della UE – che vogliono imporre un maßnahmenstaat bellicista e neonazista a tutti i Popoli Europei – non sono riusciti a comprendere è il cupio dissolvi di Donald Trump.
Trump disintermedia e punta a liquidare tutte le strutture sovranazionali, UE, NATO, BRICS, ONU, OMS.
D’altro canto, la teoria del realismo offensivodi John Mearsheimer comporta, nell’attuale sistema multipolare, che l’interazione tra le grandi potenze sia guidata precipuamente dal desiderio razionale di raggiungere almeno l’egemonia regionale in un sistema internazionale anarchico e caotico.
Donald Trump, più di Putin, ha tutto l’interesse che l’Europa ritorni al sistema di più Stati-Nazione sovrani e che collassi definitivamente la distopica Unione Europea la quale, comunque, non sarebbe mai stata un agguerrito concorrente per la Potenza tellurica cinese più della Potenza talassocratica americana.
Il sabotaggio americano dei Nord Stream ha comunque messo definitivamente al tappetto ogni velleità tedesca ed europea di rappresentare un contraltare neoliberista, antidemocratico e antisociale all’Impero del Male americano.
È da sottolineare che The Donald ritiene molto più autorevole, affidabile e credibile Vladimir Putin che non le ballerinette e le prefiche europee che ora si stracciano le vesti per il comico inane Zelensky. Resta da chiedersi, però, quanto Putin consideri affidabile Trump.
Riscrivere completamente la narrazione durata ottanta anni sul “sogno americano” è un esercizio che sta mettendo a dura prova i nervi e i neuroni dei liberali di destra e “di sinistra” in Europa. […]
Il cielo è crollato sulla testa delle élites che per decenni hanno raccontato a noi e a se stessi che l’Occidente disegnato dagli Stati Uniti poteva solo essere perfezionato dall’Europa, ma per il resto era il migliore dei mondi possibili e chi non lo accettava come tale poteva anche essere deposto, bombardato, eliminato fisicamente in nome della superiorità di questo modello su tutti gli altri.
Ma quando al suprematismo liberale dell’”Occidente collettivo” si è sostituito il “suprematismo stronzo” di Trump, il cielo è venuto giù, seminando panico, incertezze, cambiamenti di alleanze e paradigmi, così come era avvenuto quando è venuto giù il Muro di Berlino. […]
Gli Stati Uniti oggi impongono agli stati europei di accettare la fine della guerra in Ucraina o di proseguirla per conto loro, se vorranno e se saranno in grado di farlo. Ma le spalle non saranno più coperte dal vecchio alleato statunitense.
L’ha ammesso persino il più affezionato cliente tedesco, il neo-cancelliere Friedrich Merz, a lungo avvocato d’affari per BlackRock: «È chiaro che il governo di Washington non si cura più tanto del nostro destino».
Se gli europei, seguendo come gattini ciechi gli Usa di Biden, hanno riscoperto la vocazione guerrafondaia che li ha quasi annientati nella prima metà del secolo scorso, “che si facciano la loro guerra contro la Russia” dicono oggi Washington. Oggi gli USA hanno altre priorità. La Russia può essergli più utile per destabilizzare l’Europa e magari sganciarla dal nemico principale: la Cina.
Come formiche impazzite, i governi europei cercano di recuperare il tempo perduto nel processo che doveva portare alla costituzione di un soggetto globale autonomo – chiamatelo, se volete, “polo imperialista europeo” – in tempi più rapidi di quelli consentiti dalle farraginose regole decisionali europee, del tutto inadeguate per affrontare la competizione globale e la frammentazione del mercato mondiale.
Prima il rapporto e poi il discorso di Draghi al Parlamento europeo sono il manifesto politico di questa necessità, ma è anche l’ultima recriminazione per l’occasione lasciatasi sfuggire dopo la pandemia e la spinta alla centralizzazione/concentrazione che ne era derivata. […]
Dopo aver compresso o massacrato per anni le proprie popolazioni (come nel caso dei paesi PIGS o della ex Germania Est) in nome del rigore di bilancio e della supremazia di banche e grandi gruppi industriali, ha scoperto – come detto molto brutalmente dal vicepresidente USA Vance alla Conferenza di Monaco – di avere anche seri problemi interni oltre a quelli sul piano internazionale.
Per tutto il resto, i tempi della exit strategy europea dall’angolo sarebbero molto più lunghi, ad esempio per “l’esercito europeo” che non si può certo costruire in termini “operativi” su due piedi.
Orfana della copertura statunitense la Ue dovrebbe reinventarsi rapidamente, ma se riuscisse a farlo sarebbe una Europa ancora più reazionaria di quella attuale.
Vanno perciò combattuti con estrema determinazione tutti coloro che invocano una Europa più forte come contraltare al “suprematismo stronzo” di Trump. Non rappresentano certo una alternativa migliore per le classi popolari né per la democrazia, come abbiamo sperimentato negli ultimi trenta anni.
La frequenza con cui in Europa la parola guerra echeggia ormai in troppi discorsi ufficiali la rende poi ancora più inquietante. (Sergio Cararo, segue link)
Sergio Cararo: Il “Muro” di Washington
Riscrivere completamente la narrazione durata ottanta anni sul “sogno americano” è un esercizio che sta mettendo a dura prova i nervi e i neuroni dei liberali di destra e “di sinistra” in Europa. I balbettii tra conduttori e ospiti dei talk show televisivi cui assistiamo in queste settimane, di fronte allo shock and awe imposto da Trump, appaiono decisamente impressionanti, talvolta anche divertenti, ma altrettanto significativi. Il cielo è crollato sulla testa delle élites che per decenni hanno raccontato a noi e a se stessi che l’Occidente disegnato dagli Stati Uniti poteva solo essere perfezionato dall’Europa, ma per il resto era il migliore dei mondi possibili e chi non lo accettava come tale poteva anche essere deposto, bombardato, eliminato fisicamente in nome della superiorità di questo modello su tutti gli altri.
DONALD BUONA LA PRIMA, MA DOPO VIENE DONALD IL BARBARO PAZZO E LA SECONDA GUERRA CIVILE AMERICANA
Andiamo per gradi.
La Diarchia Satrapica Trump-Musk ha portato alcuni benefici effetti rispetto alla DEMoniaca Diarchia Neonazista Soros-Biden.
Finalmente è stata dichiarata guerra al Nazistico Wokeismo, all’immondo Transfemminismo Intersezionale, al Greenismo Ecofascista, al Vaccinismo dei Fascisti di Sinistra, agli Atti di Contrizione che i Bianchi Eterosessuali devono fare ogni giorno nei confronti del disgustoso e anticristico movimento LGBTQ+.
Soprattutto è stata dichiarato guerra al corrotto ed empio Deep State Americano guidato da DEM-On Soros.
Giusta la definizione dell’USAID – diretta occultamente dall’immondo OctopusSoros – organizzazione criminale e terrorista!
“The Real War Is Here With The Globalists And Soros And Obama And The New World Order And Black Rock!”
“The’ve Declared War On Us, And We Accept The Challenge!”
Anche Obama era un criminale che collaborava con i terroristi di USAID. Articolo del 2014:
La recente rivelazione da parte dell’Associated Press secondo cui l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), un noto organo di frode contrattuale all’interno del Dipartimento di Stato, ha appaltato un progetto per sviluppare un rivale di Twitter al fine di fomentare la ribellione a Cuba, ha riportato l’attenzione sulla lunga storia dell’USAID come strumento contrattuale per varie attività segrete della CIA. […]
La storia dell’USAID è piena di esempi di aziende appaltatrici e altri gruppi di facciata che lavorano per l’USAID ma eseguono anche gli ordini della CIA. WMR ha riportato molti casi simili nel corso degli anni:
La madre di Obama, Stanley Ann Dunham, lavorò a progetti di microfinanza per USAID e Ford Foundation, entrambi legati alla CIA, che aiutarono a sostenere le dittature in Indonesia e Pakistan. Dopo che Suharto prese il potere nel 1965, USAID tornò in Indonesia, con Stanley Ann Dunham Soetoro come uno dei suoi dipendenti principali, per aiutare Suharto a creare il Nuovo Ordine (Orde Baru) che avrebbe inaugurato decenni di governo fascista e cleptocratico. […]
Negli anni ’80, quando Stanley Ann Dunham e Barack Obama, Jr., trascorsero del tempo in Pakistan, l’USAID aprì un importante ufficio a Islamabad che distribuiva “aiuti non letali” ai rifugiati mujaheddin afghani in Pakistan, in particolare a Peshawar. Parte dell’assistenza dell’USAID fu anche utilizzata, a quanto si dice, per acquistare armi per i mujaheddin afghani, ma alcune armi finirono nelle mani di radicali musulmani pakistani intenzionati a cacciare il dittatore pakistano Muhammad Zia-ul Haq. Altri soldi dell’USAID finirono per pagare costose automobili per i principali comandanti mujaheddin afghani in Pakistan. […]
La Asia Foundation, collegata alla CIA, che ha lavorato a stretto contatto con l’East-West Center finanziato dalla CIA presso l’Università delle Hawaii a Manoa, dove la madre di Obama ha incontrato il suo secondo marito, il colonnello del generale Suharto, Lolo Soetoro, era strettamente collegata ai programmi segreti dell’USAID in Laos, Indonesia, Filippine, Vietnam del Sud, Thailandia, Palau, Malesia e altre nazioni dell’Asia-Pacifico. […]
Obama ha nominato come suo direttore dell’USAID Rajiv Shah, come suo coordinatore generale per le operazioni di soccorso ad Haiti. Shah ha prestato giuramento l’8 gennaio. Obama non avrebbe potuto fare una scelta peggiore. L’USAID, che è un codice per la CIA, è stata in gran parte responsabile del fatto che Haiti sia rimasta la nazione più povera dell’emisfero occidentale. Il precedente lavoro di Shah per la dubbia Fondazione Bill e Melinda Gates e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, così come il suo essere un politico scriteriato per il governatore della Pennsylvania Ed Rendell, che è intriso di corruzione a Harrisburg, non dovrebbero dare alcuna speranza al popolo assediato di Haiti. (Wayne Madsen, segue link)
USAID: A history of front companies acting on behalf of the CIA | Intrepid Report.com
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Aggiungiamo anche che,
Mentre l’USAID entrava in Indonesia nel 1965, i contractor dell’USAID che volavano per la compagnia aerea della CIA, Air America, scaricavano armi e raccoglievano droga in Laos e scaricavano materiale di contrabbando in Thailandia e nel Vietnam del Sud. (Wayne Madsen, cit.)
il DEMoniaco USAID, diretto occultamente dal Massone Contro-iniziatico George Soros, ha distribuito ogni anno a terroristi e criminali stragisti di tutto il mondo 40 miliardi di dollari!
Il senatore John Kennedy, della Louisiana, elenca una serie di sprechi criminali/woke dell’USAID che ha scoperto il @DOGE di Elon Musk.
“Vi dirò cosa ha scoperto il signor Musk. Lo trovo affascinante. Ha scoperto che:
Il futuro dell’Agenzia Usa per lo sviluppo internazionale (Usaid) resta in bilico, visto il Dipartimento per l’efficienza (Doge) guidato da ElonMusk sta lavorando al suo smantellamento. Tra le varie ombre che si allungano c’è pure quella di GeorgeSoros, filantropo ungherese e finanziere di 94 anni attaccato dalla destra globale. Da un’analisi della storia recente di tale agenzia è emerso, come scoperto da Fox News Digital, che è stata ripetutamente accusata di cattiva gestione finanziaria e corruzione molto prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. […]
Ci sarebbero stati almeno due incontri tra Power [Samantha Poewr, Amministrice dell’USAID in era Biden] e Open Society Foundations di George Soros, mentre con la Bill and Melinda Gates Foundation ce ne sarebbero stati almeno cinque. Ci sarebbero state riunioni anche con altri gruppi potenti, basti pensare alle fondazioni Ford e Rockefeller, stando ad alcuni documenti ottenuti da Fox News Digital. […]
Ma Sputnik ha ricordato anche le rivelazioni del think tank conservatore statunitense HeritageFoundation, risalenti al 2017, in base a cui la Open Society Foundations (OSF) di George Soros è diventata “il principale esecutore degli aiuti dell’USAID” almeno dal 2009. Ma la collaborazione sarebbe iniziata molto prima. C’è un documento risalente addirittura al 1993 riguardo un accordo con il Management Training Program delle Fondazioni Soros per la formazione di 30 professionisti da Bulgaria, Estonia, Slovacchia, Polonia e Romania.
Inoltre, una ventina di anni fa l’International Renaissance Foundation di Soros ha collaborato con l’agenzia per sostenere la “rivoluzione arancione” in Ucraina. L’Usaid sarebbe tra le agenzie finanziate dalla Casa Bianca per “programmi di democrazia” in Ucraina. Nel 2018 un organo di controllo legale Usa, JudicialWatch, ha rivelato che l’agenzia per gli aiuti aveva sponsorizzato l’agenda globalista di Soros in Guatemala. Invece, nel 2016 altri fondi sarebbero stati destinati dall’Usaid a una campagna supervisionata dall’East West Management Institute del filantropo ungherese. (Silvana Palazzo, segue link)
Usaid, l’ombra di George Soros tra finanziamenti e incontri/ “Aiuti per progetti in Ucraina, Guatemala e...”
George Soros dietro Usaid? Spuntano documenti su finanziamenti e incontri su aiuti per progetti in Ucraina, Guatemala e in altre zone del mondo
USAID: Biden threatened to withhold a $1 billion USAID loan guarantee unless Ukraine fired the prosecutor investigating his son’s company. Victoria Nuland funded the Ukrainian coup with USAID money. USAID is at the heart of the war between Ukraine and Russia.
Robert Fitzgerald Kennedy jr. svela come i criminali dell’USAID abbiano finanziato con 5 miliardi di dollari il golpe neonazista di Euromaidan del 2014, eterodiretto dai NaziDEM Soros-Obama-Clinton-Nuland.
ARREST Victoria Nuland.
“USAID is a CIA front that used $5B in 2014 to ignite a Colour Revolution in Ukraine. Victoria Nuland picked the new Government a month before the old Government was overthrown…” -RFK Jr. pic.twitter.com/YurT0fAEjw
Dai trumpiani che appoggiano la de-costruzione dell’Agenzia made in US per lo sviluppo internazionale, ai democratici che invece scendono in piazza accusando la Casa Bianca di voler mettere fine ai diritti civili faticosamente conquistati, dalle istanze LGBTQ a quelle degli afroamericani; sono però le accuse e le presunte responsabilità di USAID a far discutere ulteriormente in questi giorni, specie dopo quanto emerso sulla presunta volontà dei funzionari dell’agenzia di condizionare scelte in politica estera, se non proprio manipolare l’opinione pubblica finanziando giornali e media.
Oltre al lungo elenco di accuse che già erano emerse dopo i primi shutdown di Trump & Musk, sono le dichiarazioni choc rilanciate dall’ex funzionario del Dipartimento di Stato Mike Benz – intervistato in tv americana dal giornalista Greenwald – a rivelare un’ombra ancora più oscura e controversa dietro la gestione dell’agenzia USAID: «era un braccio operativo della politica estera degli Stati Uniti», denuncia l’ex funzionario durante la prima amministrazione Trump. Dalla CIA alle sigle della sicurezza americana, l’USAID avrebbe addirittura partecipato a manipolazioni ed ingerenze sui Governi stranieri. […]
Secondo un report di RSF (Reporter senza confini), il blocco imposto dallo shutdown di Trump ha di fatto congelato finanziamenti da quasi 270 milioni di dollari destinati al “giornalismo indipendente”: quasi 6mila giornalisti con 300 ong e 700 redazioni, il sospetto emerso è che i finanziamenti di USAID non fosse tanto per motivi umanitari di libertà di stampa, ma un modo di imporre e manipolare l’opinione pubblica, se non anche i Governi stranieri. (Niccolò Magnani, segue link)
“USAID finanziava giornali per manipolare Governi”/ Agenzia chiusa da Trump: “soldi a ong, progetti LGBT e…”
USAID ribaltata da Trump e Musk: lo stop ai finanziamenti, i fondi ai media per manipolare con ingerenze i Paesi fuori dagli Usa
I cannot stress this enough: USAID made a formal program to promote foreign countries to pass foreign laws and regulations to influence content moderation policies of US tech platforms. https://t.co/RTkF5g1Xz1pic.twitter.com/hhhpWNEyNb
Penso che sia ormai chiaro che i NaziDEM bideno-clintonian-sorosiani ci hanno letteralmente FRANTUMATO i maroni per anni con la fola delle fake news e poi erano proprio loro che foraggiavano migliaia e migliaia di pennivendoli in tutto il Mondo per propalare la loro propaganda fasulla!
Mike Benz, ex funzionario del Dipartimento di Stato sotto la prima amministrazione Trump, intervenendo nel programma del giornalista Glenn Greenwald, ha delineato un quadro sinistro dell’USAID, descrivendola come un vero e proprio braccio operativo della politica estera statunitense, spesso in collaborazione con la CIA e il National Endowment for Democracy (NED). Un’agenzia impegnata in operazioni di regime change e ingerenze politiche in Paesi stranieri.
Come ha illustrato Benz da Greenwald, infatti, USAID e NED operano in tandem in numerosi programmi volti a influenzare la politica interna di Paesi esteri. Un esempio chiave è il Sepsis Consortium for Excellence in Political Process Strengthening, un’iniziativa congiunta tra Dipartimento di Stato, USAID e NED, che avrebbe avuto un ruolo centrale nella censura online e nella promozione di leggi contro la cosiddetta “disinformazione”.[…]
Tra le varie attività “occulte”, l’USAID è stato impiegato per influenzare la politica interna dell’Ucraina e della Georgia in funzione anti-russa. Il Presidente del Parlamento della Georgia, Shalva Papuashvili (Sogno georgiano), ha lanciato dure accuse su X, affermando che l’agenzia ha speso “41,7 milioni di dollari, tramite ONG politiche, per influenzare le elezioni in Georgia, una cifra che, rapportata alla popolazione degli Stati Uniti, equivarrebbe a un’iniezione di 3,78 miliardi di dollari stranieri nelle elezioni americane”. Il dato, afferma, diventa ancora più sproporzionato se confrontato con il PIL.
“Questa ingerenza solleva interrogativi sulla responsabilità di USAID nei confronti della popolazione georgiana, soprattutto considerando che l’agenzia è stata coinvolta nella diffusione di falsi risultati PVT, contribuendo a destabilizzare le elezioni del 2020 e ripetendo pratiche simili nel 2024. È necessario chiarire come e perché milioni di dollari dei contribuenti statunitensi vengano destinati a ONG che influenzano ogni tornata elettorale in Georgia”. […]
Tra gli aspetti più controversi, come ha rivelato il giornalista Lee Fang, USAID ha finanziato la Zinc Network, un gruppo “anti-disinformazione” che ha preso di mira giornalisti e politici americani, tra cui Max Blumenthal, Vivek Ramaswamy e il deputato repubblicano Andy Biggs. L’agenzia ha inoltre sostenuto la società di PR v-Fluence, legata all’industria dei pesticidi, che ha cercato di screditare i giornalisti alimentari Michael Pollan e Mark Bittman.
Tuttavia, l’aspetto più problematico riguarda i finanziamenti a gruppi ucraini che hanno diffuso accuse infondate e pretestuose contro cittadini americani e personalità favorevoli ai negoziati di pace, presentandoli come agenti del Cremlino. Grazie alla sua rete di finanziamenti internazionali, infatti, USAID aggira le restrizioni che impediscono al governo americano di diffondere propaganda contro i propri cittadini, convogliando fondi a media come New Voice of Ukraine, VoxUkraine, Detector Media e l’Institute of Mass Information, che hanno attaccato economisti e giornalisti di spicco, tra cui Jeffrey Sachs, Tucker Carlson, Glenn Greenwald e John Mearsheimer. (Roberto Vivaldelli, segue link)
Trump smaschera l’USAID: soldi per manipolare elezioni e media
Trump ha azzerato l’USAID, rivelando il suo ruolo nel finanziare progetti controversi, influenzare elezioni e destabilizzare governi.
Geniale, poi, la nomina di Tulsi Gabbard e Robert Fitzgerald Kennedy Jr. nei loro rispettivo ruoli, sempreché il cloacale Blob di Washington, capitanato dal Padrino Globale George Soros, non riesca a porre il veto.
L’audizione al Senato USA di Tulsi Gabbard, nominata da Donald Trump alla guida delle 18 agenzie di intelligence statunitensi, è stata un fuoco di fila di tabù politici abbattuti uno dopo l’altro nella sede più solenne. Per capirci: ha dichiarato le stesse cose che scrivo da anni in libri, atti parlamentari e articoli guadagnandomi lo stigma di “complottista” e altri attacchi insultanti presso le officine dei media dominanti: cioè che al-Qāʿida e la galassia jihadista sono stati meri strumenti di Washington e che tutte le guerre degli ultimi venticinque anni (per stare solo al nostro secolo) sono state fatte dal governo statunitense sulla base di falsi pretesti e con effetti destabilizzanti e criminali. (Pino Cabras)
Oggi sappiamo che il Blob, cioè il DEMoniaco Deep State di Washington ha perso questa battaglia!
Tulsi Gabbard ha vinto la sua battaglia. Contro ogni previsione, l’ex deputata democratica delle Hawaii, feroce critica dell’interventismo militare e del neoconservatorismo, è stata confermata dal Senato mercoledì direttore dell’intelligence nazionale (DNI) con un voto finale di 52 a 48. Tutti i senatori democratici hanno votato contro Gabbard, incluso Bernie Sanders, che Gabbard sostenne in occasione delle elezioni presidenziali del 2016. L’unico senatore repubblicano ad unirsi ai dem è stato Mitch McConnell del Kentucky. […]
Prima persona di fede induista eletta al Congresso, Gabbard ha spesso criticato la politica estera degli Stati Uniti, in particolare il sostegno di Biden all’Ucraina e le operazioni di Obama in Siria. Nel 2017, visitò Damasco e incontrò il presidente siriano Bashar al-Assad, scatenando polemiche. Nel 2019, dichiarò che Assad “non è il nemico degli Stati Uniti” e si oppose al coinvolgimento americano nella guerra in Siria, sostenendo che i tentativi di cambio di regime in Iraq, Libia e Siria hanno avuto conseguenze disastrose per gli Stati Uniti e le popolazioni locali. […]
Accusata di essere un “asset russo” e “amica dei dittatori” da liberal e neocon, Gabbard è avversaria dell’establishment della politica estera di Washington, quel “Blob” descritto dal professor Stephen M. Walt (docente di Harvard) che si riferisce a quell’insieme di esperti, analisti, think-tank che promuovono l’interventismo e una politica estera aggressiva. Secondo Walt, il “Blob” include persone che si muovono tra governo, think tank e accademie, e che hanno sostenuto e promosso una strategia di politica estera che mira a utilizzare il potere militare americano per rimodellare il mondo secondo le preferenze e i valori politici degli Stati Uniti, con conseguenze spesso disastrose non solo per l’America ma per il mondo. […]
Una postilla. Sui social, la conferma di Tulsi Gabbard a Direttrice dell’Intelligence Nazionale ha riportato l’attenzione su Myrotvorets, il controverso sito ucraino legato al governo che include Gabbard nella sua “lista nera” di persone considerate nemiche degli interessi nazionali. Una presenza che rischia di provocare imbarazzi e ulteriori tensioni tra Washington e Kiev. (Roberto Vivaldelli, segue link)
Tulsi Gabbard confermata alla direzione dell’intelligence Usa
Tulsi Gabbard, ex deputata democratica, è stata confermata dal Senato come direttore dell’intelligence nazionale.
Non è ultroneo ricordare ai Liberalfascisti raggrumati attorno al PD che i due macellai DEM Barack Obama e Khillary Clinton hanno creato, armato e foraggiato l’Isis di Abu Bakr al-Baghdadi.
Citiamo nuovamente Pino Cabras (cfr. supra)
Gabbard ha tenuto testa a parlamentari totalmente disabituati all’esposizione di verità così scandalose e imbarazzanti. Non so se alla fine avrà quei 51 voti su 100 che le servono, perché le reazioni di una parte della politica e dei bugiardi dei media sono furibonde e senza precedenti: gli interessi minacciati sono immensi. Ma di certo gli effetti saranno durevoli e nulla potrà essere come prima. Trump ha puntato la prua contro il mondo “neo-con” che con ogni probabilità non è estraneo alle pallottole che lo hanno sfiorato. Perciò ha voluto dare un ruolo chiave a una figura come Tulsi Gabbard (così come sulla Sanità ha sfidato la super-mafia farmaceutica lanciando Robert Kennedy Jr.). […]
Trump ha scelto personalità leali, una squadra in cui la forza di ogni soggetto – scelto per la fedeltà – è bilanciata da un contropotere. Tra falchi e colombe, per evitare la paralisi interviene un arbitro che decide con poteri rafforzati, cioè Trump. Divide et impera.
Credo che questi elementi spieghino meglio di qualsiasi propaganda i sassi che smuovono lo stagno di Washington. (segue link)
Pino Cabras: Tulsi Gabbard e la Glasnost di Donald
Con buona pace di quelli che mi hanno voluto affibbiare l’etichetta di filo-Putin e di anti-americano, è proprio nel cuore delle istituzioni statunitensi che si stanno rivelando i fatti che ho sempre raccontato. L’audizione al Senato USA di Tulsi Gabbard, nominata da Donald Trump alla guida delle 18 agenzie di intelligence statunitensi, è stata un fuoco di fila di tabù politici abbattuti uno dopo l’altro nella sede più solenne. Per capirci: ha dichiarato le stesse cose che scrivo da anni in libri, atti parlamentari e articoli guadagnandomi lo stigma di “complottista” e altri attacchi insultanti presso le officine dei media dominanti: cioè che al-Qāʿida e la galassia jihadista sono stati meri strumenti di Washington e che tutte le guerre degli ultimi venticinque anni (per stare solo al nostro secolo) sono state fatte dal governo statunitense
In poche parole, la vittoria di Trump ha portato nuova linfa contro il Nazistico Wokeismo ed enorme energia nella lotta al satanico Follemente Corretto (definizione di Luca Ricolfi) o di quello che Diego Fusaro descrive come Politicamente Corretto ed Eticamente Corrotto.
Ovviamente non sono i soli a pensarla in siffatto modo, mentre gli Oligarchi si trasferiscono armi e bagagli nella Corte Trumpiana, financo Mark Zuckerberg che fa mea culpa per la censura applicata sui suoi social dai pasdaran del politically correct come i vigilantes del mentaniano Open, cassati di colpo.
Perché i ceo delle Big Tech sostengono Trump? Il commento di Rampini | LA7
Federico Rampini ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita.
Grazie a Donald Trump, le Vere Donne, anche Femministe, vengono salvate dai Turpi e Satanici Transfemministi Intersezionali che, con il pretesto di “percepirsi” donne lesbiche – con tanto di minkia! – entrano nelle sezioni femminili delle carceri e finiscono con lo stuprare le Donne carcerate!
Gli squadristi Transfemministi Intersezionali, grazie ai DEMoniaci “Democratici” occidentali, rubano tutti i Diritti riservati alle Vere Donne, tanto che una Vera Donna Femminista come J. K. Rowling è stata minacciata di morte dai picchiatori Finte Donne Transgender.
Leggo sul mainstream fascista occidentale deliranti discorsi sul Patriarcato: ma i Veri Patriarcali sono i Violentatori Transgender Uomini che si fingono donne e che cercano di abusare delle Vere Donne, financo entrando nei loro bagni e nelle carceri femminili.
Grazie a Trump, l’America è tornata ad uno status quo in cui le Donne sono Donne e gli Uomini sono Uomini, mentre i DEMoni Transgender in (falso) cambio di identità sono ritornati ad essere dei criminali. Ben diverso dalla ideologia spazzatura Wokeista del Non-Binario!
Dulcis in fundo, grazie a Trump-Musk, il delirante disegno del Greenismo Ecofascista, che vorrebbe togliere la possibilità di locomozione al ceto medio che, finora, ha fruito delle efficientissime auto a combustione interna, e, al contempo, vorrebbe portare a morte miliardi di Poveri, è destinato a fallire.
Dispiace davvero che, tramite la legge Basaglia, siano stati chiusi i manicomi, altrimenti non assisteremmo a siffatte follie deliranti e DEMenziali:
Questi fanatici pasdaran wokeisti affermano che c’è un deragliato 1% della popolazione italiana (e occidentale) la cui sensibilità è offesa dai Lego!
La furia iconoclasta dei Nazi-Wokeisti Uccidentali ora si abbatte sui plasticosi mattoncini!
Ebbene sì, questi DEMenti, questi schizoidi deliranti, chiedono che il diritto della Maggioranza e cioè il 99% che vuole utilizzare i Lego (o similari) per aumentare la creatività dei propri figli, venga conculcato dai folli Wokeisti che delirano di “Patriarcato” e “Maschilismo Tossico”.
La furia ideologica sinistra si è scagliata anche contro i ‘Lego’: i mattoncini sarebbero dei pericolosissimi strumenti orditi per scolpire nella mente dei bambini che “l’eterosessualità è la norma”
La disadattata che scrive per Repubblica vuole abolire i Lego, Giuseppe Cruciani la spenna in diretta
Ovviamente siffatti deragliati mentali – per cui andrebbe auspicata la riapertura del complesso manicomiale di Mombello – traggono linfa vitale da psicopatici follemente corretti di altri Paesi.
I Lego accusati di omofobia: il ragionamento ambiguo del Science Museum di Londra
Un’esposizione solleva polemiche: i Lego rafforzerebbero l’eteronormatività
Infine arriviamo alla domanda del cazzo del delirio wokeista a Sanremo:
I Wokeisti del XXI secolo sono fascisti esattamente come l’Ultradestra Neoliberista attualmente ipostatizzata al governo in Italia o in Ungheria. L’ultima chiosa ad un sociologo della Vera Sinistra, Luca Ricolfi:
L’imperativo dell’inclusione, che a partire dagli anni novanta ha via via preso il posto dell’ideale dell’eguaglianza, ha completamente sovvertito le gerarchie di priorità classiche della sinistra. Al posto degli operai e delle donne sono subentrati gli immigrati e le minoranze sessuali: inizialmente solo lesbiche, gay, bisessuali, poi anche transessuali, queer, intersessuali, asessuali, e da ultimo purepansessuali e kinky, dove kinky significa appassionati di giochi erotici più o meno perversi o sadomasochistici.
E al posto delle lotte per il salario, l’occupazione, la casa, la sanità sono subentrate le grandi “battaglie di civiltà”, per i diritti civili e il riconoscimento delle minoranze sessuali, collettivamente riunite sotto il grottesco acronimo LGBTQIAPK+, una invenzione lessicale da fare invidia a Calvino, che con il vecchio Qfwfq delle Cosmicomiche si era fermato a 5 lettere.
Questa scelta pro-inclusione delle minoranze piuttosto che pro-eguaglianza è strana, anche se comprensibile. È strana, perché milioni di donne vorrebbero lavorare e non possono farlo (abbiamo il tasso di occupazione femminile più basso fra i paesi dell’Unione Europea). È strana, perché sanità, asili nido e abitazioni sono da decenni emergenze sociali drammatiche.
È strana, perché il più grande gruppo sociale oppresso e sfruttato sono i tre milioni di occupati (e relative famiglie) che lavorano in condizioni para-schiavistiche, una realtà di cui i campi di raccolta in cui è stato lasciato morire Satnam Singh sono solo la punta dell’iceberg. Ed è tanto più strana, quella scelta, se pensiamo che una frazione consistente di quei tre milioni di para-schiavi è costituito da immigrati.
Ma è anche comprensibile, quella scelta di dimenticare le vecchie battaglie per l’eguaglianza. Puntare tutte le carte sui diritti dei migranti, degli omosessuali, dei bisessuali e transessuali ha l’enorme vantaggio di costare nulla o quasi nulla, mentre affrontare anche uno solo dei grandi problemi sociali del paese – come l’iper-sfruttamento, la mancanza di posti di lavoro per le donne, i guai della sanità pubblica – avrebbe costi economici e politici giganteschi.
Migranti, immigrati…
Anche la terminologia tradisce l’inganno. Si preferisce parlare di “migranti”, perché migrante evoca l’avventura del viaggio, l’epica dei salvataggi, il coraggio di chi parte e l’eroismo di chi salva, mentre “immigrati” rischia di far pensare alle paure e ai problemi sociali suscitati da milioni di persone abbandonate a se stesse nelleperiferie, o avviate a ingrossare l’esercito industriale di riserva (così lo chiamava Marx) che fornisce manodopera a basso costo nei settori ad alto impiego di lavoro nero.
Soprattutto: occuparsi degli immigrati, stanziando risorse adeguate e combattendo para-schiavismo e sfruttamento, ha costi economici e politici altissimi; aiutare i migranti ad arrivare sani e salvi in Italia – come si fece una decina di anni fa con l’operazione Mare Nostrum – ci rende fieri della nostra umanità, e costa infinitamente di meno.
Ritroviamo qui, pari pari, il meccanismo che avevamo incontrato parlando delle strategie delle grandi imprese e delle grandi organizzazioni. Sottoscrivere l’agenda woke consente sensibili miglioramenti di immagine a costi molto contenuti, mentre migliorare la qualità dei prodotti o le condizioni di lavoro dei dipendenti comporta sempre costi ingenti.
C’è una differenza, però, fra le imprese commerciali e le imprese politiche. Il “fatturato” di un’impresa politica, qual è un partito progressista, è dato dal consenso elettorale, ovvero dal numero di voti. E il consenso elettorale non dipende solo dall’immagine, ma anche dagli interessi di cui ci si fa difensori, ovvero da quello che di te pensano gli elettori. È un po’ come se, a determinare l’immagine di un’impresa, non contribuissero solo la pubblicità e il gradimento dei consumatori, ma anche le opinioni dei suoi dipendenti.
È qui che il follemente corretto ha inguaiato la sinistra. Ponendo in cima alla graduatoria le minoranze sessuali e i migranti, l’azienda-sinistra ha finito per ignorare quasi totalmente il punto di vista dei suoi dipendenti-elettori storici, ovvero quei ceti popolari che, da una trentina di anni, vedono l’immigrazione [e il Wokeismo, come il transfemminismo intersezionale, Nota di Seyan] come un problema – di sicurezza e di concorrenza – e del follemente corretto non condividono né capiscono le ragioni. (Luca Ricolfi, “Il Follemente Corretto”, La Nave di Teseo)
PERCHÈ DICIAMO: DONALD TRUMP, ANCHE NO!
Fin qui i pregi di Donald il Barbaro. Ora arriviamo ai difetti.
Donald Trump, lo scorso 20 gennaio 2025, giorno del suo secondo insediamento alla Casa Bianca, svolge, di seguito, due discorsi: il primo alla Rotonda del Campidoglio, il secondo presso l’Emancipation Hall, di fronte ai militanti repubblicani, ai suoi sostenitori più fedeli e a tutta la schiera dei nuovi vip corsi sul carro del vincitore. Nel suo primo intervento il presidente Usa mantiene un profilo relativamente equilibrato e “istituzionale”, pur annunciandosi senza vergogna “salvato da Dio affinché l’America torni grande”, eroe della nuova era d’oro americana e pacificatore delle guerre del mondo.
È nel secondo intervento, tuttavia, che il presidente fa riemergere il vero Trump che ha in sé, rilanciando con fulmini e tuoni il proprio disegno razzista di deportazione di massa degli immigrati e i propri progetti proto-imperialisti volti a cambiare il nome del Golfo del Messico in Golfo Americano, a “riconsegnare all’America” il Canale di Panama e a conquistare per gli Usa la Groenlandia. […]
Ma, sulla natura dei due discorsi di Trump nel giorno del suo secondo insediamento molto si è parlato. Ciò che, credo, sia stato poco rimarcato è un altro fatto, che nella sua essenza sembra a chi scrive di importanza strategica.
Ci riferiamo alla natura politico-ideologica dell’intera corte dei miracoli che ha circondato Trump, lo scorso 20 gennaio a Washington, al Campidoglio, durante e dopo i suoi due discorsi.
Chi era accanto a Trump, in quelle ore per certi versi fatali? Chi ha scodinzolato con totale subordinazione, servilismo, cortigianeria, adulazione? È stata l’intera Silicon Valley, l’intero capitalismo big tech nordamericano, il nuovo tecno-feudalesimo capitalista (così come lo ha descritto Yanis Varoufakis), la nuova e oscura potenza neocapitalista e per molti versi postindustriale e persino postcapitalista del potentato high-tech. (Fosco Giannini, segue link)
Fosco Giannini: Il minaccioso imperialismo di Trump e del capitalismo della sorveglianza tecnologica e il compito dei comunisti
Il minaccioso imperialismo di Trump e del capitalismo della sorveglianza tecnologica e il compito dei comunisti
di Fosco Giannini*
La presa diretta del potere da parte del “quinto capitalismo” chiede ai comunisti di riappropriarsi pienamente dell’intera visione del mondo leninista e gramsciana.…
Eggiahh, siamo passati dall’Imperialismo dei SATanici Soros-Biden all’Imperialismo dei SATrapi Trump-Musk!
Con la piena collaborazione dei corrotti e anomici Media Uccidentali.
I media occidentali hanno portato a termine con successo un’operazione di grande importanza politica. La maggioranza silenziosa, il ceto medio e le classi lavoratrici sono stati plasmati: l’Occidente libero e democratico è sotto attacco; le autocrazie come Cina e Russia, le teocrazie come l’Iran, il terrorismo, ci minacciano; e la guerra è l’unica risposta salvifica. Come afferma Ori Goldberg, nella storia i genocidi hanno avuto come motivazione essenziale l’autodifesa.
L’impero Usa in declino, costretto alla militarizzazione del dollaro, muove le sue pedine negli scacchieri internazionali, indifferente al diritto internazionale. Con linguaggio orwelliano uccide la democrazia in nome di essa. L’esempio simbolico è stata la dichiarazione del presidente della Corea del Sud che ha promosso la legge marziale per difendere i propri cittadini dall’autocratica Corea del Nord.
In Europa, mentre Blinken incita Zelensky ad abbassare la leva militare dai 25 ai 18 anni, la distruzione di un paese e di centinaia di migliaia di ragazzi è giustificata dalla necessaria difesa da Mosca. In Georgia e in Romania il risultato delle elezioni democratiche non è accettato. Vincono candidati che non vogliono svendere il loro Paese a interessi statunitensi ed europei. (Elena Basile, segue link)
Elena Basile - Le oligarchie liberali scelgono l’autoritarismo (con la complicità dell’intellighentia progressista)
Elena Basile - Le oligarchie liberali scelgono l’autoritarismo (con la complicità dell’intellighentia progressista)
Siamo passati dall’Imperialismo NaziDEM e Neocon all’Imperialismo del barbarico Donald The Mad.
Per il nostro Paese e per il nostro continente, ormai da 80 anni militarmente occupato a causa di una guerra persa, la questione della sovranità e dell’indipendenza diventa sempre più una questione dirimente e non più rimandabile, una questione di vita o di morte perché lo spaventoso declino economico, demografico e culturale che stiamo subendo è in gran parte frutto del fatto che non abbiamo la possibilità di portare avanti un’agenda dettata dai nostri interessi e che le nostre classi dirigenti collaborazioniste, sia politiche che economiche e a Palazzo Chigi e come a Bruxelles, sono accuratamente selezionate a monte e supportate dai media dominanti sulla base della loro mediocrità e servilismo nei confronti dell’impero atlantico. (OttolinaTV)
Non è ultroneo rammentare che ad aver dato il colpo di grazia alla Democrazia in Occidente non sono stati The Donald, Elon Musk, i Patrioti Veri come Orbán o Fico, ma coloro i qualiS. Wagenknecht definisce correttamente la Sinistra alla Moda e che io chiamo – con maggior pregnanza – i Liberalfascisti di Sinistra, che proteggono e idolatrano la Nazi-UE di Ursula Adolfa von der Kannonen-Leyen.
Il fantomatico superamento, per non dire abbattimento, degli Stati nazionali, come ogni battaglia ideologica, ha sempre avuto bisogno di alleati e li ha trovati (secondo alcuni in modo inaspettato) proprio in quella sinistra snob blairiana che tanto seguito ha avuto in Europa dalla caduta del muro: è quel movimento politico che la filosofa Nancy Fraser chiama neoliberismo progressista e che qui a Ottolina definiamo, più prosaicamente, Sinistra ZTL:
Una formazione politica moderata, svuotata di qualunque progetto politico sovrano e di ogni afflato critico verso il capitalismo finanziario globale, degradata come uno yogurt scaduto da due anni e fondata sulla stessa pappetta ideologica; è la sinistra dei filo-NATO, degli europeisti a ogni costo, degli estimatori di Tony Blair ma anche della Merkel, dei vari Enrico Letta e Matteo Renzi.
In pratica è la sinistra che trova come punto programmatico comune alla destra neoliberale l’abbattimento della sovranità nazionale e dei sistemi di controllo democratico. E anche l’allargamento a est dell’Unione europea, a ben guardare, ha contribuito a rendere nei fatti impossibile una vera federazione; ma, a questo punto, solo gli sciocchi potranno pensare che una vera federazione sia mai stato il vero obiettivo.
OttolinaTV: Sovranità vs imperialismo: ecco perché le élite demonizzano la libertà dei popoli
Sovranità vs imperialismo: ecco perché le élite demonizzano la libertà dei popoli
di OttolinaTV
Tutta la storia contemporanea, dalla rivoluzione francese in poi, può anche essere letta come storia del conflitto tra nazioni e imperi, tra comunità nazionali che hanno lottato e lottano per la propr…
Il bellicismo imperialista di Donald il Barbaro ha (comunque) riportato in vita le galline decollate che sovernano la UE e i capponi con la testa rivolta all’indietro Macron e Starmer.
No, i groenlandesi non vogliono diventare statunitensi (e Parigi è pronta a schierare l’esercito)
Secondo un sondaggio l′85 per cento della popolazione sarebbe contraria all’idea. Il ministro degli Esteri francese: “Se la Danimarca chiede aiuto, noi ci saremo”
Surreale davvero: i poltigliosi leader europei si sono risvegliati da un sonno letargico vecchio di ottanta anni e sono – solo adesso – disposti a inviare truppe per ostacolare il nostro vero, secolare nemico: l’Impero Nazista Amerikano.
Nessuno però che abbia le capacità cognitive necessarie per riconoscere che l’unico alleato di cui l’Europa possa godere contro l’Impero del Male Americano è la Russia di Putin!
La resipiscenza della UE e della Danimarca nei confronti dell’Impero Americano è ovviamente arrivata troppo tardi!
Trump non è certo un politico raffinato, men che meno è un uomo dotato di garbo, ma proprio per questo ha l’effetto di un sasso lanciato in acque stagnanti: le onde provocate dall’urto sembrano in un primo momento concentriche e regolari, ma ben presto il loro moto si complica a seguito di un’infinita serie di fattori e diventa complesso, imprevedibile e fonte di sorprese.
Così accade che Donald il Rosso, certo più vichingo dei danesi, sia subito andato alla conquista della Groenlandia senza temere alcuna reazione di qualche rilievo da parte di chi subiva questa rapina a mano armata. Lo scopo, fin troppo palese di inglobare le risorse dell’isola più grande del pianeta e metterle sulla bilancia dell’enorme debito pubblico americano come un pagherò di dimensioni gigantesche, sembrava una cosa senza particolari conseguenze.
Invece a sorpresa una reazione c’è stata e potenzialmente gravida di conseguenze: Copenaghen ha deciso di mettersi assieme alla russa Gazprom per apportare modifiche ambientali ai tubi sottomarini del Nord Stream danneggiati dopo l’attacco del 26 settembre 2022. L’agenzia energetica danese ha concesso a Nord Stream 2 AG, appartenente a Gazprom, il permesso di impegnarsi nei lavori di conservazione del gasdotto nel Mar Baltico. […]
I Paesi scandinavi sono stati in prima fila nel costruire e avallare tali assurde narrazioni sull’attentato quando invece era stato lo stesso Biden a dire di fronte a uno Scholz inebetito (anche ammesso che normalmente abbia qualche istante di lucidità) quale sarebbe stato il destino del Nord Stream 2.
La Danimarca in particolare non solo ha partecipato entusiasticamente a questa canea di ridicole menzogne, ma anche prima della guerra ucraina era stata la spina del fianco del Nord Stream e – sempre ubbidendo agli Usa, fortemente contrari a quest’opera – aveva fatto di tutto per ritardarne la realizzazione che in alcuni punti entrava nella zona di interesse marittimo del Paese. Ora si cambia pagina. […]
Ma al di là della questione specifica, la Danimarca inaugura, probabilmente senza nemmeno volerlo, una inedita prospettiva, ancora molto sottopelle, che dovrebbe far riflettere bene l’amministrazione Usa nel caso ne fosse capace: la Russia, impersonata in questo caso da Gazprom, non è in realtà il vero nemico, anzi in qualche caso potrebbe diventare un reale amico di fronte alle pretese padronali. (il Simplicissimus, enfasi aggiunta, segue link)
La Danimarca si ribella e minaccia di ricostruire il Nord Stream | il Simplicissimus
Trump non è certo un politico raffinato, men che meno è un uomo dotato di garbo, ma proprio per questo ha l’effetto di un sasso lanciato in acque stagnanti: le onde provocate dall’urto sembrano in un primo momento concentriche e regolari, ma ben presto il loro moto si complica a seguito di un’infinita serie di […]
Ovviamente, i fascisti polacchi, alleati dei neonazisti di Zelensky e per bocca del presidente pro tempore Andrzej Duda, dichiarano alla BBC che i gasdotti Nord Stream “devono essere smantellati”. Ciò significherebbe che la Germania non sarebbe tentata di ripristinare le forniture russe a rilanciare la propria economia in difficoltà.
L’impero Amerikano 2.0 ha ripristinato il Piano Morgenthau nella versione 2.0.
Ecco cosa affermavano i DEMoniaci neonazisti Biden e Nuland pochi mesi prima che i Nord Stream venissero distrutti mediante bombe piazzate dai subacquei americani, con la collaborazione dei fascisti norvegesi e polacchi.
How America Took Out The Nord Stream Pipeline
The New York Times called it a “mystery,” but the United States executed a covert sea operation that was kept secret—until now
Ovviamente Capitan Fracassa Trump non è riuscito a mantenere la promessa di far cessare la guerra russo-ucraina nel giro di 24 ore.
E i tempi per la cessazione del conflitto sono tutt’altro che brevi; non v’è alcuna euristica al riguardo, malgrado i proclami reboanti e tonitruanti di Brancaleone Trump.
Una valanga di provocazioni ha caratterizzato la prima settimana alla Casa Bianca di Donald Trump in politica estera, dove la foga di imporre il nuovo corso dell’America “tornata grande” sembra portare il neo presidente ai ferri corti con alleati, vicini e rivali dall’Europa al Medio Oriente, dalla Groenlandia alla Russia, dai BRICS all’America Latina.
Che si tratti di passi falsi o dell’ostentazione della forza che Washington intende utilizzare o forse solo minacciare per dirimere le contese con alleati e rivali solo il tempo potrà dirlo.
Il monito lanciato a Vladimir Putin affinché negoziare sull’Ucraina ha fatto seguito a molti segnali di distensione verso il Cremlino. Se non accetterà di negoziare per porre fine alla guerra in Ucraina, gli Stati Uniti porranno nuove ulteriori sanzioni alla Russia e ai suoi alleati ha fatto sapere Trump due giorni dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, in un messaggio pubblicato su Truth Social.
“Ho sempre avuto un ottimo rapporto con il presidente Putin. Non voglio danneggiare la Russia. Farò alla Russia, la cui economia sta fallendo, e al presidente Putin, un grandissimo favore. Raggiungete un accordo ora e fermate questa ridicola guerra! Non potrà’ che peggiorare!”.
Mostrando aperture verso Mosca, Trump ha aggiunto che “non dobbiamo mai dimenticare che la Russia ci ha aiutato a vincere la Seconda Guerra Mondiale, perdendo quasi 60 milioni di vite umane”. Una gaffe storica non proprio edificante per il neo presidente e il suo staff.
Non è ultroneo ricordare che nei fatti la Seconda Guerra Mondiale venne vinto praticamente solo dall’Armata Rossa che combatté praticamente per tre anni da sola, distruggendo quasi i 9/10 delle forze nazifasciste, mentre le armate angloamericane erano impegnate a gozzovigliare tra donne, canti, whisky e fumo.
Prosegue Gaiani,
Nei giorni scorsi uno studio del think-tank britannico RUSI ha rilevato che “la resilienza economica della Russia sta sfidando le aspettative dell’Occidente, consentendo al Cremlino di sostenere lo sforzo bellico in Ucraina nonostante le crescenti sfide e sollevando dubbi sulle speranze di una rapida risoluzione”. […]
La risposta di Mosca a Trump è stata affidata al portavoce Dimitri Peskov. “Non vediamo in particolare alcun elemento nuovo. Sapete che Trump, nel primo mandato della sua presidenza, è stato il presidente americano che più spesso ha fatto ricorso a misure sanzionatorie. A lui piacciono questi metodi. Almeno gli piacevano durante la sua prima presidenza”, ha dichiarato Peskov ribadendo che “la Russia è pronta per un dialogo paritario con gli Stati Uniti e attende segnali da Washington ma questi non sono ancora arrivati”.
Peskov ha poi corretto Trump ricordando che durante la seconda guerra mondiale i russi uccisi furono 27 milioni (non 60 milioni come aveva detto il presidente americano) ma a Mosca anche altri hanno commentato la velata minaccia del presidente USA. […]
Nonostante recessione, caro-energia, debolezza militare, crisi politiche e governi traballanti in diversi stati membri, in ambito UE la dissociazione dalla realtà non sembra essere molto diversa da quella che caratterizza le dichiarazioni di Zelensky.
Il 23 gennaio il presidente della CDU/CSU, Friedrich Merz, ritenuto favorito alle imminenti elezioni parlamentari tedesche, ha affermato che l’Ucraina deve vincere la guerra contro la Russia, riconquistare i territori perduti ed essere libera di unirsi ad alleanze militari.
“L’Ucraina deve vincere la guerra. Per me vincere significa ripristinare l’integrità territoriale e l’Ucraina deve avere completa libertà di scegliere le proprie alleanze politiche e, se necessario, militari”.
Quindi secondo il probabile futuro cancelliere della principale potenza europea l’Ucraina deve riconquistare quel quasi 20 per cento di territorio nazionale perduto, inclusa la Crimea, ed entrare nella NATO. […]
“Non dovrebbero esserci dubbi sulle intenzioni di Putin, che potrebbe non fermarsi all’Ucraina. Vuole riportare indietro le lancette dell’orologio, non di 20 anni, ma di 40 anni o più, all’Unione Sovietica, all’Impero russo“, ha [affermato] Kubilius [commissario europeo alla difesa].
Poiché queste valutazioni, che abbinano con disinvoltura assenza di dubbi a “forse” e “potrebbe”, sembra vengano condivise da tutta la Ue o comunque non pubblicamente contestate da quasi nessuno (a parte i soliti slovacchi e ungheresi), appare chiaro che in Europa abbiamo un grave problema di qualità, equilibrio e pragmatismo della classe dirigente.
L’impressione è che, da Trump a Kubilius passando per Merz e Kallas, l’Occidente si stia ponendo di fronte a questa grave crisi di sicurezza con un approccio semplicistico, talvolta improvvisato, e con leader inadeguati.
Già: i leader europei sono totalmente INADEGUATI!
Brancaleone Trump ritiene di poter ancora minacciare il Mondo con i vecchi e rugginosi Minuteman degli anni ’60 del secolo scorso, che attualmente vengono aggiornati uno per uno con lunghe sessioni a terminale, dopo che per anni sono stati updatati con i floppy disk!
Paragonati ai Satan II, Status VI e Oreshnik russi, è come contrapporre la cavalleria corazzata medievale ai tank di ultima generazione.
Brancaleone Trump. Immagine satirica.
Diciamoci la verità: Donald Trump è solo un Megalomane Psicopatico, considerando anche l’endorsement al regime antisemita, genocida e criminale di Bibhitler Netanyahu, per cui la Corte Penale Internazionale ha spiccato mandato di cattura, a causa del genocidio di 500.000 Semiti Palestinesi a Gaza!
Addirittura il Satrapo Trump minaccia di uccidere tutti i Palestinesi di Gaza se non vengono liberati tutti gli ostaggi sionisti!
Video. Usa, Trump minaccia i civili di Gaza: “Rilasciate ostaggi o è finita”
Video. Il presidente statunitense Donald Trump ha minacciato duramente i civili di Gaza in un post sul suo social Truth, intimando la consegna degli ostaggi. La Casa Bianca ha confermato che Trump ha mandato un inviato per colloqui diretti con Hamas sui rimanenti ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza
Siffatta è Gaza oggi (una città che ha almeno ottocento anni di Storia in più rispetto a Roma):
La Diarchia Trump-Musk si sta davvero preparando a licenziare 2 milioni di dipendenti Statali ed Elon Musk inizia ad andare in giro con la motosega regalatagli dal pazzo ultraliberista Javier Milei.
Musk ha usato immediatamente la sega a motore per disboscare migliaia di Forestali!
Perché migliaia di scienziati e guardiaparchi sono stati licenziati in massa negli Stati Uniti - LifeGate
1.000 persone sono state licenziate dal National park service e 3.400 dal Servizio forestale, come parte dei tagli alle agenzie federali del dipartimento per l’efficienza di Trump e Musk.
Quando l’Oligarca Musk aveva promesso il licenziamento di due milioni di Statali USA non stava affatto scherzando.
Altri fattori la rendono inevitabile, come la Calexit.
Ora i Democratici, in totale controllo della California, stanno usando tutti gli strumenti disponibili per far uscire lo Stato Californiano dall’Unione Americana. Non va obliato che lo Stato simboleggiato dall’Orso Grigio – da solo – rappresenta il Quarto Stato Mondiale a livello di PIL.
“CALEXIT”, L’INIZIATIVA CHE VORREBBE PORTARE LA CALIFORNIA A SEPARARSI DAGLI STATI UNITI - Giubbe Rosse News
La “Calexit”, l’iniziativa che mira a portare gli elettori del Golden State a un referendum per decidere di separarsi dagli Stati Uniti, è stata autorizzata a raccogliere legalmente le firme.
Un altro Stato americano con una forte propensione alla Secessione è il Texas.
Infine ci sono diversi segnali per cui Donald Trump si starebbe preparando ad un Terzo Mandato presidenziale in spregio al 22° Emendamento della Costituzione Americana!
How Trump Could Snatch a Third Term — Despite the 22nd Amendment
Four ways Trump could stay in power beyond 2028.
Si stanno verificando tutti gli elementi che rendono profetico il film Civil Wardi Alex Garland e il personaggio del Presidente degli USA che riecheggia non poco il Brancaleone Trump.
Il Presidente degli Stati Uniti (Nick Offerman) millanta alla televisione di grandi vittorie e ricostruzione, ma la realtà è che le sue ore sono contate, i ribelli stanno per sfondare le ultime difese. Civil War non ci dice molto su di lui e come si è arrivati a questo punto, solo ci fa capire che è un Presidente dittatoriale, autoritario, al terzo mandato di un percorso rovinoso. […]
La prima cosa che ci arriva è la verosimiglianza con cui il film ci mostra un’America divisa in 4,5 fronti diversi, dominata da un caos e un tutti contro tutti che strizza l’occhio ai Balcani degli anni ‘90, all’Africa distrutta dai genocidi del XX secolo. Il Presidente e il suo racconto irreale mentre attorno tutto crolla, mentre si consumano mille vendette e morti immotivate, non può che ricordare alla mente il Mussolini degli ultimi giorni, l’Hitler che aspetta la sua fine, ma ciò non toglie assolutamente nulla alla profonda “americanità” del film. […]
In quegli Stati Uniti in cui la divisione interna è così radicale, che da molto tempo non sono pochi i giornalisti, studiosi e politici che parlano apertamente del rischio di un conflitto civile armato. (wired.it)
La dicotomia americana è resa plastica dal risultati del voto popolare: il 49,9% degli Americani ha votato per Trump, contro il 48,3% della Harris (peraltro una candidata corrotta e per nulla credibile).
Un Paese spaccato letteralmente a metà.
Ma se la Seconda Guerra Civile Americana è inevitabile, prima di allora Donald Trump sarà comunque riuscito ad appendere nello Studio Ovale il Trofeo dell’entità politica più pericolosa del mondo:
L’ANTIDEMOCRATICA UE!
Donald Trump appende – metaforicamente – la testa della UE iconizzata da U. von der Leyen nella sua sala dei Trofei. Immagine comica e satirica.